| Il Senzanome |
| | E r k d u n
_______________________primo respiro_______________________
Era passata una settimana da quando l'antica fortezza nanica a nord di Aberan era crollata, seppellendo nelle sue viscere i demoni che l'avevano conquistata e trasformata nella loro roccaforte. Jahrir Gahkoor e la sua compagna Shaelan avevano condotto il loro popolo sulle montagne. Gli altri, i mercenari che si erano uniti alla -folle- spedizione di Enkidu, erano tornati ad Aberan per la ricompensa. Non avevano avuto problemi a riscuotere dall'amministrazione cittadina: chissà come la storia della loro discesa nei cunicoli del nido-fortezza dei demoni li aveva preceduti in città, passando da bocca a bocca sull'onda di mille sussurri affascinati.
Riscosso il denaro, il gruppo si era separato: Sergey Magomedov e l'ormai inutile Gemma Buia si erano diretti ad ovest; Aaron Richter era scomparso verso nord; Kel'Thuzak diretto a est. I Folli invece erano rimasti ad Aberan - « per riposare », volendo usare le parole di Killibert Gnam. Tre giorni dopo sei individui si erano presentati con l'intenzione di unirsi alla compagnia mercenaria ed avevano subito lo scrutinio di Lord Grommet Telkier, il nobile che supportava i Folli. Cinque di essi erano stati accettati, dopo una serie di prove che avevano attirato più di un fischio compassionevole da parte degli spettatori - i Folli erano gente dura, e se volevi essere uno di loro dovevi dimostrare di essere ancora più duro. Nessuno pensò male dello scartato, né lui ebbe rancori: tutti avevano sentito il racconto dell'ultima avventura di Enkidu Eresh’kigal e di coloro che l'avevano seguito. Mercenari e spettatori avevano bevuto assieme per tutta la serata, mescolandosi e divertendosi assieme, finché alla fine non giunse il tempo di coricarsi.
Nessuno avrebbe potuto predire gli eventi di quella notte, una notte che avrebbe cambiato -impercettibilmente, drasticamente- il corso degli eventi.
Nella locanda ove alloggiavano i Folli, ben oltre la mezzanotte, una porta si aprì d'uno spiraglio appena prima di richiudersi senza alcun suono. Le assi del pavimento, che da tanti anni gemevano e scricchiolavano al minimo passeggiare, furono insolitamente quiete mentre due piedi fatati vi aleggiavano sopra, conducendo l'ignoto davanti all'unico letto della stanza. L'uomo coricato su di esso era girato di spalle, poco più di una sbiadita serie di alture sovrastate dall'economico copriletto alla pochissima luce che penetrava gli scuri. Abbastanza da distinguere i punti vitali del bastardo pensò l'intruso, estraendo due lunghi coltellacci da macelleria.
I minuti che seguirono furono una successione di silenziosa, liberatoria devastazione.
Ansimava. Il sudore scorreva a fiumi lungo la sua fronte, appiccicando una ciocca dopo l'altra alla pelle. I suoi muscoli bruciavano adorabilmente - di quel bruciore piacevole che scarica la mente dai brutti pensieri e allevia la tensione. Si sentiva... rilassato. La stanza - beh, quella era un altro conto. Il materasso era scagliato contro il muro, squartato e dilaniato fino ad essere irriconoscibile; il cuscino disintegrato, le coperte ridotte a striscioline. Una pioggerella leggera di piume e parti indistinte di pagliericcio cadeva leggera verso il basso, dopo essere stata scaraventata contro il soffitto a più riprese. Tutto in silenzio, tutto nella massima quiete.
Un sibilo tremebondo preannunciò l'accendersi di una tenue fiammella alle sue spalle. Si voltò. Nascosto nell'angolo dietro l'armadio di ordinanza fornito agli ospiti della locanda, un viso serio e glabro lo scrutava con occhi immersi nell'ombra - occhi immersi nell'ombra, ma che sapeva sarebbero risultati d'un azzurro glaciale se la lanterna che egli reggeva avesse fatto luce su altro oltre al suo mento del cazzo. Non sorrideva; strano.
« Volevi qualcosa? » sussurrò dolcemente l'uomo che reggeva la lanterna. « Killy! » Hal Brosnar -l'intruso- sorrise cordialmente, coltello in mano e un intrico di piume annidato nei capelli. « Ecco dov'eri, allora. Ti cercavo, sai? »
Scagliò all'improvviso il coltellaccio contro il suo -prossimamente ex- datore di lavoro. Quel dì si sentiva particolarmente ispirato: voleva creare una morte che non fosse solamente artistica, bensì grandiosa. Qualcosa di splendidamente macabro, di esageratamente magnificente. Lo stronzo alzò la lanterna e deviò il proiettile, salvando la pellaccia dura. Non che credesse realmente di farlo secco così, ma da qualche parte doveva pure iniziare - e poi in quella frazione di tempo lui era quasi dall'altra parte della stanza, mentre Killibert si era appena disincastrato dal cantuccio in cui s'era nascosto. Si incontrarono in un tripudio di lame, gli onnipresenti coltelli neri dello stronzo versus le più collaudate ma affidabilissime lame del suo kit delux per scuoiatore. L'acciaio fece uno strano rumore tintinnante, come una pioggia di schegge metalliche che batte-batte-batte contro il vetro prima di ridurlo in frammenti. Brosnar sogghignò apertamente. Si fottano le spade!
« Di cosa volevi parlarmi? » domandò Killibert - bastardo cortese: sapeva perfettamente che la sua faccina tutta tranquilla lo mandava in bestia. « Mah, sai. » Il punteruolo per staccare la pelle (infilza, solleva e scuoia; una goduria fra le dita) si scontrò contro il coltello di Killy, giusto a pochi centimetri dalla sua milza. « Stavo pensando di licenziarmi. » « Volevi la tua liquidazione? » Inarcò un sopraciglio quando l'altra lama del macellaio guizzò a un pelo dal suo occhio. « Te l'avrei data volentieri in qualsiasi momento del giorno, lo sai. » « Killy! » Sorpreso, sconcertato, Hal Brosnar fece una faccia al doppio senso - e menò un fendente contro lo stomaco altrui. Eviscerazione? Mm, meritevole di un pensierino. Magari più tardi. « Davvero, qualcuno potrebbe pensare che tu ti voglia sbarazzare di me. » « Un'ipotesi del tutto- » Lo stronzo si tirò all'indietro di scatto, evitando per un pelo che un coltello da macellaio molto affilato gli disegnasse un sorriso cremisi un palmo sotto quelle labbra che non sorridevano mai. Quando tornò dritto i suoi occhi erano due pozzi ghiacciati. « -infondata, posso assicurartelo. » « Oh, lo so, tranquillo. » lo rassicurò Brosnar, cercando di tagliargli le vene del polso. Killy ritirò la mano in tempo; peccato. « A proposito, scusa per l'ora ignobile... » Le loro armi si scontrarono ripetutamente in uno scrosciare metallico, disegnando un elaborato disegno che per poco non staccò il naso a Killy e squarciò l'avambraccio ad Hal. « ...è che mi trovavo sveglio e pensavo, chissà se il buon Killibert è in piedi. » « Problemi di sonno? Incubi, magari? » La voce dello stronzo assunse una nota paternalistica, labbre tese in un sorriso schernidore mentre bloccava un fendente inteso ad amputarlo di un'estremità pendula a lui inutile sita fra le sue gambe. « Hal, avresti dovuto dirmelo. Con tutto quello che è successo nella fortezza demoniaca... »
Fu troppo - troppo, troppo, troppo!
Il suo controllo, già labile prima di entrare in stanza e massacrare i piumini, si spezzò con uno schiocco sordo. Il suo viso si deformò, assumendo i connotati della pazzia; i suoi occhi si accesero di una luce maniacale; un urlo immondo uscì dal profondo della sua gola. Furioso, furibondo, passò sotto al braccio teso in un affondo di Killibert senza problemi e sbatté via l'altro, aprendogli - no, scardinandogli - la guardia. Il calcio lo colse alla sprovvista: volò all'indietro, braccia e gambe aperte come una farfalla, e si schiantò contro la porta con un verso di dolore incredibilmente soddisfacente.
« E DI QUESTO DEVO RINGRAZIARE TE, STRONZO! »
Si girò, corse verso il muro alla sua sinistra e saltò - solo per un istante, solo per darsi mezzo metro appena d'elevazione e poggiare il piede sul muro, prima di saltare. Fu un istante glorioso.
Il vento sorto dal movimento martoriava la sua faccia coi suoi stessi capelli, fruste intrise di sudore salino. La luce impazzita, lance dorate scagliate in raffiche imprevedibili dal fragile schermo di vetro e metallo rotolante sul pavimento. Killibert a terra, scomposto, palpebre che sbattevano lentamente come ali di farfalla. Il suo intero corpo proiettato in un balzo a parabola che l'avrebbe portato a schiantarsi sopra il rognosissimo figlio di puttana, due lunghi coltelli conficcati nel suo petto fino all'elsa. Fu un istante glorioso. ...finché durò.
In seguito si sarebbe sempre domandato come aveva fatto a cascarci. Insomma, sapeva già che quel ratto era veloce: lo aveva visto all'opera nei meandri della fortezza demoniaca, schivare come un'anguilla demone dopo demone per poi colpirlo alle spalle. Sapeva anche che era un esserino scaltro, ambiguo e particolarmente prono all'inganno. Allora come cazzo aveva fatto il bastardo a fotterlo così facilmente?
~
Il difetto fatale di Hal Brosnar era l'orgoglio. Era l'orgoglio ad aver generato l'imprudenza sfruttata dai conestabili per catturare l'assassino. L'orgoglio ad aver reso insopportabile l'esperienza alla fortezza demoniaca. L'orgoglio ad averlo spinto alla vendetta. L'orgoglio ad avergliela negata. Era stato facile, nonostante le apparenze. Sapeva che Brosnar avrebbe dovuto riscattare il suo orgoglio col sangue per lavare l'offesa arrecata dai demoni, dunque aveva deliberatamente creato una finestra di vulnerabilità... e lui l'aveva colta al volo. Aveva sollecitato, stuzzicato, punzecchiato la ferita aperta fino a privarlo del lume della ragione. Infine aveva confidato che l'orgoglio offuscasse il suo giudizio. Puntualmente, ciò era avvenuto. Hal Brosnar non era mai penetrato nella sua guardia: gli era stato permesso di entrarci.
Quando il 'Macellaio' saltò in aria, Killibert era pronto. Con i piedi -entrambi a contatto col muro- si era spinto via dalla porta, lasciando che Hal si schiantasse dove c'era il vuoto. Non senza una certa dose di soddisfazione, si rialzò e mollò un bel calcio al sedere di Hal mandandolo di testa contro la porta. Non sorprendentemente suddetta porta cedette con uno schianto: dopotutto, contro la testa dura del 'Macellaio' non aveva mai avuto una possibilità. Quattro coltelli si conficcarono nelle sue carni un istante dopo, precedendo di poco un ululato terrificante. Killibert attese. Non molte persone avrebbero potuto rialzarsi con una lama di quindici centimetri in ogni coscia e avambraccio; Hal Brosnar tuttavia era una di queste. Sperava solo che si sbrigasse: dormire qualche ora in più non gli avrebbe certo fatto schifo.
Con intenti omicidi negli occhi, il 'Macellaio' si alzò in piedi e si sfilò lentamente le lame dal corpo, leccandone una. « Tu. » disse. Resistere alla tentazione di alzare gli occhi al cielo fu un atto sovrumano. « Io, cosa? » « SEI MORTO!! » ruggì Hal, scagliandogli contro la sua stessa lama.
Killibert si piegò all'indietro torcendo il busto, ma nonostante le ferite il Macellaio era ancora maledettamente rapido: il coltello lo colpì alla spalla, strappandogli un grido di dolore. In un istante Hal Brosnar era balzato sul muro, l'aveva usato per darsi slancio, era saltato a mezz'aria e si era scaraventato contro di lui - una furia d'acciaio e odio, letale e priva di ragione. Gli andò incontro. Poteva mettere al tappeto un nemico in preda all'ira anche con un braccio fuori uso.
Si scontrarono in un turbine di lame, proprio come prima, ma questa volta Hal Brosnar era furibondo - non schivava, parava a malapena, e per ogni attacco che deviava un altro colpiva il bersaglio. Lui invece rimaneva calmo e concentrato: si muoveva in cerchio, attirando il nemico a girare attorno alla stanza per non ritrovarsi senza spazio di manovra; evitava con scarti precisi e movimento di piedi quei colpi che altrimenti avrebbe parato col braccio ferito; lasciava deliberatamente delle aperture nella sua guardia e, quando Hal si muoveva per approfittarne, schivava e colpiva il braccio che l'aveva attaccato. Non cercò di colpire busto o viso come Hal, bensì mirò alle braccia in modo che fatica e perdita di sangue lo costringessero a rallentare, ad agire in modo impacciato, impreciso. Ad ogni fendente che tirava con cieca furia, Hal Brosnar si avvicinava alla propria sconfitta.
Mentre conduceva il Macellaio nella loro danza attorno alla stanza vide con la coda dell'occhio il vano della porta stipato di persone, ma non vi prestò attenzione - nessuno si sarebbe intromesso, non finché il vincitore non fosse emerso senza alcun ragionevole dubbio. Erano mercenari, loro, non soldati né benefattori dediti a beneficienza. Se voleva comandarli doveva prima dimostrare di esserne in grado. Era tempo di farlo.
Ancora una volta lasciò un varco nella sua guardia. Hal, pazzo di furia e reso insensibile dalle ferite, vi caricò attraverso con la grazia e il controllo di un rinoceronte imbizzarrito. Lui si abbassò sotto il suo braccio, lasciò cadere il coltello e mirò col pugno chiuso alla bocca dello stomaco. Brosnar parò, per così dire, torcendo appena il busto di lato per decentrare il colpo... e lui approfittò dell'apertura per sferrargli una testata dritto sul suo setto nasale. Che si spezzò con uno schiocco sordo.
Hal ululò di dolore, accecato dal sangue sprizzato dal naso. Killibert gli sferrò un calcio al ginocchio, torcendolo in un modo in cui il corpo umano non è pensato - poi lo disarmò con due rapidi affondi ai dorsi delle mani, lo girò, lo costrinse in ginocchio, sfilò un coltello dal bracciale portapugnali e glielo puntò al collo. Hal Brosnar si bloccò, paralizzato.
« E questo, signori, è la ragione per cui non bisogna mai intraprendere un duello con i coltelli se possibile. » Killibert alzò la testa e sorrise cordialmente alla folla oltre il vano della porta - un coltello nella spalla, la camicia intrisa di sangue, le mani imbrattate di rosso, i capelli zuppi. « Le spade feriscono; i coltelli, invece, uccidono. »
« La lezione di oggi finisce qui. Alle otto saremo in viaggio, dunque vi consiglio vivamente di farvi qualche ora di sonno - come ho intenzione di fare io. Signori... buonanotte. »
Sorrise; di nuovo. Gli altri si dispersero.
Riassunto del turno 0 Φ 0. Hal sgattaiola con le sue varie passive da assassino in camera di Killibert e uccide... un copriletto imbottito di cuscini. Dato che in Erkdun - Sangue ribelle aveva promesso a Killibert che gliel'avrebbe fatta pagare per la questioncina dei demoni nella sua testa, un po' il mio pg se lo aspettava - quindi, rimasto in guarda dal primo giorno, non si fa cogliere impreparato. Lo scontro inizia ora.
Riassunto del turno 1 Φ 0. Killibert usa la la Terza Arte del Cacciatore(personale, tech fisiche mie x2, tech mentali nemiche x2, 1/4), Hal invece Avviso 8-9(personale, +2cs e danno basso aggiuntivo agli attacchi fisici, 1/4) 1. Hal attacca con un lancio di contello seguito da "Il Macellaio colpisce ancora"(p. furia, otto attacchi a potenza complessiva alta) seguito da un affondo ai gioielli di famiglia. Killibert si difende con il Senzanome(personale, variabile difensiva usata a consumo alto e potenza critica) da tutto e replica quando può con alcuni attacchi fisici suoi, che Hal devia con maggiori cs.
Nota 1: gli attacchi fisici di Hal letali con quattro cs in più come per macropassiva Avviso 8-9 e un danno basso a colpo riuscito.
Illeso † ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Status Hal Brosnar - _ Fisico (critico) Folle † ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Status Hal Brosnar - Mentale 80% = 100% -0% -20% † Status Energetico 1xnullo, 1xalto † Consumi spesi 2xdestrezza; 3xforza; 1xvelocità; † Cs | Status Killibert Gnam - _ Fisico ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Φ Illeso Status Killibert Gnam - Mentale ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Φ Corrucciato (basso) Status Energetico Φ 100% -5% -20% = 75% Consumi spesi Φ 1xbasso, 1xalto Cs Φ 2xmira; |
Riassunto del turno 2 Φ 1. Alla provocazione di Killibert, Hal cambia 'strategia' e sferra un calcio contro Killibert, questa volta non parato, per poi attivare "Il Macellaio colpisce ancora"(dominio II, movimenti pseudo-spiderman) e usare di nuovo pergamena furia... 2. ...o meglio, tentare: Killibert schiva la tecnica (il Senzanomepersonale, variabile difensiva usata a consumo medio e potenza alta). 3. Forte dell'effetto sorpresa, contando sul disorientamento nemico, sferro una pedata al sedere nemico e continuo con la 2a attiva del dominio tiratore(consumo medio, potenza alta, danno medio e -2cs alle statistiche) più altri tre coltelli, per un totale di un colpo a testa per ogni arto. Hal subisce un basso per ciascun attacco fisico tranne il calcio...
(alto+basso) 4 coltelli conficcati in corpo † ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Status Hal Brosnar - _ Fisico (critico) Folle † ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Status Hal Brosnar - Mentale 50% = 80% -10% -20% † Status Energetico 1xnullo, 1xmedio, 2xalto † Consumi spesi 2xdestrezza; 3xforza; 1xvelocità; † Cs | Status Killibert Gnam - _ Fisico ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Φ Contusioni a sterno e schiena (medio+basso) Status Killibert Gnam - Mentale ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Φ Corrucciato (basso) Status Energetico Φ 75% -10% -10% = 55% Consumi spesi Φ 1xbasso, 2xmedio, 1xalto Cs Φ 2xmira; |
Riassunto del turno 3 Φ 1. Hal subisce, ma ha passive a sufficienza per combattere comunque: si toglie i coltelli dalle carni, ne scaglia uno contro Killibert, scala col cs in velocità il muro, piomba dall'alto e usa "Il Macellaio colpisce ancora"(p. furia, otto attacchi a potenza complessiva alta). Mi difendo con la mia variabile personale il Senzanome, consumo medio e potenza alta, ma subisco un medio(+basso) dall'attacco fisico. 1. Io controattacco con Saturazione di colpi (pergamena furia, c. alto p. critica). Hal non ha abbastanza mana per difendersi completamente, ma se subisce arriva a mortale-(medio+basso)... poco piacevole. Dunque para a metà con la sua variabile difensiva, Hal Brosnar, il Macellaio di Belspur a consumo alto.
Nota 1: questa volta non potevo usare la variabile per difendermi anche dall'attacco fisico perché non erano immediatamente successivi l'uno all'altro.
(critico+basso) 4 ferite di coltello su cosce e avambracci, lacerazioni sulle braccia † ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Status Hal Brosnar - _ Fisico (critico) Folle † ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Status Hal Brosnar - Mentale 50% -20% -20% = 10% † Status Energetico 1xnullo, 1xmedio, 2xalto † Consumi spesi
2xdestrezza; 3xforza; 1xvelocità; † Cs | Status Killibert Gnam - _ Fisico ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Φ Contusioni a sterno e schiena, ferita di coltello alla spalla sx (alto+medio) Status Killibert Gnam - Mentale <sub>▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Φ Corrucciato (basso) Status Energetico Φ 55% -10% -20% = 25% Consumi spesi Φ 1xbasso, 3xmedio, 2xalto Cs Φ 2xmira; |
Riassunto del turno 4 Φ 0. Turno praticamente pro-forma dato che il mana di Hal è ridotto al lumicino e ha un critico in entrambe le barre salute. 1. Attacco con Incapacitare (pergamena colpo stordente, c. basso p. media) in forma di pugno allo stomaco e La corsa (personale a c. basso » p. uppata a medio) in forma di testata al naso. Hal para con la sua variabile difensiva a consumo basso il primo colpo, ma comunque non è e non può essere abbastanza per difendersi dagli attacchi fisici che seguono. Dunque lo disarmo con dei colpi di conclusione e gli punto un coltello alla gola, di fronte a tutti.
Nota: nel conto dei danni fisici di questo turno non sono considerati i colpi di conclusione - rozzamente un medio per la rotula rotta e un basso per ciascuno dei colpi alle mani. Totale reale dei danni: critico+alto+medio+basso=mortale-basso
(critico+medio+basso) 4 ferite di coltello su cosce e avambracci, lacerazioni sulle braccia, setto nasale rotto † ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Status Hal Brosnar - _ Fisico (critico+basso) Folle, stordito † ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Status Hal Brosnar - Mentale 10% -5% = 5% † Status Energetico 1xnullo, 1xmedio, 2xalto † Consumi spesi
2xdestrezza; 3xforza; 1xvelocità; † Cs | Status Killibert Gnam - _ Fisico ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Φ Contusioni a sterno e schiena, ferita di coltello alla spalla sx (alto+medio) Status Killibert Gnam - Mentale ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ ▄▄▄▄ Φ Corrucciato (basso) Status Energetico Φ 25% -5% -5% = 15% Consumi spesi Φ 1xbasso, 3xmedio, 2xalto Cs Φ 2xmira; |
Riassunto del duello Φ Basilarmente Hal ha perso per via dell'utilizzo iniziale della personale Avviso alla popolazione di Belspur, fra il 8° e il 9° omicidio: era un'ottima tecnica per rendere i suoi attacchi fisici impareggiabili, mi ha costretto a usare slot tecnica ed energia per difendermi con tecnica, mi ha costretto ad abbassargli i cs... onestamente senza la Terza arte del cacciatore ~ L'attacco che raddoppiava l'efficacia delle mie tecniche fisiche non avrei potuto sopravvivere al duello.
Il prezzo da pagare però era troppo alto: con un critico di danno mentale tutte le scelte tattiche, strategiche ed opportunistiche salutavano, si mettevano il cappello in testa e si buttavano giù dalla finestra. Tutti e quattro i turni sono stati una lunga sequenza di inganni e temporeggiamenti da parte mia che mi permettevano di farlo diventare ancora più pazzo e infliggergli una ferita dopo l'altra, finché persino le sue passive di supporto cessavano di avere un effetto serio.
CITAZIONE Hal Brosnar, il Macellaio di Belspur. Ritenuto colpevole di quarantatré omicidi in ventotto giorni e condannato a morte per impiccagione ed evisceramento mentre appeso, Hal Brosnar fu il più celebre assassino di Belspur e dintorni per anni dopo il processo e la sua improvvisa, completamente inaspettata fuga dal carcere di massima sicurezza ove era detenuto in attesa della forca. Tutt'ora nessuno ha idea di come l'uomo riuscì a massacrare le quindici guardie preposte solo e unicamente alla sorveglianza del Macellaio. Ogni tentativo di rintracciare il fuggitivo è risultato vano. Ogni traccia trovata dagli investigatori si è rivelata una falsa pista. Hal Brosnar, il Macellaio di Belspur, è svanito nel nulla. Recentemente la gendarmeria di Belspur ha reso noto che la taglia del ricercato raggiunge i duemila gold. { passiva razziale umana ~ +2cs in destrezza } { personale (1) variabile: difesa fisica } { set di 20 coltelli di piccolo e vario calibro e due coltelli da macellaio di grandi dimensioni } Avviso alla popolazione di Belspur, fra il 13° e il 14° omicidio ~ Si ricordano alla popolazione alcune misure di sicurezza rese necessarie per le azioni dell'omicida noto come 'il Macellaio': non infrangere il coprifuoco, non sostare o transitare nelle strade di notte o in condizioni di scarsa visibilità, guardarsi attorno durante il transito { passiva (2): occultamento al buio se immobile }, non dare confidenza agli sconosciuti, accertarsi visivamente che la persona con cui si dialoga sia effettivamente chi dice di essere (il Macellaio è ventriloquo) { attiva I del dominio assassino: consumo basso, imita un suono } Avviso alla popolazione di Belspur, fra il 8° e il 9° omicidio ~ L'omicida è armato e pericoloso. Qualora fosse avvistato fingere indifferenza e avvertire discretamente il più vicino drappello di gendarmi. Non avvicinare il sospettato per nessuna ragione: il Macellaio è addestrato al combattimento { passive personali (3-4): +2cs in forza per ogni turno in cui è attivo un power-up; insensibilità al dolore } e può essere catturato solo da personale esperto. Il Macellaio è noto per non provare pietà per nessuno ed essere in grado di uccidere con estrema rapidità. { personale (5) critica, autodanno critico a mente: +1cs in forza e +1cs in velocità per quattro turni e +1basso per ogni attacco fisico a segno; durante la durata non distingue fra amici e nemici ma i suoi attacchi fisici hanno una malia di sfocatura che li rende più difficili da schivare } "Il Macellaio colpisce ancora" (titolo della Gazzetta di Belspur, 24° giorno) ~ A meno di diciotto ore dal rapimento di Teresa Maulfort, fioraia del Quarto Distretto, arriva la notizia di un nuovo massacro a casa del notaio Oscar Forlein, risiedente nel Terzo Distretto. Fonti non ufficiali riportano che più di otto guardie sono state uccise con un singolo colpo alla gola, { pergamena furia: consumo alto, otto colpi } mentre gli esami effettuati sulla scena del crimine mostrano che il signor Forlein stesso sia stato stordito { pergamena colpo stordente: consumo basso, danno mentale } e trascinato via, anche se non è chiara quale via di fuga sia stata utilizzata. { attiva II del dominio assassino: consumo medio, orientamento potenziato e appoggi su muri per 2 turni }Titolo: CODICE <font color="#772525" face="times" size="3"><b>Erdkun ≈</b></font> <i>Primo Respiro</i>
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