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AD EXTIRPANDA
- UNIA -
sickening's this feeling, my life, my hopes, my dream's but a drop of fuel for a nightmare
Kel'Thuzak cadde a terra rovinosamente, trafitto dalle sole due Vene giunte al bersaglio, che si erano insinuate laddove la grossa armatura non riusciva a proteggerlo. Il musicista ringraziò per un'ultima volta i sette nomi che di nuovo non avevano deluso le sue aspettative e le sue speranze. Il disperato attacco del cantastorie aveva semplicemente spiazzato lo stregone, ma sembrava quasi che quello non avesse nemmeno provato a fronteggiarlo: entrambi erano ormai al limite delle loro forze, e il prepotente richiamo della realtà - quella alla quale Taliesin si stava lentamente ma inersorabilmente riavvicinando - si faceva sempre più forte, di certo per il ragazzo ma probabilmente anche per l'altro uomo. Non si stupì dunque del capogiro che lo colse di sorpresa subito dopo l'attacco, e rimase in piedi solo grazie al suo straordinario equilibrio e a uno sforzo di volontà che gli costò caro. La morsa che gli schiacciava le tempie e gli annebbiava la mente ci mise parecchio tempo per svanire del tutto, e lui non poté fare altro se non attendere. Proprio quando il cantastorie era sul punto di pensare che tutto fosse finalmente finito, un tremito percorse il corpo di Kel'Thuzak; si rimise in piedi e, claudicante, cominciò a scendere il pendio. «Sai... Neracciaio era il nome della mia spada» gli rivelò, la voce carica di tensione, collera ma soprattutto rammarico. «Era tutto per me» soggiunse, mettendo in fila altri passi incerti nella direzione di Taliesin. Quello nel frettempo era rimasto immobile e disarmato, ma fece un salto all'indietro quando una prorompente fiammata divampò dal corpo dello stregone, avvolgendolo come una tunica infernale. Percepì l'intenso calore sul volto, nonostante il fuoco si trovasse a molti passi di distanza: di nuovo magia, e questa volta ancora più temibile delle precedenti. «Non avrò mai più pace, tutto ciò per colpa tua.» lo accusò indicandolo, irato come non mai, e con rinnovato vigore percorse di corsa quei pochi metri che ormai lo separavano dal cantastorie. Quello, con il lago ghiacciato alle spalle, non poteva indietreggiare ulteriormente senza rischiare di scivolare, venire colpito e infine annegato nell'acqua ghiacciata. Quella rapida ipotesi decisamente sgradevole bastò a ridestare in lui concentrazione e determinazione sufficienti per fronteggiare il disperato nemico - ne avrebbe avuto bisogno, poco ma sicuro. Vanificò l'intrusione mentale con un minimo sforzo di concentrazione che nonostante questo accusò come se fosse enorme. Conosceva bene il trucchetto che aveva appena neutralizzato, simile a quello che si nascondeva pure dietro alcune sue melodie, e consapevole di quanto esso fosse infido aveva prontamente deciso di evitarlo. Ma ora era inerme e stanco più di quanto avrebbe immaginato, e il nemico stava per sferrargli un pugno infiammato dalla magia oscura. Sarebbe stata la fine, se il bardo non avesse incrociato fortuitamente gli occhi dell'ombra, anch'essa riapparsa a qualche passo da loro. Occhi, sì, perché finalmente essa aveva assunto un aspetto preciso e distinguibile. E non uno qualsiasi.
I just had a dream: she was by the riverside, alone and dressed in white. Pailing in the cold, walking on the icy face of memories of glory days. Per lunghi secondi Taliesin non vide nient'altro fuorché lei. Non era mai stata una ragazza dalla bellezza leggendaria, ma rivederla dopo tutto quel tempo, evanescente e avvolta in un lungo vestito candido, la faceva somigliare ad un essere sovrannaturale e celeste, più che a un fantasma o ad uno spirito. Il cantastorie sapeva che quella poteva veramente essere lei - forse era stata lei per tutto il tempo, l'ombra che li scrutava! - ma non aveva dimenticato di trovarsi in un sogno che ormai stava per finire. Non aveva lasciato spazio a inutili illusioni di potersi ricongiungere. Come avrebbe potuto? Il suo corpo stava cominciando a svanire, e la sua mente vedeva il mondo come se si trovasse completamente estranea alla carne. Egli pensava solo a bearsi del piacere di rivedere la sua immagine, e tutto il resto non importava più. Non vide nemmeno la luce che si frappose tra lui e lo stregone, e che lo protesse dalle enormi fiamme. Il suo volto era già rigato dalle lacrime quando il pugno penetrò la coltre luminosa e lo colpì alla nuca. Inerme ed incurante, egli si lasciò semplicemente cadere e assecondò il colpo, che gli annebbiò la vista per un istante ma non lo ferì. Disteso sul ghiaccio, il bardo continò a piangere.
Entrambi erano a terra, e nessuno di loro muoveva un muscolo: lo stregone perché ormai privo di forze, ed il bardo perché rapito dalla visione di Myria. Rimase così per alcuni istanti, in cui smise di piangere e comprese che non si trovava davanti a nient'altro che un'illusione. Lo capiva dallo sguardo della ragazza, che rifletteva perfettamente il suo, e dalla stessa sensazione che aveva avuto guardando l'ombra senza volto. Come prima lo era stata per Kel'Thuzak, lei era semplicemente la manifestazione della sua volontà e di quel profondo desiderio di rimediare ai suoi errori, primo tra tutti quello commesso con Myria. Era stata quella profonda fonte di emozione a sottomettere l'ombra, come poco prima ci era riuscita l'ira del cavaliere nero. Ecco quindi l'ultima dedica, l'uinica che si sentiva veramente costretto a fare: non fu più una lama scagliata per ferire, ma un ricordo ricomparso per proteggere. Proteggere. Convenne che doveva avere solo questo fine in testa, se mai avesse compiuto la scalata alla Torre. Una responsabilità di quelle proporzioni andava assunta con il cuore privo d'ira, in qualunque prova l'impresa consistesse. Lentamente e in silenzio la sagoma svanì, senza nemmeno che il ragazzo provasse a trattenerla o a parlarle. La lasciò andare, semplicemente. Essa aveva assistito allo scontro, aveva obbedito ed il suo compito era ormai giunto al termine. Il sorriso di Taliesin era ora colmo di mestizia che non lasciò posto alla soddisfazione di essere ancora vivo e, apparentemente, di aver vinto. Decise quindi di abbandonarsi alla suadente stanchezza, anche se solo per qualche istante; poggiò il capo sul braccio, steso sulla superficie ghiacciata, e di nuovo a tenergli compagnia ci fu soltanto il respiro. Il suo e quello di Kel'Thuzak, anch'egli completamente immobile. La presunzione di aver trionfato era un gran sollievo, ma sapere che il suo nemico era ancora vivo lo era ancora di più.
Si rialzò con calma e, senza accertarsi ulteriormente delle condizioni dello stregone, si avviò verso la locanda, il cui caminetto tossiva ancora degli stentati sbuffi di fumo che venivano immediatamente dispersi dal vento gelido. Attorno a lui si stagliava lo stesso paesaggio di prima: vasto, silenzioso e terribile, ma sempre meno opprimente: era quasi certo che presto si sarebbe tramutato in un semplice ricordo. Non si si arrestò per ammirarlo, poiché sapeva che fermandosi si sarebbe reso vulnerabile alla stanchezza più assoluta, sempre in agguato. Doveva tenere duro, ancora per poco. Aveva ancora una cosa da fare e poco tempo per farla, prima di poter finalmente sfuggire a quella realtà così intricata, vivida e oramai a lui completamente aliena. Fece un passo sopra Fabula, ancora in fiamme, e risalì il pendio innevato. Frugò nelle tasche, alla ricerca di qualcosa in particolare. Non ora. Non tu, pensò, trattando l'arma col rispetto che le doveva, ed entrando infine nell'edificio dallo squarcio nella parete.
Il tempo era ormai giunto al termine: non sentiva più nemmeno il rumore dei suoi passi sulla neve ghiacciata, il fischio del vento o il lontano crepitare del fuoco. Udiva soltanto i due respiri, così diversi ma così simili - entrambi umani. «Ecco, Kel'Thuzak. Non sarò io a impedirti di trovare la pace» mormorò, chinandosi appena e posando con cura Neracciaio - perfettamente integra grazie alle erbe di Taliesin - accanto al suo proprietario. L'arma era incredibilmente pesante, troppo per il bardo, ed aveva temuto per tutto il tragitto che essa potesse prendere fuoco da un momento all'altro. Era contento di averla restituita, e anche di essersene liberato. Lo aveva fatto per un semplice motivo, un'altra promessa che aveva deciso di farsi: non avrebbe calpestato la dignità di nessuno e non si sarebbe lasciato alle spalle nemmeno il minimo rimorso, quella volta. Ora davvero poteva soltanto aspettare che tutto finisse.
In silenzio si incamminò verso le vastità dell'orizzonte, felice di non poterle ormai raggiungere.
Felice che quell'incubo fosse ormai finito.
Condizioni generaliStato fisico - 15/16 • danno basso da contusione al polpaccio sinistro • danni infimo alla nuca Stato mentale - 15/16 • danno basso da terrore CS - 8 (2 astuzia, 2 intelligenza, 2 destrezza) +1 riflessi, +1 concentrazione Energia - 20/100 (-5, -0) EquipaggiamentoItinerante, arma difensiva, mantello di panno rinforzato. Fabula, arma bianca, acciaio, 48 cm di lama, 15 cm di impugnatura. [distrutta] Pistola ad avancarica, arma da fuoco piccola, cinque colpi per giocata. Pugnale celato, arma bianca, acciaio, 15 cm di lama, legata all'avambraccio sx. Vene di Pietra, set di armi da lancio, materiale sconosciuto - venti unità per giocata. [11/20] Fuliggine, Biglia fumogena, oggetto dell'erboristeria. Erba rigenerante, oggetto dell'erboristeria, se applicata su armi od oggetti danneggiati funziona come una cura dell'equipaggiamento. [utilizzata] Erba rinvigorente, oggetto dell'erboristeria, se assunta rigenera il 5% della riserva energetica. [utilizzata] Miscela logorante, oggetto dell'erboristeria, se applicata ad un'arma, per due turni gli attacchi fisici disperderanno complessivamente il 5% dell'energia nemica a turno. [utilizzata] Corallo, oggetto dell'erboristeria, se utilizzato conferirà un CS ai riflessi e un CS alla concentrazione per due turni di gioco. [utilizzato, turno 2 di 2] Rubino, oggetto dell'erboristeria, se utilizzato conferirà due CS al vigore e due CS all'agilità per un solo turno di gioco. Il Flauto della Palude Nera, oggetto generico, strumento musicale. Liuto di Luke Mannersworth, oggetto generico, strumento musicale. Il Flauto di Cenere, artefatto, strumento musicale. Eclettico, Tomo magico; Tomo furtivo; Cristallo del talento. Abile, diamante, 1 CS in destrezza (x2 unità). Abilità passiveOstinato, passiva razziale umana, non sviene sotto il 10% delle energie. Fascinoso, abilità personale, aura psionica passiva di fascino. Fumo e Specchi, dominio illusionista, passive di primo, secondo e terzo livello: le illusioni non necessitano di vincoli fisici, come il movimento e la voce, per essere castate; possibilità di modulare tono, volume e punto di provenienza della propria voce a piacimento; fintanto che un’altra illusione è attiva, come effetto aggiuntivo anche l'aspetto del caster può essere modificato a proprio piacimento, nonostante rimanga una semplice illusione. Mente Impenetrabile, pergamena comune, classe mentalista. Difesa psionica passiva. Intonazione, "Amuleto dell'auspex" (oggetto dell'erboristeria). Auspex passivo basato sull'udito. Polvere, abilità personale passiva. In combattimento Taliesin può sprigionare la polvere, infastidendo i suoi bersagli e portandosi in leggero vantaggio; fuori da esso gli utilizzi dell'abilità possono essere tra i più disparati e scenografici. Itinerante, "Nessuno farà domande a chi si nasconde allo sguardo della gente", passiva: qualora lo desiderasse, il mantello potrà celare sotto di esso le aure, proteggendole da auspex passivi. Vene di Pietra, il possessore di una delle Vene sarà noto in tutte le terre come uno dei cacciatori che più ha abbattuto nemici del Sorya, e che più è sopravvissuto all'Edhel infido, rimanendo anonimo e irriconoscibile sino a che non paleserà la Vena. Il Flauto di Cenere, razza selezionata: umana; razza scartata: avatar. La razza selezionata subirà danni aggiuntivi dalle tecniche dell'artefatto, come specificato in esse; quella scartata sarà immune ai poteri del flauto. Abilità attiveAutocontrollo. Ma non basta sfuggire a ciò che si ha davanti: spesso le minacce più subdole non prendono di mira il corpo. Anche la mente del bardo, però, è flessibile ed inafferrabile al pari del fisico: questo grazie soltanto alla sua straordinaria forza della personalità, in grado di imporsi saldamente ad ogni minaccia, con la giusta concentrazione. [Autocontrollo, pergamena ultima, classe mentalista. Natura psionica, consumo variabile. Difesa da tecniche psioniche di potenza pari o inferiore al consumo speso] (consumo basso) Barriera. Il mago genera una barriera di pura energia magica innanzi a sé; un muro cristallino che blocca qualsiasi attacco rivolto alla sua persona. La tecnica ha natura Magica. Il caster genera una barriera magica grande al massimo quanto lui, in grado di difenderlo efficacemente da una offensiva dello stesso livello o inferiore. A seconda della personalizzazione è possibile dare qualsiasi forma, aspetto e colore alla barriera. La tecnica ha una potenza difensiva pari a Media, può essere utilizzata a 360° con un potenziale difensivo pari a medio, e ad area con un potenziale difensivo pari a basso. Dura un turno. Consumo di energia: Medio Oggetto utilizzatoErba rigenerante, o Lacrime di Shard. Rara radice di natura magica, verde e tenera, che Taliesin porta sempre con sé. Se ingerita il suo gusto è pessimo, ma le sue proprietà prodigiose hanno effetto quando essa viene applicata su oggetti ed armi rotte o inutilizzabili: vengono infatti riparate all'istante, grazie al succo della pianta. [Erba rigenerante, oggetto dell'erboristeria, se applicata su armi od oggetti danneggiati, funziona come una cura dell'equipaggiamento]
RiassuntoMi sono accorto solo ora che negli altri specchietti ho segnato come "utilizzata" l'Erba rigenerante, quando nel mio secondo turno in realtà ho consumato quella rinvigorente. Ho corretto, e mi scuso per il disagio causato dai nomi molto simili. Visto lo svenimento finale di Kel, ho optato per un turno totalmente difensivo. Allucinazione non mi colpisce grazie ad Autocontrollo a consumo basso, Fusione elementale viene vanificata da Barriera lanciata ad area dal Servo della volontà, e infine subisco il pugno che non infligge però danni rilevanti grazie alle cs di differenza. Pur decisamente a pezzi, sul punto di svanire e leggermente dolorante, Taliesin sa di essere messo meglio del suo avversario, ma anche di non averlo. A quel punto ha un ripensamento. Torna alla locanda e, nonostante io non abbia descritto direttamente la scena, usa l'Erba rigenerante su Neracciaio, rendendola di nuovo integra e riportandola a Kel. Un pretesto narrativo ai limiti del sopportabile, ma che spero di aver reso in modo poco ovvio e scontato. Il post finisce con Taliesin che si allontana, attendendo che il sogno finisca. La colonna sonora è My Dream's But A Drop Of Fuel For A Nightmare dei Sonata Arctica in versione strumentale: tutti i sottotitoli di ogni post erano infatti frammenti delle lyrics di molti brani del loro album Unia, del quale questa canzone fa parte. Le citazione incastonata questo post finale, sensibilmente meno concreto e, mi auguro, un po' più poetico degli altri, è tratta da: The Mourning After dei Kamelot. Prego chiunque legga di ascoltare la colonna sonora - l'ho messa per un motivo.
Augurandomi che questa serie di scritti sia piaciuta a te e chi altro l'ha letta, ringrazio te, Azazel. Mi sono divertito molto, anche se ho dovuto giocare in modo un po' diverso dal solito, muovendomi principalmentesu tecniche fisiche che, nonostante tutto, sono state molto adatte alla situazione, ed evitando le psioniche. Buona fortuna con il tuo nuovo pg - l'ultimo gesto è un piccolo tributo a Kel, spero che tu lo abbia apprezzato. Ci incontreremo di sicuro!
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