Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Kel'Thuzak vs Taliesin

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view post Posted on 7/6/2014, 16:16
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And...bla..Bla..BLA
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La locanda ai confini del Mondo (Erydlyss)

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Un gelo pungente alita per questi territori abbandonati dall'uomo. Il vento serpeggia tra le rocche innevate tinte di bianco e di fredda materia, lande piane, insenature tortuose, ripide. Non una pianta ha il permesso di crescere oltre i confini di questo luogo celato agli occhi dei viventi. Non uno sprazzo verdeggiante. È di un chiarore soffocato il terreno morbido in cui si affondano i piedi, un chiarore che si confonde con il cielo, diventando un tutt'uno con l'orizzonte che lentamente si distende oltre la vista. Montagne dalle cime aguzze costeggiano concatenate un piccolo lago perennemente ghiacciato, fungendo quasi da barriera architettonica naturale contro le intemperie che il nord riserva a quel piccolo sprazzo di paradiso. La notte eterna, immortale ed immutabile copre con il suo manto bluastro tutti i territori circostanti. Non vi è un sole che spunti timidamente dalle bianche nubi, la luce è inghiottita dall'etere stesso e solo la bianchezza costante della neve risplende in mezzo al nulla. Ma non è tutto. Si dice che, al riparo dai venti e dalle tormente di nevi ghiacciate che gravano potenti su questi luoghi, sorga - quasi come una cattedrale in mezzo al deserto - una piccola ma solida costruzione di legno. Essa è coverta da spessi nugoli di nebbia chiara che aleggia prepotentemente oltre le cime ed i pinnacoli che compongono la sua struttura. Un fumo denso si spande dalla canna fumaria che sporge da una delle cime, un chiarore rossastro si intravede da una delle finestre. L'insegna reca la scritta: "Fine del Mondo" - quasi a voler ricordare che non c'è più speranza aldilà di quel nulla perpetuo, che non c'è più ricetto per chi ha osato oltrepassare quel limite impervio. Si narrano leggende controverse su questo luogo. Alcuni pensano che una volta varcate le soglie di quella porta di legno cigolante, una calda atmosfera accolga i viandanti. Canti, balli e feste e pietanze di qualsiasi landa o reame. Storie narrate di fronte ad uno scoppiettante camino. Storie che ogni avventore è tenuto a raccontare, come pagamento per la sua permanenza. Ma anche questa, come le altre, è solo una storia. Libero di crederci o meno, viaggiatore.


Kel'Thuzak Vs. Taliesin
Gialla Vs. Verde
D Vs. C


Primo post: .Azazel
Player Killing: Da indicarsi nel primo post di presentazione.
Durata: Un solo post di presentazione e quattro post di combattimento. La scadenza per postare è fissata al 10 Luglio.
Tempi di risposta: Quattro giorni dalla risposta dell'avversario. Per ulteriori informazioni consultare il regolamento del torneo.
 
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.Azazel
view post Posted on 10/6/2014, 12:45




Ad Extirpanda
La locanda ai confini del Mondo, Atto I
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2e23tp4


~


Sogno o realtà?
Se lo chiedeva spesso nell'ultimo periodo.
Si ritrovò disteso a terra con il volto parzialmente coperto dalla neve, aprì gli occhi e vide un mondo opaco e indefinito, sbattè le palpebre più volte per mettere a fuoco ciò che gli era attorno. Si era risvegliato nel bel mezzo del nulla, fra pareti ghiacciate e modellate dall'azione del vento gelido che sibilava e sferzava quelle lande dimenticate, dove la vita preferiva evitare di mettere radici per le condizioni fin troppo rigide del luogo.
Inebetito e confuso come non mai si domandava dove fosse e soprattutto come ci era finito.
Si rimise in piedi scrollandosi di dosso la neve accumulatasi sul suo corpo e che, se si sfosse risvegliato qualche ora più tardi, gli avrebbe fatto da tomba.
Guardò a destra e a sinistra cercando di capire qualcosa, di cogliere qualche informazione ma niente: solo distese di neve e lastre di ghiaccio, ovunque.
Una terra dimenticata e sperduta.
Inospitale come un deserto.
Fredda come la lama di un assassino che ti lacera la carne.
Con l'avanzare del tempo iniziarono ad affiorare i ricordi, gli ultimi momenti prima di crollare, inghiottito da un'oscurità arcaica e silente che lo avviluppò fra le proprie silenti spire intangibili.
Avevano sconfitto la mostruosità partorita dalla Torre, l'avevano vista cadere in orribili brandelli di carne morta, impossibilitata a cavalcare e deturpare la loro dimensione; era tutto così reale. Eppure ancora dubitava, indeciso nel valutare se fosse frutto di un sogno o tutto concreto, esistente.
Si avvolse nel mantello nero cercando di ripararsi al meglio dalle gelide raffiche di vento che s'insinuavano sin nelle ossa e sfiancavano lo spirito. Fece un paio di passi in avanti e dinanzi a lui si materializzò qualcuno, o per meglio dire, qualcosa.
Una figura, un'ombra dai tratti umanoidi ma dai lineamenti sfumati, sfocati gli parve davanti, a pochi metri. Non si sentiva al sicuro e dopo l'apparizione avvertì una sensazione di perdita d'identità, come se in seguito al combattimento col quadrupede decomposto la Torre l'avesse colpito con un maleficio in grado di sottrargli la volontà, la capacità di distinguere l'irreale dal reale.

« Chi sei? »
La voce uscì carica di inquietudine ma il tono era chiaramente ostile.
Nessuna risposta uscì dalla spettrale presenza senza volto che si limitò a stendere un braccio e puntare una direzione ben precisa, a Nord. Seguì con gli occhi il punto indicato e solo ora notò che vi era una locanda. La struttura lignea appariva come l'unico baluardo di salvezza per i pochi pazzi che osavano addentrarsi in un luogo così avverso e selvaggio.
Per Kel era un'oasi nel deserto.
La manifestazione scomparve nel nulla lasciando perplesso lo stregone.
Aveva troppe domande ma sapeva fin troppo bene che difficilmente avrebbe trovato risposte adeguate e l'unico desiderio era mettersi al riparo e riscaldarsi un pò. Accantonò tutti i dubbi e i quesiti che gli ronzavano in testa e si diresse verso la locanda affrontando gli sbuffi di gelido vento che gli colpivano il viso come schiaffi di metallo. Osservava le nuvolette condensarsi nell'aria fredda uscire dalla canna fumaria della locanda e per qualche istante si sentì rincuorato: c'era vita. A tale vista si fece coraggio e accelerò il passo colmando definitivamente lo spazio che vi era fra il nulla e la speranza.
L'insegna cigolava furiosamente e dondolava senza sosta sotto la costante spinta del vento, recava la scritta: "Fine del Mondo".
Che fosse un nome azzeccato non vi erano dubbi ma il pensiero che fosse un serio monito non era da scartare completamente. Poso la destra sulla maniglia e per diversi istanti esitò.

Cosa collegava la battaglia contro la Torre e le sue mostruosità a quel luogo?
Chi era quell'ombra silente?
Era tutto un sogno?

Si pietrificò per diversi secondi, lo sguardo fisso sul legno della porta, la mano artigliava la maniglia, immobile.
Non riusciva a darsi risposte.
Il discorso di Lady Alexandra, la cantilena ammaliatrice della Torre, la Torre stessa, le creature d'incubo contro le quali avevano combattuto.
Era davvero tutto reale?
Eppure i sensi sembravano confermare la concretezza di tali avvenimenti ma vi era sempre qualcosa nella sua testa che continuava a partorire quell'atroce dubbio che come un tarlo faceva breccia nei suoi pensieri, tormentandolo di continuo.
Il freddo era pungente e decise che avrebbe potuto comodamente arrovellarsi sotto la protezione di quattro pareti e un tetto.
Aprì, varcò la soglia e chiuse la porta dietro di sé.
Non era solo.


Kel'Thuzak
il Mezzanima

CS 5 ~ Forza 1 - Destrezza 2 - Intelligenza 2

~ Basso 5% ~ Medio 10% ~ Alto 20% ~ Critico 40% ~

Energia: 100%
Status Fisico: Indenne.
Status Psicologico: Indenne.

Equipaggiamento in uso

Neracciaio__ Inutilizzata.
Silentium__ Inutilizzata. [º º º º º]


Abilità in uso

arcanus__L'anima corrotta di Kel, scissa in due tra spada e corpo, ha fatto sì che Neracciaio acquisisse un potere in grado di distinguerla dal resto delle armi comuni: il potere della sua anima racchiusa in questa spada è in grado bruciare e ustionare. L'arma infliggerà danno come il riflesso della propria anima tant'è che oltre al danno fisico arrecherà un danno legato all'elemento Fuoco, non pregiudicherà in alcun modo la regolamentazione sugli attacchi fisici e le Capacità Straordinarie; il danno totale inflitto dagli attacchi fisici non cambierà in alcun modo, ne verrà solo caratterizzata l'entità aggiungendovi proprietà elementali. L’arma, come una creatura viva e senziente, si plasmerà sulla figura del possessore assecondando la sua indole, vettore della sua anima. Da questo momento in poi essa vibrerà di energia propria, liberando una malia psionica di tipo passivo, sottoforma di terrore e paura, che influenzerà chiunque sarà abbastanza vicino da percepirla. Inoltre Kel, raggiunto il 10% delle energie, non sverrà, come invece potrebbe succedere a qualsiasi altro membro di un'altra razza. Ciò però non significa che non sarà stanco raggiungendo il 20% e non morirà raggiungendo lo 0%.
{Passiva Lvl.1 e 2 Artigiano + Razziale Umana}

tutum iter__La tecnica ha natura magica. L'abilità non ha potenza e concede i propri benefici passivamente, sempre funzionanti nel corso di una giocata. Il personaggio diviene in grado di camminare e reggersi su qualsiasi superficie, sia essa avversa a lui e alla gravità (come una parete o un soffitto), sia essa liquida (acqua, ad esempio) o aeriforme (camminare sull'aria). Non sarà affetto in alcuna maniera da correnti d'aria o sbilanciato da onde nell'acqua, e potrà camminare tanto agilmente nell'aria quanto lo farebbe sulla terraferma, il tutto non alterando in alcuna maniera la sua agilità o la velocità con la quale si muove normalmente - rendendolo di fatto né più veloce né più lento del solito. {Pergamena Sostegno - Ladro}

mysticus__Il prescelto dei guerrieri stregoni di Kolozar Dum è stato dotato inconsapevolmente, da quest'ultimi, del dono della magia, ma non magia comune bensì qualcosa di molto più potente e in grado di far impallidire i migliori maghi esistenti. Poter contare ogniqualvolta su una fonte di potere sempre maggiore rispetto a chi si ha di fronte è una capacità che molti vorrebbero e che Kel possiede dopo essere tornato alla vita. In termini di gioco la tecnica ha natura Magica e avrà sempre effetto. Ogni volta che il proprio avversario utilizza una tecnica di natura magica, per la durata di quel turno Kel guadagna 2 CS in Intelligenza.
{Pergamena Discendenza Arcana - Mago}


Attive Utilizzate

///


Player Killing: OFF.

Note: divertiamoci Hole! :zxc:



 
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view post Posted on 13/6/2014, 14:16
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Cardine
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AD EXTIRPANDA

- UNIA -

the war is over, all is lost
down the drain, keep fingers crossed



   D'un tratto davanti ai suoi occhi calò un nero sipario, e per interminabili secondi a tenergli compagnia ci fu solo il ritmico e ostinato suono del suo stesso fiato, che gli suggeriva un'unica ma solida certezza: quella di non essere ancora morto. Poter percepire il suo respiro ma nient'altro oltre di esso non fu poi una grande perdita: si era separato volentieri dagli assordanti rumori della battaglia, dall'incessante scroscio della pioggia e persino dalla fatica e dalle insistenti fitte alla schiena. Esse si erano tramutate in un ronzante fastidio alle spalle, al bacino, alla nuca e ai gomiti, che sentiva sempre più freddi, scomodi e doloranti. Era lo stesso malessere di un insonne che cerca invano una posizione che concigli il sonno, o il dolore sordo di un uomo rimasto troppo tempo piegato su una scrivania. Si girò su di un fianco, sfuggendo a quella forza che pareva volerlo schiacciare a terra, e si accorse quindi di essere disteso sopra un pavimento: assi di legno freddo e umido, dure come pietra ma puzzolenti come cibo rancido.
   Alzò immediatamente lo sguardo, senza concedersi il tempo di formulare delle domande, e lasciò che gli occhi si unissero all'incredulità degli altri sensi e che confermassero ogni sua intuizione. La fredda luce che filtrava con mestizia dalle finestre illuminava a malapena il grosso stanzone dal soffitto basso. C'erano tavoli e panche disposti alla rinfusa, un monolitico bancone, un caminetto di pietra spento da molto tempo e una massiccia rampa di scale, tutto dello stesso colore scuro che pareva sfuggire a quei raggi bianchi e senza gioia alcuna. Era una luce tristemente artefatta, come quella di un dipinto senza sole. In quel luogo così oscuro il cantastorie si sentiva ormai lontano dal colosso armato di tela e pennello, lontano anche dai suoi compagni e dal pericolo imminente, ma nonostrante ciò gli era rimasto addosso un insopportabile senso di inquetudine e timore. Ogni dettaglio era sinistro almeno quanto la torre e la sua prole demoniaca, anche se il silenzio gelato non aveva nulla a che vedere con il fragore infernale dello scontro. In un primo momento aveva immaginato di essere solo, ma poteva esserne sicuro? Fuori da quella che pareva essere una locanda cominciò a soffiare un vento impietoso, che ululava come un branco di lupi e faceva scricchiolare il legno del tetto in modo sgradevole. Quei rumori bastarono al bardo che, chiuso nella stanza buia e sconosciuta, si aspettava di vedere qualche altra mostruosità scendere dalle scale da un momento all'altro. Era sempre stato un inguaribile codardo e, nonostante negli ultimi tempi avesse imparato a tenere a bada questo lato della sua personalità, quando restava da solo esso prendeva il sopravvento. Avere qualcuno accanto a lui - un possibile alleato contro il nemico comune - lo rassicurava e lo spronava a non fuggire, ma era ancora troppo insicuro per contare solo e soltanto su se stesso.
   Rimase immobile parecchi secondi, respirando a fatica l'aria stantia e tombale, e cercando di ricordare in che modo fosse giunto fin lì. Era sicuro di non aver mai perso conoscenza da quando l'oscurità aveva avvolto la base della torre, e di essere sempre rimasto vigile. Era strano inoltre come le sue ferite fossero guarite in modo quasi miracoloso, e come la fatica fosse scivolata via con il dolore: che si trattasse di un altro sporco tranello della Torre? Non si sarebbe stupito di una cosa del genere. Si rifiutava di credere che avessero perso la loro battaglia, ma d'altra parte ricordava che il golem era rimasto in piedi dopo il loro attacco, prima che cominciasse a dissolversi in una nube color della pece. Gli altri tre mostri erano caduti, o avevano trionfato sull'esercito della Regina? Vinto o perso, una cosa era sicura: la guerra era ormai finita. E questo per Taliesin significava che di nuovo avrebbe dovuto combattere per la sua vita e non per gli altri, senza esempi di valore a cui ispirarsi, codici da seguire ma nemmeno compagni a cui badare.
   Fu inutile negarlo, dal momento che si era ripromesso di non ingannarsi più: aveva una paura profonda e immotivata di quel luogo che avrebbe dovuto essere così famigliare a uno come lui. L'istinto gli urlava di uscire, e di farlo in fretta, quindi si rialzò con un salto, facendo tremare le assi sotto i suoi piedi. A testa bassa e con passo incerto attraversò la sala, tenendosi il più lontano possibile dalle scale e procedendo diritto verso la porticina. Non si mise a correre, ma fu sul punto di farlo: spesso capita che, un attimo prima di sfuggire alle tenebre, un brivido più profondo degli altri ti percorra la schiena, quasi come se l'oscurità si diverta ad accarezzarti in una sorta di ultimo, terrificante saluto. Taliesin percepì davvero qualcosa di concreto alle sue spalle ma non si voltò, anzi accelerò il passo e per poco non si scagliò sulla porta ancora chiusa. Girò in fretta la maniglia e si catapultò fuori.


   Fece però un passo di troppo, scivolando sulla neve e ruzzolando giù da un breve pendio. Smarrito nell'intensa e fredda luce riflessa dal manto nevoso, non capì nulla di quel che stava succedendo, finché non arrestò la sua corsa schiantando la schiena su una superficie dura e liscia, che parve spezzarsi dopo il colpo. Il bardo non provò dolore e rimase lucido, tanto che intuì subito di essere sopra uno strato di ghiaccio, e fu lieto che l'acqua gelata sotto di esso non lo avesse inghiottito. Scivolò di lato con cautela, e risalì i pochi metri della discesa innevata facendo attenzione a dove metteva i piedi. Si chiuse poi nel bel mantello per sfuggire ai morsi del freddo, e una volta giunto di nuovo sull'uscio della locanda, appena sotto alla cigolante e rovinata insegna di ferro battuto, poté calmarsi e tirare un sospiro di sollievo. Ebbe anche il tempo di dare un'occhiata all'edificio e a ciò che lo circondava, e rimase sconvolto dalla sublime immensità di quel paesaggio. I contorni dei monti erano incredibilmente vividi, come in una pittura ad acquaforte. Quel confine tracciato tra il bianco delle vette ed il cielo colmo di candide nuvole si estendeva a perdita d'occhio in tutte le direzioni, racchiudendo ogni cosa, e poi scendeva lentamente fino ad abbracciare la piccola superficie ghiacciata ed incredibilmente azzurra, come se riflettesse il cielo, ma privo delle nuvole che in quel momento lo coprivano. La locanda sorgeva al centro di tutto quanto, ed era come se i monti, il lago ed il cielo si estendessero partendo da essa, in una straordinaria esplosione di immense vastità nelle quali lo sguardo del musicista non smetteva di perdersi.
   Respirare quell'aria così fresca rese Taliesin un po' più tranquillo e apparentemente un po' meno intrappolato, ma ben presto quel fallace senso di libertà si trasformò in una sensazione di prigionia ancora più acuta. Era infatti come se il mondo circostante gravitasse attorno alla locanda in un vortice di bianchissimo nulla, che pareva volerla seppellire al centro del mondo. Impossibile intuire da quei pochi dettagli in quale luogo si fosse cacciato, ma era ovvio che non avrebbe mai potuto attraversare quelle cime così impervie senza rischiare la vita. Sapeva che non avrebbe trovato sentieri o passi, ma soltanto una serie ripide vette spazzate dal vento, precedute da interminabili vallate, che chiudevano la locanda e il lago in uno scrigno paradossalmente angusto. Faceva un freddo insopportabile, ed il vento disperdeva gli sbuffi grigi che si levavano dal camino. Fumo? si domandò il bardo, sorpreso come non mai. Diede un'ultima occhiata a quel paesaggio così selvaggio e inospitale, e cominciò a desiderare un tetto sopra la testa. Quel bianco accecante era ben peggiore delle tenebre che si annidavano negli angoli del locale. Scrollò via la neve attaccatasi al mantello e rientrò nella locanda senza alcun indugio.


   La locanda Fine del Mondo gli parve un luogo completamente diverso da quello che lo aveva accolto così poco amorevolmente poco tempo prima. Le fiamme del caminetto risplendevano in modo così gioioso da fargli scordare qualsiasi dubbio sul come esse si fossero accese all'improvviso. La calda luce del fuoco scacciava ogni reflusso di tenebra, e trasformava le pareti di legno scuro e freddo, che prima erano una prigione o quasi una tomba, in accoglienti protezioni dal freddo vento dell'esterno. Nonostante la stanza fosse ancora completamente vuota, c'era una strana vitalità in essa, che accese in Taliesin una profonda nostalgia. In fondo era proprio la locanda il luogo dove un musicista viaggiatore come lui amava di più passare le serate e le notti, dopo estenuanti giornate di viaggio. E negli ultimi tempi aveva avuto poco tempo per essere se stesso, con tutte le responsabilità di cui si era fatto carico.
   Accese il mozzicone di una candela di sego che aveva in tasca e salì al piano di sopra. Percorse un corridoio e sbirciò in una mezza dozzina di stanze; trovò una soffitta vuota e polverosa sotto il tetto spiovente. Entrò anche nella cucina dietro il bancone e il magazzino. Era tutto perfettamente normale, come in una tipica locanda. Nonostante ci fosse qualcosa di misterioso che permeava in tutto l'edificio, non sembrava più un luogo tanto malvagio, frutto della crudeltà Velta o frammento di un incubo ben più grande. Anzi, pareva l'esatto contrario. Forse si trattava della sua immaginazione, ma a volte gli pareva di udire il caotico vociare dei commensali, oppure melodie di allegre gighe. Ricordava senza fatica il profumo dello stufato e anche quello della birra annacquata. Gli sembrava, insomma, di essere da qualche altra parte del mondo, e non in una locanda vuota e sperduta in mezzo alla desolazione più vasta. Non un incubo, dunque, ma quasi un sogno. Era di nuovo immerso in un'illusione, come tanto tempo prima nel bel mezzo del Gwathlaiss, o ancora prima quando Velta lo aveva chiamato per la prima volta?
   Il bardo avrebbe voluto indagare ancora un po', dando risposte a quei suoi dubbi, ma i suoi occhi si incantarono davanti al camino scoppiettante, e cominciarono a scorgere immagini gioiose di gente che scherza, forse ricordi di un passato non molto lontano. A quel punto altri rumori bruschi lo svegliarono da quel sogno ad occhi aperti, riportando i suoi cinque sensi alla realtà: fu il cigolio di una porta che si apre, l'ululato del vento che entra e che fa baluginare le fiamme, fu il pesante rumore di stivali sul pavimento di legno, ed il respiro pesante di uno sconosciuto. Si voltò, pronto al peggio: abiti neri, volto celato, lunga spada al fianco. Chiuse la porta con un gesto deciso, e in quel momento una figura spettrale prese forma dall'altra parte dello stanzone. Erano giunte, infine, le Ombre.
   «Andatevene!» ruggì Taliesin, restando vicino al fuoco e allungando la mano destra fino all'impugnatura di Fabula, ma senza sfoderarla. Non voleva saperne niente di loro, desiderava semplicemente che scomparissero. Mise bene in mostra il cinturone con le Vene, ma comprese che non poteva aspettarsi un immediato lieto fine.



   

Condizioni generali
Stato fisico - illeso
Stato mentale - lleso
CS - 6 (2 astuzia, 2 intelligenza, 2 destrezza)
Energia - 100/100

Equipaggiamento
Itinerante, arma difensiva, mantello di panno rinforzato.
Fabula, arma bianca, acciaio, 48 cm di lama, 15 cm di impugnatura.
Pistola ad avancarica, arma da fuoco piccola, cinque colpi per giocata.
Pugnale celato, arma bianca, acciaio, 15 cm di lama, legata all'avambraccio sx.
Vene di Pietra, set di armi da lancio, materiale sconosciuto - venti unità per giocata. [18/20]
Fuliggine, Biglia fumogena, oggetto dell'erboristeria.
Erba rigenerante, oggetto dell'erboristeria, se applicata su armi od oggetti danneggiati funziona come una cura dell'equipaggiamento.
Erba rinvigorente, oggetto dell'erboristeria, se assunta rigenera il 5% della riserva energetica.
Miscela logorante, oggetto dell'erboristeria, se applicata ad un'arma, per due turni gli attacchi fisici disperderanno complessivamente il 5% dell'energia nemica a turno.
Corallo, oggetto dell'erboristeria, se utilizzato conferirà un CS ai riflessi e un CS alla concentrazione per due turni di gioco.
Rubino, oggetto dell'erboristeria, se utilizzato conferirà due CS al vigore e due CS all'agilità per un solo turno di gioco.
Il Flauto della Palude Nera, oggetto generico, strumento musicale.
Il Flauto di Cenere, artefatto, strumento musicale.
Eclettico, Tomo magico; Tomo furtivo; Cristallo del talento.
Abile, diamante, 1 CS in destrezza (x2 unità).

Abilità passive
Ostinato, passiva razziale umana, non sviene sotto il 10% delle energie.
Fascinoso, abilità personale, aura psionica passiva di fascino.
Fumo e Specchi, dominio illusionista, passive di primo, secondo e terzo livello: le illusioni non necessitano di vincoli fisici, come il movimento e la voce, per essere castate; possibilità di modulare tono, volume e punto di provenienza della propria voce a piacimento; fintanto che un’altra illusione è attiva, come effetto aggiuntivo anche l'aspetto del caster può essere modificato a proprio piacimento, nonostante rimanga una semplice illusione.
Mente Impenetrabile, pergamena comune, classe mentalista. Difesa psionica passiva.
Intonazione, "Amuleto dell'auspex" (oggetto dell'erboristeria). Auspex passivo basato sull'udito.
Polvere, abilità personale passiva. In combattimento Taliesin può sprigionare la polvere, infastidendo i suoi bersagli e portandosi in leggero vantaggio; fuori da esso gli utilizzi dell'abilità possono essere tra i più disparati e scenografici.
Itinerante, "Nessuno farà domande a chi si nasconde allo sguardo della gente", passiva: qualora lo desiderasse, il mantello potrà celare sotto di esso le aure, proteggendole da auspex passivi.
Vene di Pietra, il possessore di una delle Vene sarà noto in tutte le terre come uno dei cacciatori che più ha abbattuto nemici del Sorya, e che più è sopravvissuto all'Edhel infido, rimanendo anonimo e irriconoscibile sino a che non paleserà la Vena.
Il Flauto di Cenere, razza selezionata: umana; razza scartata: avatar. La razza selezionata subirà danni aggiuntivi dalle tecniche dell'artefatto, come specificato in esse; quella scartata sarà immune ai poteri del flauto.

Abilità attive
/
/


Riassunto
Ho provato a rendere lo specchietto ancora più essenziale di prima, ma non c'era molto che io potessi fare. Spero che questa nuova veste, un po' più colorata, lo snellisca senza comprometterne la chiarezza. Ci tengo a precisare che tenere diciotto Vene di Pietra invece che venti è una scelta di coerenza, un piccolissimo malus autoinflitto per via dell'uso che vorrei farne durante il torneo, e non un errore di aggiornamento. Quando Kel entra appare anche il servo, e Taliesin scambia entrambi per delle Ombre. Fai reagire il servo come vuoi, non ho grosse preferenze.
Il post è lunghetto, ma non è una lunghezza immotivata. Inoltre l'ho scritto con una nuova consapevolezza e ne vado realmente fiero, anche se non per un motivo particolare. Spero piaccia, e non sto qui a spiegarlo in ogni sua parte. Credo sia comprensibile lo stato d'animo del bardo, sballottato dagli eventi e piuttosto agitato. È vicino al caminetto.
Player killing off. Buon duello! (:


Edit: Gwathlaiss, non Gwatlaiss. Pardon.


Edited by Hole. - 13/6/2014, 20:23
 
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.Azazel
view post Posted on 16/6/2014, 11:42




Ad Extirpanda
La locanda ai confini del Mondo, Atto II
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Le fiamme nel caminetto danzavano sinuosamente, aggrovigliandosi, abbracciandosi e fondendosi, dando vita ad uno spettacolo che donava accoglienza e ristoro ai viaggiatori stanchi ed infreddoliti. La locanda stessa, benché spoglia, riusciva a lenire come un balsamo le fatiche dovute al muoversi in lande ghiacciate e ben poco ospitali per gli esseri viventi come quella in cui si era ritrovato lo stregone.
Come tutte le cose belle e piacevoli, anche quelle sensazioni di calma e serenità durarono ben poco.
L'essere d'ombra che gli aveva indicato la locanda pochi minuti prima era tornato, materializzandosi dall'altra parte della stanza, mentre vicino al focolare la figura di un ragazzo dai lineamenti delicati e gli occhi di giada voltò il capo in direzione dei nuovi giunti, visibilmente preoccupato.

« Andatevene! »
Aveva ruggito il ragazzo dalle vesti sgargianti e stravaganti in direzione dello stregone e dello spirito silente che lo aveva portato sin lì. La risposta di Kel fu quella di volgere lo sguardo verso la spettrale presenza che, come un simulacro solenne, se ne stava in piedi, in fondo alla stanza, spettatore senza volto di ciò che sarebbe successo di lì a poco. Alla vista del ragazzo e dell'essere tornarono con violenza le sensazioni che provò quand'era a faccia in giù nella neve, stordito e confuso, turbato e perduto. La volontà vacillò, la sua identità con essa: si guardò le mani e notò che oltre al tipico grigiore della sua pelle, stavano perdendo consistenza, divenendo quasi trasparenti e immateriali. Il cuore gli piombò in gola e la paura lo attanagliò senza lasciargli scampo: non voleva scomparire.
Non voleva svanire.
Desiderava continuare ad esistere.
Si passò la destra sulla fronte e solo in quel preciso momento si accorse di essere madido di sudore, se non altro aveva compreso cosa indicava la figura umanoide che gli diede il benvenuto in quelle terre dimenticate dagli dèi.
La compresenza su quel piano dimensionale non poteva sussistere e lo spettro, indicando col braccio, non voleva accennare alla locanda, bensì al suo occupante.
La sua controparte, o lui o l'altro, nessuna alternativa; la presenza di uno faceva barcollare e metteva in dubbio l'esistenza dell'altro. Tale nuova legge universale, designata forse da Velta stessa, obbligava due persone a combattersi solo per stabilire chi dei due avesse più diritto ad esistere, a non venir gettato nell'oblio definitivo.
Era entrato in un gioco più grande di lui e non vedeva l'ora di uscirne e tornarsene a Taanach, o magari a Neirusiens, l'unica cosa di cui era certo era il desiderio di tornare alla normalità e non di vivere secondo dopo secondo nell'incertezza di poter scomparire da un momento all'altro, una volte per tutte. L'istinto di conservazione ebbe la meglio: il ragazzo presente nella locanda non lo conosceva e obbiettivamente non gli aveva arrecato alcun fastidio, il problema principale era che esisteva.

« Non posso andarmene. »
Disse con tono colmo di sconforto e amarezza.
Avrebbe girato i tacchi con piacere e se ne sarebbe andato via ma non poteva. Le regole che governavano quel nuovo mondo erano mutate rispetto le precedenti, costringevano coloro che ci vivevano ad elargire un tributo di sangue e come giudice supremo di tale volontà vi era il silente e tetro essere dai lineamenti indecifrabili e dalla natura incomprensibile.
Non sarebbe svanito nel nulla come un amaro ricordo o un doloroso incubo.
Sfoderò Neracciaio in tutta la sua temibile bellezza e la strinse con entrambe le mani poi si lanciò sull'altro, correndo e scansando tavoli e sgabelli, colmando con rapidità la distanza che lo separava da colui che gli fiaccava letteralmente l'esistenza.
L'avrebbe colpito alle gambe sfruttando il piatto della spada, eseguendo un movimento orizzontale dall'esterno verso l'interno, precisamente da destra verso sinistra, atto a colpire l'arto inferiore sinistro del ragazzo. Indipendentemente dal primo attacco - che fosse andato a buon fine o meno non aveva importanza, era stato utilizzato più per saggiare la reattività e le difese nemiche - la seconda offensiva si sarebbe rivelata quella maggiormente insidiosa: con la subdola magia degli inganni gli avrebbe fatto credere di volerlo colpire tramite un affondo al ventre e tale azione si sarebbe manifestata e ricreata nella mente del bersaglio; nella realtà, invece, avrebbe cercato di ferirlo con un fendente trasversale e ascendente al petto, in grado di aprirgli uno squarcio tale nella carne da metterlo al tappeto in un colpo.
La misericordia e la benevolenza non erano contemplate in quell'angolo di mondo.
La lotta alla sopravvivenza era un potere pulsante, bestiale, vivo, insito in tutte le creature viventi e nemmeno le emozioni più intense sarebbero riuscite a domarlo.
Il sangue dell'altro era la moneta di scambio per la propria vita.


Kel'Thuzak
il Mezzanima

CS 5 ~ Forza 1 - Destrezza 2 - Intelligenza 2

~ Basso 5% ~ Medio 10% ~ Alto 20% ~ Critico 40% ~

Energia: 100% - 5% - 5% = 90%
Status Fisico: Indenne.
Status Psicologico: Indenne.

Equipaggiamento in uso

Neracciaio__ In uso.
Silentium__ Inutilizzata. [º º º º º]


Abilità in uso

arcanus__L'anima corrotta di Kel, scissa in due tra spada e corpo, ha fatto sì che Neracciaio acquisisse un potere in grado di distinguerla dal resto delle armi comuni: il potere della sua anima racchiusa in questa spada è in grado bruciare e ustionare. L'arma infliggerà danno come il riflesso della propria anima tant'è che oltre al danno fisico arrecherà un danno legato all'elemento Fuoco, non pregiudicherà in alcun modo la regolamentazione sugli attacchi fisici e le Capacità Straordinarie; il danno totale inflitto dagli attacchi fisici non cambierà in alcun modo, ne verrà solo caratterizzata l'entità aggiungendovi proprietà elementali. L’arma, come una creatura viva e senziente, si plasmerà sulla figura del possessore assecondando la sua indole, vettore della sua anima. Da questo momento in poi essa vibrerà di energia propria, liberando una malia psionica di tipo passivo, sottoforma di terrore e paura, che influenzerà chiunque sarà abbastanza vicino da percepirla. Inoltre Kel, raggiunto il 10% delle energie, non sverrà, come invece potrebbe succedere a qualsiasi altro membro di un'altra razza. Ciò però non significa che non sarà stanco raggiungendo il 20% e non morirà raggiungendo lo 0%.
{Passiva Lvl.1 e 2 Artigiano + Razziale Umana}

tutum iter__La tecnica ha natura magica. L'abilità non ha potenza e concede i propri benefici passivamente, sempre funzionanti nel corso di una giocata. Il personaggio diviene in grado di camminare e reggersi su qualsiasi superficie, sia essa avversa a lui e alla gravità (come una parete o un soffitto), sia essa liquida (acqua, ad esempio) o aeriforme (camminare sull'aria). Non sarà affetto in alcuna maniera da correnti d'aria o sbilanciato da onde nell'acqua, e potrà camminare tanto agilmente nell'aria quanto lo farebbe sulla terraferma, il tutto non alterando in alcuna maniera la sua agilità o la velocità con la quale si muove normalmente - rendendolo di fatto né più veloce né più lento del solito. {Pergamena Sostegno - Ladro}

mysticus__Il prescelto dei guerrieri stregoni di Kolozar Dum è stato dotato inconsapevolmente, da quest'ultimi, del dono della magia, ma non magia comune bensì qualcosa di molto più potente e in grado di far impallidire i migliori maghi esistenti. Poter contare ogniqualvolta su una fonte di potere sempre maggiore rispetto a chi si ha di fronte è una capacità che molti vorrebbero e che Kel possiede dopo essere tornato alla vita. In termini di gioco la tecnica ha natura Magica e avrà sempre effetto. Ogni volta che il proprio avversario utilizza una tecnica di natura magica, per la durata di quel turno Kel guadagna 2 CS in Intelligenza.
{Pergamena Discendenza Arcana - Mago}


Attive Utilizzate

unbalance__La tecnica ha natura fisica, consumo Basso. Tramite l'uso delle proprie gambe, di un arma, o di un qualunque strumento adatto allo scopo, il caster colpirà le gambe del proprio avversario infliggendo un danno Basso al fisico e facendolo cadere a terra, ponendosi quindi in vantaggio per una qualunque azione successiva.
{Pergamena Colpo Basso - Mentalista}


inlusio__La tecnica ha natura fisica, consumo Basso. Il caster genera una visione, l'impressione di un veloce movimento che distrae il nemico, confondendone la vista e generando l'illusione di un'offensiva che non arriverà. Il bersaglio avrà dunque l'impressione di essere attaccato indipendentemente dalle reali azioni compiute dall'utilizzatore. Nonostante la tecnica abbia natura fisica, conta come un'offensiva psionica di potenza Bassa che lascia un danno Basso alla mente della vittima.
{Pergamena Disorientare - Mentalista}

Resoconto: dopo una breve presa di coscienza su tutto ciò che stava accadendo, Kel decide di partire all'attacco, spada in pugno. Tenta di colpire Taliesin con una spazzata atta a colpire l'arto inferiore sinistro, arrecargli danno e far perdere l'equilibrio, dopodiché sarebbe giunto il vero attacco: tramite l'uso di "Disorientare" del Mentalista cerca di ingannare il bardo facendogli credere che il prossimo attacco sarebbe stato un affondo mentre in realtà avrebbe cercato di colpirlo con un fendente obliquo dal basso verso l'altro diretto al petto.
Spero sia tutto chiaro, a te la penna Hole ^^



 
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view post Posted on 18/6/2014, 09:22
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AD EXTIRPANDA

- UNIA -

one, two, three, four
what the hell are we fighting for, now?



   Taliesin rimase intrappolato in quella ragnatela di sguardi ed espressioni. Il cavaliere ammantato di nero davanti alla porta, l'ombra senza volto nell'angolo della stanza ed il bardo ancora tremante accanto al fuoco erano i vertici di quel triangolo immaginario, tracciato da chissà quale mente senza scrupoli. Percepì subito le ritrosie dell'uomo, e venne anch'egli turbato dallo sguardo senza occhi dell'essere scuro: immobile e silenzioso, pareva un semplice spettatore di quel fortuito incontro in quel luogo, ai confini del mondo - una coincidenza davvero troppo inspiegabile perché potesse essere scambiato per un semplice scherzo del Fato. Non aveva modo di verificarlo, ma Taliesin era sicuro che tutti e tre in quella stanza si sarebbero trovati d'accordo arrendendosi all'evidenza, cioè che quando c'era di mezzo Velta, allora nulla accadeva mai per caso. Probabilmente erano tutti quanti vittime della stessa sciagura, ed il bardo ne fu ancora più convinto dopo le meste parole dell'uomo alla porta. Pareva sapesse qualcosa in più di lui, ma non comprese ancora precisamente che cosa. Non posso andarmene, aveva detto: la rassegnazione nel suo tono non prometteva nulla di buono, e già il musicista cominciò a temere a che punto essa avrebbe condotto.
   Il bardo era ormai avvezzo a farsi molte domande destinate però a non ricevere risposta alcuna, ma proprio a quel punto ebbe un'intuizione improvvisa che gli risparmiò molti grattacapi. Da come lo straniero aveva fissato la figura indefinita non appena aveva messo piede nella stanza, ovvero con meno meraviglia e più serietà di quanto Taliesin o chiunque altro avesse fatto, sembrava che essa non fosse a lui del tutto estranea. Forse aveva persino qualcosa a che fare con il suo arrivo così imprevisto lì, in mezzo al nulla più assoluto. Erano solo congetture costruite su ipotesi pericolanti, ma più fissava il volto vacuo di quell'entità così misteriosa, più si convinceva che essa non fosse lì per fare del male - il contrario, con il suo profilo evanescente sembrava in qualche modo estranea a quel nuovo mondo colorato da tinte così vivide. Avrebbe avuto serie difficoltà a spiegare la strana e istintiva sensazione di intesa con essa, che però non era ancora abbastanza profonda per annullare la normale diffidenza di Taliesin verso ogni cosa che destava in lui dubbi e timori, una reazione dovuta per lo più alla sua rinnovata codardia.
   Passarono soltanto alcuni secondi, in cui ci fu solo lo scoppiettare del caminetto unito ai respiri dei due uomini. Poi i timori di Taliesin su ciò che sarebbe successo si rivelarono fondati.


   L'uomo sfoderò con solennità degna di un sovrano la sua lunga spada, crepitante di fiamme vivaci, e caricò il ragazzo travolgendo le panche e i tavoli che lo intralciavano. Evidentemente aveva sentito la necessità di combattere, obbedendo a quell'istinto di conservazione che cominciava a prendere piede anche nella coscienza di Taliesin. Ecco a cosa portava una così drammatica presa di coscienza sul ruolo di Velta in ogni risvolto di quella spiacevole trama: a un altro sanguinoso carosello di violenza immotivata, come era già successo in passato. Non era la prima volta che il bardo veniva risucchiato in quel vortice di sangue, e del suo combattimento con la donna pirata di molto tempo prima aveva ricordi vaghissimi, frammentari e poco chiari, come se tutto quanto fosse stato poco più di un sogno. Si era battuto, quella volta, per evitare che la sua volontà venisse spazzata via: poteva essere stato attirato di nuovo in una trappola del genere? O meglio, poteva in qualche modo escludere che si trattasse di una follia simile a quella?
   Recuperò il pugnale dalla manica e si preparò ad assecondare l'impeto della carica, per non restare travolto.
   Si rese subito conto dell'abilità dell'uomo nel brandire la sua bella spada, lunga, affilata e di un nero incredibilmente profondo, anche se coperto da vivide lingue di fuoco, che la rendevano ancora più minacciosa del normale. Alla fine di quella corsa menò una spazzata col piatto della lama, che colse il bardo di sorpresa, e che di conseguenza non era pronto a fronteggiare: provò ad evitarla con un salto all'indietro, ma l'acciaio incandescente lo colpì alla polpaccio quando era ancora a mezz'aria. Rovinò a terra in modo penoso, ma si volse subito a pancia in su, tenendo il pugnale ben teso davanti a sé e appoggiando l'altra mano al pavimento. Le gambe si dimenarono per farlo indietreggiare, ma alle sue spalle c'era la parete di legno a tagliare ogni via di fuga. Senza concedere un attimo di respiro il cavaliere preparò un secondo colpo, ma il bardo si accorse subito che qualcosa non quadrava. Fu l'orecchio da musicista a salvargli la pelle: il rumore incongruo degli spallacci dell'armatura e il suono della lama che fende l'aria erano diversi da quanto gli occhi volevano fargli credere. Quel dubbio bastò a convincerlo che non stesse preparando un vero affondo, ma che fosse invece uno di quegli sporchi trucchi degni della peggior canaglia. La padronanza in materia di inganni e il suo udito sopraffino gli permisero di concentrarsi a dovere, vanificare quella fastidiosa illusione e assecondare il vigoroso fendente semplicemente ruzzolando di lato, allontanandosi dalle fiamme sia del caminetto, sia della spada maledetta. L'iniziale felicità di aver evitato un attacco così insidioso fece posto all'amara consapevolezza che i poteri di quell'uomo non si limitavano a qualche goffo fendente intralciato dall'armatura, ma che arrivavano fino alle arti magiche più pericolose e difficili da fronteggiare. Guerriero e incantatore: non per niente gli stregoni come lui erano temuti e rispettati in tutto il continente, e popolavano persino molte fiabe.


   Il bardo si drizzò in piedi, e in un istante seppe cosa fare. Recuperò con la mancina la miscela alchemica di cui tanto andava fiero, mentre tese in avanti la destra armata col pugnale, e con lei distese tutto il corpo. Si mosse come aveva visto fare da uno spadaccino del sud, coinvolto in una schermaglia da qualche parte nel continente, qualche anno prima. Nella memoria del bardo tutto quanto era ormai sbiadito, ed erano rimaste impresse soltanto le sue gesta: il duellante era riuscito a tener testa ad almeno una dozzina di manigoldi col solo aiuto del suo stocco, e quella danza aveva affascinato ed entusiasmato i pochi spettatori sin dal primo istante.
   Agì facendo affidamento ai ricordi: si esibì in un rapido passo laterale per confondere e aggirare le difese nemiche, poi colpì con rapidità laddove lo spallaccio sinistro del cavaliere si agganciava con la placca frontale della sua armatura. Grazie alla concentrazione e all'improvviso sforzo, il colpo sarebbe stato quasi una saetta, in tutto e per tutto simile al morso di una biscia che poi subito si ritrae, e si sarebbe rivelato temibile proprio per rapidità e precisione eccezionali. Gli avrebbe mostrato che persino un piccolo pugnale, nelle mani giuste, poteva rivelarsi ancor più letale della spada più grande e minacciosa - nonostante la sua dimostrazione restasse una sgangherata imitazione di combattenti abili sul serio.
   Con un gesto deciso infranse la piccola boccetta colma di veleno sulla cortissima lama e lasciò cadere a terra i frammenti di vetro. Prima ancora che essi toccassero il legno del pavimento, la sua mano aveva già afferrato Itinerante, scrollandolo davanti a sé e rilasciando una piccola ma densa nube di polvere rossiccia. Il pugnale vibrò ancora, questa volta verso il basso, ed il colpo assomigliò più alla puntura di un insetto: crudele ed avvelenata. Avrebbe colpito la coscia, e probabilmente in quel punto il veleno avrebbe fatto effetto ancora più in fretta. Il mantello rosso si richiuse come un sipario, mentre Taliesin tornava a celarsi sotto di esso.
   «Tu conosci il perché di tutto questo» disse il guitto con tono deciso e severo. Lanciò una fugace occhiata all'Ombra, che era rimasta attenta e immobile per tutto il tempo, e si convinse ancora di più che essa avesse un ruolo fondamentale in tutto quanto. «Per cosa diavolo stiamo combattendo?»





Condizioni generali
Stato fisico - 15/16
• danno basso da contusione al polpaccio sinistro
Stato mentale - llleso
CS - 6 (2 astuzia, 2 intelligenza, 2 destrezza)
Energia - 75/100 (-5, -20)

Equipaggiamento
Itinerante, arma difensiva, mantello di panno rinforzato.
Fabula, arma bianca, acciaio, 48 cm di lama, 15 cm di impugnatura.
Pistola ad avancarica, arma da fuoco piccola, cinque colpi per giocata.
Pugnale celato, arma bianca, acciaio, 15 cm di lama, legata all'avambraccio sx. (in uso)
Vene di Pietra, set di armi da lancio, materiale sconosciuto - venti unità per giocata. [18/20]
Fuliggine, Biglia fumogena, oggetto dell'erboristeria.
Erba rigenerante, oggetto dell'erboristeria, se applicata su armi od oggetti danneggiati funziona come una cura dell'equipaggiamento.
Erba rinvigorente, oggetto dell'erboristeria, se assunta rigenera il 5% della riserva energetica.
Miscela logorante, oggetto dell'erboristeria, se applicata ad un'arma, per due turni gli attacchi fisici disperderanno complessivamente il 5% dell'energia nemica a turno. [utilizzata, turno 1 di 2]
Corallo, oggetto dell'erboristeria, se utilizzato conferirà un CS ai riflessi e un CS alla concentrazione per due turni di gioco.
Rubino, oggetto dell'erboristeria, se utilizzato conferirà due CS al vigore e due CS all'agilità per un solo turno di gioco.
Il Flauto della Palude Nera, oggetto generico, strumento musicale.
Liuto di Luke Mannersworth, oggetto generico, strumento musicale.
Il Flauto di Cenere, artefatto, strumento musicale.
Eclettico, Tomo magico; Tomo furtivo; Cristallo del talento.
Abile, diamante, 1 CS in destrezza (x2 unità).

Abilità passive
Ostinato, passiva razziale umana, non sviene sotto il 10% delle energie.
Fascinoso, abilità personale, aura psionica passiva di fascino.
Fumo e Specchi, dominio illusionista, passive di primo, secondo e terzo livello: le illusioni non necessitano di vincoli fisici, come il movimento e la voce, per essere castate; possibilità di modulare tono, volume e punto di provenienza della propria voce a piacimento; fintanto che un’altra illusione è attiva, come effetto aggiuntivo anche l'aspetto del caster può essere modificato a proprio piacimento, nonostante rimanga una semplice illusione.
Mente Impenetrabile, pergamena comune, classe mentalista. Difesa psionica passiva.
Intonazione, "Amuleto dell'auspex" (oggetto dell'erboristeria). Auspex passivo basato sull'udito.
Polvere, abilità personale passiva. In combattimento Taliesin può sprigionare la polvere, infastidendo i suoi bersagli e portandosi in leggero vantaggio; fuori da esso gli utilizzi dell'abilità possono essere tra i più disparati e scenografici.
Itinerante, "Nessuno farà domande a chi si nasconde allo sguardo della gente", passiva: qualora lo desiderasse, il mantello potrà celare sotto di esso le aure, proteggendole da auspex passivi.
Vene di Pietra, il possessore di una delle Vene sarà noto in tutte le terre come uno dei cacciatori che più ha abbattuto nemici del Sorya, e che più è sopravvissuto all'Edhel infido, rimanendo anonimo e irriconoscibile sino a che non paleserà la Vena.
Il Flauto di Cenere, razza selezionata: umana; razza scartata: avatar. La razza selezionata subirà danni aggiuntivi dalle tecniche dell'artefatto, come specificato in esse; quella scartata sarà immune ai poteri del flauto.

Abilità attive
Autocontrollo. Ma non basta sfuggire a ciò che si ha davanti: spesso le minacce più subdole non prendono di mira il corpo. Anche la mente del bardo, però, è flessibile ed inafferrabile al pari del fisico: questo grazie soltanto alla sua straordinaria forza della personalità, in grado di imporsi saldamente ad ogni minaccia, con la giusta concentrazione. [Autocontrollo, pergamena ultima, classe mentalista. Natura psionica, consumo variabile. Difesa da tecniche psioniche di potenza pari o inferiore al consumo speso] (consumo basso)
Colpo di grazia. Taliesin non si distingue di certo per via di una possente costituzione, o per una forza straordinaria: egli è abile con le armi per via della sua astuzia e della sua rapidità. Concentrandosi qualche istante, egli è in grado di sferrare colpi di una precisione incredibile e a gran velocità, che di conseguenza risulteranno pericolosamente potenti. [Colpo di grazia, pergamena ultima, classe mentalista. Natura fisica, consumo variabile. Tecnica offensiva che rende i colpi fisici non a distanza letalmente precisi e rapidi, infliggendo danno pari al consumo speso] (consumo alto)

Oggetto utilizzato
Miscela logorante. Pur non essendo un alchimista, il bardo non si tira indietro quando ha la posibilità di dilettarsi in miscugli ed esperimenti. La ricetta di questa speciale miscela è segreta, ma sembra che uno degli ingredienti fondamentali siano le stesse Stelle del Crepuscolo, marcite nell'acqua. Il suo principio è esattamente contrario, e va a privare delle energie a chiunque viene somministrato l'intruglio, spesso tramite il ferimento fisico. [Miscela logorante, oggetto dell'erboristeria, se applicata ad un'arma, per due turni gli attacchi fisici risucchieranno complessivamente il 5% di energia a turno]


Riassunto
Ed ecco il mio migliaio abbondante di parole, tanto per non annoiare troppo. Mi sto divertendo moltissimo a scrivere questa scena, chiedo perdono se spendo qualche parola in più del necessario.
Taliesin sottovaluta il Colpo basso: cerca di schivarlo normalmente ma lo subisce e cade a terra proprio vicino al caminetto, spalle al muro. Grazie al suo auspex uditivo e affidandosi alla pura intuizione si accorge che c'è qualcosa che non va nell'attacco sùbito seguente. Si difende dalla psionica Disorientare Autocontrollandosi, e riesce a schivare il colpo ruzzolando di lato, grazie al CS di differenza.
Si rialza e, adottando uno stile molto particolare - una sgangherata imitazione di duellanti visti tempo prima - usa la pergamena Colpo di grazia a consumo alto. Approfitta degli istanti subito seguenti per avvelenare il pugnale e menare un singolo affondo alla tua coscia sinistra, supportato però dal mantello (lo tiene davanti a sé per confonderti) e dalla polvere che si stacca dal tessuto proprio quando il pugnale saetta in avanti (si tratta della passiva Polvere che trovi qui sopra). Infine indietreggia e ti pone qualche domanda.
Tocca a te (:
 
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.Azazel
view post Posted on 20/6/2014, 14:42




Ad Extirpanda
La locanda ai confini del Mondo, Atto III
___ _ ___


~


Era riuscito a buttarlo a terra con il proprio impeto travolgente ma il ragazzo era tutt'altro che sprovveduto e ignaro di cosa volesse dire combattere. Evitò con agilità il meschino attacco perpetrato con l'inganno, riconoscendo la vera natura dell'offensiva dello stregone che, tramite l'utilizzo dell'insidiosa arte della magia della mente, aveva cercato di porre fine a tutto con un solo attacco: rivelatosi poi invano, Neracciaio lacerò il vuoto.
Il giovane era già in piedi, pronto ad attaccare e, rapido come una saetta, cercò di affondare il pugnale nello spazio privo di difese tra spallaccio e placca frontale di Kel. Ebbe appena il tempo di reagire facendo confluire, nella zona presa di mira dal colpo nemico, la propria magia ricoprendo con una patina grigiastra la carne. Le proprietà dell'acciaio avvolsero la parte offesa e la stilettata nemica provocò solo uno stridio metallico grattando su una superficie dello stesso materiale, lasciando così illeso il Mezzanima. Poi dovette far fronte all'inaspettato. L'altro afferrò il proprio sgargiante mantello e lo scrollò dinanzi a sé rilasciando nell'aria una nube di particelle rossicce, fastidiose e fini come granelli di sabbia rossastra, che costrinse lo stregone a portare la mancina dinanzi al volto e socchiudere gli occhi per qualche breve istante, evitando così di venir accecato.
Fu il primo degli errori.
Lo stratagemma del mantello fu utile per far calare la guardia di Kel mentre l'altro, completamente libero da ogni impedimento o fastidio, l'attaccò senza pensarci due volte. Una fitta improvvisa alla coscia sinistra gli attanagliò pensieri e ragionamenti facendogli provare solo il dolore più acuto. Si trattenne dal gridare avvertendo il freddo metallo fare breccia nella carne grigiastra, lacerare i tessuti e facendo sgorgare sangue dalla ferita.
La gamba cedette sotto il peso del corpo e il ginocchiò impatto contro il pavimento legnoso.

« Tu conosci il perché di tutto questo. »
La voce severa e minacciosa dell'altro era in cerca di risposte ma Kel non era in grado di fornirle a sé stesso, figuriamoci ad altri.
« Per cosa diavolo stiamo combattendo? »
Per diversi istanti Kel non rispose. Lo fissava, volto contorto in una smorfia di dolore ma incredulo sul quesito posto.
Come faceva a non capirlo?

« Sono l'unico ad avvertire la mia presenza sbiadire? »
Il tono era quello di una persona angosciata, che lottava contro un qualcosa di invisibile e impossibile da sconfiggere con armi e metodi convenzionali.
Sì, perché era di quello che si trattava. Ogni secondo, ogni respiro, ogni battito di cuore lo portava verso l'unica sensazione di perdere il contatto con la realtà, con il suo essere. Ma era possibile che l'altro non avvertisse tali scombussolamenti intestini di totale e oscuro oblio?
« Vedi quell'essere? » chiese indicandogli il punto in cui la spettrale presenza pareva scrutarli con iridi e volto invisibili, « Non ho la più pallida idea di chi o cosa sia, mi fece solamente intendere che dovevo recarmi qui. »
Utilizzando Neracciaio come un bastone si rimise in piedi cercando di ignorare il dolore pulsante all'arto sanguinante.
Probabilmente erano sensazioni che solo lui stava provando, quelle emozioni così aliene avevano intaccato solo la sua mente e di conseguenza era un arduo compito spiegare a terzi cosa stesse accadendo al suo organismo. Sarebbe stato come illustrare ed esporre un racconto ad un sordo.
Che Velta lo stesse mettendo alla prova?
Ma Velta esisteva? Il combattimento contro i guardiani mostruosi era reale?
Voleva forse farlo impazzire? Tormentandolo con dubbi incessanti sulla realtà o meno del mondo intero, di sé stesso?
Non pretendeva certamente che l'altro avvertisse le sue stesse emozioni o comprendesse l'ambiguità che permeava l'intera faccenda, voleva solamente trovare risposte ai martellanti quesiti che lo straziavano senza tregua.

« L'unica cosa di cui sono certo è che per porre fine a tutto questo e confermare la mia esistenza » esclamò, lasciandosi alle spalle il tono turbato di prima dando spazio a quello intimidatorio che caratterizzava la sua voce in quell'istante. Distese il braccio sinistro in avanti con il dito indice che puntava al ragazzo col pugnale, « devo cancellare la tua. »
Silenziosamente un pesante tavolo di legno iniziò a levitare nella stanza, alla destra del bersaglio, poi partì, schizzando in avanti, nella direzione indicata dallo stregone, come se un gigante invisibile l'avesse scagliato a piena potenza contro il nemico.
Contro colui che, con la sua semplice esistenza su quel piano dimensionale, minacciava la presenza stessa del goryano.


Kel'Thuzak
il Mezzanima

CS 5 ~ Forza 1 - Destrezza 2 - Intelligenza 2

~ Basso 5% ~ Medio 10% ~ Alto 20% ~ Critico 40% ~

Energia: 90% - 20% - 5% - 10% = 55%
Status Fisico: danno Medio (coscia sx).
Status Psicologico: Indenne.

Equipaggiamento in uso

Neracciaio__ In uso.
Silentium__ Inutilizzata. [º º º º º]


Abilità in uso

arcanus__L'anima corrotta di Kel, scissa in due tra spada e corpo, ha fatto sì che Neracciaio acquisisse un potere in grado di distinguerla dal resto delle armi comuni: il potere della sua anima racchiusa in questa spada è in grado bruciare e ustionare. L'arma infliggerà danno come il riflesso della propria anima tant'è che oltre al danno fisico arrecherà un danno legato all'elemento Fuoco, non pregiudicherà in alcun modo la regolamentazione sugli attacchi fisici e le Capacità Straordinarie; il danno totale inflitto dagli attacchi fisici non cambierà in alcun modo, ne verrà solo caratterizzata l'entità aggiungendovi proprietà elementali. L’arma, come una creatura viva e senziente, si plasmerà sulla figura del possessore assecondando la sua indole, vettore della sua anima. Da questo momento in poi essa vibrerà di energia propria, liberando una malia psionica di tipo passivo, sottoforma di terrore e paura, che influenzerà chiunque sarà abbastanza vicino da percepirla. Inoltre Kel, raggiunto il 10% delle energie, non sverrà, come invece potrebbe succedere a qualsiasi altro membro di un'altra razza. Ciò però non significa che non sarà stanco raggiungendo il 20% e non morirà raggiungendo lo 0%.
{Passiva Lvl.1 e 2 Artigiano + Razziale Umana}

tutum iter__La tecnica ha natura magica. L'abilità non ha potenza e concede i propri benefici passivamente, sempre funzionanti nel corso di una giocata. Il personaggio diviene in grado di camminare e reggersi su qualsiasi superficie, sia essa avversa a lui e alla gravità (come una parete o un soffitto), sia essa liquida (acqua, ad esempio) o aeriforme (camminare sull'aria). Non sarà affetto in alcuna maniera da correnti d'aria o sbilanciato da onde nell'acqua, e potrà camminare tanto agilmente nell'aria quanto lo farebbe sulla terraferma, il tutto non alterando in alcuna maniera la sua agilità o la velocità con la quale si muove normalmente - rendendolo di fatto né più veloce né più lento del solito. {Pergamena Sostegno - Ladro}

mysticus__Il prescelto dei guerrieri stregoni di Kolozar Dum è stato dotato inconsapevolmente, da quest'ultimi, del dono della magia, ma non magia comune bensì qualcosa di molto più potente e in grado di far impallidire i migliori maghi esistenti. Poter contare ogniqualvolta su una fonte di potere sempre maggiore rispetto a chi si ha di fronte è una capacità che molti vorrebbero e che Kel possiede dopo essere tornato alla vita. In termini di gioco la tecnica ha natura Magica e avrà sempre effetto. Ogni volta che il proprio avversario utilizza una tecnica di natura magica, per la durata di quel turno Kel guadagna 2 CS in Intelligenza.
{Pergamena Discendenza Arcana - Mago}


Attive Utilizzate

corpore marmoris__Per riuscire a manipolare la magia ed utilizzarla come strumento fisico per difendersi ha richiesto molti anni di duro allenamento: a volte non hai la fortuna di possedere facoltà innate di tale rilievo e la soluzione è solamente la pratica costante. Proprio per questo Kel, tramite un consumo energetico Variabile, potrà difendersi dagli attacchi nemici incanalando la magia in una zona del corpo, o in tutto se necessario. Facendo ciò l'epidermide dello stregone, stimolata dalla magia, assumerà un colorito grigio scuro, evidenziando così le parti soggette a tale azione magica, rendendo il corpo dell'uomo inscalfibile come fosse composto da solido marmo. Tale abilità avrà effetto immediato, incassato il colpo la pelle tornerà allo stato originario. Non si potrà usare in fase offensiva, tecnica di natura magica.
{Abilità Personale 1/10 - Consumo impiegato: Alto}


dominatus__La tecnica ha natura Magica e consumo Medio. Kel è in grado di scagliare una scarica telecinetica verso un oggetto o verso il proprio avversario, allo scopo di scagliarli o di attirarli verso di sé. La tecnica infligge danni da impatto o da contatto con l'oggetto scagliato. A seconda delle situazione è possibile utilizzare questa tecnica anche con una valenza offensiva o difensiva.
{Pergamena Raffica Telecinetica - Mago}

Resoconto: se tu ti scusi per la lunghezza dei tuoi post io chiedo invece venia delle mie asciutte risposte, raramente faccio wallpost e non so se sia un bene o un male XD
Venendo alla sintesi del turno: mi difendo dalla tua offensiva Alta tramite la difesa variabile, incasso la pugnalata alla coscia e perdo conseguentemente il 5% delle energie. Dopo la breve fase di dialogo, subito dopo la conclusione dell'ultima frase di Kel, cerco di scagliarti addosso uno dei tavoli in legno presenti nella locanda.



 
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view post Posted on 25/6/2014, 11:54
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fade away - I'm asleep,
not too deep...



   No, non era il guerriero intabarrato l'unico a sentirsi risucchiare le forze, lentamente ma inesorabilmente. Anche a Taliesin bastò concentrarsi un momento solo per poter percepire una sgradevole sensazione di vuoto dentro di sé, un malessere paragonabile solo all'angoscia più profonda e radicata oppure a quel senso di vertigine che scombussola le viscere. Respirò profondamente, lottando per ignorare quello stordimento che prendeva piede in lui istante dopo istante, ma per quanto si sforzasse non riuscì a inibirlo del tutto. Quando infine si voltò verso l'Ombra, sempre silente ed attenta, di nuovo percepì quello strano senso di fratellanza e nonostante ora sapesse che era stata lei a condurre lì il cavaliere nero, non provava più nessun timore verso di lei. Stava semplicemente osservando lo scontro, e si trovava lì tanto per lui quanto per il suo oscuro avversario: che entrambi condividessero qualcosa con essa? Non sembrava più un'ipotesi tanto fantasiosa, ora che le paure del bardo di rivivere gli orrori del passato erano state confermate. Che si trattasse soltanto di un sogno imprigionante o di uno scontro senza esclusione di colpi tra due volontà contrastanti, il vero problema era quello di non potervici sottrarre in alcun modo. Era costretto a combattere di nuovo, e tutta quella violenza alla quale era costretto ad assistere - e spesso a prendere parte - era per lui qualcosa di insopportabile. Avrebbe preferito tornare a qualche anno prima, nella tranquillità dei suoi viaggi avventurosi, percorrendo itinerari che, per quanto rischiosi fossero, si tenevano bene alla larga da demoni terrificanti e guerre sanguinose. Ciò che aveva guadagnato dalle sue peripezie era un'inezia in confronto a quanto era continuamente costretto a sacrificare per evitare di restare schiacciato come un insetto.
   «Non sarai tu a cancellarmi!» gli rispose con una decisione soltanto simulata, porprio quando udì uno strano scricchiolio del pavimento legnoso pochi passi più in là. Si voltò appena in tempo e fu rapido a comprendere che quel massiccio tavolo che fluttuava a qualche passo da terra lo avrebbe travolto da un momento all'altro; proprio mentre esso cominciava a prendere velocità Taliesin si lasciò semplicemente cadere a terra. L'enorme proiettile sfrecciò sopra di lui con un suono sordo e riverberante, seguito da un fragore assordante e da una pioggia di schegge. Quando si rimise in piedi la locanda era un posto diverso: nonostante il fuoco continuasse miracolosamente a scoppiettare (parte del caminetto di mattoni era stata semplicemente spazzata via da quel colpo) adesso era la luce riflessa dalle distese innevate ad illuminare prepotentemente l'interno. Dall'enorme squarcio nella parete, abbastanza largo da far passare un paio di cavalli affiancati, cominciò a spirare il vento gelato, che spazzò via ogni illusione di accoglienza che la locanda poteva dare. Osservando a di là di essa Taliesin fece appena in tempo a scorgere il grosso blocco di legno slittare giù dal pendio e scontrarsi con la superficie ghiacciata del lago, che si incrinò rumorosamente sotto il suo impeto.


   Di nuovo cadde il silenzio, ed il bardo si voltò verso lo stregone stringendo con decisione il suo pugnale.
   «Sono stufo di piegarmi al volere altrui...» gli disse, alzando la voce e piantando bene i piedi a terra. «Non sarò più schiavo di questi intrighi!» aggiunse, consapevole però che non avrebbe mai potuto tener fede a quel giuramento. Desiderava lottare per poter scegliere, cosa che però non avrebbe mai potuto fare. Non prima di essere uscito da quel sogno, simile sempre di più a una prigione. Ma una volta fuori cosa sarebbe rimasto di quella sua decisione a farla finita una volta per tutte? Avrebbe di nuovo fatto gli errori di un tempo, sarebbe di nuovo caduto nei perversi tranelli di Velta? L'Edhel stava cambiando, non era più quello di un tempo, e tutto grazie ad Alexandra e ai suoi Leoni. Aveva riposto tutta la sua fiducia nel nobile intento che essi si ponevano.
   Per un attimo Taliesin aveva smesso di considerarsi un Leone. Aveva scordato ciò che stava dietro alla guerra. Aveva dimenticato le ragioni per cui lui combatteva. Avebbe potuto scegliere non una volta sfuggito a quel sogno, ma solo quando avrebbe visto la Torre cadere in rovina. E per farlo doveva spazzare via quel temibile avversario, in un modo o nell'altro.
   «Il mio nome è Taliesin» gli rivelò, dando un'ultima fugace occhiata all'Ombra senza volto «e tu non puoi fermarmi». Aveva molti conti in sospeso, anche se uno in particolare tra tutti quanti. Chissà per quali lontanissimi mari stava navigando, in quel momento, la ragazzina di Huysmer. Evidentemente non abbastanza distanti perché il rimorso non raggiungesse il bardo.


   Con un gesto rapido scagliò il piccolo pugnale, la cui lama grondava ancora di icore, verso il piede destro del suo avversario. Si trattava di un semplice diversivo: senza perdere tempo sfoderò Fabula, la cui corta e tozza lama risplendette alla fredda luce che avvolgeva la locanda. Pur essendo una dignitosa opera di un sapiente fabbro, sfigurava in ogni campo dinnanzi alla fiammeggiante spada dell'avversario, apparendo in confronto quasi buffa e sgraziata. Nelle mani rapide e precise del vagabondo sarebbe apparsa in modo diverso, forse. Egli si scagliò subito sul nemico, distante pochi passi, menando un fendente tanto rapido quanto temibile. Non sarebbe stato difficile per lo stregone accorgersi che il colpo non era diretto a lui, bensì alla sua lunga arma avvolta da lingue infuocate, e non si trattava di un errore della mira del bardo. Egli avrebbe colpito con vigore proprio dove la lama si congiungeva con l'elsa, vibrando Fabula con un movimento esperto ed estremamente preciso che mirava a rompere la spada, per quanto essa fosse resistente.
   Improvvisamente la stanchezza si impadronì di lui un'altra volta. Cominciò a indietreggiare, passo dopo passo, frugando nelle tasche di Itinerante. Trovò le Stelle del Crepuscolo proprio mentre usciva dallo squarcio creatosi, e le trangugiò sopportando il loro gusto amaro. Subito si sentì meglio, anche se di nuovo non riuscì a cancellare quella sensazione insopportabile. Continuò a camminare all'indietro, la spada sempre tesa in avanti, e fu improvvisamente accecato dall'intensa luce che pareva provenire dalle stesse distese innevate. Cominciò a scendere cautamente il pendio che portava al lago ghiacciato: un luogo dove avrebbe potuto tendere insidie ancora più temibili al suo malcapitato avversario.





Condizioni generali
Stato fisico - 15/16
• danno basso da contusione al polpaccio sinistro
Stato mentale - llleso
CS - 6 (2 astuzia, 2 intelligenza, 2 destrezza)
Energia - 65/100 (-10, -5, +5)

Equipaggiamento
Itinerante, arma difensiva, mantello di panno rinforzato.
Fabula, arma bianca, acciaio, 48 cm di lama, 15 cm di impugnatura. (impugnata
Pistola ad avancarica, arma da fuoco piccola, cinque colpi per giocata.
Pugnale celato, arma bianca, acciaio, 15 cm di lama, legata all'avambraccio sx.
Vene di Pietra, set di armi da lancio, materiale sconosciuto - venti unità per giocata. [18/20]
Fuliggine, Biglia fumogena, oggetto dell'erboristeria.
Erba rigenerante, oggetto dell'erboristeria, se applicata su armi od oggetti danneggiati funziona come una cura dell'equipaggiamento. [utilizzata]
Erba rinvigorente, oggetto dell'erboristeria, se assunta rigenera il 5% della riserva energetica.
Miscela logorante, oggetto dell'erboristeria, se applicata ad un'arma, per due turni gli attacchi fisici disperderanno complessivamente il 5% dell'energia nemica a turno. [utilizzata, turno 2 di 2]
Corallo, oggetto dell'erboristeria, se utilizzato conferirà un CS ai riflessi e un CS alla concentrazione per due turni di gioco.
Rubino, oggetto dell'erboristeria, se utilizzato conferirà due CS al vigore e due CS all'agilità per un solo turno di gioco.
Il Flauto della Palude Nera, oggetto generico, strumento musicale.
Liuto di Luke Mannersworth, oggetto generico, strumento musicale.
Il Flauto di Cenere, artefatto, strumento musicale.
Eclettico, Tomo magico; Tomo furtivo; Cristallo del talento.
Abile, diamante, 1 CS in destrezza (x2 unità).

Abilità passive
Ostinato, passiva razziale umana, non sviene sotto il 10% delle energie.
Fascinoso, abilità personale, aura psionica passiva di fascino.
Fumo e Specchi, dominio illusionista, passive di primo, secondo e terzo livello: le illusioni non necessitano di vincoli fisici, come il movimento e la voce, per essere castate; possibilità di modulare tono, volume e punto di provenienza della propria voce a piacimento; fintanto che un’altra illusione è attiva, come effetto aggiuntivo anche l'aspetto del caster può essere modificato a proprio piacimento, nonostante rimanga una semplice illusione.
Mente Impenetrabile, pergamena comune, classe mentalista. Difesa psionica passiva.
Intonazione, "Amuleto dell'auspex" (oggetto dell'erboristeria). Auspex passivo basato sull'udito.
Polvere, abilità personale passiva. In combattimento Taliesin può sprigionare la polvere, infastidendo i suoi bersagli e portandosi in leggero vantaggio; fuori da esso gli utilizzi dell'abilità possono essere tra i più disparati e scenografici.
Itinerante, "Nessuno farà domande a chi si nasconde allo sguardo della gente", passiva: qualora lo desiderasse, il mantello potrà celare sotto di esso le aure, proteggendole da auspex passivi.
Vene di Pietra, il possessore di una delle Vene sarà noto in tutte le terre come uno dei cacciatori che più ha abbattuto nemici del Sorya, e che più è sopravvissuto all'Edhel infido, rimanendo anonimo e irriconoscibile sino a che non paleserà la Vena.
Il Flauto di Cenere, razza selezionata: umana; razza scartata: avatar. La razza selezionata subirà danni aggiuntivi dalle tecniche dell'artefatto, come specificato in esse; quella scartata sarà immune ai poteri del flauto.

Abilità attive
Sfuggente. Una vita di avventure - e quindi di pericoli - ha abituato il viaggiatore a confrontarsi con qualsiasi genere di minaccia. I suoi riflessi si sono fatti rapidi, e le sue gambe scattanti. Nulla o quasi è più in grado di fermarlo, poiché l'esperienza lo ha reso libero e inarrestabile, come il vento. È in grado di evitare astutamente ogni attacco o intralcio, e nemmeno serrature, lucchetti, nodi o manette saranno in grado di bloccarlo. [Sfuggente, pergamena ultima, classe mentalista. Natura fisica, consumo variabile. Difesa da tecniche fisiche o magiche di potenza pari o inferiori al consumo speso, a consumo nullo è in grado di aprire serrature e lucchetti o disfare nodi] (consumo medio)
Disarmare. E quando non mira alle gambe, per rallentare un nemico rapido, mira all'arma, per disarmare il guerirero. Infatti il viandante è in grado di sferrare un colpo così preciso e astuto che potrà rompere qualsiasi oggetto inanimato o quasi, sfruttandone i punti deboli per impedire il suo utilizzo. [Disarmare, pergamena iniziale, classe mentalista. Natura fisica, consumo basso. Il caster sferra un colpo preciso e astuto, in grado di infliggere a un'arma o a un oggetto un danno all'equipaggiamento]

Oggetto utilizzato
Erba rinvigorente, o Stelle del Crepuscolo. Piccole foglie dagli effetti benefici. Se masticate, le loro proprietà medicinali hanno immediatamente effetto, alleviando per un istante le fatiche e permettendo di sopportare sforzi straordinari, anche quando le energie sembrano esaurirsi. [Erba rinvigorente, oggetto dell'erboristeria, se assunta restituisce il 5% delle energie]


Riassunto
Taliesin schiva l'enorme tavolo con un consumo medio della variabile Sfuggente. Considerando la posizione immaginaria del mio pg, ho descritto che il tavolo sfonda parte della parete di legno. Si tratta di un pretesto per spostare all'esterno il combattimento (siamo già a metà!) come concordato col mio avversario. Taliesin, dopo qualche ragionamento che lo sprona a continuare il duello, scaglia il pugnale avvelentato nel piede destro di Kel (attacco fisico a 6CS) e, poco dopo, estrae la spada e prova a disarmarti. Infine indietreggia ed esce dalla locanda, assumendo un'Erba rigenerante e avvicinandosi al lago.

UTILIZZO UN GIORNO DI PROROGA.
 
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.Azazel
view post Posted on 28/6/2014, 23:20




Ad Extirpanda
La locanda ai confini del Mondo, Atto IV
___ _ ___


~


« Non sarai tu a cancellarmi! »
Esclamò con decisione il ragazzo prima di voltarsi e vedere il tavolo ligneo scagliarsi a tutta velocità contro di lui. L'esito dell'attacco, purtroppo, non si rivelò per niente utile: la nemesi della sua stessa esistenza si gettò a terra con rapidità incredibile ed evitò per un soffio il tragico impatto con l'oggetto che, come una scheggia impazzita, attraversò la locanda da parte a parte schiantandosi inevitabilmente contro la parete generando una deflagrazione di pezzi e frammenti di legno che schizzarono ovunque.
Il piacevole caldo che abbracciava i presenti divenne presto un mero ricordo: al posto della parete vi era un enorme buco dal quale penetrava, fischiando furiosamente, il gelo dell'esterno che fece inviperire le fiamme del caminetto le quali iniziarono a danzare a ritmi frenetici senza però estinguersi definitivamente.
Il colore scuro del legno che costituiva la parete lasciò spazio all'abbagliante chiarore emesso dalle distese di ghiaccio e neve che avviluppavano l'ambiente selvaggio in cui erano stati proiettati da chissà quali forze oscure.

« Sono stufo di piegarmi al volere altrui... Non sarò più schiavo di questi intrighi! »
Eppure lo era.
Entrambi erano schiavi di una forza, di un volere più grande e potente di loro. L'unica via percorribile era assecondare tale volontà ignota e misteriosa mostrando chi fra i due era più degno di meritare l'esistenza, la vita. E Kel non voleva né morire né scomparire, era già morto una volta e non avrebbe dato a nessuno la possibilità di scagliarlo nell'oblio perenne, cancellando una volta per tutte la sua identità di essere vivente. Due misere marionette, ecco cos'erano. Lanciò un'occhiata alla presenza che li scrutava pur sprovvista di occhi e volto: misteriosa quanto una storia antica, silente come una statua eterea.
Cercava di decifrarla, invano.

« Il mio nome è Taliesin e tu non puoi fermarmi. »
Gli lanciò contro il pugnale, ancora cosparso di veleno.
Avvertì il tessuto dello stivale destro lacerarsi e il freddo del metallo passare lungo la pelle, aprendola: il pugnale disegnò una lunga linea cremisi lungo il piede sino alla caviglia. Il dolore non era così intenso ma era pur sempre una ferita che sommata alle altre andava a concretizzare una situazione poco piacevole, soprattutto per via del veleno che, per una seconda volta, entrava in circolo spossandolo ancor di più. Osservò l'altro sfoderare la propria spada e avventarglisi contro, pronto a colpirlo: impugnò Neracciaio con entrambe le mani e si mise in posizione di guardia, attento a parare o deviare i colpi in arrivo. Come previsto i metalli delle due lame entrarono in contatto e l'impatto non fu dei più violenti, contrariamente a quanto s'aspettava.
Fu ben peggiore.
Rapido e letale come il morso di una vipera, il fendente avversario colpì la lama di Neracciaio nel punto di congiunzione con l'elsa. Dapprima avvertì un breve scricchioliò, il rumore simile ad un oggetto che cade a terra e si scheggia, poi il funesto suono divenne un incubo. Il calore emanato dalla spada cessò d'esistere e la lama di Neracciaio cadde a terra, in frantumi, lasciando lo stregone solo con l'impugnatura dell'arma.
Il gelo del vento del nord era una semplice brezza primaverile in confronto a quello che percepì il Mezzanima alla vista della sua arma venir distrutta sotto i propri occhi.
Sgranò gli occhi e smise di respirare per qualche interminabile e infinito istante poi cadde in avanti, sulle ginocchia. Neracciaio non era una semplice arma, non era un becero strumento di morte, tantomeno un volgare manufatto prodotto da un fabbro.
Era l'altra metà della sua anima, l'oggetto che simboleggiava i suoi sforzi per acquisire potere, che gli ricordava la sua morte e la rinascita attraverso il rito arcano della setta degli stregoni di Kolozar-Dum.
Una compagna fedele, un pezzo della sua anima. In tutti i sensi.
L'incredulità e la rabbia strinsero un'alleanza nel desiderio di prevalere su tutte le altre emozioni ed ebbero facilmente la meglio.
Il desiderio era ripagare Taliesin con la stessa moneta.
Alzò lo sguardo verso il ragazzo che s'avvicinava al lago ghiacciato e l'ira cresceva a dismisura.
Tali sentimenti produssero un evento inaspettato: la figura spettrale si materializzò a pochi passi da lui, vicino allo squarcio creatosi dall'impatto del tavolo con la parete. Quest'ultima acquisì le sembianze di Kel ma continuò a mantenere i lineamente indefiniti e la consistenza immateriale di uno spettro. Dall'entità scaturì un grido talmente violento e carico di rabbia, così primitivo e arcaico da parer un ruggito di una fiera furente e pronta ad azzannare da un momento all'altro. Il tutto durò qualche secondo, quanto bastava per far capire a colui che aveva infranto l'altra metà della sua anima la gravità di tale gesto. Si rialzò in piedi, tremante di rabbia: non vi era dolore esistente paragonabile a quello che provava in quei terribili momenti.
Uscì anch'egli dalla locanda e guardò Taliesin da lontano.

« Il mio nome è Kel'Thuzak. E giuro che danzerò sul tuo cadavere! »
Urlò con tanta intensità che gli fece male la gola. L'eco della sua voce riecheggiò per le lande ghiacciate come un oscuro monito vendicativo.
Un rantolo di morte.
Il volto mutato in una maschera terrificante di odio e collera, il tono di voce fra i più cupi e cavernosi: chiunque avrebbe sudato freddo percependo sensazioni così traboccanti di ostilità e avversione. Udire tali parole, ma soprattutto essere il bersaglio di un rancore così disumano e senza confini avrebbe generato in Taliesin spiacevoli sensazioni e terrificanti effetti.
Non sarebbe mai giunto sino al lago, l'avrebbe maledetto per sempre senza il bisogno di procurargli male fisico percuotendolo a mani nude o con le armi, preferiva di gran lunga torturarlo nel profondo, allo stesso modo in cui lui stava soffrendo nell'animo. Inoltre era veramente stanco e provato sia fisicamente che psicologicamente, non se la sentiva proprio di scendere il pendio per proseguire il combattimento. La debolezza iniziava ad acuirsi sempre più ed ebbe l'impressione di vedere strani movimenti in corrispondenza della vista periferica, infine iniziò a percepire le note di una musica sconosciuta venir trasportate dal vento ghiacciato.
Che stesse giungendo la sua ora?
Un secondo Requiem?
Desiderava ardentemente soltanto una cosa: la vendetta, poi, per quel che gli riguardava, l'intero mondo poteva andare in rovina, per sempre.
Non pensava più a Velta e alle sue ingannevoli sinfonie, tanto meno a quell'equilibrio precario tra sogno e realtà, tra esistenza e dissolvenza.
Vi era solo spazio per la rabbia e il dolore nel vedere Neracciaio in frantumi.


Kel'Thuzak
il Mezzanima

CS 5 ~ Forza 1 - Destrezza 2 - Intelligenza 2

~ Basso 5% ~ Medio 10% ~ Alto 20% ~ Critico 40% ~

Energia: 55% - 5% - 0% - 20% = 30%
Status Fisico: danno Medio (coscia sx), danno Basso (piede dx).
Status Psicologico: Debole.

Equipaggiamento in uso

Neracciaio__ Distrutta.
Silentium__ Inutilizzata. [º º º º º]


Abilità in uso

arcanus__L'anima corrotta di Kel, scissa in due tra spada e corpo, ha fatto sì che Neracciaio acquisisse un potere in grado di distinguerla dal resto delle armi comuni: il potere della sua anima racchiusa in questa spada è in grado bruciare e ustionare. L'arma infliggerà danno come il riflesso della propria anima tant'è che oltre al danno fisico arrecherà un danno legato all'elemento Fuoco, non pregiudicherà in alcun modo la regolamentazione sugli attacchi fisici e le Capacità Straordinarie; il danno totale inflitto dagli attacchi fisici non cambierà in alcun modo, ne verrà solo caratterizzata l'entità aggiungendovi proprietà elementali. L’arma, come una creatura viva e senziente, si plasmerà sulla figura del possessore assecondando la sua indole, vettore della sua anima. Da questo momento in poi essa vibrerà di energia propria, liberando una malia psionica di tipo passivo, sottoforma di terrore e paura, che influenzerà chiunque sarà abbastanza vicino da percepirla. Inoltre Kel, raggiunto il 10% delle energie, non sverrà, come invece potrebbe succedere a qualsiasi altro membro di un'altra razza. Ciò però non significa che non sarà stanco raggiungendo il 20% e non morirà raggiungendo lo 0%.
{Passiva Lvl.1 e 2 Artigiano + Razziale Umana}

tutum iter__La tecnica ha natura magica. L'abilità non ha potenza e concede i propri benefici passivamente, sempre funzionanti nel corso di una giocata. Il personaggio diviene in grado di camminare e reggersi su qualsiasi superficie, sia essa avversa a lui e alla gravità (come una parete o un soffitto), sia essa liquida (acqua, ad esempio) o aeriforme (camminare sull'aria). Non sarà affetto in alcuna maniera da correnti d'aria o sbilanciato da onde nell'acqua, e potrà camminare tanto agilmente nell'aria quanto lo farebbe sulla terraferma, il tutto non alterando in alcuna maniera la sua agilità o la velocità con la quale si muove normalmente - rendendolo di fatto né più veloce né più lento del solito. {Pergamena Sostegno - Ladro}

mysticus__Il prescelto dei guerrieri stregoni di Kolozar Dum è stato dotato inconsapevolmente, da quest'ultimi, del dono della magia, ma non magia comune bensì qualcosa di molto più potente e in grado di far impallidire i migliori maghi esistenti. Poter contare ogniqualvolta su una fonte di potere sempre maggiore rispetto a chi si ha di fronte è una capacità che molti vorrebbero e che Kel possiede dopo essere tornato alla vita. In termini di gioco la tecnica ha natura Magica e avrà sempre effetto. Ogni volta che il proprio avversario utilizza una tecnica di natura magica, per la durata di quel turno Kel guadagna 2 CS in Intelligenza.
{Pergamena Discendenza Arcana - Mago}


Attive Utilizzate

maledizione__La tecnica ha natura psionica e fa anche danno all'equipaggiamento. Per castarla è necessario percepire l'avversario, anche solo visivamente. Il bersaglio, nel caso in cui subisca la tecnica, vedrà la mano con cui impugna l'arma bruciare o essere preda di un pericolo generico. In realtà si tratta di una insidiosa afflizione psionica che lo costringerà a disarmarsi. Un pericolo che, però, al contrario di una maledizione inferiore, infliggerà anche un danno reale alla mente della vittima, che subirà una lesione di potenza Bassa. La tecnica ha potenza Media e può essere personalizzata perché alla maledizione siano associate illusioni innocue e inoffensive, che colpiscano il nemico al momento dell'attivazione.
{Pergamena "Maledizione" - Negromante} - [Utilizzo del Servo della Volontà]

mentis omni infernalium__La tecnica ha natura psionica, consumo Alto. In seguito ad un'onda mentale emanata dal caster, la vittima inizierà ad osservare gravi e orride ferite aprirsi sul proprio corpo. Tagli infetti, necrosi veloci, e quanto di più cruento il mentalista sia in grado di immaginare. La mente della vittima percepirà questi danni in modo tanto reale e concreto da rifletterli sul corpo, che verrà ferito esattamente allo stesso modo della visione. Sebbene la tecnica sia di natura psionica, provocherà danni fisici pari ad Alto.
{Pergamena Necrosi Mentale - Mentalista}

Resoconto: scelgo di incassare il colpo fisico col pugnale e relativo prosciugamento del 5% delle energie. La tecnica del danno all'equip va a buon fine e distrugge Neracciaio, tale visione sconvolge in tutti i sensi Kel che per un istante si accascia a terra, attanagliato solo da sentimenti di odio e rabbia. Dopo pochi istanti il Servo della Volontà manifesta tramite la pergamena "Maledizione" del Negromante le emozioni di Kel cercando di scaricarle su Taliesin, colpendolo anch'egli con una tecnica di danno all'equip. Dopo aver visto l'emanazione della Volontà agire, Kel si rimette in piedi ma non segue Taliesin sino al lago poiché troppo affaticato ma cerca comunque di colpirlo sfruttando le sue abilità psioniche e usando come mezzo la propria voce.



 
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view post Posted on 2/7/2014, 23:45
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AD EXTIRPANDA

- UNIA -

needed to be strong - yet I was always too weak
so I can only blame myself for the state we are in



   Taliesin cominciò a tremare e per sua sfortuna non fu per colpa del freddo lacerante che spazzava quelle lande dimenticate. Lo stregone si era appena affacciato dallo squarcio nella locanda, ed accanto a lui era comparsa l'Ombra senza volto, che aveva però assunto connotati più definiti ma altrettanto oscuri. Ecco cos'aveva terrorizzato il bardo: nella penombra del salone, rotta soltanto dagli ultimi stentati baluginii delle fiamme, le due sagome erano diventate per un attimo identiche. Il musicista non nascose un smorfia di incredulità e timore, e cominciò a interrogarsi su cosa potesse significare quell'improvviso voltafaccia dell'entita spettatrice, alla quale spesso aveva voltato le spalle, sicuro che non si sarebbe rivoltata contro di lui. È riuscito a soggiogarla, pensò, e ne ebbe la triste ma puntuale conferma non appena l'Ombra emise un urlo innaturale, in grando di chetare il fischio del vento e propagarsi ovunque lì attorno. Taliesin sussultò, ed il suo cuore cominciò a battere furiosamente, come se cercasse di uscirgli dal petto. Ma la cosa che davvero lo spaventò fu la sorte che toccò a Fabula, fedele compagna. La piccola spada aveva spento, poco prima, le temibili fiamme dell'arma nemica; adesso le stesse lingue di fuoco avvolsero lei, come in una perversa vendetta, ed il giovane mollò la presa per evitare di venire scottato. La lama si conficcò nella neve ghiacciata, continuando a bruciare, e proprio in quel momento Kel'Thuzak - questo era il suo nome - vomitò parole intrise di odio dal tono inconfondibile.
   Era di nuovo una magia mentale, ed il bardo lo comprese non appena essa cominciò ad impadronirsi di lui. Non le permise di ghermirlo, ma ci riuscì solo a fatica. L'ira del momento sembrava aver amplificato i poteri dello stregone, poiché Taliesin dovette impiegare una notevole concentrazione per sfuggire completamente a quel terribile incanto. Lottò per alcuni istanti, ma la sua concentrazione fu salda - a un caro prezzo. Più egli si sforzava di non soccombere al nemico, più la stanchezza prendeva piede, e con essa anche spiacevoli sensazioni che finalmente comprese subito essere in qualche modo legate a Velta. Era come se la Torre stesse attendendo con pazienza che egli si stancasse, per ghermirlo in modo più semplice. In quella situazione non poteva fare molto altro, se non combattere a denti stretti, e l'eventualità che lui e lo stregone si stessero facendo la guerra solo per facilitare la disfatta di entrambi non cambiava le cose.
   La nenia che cominciò a udire si muoveva su note inconfondibili. Pareva una macabra ninnananna, identica a quella che molto tempo prima lo aveva condotto fino al Gorgo, affiancato da Myria.


   Bastarono quelle tremule note per far riemergere centinaia di dolorosi ricordi. Poteva provare a battersi per se stesso, ma in fondo per chi davvero stava combattendo Taliesin se non proprio per lei - o meglio, per rimediare a ciò che le aveva fatto? Non se lo sarebbe mai perdonato. Era stato debole, troppo debole, e non poteva che biasimare se stesso per ciò che non era stato in grado di fare. Certo, non era colpa sua: glie l'avevano detto in tanti, e in fondo lo sapeva anche lui, ma nonostante questo non era mai riuscito a scacciare i rimorsi che rendevano un vero e proprio calvario anche solo ripercorrere gli ultimi momenti di serenità con lei.
   Da quando la ragazza, ormai senza più un posto in cui tornare dopo la calamità che aveveva raso al suolo il suo villaggio, era diventata compagna di viaggio di Taliesin, il ragazzo era rimasto invischiato nelle trame di Velta come un ratto in una trappola mortale. Ma mentre egli sapeva bene come sfuggire a tutti quei pericoli disseminati sul cammino, lei era ancora giovane ed inesperta, ed il suo animo fiero ma fragile. Taliesin, come Caronte, l'aveva traghettata dalla tranquilla vita al villaggio fino alla sponda opposta, dove si annidava l'oscurità più infida. Era stato il suo spirito avventuroso a spingerla a rischiare, ma la responsabilità di averla condotta proprio nelle profondità dell'Eden era tutta di Taliesin. Se solo avessi... si ritrovò a pensare, ma ben presto si costrinse a fermarsi. Lei è ancora viva, si disse. Una magra consolazione, ma che non poteva ignorare: significava considerare vano il suo ultimo grande sforzo, e non lo era stato affatto.
   Taliesin aveva ingannato molte persone e aveva messo a repentaglio la vita sua e quella di tanti altri senza farsi molti scrupoli, giocando un azzardo molto al di sopra delle sue possibilità, ma il fato gli era stato ironicamente favorevole. Nonostante avesse saldato tutti i conti - o quasi - si sentiva ancora in debito con i mercenari tanto impavidi (o sconsiderati) da prendere parte alla spedizione, poiché proprio grazie a loro era riuscito a rimediare all'errore più grande - e forse ciò che aveva permesso che entrambi infine sopravvivessero: essere fuggito da Myria nel momento giusto aveva spezzato l'anima dell'Anelito in due parti, inerti se mantenute lontane. Ed era poi riuscito a salvare la ragazza e trovare un compromesso che permettesse a entrambi di vivere proprio perché i sette mercenari lo avevano accompagnato e si erano battuti con lui, per lui. Se ne era accertato, e quella consapevolezza gli aveva permesso di tirare un sospiro di sollievo: erano sopravvissuti tutti quanti, persino i meno temerari che avevano deciso di tornare indietro prima del tragico epilogo di quell'avventura. Doveva loro qualcosa in più di una semplice paga ormai già saldata. Che fosse sincera o ipocrita, si trattava pur sempre di gratitudine. E anche per loro non doveva fermarsi.
   Accarezzò le unidici Vene rimaste sul cinturone, e ne scelse sette. Diede ad ognuna un nome che Taliesin si imprimette nel cuore e nella mente.


   «Per chi combatti, Kel'Thuzak? Ti fai guidare dall'ira?» gli domandò, approfitandone per sgretolare la gemma dalla consistenza del gesso che teneva in un taschino del mantello. Percepì immediatamente i suoi effetti benefici, e fece qualche passo avanti, risalendo il piccolo pendio che portava alla locanda per prepararsi all'attacco. «Dopo tutto quello che ho passato prima di arrivare fin qui, non permetterò che le cose restino come sono. Velta deve cadere, ed io sono pronto ad ogni cosa» continuò, pronunciando parole volutamente criptiche proprio per confondere il nemico e guadagnare qualche istante. Nel mentre staccò dalla cintola il borsello, colmo di pesanti monete. Ne allentò un poco i lacci, e lo afferrò per il bordo di cuoio.
   Scagliò il sacchetto con tutta la forza di cui fu capace verso lo stregone, e a metà della sua traiettoria le monete fuoriuscirono dal tessuto, pronte per piovere sulla locanda in una cascata scintillante. Si trattava di un attacco forse apparentemente innocuo, ma che non lo era affatto: la pioggia di monete scagliate con quel vigore - così intenso da aver persino prosciugato le forze del bardo - ed il tintinnio dei metalli preziosi si sarebbero rivelati più temibili del normale. Ma quello era solo un espediente, una mossa delle tante che il viaggiatore aveva per ogni occasione. Adesso arrivava il vero attacco che, sperava, avrebbe fatto desistere l'avversario una volta per tutte. Si sentiva in dovere di compiere una specie di tributo nei confronti dei mercenari, e nulla glie lo avrebbe impedito: nemmeno quel mondo strano che ora cominciava a vedere con occhi diversi. Quelli di chi ancora non riesce a svegliarsi pur sapendo che tutto quanto è un sogno.
   In quei pochi e concitati istanti aveva dedicato ad ogni Vena di pietra uno di quei nomi per lui tanto significativi. E per ogni nome ed ogni volto scagliò un'arma ben precisa. «Alissa» mormorò all'inizio, lanciando il primo coltello che, deviato dal soffio del vento, finì sul tetto della locanda. Avrebbe dovuto metterci più forza, anche se uno sforzo del genere era al limite delle sue possibilità in quella situazione. Prese dunque fiato e cercò di mantenere salda la concentrazione. «Mickey» sussurrò di nuovo, scagliando un pugnale che ora saettò troppo basso per giungere fino a Kel. Il dislivello non lo aiutava, ma adesso sapeva quanta forza imprimere. «Genesis» disse, sferrando finalmente un attacco degno di questo nome. Provò ad avvicinarsi ancora di qualche passo. «Benedict» ribadì, scivolando però sulla neve mentre cercava di avvicinarsi. La piccola lama finì pochi passi più in là «Sunshine» soggiunse rialzandosi, ma non riuscì a dare forza al braccio, ormai pesante e dolorante, e la Vena venne rapita e portata via dal vento. Tutti quei ricordi lo stavano sfiancando più di qualsiasi altra cosa. «Hiryu» esclamò con più convinzione: fino a poco tempo prima l'assassino stava combattendo al suo fianco. Ancora una volta il suo esempio parve rinnovare l'energia del bardo, e l'arma sfrecciò dritta verso lo squarcio della locanda. «Shaoran» urlò, gli occhi ormai chiusi e il volto corrugato in un pianto rabbioso. Non vide nemmeno dove quell'ultima Vena era destinata a finire. Gli sembrava di rivivere ogni istante passato a un passo della morte, ogni sacrificio fatto ed ogni errore commesso. E in ogni istante di quella triste lista la sua sagoma candida era sempre lì dove il suo sguardo, per quanto si sforzasse, non poteva arrivare.
   Stava per giungere il momento dell'ultima dedica, quella più importante di tutte.





Condizioni generali
Stato fisico - 15/16
• danno basso da contusione al polpaccio sinistro
Stato mentale - 15/16
• danno basso da terrore
CS - 8 (2 astuzia, 2 intelligenza, 2 destrezza) +1 riflessi, +1 concentrazione
Energia - 25/100 (-20, -20)

Equipaggiamento
Itinerante, arma difensiva, mantello di panno rinforzato.
Fabula, arma bianca, acciaio, 48 cm di lama, 15 cm di impugnatura. [distrutta]
Pistola ad avancarica, arma da fuoco piccola, cinque colpi per giocata.
Pugnale celato, arma bianca, acciaio, 15 cm di lama, legata all'avambraccio sx.
Vene di Pietra, set di armi da lancio, materiale sconosciuto - venti unità per giocata. [11/20]
Fuliggine, Biglia fumogena, oggetto dell'erboristeria.
Erba rigenerante, oggetto dell'erboristeria, se applicata su armi od oggetti danneggiati funziona come una cura dell'equipaggiamento. [utilizzata]
Erba rinvigorente, oggetto dell'erboristeria, se assunta rigenera il 5% della riserva energetica.
Miscela logorante, oggetto dell'erboristeria, se applicata ad un'arma, per due turni gli attacchi fisici disperderanno complessivamente il 5% dell'energia nemica a turno. [utilizzata]
Corallo, oggetto dell'erboristeria, se utilizzato conferirà un CS ai riflessi e un CS alla concentrazione per due turni di gioco. [utilizzato, turno 1 di 2]
Rubino, oggetto dell'erboristeria, se utilizzato conferirà due CS al vigore e due CS all'agilità per un solo turno di gioco.
Il Flauto della Palude Nera, oggetto generico, strumento musicale.
Liuto di Luke Mannersworth, oggetto generico, strumento musicale.
Il Flauto di Cenere, artefatto, strumento musicale.
Eclettico, Tomo magico; Tomo furtivo; Cristallo del talento.
Abile, diamante, 1 CS in destrezza (x2 unità).

Abilità passive
Ostinato, passiva razziale umana, non sviene sotto il 10% delle energie.
Fascinoso, abilità personale, aura psionica passiva di fascino.
Fumo e Specchi, dominio illusionista, passive di primo, secondo e terzo livello: le illusioni non necessitano di vincoli fisici, come il movimento e la voce, per essere castate; possibilità di modulare tono, volume e punto di provenienza della propria voce a piacimento; fintanto che un’altra illusione è attiva, come effetto aggiuntivo anche l'aspetto del caster può essere modificato a proprio piacimento, nonostante rimanga una semplice illusione.
Mente Impenetrabile, pergamena comune, classe mentalista. Difesa psionica passiva.
Intonazione, "Amuleto dell'auspex" (oggetto dell'erboristeria). Auspex passivo basato sull'udito.
Polvere, abilità personale passiva. In combattimento Taliesin può sprigionare la polvere, infastidendo i suoi bersagli e portandosi in leggero vantaggio; fuori da esso gli utilizzi dell'abilità possono essere tra i più disparati e scenografici.
Itinerante, "Nessuno farà domande a chi si nasconde allo sguardo della gente", passiva: qualora lo desiderasse, il mantello potrà celare sotto di esso le aure, proteggendole da auspex passivi.
Vene di Pietra, il possessore di una delle Vene sarà noto in tutte le terre come uno dei cacciatori che più ha abbattuto nemici del Sorya, e che più è sopravvissuto all'Edhel infido, rimanendo anonimo e irriconoscibile sino a che non paleserà la Vena.
Il Flauto di Cenere, razza selezionata: umana; razza scartata: avatar. La razza selezionata subirà danni aggiuntivi dalle tecniche dell'artefatto, come specificato in esse; quella scartata sarà immune ai poteri del flauto.

Abilità attive
Autocontrollo. Ma non basta sfuggire a ciò che si ha davanti: spesso le minacce più subdole non prendono di mira il corpo. Anche la mente del bardo, però, è flessibile ed inafferrabile al pari del fisico: questo grazie soltanto alla sua straordinaria forza della personalità, in grado di imporsi saldamente ad ogni minaccia, con la giusta concentrazione. [Autocontrollo, pergamena ultima, classe mentalista. Natura psionica, consumo variabile. Difesa da tecniche psioniche di potenza pari o inferiore al consumo speso (consumo alto)
Itinerante. "Davvero ne aveva per ogni occasione?" insistette la bambina, e l'uomo annuì dando tregua alle proprie dita. "Per ogni occasione, piccola mia." Lei si sporse appena in avanti, gli occhi sgranati "E sapeva utilizzare tutto ciò che portava con sé?" "Tutto." "Tutto tutto?" e il bardo annuì di nuovo, solennemente. "Tutto."
["Per ogni occasione"; Alta: il personaggio tirerà fuori dalle tasche degli oggetti, che scaglierà contro il nemico per ferirlo. Ciò provocherà danni Medi da contusione o taglio a seconda della natura degli oggetti stessi, oltre a danni Medi alla psiche dovuto allo shock per una mossa talmente imprevista e ridicola. Gli oggetti potranno essere anche innocui, come sassolini da lanciare in faccia o biglie da gettare in terra perché gli altri vi scivolino - subendo al fine di tutto quanto niente più che i danni pattuiti. Va affrontata come una tecnica Alta di natura fisica.]

Oggetto utilizzato
Corallo Gemma alchemica di un rosso delicato che, se sbriciolata nella mano, garantisce un improvviso rilassamento muscolare e mentale. Questa sensazione di pace ed equilibrio persiste per un po', e ha come effetto quello di migliorare sensibilmente le prestazioni in combattimento. Il suo utilizzo è controverso, ma non sembra provocare effetti negativi all'organismo. [Corallo, oggetto dell'erboristeria, se utilizzato conferirà un CS ai riflessi e un CS alla concentrazione per due turni di gioco]


Riassunto
È tempo di alzare il ritmo! La Maledizione va a buon fine, disarma Taliesin con le dinamiche descritte e gli infligge un danno basso alla mente. Ad ogni modo si difende dalle parole di Kel (Necrosi mentale) con un consumo alto di Autocontrollo e, subendo gli effetti del malus, fa delle considerazioni su alcuni eventi di background, che ho cercato di descrivere in modo più compensibile possibile (il bardo sta effettivamente "tirando le somme" dei suoi ultimi mesi di avventure). Ad ogni modo tutto ciò lo spinge ad utilizzare il Corallo per potenziarsi, a scagliare verso Kel un sacchetto colmo di monete (la tecnica del mantello Itinerante che ho citato sopra) e poi, cominciando a percepirsi sul punto di svanire e subendo una notevole dose di malus (25% raggiunto), comincia a scagliare le Vene di pietra una dopo l'altra. Nonostante egli ne lanci addirittura 7, ho già descritto che cinque di esse mancano completamente il bersaglio. Dunque i veri attacchi fisici rivolti a Kel sono 2 (Genesis e Hiryu, in particolare), entrambi a 8 CS, mentre gli altri coltelli da lancio falliscono miseramente. Si tratta di una scelta narrativa (un tributo da parte di Taliesin nei confronti dei mercenari che lo hanno seguito durante Somewhere in time). Spero sia apprezzabile. Taliesin, ad ogni modo, sta cominciando a perdere lucidità. Nel prossimo turno sarà completamente fuori, nella migliore delle ipotesi.
Ultimo turno dunque! A te la penna (:
 
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.Azazel
view post Posted on 5/7/2014, 10:09




Ad Extirpanda
La locanda ai confini del Mondo, Atto V
___ _ ___


~


Sorrise, amaramente.
Il volto dello stregone, stravolto dalla fatica e dal dolore, venne attraversato da qualche istante di puro godimento nel constatare che, finalmente, un giusto tributo e una meritata ritorsione, avevano vendicato in parte Neracciaio e ciò che simboleggiava e conteneva il metallo che ne costituiva la lama. Oramai ridotta in frantumi, le misere schegge prive di potere ammucchiate sul pavimento della locanda, erano il semplice ricordo di un passato di vittorie e conflitti dai quali la spada ne era sempre uscita vincitrice nelle mani di colui con la quale aveva condiviso l'anima. Purtroppo, come tutti i momenti gratificanti, ogni sensazione di delizia e soddisfazione venne spazzata rapidamente via assieme al vento gelido del nord non appena intuì che la sua tecnica mentale non aveva fatto breccia sul corpo altrui, martoriandolo e attanagliandolo con dolori indicibili.

« Per chi combatti, Kel'Thuzak? Ti fai guidare dall'ira? »
L'ira?
No. Troppo illogico.
La sete di potere, piuttosto.
Ma anche quel pensiero veritiero cozzava violentemente con la cruda realtà dei fatti. Tutte le sue motivazioni, i suoi obbiettivi, si erano sgretolati, erosi dalla costante cantilena che anche in quel momento poteva percepire. Non combatteva per nessuno e soprattutto non si faceva guidare da alcun sentimento se non il più puro e naturale istinto di sopravvivenza.
Ecco da cosa si faceva trasportare, dopo aver affrontato il titanico cavallo decomposto, generato dalle malefiche trame della Torre di Velta, tutto era cambiato e se ne rese conto solo ora.

« Dopo tutto quello che ho passato prima di arrivare fin qui, non permetterò che le cose restino come sono. Velta deve cadere, ed io sono pronto ad ogni cosa. »
Su una cosa, fortunatamente, erano entrambi d'accordo. Nonostante tutto si ritrovavano uno contro l'altro, messi a confronto quasi sicuramente da Velta stessa per vedere chi dei due meritava di andare avanti e, forse, si rivelava un semplice e cinico modo per sfoltire le fila nemiche che tentavano di demolire la ciclopica torre. Vide un sacchetto volare, lanciato con tutta la forza che il ragazzo aveva, aprirsi poi a mezz'aria rilasciandone il contenuto: una pioggia di monete d'oro investì la breccia della locanda dove vi era Kel. Esausto optò per non proteggersi, d'altronde erano solo monete.
Pochi istanti dopo si pentì della scelta e avrebbe dato molto per tornare indietro nel tempo di qualche minuto, almeno per provare a limitare i danni.
La quantità delle monete e la potenza con la quale vennero scagliate fu come andare incontro ad una lapidazione. Il metallo prezioso lo colpiva ovunque: si limitò a proteggersi il viso schermandolo con la mano destra mentre tagli ed ematomi andavano a delinearsi lungo tutto il corpo. Per poco non perse l'equilibrio ma si resse prontamente, e a stento, alla parete semidistrutta. Allibito e sconcertato dall'attacco appena ricevuto non seppe come reagire, vide soltanto il ragazzo iniziare a lanciargli contro dei pugnali e ad ognuno di essi pronunciare nomi di individui a lui ignoti.
La maggior parte di essi furono deviati dal vento che sferzava brutalmente le lande del nord ma due lame lo raggiunsero e infierirono ulteriormente sul suo corpo già abbastanza provato. Anche per quell'attacco non ebbe le forze per reagire, oramai il dolore era divenuto un insistente e sgradito compagno di viaggio. Un coltello gli lacerò il fianco sinistro facendo sgorgare sangue, un altro ancora si conficcò nella spalla sinistra, facendolo urlare di dolore. Perse l'equilibrio e cadde in avanti, prima sulle ginocchia, poi completamente con la parte superiore del corpo che affondò nella neve, colorandola di un rosso acceso per via del sangue che colava dalle ferite inferte.
Il respiro era affannoso e per qualche interminabile secondo l'unico suo pensiero era quello di mollare, di cedere definitivamente.
Poi la mente gli fece un brutto scherzo facendogli rivivere il preciso momento della distruzione della sua spada. Fu un'iniezione di rabbia e adrenalina che lo smosse dal torpore generale: strinse i denti e alla vista parve accingersi ad eseguire uno sforzo colossale, disumano. Doveva soltanto rimettersi in piedi.
Ci mise diversi istanti ma alla fine si resse nuovamente sulle proprie gambe anche se sapeva che di lì a poco sarebbe crollato una volta per tutte. Guardò la sua nemesi, il prescelto che doveva combattere per assicurarsi un posto per esistere su quel piano materiale. Iniziò a incamminarsi verso di lui, lentamente e zoppicando, ad ogni passo il sangue impregnava la neve sottostante dipingendo una tetra e nefasta linea cremisi lungo tutto il tragitto.

« Sai... »
Il tono di voce era apparentemente calmo ma chiunque poteva percepire l'intensa collera e dolore che provava ognivolta che apriva bocca.
« ...Neracciaio era il nome della mia spada. »
Esclamò, continuando a camminare e avvicinandosi al ragazzo, ad ogni falcata sembrava dovesse cedere sotto il peso del suo corpo e sprofondare nel manto nevoso.
« Era tutto per me. »
Improvvisamente tutto il suo corpo venne attraversato da fiamme magiche, e la neve sotto di lui parve terrorizzata da tale fenomeno e iniziò a sciogliersi repentinamente. Il volto, baciato dalle lingue di fuoco, era una maschera di odio e rancore, i pugni si strinsero con vigore e sprizzarono fiammelle che andarono a disperdersi un pò ovunque.

« Non avrò mai più pace, tutto ciò per colpa tua. »
Alzò con lentezza e fatica il braccio sinistro e indicò il ragazzo a pochi metri da lui. Scattò in avanti, in un ultimo e disperato attacco mosso dalla disperazione e dalla furia, il dolore fisico e nell'animo era devastante e non vedeva l'ora di porre fine a tutto, in un modo o nell'altro.
Prima di giungere alla distanza necessaria per colpire l'altro avrebbe tentato di fargli perdere l'utilizzo della vista tramite una tecnica mentale, e alquanto insidiosa, in grado di far calare un sipario nero sul mondo. Infine avrebbe cercato di colpirlo con un diretto destro, potenziato dall'azione delle fiamme magiche che vorticavano furiosamente lungo tutto il suo corpo, verso il volto, nel tentativo di sfigurarlo e metterlo al tappeto.
Dopo l'attacco tutto sarebbe sfumato nel nulla: la cantilena si era fatta più intensa e iniziava a vedere movimenti ambigui e sconosciuti un pò dappertutto, molto più intensi e vividi rispetto a prima.
Sarebbe caduto di lì a poco ma prima doveva rimediare al danno subìto.
Prima doveva vendicare Neracciaio: la distruzione della lama altrui era un misero balsamo confrontato all'estasi che avrebbe provato nel colpirlo con tutta la sua forza.
Poi, per quel che gli riguardava, poteva anche scomparire per sempre, Velta e tutte le sue diavolerie potevano andare a puttane, volente o nolente sarebbe uscito da quel sadico gioco.
Tra sogno e realtà.
Tra rabbia e dolore.

Kel'Thuzak
il Mezzanima

CS 5 ~ Forza 1 - Destrezza 2 - Intelligenza 2

~ Basso 5% ~ Medio 10% ~ Alto 20% ~ Critico 40% ~

Energia: 30% - 10% - 10% = 10%
Status Fisico: danno Medio (coscia sx), danno Basso (piede dx), danno Medio sparso su tutto il corpo, danno Basso (spalla sx).
Status Psicologico: Danno Medio.

Equipaggiamento in uso

Neracciaio__ Distrutta.
Silentium__ Inutilizzata. [º º º º º]


Abilità in uso

arcanus__L'anima corrotta di Kel, scissa in due tra spada e corpo, ha fatto sì che Neracciaio acquisisse un potere in grado di distinguerla dal resto delle armi comuni: il potere della sua anima racchiusa in questa spada è in grado bruciare e ustionare. L'arma infliggerà danno come il riflesso della propria anima tant'è che oltre al danno fisico arrecherà un danno legato all'elemento Fuoco, non pregiudicherà in alcun modo la regolamentazione sugli attacchi fisici e le Capacità Straordinarie; il danno totale inflitto dagli attacchi fisici non cambierà in alcun modo, ne verrà solo caratterizzata l'entità aggiungendovi proprietà elementali. L’arma, come una creatura viva e senziente, si plasmerà sulla figura del possessore assecondando la sua indole, vettore della sua anima. Da questo momento in poi essa vibrerà di energia propria, liberando una malia psionica di tipo passivo, sottoforma di terrore e paura, che influenzerà chiunque sarà abbastanza vicino da percepirla. Inoltre Kel, raggiunto il 10% delle energie, non sverrà, come invece potrebbe succedere a qualsiasi altro membro di un'altra razza. Ciò però non significa che non sarà stanco raggiungendo il 20% e non morirà raggiungendo lo 0%.
{Passiva Lvl.1 e 2 Artigiano + Razziale Umana}

tutum iter__La tecnica ha natura magica. L'abilità non ha potenza e concede i propri benefici passivamente, sempre funzionanti nel corso di una giocata. Il personaggio diviene in grado di camminare e reggersi su qualsiasi superficie, sia essa avversa a lui e alla gravità (come una parete o un soffitto), sia essa liquida (acqua, ad esempio) o aeriforme (camminare sull'aria). Non sarà affetto in alcuna maniera da correnti d'aria o sbilanciato da onde nell'acqua, e potrà camminare tanto agilmente nell'aria quanto lo farebbe sulla terraferma, il tutto non alterando in alcuna maniera la sua agilità o la velocità con la quale si muove normalmente - rendendolo di fatto né più veloce né più lento del solito. {Pergamena Sostegno - Ladro}

mysticus__Il prescelto dei guerrieri stregoni di Kolozar Dum è stato dotato inconsapevolmente, da quest'ultimi, del dono della magia, ma non magia comune bensì qualcosa di molto più potente e in grado di far impallidire i migliori maghi esistenti. Poter contare ogniqualvolta su una fonte di potere sempre maggiore rispetto a chi si ha di fronte è una capacità che molti vorrebbero e che Kel possiede dopo essere tornato alla vita. In termini di gioco la tecnica ha natura Magica e avrà sempre effetto. Ogni volta che il proprio avversario utilizza una tecnica di natura magica, per la durata di quel turno Kel guadagna 2 CS in Intelligenza.
{Pergamena Discendenza Arcana - Mago}


Attive Utilizzate

vetus flammas__La tecnica ha natura Magica, consumo Medio. Lo stregone sarà in grado di circondare una parte del proprio corpo, l'intero corpo o il proprio equipaggiamento e le proprie armi con l'elemento che controlla, il fuoco, nonchè manifestazione elementale della sua anima corrotta. Questa tecnica non può essere castata nel momento della difesa per danneggiare il nemico che attacca. In compenso, nel momento in cui Kel sferra un attacco con un'arma o una parte del proprio corpo ricoperta dall'elemento, questo conterà come una tecnica di potenza Bassa che infligge un danno Alto compatibile con l'elemento del fuoco.
{Pergamena "Fusione Elementale" - Mago}

animi agitationem__La tecnica ha natura psionica, consumo Medio. In seguito all'onda mentale emanata da Kel, i nemici nelle vicinanze verranno immersi nelle tenebre più profonde, come se un sipario oscuro calasse dinanzi i loro occhi obbligandoli a navigare nel buio più completo. Questo effetto priverà gli avversari per brevi istanti della vista, e infliggerà un danno Basso ad area da confusione.
{Pergamena Allucinazione - Mentalista}

Resoconto: la stanchezza generale fa desistere Kel dal difendersi da entrambi gli attacchi di Taliesin e, a malincuore, si sente costretto a subirli per non sprecare altra energia utile per attaccare successivamente. Crolla per qualche istante nella neve, sopraffatto dal dolore generale, i pensieri lo fanno ritornare su Neracciaio e la sua distruzione e tale visione lo fa rialzare donandogli un poco di vigore. Inizia ad incamminarsi verso Taliesin e giunto a poca distanza dal ragazzo utilizza la pergamena Fusione Elementale, con la quale il fuoco magico avvolge interamente il suo corpo. Prima di colpirlo con un diretto destro in pieno volto utilizza la pergamena Allucinazione del mentalista per cercare di incrementare la percentuale di riuscita. Stop.
Teoricamente non dovrebbe svenire grazie alla razziale umana ma ho pensato che sarebbe stato il giusto epilogo a seguito delle ferite riportate e per via del malus del torneo, legato ai dispendi energetici :sisi:

Che dire, mi sono divertito e spero che la cosa sia reciproca, Hole ^^
Ti faccio i miei più sentiti complimenti e spero di incontrarti nuovamente in giro per il continente con il nuovo pg :*

Vi lascio qui il link alla scheda di Kel, visto che ho cambiato pg durante lo scontro ed è stata archiviata la scheda, spero di non rallentarvi ulteriormente andandola a cercare nell'apposita sezione. ECCOLA QUI!
La trovate nello spoiler, la scheda ad energia gialla :sisi:
Con questo ho concluso, ringrazio ancora Hole per il duello, alla prossima!



 
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view post Posted on 6/7/2014, 13:15
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AD EXTIRPANDA

- UNIA -

sickening's this feeling, my life, my hopes,
my dream's but a drop of fuel for a nightmare






   Kel'Thuzak cadde a terra rovinosamente, trafitto dalle sole due Vene giunte al bersaglio, che si erano insinuate laddove la grossa armatura non riusciva a proteggerlo. Il musicista ringraziò per un'ultima volta i sette nomi che di nuovo non avevano deluso le sue aspettative e le sue speranze. Il disperato attacco del cantastorie aveva semplicemente spiazzato lo stregone, ma sembrava quasi che quello non avesse nemmeno provato a fronteggiarlo: entrambi erano ormai al limite delle loro forze, e il prepotente richiamo della realtà - quella alla quale Taliesin si stava lentamente ma inersorabilmente riavvicinando - si faceva sempre più forte, di certo per il ragazzo ma probabilmente anche per l'altro uomo. Non si stupì dunque del capogiro che lo colse di sorpresa subito dopo l'attacco, e rimase in piedi solo grazie al suo straordinario equilibrio e a uno sforzo di volontà che gli costò caro. La morsa che gli schiacciava le tempie e gli annebbiava la mente ci mise parecchio tempo per svanire del tutto, e lui non poté fare altro se non attendere.
   Proprio quando il cantastorie era sul punto di pensare che tutto fosse finalmente finito, un tremito percorse il corpo di Kel'Thuzak; si rimise in piedi e, claudicante, cominciò a scendere il pendio. «Sai... Neracciaio era il nome della mia spada» gli rivelò, la voce carica di tensione, collera ma soprattutto rammarico. «Era tutto per me» soggiunse, mettendo in fila altri passi incerti nella direzione di Taliesin. Quello nel frettempo era rimasto immobile e disarmato, ma fece un salto all'indietro quando una prorompente fiammata divampò dal corpo dello stregone, avvolgendolo come una tunica infernale. Percepì l'intenso calore sul volto, nonostante il fuoco si trovasse a molti passi di distanza: di nuovo magia, e questa volta ancora più temibile delle precedenti. «Non avrò mai più pace, tutto ciò per colpa tua.» lo accusò indicandolo, irato come non mai, e con rinnovato vigore percorse di corsa quei pochi metri che ormai lo separavano dal cantastorie. Quello, con il lago ghiacciato alle spalle, non poteva indietreggiare ulteriormente senza rischiare di scivolare, venire colpito e infine annegato nell'acqua ghiacciata. Quella rapida ipotesi decisamente sgradevole bastò a ridestare in lui concentrazione e determinazione sufficienti per fronteggiare il disperato nemico - ne avrebbe avuto bisogno, poco ma sicuro.
   Vanificò l'intrusione mentale con un minimo sforzo di concentrazione che nonostante questo accusò come se fosse enorme. Conosceva bene il trucchetto che aveva appena neutralizzato, simile a quello che si nascondeva pure dietro alcune sue melodie, e consapevole di quanto esso fosse infido aveva prontamente deciso di evitarlo. Ma ora era inerme e stanco più di quanto avrebbe immaginato, e il nemico stava per sferrargli un pugno infiammato dalla magia oscura. Sarebbe stata la fine, se il bardo non avesse incrociato fortuitamente gli occhi dell'ombra, anch'essa riapparsa a qualche passo da loro. Occhi, sì, perché finalmente essa aveva assunto un aspetto preciso e distinguibile. E non uno qualsiasi.

I just had a dream:
she was by the riverside, alone and dressed in white.
Pailing in the cold, walking on the icy face
of memories of glory days.


   Per lunghi secondi Taliesin non vide nient'altro fuorché lei. Non era mai stata una ragazza dalla bellezza leggendaria, ma rivederla dopo tutto quel tempo, evanescente e avvolta in un lungo vestito candido, la faceva somigliare ad un essere sovrannaturale e celeste, più che a un fantasma o ad uno spirito. Il cantastorie sapeva che quella poteva veramente essere lei - forse era stata lei per tutto il tempo, l'ombra che li scrutava! - ma non aveva dimenticato di trovarsi in un sogno che ormai stava per finire. Non aveva lasciato spazio a inutili illusioni di potersi ricongiungere. Come avrebbe potuto? Il suo corpo stava cominciando a svanire, e la sua mente vedeva il mondo come se si trovasse completamente estranea alla carne. Egli pensava solo a bearsi del piacere di rivedere la sua immagine, e tutto il resto non importava più. Non vide nemmeno la luce che si frappose tra lui e lo stregone, e che lo protesse dalle enormi fiamme. Il suo volto era già rigato dalle lacrime quando il pugno penetrò la coltre luminosa e lo colpì alla nuca. Inerme ed incurante, egli si lasciò semplicemente cadere e assecondò il colpo, che gli annebbiò la vista per un istante ma non lo ferì. Disteso sul ghiaccio, il bardo continò a piangere.


   Entrambi erano a terra, e nessuno di loro muoveva un muscolo: lo stregone perché ormai privo di forze, ed il bardo perché rapito dalla visione di Myria. Rimase così per alcuni istanti, in cui smise di piangere e comprese che non si trovava davanti a nient'altro che un'illusione. Lo capiva dallo sguardo della ragazza, che rifletteva perfettamente il suo, e dalla stessa sensazione che aveva avuto guardando l'ombra senza volto. Come prima lo era stata per Kel'Thuzak, lei era semplicemente la manifestazione della sua volontà e di quel profondo desiderio di rimediare ai suoi errori, primo tra tutti quello commesso con Myria. Era stata quella profonda fonte di emozione a sottomettere l'ombra, come poco prima ci era riuscita l'ira del cavaliere nero.
   Ecco quindi l'ultima dedica, l'uinica che si sentiva veramente costretto a fare: non fu più una lama scagliata per ferire, ma un ricordo ricomparso per proteggere. Proteggere. Convenne che doveva avere solo questo fine in testa, se mai avesse compiuto la scalata alla Torre. Una responsabilità di quelle proporzioni andava assunta con il cuore privo d'ira, in qualunque prova l'impresa consistesse.
   Lentamente e in silenzio la sagoma svanì, senza nemmeno che il ragazzo provasse a trattenerla o a parlarle. La lasciò andare, semplicemente. Essa aveva assistito allo scontro, aveva obbedito ed il suo compito era ormai giunto al termine. Il sorriso di Taliesin era ora colmo di mestizia che non lasciò posto alla soddisfazione di essere ancora vivo e, apparentemente, di aver vinto. Decise quindi di abbandonarsi alla suadente stanchezza, anche se solo per qualche istante; poggiò il capo sul braccio, steso sulla superficie ghiacciata, e di nuovo a tenergli compagnia ci fu soltanto il respiro. Il suo e quello di Kel'Thuzak, anch'egli completamente immobile. La presunzione di aver trionfato era un gran sollievo, ma sapere che il suo nemico era ancora vivo lo era ancora di più.


   Si rialzò con calma e, senza accertarsi ulteriormente delle condizioni dello stregone, si avviò verso la locanda, il cui caminetto tossiva ancora degli stentati sbuffi di fumo che venivano immediatamente dispersi dal vento gelido. Attorno a lui si stagliava lo stesso paesaggio di prima: vasto, silenzioso e terribile, ma sempre meno opprimente: era quasi certo che presto si sarebbe tramutato in un semplice ricordo. Non si si arrestò per ammirarlo, poiché sapeva che fermandosi si sarebbe reso vulnerabile alla stanchezza più assoluta, sempre in agguato. Doveva tenere duro, ancora per poco. Aveva ancora una cosa da fare e poco tempo per farla, prima di poter finalmente sfuggire a quella realtà così intricata, vivida e oramai a lui completamente aliena.
   Fece un passo sopra Fabula, ancora in fiamme, e risalì il pendio innevato. Frugò nelle tasche, alla ricerca di qualcosa in particolare. Non ora. Non tu, pensò, trattando l'arma col rispetto che le doveva, ed entrando infine nell'edificio dallo squarcio nella parete.


   Il tempo era ormai giunto al termine: non sentiva più nemmeno il rumore dei suoi passi sulla neve ghiacciata, il fischio del vento o il lontano crepitare del fuoco. Udiva soltanto i due respiri, così diversi ma così simili - entrambi umani. «Ecco, Kel'Thuzak. Non sarò io a impedirti di trovare la pace» mormorò, chinandosi appena e posando con cura Neracciaio - perfettamente integra grazie alle erbe di Taliesin - accanto al suo proprietario. L'arma era incredibilmente pesante, troppo per il bardo, ed aveva temuto per tutto il tragitto che essa potesse prendere fuoco da un momento all'altro. Era contento di averla restituita, e anche di essersene liberato. Lo aveva fatto per un semplice motivo, un'altra promessa che aveva deciso di farsi: non avrebbe calpestato la dignità di nessuno e non si sarebbe lasciato alle spalle nemmeno il minimo rimorso, quella volta.
   Ora davvero poteva soltanto aspettare che tutto finisse.

   In silenzio si incamminò verso le vastità dell'orizzonte, felice di non poterle ormai raggiungere.

   Felice che quell'incubo fosse ormai finito.




EcUchYu





Condizioni generali
Stato fisico - 15/16
• danno basso da contusione al polpaccio sinistro
• danni infimo alla nuca
Stato mentale - 15/16
• danno basso da terrore
CS - 8 (2 astuzia, 2 intelligenza, 2 destrezza) +1 riflessi, +1 concentrazione
Energia - 20/100 (-5, -0)

Equipaggiamento
Itinerante, arma difensiva, mantello di panno rinforzato.
Fabula, arma bianca, acciaio, 48 cm di lama, 15 cm di impugnatura. [distrutta]
Pistola ad avancarica, arma da fuoco piccola, cinque colpi per giocata.
Pugnale celato, arma bianca, acciaio, 15 cm di lama, legata all'avambraccio sx.
Vene di Pietra, set di armi da lancio, materiale sconosciuto - venti unità per giocata. [11/20]
Fuliggine, Biglia fumogena, oggetto dell'erboristeria.
Erba rigenerante, oggetto dell'erboristeria, se applicata su armi od oggetti danneggiati funziona come una cura dell'equipaggiamento. [utilizzata]
Erba rinvigorente, oggetto dell'erboristeria, se assunta rigenera il 5% della riserva energetica. [utilizzata]
Miscela logorante, oggetto dell'erboristeria, se applicata ad un'arma, per due turni gli attacchi fisici disperderanno complessivamente il 5% dell'energia nemica a turno. [utilizzata]
Corallo, oggetto dell'erboristeria, se utilizzato conferirà un CS ai riflessi e un CS alla concentrazione per due turni di gioco. [utilizzato, turno 2 di 2]
Rubino, oggetto dell'erboristeria, se utilizzato conferirà due CS al vigore e due CS all'agilità per un solo turno di gioco.
Il Flauto della Palude Nera, oggetto generico, strumento musicale.
Liuto di Luke Mannersworth, oggetto generico, strumento musicale.
Il Flauto di Cenere, artefatto, strumento musicale.
Eclettico, Tomo magico; Tomo furtivo; Cristallo del talento.
Abile, diamante, 1 CS in destrezza (x2 unità).

Abilità passive
Ostinato, passiva razziale umana, non sviene sotto il 10% delle energie.
Fascinoso, abilità personale, aura psionica passiva di fascino.
Fumo e Specchi, dominio illusionista, passive di primo, secondo e terzo livello: le illusioni non necessitano di vincoli fisici, come il movimento e la voce, per essere castate; possibilità di modulare tono, volume e punto di provenienza della propria voce a piacimento; fintanto che un’altra illusione è attiva, come effetto aggiuntivo anche l'aspetto del caster può essere modificato a proprio piacimento, nonostante rimanga una semplice illusione.
Mente Impenetrabile, pergamena comune, classe mentalista. Difesa psionica passiva.
Intonazione, "Amuleto dell'auspex" (oggetto dell'erboristeria). Auspex passivo basato sull'udito.
Polvere, abilità personale passiva. In combattimento Taliesin può sprigionare la polvere, infastidendo i suoi bersagli e portandosi in leggero vantaggio; fuori da esso gli utilizzi dell'abilità possono essere tra i più disparati e scenografici.
Itinerante, "Nessuno farà domande a chi si nasconde allo sguardo della gente", passiva: qualora lo desiderasse, il mantello potrà celare sotto di esso le aure, proteggendole da auspex passivi.
Vene di Pietra, il possessore di una delle Vene sarà noto in tutte le terre come uno dei cacciatori che più ha abbattuto nemici del Sorya, e che più è sopravvissuto all'Edhel infido, rimanendo anonimo e irriconoscibile sino a che non paleserà la Vena.
Il Flauto di Cenere, razza selezionata: umana; razza scartata: avatar. La razza selezionata subirà danni aggiuntivi dalle tecniche dell'artefatto, come specificato in esse; quella scartata sarà immune ai poteri del flauto.

Abilità attive
Autocontrollo. Ma non basta sfuggire a ciò che si ha davanti: spesso le minacce più subdole non prendono di mira il corpo. Anche la mente del bardo, però, è flessibile ed inafferrabile al pari del fisico: questo grazie soltanto alla sua straordinaria forza della personalità, in grado di imporsi saldamente ad ogni minaccia, con la giusta concentrazione. [Autocontrollo, pergamena ultima, classe mentalista. Natura psionica, consumo variabile. Difesa da tecniche psioniche di potenza pari o inferiore al consumo speso] (consumo basso)
Barriera. Il mago genera una barriera di pura energia magica innanzi a sé; un muro cristallino che blocca qualsiasi attacco rivolto alla sua persona. La tecnica ha natura Magica. Il caster genera una barriera magica grande al massimo quanto lui, in grado di difenderlo efficacemente da una offensiva dello stesso livello o inferiore. A seconda della personalizzazione è possibile dare qualsiasi forma, aspetto e colore alla barriera. La tecnica ha una potenza difensiva pari a Media, può essere utilizzata a 360° con un potenziale difensivo pari a medio, e ad area con un potenziale difensivo pari a basso. Dura un turno. Consumo di energia: Medio

Oggetto utilizzato
Erba rigenerante, o Lacrime di Shard. Rara radice di natura magica, verde e tenera, che Taliesin porta sempre con sé. Se ingerita il suo gusto è pessimo, ma le sue proprietà prodigiose hanno effetto quando essa viene applicata su oggetti ed armi rotte o inutilizzabili: vengono infatti riparate all'istante, grazie al succo della pianta. [Erba rigenerante, oggetto dell'erboristeria, se applicata su armi od oggetti danneggiati, funziona come una cura dell'equipaggiamento]


Riassunto
Mi sono accorto solo ora che negli altri specchietti ho segnato come "utilizzata" l'Erba rigenerante, quando nel mio secondo turno in realtà ho consumato quella rinvigorente. Ho corretto, e mi scuso per il disagio causato dai nomi molto simili.
Visto lo svenimento finale di Kel, ho optato per un turno totalmente difensivo. Allucinazione non mi colpisce grazie ad Autocontrollo a consumo basso, Fusione elementale viene vanificata da Barriera lanciata ad area dal Servo della volontà, e infine subisco il pugno che non infligge però danni rilevanti grazie alle cs di differenza. Pur decisamente a pezzi, sul punto di svanire e leggermente dolorante, Taliesin sa di essere messo meglio del suo avversario, ma anche di non averlo. A quel punto ha un ripensamento. Torna alla locanda e, nonostante io non abbia descritto direttamente la scena, usa l'Erba rigenerante su Neracciaio, rendendola di nuovo integra e riportandola a Kel. Un pretesto narrativo ai limiti del sopportabile, ma che spero di aver reso in modo poco ovvio e scontato. Il post finisce con Taliesin che si allontana, attendendo che il sogno finisca.
La colonna sonora è My Dream's But A Drop Of Fuel For A Nightmare dei Sonata Arctica in versione strumentale: tutti i sottotitoli di ogni post erano infatti frammenti delle lyrics di molti brani del loro album Unia, del quale questa canzone fa parte. Le citazione incastonata questo post finale, sensibilmente meno concreto e, mi auguro, un po' più poetico degli altri, è tratta da: The Mourning After dei Kamelot. Prego chiunque legga di ascoltare la colonna sonora - l'ho messa per un motivo.

Augurandomi che questa serie di scritti sia piaciuta a te e chi altro l'ha letta, ringrazio te, Azazel. Mi sono divertito molto, anche se ho dovuto giocare in modo un po' diverso dal solito, muovendomi principalmentesu tecniche fisiche che, nonostante tutto, sono state molto adatte alla situazione, ed evitando le psioniche. Buona fortuna con il tuo nuovo pg - l'ultimo gesto è un piccolo tributo a Kel, spero che tu lo abbia apprezzato. Ci incontreremo di sicuro! :wosd:
 
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view post Posted on 18/7/2014, 00:14
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Kel'Thuzak vs Taliesin

» Kel'Thuzak

Scrittura. 6.50 /10

Non avevo mai letto né corretto nulla di tuo in precedenza e queste due occasioni di confronto, una come giocatrice alla pari ed un'altra come giudice, mi portano finalmente a fare la conoscenza del tuo Danzatore d'Ombra e del tuo stile di scrittura più in generale. Devo dire che, personalmente, sono rimasta dispiaciuta dal tuo cambio pg, anche e soprattutto perché con questo personaggio potevi potenzialmente dare ancora tanto che non sei riuscito ad esprimere. Ma queste sono comunque scelte personali che esulano dal giudizio in scrittura vero e proprio. In linea di massima, post nella media. Descrizioni nette e precise, fluidità narrativa notevole. Il testo non è mai appesantito, ma anzi scorre davvero molto facilmente. Si beve, quasi. Questo non può che essere un punto a tuo favore, oltre al fatto che ci si può immergere ampiamente nella storia anche grazie alle curate descrizioni ambientali e i limpidi scambi di colpi all'interno del combattimento, che tu hai ben saputo adattare in un contesto "ridotto" quale può essere l'interno di una locanda. Avrei preferito che entrambi descriveste la sala affollata, per potervi vedere interagire con i vari personaggi che, magari, incitassero alla lotta, o qualcuno che raccontasse una storia. Ma anche l’interpretazione che avete dato entrambi va benissimo, perché in fondo era una delle tante storie dell’Edhel. Passando all'immersione nei post in sé, da parte tua ho notato alcune, seppur marginali, pecche di carattere grammaticale e sintattico. Piccoli errori di battitura ed alcune ripetizioni minano i post iniziali. Imprecisioni stilistiche ed errori di fondo: un pò invece di un po'; periodi troppo lunghi o troppo brevi, a volte intervallati da troppe o poche virgole a seconda del caso. E poi tempi verbali davvero poco azzeccati anche dal punto di vista fonetico; ti segnalo a tal proposito: " si passò la destra sulla fronte e solo in quel preciso momento si accorse di essere madido di sudore, se non altro aveva compreso cosa indicava la figura umanoide che gli diede il benvenuto in quelle terre dimenticate dagli dèi." (n.d.c "aveva dato"); "Non ho la più pallida idea di chi o cosa sia, mi fece solamente intendere che dovevo recarmi qui." (n.d.c. "mi ha fatto"). Un'altra piccola nota: "goryano" non si può sentire, se mi passi l'esclamazione. Capisco che il duello è pre cambio ambientazione, ma potevi ugualmente utilizzare un termine più elegante per denominare il tuo personaggio. "L' Ombra di Taanach" o "Il danzatore del Goryo", potevano allo stesso modo essere utilizzati e risultare più consoni alla situazione. Riguardo all'interpretazione in sé per sé, ho alcuni appunti da farti. In primo luogo, hai forse introdotto troppo in fretta e troppo presto la sensazione di mancamento materiale suscitata da Velta. Poiché il tuo personaggio è riuscito a sconfiggere il boss del primo turno, questa caratteristica peculiare avrebbe dovuto attivarsi soltanto al raggiungimento del 15% delle energie. Ma a parte questo, avresti dovuto prima inserire il malessere e lo stordimento e - gradualmente - anche la musica e l'alienazione con la realtà. È stato fatto tutto troppo in fretta, a mio avviso, costringendo ad un rush di azioni notevole. Dal punto di vista psicologico, Kel è un personaggio vivo ed autonomo, padrone delle sue azioni e dei suoi pensieri. Ti muovi abilmente a descrivere i suoi stati d'animo e tutto ciò che fa è perfettamente giustificato dal contesto. La motivazione che lo spinge a combattere è chiara: per provare la sua stessa esistenza deve cancellare, annichilire, quella degli altri. Molto profondo anche il rapporto che ha con la sua spada. Personificata, quasi umanizzata direi. Eppure questa motivazione di fondo che lo porta a scontrarsi è, da un punto di vista più critico, ancora abbozzata. L'introspezione psicologica è presente per quanto riguarda le azioni conseguenti, ma poco sviluppata dal punto di vista duraturo. Potevi svilupparla meglio nel corso del duello. Ho apprezzato l'utilizzo del servo della volontà, come anche le interazioni stesse di Kel con l'ambiente, meno forse il rapporto con il tuo avversario che poteva essere migliorato in molti punti. Tutto sommato però è una prova più che sufficiente e che mi lascia abbastanza soddisfatta.


Strategia. 6 /10

Devo dire con rammarico che forse mi aspettavo un po' di più da un giocatore esperto come te, probabilmente perché tendo ad essere fin troppo puntigliosa - più del solito - in eventi importanti come questo. Inizi in modo lento e non tanto audace, ma di certo signorile - forse troppo -. Avevi il vantaggio del primo post, ma non lo hai sfruttato abbastanza. Dovevi essere più sicuro nel tuo primo post di combattimento ed utilizzare almeno un altro attacco fisico, a mio avviso, unito ad un diversivo. Oppure anche soltanto una tecnica di potenza più elevata come ad esempio Squarciare l’anima, che ti avrebbe portato in pari con le Cs del tuo avversario o addirittura di due livelli sopra considerando l'attivazione di Discendenza arcana. Oppure invece scegliere l'attiva Terrorizzare, presente anch'essa nella tua scheda. In questo modo hai perso un po' di tempo in più del dovuto, soprattutto con un avversario di una fascia di pericolosità più alta della tua. Si badi che però in questo caso non è stata la differenza di pericolosità a decretare Taliesin vincitore strategico del duello, ma le tue defezioni in questo campo. Nel secondo turno di combattimento attivo, la tua unica offensiva, portata attraverso Raffica Telecinetica non è delle più congeniali. Il tuo avversario si è potuto difendere tranquillamente con un consumo medio ed ha potuto continuare ad attaccarti in scioltezza. Diciamo che anche qui non lo hai messo proprio in difficoltà. Nel terzo turno di combattimento attivo poi, hai deciso di incassare entrambe le offensive. Una relativa all'attacco fisico con conseguente prosciugamento delle energie, e l’altra il disarmo di Neracciaio. Capisco che comunque il disarmo della spada ti ha garantito uno spunto interpretativo non da poco, ma potevi tranquillamente difendere la prima offensiva e poi contrattaccare o con una tecnica del servo della volontà, oppure utilizzando proprio Maledizione del negromante, più eventuali attacchi fisici. Invece non ti sei difeso ed hai castato due tecniche non riuscendo ad avanzare alcun attacco fisico, ancora questa volta. Nell'ultimo turno sei riuscito forse a portare avanti due offensive più o meno efficaci ed interessanti quali: Fusione elementale e Allucinazione. Pressoché ininfluenti alla fine dei conti perché lo svenimento - dovuto alle numerose energie perse - ha preso il sopravvento, decretando il Mezzanima come sconfitto a tutti gli effetti. Peccato.


Sportività. 7.15 /10

Ho ben poco da dire in questo campo se non appurare le tue già comprovate conoscenze del regolamento. In generale, ho molto apprezzato l'atteggiamento di entrambi sia in on che in off. Certo, avrei preferito una maggiore interazione tra i vostri personaggi -come precedentemente detto- per creare qualcosa di diverso, ma le ragioni di bg li hanno portati a scontrarsi senza esclusione di colpi l'uno verso l'altro, e va benissimo così. Parlando di te più in particolare, non ho notato errori di sorta in questo campo. Incassi bene i danni che devi ed usi bene ed in modo oculato le tecniche in relazione al regolamento. Un comportamento ineccepibile sotto ogni punto di vista, soprattutto per quanto riguarda la descrizione minuziosa degli attacchi, sempre ben mirati. Bravo.


Voto finale: 6.55 /10

Taliesin «


Scrittura. 7 /10

Non è la tua prima volta in questo torneo così particolare ed onirico, che affonda le radici nella storia di Asgradel. Un torneo, degli scontri - alcuni molto evocativi - in grado di essere ricordati a distanza di anni. Non sei nuovo del gioco e continui a crescere con esso, post dopo post. È il caso di ricordare che non correggevo un tuo scritto da un bel po' di tempo, e credo sia stato un contest l'ultimo. Inutile dire che sei migliorato, ma credo tu possa ancora dare molto più di quanto hai mostrato fin'ora. In tante cose. Primi tra tutti, quei benedetti due punti. Ne usi troppi e per marcare o spiegare un concetto o un'azione. Personalmente non li apprezzo se abusati, poiché visivamente poco gradevoli. Da un punto di vista narrativo poi sono abbastanza desueti. Devi cercare di spiegare di meno e giungere al nocciolo della questione attraverso le immagini, e non intendo disegni o foto, ma proprio portare ad un livello visivo l'intero testo. È difficile, lo so, ma con un buon allenamento e tanta costanza ci si riesce. In generale, non ho notato nessun errore sintattico-grammaticale all'interno dei post, né errori di distrazione o battitura. Questo non può che farmi piacere, perché davvero in pochi ultimamente si prendono la briga di ricontrollare il testo una volta scritto. Gradevoli anche alcune scelte stilistiche e virtuosismi che, piazzati strategicamente qua e là danno un guizzo in più alla narrazione. Ho notato che tendi ad uniformare lo scritto tutto in in unico livello, però io ti consiglierei di staccare di più nei periodi cruciali. Magari utilizzando un registro più alto o soltanto spaziare nei periodi in cui vuoi concentrare maggiormente l'attenzione. Un dialogo ben contestualizzato e ben visibile rispetto a tutto il resto può dare davvero quell'effetto dirompente e magnetico che porti il post tutto su un altro livello. Come già detto al tuo avversario, avrei preferito che entrambi descriveste la sala già affollata di gente, ma credo che l'interpretazione data da voi sia più che giusta. In fondo si trattava solo di una leggenda popolare. Mi è piaciuto soprattutto il contrasto che hai dato all'inizio tra la locanda che appare sinistra agli occhi di Taliesin - inizialmente - ma poi avventurandosi al gelo dell'esterno ed al suo rientro in essa, la ritrova molto più accogliente e calda. Ben scritte le descrizioni del paesaggio, così candido e freddo che sembra potersi sentire mentre si legge. Ma ho anche invero apprezzato il modo in cui hai descritto gli interni. La locanda così cara al bardo, così familiare. Non ti concentri solo sul tuo personaggio ma anche sul tuo avversario, e questo è un altro punto a tuo favore. Le motivazioni che portano Taliesin ad attaccarlo sono - coerentemente con il richiamo di Velta - più che plausibili. In fondo il bardo è un Leone e Kel è un'ombra. Poco da dire, poco da aggiungere, perché alla fine il fiato si spreca. Anche tu come il tuo avversario hai bene interpretato il combattimento e le azioni salienti. Tuttavia hai la tendenza a farti trascinare troppo dalla narrazione dell'immediato, non concentrandoti troppo forse sull'approfondimento delle azioni tra passato e futuro, tra vissuto di Taliesin e domande per il domani. I concetti al passato sono sì espressi, si badi bene, ma in un modo abbastanza distaccato. Ci stavi riuscendo bene nell'ultimo post con la visione di Myria, in cui era forte ed evidente il pathos narrativo, ma tutto ciò ha assunto dei connotati fumosi ed eterei, quasi appunto slegati dal resto. Hai un blocco, da questo punto di vista. Non riesci a superare il gradino successivo che potrebbe portarti a delle grandi soddisfazioni personali dal punto di vista stilistico. Capita un po' a tutti nel corso degli anni. Il mio consiglio è proprio quello di sviscerare le emozioni relegate al passato, contestualizzarle nel presente e far fare al tuo personaggio dei ragionamenti rivolti al futuro. So che questo ragionamento potrebbe apparire intricato in un primo momento, ma in realtà con un lavoro di fino "artigianale" sullo stile puoi riuscirci facilmente. Prenditi del tempo per pensare a tutto ciò che è stato Taliesin e a tutto ciò che vorrai farlo diventare. Pensa, sperimenta, crea, distruggi e ricomincia. Scardina la sua posizione di base per farlo brillare più di quanto non stia già facendo. Vedrai che con un po' di pazienza riuscirai nell'intento.


Strategia. 7 /10

Fantasiosa. Leggendo di Taliesin e dei suoi escamotages combattivi, non posso che rimanerne piacevolmente colpita. Il bardo non è un personaggio del tutto "fisico" ma paradossalmente in questo duello è riuscito a soverchiare il suo avversario anche grazie a tecniche di stampo materiale, se così vogliamo. Tuttavia, benché sei riuscito a sovrastare l'altro opponente più per sue defezioni strategiche, ho voluto ugualmente premiarti per l'ingegnosa invettiva e l'efficace combo di mosse da te sapientemente messe in pratica. Inizi in modo incisivo affrontando egregiamente le offensive che ti si volgono innanzi. Parandoti dalla prima tecnica psionica riesci a portarti in una situazione di vantaggio, questa infatti avrebbe potuto urtare Taliesin con una manciata di danni in più. Recuperi quindi lo svantaggio di non poter postare per primo la tua offensiva. La tua prima serie di attacchi è brillante dal punto di vista strategico: una tecnica ed un attacco fisico con diversivo che ha davvero messo alle strette il tuo avversario, costretto a scegliere tra un danno alle energie con conseguente danno fisico oppure un alto da tecnica al corpo. Stessa cosa per il secondo turno di combattimento attivo: continui tranquillamente con una tecnica + attacco fisico seguito dall'assunzione di un'erba ricostituente che ti permetterà di conservare quel poco di energie necessario a scagliare offensive più potenti. Nel terzo turno di combattimento attivo incassi la Maledizione, difendendoti giustamente da Necrosi mentale, tecnica dispendiosa per l'avversario e potenzialmente pericolosa per te. In tutto questo riesci, in modo molto fantasioso, a portarti molto più avanti al tuo opponente adesso con una tecnica dell’artefatto e due utili attacchi fisici. Utile e saggia soprattutto la decisione dell'ultimo turno di difenderti e basta, concludendo il duello da vero e proprio vincitore strategico. Ti faccio un piccolo appunto anche in questo campo. Per sfruttare al meglio il divario di Cs che vi separava avrei utilizzato sin dall'inizio il Corallo, in questo modo l'avversario avrebbe dovuto difendersi fin da subito da attacchi fisici corposi. Per il resto, una buona giocata.


Sportività. 7.15 /10

Come precedentemente detto al tuo avversario, non ho nulla di rilevante da dire in questo campo. Posso soltanto elogiare il comportamento impeccabile che avete tenuto dall'inizio alla fine, sia in on che in off. Avrei preferito una maggiore interazione tra i vostri personaggi per creare qualcosa di diverso, ma le ragioni di bg li hanno portati a scontrarsi senza esclusione di colpi l'uno verso l'altro, e va benissimo così. Anche tu incassi bene i danni che devi ed usi in modo oculato le tecniche in relazione al regolamento. Un comportamento ineccepibile sotto ogni punto di vista, soprattutto per quanto riguarda la descrizione minuziosa degli attacchi, sempre ben mirati anche dal tuo fronte. Bravo.


Voto finale: 7.05 /10


Il vincitore del duello è Taliesin!
Il vincitore ha diritto ad un post conclusivo di vittoria.


Correttore .Neve
 
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