Erdkun ≈ L'assedio di Qashra Tanta fatica per nulla
Quel dannato deserto bianco era più caldo dello Jahannam e più insidioso di un crotalo. Walid ur'Morabi si era quasi pentito di aver preso parte alla spedizione in quella regione infernale, così lontana da Taanach e già ad un passo dal non essere più Akeran, ma la gloria gli imponeva questi sacrifici e molti altri ancora. Scrutò oltre le dune di sale e gli parve di cogliere un movimento, aguzzò la vista e ne fu certo: c'era qualcuno che si muoveva vicino a loro. Sentì il cuore palpitare, poteva gridare l'allerta oppure avvicinarsi a quell'uomo che sembrava volgergli le spalle e non essersi accorto di lui. Aveva una gran cappa azzurra, troppo pesante perché fosse un nativo di quelle parti, e teneva la mano a una bimbetta, che arrancava in quel paesaggio infame. Era il momento di non dimostrarsi un buono a nulla, di fare grande il nome suo e quello di suo padre, così s'avvicinò quatto quatto e con un il manico della sua scure colpì il cranio dell'uomo. Quello cadde come un pero, affondando nella sabbia, ma sollevò la mano, lambendo la veste della bambina che non fece una piega. Rimase immobile, gli occhi rossi a fissare chissà cosa al di là dell'orizonte. Solo a quel punto il soldato gridò, con una punta d'orgoglio in voce. " Mamālīk, venite! "
Rivoltò col piede l'incappucciato, così per curiosità, per scoprire chi fosse. Il suo viso bianco e pallido, con quel bizzarro tatuaggio argentato gli era noto. Era il cartomante, uno di quei cani Goryo che aveva tradito la loro gloriosa città, e ora disertava la nobile chiamata alle armi dei Triarchi, stava evidentemente tentando la fuga. Gli sputò in faccia e poi attirò l'attenzione dei suoi commilitoni.
" Ho trovato un paio di gingilli da riportare indietro. Chissà che ricompensa ci daranno! "
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La cella era grigia, sepolta nelle profondità di Taanach ma non all'interno della città nuova. Non aveva nulla a che spartire con la Purgatory e a guardare la disorganizzazione delle guardie, la possibilità di un'evasione era concreta. Ma lo Stregone non la provò mai, né osò ribellarsi, il suo nome bastava già a evitargli qualsiasi tipo di angherie da parte dei secondini. Era trattato decentemente, molto meglio dell'ultima volta che era stato ingabbiato in quella stessa città, forse addirittura la sua migliore esperienza al di là delle sbarre. Il cibo non era passabile, era buono, saporito e sostanzioso, le porzioni abbondanti; lo viziavano quasi. Volevano qualcosa da lui benché per i primi sette giorni non gli avessero chiesto, e così aveva pazientato. E la sua attesa infine era stata ripagata: il rumore di passi pesanti e il tintinnare delle chiavi lo confermava. Aspettò a malapena lo scatto della porta per parlare, con loro i giochetti non avrebbero funzionato.
" Dov'è la bambina? "
Quello era l'unica preoccupazione dello Stregone, il pensiero che l'aveva tenuto in ansia per quella prigionia. La figlia della strega, ormai orfana, era in sua custodia; l'aveva strappata alla madre e non si sarebbe pentito di quella decisione. E come poteva farlo, se quell'insano gesto, quel delitto, era stato perpetuato nel suo nome, nel nome di Afrah?
" Voglio vederla, subito. Poi farò ciò che volete. "
Molti l'avrebbero visto come un gesto orribile, una barbaria che giustificare nel nome dell'amore rendeva solo più squallido e grottesco. Quella donna ormai era morta, seppellita sotto un'infinita distesa di sale, avrebbe potuto lasciare la piccola a morire come la madre, che mai e poi mai avrebbe soccorso. La strega non meritava di sopravvivere, prendere la bimba con sé non era che un atto di misericordia. Avrebbe detto tutto alla sua Habibi, e lei avrebbe capito.
" Impaziente, eh bastardo? "
Un uomo con baffoni neri e spioventi, e l'uniforme tirata a lucido aveva aperto la porta. Sghignazzava tronfio di sé, e i suoi occhietti porcini squadravano il cartomante dall'alto al basso. Fresco di nomina, Walid ur'Morabi si faceva avanti con tutta la sua spavalderia, sognando un radioso futuro in cui condivideva il desco con generalissimi e beik da pari grado. Al momento però gli toccava un compito più umile, ma non meno gratificante.
" Si da il caso che quell'orfanella sia alloggiata in una delle migliori strutture della città, dove è presa in custodia, nutrita e allevata. " Infilò un dito nel grosso naso a patata e ne tirò fuori una grossa caccola, che lasciò cadere a terra. " Sta bene insomma, sicuro meglio di te. "
Gli occhi dei due uomini rimasero incollati gli uni sugli altri. Nessuno dei due voleva abbassarli, cedere di fronte all'altro e mostrarsi debole. Fu il cartomante a rompere quel teso silenzio, che di quella prova di nervi in fondo non gliene fregava poi tanto.
" Allora, per far si che stia al sicuro che devo fare? O ancor meglio, per riaverla con me, che lasciarla in questo covo di serpi mi fa vomitare. "
" Oh nulla di troppo complicato, Taanach ti chiede un umile favore, una bazzecola per un assassino che è arrivato fino alla testa dei Kaeldran. Di uccidere un nano. "
La sera stessa era in viaggio, assieme ad un'esigua schiera di soldati verso Qashra, verso Jahrir.
La Chimera, un nome che era giunto perfino alle orecchie del cartomante, una delle casate più influenti di Taanach. Non la più antica, non la più forte, ma la più ricca, o così si bisbigliava in giro. Aveva saputo ben poco dal corteo che lo seguiva nell'impresa, che non aveva capito se fosse un suo seguito, mandato a dargli manforte, oppure se era Jace al servizio di quel manipolo di mercenari. Erano sicuramente dei professionisti, non un pugno di sbandati sacrificabili, gente con la testa sulle spalle. Si muovevano con perizia in quei territori aspri, organizzati meglio di un reggimento di formiche, e sopratutto i loro falchi erano perfetti per scovare le pattuglie ed evitarle. Quando riposavano erano spesso troppo stanchi per far altro che dormire. Un giorno però il più giovane degli assassini, dagli occhi di un azzurro intenso come il suo, si era avvicinato a Jace, sospettoso e timoroso di essere cacciato, ma sopratutto di essere preso in giro dagli altri. La richiesta era semplice: voleva sapere se in quei Tarocchi c'era la risposta al suo dilemma: se avrebbe mai trovato l'amore; non poteva aspettarsi altro da un giovincello. Mischiò le carte come aveva fatto mille altre volte, senza piegarle o maltrattarle, facendole scivolare l'una sull'altra. Anni addietro era stato niente più che un gioco, una maniera per far soldi coi gonzi e un modo di manipolare le menti. S'inebriava della fede e dello stupore altrui, di come le sue parole vaghe riuscissero a rapire i loro cuori senza il sostegno di alcun incantesimo e con molta più tenacia di qualsiasi altra malia. Col tempo però troppe profezie si erano avverate perché non uno spiraglio di superstizione non facesse capolino di tanto in tanto fra i suoi pensieri, e quindi per scrupolo eseguiva i suoi rituali col massimo della sacralità. E quella sera s'impegnò scrupolosamente che tanti erano gli occhi fissi su di lui, per lo più scettici, così soddisfatto il primo fece cenno di sedersi a quello che gli era parso il più scettico. Era un gigante dal volto abbronzato e il mento squadrato, un guerriero fatto e finito di quelli che lo stregone preferiva evitare; uno di quelli che non amava cambiare idea. " Allora, vuoi sapere anche tu come andrà questo lavoro? "
Non si sedette, ma questo non fermo il ciarlatano dal dedicarsi al suo spettacolino. Tagliò il mazzo in due metà, lo ricompose e voltò il primo dei Tarocchi che mise fra sé e l'altro. Una strana figura, a metà fra il cerchio e l'orologio, guarnita di rune e sigilli dall'aspetto arcano.
" La prima carta è il vostro sembiante, la vostra stessa natura. La Ruota del Fato è l'essenza della storia, ciclica e ripetitiva. Sarete al centro di molti cambiamenti e vivrete grandi cose, e ciò può essere un bene o un male. Tuttavia esserne partecipe non vuol dire protagonista. "
Subito dopo Jace poggiò il secondo tarocco alla sinistra del primo, ma più verso lo sfidante che torreggiava su di lui e seguitava a non accomodarsi. Sulla carta era disegnato un uomo maturo, seduto su un alto scranno e con un possente bastone in mano, che ispirava saggezza e regalità.
" Il cammino che vi si presenta in questi giorni è tortuoso, ma fra i tanti vi è un ostacolo che più degli altri cercherà di farvi fallire. Sarà l'Imperatore, un potere forte, nella sua forma più concreta. L'interpretazione più semplice sarebbe Jahrir stesso, il capo di questa sommossa. "
Venne il turno della terza, che fu poggiata sulla stessa linea della prima, ma più prossima allo scettico che al cartomante: un angelo dalle ali dispiegate suonava una tromba dorata sopra una folla di morti. L'altro non aveva ancora accettato il suo invito eppure lo stregone persisteva, non era stato interrotto e tanto gli bastava.
" Un aiutante verrà sul vostro cammino e questo sarà l'arcana del Giudizio. Di difficile interpretazione significa che forse l'intervento divino, che dividerà i giusti dai malvagi, o forse la vostra coscienza sarà l'unico vostro alleato. "
Jace stavolta prese due carte e mise la prima parallelamente a quella dell'Imperatore, e poi una quinta coperta al centro di tutte, formando così il disegno di una croce. Sul tarocco scoperto era rappresentato un'auriga che conduceva una biga trainata da due bestie, una nera e una bianca.
" Il quarto è l'Arcana del Carro, che stabilisce l'esito del tuo quesito. Il fato ci annuncia che sarà un trionfo straordinario, benché richiederà una grande capacità di controllo da parte vostra. Avete le redini del destino nelle vostre mani, siate accorto e non conduceteci dentro a un fosso. Se vi state per chiedere cosa sia la quinta, essa rappresenta il mistero. Io non la volterò ma non posso proibirvi di farlo, ma vi avverto: si dice porti molta sfortuna conoscere il segreto al centro di questa croce. "
" Sai che sono tutte cazzate cartomante? "
L'uomo girò anche la quinta carta, nei suoi occhi lampeggiava il fuoco della sfida. Una torre maestosa incendiata da una saetta che piombava dal cielo. Sembrava tutto parte di un copione e invece lui non aveva fatto nulla.
" La sfortuna siamo solo noi a crearcela. "
" Attento, la Torre è un monito contro l'arroganza, rivolto a chi vuole arrivare troppo in alto e così finisce per schiantarsi in basso. "
" Più in basso di così non si può, fidati cartomante. In ogni caso molti cadaveri mi accompagneranno nella discesa. Sperate soltanto che questo non sia il giorno. "
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Erano quasi giunti alle mura di Qashra senza mai che un nano o un demone si fosse avvicinato a loro. Quella mattina però dall'alto della collina in cui erano accampati avevano potuto ammirare l'esercito dei dannati, in tutta la sua maestosità, e il sangue era gelato nelle loro vene. La vastità di quell'orda non conosceva orizzonte, iniziava dal punto in cui sorgeva il sole e terminava dove esso tramontava. Vi erano mostruosità d'ogni genere, bizzarrie che non avevano posto né fra le piante né fra gli animali, mostruosità di cui non esistevano vocaboli adatti per descriverle, cose che erano semplicemente sbagliate. E fra tutte torreggiava un titano immenso, la cui ombra sembrava contenere centinaia delle creature più piccole. I suoi passi facevano tremare la terra e la sua voce faceva fuggire lontano il tuono. Un essere simile non apparteneva allo stesso mondo di Jace, non poteva appartenergli. Il cuore del ciarlatano si bloccò per qualche istante, insieme a quello degli altri soldati che erano con lui, poi una vocina piccola e sottile gli sussurrò una verità che lo fece riprendere. Non era quel gigante che doveva affrontare, bastava fermare un singolo nano e poi sarebbe fuggito lontano da quel flagello, per sempre insieme alla sua Afrah.
Si voltò a guardare gli assassini che fino a quel momento gli erano sembrati distanti e insensibili, nient'altro che una maschera come tante, sotto di essa si nascondevano uomini fragili e insicuri, che potevano essere spaventati. Uccidere uomini e scrutare negli abissi più profondi non era proprio la stessa cosa. Quegli uomini non erano fatti per stare accanto a mostruosità simili, non avevano visto le distese dell'Olimpo e le profondità dell'Ade, né l'alveare Kaeldran coi suoi orrori di carne o le ombre dei boschi dell'Eden. Lui si, e solo questo gli permise di non disperarsi, di volgere le spalle al dovere a darsi ad una fuga precipitosa. Si aggrappava disperatamente all'immagine dolce di quella bambina per ancorare i piedi al terreno, alla felicità della beduina nel vedere il loro sogno realizzarsi, e chissà quante altre cose ancora.
" È Ibliss, il signore dello Jahannam, non potremo mai sfuggirgli! " " Meglio una vita da fuggiaschi e reietti che avvicinarsi a quelle cose. Scappiamo fratelli, troveremo altri impieghi, costruiremo nuove vite! " " Sono state le stregonerie di questo scellerato a attirare i diavoli sulla terra, dovremmo bruciarlo in onore di T'al! " " Ma chi se ne frega, hai visto quel mostro? Nessun dio avrebbe permesso una bestia simile, esistono solo morte e orrore. "
" ZITTI TUTTI! "
La sua voce tuonò forte e chiara, priva di tentennamenti o paura. Quel comando gli diede un attimo di tregua, e per di più aveva attirato l'attenzione su di lui. I suoi occhi passarono da un uomo all'altro senza mai abbassarsi di fronte a nessuno, non poteva permetterselo. Sapeva cosa fare, perciò si schiarì la voce con un colpo di tosse e poi riprese il discorso, questa volta con tono calmo e disteso.
" Noi siamo fortunati, molto fortunati poiché non è di quella bestia che dobbiamo occuparci, lasciate il mostro ai nani e alle loro armate, lasciate che si distruggano a vicenda così che Taanach possa trionfare con poco sforzo, come si confà al più forte. "
La sua voce si fece più affilata e magnetica, più suadente, carica di una malia incantatrice che sperava li avrebbe sedotti. Prese con gesti lenti e misurati una carta dalle tasche della cappa e la gettò a terra: era l'arcana della Morte, la nera signora con tanto di falce e clessidra.
" Io sono Jace Beleren, il Cartomante, i cui occhi scrutano il futuro. Ho già visto come finirà questa giornata, e i cadaveri saranno così tanti che anche la terra non ne potrà più della morte. "
Il suolo si squarciò sotto i suoi piedi, e la breccia sputò fuori molti cadaveri di nani e demoni che si accumularono ai piedi del ciarlatano. Ma la sua non era negromanzia, solo una banale illusione, e forse l'incantesimo più adatto alla situazione.
" Si, cadranno anche alcuni di noi, ma nessuno si aspettava una missione perfetta. Non è questo però il punto. "
E su tutti i morti torreggiava quello grosso di un nano, la barba folta e una corona in capo. Si era fatto descrivere Jahrir, il loro obbiettivo, ed ora eccolo lì, sotto forma di cadavere.
" Il Fato non si inganna: Jahrir perirà oggi. "
L'immagine scomparve in un guizzo dorato, lasciando che il terreno tornasse brullo com'era stato fino a pochi secondi prima. Il suo ultimo trucco. Sperava solo che il pubblico apprezzasse il suo ingegnoso spettacolo, poiché proseguire da solo sarebbe stato molto più pericoloso.
CS: 5 | Intelligenza 2 Prontezza 2 Maestria con le armi 1 Critico 40 | Alto 20 | Medio 10 | Basso 5
Stato Fisico: Illeso, Stato Psicologico: Illeso; Energia: 100 - 10 - 5 = 85 %
Mastigos: I Mastigos sono più potenti ingannatori. Essi possono lanciare le sue tecniche di illusione, infatti, anche nel caso in cui fosse completamente immobilizzato ed imbavagliato: non avrà necessità di alcun movimento per ricorrervi né di pronunciare alcuna parola. Sono in grado di modificare a piacimento il tono, il volume e il luogo di provenienza della propria voce. Potrà farla suonare blasfema e cavernosa come quella di un demone; potrà ingigantirla al punto da assordare i propri avversari; potrà farla sembrare un sussurro proveniente da poco distante alle orecchie dei suoi alleati, e molto altro ancora. I più potenti possono inoltre fondersi nelle loro stesse illusioni. Fintanto che sul campo di battaglia sarà presente un'immagine richiamata da lui, infatti, egli potrà modificare a sua volta anche il suo aspetto, assumendo qualsiasi forma e dimensione desideri. Questa mutazione - seppur ingannando tutti i sensi dell'avversario - sarà tuttavia soltanto un'illusione e non donerà al possessore del dominio alcuna capacità aggiuntiva rispetto alle sue. Infine essi non svengono una volta raggiunto il 10 % dell'energia sebbene muoiano una volta esaurita la riserva energetica. Inoltre la sua aura risulta invisibile agli auspex di natura magica. [ Passive di Talento (I, II, III) e Razziale e Personale ]
Circolo di protezione dalla Magia: Questo sortilegio gli permette di affrontare facilmente altri incantatori, non perché protegge la sua pelle dagli incantesimi, bensì lo rende capace di contrattaccare più facilmente. Ogni volta che un avversario utilizzerà una tecnica di natura magica, per la durata di quel turno lo stregone guadagna 2 CS in Intuito. [ Pergamena Discendenza Arcana ]
Cappa degli Eterni: Il più appariscente degli indumenti del Cartomante, un enorme drappo azzurro ricoperto di simboli argentei che cinge le sue spalle e lo copre fino alle caviglie, sotto la quale è però celato un robusto corpetto di strisce di cuoio, tinte del medesimo colore. L'armatura lo copre dalle spalle alla vita, lasciando però libere le braccia, garantendo così una completa mobilità ed una moderata protezione al busto. Quando la indossa tutte le tecniche offensive scagliate da Jace ad area saranno di potenza equivalente al consumo speso per castarle. Inoltre una volta che il cartomante avrà accumulato un danno Critico al fisico, guadagnerà 2 CS in Istinto fino alla fine della giocata. Una delle gemme incastonate nella cappa dona a Jace 1 CS in Maestria con le Armi. [ Armatura leggera al busto, Artefatto epico di caratterizzazione + Diamante ]
Sigillo dell'acchiappasonni: Un ninnolo di capelli intrecciati delle tribù dello Xuraya che racchiude all'interno uno spirito maligno dei sogni. L'essere intrappolato al suo interno non solo è innocuo per il suo portatore, ma anzi lo fortifica. La potenza magica sovrannaturale della creatura gli permette di essere pari ai più grandi Illusionisti, aumentando i poteri del suo Dominio di un livello. L'essere inoltre conferisce la capacità di vedere l'invisibile, sotto forma di auspex di potenza passiva. Inoltre forte delle memorie e delle capacità dello spirito Jace è inoltre capace di utilizzare le pergamene della Classe Ladro. [ Cristallo della Conoscenza, Tomo Furtivo, Tomo Magico e Amuleto dell'Auspex - Cucito sulla cappa ]
Frusta: Dalla rigida maniglia color terra bruciata nasce il corpo vero e proprio dell'arma fatto in un cuoio molto più chiaro intrecciato per due metri e mezzo alla cui estremità termina con una piccola lama curva, come un minuscolo kama, in ferro brunito, quasi nero; questa testa può essere rimossa. [ Arma da corpo a corpo - Legata al ventre ]
Carreg o Wythïen: Il Becco del Colibrì è una lancia ricavata da un'unico tronco di legno lungo quasi due metri, fasciato con stringhe di cuoio sia all'estremità inferiore che a quella superiore. L'arma termina con un una testa in osso, ricavata da quello che sembra il teschio di un grosso volatile, ma nonostante le apparenze dimostra una resistenza pari a quella dell'acciaio. Sebbene l'arma possa essere scagliata con forza verso la preda, è stata ideata per il combattimento in corpo a corpo, portentosa per gli affondi e per mantenere la distanza dal nemico. [ Arma da corpo a corpo, Artefatto d'ambientazione - Legata sulla schiena ]
Le petites Thriompes: Il secondo mazzo dei Tarocchi è composto da Cinquantadue carte divise in quattro semi, come molti mazzi da gioco, che forse hanno ispirato o da cui han tratto ispirazione. Esse sono di qualità altissima e nascondono un segreto: Venti di esse nascondono sotto una leggera sfoglia cartacea un'anima metallica e sono appositamente bilanciate per essere scagliate. Inoltre esse possiedono alcuni poteri magici.[ Arma da lancio, Artefatto epico d'ambientazione - Tasche interne della cappa - 20/20 ]
Riassunto: Jace viene catturato mentre lascia il posto dello scontro con Zaide, a conclusione del duello fra i due quando aveva rapito la bambina della strega. Viene liberato dalla sua prigionia a patto che uccida Jahrir, e a garanzia di tutto ciò trattengono la bimba a Taanach. Arrivati nei pressi della città di Qashra assistono alla scena descritta nel post introduttivo, e a quel punto Jace cerca di calmare gli animi usando L'Imperatore (perg. Menzogna) che rende le sue parole credibili, una malia ad area di potenza Media - la passiva della Cappa degli Eterni rende le tecniche ad area di potenza pari al consumo. Dice agli assassini che ha previsto la morte del loro obbiettivo per rassicurarli e mentre parla usa La Luna (Attiva del Talento) a Basso per generare un'illusione e rafforzare l'efficacia del suo discorso.
Tecniche attive usate CITAZIONE L'Imperatore: Lo Stregone può usare un'astuta malia che renderà le proprie parole credibili e indiscutibilmente vere alle orecchie di chiunque l'ascolti; a patto che spenda un quantitativo Medio di energie. Le vittime subiranno un danno di entità bassa Media alla mente, sotto forma di confusione. [Pergamena Menzogna]
La Luna: Jace è capace, spendendo un consumo Basso, di ricreare sul campo di battaglia un'illusione, ossia un'immagine priva di qualsiasi potenziale offensivo o difensivo ma in grado di ingannare tutti i cinque sensi del proprio avversario, e persino altri sensi aggiuntivi nel caso in cui ne disponga. [Attiva del I livello del talento Illusionista] Note: Come mio solito, scusate per lo specchietto lungo ma ho preferito elencare per esteso tute le passive del personaggio, affinché siano di facile consultazione per tutta la giocata senza dover continuamente rimandare alla scheda. La prima parte del post riguarda la fine del duello con Zaide, il rapimento della sua bambina è stato concordato da entrambi. Anche il dialogo fra Jace e Lamrael Redskin è stato concordato con Lud. |