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| Si conclude il Torneo Ad Extirpanda. Il Vincitore è The Grim, che, come da regolamento, si aggiudica l'Artefatto premio "Vergilius"
Complimenti a tutti i partecipanti e agli organizzatori. CITAZIONE Vergilius
Tutto tradisce e scompare, tutto svanisce e si ritrae come dolcezza incolore, come amore, troppo distante e lontano per ricordare, infine, che forse è proprio l'Amore stesso a Restare Che il Mondo possa ricordare, è lecito crederlo. Poiché se tutto ciò che lo compone è degno di memoria, allora altrettanto valente sarà la sua capacità di rimembrare ogni cosa che nelle sue fondamenta viene sedimentato. Che il Ricordo possa però ricordare, è cosa molto più difficile da credere. Poiché è facile pensare che non vi sia coscienza nell’atto medesimo di fare qualcosa ma solo funzionalità. Solo esecuzione. Eppure ciò che Ricorda, ciò che esiste della semplice essenza del suo agire, nasconde in sé il medesimo atto creativo del Sè, dell’Io, del riconoscersi in sostanza come entità viva e presente. Allo stesso, malgrado sia impensabile, Oneiron vive. Come creatura. Come anima. Come volontà. E se è della volontà che esso si compone, è nella volontà che egualmente risiede la sua esistenza, esperienza medesima di vita.
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E’ nell’ultimo rintocco della vita di Eitinel, di Velta, e di Extirpanda, che risiede l’essenza di Vergilius, contatto fuggevole di due mondi a cui è concesso solo per un istante, per un attimo solamente di sfiorarsi e percepirsi, muto riflesso di sguardi. E’ in quel fuggevole spegnersi della vita di Colei che dei due mondi era stata sovrana, che questo artefatto trova il proprio esistere, ultima parola prima del Vero Oblio. Che si pensi ad un battito di ciglia, al concretizzarsi di un’impressione nell’iride ed infine all’accendersi improvviso di sguardo del lampo della realizzazione. Ed è lì, proprio in quel fugace attimo che dimorerà Vergiulius, nient’altro che il primo sguardo di Oneiron sul Mondo da cui esso origina. Il primo momento in cui, tanto vicini da potersi toccare, queste due dimensioni ebbero di che specchiarsi l’una nell’altra sussurrando -prima che la fine di Eitinel le allontanasse di nuovo e per sempre- il ricordo di se medesime. Del loro vivere, pur eternamente lontane, sempre ad un passo dall’intrecciarsi. Vergilius rappresenta appunto queste parole, questo muto messaggio. Questo irripetibile raccontarsi di Oneiron quale atto di ricordare ma non solo, di esistere. E’ il ricordo di chi ricorda, e nella sua assoluta impressione racconta ciò che per molti -o forse tutti- abitanti di Theras rimarrà per sempre un enigma, un’incognita irrisolvibile. Cosa si cela nel mondo dell’Oltre.
Che tu possa dormire sonni tranquilli. Che tu possa sognare. Poiché finché ciò accadrà nulla di questo mondo avrà di che turbarti o tormentarti. Che il sonno sia la tua guida. Il tuo ricovero. Il tuo dolce attimo di Oblio. Poiché finchè ciò accadrà nulla di questo mondo sarà giunto a te per ghermirti, e nell’Oblio trascinarti.
Vergilius non è altro che un ricordo. Più precisamente esso è Il Ricordo dell’Oneiron, di ciò che esso cela al di là del mito, delle fantasie e delle Leggende. In tal senso, esso potrebbe essere inteso come una vera e propria mappa di questa dimensione, dettagliata quanto basta per poter essere eternamente esplorata eppure mai completamente compresa. Nelle fasi dormienti, nei momenti cioè nei quali Vergilius non verrà in alcun modo utilizzato, questo artefatto si mostrerà come null’altro che un tatuaggio impresso sul corpo del Portatore e raffigurante strani arabeschi in lento, pur costante, mutamento. A volte parranno onde d’oceano, altre volte fronde d’alberi e altre volte ancora, dune di sabbia sul desertico sfondo del corpo. Difficile dirlo. Ciò che apparirà chiaro, comunque, è che tali simboli saranno in grado di cambiare aspetto indipendentemente dalla volontà del Portatore, seguendo volontà sfuggenti perfino al suo volere. Nell’attimo in cui Vergiliius sarà attivo, esso muterà il proprio stato di quiete manifestandosi in precise -pur variegate- forme e aspetti. In questi attimi, esso starà ad indicare che il Portatore serberà in sé il Ricordo dell’Oneiron, presenza tanto mistica quanto sconvolgente. L’accesso a tali ricordi non è però cosa semplice. Se infatti del Sogno si vuole parlare, è nel Sogno medesimo che ci si deve calare passo dopo passo, in una lenta discesa tanto vertiginosa quanto insondabile. Poiché non ci sono barriere nell’Oneiron. O muri. O pareti. Semplicemente, una infinita distesa di possibilità, probabilità, eventualità tutte da realizzarsi, tutte da profetizzarsi e forse mai comprendersi del tutto.
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Somnus Come la Volontà che lo celebra, basterà semplicemente chiudere gli occhi e desiderarlo, perchè Oneiron si presenti quale melodia, quale ispirazione chiamando a sé l’animo del portatore e lì invitandolo a scoprire, inconsapevole viaggiare, il suo vasto estendersi. In questo stato, Vergilius perderà le proprie sembianze immateriali per materializzarsi al fianco del portatore come vera e propria entità fisica e di aspetto cangiante. L’aspetto di Vergilius sarà completamente personalizzabile, pur presentando sempre i fondamentali connotati di un’ombra. Muta e immota, questa manifestazione svolgerà la principale funzione di Guardiano del Portatore, avendo cura della sua persona e proteggendolo da qualunque minaccia esterna anche a costo della propria integrità. Da che Vergilius si sarà concretizzato, esso potrà essere trattato come un compagno animale utilizzabile in combattimento. La sua natura gli consentirà però di godere di un dono particolare: l’immortalità. Se attaccato, esso reagirà infatti come un normale compagno animale, ma per quanto lo si possa portare in fin di vita o addirittura ucciderlo, tale manifestazione tornerà semplicemente in vita in pochi attimi, ricomparendo dal corpo del Portatore e lì materializzandosi con forma e aspetto differenti. Tale processo costerà ogni volta una sgradevole sensazione di gelo e abbandono avvertibile tanto da parte del Portatore quanto dell'assassino. Nel concreto, si avrà come la percezione di essere stati abbandonati in quel mondo fuggevole e mutevole, consapevolezza abbastanza potente e miserevole da poter sfociare in vera e propria paura e panico.[Passiva] [Malus] Per poter accedere al potere di Vergilius non sarà necessario che il Portatore si addormenti, ma basterà che egli chiuda gli occhi per pochi attimi lasciando che la sua coscienza si allontani anche solo qualche istante così che, in ascolto, Oneiron possa coglierla e lì condurla nella propria vastità mediante l'intercessione di Vergilius, una sorta di Traghettatore, di Cicerone, tanto protettore quanto guida attraverso quel mondo che il Portatore potrà solo percepire nell’animo, pur non abbandonando mai nel corpo la solida veridicità di Theras. Come molti sanno, però, ad ogni traghettatore si confà il proprio pegno. E se forse due monete non saranno il soldo che egli chiederà all’intrepido viaggiatore, di certo, vi sarà di certo qualcosa a cui egli dovrà rinunciare onde evitare che il suo Virgilio, abbandonandolo, lo lasci a vagare, solo, nelle sconfinate asperità di Oneiron. Per ogni viaggio che il Portatore compirà, per ogni luogo che egli vorrà visitare, dunque, Vergilius chiederà come pegno “una lacrima di volontà”, una delle molte che compongono l’oceano di Oneiron. Più nello specifico, esso chiederà il ricordo di un’emozione, il prezioso e irripetibile istante che caratterizza una intera esperienza riproducendola indelebile nell’animo. Cedendola in cambio del viaggio, il Portatore continuerà comunque a mantenere il ricordo di quell’emozione, tuttavia essa risulterà priva di alcun sentimento e sensazione. Man mano che i viaggi nell’Oneiron si sommeranno, dunque, il Portatore subirà un processo di graduale, pur irreversibile, indifferenza alla sua medesima vita, fino a divenire del tutto sterile ad essa. A livello tecnico, ogni passaggio di dimensione costerà un danno Basso alla mente del portatore. [Malus]
Che dell’Oneiron, la Volontà altro non sia che fonte ed estuario. Che nei ricordi essa sia fiume e torrente. Che essa sia, infine, nulla più che l’intrecciarsi di delta ed affluenti, reticolo luminescente di vite passate e vite in divenire, di ricordi sopiti ed esperienze accese.
Accedere all’Oneiron, sarà per il Portatore come avvertire attorno a sé il sovrapporsi di due mondi e realtà, una l’eco dell’altra, una la replica speculare della prima. Sarà come avvertire veli a sfiorare il volto, confini sottili come ragnatele impigliarsi fra le dita. Sarà come essere sfiorati da vento e richiamati da voci lontane. Sarà come trovarsi in acque mosse ed al contempo stare all’asciutto, come vivere l’inverno ed insieme avvertire il tepore dell’estate. Sarà però, più che ogni altra cosa, intravedere continuamente l’affacciarsi di un mondo sull’altro, il divincolarsi dell’una realtà dell’altra come se la seconda non fosse altro che uno specchio a tratti mosso, a tratti limpido come acqua stagnante. Di questa realtà, il portatore percepirà cinque differenti stadi, uno più dell’altro radicato nell’incoscienza, nel sogno e nella più che totale irrealtà, sinonimo di distaccamento da tutto ciò che è vero e palpabile.
Achéron_ E’ la prima dimensione dell’Oneiron, confine e breccia affacciata su Theras costantemente percorsa da ricordi ed entità di passaggio. Acheròn è il suo nome, pur non esistendo una vera traduzione per l’appellativo che le ombre danno a questa apertura. Quando si troverà in questa dimensione, il Portatore vedrà Vergilius al suo fianco mutare costantemente forma e personalità, solitamente rispecchiando genti e creature nelle immediate vicinanze o impresse nei ricordi del portatore. In tali forme Vergilius sarà muto e privo di connotati caratteriali specifici. First- Trovandosi in questo stato, il portatore sarà in grado di comprendere e leggere qualunque linguaggio di Theras. Non sarà però in grado di parlarlo e scriverlo.[Passiva]
Còocit_ E’ la seconda dimensione dell’Oneiron, prima visione dell’Orizzonte di quel mondo altero e sperduto, in costante mutamento. Qui si dipanano le vie dell’Oltre, tante quanto le sfumature dell’iride, molteplici e infide più che i pensieri che le possono originare. E’ il crocevia dell’Ignoto, costantemente in movimento poichè in movimento è la volontà che in ogni attimo li origina. Pensare ad un mare in tempesta è cosa utile. Quando si troverà in questa dimensione, il Portatore vedrà Vergilius assumere principalmente forme corrispondenti ai suoi pensieri, voluttuose concretizzazioni dei suoi sogni e paure. In quegli istanti Vergilius potrà parlare, seppur spesso tenderà a dire tutto ciò che il portatore non vorrebbe dire, esprimendo cose che sarebbe stato meglio tener segrete. Second- Trovandosi in questo stato, il portatore potrà percepire l’allineamento delle persone che lo circondano. Tecnicamente, una volta che questa passiva sarà attiva i giocatori i cui personaggi si ritroveranno a subirla dovranno indicare offtopic se la natura del proprio personaggio è buona, malvagia o neutrale.[Passiva]
Flagèton_ E’ la terza dimensione dell’Oneiron, vertiginosa salita - o discesa- verso i più sperduti recessi della coscienza. Si dice che vi siano tanti luoghi quanto i pensieri del mondo. Tante realtà quanto i sogni di Theras. E tante vie quanto gli incubi di entrambi. Sfortuna vuole che alcuna di queste voci riesca anche solo avvicinarsi alla realtà. Se si volesse dare una forma a Flagèton, utile sarebbe pensare ad una infinita serie di spire in costante attorcigliamento su se medesime. Ognuna di esse rappresentante una possibilità, un ricordo, una memoria e così via. Spire di spire e nelle spire viventi, questa dimensione rappresenta la Vita dell’Oneiron, la sua medesima esistenza quale incidenza di possibilità. Quando si troverà in questa dimensione, il Portatore potrà vedere Vergilius assumere forme estrose e fantastiche, talvolta impossibili da descrivere, pur generalmente connotate da una qualche forma di ancestrale bellezza. Qui Virgilius solerà parlare solo se interpellato, e solitamente si esprimerà per enigmi o frasi dall’impercettibile vaghezza, sempre velate da una traccia di mistero. Third_ In questo stato il portatore sarà in grado di mutare lievemente il proprio aspetto (colore occhi, lunghezza e taglio capelli, conformazione viso...) pur dovendo sempre mantenere le sue stesse proporzioni in quanto ad altezza e conformazione. [Passiva]
Stìgus_ E’ la quarta dimensione dell’Oneiron, e si compone essenzialmente dei “Popoli” dell’Oblio. Rappresenta il Dono che Oneiron fa ai suoi figli, a coloro che nelle sue braccia scoprono la vita riconoscendosi come entità, come realtà, come vita in una dimensione dove tale condizione non è altro che una delle mille variabili. Stìgus è il popolo dell’Ombra, e come tale si connota dalle sue mille forme e varietà. Quando si troverà in questa dimensione, il Portatore vedrà Vergilius assumere per lo più i connotati poliformi e solo vagamente umani delle Ombre, disdegnando aspetti definiti ma mantenendo sempre e comunque caratteristiche umanoidi. In questo stato, Vergilius non sarà in grado di parlare ma potrà solo cantare, intonando basse melodie a tratti confondibili con il suono del vento o simili. Fourth_ In questo stato il portatore possiederà un auspex passivo che gli permetterà di percepire tutte le "Volontà" presenti nel territorio circostante la sua persona. Parlando di volontà, si intende in sostanza riuscire a percepire qualunque forma di vita che sia dotata di una minima forza vitale. [Passiva]
Léte_ E’ la quinta dimensione dell’Oneiron, e fra tutte è la più temuta perfino dai suoi stessi abitanti. Rappresenta l’origine medesima di ogni ricordo, di ogni memoria e volontà, e come tale, è rappresentata dal nulla più che totale. Essa è l’inizio, ed al contempo la fine dell’Oneiron, e per questo non è altri che l’irrefrenabile spinta creatrice che tutto genera e, per antonomasia, tutto distruggerà prima o poi. E’ l’Oblio -che di Oneiron origina il nome- insieme realtà e prezzo da pagare per poter soggiornare in questa dimensione. E’ solo infatti con un nulla che si può cominciare a vivere. Dal niente al tutto. Quando si troverà in questa dimensione, il Portatore vedrà Vergilius scomparire nel nulla per mutare in un ricordo che si insinuerà istantaneamente nella sua mente. Tale ricordo apparterrà ad una delle persone che abita Theras, e rappresenterà il “primo” ricordo che egli ha della sua vita. Non confondiamoci. Esso non sarà il primo ricordo della sua esistenza fisica, ma il primo della sua vita spirituale, ciò che a conti fatti lo ha reso consapevole di esistere. Fifth_ il portatore sarà in grado di originare una molteplicità di memorie “finte”, che egli potrà racchiudere in oggetti, persone o altro ancora. Tali memorie rimarranno in uno stato di quiescenza fino al momento in cui qualcuno non le “sfiorerà”, ossia compirà un’azione tale da determinarne l’innesco. In quell’attimo, la memoria finta si insinuerà nella mente del soggetto adattandosi al suo portatore quale ricordo effettivamente vissuto. Tale innesco equivarrà ad un attacco psionico di potenza Critica. [Critico] |
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