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La Via per Atlantide - Giro di Boa, [Contest Mensile Maggio 2014 - Libertà]

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The Grim
view post Posted on 31/5/2014, 10:04





La Ghigliottina fendeva le acque scure rapida come nessun'altra nave al mondo, decapitava le onde senza scomporsi, fredda nel suo incedere tanto quanto temibile. Il nome che Chandra aveva voluto per la sua ammiraglia era azzeccatissimo, e chi incrociava quella nave portava subito le mani terrorizzate al collo, preoccupato di doversi separare dalla torre. E facevano bene a pensar così perché la terrorista aveva preso a decollare quei bastardi che con spocchia e arroganza si mettevano contro di lei. Delle teste se ne sbarazzava appena poteva perché era spietata, ma di certo non sadica. Se non aveva sopportato quelle facce la prima volta che le aveva viste perché diavolo portarsele dietro tutta la vita? Erano fin troppe quelle da tagliare!

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Il suo volto s'illuminò e il suo sorriso si fece largo e soave, i suoi occhi neri e caldi s'inebriarono di quella galleria di capolavori alla portata di tutti ma che pareva essere ignorata dai più. Una varia e maestosa collezione di nasi rotti o storti, cicatrici sghembe o mal cucite, denti rotti o marci, orecchie piccole o mozzate, barbe sudicie o ben intrecciate, peli che uscivano da nasi o orecchie; quei dettagli che impreziosivano i volti della ciurmaglia che si stava radunando sul pontile. Quegli uomini era sudici e sciatti, invecchiati e malamente e piegati da lavori pesanti e usuranti, resi barbari da vite ingiuste e crudeli. Più Chandra li rimirava, più si convinceva che processioni più pie di quella che le stava davanti non esistessero, e sentiva il suo cuore addolcirsi e incupirsi al tempo stesso per la loro determinazione dopo così tante disgrazie. Oh quanta rabbia le germogliava in corpo a sapere dei soprusi che le loro bocche tacevano e i loro visi raccontavano, storie che aveva letto nei loro sguardi e nei loro assensi, nell'adesione a quella crociata. Non erano zeloti fanatici a seguirla, non fede nella sua idea, ma la disperazione nera che li aveva schiacciati al suolo e la via d'uscita che lei offriva loro, la possibilità di un riscatto, di saldare i propri conti, di fare del male a chi lo meritava e vivere degnamente almeno per un po', con la morte ad attenderli appena dietro l'uscio. A tutti andava bene, così come bastavano le poche regole: niente stupri, niente mutilazioni ai miserabili e agli inermi, nessuna pietà per nobilastri o mercanti.

" Signori,
purtroppo siamo qui riuniti assieme perché è accaduto qualcosa di molto grave.
"

Si era fatta cupa, grave e solenne. Non c'era più traccia della sua gioia sul viso pallido, e non perché non la provasse più,
fu costretta a nasconderla perché non era affatto il momento per mostrarsi felice.

" Wilbur Nievel è uno di noi, ha mangiato al nostro tavolo, bevuto le stesse schifezze con cui ci siamo intossicati, cantato la Tempesta più forte e l'Inno dei perdenti. "

I marinai si scostarono come se le parole della donna fossero un ordine, isolando un uomo slanciato e longilineo, dal lungo codino dorato. I suoi occhi grigi non si staccavano da quelli della donna, in un'insolente aria di sfida. Non c'era pentimenti in lui, anzi aspettava quelle parole per smascherare l'ipocrisia di quella che gli stava di fronte, giusto a due passi di distanza.

" Ma ha tradito il patto che abbiamo fatto tra noi, ha deciso di violare una delle poche regole che c'eravamo promessi di rispettare e che avevamo deciso assieme.
Ha violato una donna, senza che lei lo volesse.
"

Non ci furono mormorii, né rumoreggiamenti, Wilbur se ne era vantato apertamente e tutti sapevamo di quello stupro, e non c'era voluto poi così tanto che Chandra lo venisse a sapere. Molti si erano aspettati una sfuriata da lei, uno scoppio improvviso di rabbia che avrebbe incenerito il biondino e risolto la cosa. Lei invece si era rabbuiata, chiusa in sé fino all'approdo su quell'atollo deserto, un tempo fortilizio di chissà quale civiltà. Non aveva voluto sapere niente, e alcuni dicevano di aver sentito piangere la notte. Quegli stessi venivano puntualmente derisi perché dalla ciurma perché non era cosa dalla Furia del popolo piangere come una donnicciola qualunque. Quella mattina aveva ordinato al nostromo di avvicinarsi all'isola e ancorare la nave e si era capito cosa stava per succedere, più o meno.

" Al momento io sono il capitano della Ghigliottina, per decisione vostra e non mia, potete sempre sollevarmi dal mio incarico ora se credete che non sarò giusta. "
Buttò fuori quell'ultima parola come fosse avvelenata, amara, pericolosa. Nessuno fiatò.
" I fatti li conoscete, li avete sentiti per bocca dello stesso Wilbur che non mi paia li sconfessi, vero? "
" Per carità, io so di cosa state parlando ma vorrei sapere di che mi si accusa. "
" Non hai forse stuprato Tia Kederu? "
" Intendete la schiava che abbiamo trovato a bordo del Leone degli Oceani? Il battello che abbiamo abbordato la settimana scorsa?
Non sapevo nemmeno che quelle scimmie avessero un nome.
"
" Non era una scimmia, era una persona! "
" Era solo una mezzelfa, come mille altre su questa terra. "
Sbuffò con sufficienza mentre l'altra a malapena riusciva a cacciare la rabbia in qualche angolo remoto del suo corpo. L'altro riprese l'arringa che aveva già preparato da tempo, un monologo lungo che non tutti riuscirono a seguire.

" E poi non siamo forse pirati? Non deprediamo le navi e facciamo nostro quel che troviamo sbattendocene delle patetiche leggi della Civiltà? Non mi pare che nessuno degli sia stato condannato per aver bevuto dal calice rubato a un gioielliere, o per essersi messo la giacca di un nobilastro. Io ho fatto come tutti gli altri e ho svuotato le palle dentro la puttana di quello schiavista. E allora? "

Gli altri erano spaesati da quel fiume di parole, si scambiavano sguardi e cenni, come per saggiare l'umore della folla e capire chi fosse nel torto e chi nel giusto. Sembrava loro che entrambe le parti avessero parte della ragione, e si sentì anche qualcuno dire che ciò che diceva fosse vero; benché successivamente non si sarebbe saputo dire chi l'avesse detto o quando.

" Dunque siamo questo? Pirati?
Credete a ciò che dicono di noi?
"

Il suo sguardo volò da una parte all'altra della folla, fissando ciascuno negli occhi, con uno scintillo di incredulità. Loro erano i suoi Santi, quelli che avrebbero cambiato il mondo, non potevano avere una stima così bassa del loro ruolo. Non erano la feccia che infestava il mondo, zecche che schiacciavano i più deboli. Molti calarono la testa incontrando i suoi occhi.

" Non avete capito un cazzo!
E io che dovrei fare? Ammazzare questo cretino? E un giorno magari tutti voi?
Essere un despota?
"

Ecco la vera Chandra che veniva fuori, rabbiosa e sanguigna, la cui voce faceva pisciare addosso i più pavidi. I suoi capelli rossi si incendiarono, letteralmente: divennero una lunga pira di fuoco che prese a svolazzare verso l'alto. I suoi occhi divennero braci nere tanto intense che il solo guardarle era difficile, e la sua pelle bianca divenne calda, quasi bollente. Le sue mani scattarono al collo di Wilbur, a soffocarlo ma la rabbia era più per gli altri che per lui. L'avevano delusa tutti quanti, o era stata forse lei a non essere alla loro altezza.

" È questo che volete? La possibilità di fare come cazzo volete voi?
La legge del lupo che scanna l'agnello e se lo pappa in un sol boccone?
"

Le venne da piangere e forse lo stava anche facendo, ma anche ci fossero state le lacrime sarebbero evaporate per via del calore, mischiandosi al vapore che saliva dalla sua pelle.

" Ma non siete forse tutti fuggiti da questo?
Da una vita di schiavitù chiamata con un altro nome?
Dovere? Onore? Lavoro? Oppressione?
Catene pesanti tutte alla stessa maniera.
"

Staccò le mani dal collo dell'uomo, che già mostrava pesanti segni di scottature e ustioni di natura preoccupante. Avesse continuato un altro po' e quello sarebbe morto. Chandra continuò il suo discorso, ora rivolto ai suoi Santi, incurante di Wilbur. Uno lo si poteva anche perdere, era previsto, ma non poteva permettere che tutti l'abbandonassero. Il suo sogno doveva essere anche il loro e benché non fossero ancora pronti, doveva fare quel discorso.

" Un po' forse vi dispiace di aver abbandonato quella vita,
amavate la vostra famiglia e avevate degli amici. Eravate nati in quei luoghi e forse vi piacevano, anche se non c'era nulla di speciale.
Certo siete qui, e potete rifarvi di tutti, essere voi i signori di voi stessi.
Ma vi basta questo?
"

Si immerse fra di loro, prendendo le loro mani e stringendole fra le sue, dando pacche sulle spalle, e sorridendo mentre si aggirava fra quelli che molti definivano individui poco raccomandabili o ancora poco di buono. Gentaglia che si credeva fosse la peggiore al mondo, ciò che rovinava una vita altrimenti serena e libera dai pericoli.
Nulla vi era di più lontano dalla verità.

" Questo è uno specchio per le allodole.
Se volete diventare come quelli che con le loro angherie vi han costretto a scappare, quelli che hanno fatto delle vostre vite un inferno. Eravate poveracci, senza un soldo in canna, costretti a rubare forse, o a sgobbare per mezzo soldo da dividere in quattro. Le vostre storie le sapete voi e soltanto voi, ma io di certo non voglio altri che mi ricordino come quella che opprime.

Su, su: accomodatevi pure.
"

Com'era ovvio quel discorso non colpiva tutti, non li stava lasciando a bocche spalancate come cani davanti a un osso, e lo sapeva perché c'era voluto tanto prima che lei stessa capisse. Ma le parole di quella sera sarebbero entrate nelle loro teste e avrebbero preso a martellare fino a che infine non si fossero convinti. Adesso toccava alla botta finale.

" Erano liberi,
nessuno dava loro ordini o una paga da miseria, ogni scelta era spesso frutto del loro capriccio quando non del loro calcolo. E la merda che avete ingoiato quindi era intenzionale. E nemmeno questo è vero signori, perché anche loro erano schiavi: dell'oro, del potere, dell'avidità e del lusso. E se voi vi arricchirete diventerete proprio come i vostri padroni, o forse poco meglio; opprimerete gli altri. Quelli più miserabili di voi.
"

Si voltò Chandra, trovandosi di fronte a Wilbur che intanto si era ripreso. Del suo discorso aveva inteso poco e niente, ma probabilmente non gli sarebbe interessato manco in un'ora normale, figurarsi in quella che forse sarebbe stata l'ultima. Negli occhi lucidi e bovini brillavano solo vendetta e odio per il suo orgoglio ferito. E chissà che porcherie si agitavano in quel momento nella sua testa, tra quei turpi pensieri.

" Non c'è dunque alternativa:
dobbiamo bruciare ogni fortezza e ogni mulino, sradicare ogni privilegio, spaccare tutte le catene e le prigioni, per prima quelle che abbiamo in testa. Esser tutti uguali, ma ognuno a modo suo, godere di ciò che la terra e i mari ci offrono, mangiare e bere e scopare finché la morte non ci viene a prenderci. E sgobbare sopratutto ma non per paura della frusta o il luccichio delle monete, ma perché serve a noi, a tutti. E far così in tutto il mondo.
La libertà è un bene unico, mica può essere spezzato in mille pezzettini altrimenti non vale niente. E nemmeno puoi permettere che alcuni ce l'abbiano e altri no, deve essere di tutti.
"

Sorrise e abbracciò l'uomo che non capiva cosa stesse succedendo. Non c'erano tranelli o prove, era solo compassione per chi aveva sbagliato, il perdono che apriva a una nuova vita.

" E non dovremo fermarci davanti a nulla,
non importa quanto saremo stanchi o quante teste dovremmo mozzare, quanti litri di sangue vedremo versare.
Fermarci prima sarebbe un delitto, noi continueremo finché non ci saranno più schiavi su questa terra, di qualsiasi genere.
E per questo noi siamo i Santi, perché il nostro compito è mostruoso e impossibile da compiere, le nostre vite non basteranno a vederlo compiersi, ma chissà, forse in futuro, se racconteremo il nostro sogno alle persone giuste.
"

L'uomo voltò la testa e provò a stampare le sua labbra su quelle di Chandra, agitando la lingua come una biscia. Lei scattò infuriata, colpendo con l'altro con una craniata sulla fronte, e poi una ginocchiata all'inguine. Gli altri attorno presero a ridere di Wilbur che crollava a terra, le mani strette a conca fra le gambe.

" Ora hai capito, cretino? E voi, bastardi?
Su questa nave non ci sono pirati,
vi conviene farvela piacere questa storia oppure buttarmi fuori a calci in culo.
O andarvene voi, si intende.
"

Un ultimo sguardo alla sua schiera di angeli, a coloro che avrebbero reso possibile il suo sogno.

" E per inciso il prossimo che imita questo cretino, lo incenerisco. A me piace l'altro genere.

Ora portate l'idiota al piano di sotto, è venuta l'ora che sconti la sua pena.
"

Si sentì svuotata, priva di forze. Non sapeva se quella scenetta avesse funzionato, forse no, poiché i tempi non erano ancora maturi. Lo diceva sempre Liliana che ci sarebbe voluto tempo, e lei aveva scommesso che tre secoli sarebbero stati sufficienti. Non che avesse altra scelta: Atlantide sarebbe risorta a breve, che gli uomini fossero pronti o meno. Era la sua unica possibilità per cambiare tutto, e lo avrebbe fato per lei.




Edited by The Grim - 31/5/2014, 12:45
 
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