Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Jace Beleren vs Yu Kermis

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view post Posted on 7/6/2014, 16:31
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And...bla..Bla..BLA
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La Grotta delle Stelle (Neirusiens)

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Caratteristica prettamente umana è il sogno inteso come meta, fine e desiderio, pensato come qualcosa dalle infinite possibilità, dalle molteplici vie e dagli sviluppi imprevedibili. Come se non ci fosse alcun limite a esso e tutto fosse raggiungibile. Dimenticata la propria dimensione terrena, tramite esso può provare a raggiungere lidi irraggiungibili, a ottenere cose inottenibili. Eppure rimarrà sempre vincolato alla propria reale natura.
Le scure caverne del Nord, vicine alla città maledetta, sono da sempre famose per gli spiriti che si annidano tra di esse, pronti a divorare ogni speranza e ogni scintilla di vita in chiunque provi ad avvicinarsi, assorbendolo e consumandolo fino a distruggerlo. Tuttavia nella profondità si nasconde anche altro, qualcosa di più attraente e meno sinistro, immenso e affascinante. Il desiderio di raggiungere il cielo, di fondersi con esso, di esserne parte è sempre stato nella mente dell’umano ed è sempre stato permesso soltanto con la mente. Eppure questa speranza è realizzabile in qualche luogo.
Pietra nera più della cenere, irregolare eppure perfetta si estende in lungo e in largo come se questa grotta intera fosse ricoperta di immacolato velluto nero; disseminate qua e là piccole gemme brillano di luce propria quali stelle terrene che sia impossibile toccare, piccole emanazioni lucenti immobili e immateriali eppure vive all’apparenza, più vivide o fioche a seconda della distanza, brillanti nei loro molteplici colori come astri minuscoli che illuminino questo ambiente celestiale e incantevole. Fluttuano sospese nell'aria, illuminando il nero più estremo con la loro pura fiamma in un'armonia ultraterrena. Eppure qualcosa stona.
Ci sono pavimento e soffitto distanti diversi piedi tra di loro, pareti e conformazioni rocciose nere quanto l’ossidiana a loro modo perfette nella loro forma spontanea, decisa non dal caso quanto dalla natura stessa nel suo agire incontrollato. Come se si fosse davvero in un’altra dimensione è persino possibile percorrerle, camminare su ogni superficie quasi che il sopra e il sotto non abbiano più significato, la gravità fosse relativa e legata davvero alla propria volontà divina. Ma questo volta celeste in terra non è infinita.
Sì immenso, sì magnifico e affascinante, eppure limitato: quasi a segnalare i vincoli insuperabili per le creature che riescano a giungervi, come un freno sempre pronto a essere tirato, una cinghia che sia sempre assicurata e impedisca davvero agli umani di elevarsi anche fisicamente. Non si può volare, non si può davvero immergersi in questo mondo stellato né sfuggire alla propria natura terrena, segnata da confini invalicabili. Solo un’illusione, un semplice sogno irrealizzabile il cui profumo venga a malapena sentito per poi mostrare una copia all’apparenza uguale, eppure priva degli stessi presupposti che rendono l’originale tanto desiderabile, così agognato. Il tutto è un semplice riflesso dei propri desideri fatto sostanza in una menzogna bellissima, ma pur sempre falsa. Irrealizzabile.

Jace Beleren Vs. Yu Kermis
Verde Vs. Verde
B Vs. A


Primo post: The Grim
Player Killing: Da indicarsi nel primo post di presentazione.
Durata: Un solo post di presentazione e quattro post di combattimento. La scadenza per postare è fissata il 10 Luglio.
Tempi di risposta: Quattro giorni dalla risposta dell'avversario. Per ulteriori informazioni consultare il regolamento del torneo.
Caratteristiche Tecniche: Per qualunque personaggio in quest'arena sarà possibile camminare sulle pareti, a prescindere dal mancato possesso di passive apposite.


Edited by Eitinel - 7/6/2014, 18:42
 
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The Grim
view post Posted on 10/6/2014, 15:14





Ad Extirpanda ~
Sotto lo sguardo di un cielo stellato

La tredicesima carta





In cielo stava un drappo nero che non solo copriva tutto, ma si stendeva in lungo e largo soffocando ogni cosa col suo abbraccio di velluto. Quel manto cancellava il mondo intero, seppelliva col suo peso ogni differenza o singolarità affinché all'occhio non rimanesse che contemplare l'infinito, totale e uniforme. Non era però uno spettacolo desolante perché il bagliore di mille lucine, l'una diversa dall'altra, cancellava ogni cupezza rendendo quello spettacolo magnifico, che mozzava il fiato tanta era la sua bellezza. Paradisiaco.
Non aveva mai sospettato di trovare un così magnifico cielo stellato aldilà della vita.

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Jace sapeva bene che prima o poi quel momento sarebbe giunto, anche se aveva sempre preferito fosse più poi che prima. Se ogni vita era un lungo pescare da un mazzo di tarocchi, dalle combinazioni varie e colorate, dagli intrecci imprevedibili, era sempre la tredicesima carta a chiudere quel carosello, l'unica comune a tutte le partite: la Morte. Pur consapevole di ciò lo stregone era rimasto sorpreso dalla proprio dipartita: non vi fu il battere incessante di zoccoli scheletrici a risuonare nelle sue orecchie, né il vento gelido con il suo lugubre ululare a far rizzare i peli della schiena, nessuna pallida signora ad attenderlo all'orizzonte come tanti avevano descritto. Il ciarlatano non si era aspettato certo di vedere questi segni premonitori ma aveva sempre immaginato di cogliere qualcosa negli attimi finali della sua vita, un lampo di lucidità durante il quale accorgersi di ciò che accadeva. Non ricordava nulla di ciò, nessun pentimento finale o preghiera disperata, né un ultimo rimpianto che si lasciava alle spalle, anzi non ricordava proprio nulla della sua morte. Aveva visto un bagliore, quello del proprio incantesimo, che accecava la bestia d'ombra e la inceneriva, e poi il peso della sua lancia che calava più e più volte sul mostro, assieme alle armi dei suoi compagni, più di quanto fosse necessario e quello non si era più mosso. E poi, non c'era stato più nulla, niente di niente. Non aveva sentito nessuna lama trapassarlo, nessuna stregoneria bruciarne il corpo o straziarne l'animo, non una punta di dolore, o qualcosa che gli preannunciasse il suo fato; ed era spirato. Non provava paura o ansia, come sempre si era immaginato, e che cosa avrebbe dovuto temere ora che stava al di là della vita e del dolore?

Ma una preoccupazione continuava a martellargli nel petto, e ad aggrovigliarsi nella sua mente, la sua ossessione che l'aveva spinto a lasciare il sud e cercarla nel gelido nord con le sue ombre e i suoi orrori: dov'era Afrah e che cosa stava facendo?
Lottava forse o era anche lei morta? Stava forse piangendo il suo amato, fuggendo da una rovinosa sconfitta, o celebrando una vittoria che era costata cara a tutti?
Non lo sapeva e questo lo angustiava ben più della triste sorte che gli era infine toccata.


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Quella calma non era destinata a durare, come sempre avveniva al Cartomante, vi era infatti una vibrazione lontana che la squassava, una forte presenza a perturbare quelle quiete. Forse c'era sempre stata ma prima di allora lui non se ne era accorto. Si rialzò lentamente, sistemando la cappa che notò essere in perfette condizioni. Perché avesse quelle vesti e pure tutto il suo armamentario di biglie, carte, pozioni e armi nell'aldilà lo incuriosiva non poco. Se le trovava addosso perché immaginava così sé stesso, bardato e pronto all'avventura? O magari le aveva perché erano le cose che aveva con sé alla morte o che erano state seppellite con lui in qualche fossa per quel campo di battaglia? L'eternità gli avrebbe donato qualche risposta?

A quel punto le dita corsero a tastare il volto ma non trovarono nessuna ustione a traviarlo, nemmeno una traccia dei bubboni e delle pustole che tanto l'avevano fatto penare nella sua ultima battaglia. Era bizzarro che il suo corpo avesse sanato ogni ferita, come a lasciarsi indietro tutte le bruttezze e le fatiche della vita. Avrebbe dovuto esserne felice però era amareggiato, perché a guardarle con distacco erano proprio quelle traversie a renderla piena; cancellarne le tracce e le cicatrici era come obliare i brutti ricordi. Senza le paure e le ansie, senza la coscienza della fragilità del suo corpo, i pochi momenti trascorsi con Afrah non sarebbero stati così belli, ma anzi scontati. Era stata la consapevolezza che ogni incontro poteva essere l'ultimo ad averlo spinto a apprezzarli anche nel più infimo dei dettagli, a gustarne ogni istante e non a darsi alla sterile contemplazione, a vivere quei momenti con il massimo della forza; a farlo felice. Ma avrebbe avuto altro tempo per quelle riflessioni, perché le due auree si facevano sempre più nitide all'occhio magico dello stregone e ora le riconosceva. Dunque anche Kermis e Gargantua erano caduti, coloro che l'avevano salvato da Thywil e gli erano parsi così potenti, immensi. Jace si avviò verso di loro, a riabbracciare i suoi compagni. E allora perché sentiva quel formicolio dentro le ossa, un sussurro tanto flebile da esistere solo nella sua immaginazione che lo invitava a stare sul chi vive, a calcolare ogni passo, e perché aveva preso la Carreg o Wythïen e ora la stringeva con forza tra le dita?

specchietto

CS: 5 | Intelligenza 2 Prontezza 2 Maestria con le armi 1
Critico 40 | Alto 20 | Medio 10 | Basso 5



Stato Fisico: Illeso,
Stato Psicologico: Illeso;
Energia: 100 %


Mastigos:
I Mastigos sono più potenti ingannatori. Essi possono lanciare le sue tecniche di illusione, infatti, anche nel caso in cui fosse completamente immobilizzato ed imbavagliato: non avrà necessità di alcun movimento per ricorrervi né di pronunciare alcuna parola. Sono in grado di modificare a piacimento il tono, il volume e il luogo di provenienza della propria voce. Potrà farla suonare blasfema e cavernosa come quella di un demone; potrà ingigantirla al punto da assordare i propri avversari; potrà farla sembrare un sussurro proveniente da poco distante alle orecchie dei suoi alleati, e molto altro ancora. I più potenti possono inoltre fondersi nelle loro stesse illusioni. Fintanto che sul campo di battaglia sarà presente un'immagine richiamata da lui, infatti, egli potrà modificare a sua volta anche il suo aspetto, assumendo qualsiasi forma e dimensione desideri. Questa mutazione - seppur ingannando tutti i sensi dell'avversario - sarà tuttavia soltanto un'illusione e non donerà al possessore del dominio alcuna capacità aggiuntiva rispetto alle sue. Infine essi non svengono una volta raggiunto il 10 % dell'energia sebbene muoiano una volta esaurita la riserva energetica. Inoltre la sua aura risulta invisibile agli auspex di natura magica. [ Passive di Talento (I, II, III) e Razziale e Personale ]

Circolo di protezione dalla Magia:
Questo sortilegio gli permette di affrontare facilmente altri incantatori, non perché protegge la sua pelle dagli incantesimi, bensì lo rende capace di contrattaccare più facilmente. Ogni volta che un avversario utilizzerà una tecnica di natura magica, per la durata di quel turno lo stregone guadagna 2 CS in Intuito. [ Pergamena Discendenza Arcana ]

Cappa degli Eterni:
Il più appariscente degli indumenti del Cartomante, un enorme drappo azzurro ricoperto di simboli argentei che cinge le sue spalle e lo copre fino alle caviglie, sotto la quale è però celato un robusto corpetto di strisce di cuoio, tinte del medesimo colore. L'armatura lo copre dalle spalle alla vita, lasciando però libere le braccia, garantendo così una completa mobilità ed una moderata protezione al busto. Quando la indossa tutte le tecniche offensive scagliate da Jace ad area saranno di potenza equivalente al consumo speso per castarle. Inoltre una volta che il cartomante avrà accumulato un danno Critico al fisico, guadagnerà 2 CS in Istinto fino alla fine della giocata. Una delle gemme incastonate nella cappa dona a Jace 1 CS in Maestria con le Armi. [ Armatura leggera al busto, Artefatto epico di caratterizzazione + Diamante ]

Sigillo dell'acchiappasonni:
Un ninnolo di capelli intrecciati delle tribù dello Xuraya che racchiude all'interno uno spirito maligno dei sogni. L'essere intrappolato al suo interno non solo è innocuo per il suo portatore, ma anzi lo fortifica. La potenza magica sovrannaturale della creatura gli permette di essere pari ai più grandi Illusionisti, aumentando i poteri del suo Dominio di un livello. L'essere inoltre conferisce la capacità di vedere l'invisibile, sotto forma di auspex di potenza passiva. Inoltre forte delle memorie e delle capacità dello spirito Jace è inoltre capace di utilizzare le pergamene della Classe Ladro. [ Cristallo della Conoscenza e Tomo Furtivo e Tomo Magico e Amuleto dell'Auspex - Cucito sulla cappa ]

Frusta:
Dalla rigida maniglia color terra bruciata nasce il corpo vero e proprio dell'arma fatto in un cuoio molto più chiaro intrecciato per due metri e mezzo alla cui estremità termina con una piccola lama curva, come un minuscolo kama, in ferro brunito, quasi nero; questa testa può essere rimossa. [ Arma da corpo a corpo - Legata al ventre ]

Carreg o Wythïen:
Il Becco del Colibrì è una lancia ricavata da un'unico tronco di legno lungo quasi due metri, fasciato con stringhe di cuoio sia all'estremità inferiore che a quella superiore. L'arma termina con un una testa in osso, ricavata da quello che sembra il teschio di un grosso volatile, ma nonostante le apparenze dimostra una resistenza pari a quella dell'acciaio. Sebbene l'arma possa essere scagliata con forza verso la preda, è stata ideata per il combattimento in corpo a corpo, portentosa per gli affondi e per mantenere la distanza dal nemico. [ Arma da corpo a corpo, Artefatto d'ambientazione - In mano ]

Le petites Thriompes:
Il secondo mazzo dei Tarocchi è composto da Cinquantadue carte divise in quattro semi, come molti mazzi da gioco, che forse hanno ispirato o da cui han tratto ispirazione. Esse sono di qualità altissima e nascondono un segreto: Venti di esse nascondono sotto una leggera sfoglia cartacea un'anima metallica e sono appositamente bilanciate per essere scagliate. Inoltre esse possiedono alcuni poteri magici.[ Arma da lancio, Artefatto epico d'ambientazione - Tasche interne della cappa - 20/20 ]

Riassunto e note: Ebbene si, Jace pensa di essere morto, e di essere finito nell'aldilà. Questa è l'unica maniera che ha di spiegarsi quel che è successo, poi nota tramite il suo Auspex l'aura di Gargantua e Kermis e si dirige da loro. Non ho specificato se fossero insieme o meno per lasciare libero a Yuu di personalizzare la scena come meglio crede. Ho riportato per esteso le descrizioni di passive e oggetti per una maggiore comprensibilità sia al giudice che al mio avversario, ma dal prossimo turno userò uno specchietto più breve.


 
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view post Posted on 11/6/2014, 11:26
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Pioveva. Gocce pesanti, fredde al tocco ed impossibili da evitare. In un modo o nell'altro, che tu fossi o meno svelto, avresti comunque ricevuto il pianto degli dei, quel giorno. Lacrime. Somigliavano più a lacrime, quelle, che a gocce di pioggia. Erano dense, piene di un significato nascosto ai più, irriconoscibile dagli altri. Creava l'interrogativo del perché, quando anche solo una lacrima toccava la fronte madida di sudore per la paura o l'armatura in piastre sporca di terra e sangue. Un interrogativo che, come detto, era in grado di mettere in crisi le menti più sveglie ed i guerrieri più coraggiosi, che, spinti dall'adrenalina e dalla gloria - e forse, ma forse, anche da un sentire che li animava e li indirizzava verso il campo di battaglia - cercavano semplicemente di non morire, di cadere per ultimi; di spegnersi dopo aver innalzato al vento la propria bandiera, misto di speranze e desideri che si rifugiava poi nella dimensione dell'essere. Dell'essere il vincitore, dell'essere Io escludendo l'Altro, dell'attestarsi avendo una prova tangibile della propria marcia di devastazione. Una prova così solida da rimarcare il concetto di vita stessa; una prova che rimandava alla morte, ma soprattutto al suo significato più oscuro. L'abbandono, l'anonimato. La dimenticanza. L'isolamento in tracce di memoria così lontane dal senso comune che si perdono in loro stesse, divorandosi lentamente, fino a sparire. Fino a riavvolgersi in piccoli spazi vuoti lasciati inabitati. In fondo, non è proprio per questo che gli uomini si animano per la guerra? Per essere ricordati, o meglio ancora, per non essere dimenticati. Perché al mondo non vi è gioia più grande di permanere in eterno nel ricordo di qualcuno, non tanto nella misura del disegnarsi in tale ricordo, quanto più di non essere cancellati al suo interno; di non apparire come semplici dettagli e nient'altro, piccole marionette in mano di nessuno, se non dell'oblio stesso, che inesorabilmente trascina la stoffa dei pupazzi deboli verso il declino. Li divora senza aver paura, perché nell'oblio non vi è il rischio di essere dimenticati, essendo questi il rigetto stesso dei ricordi. Il biasimo, il non perdono, l'incompletezza dell'essere mortali. Ecco cosa provoca, la guerra. Genera un vortice dalle dimensioni virtualmente infinite, pronto a risucchiare al suo interno tutti coloro che vi partecipano, coscienti o meno di farlo. Non vi è differenza tra vincitori e vinti, perché la vittoria stessa è una posizione politica nata dall'autoglorificazione dell'individuo. Il vincitore non è colui che domina sul campo di battaglia, ma colui che non si lascia dominare dalla guerra stessa. Colui che riesce a dare vita nella morte, che riesce a sorridere nella sofferenza ed esaltare nell'empio. Colui che vince non sa di aver vinto, perché nel momento stesso in cui operazionalizza la propria vittoria, il significato di questa si perde come acqua tra le mani. Scorre via senza che ce ne si accorga. Scappa, si cristallizza in un momento che consideriamo passato ed irraggiungibile. Diventa divino, lasciandoci soli e dominati dalla sola vulnerabilità.
E quindi rimuginiamo, biasimiamo le nostre scelte e proviamo un senso di tristezza che poniamo sotto il nome di rimorso. E sotto la stessa sorte di questi sentimenti guidiamo la nostra intera esistenza, lontani da quella felicità che avevamo tanto voluto ma che con estrema facilità ci eravamo lasciati sfuggire. Forse avevamo pianto, forse no. Ci eravamo semplicemente abbandonati all'idea che in fondo, per raggiungere quella felicità, per raggiungerla di nuovo, non avremmo dovuto far altro che rapirla ad un nostro simile. Avremmo gioito del suo soffrire, ci saremmo sentiti bene. Avremmo confinato il simile alla miseria dell'Altro, che appare diverso da noi e quindi deve esserlo necessariamente. Lo avremmo guardato e ci saremmo convinti della genuinità della nostra azione. Poi, però, ci saremmo resi conto che non abbiamo fatto altro che procurare tristezza e che la nostra gioia non era che una mera illusione.
E la tristezza ci avrebbe raggiunto, nuovamente. Ma non avremmo imparato lezione alcuna da ciò.

Pioveva. Scendevano lacrime.
L'enorme Torre Nera piangeva insieme al cielo.
La senti?
Chiese il Mercante al Golem.
Eccola, di nuovo. La guerra.
Il costrutto di roccia si sarebbe limitato ad annuire. Poi sarebbe rimasto in silenzio, come sempre.

Pioveva,
nei ricordi di Kermis pioveva a dirotto e le lacrime disegnavano la figura della sua bambina, il cui disegno era stato interrotto prematuramente.
E iniziò a piovere
anche nei ricordi del Golem, spento dalla sua debolezza e dall'impossibilità di fare l'unica cosa che avrebbe davvero desiderato nella sua vita. Salvarlo. Salvare suo figlio.
Pioveva,
ed ogni persona presente sul campo di battaglia - anche Alexandra, ormai caduta - poteva sentire le lacrime rigare il loro viso.
Poi l'oscurità li avvolse. Tutti.

E la pioggia smise di battere.



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Quando aprì gli occhi le lacrime erano svanite; al suo posto, magnifiche gemme riuscivano ad illuminare l'intera grotta con il loro bagliore. La luce si faceva strada con prepotenza, quasi a reclamare quel luogo come unica vera casa abitabile. Al limite tra il reale e l'immaginario, la volta appariva come un enorme cielo stellato; un enorme distesa nera puntellata da poche - ma luminosissime - stelle, che creavano costellazioni proprie, nuove agli occhi del Mercante, il quale, stupito, si guardò attorno. L'intero luogo sembrava essere raggiunto dalla magia, ma da una magia ben diversa da quella cui erano abituati gli abitanti del continente. Era una magia più simile alla sua, una sorta di illusione tanto reale da poter essere ammirata e toccata, a volte. Una magia che creava oltre il semplice costruire. Ideava, soffiando nel vento spento della creatività e dando vita a forme spettacolari e colori mai visti. Guardò la figura del Golem stagliarsi a malapena all'interno della grotta; il capo era chino per evitare di toccare il soffitto, le gambe leggermente divaricate. Senz'altro non era quello il posto adatto ad un Golem della sua stazza, eppure, ironicamente, era proprio in un luogo come quello che lo aveva visto per la prima volta, divorato dalla voglia di vendetta, pieno di crudeltà e incapace di perdonare. O di sopportare; nemmeno il Mercante credeva al perdono, in fondo, lo reputava solo una forma di codardia, un tentativo di scappare alle proprie responsabilità. Un tentativo che, negli anni, aveva messo a punto molteplici volte. Ma che non gli era mai riuscito. Ecco perché lo aveva sostituito con il concetto di sopportazione, a lui ben più congeniale. Vivi, pur desiderando. Non essere schiavo dei tuoi desideri, dominali.
Dov'erano? Cosa li aveva portati lì? Erano ancora vivi?
Ma soprattutto.. perché ancora pioveva, nella sua testa?

Sobbalzò. Un rumore leggero, quasi impercettibile, lo mise in allerta. Era il suono di chi si muove tra le ombre, quel suono di cui era stato artefice per molto tempo. Cercò di localizzarne la fonte, ma l'unica cosa che fu in grado di osservare fu una figura dai tratti umanoidi, il corpo slanciato e la composizione praticamente inesistente. Lo vide per un attimo, un attimo solo in grado di debilitare le sue certezze. In quell'attimo, Kermis provò un senso di sconforto mai raggiunto. Si sentì morire, in quell'attimo. O ancora meglio. Scomparire.
La vena del ragno si illuminò di una luce tenue e rassicurante; il Mercante non ebbe bisogno di tempo alcuno per decifrare quel messaggio. Lo aveva visto più volte, quando Afrah la Beduina si era avvicinata a lui. Lo aveva visto per l'ultima volta proprio durante la battaglia. Poi la luce si era spenta, sotto lo sguardo austero di Velta. Che fosse lei? Risucchiata dall'oscurità, anche la sua compagna aveva raggiunto quel mondo stellato che segnava il limite dell'uomo?
No, non era lei, ma l'ultimo possessore delle Vene.
Jace, il Cartomante.
E non appena lo vide sbucare fuori da uno degli angoli d'ossidiana della grotta, avvertì nuovamente quella sensazione. Come se in quel mondo incantato, vi fosse spazio per una sola persona. Coesistere significava scomparire. Dalla vita di uno dipendeva la morte dell'altro. Osservò la sua mano destra, le dita avevano assunto un pallore mai visto. Cosa stava succedendo? Non poteva morire.
Non poteva scomparire. Non era il momento.
Non poteva farlo, neppure per Jace. Strinse la Vena come mai prima di quel momento. Il Costrutto avvertì la tensione del suo padrone e chiuse i pugni di roccia.

Nella mia testa ancora piove, Jace.
Non riesco a farlo smettere, io proprio.. non ci riesco. Non voglio sparire, non voglio essere dimenticato. Non voglio ancora morire, lo capisci?
I Leoni.. loro.. loro hanno bisogno di una nuova guida, qualcuno che possa indirizzarli verso un percorso che costruisca, anziché distruggere. Guarda Alexandra cosa sta provocando! Non voglio combattere ai suoi ordini, non più. Voglio nuove regole, voglio porre dei limiti alla cupidigia degli uomini. Voglio salvare questo mondo, Jace.
In questo momento non rappresenti che un ostacolo sul mio cammino e su quello di Afrah. Lei verrà con me, che ti piaccia o no. Mi aiuterà a realizzare il mio progetto di pace. Non lascerò ad un uomo, un singolo uomo quale sei, di impadronirti del suo volere e di impedirle di realizzare il mio sogno. Ed il suo. Anche lei desidera tutto ciò, ne sono certo. Non posso lasciartelo impedire, mi dispiace. La pioggia.. deve cessare. Qui ed oggi. Vorrei che capissi questo, semplicemente.

Devo dimenticarti, Jace, per salvarti.


Lo capisci, vero?


Kermis
CS: 4 {1 Lucidità, 2 Intuito, 1 Destrezza}
Mana: 100%. {-}
Stato Fisico: Ottimale. {100%}
Stato Mentale: Ottimale. {100%}

Gargantua
CS: 9 {4 Costituzione, 4 Forza, 1 Resistenza}
Stato Fisico: Ottimale. {100%}
Stato Mentale: Ottimale. {100%}

FBxhE


Passive.

Deal. Le persone vittime di un accordo di Kermis riveleranno a questi il proprio passato e l'immediato futuro. Le condizioni poste dal mercante saranno viste come vere e proprie imposizioni morali. Kermis è considerato fuori scala. Kermis può partecipare agli eventi Toryu.
Spy. Kermis è in grado di parlare qualsiasi lingua. Kermis è in grado di capire se il suo interlocutore sta mentendo. Kermis è in grado di sapere se le persone nascondono dei segreti e di capire quale sia più importante tra i vari segreti.
Invisible. Difesa da psioniche passive. Auspex passivo per coloro che sono attorno a Kermis. Kermis può guardare nelle ombre o attraverso altri impedimenti esterni.
All magic comes with a price. Quando Kermis utilizza una tecnica del contratto, può infliggersi un danno psionico Basso per caricarlo di un punto sangue.
Now tell me: what do you want?. Kermis riesce a percepire l'aura delle persone che hanno bisogno di esprimere un desiderio.
Cappa. Kermis può liberare cenere dalla sua cappa a suo piacimento, tale cenere sarà considerata come una psionica passiva che altera i sensi. Inoltre, il mercante potrà utilizzare tale cenere per attaccare - fanno fede le sue CS -.
Artognou. Gargantua acquisisce due CS in campi pieni di vita, ne perde due in campi spogli o morti [considero la grotta a metà tra i due tipi di ambienti, quindi non guadagna né perde nulla]. I poteri di Artognou possono essere utilizzati anche da Kermis.
Specchio delle Parche. Kermis è immortale. Kermis ricorderà, a chi gli sta attorno, Noah.
Vena del Ragno. Kermis è riconosciuto come possessore di una Vena di granito. Kermis non soffrirà per alcuna condizione fisica o metereologica all'interno dell'Edhel. Kermis può parlare telepaticamente con un altro possessore delle Vene di granito.

FBxhE


Attive.

FBxhE


Riassunto.

La prima parte del post è relativa al primo turno - al quale non ho partecipato per ovvi motivi -. Kermis e Gargantua non combattono contro i Mostri dell'Oneiron, semplicemente se ne stanno in disparte, scelta legata al fatto che Kermis si è pronunciato, dopo il Leviathan, contro qualsiasi tipo di guerra. Allo stesso modo, quindi, non vuole combattere nemmeno questa. L'oscurità avvolge anche lui, però, catapultandolo nella Grotta delle Stelle, dove intravede un'ombra - il Servo della Volontà - che sparisce subito dopo, ma che lo mette in allerta, facendogli capire che in quella dimensione è possibile sparire per sempre, essere dimenticati. Avverte dunque la presenza di Jace, il quale è visto, per le ragioni esposte nel post, come una minaccia. Una minaccia da debellare, in qualche modo. Dopo aver fatto il discorsone, quindi, sia Kermis che Gargantua si mettono in guardia, pronti per il combattimento.

In accordo con il mio avversario, il PK dello scontro sarà attivo.
Auguro buona fortuna al mio sfidante e ringrazio anticipatamente il giudice che correggerà lo scontro.
 
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The Grim
view post Posted on 14/6/2014, 09:19





Ad Extirpanda ~
Sotto lo sguardo di un cielo stellato

Umana fragilità




Le tue mani tremano Jace?
Non riesci a tenere dritta la lancia?
Scruti la volta stellata alla ricerca di spettri e ombre nere?
Che cosa puoi temere? Cosa spaventa chi è già morto?

Lo sai, il tuo corpo marcisce sotto una fitta pioggia nera, misteriosa e inquietante. Sta alla mercé dei vermi, all'ombra di quella torre che per crudeltà e orrori rivaleggia quella in cui sei cresciuto, fra assassini e stregoni. È stata questa somiglianza a farti imbracciare le armi? Hai sfidato Velta dal dolce richiamo perché non sei mai riuscito a sfidare Cancro, ma solo a sfuggirgli? Da dove salta fuori quest'urgenza di virilità?

Ti basta slacciare i calzoni per accertarti d'essere uomo, non bisognava mica scendere in battaglia a rischiare la pellaccia. Paladino degli oppressi non lo sei mai stato, anzi fin troppo spesso ti sei schierato dall'altro versante della barricata, fra gli oppressori. È forse il titolo di Carreg o Wythïen, Vena di Granito, a motivarti? Vuoi tenere alto il suo nome, onorare quel compito che hai conquistato mentre eri alla ricerca di facili guadagni?

No, di onore e simili menate non ti è mai importato un fico secco, sempre disposto a vendere quei principi per un tozzo di pane o un giaciglio di paglia. Sentimenti che più spesso hai visto come scusa per sfogare la bestialità di tanti, e al contempo sentirsi civili, al servizio di cause più o meno nobili. Se uccidi per onore non sei un assassino, ma un giusto. Tu di guardarti allo specchio e vederti lindo, non hai mai avuto la possibilità, il tuo cuore è nero fin dall'adolescenza, le tue mani sporche di sangue da così tanto che non le ricordi pulite. Dunque per chi combattere, se non per lei?

Afrah, l'unica e la sola per cui scendere nelle profondità degli inferi, per cui rischiare tutto e anche più. E ciò fa di te uno sciocco, o forse il più sciocco. Sei morto in battaglia per lei, come il cavaliere della più romantica fra le ballate, sacrificando ogni possibile felicità, tua e sua. L'hai fatti perché pensavi dovessi farlo, perché era giusto che scendessi anche tu in battaglia, perché credevi che lei ti avrebbe apprezzato di più se avessi combattuto al suo fianco. E solo uno stupido come te poteva credere un'idiozia simile, da adolescente sognante. Non sei il principe azzurro sul bianco destriero, ma alla beduina bastavano il blu della tua cappa e il candore del tuo sorriso non certo quei comportamenti da gradasso. Essere uomo non ha nulla a che fare con quei comportamenti, ma essere un giunco in balia delle tempeste, che basta un non nulla a spezzarlo, eppure al finire della stessa è ancora dritto e sano. Lei ti ama come sei, non un santo, e neppure un mostro, la tipica complessità di chi è umano. Sei stato un'idiota a sacrificarti nel tentativo di imitare qualcun'altro, ed ormai non ti resta che il rimpianto per l'eternità.
Tremi per questo, Jace?

Z18bS


" Nella mia testa ancora piove, Jace.
Non riesco a farlo smettere, io proprio..
non ci riesco.
Non voglio sparire, non voglio essere dimenticato.
Non voglio ancora morire, lo capisci?
"

No, Jace non capiva.
Si aspettava un saluto, anche solo un cenno formale, benché non fossero amici erano pur sempre alleati. Quel flusso di parole lo sorprese, suonava strano alle sue orecchie, come se non fosse un preambolo ma che stesse continuando un discorso iniziato altrove, sicuramente nei tortuosi anfratti dei suoi pensieri. Non si era forse reso conto di esser trapassato?
Il mercante era così terrorizzato dalla morte da rifiutarla? Da celarla ai suoi stessi ricordi?

" I Leoni..
loro..
loro hanno bisogno di una nuova guida, qualcuno che possa indirizzarli verso un percorso che costruisca, anziché distruggere. Guarda Alexandra cosa sta provocando!
Non voglio combattere ai suoi ordini, non più. Voglio nuove regole, voglio porre dei limiti alla cupidigia degli uomini.
Voglio salvare questo mondo, Jace.
"

Lo stregone si fece ancor più perplesso, ancor più stranito da quelle parole.
Era pura ambizione ad ispirare quelle parole o forse qualche inquietante scoperta?
Un disgusto per morte e violenza che l'uomo non riusciva più a sopportare?
La voce di Velta aveva fatto breccia nella volontà del mercante, sostituendola con la sua?
O era tutta farina del suo sacco?

Non che ormai quelle battaglie fossero più importanti.

" In questo momento non rappresenti che un ostacolo sul mio cammino e su quello di Afrah.
Lei verrà con me, che ti piaccia o no. Mi aiuterà a realizzare il mio progetto di pace. Non lascerò ad un uomo, un singolo uomo quale sei, di impadronirti del suo volere e di impedirle di realizzare il mio sogno. Ed il suo. Anche lei desidera tutto ciò, ne sono certo. Non posso lasciartelo impedire, mi dispiace. La pioggia.. deve cessare. Qui ed oggi. Vorrei che capissi questo, semplicemente.

Devo dimenticarti, Jace, per salvarti.
"

Sentì il sangue ribollire e andargli fino alla testa,
la rabbia, incendiata dalla gelosia, corrompere ogni fibra del suo corpo. Tutta la serenità che quel paesaggio celestiale gli aveva donato sembrò dissolversi, come neve al sole. Perché era falsa, come ogni pretesa del cartomante di fingersi nobile e cavalleresco. Sul suo viso la rabbia distorse la piacevole armonia dei suoi lineamenti, lasciando solo un grugno bestiale. Una parte di sé gli ricordava di calmarsi, che il tempo per simili gelosie era ormai terminato. Un morto non poteva perire una seconda volta, né poteva circuire una viva.

" Mercante,
dovrei essere irato verso di voi, e queste affermazioni. Ma per l'eccezionalità di questa situazione vi perdonerò per le vostre parole velenose.
"

Alzò la mancina e prese a roteare la mano, indicando verso l'alto e poi tutto intorno ai due. Una voce bisbigliava al suo orecchio parole d'odio e di rancore, riscaldava le braci di quella gelosia ravvivandone il fuoco che s'apprestava a farsi incendio. Lo Stregone non era una persona facile a queste cose, ed effettivamente non vedeva il motivo di trattenere la sua ira, se non che ormai nulla di tutto ciò avrebbe dovuto tangerlo.

" La morte porta un turbamento grave quando è altrui, figuriamoci se è la nostra.
Vedete il cielo stellato tutto attorno a noi? Dove possiamo essere se non nell'aldilà?
La battaglia è terminata.
"

Afrah era la sua metà,
quell'uomo non sarebbe mai riuscito a conquistarla, ad essere in sintonia con lei come lui era riuscito. Quello fra loro era stato un incantesimo irripetibile, di quelli che impossibili da replicare. E questa era la cosa che lo urtava più intensamente, la faciloneria con cui Kermis pensava di sostituirsi a Jace, in maniera scontata come in una partita di scacchi. Fatto fuori il pedone, era libero di catturare la regina. Non capiva affatto la beduina eppure ostentava quella stessa presunzione, come dopotutto il Cartomante stesso aveva fatto poco prima. Sospirò fissando i suoi occhi di ghiaccio su quelli del mercante, ignorando il gigante che stava lui accanto.

" Non sarebbe meglio restare qui a contemplare questo spettacolo anziché lottare fra noi Kermis?
Anche tu Gargantua, siediti e lascia che questa luce ci avvolga.
"

Era benintenzionato ma non sprovveduto, avrebbe evitato la lotta e quelle sue parole erano intrise del suo potere così che affascinassero i due. Non sapeva se il suo spirito poteva soffrire, se le ferite sarebbero state eterne in quel limbo stellato, e non voleva di certo scoprirlo; non nel peggiore dei modi. Portò alla bocca una boccetta che teneva legata al fianco, assaporando la dolcezza di quel latte bianco. Sentì il tepore benefico scender giù per la gola e la sensazione benefica accarezzare il suo stomaco.

" Sarebbe blasfemo macchiare questo luogo di pace con il nostro sangue,
nevvero?
"

E mentre diceva ciò tracciò un sigillo con la mancina, e numerosi glifi azzurri si disegnarono attorno ai suoi piedi. La sua personale assicurazione che tutto si sarebbe svolto nel migliore dei modi possibili.

specchietto

CS: 5 | Intelligenza 2 Prontezza 2 Maestria con le armi 1
Critico 40 | Alto 20 | Medio 10 | Basso 5

Stato Fisico: Illeso,
Stato Psicologico: Illeso,
Energia: 100 - 10 + 5 - 20 = 75%
Passive in Uso:
° Nessuno svenimento al 10% di energie,
° Auspex passivo delle auree,
° Le tecniche illusorie non bisogno di gesti per essere castate,
° Jace può alterare la sua voce ed è un ventriloquo,
° Jace può modificare il suo aspetto a piacimento se un illusione è attiva,
° L'aura di Jace non è individuabile da Auspex Magici,
° Ogni volta che un avversario usa una tecnica magica guadagna 2 CS in Intuito per quel turno,
° Le tecniche offensive ad area di Jace hanno potenza pari al consumo,
° Una volta che il cartomante avrà accumulato un danno Critico al fisico, guadagnerà 2 CS in Istinto,
° Estraendo la Vena, Jace è riconosciuto come un grande cacciatore di nemici del Sorya,
° Non soffre di stenti/intemperie all'interno delle terre dell'Eden,
° Due possessori delle vene si capiscono anche senza parlare;


Riassunto Post: Jace ascolta il monologo di Kermis e benché il richiamo di Velta lo spinga a lottare, in virtù della situazione (crede di essere morto, e ha sempre visto in Kermis un alleato) cerca di evitare lo scontro. Usa quindi L'Imperatore (Pergamena Menzogna) per rendere le sue parole più convincenti - solo le frasi di dialogo evidenziate in corsivo - poi beve il Nettare Sacro (Erba ricostituente) per riprendere le energie, e infine usa La Ruota del Fato (Pergamena Trappola Temporale), ma non l'attiva lasciandola in stasi.

Attive:

CITAZIONE
L'Imperatore: Per fare questo può contare su di un'astuta malia renderà le proprie parole come incredibilmente credibile e indiscutibilmente vero alle orecchie di chiunque l'ascolti; a patto che spenda un quantitativo Medio di energie. Le vittime subiranno un danno di entità Bassa Media alla mente, sotto forma di confusione. [Pergamena Menzogna]

Nettare sacro: La bevanda dal sapore corroborante ha infatti la capacità di sfruttare al meglio le forze del fisico e della mente, per donare una nuova scossa d'energia, che proviene dal corpo stesso di chi la ingurgita. Una piccola fialetta, come quella di Jace, basta per recuperare il 5% di energia sprecata. [Erba ricostituente]

La Ruota del Fato: Un incantesimo molto particolare. L'energia magica bruciata dall'incantatore verrà immagazzinata nel suolo, pronta a scatenarsi sulla vittima al minimo cenno del Cartomante, deflagrando in una vistosa esplosione di fiamme azzurre, causandogli un danno Alto. Egli avrà due turni di tempo per lanciare il comando, con un cenno od un pensiero ma dovrà consumare un quantitativo Alto di energia quando lo invoca e non quando lo fa detonare. [Pergamena Trappola Temporale]

Note: Ci tengo a precisare che la pergamena Menzogna, come tutte le offensive ad area, hanno potenza pari al consumo, come ho evidenziato nel testo dell'abilità, grazie alla passiva della Cappa degli Eterni. Inoltre Kermis, per via della passiva della Vena, ha ben presente l'effetto della Ruota del Fato - ovvero che è una trappola pronta a scattare al comando di Jace. Ribadisco che non sarà attivata a questo turno, né che si attiverebbe in caso di attacco di Kermis/Gargantua/altro. Le passive in nero sono quelle legate alla Vena di Granito.


 
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view post Posted on 16/6/2014, 11:38
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Sei cambiato, Kermis.
Sei stato in grado di modificare a pieno la tua vita, trasformandola in qualcosa di più del semplice esistere. Hai abbandonato ciò che ti possedeva in passato; il possesso, il potere, l'indeterminata passione per la menzogna. Hai abbandonato tutto ciò, riponendolo in un angolo ben nascosto agli occhi della gente, così che nessuno possa rendersi conto realmente del cambiamento. Vuoi tenerlo per te, rivelarlo a sorpresa quanto ti sentirai pronto. Nessuno sarà in grado di anticiparti; non Caino, né Dalys, né Alexandra o Afrah. Nessuno di loro ti è abbastanza vicino da comprenderti, nessuno riesce ad amarti come vorresti essere amato. Sei cambiato e basta, senza avvisare il mondo di questa tua forte modifica. Lo hai fatto con naturalezza, quasi fosse una tappa obbligatoria lungo il tuo percorso di vita. Lo stesso percorso che hai visualizzato più e più volte e che ancora più volte ti ha deluso, confinandoti nello spazio oscuro che vive tra l'indifferenza e la desolazione. Hai lavorato a lungo per realizzare questo cambiamento, Kermis. Hai lavorato su te stesso e sul mondo che ti circonda, realizzando una piena percezione degli aspetti fondamentali della tua vita. Li hai elencati, escludendo da essi tutti quei sentimenti che ritenevi superflui nella tua vita. Odio, frustrazione, sofferenza. Non vi era spazio per tali nefandezze. Non più, ormai. Hai collocato la gioia di vivere e le sue infinite sfumature dense di speranza in una tua grande libreria; li hai disposti in ordine crescente sotto il dominio dell'intensità, di quel sentire che ti fa stare bene e che, paradossalmente, fa stare bene. Ti sei ricostruito, hai distrutto ciò che eri in favore di ciò che sei.
Ma cosa sei veramente, Yu Kermis?

Ancora ti chiamano il Mercante di Desideri, sai? Forse ti saresti dovuto impegnare ancor più per eliminare le tracce del tuo passato. O forse non vuoi eliminarle, Genio della Lampada, perché in fondo sei fin troppo consapevole del fatto che il futuro non riserva certezza alcuna. E tu sei troppo spaventato per vivere senza certezze, senza quell'ancora di salvataggio da utilizzare nei momenti critici. Pensi di non poterlo fare, di non poter andare avanti veramente. Sei spaventato come sempre, forse anche più di sempre, perché è un viaggio che no hai mai intrapreso. Non da solo, quanto meno.

Ma devi farlo se vuoi crescere, Yu Kermis.
Devi abbandonarti al progresso per migliorare. Per quanto possa farti paura, devi farlo.

Tale è la tua unica speranza.



extirpus2_zpseb12ff4c



Piove, lì fuori, Kermis?
Vicino le stelle luminose ed il cielo disseminato di sabbia che prepotentemente cerca di devastarvi. Piove?
Non ti sembra. Fuori è tutto più calmo, rispetto a ciò che hai dentro. Conscio della situazione o meno, non potevi semplicemente ignorarla.
Non sai dove ti trovi, eppure lì non piove.
E' già un passo avanti, non credi?

La battaglia è terminata.

Ti sbagli, Jace.
Tutti voi vi sbagliate. La battaglia non si è conclusa. Essa, al contrario, è appena iniziata. Sbagli a considerarti solo una vittima di questo stupido gioco, tutti noi sbagliamo a considerarci delle pedine. Noi simo stati artefici di questa distruzione, non avendo fatto nulla per interromperla. Abbiamo creato noi questa battaglia, Jace, una battaglia che non terminerà fino a quando la speranza che è nei nostri cuori non sarà distrutta del tutto. Che sia Alexandra o Caino, questo Continente reclama la guerra più di ogni altra cosa, la brama, la desidera incessantemente e in maniera tale da condizionarci tutti.
Ti sbagli, se pensi di essere morto.
Non ci sarà concessa tale fortuna. Dovremmo soffrire fino all'ultimo secondo, implorare il Divino che ci risparmi, proiettando una saetta in grado di renderci evanescenti all'istante. Dovremmo farlo, ma non siamo qui per questo. Non siamo qui per implorare di sparire, Jace. Siamo qui per qualcosa di diverso, ma cosa? Io non l'ho capito, ma di certo non voglio soccombere a causa del mio ignorare.


E le stelle iniziarono a divenire ben più luminose, splendenti ed in grado di riscaldare il cuore di Kermis.
Sentiva di appartenere a quel mondo, in un certo senso. Lo aveva già visitato, forse in sogno o forse realmente, nei suoi lunghi viaggi. Sapeva di conoscerlo, perché riusciva a calmarlo, ad accudire i suoi sentimenti ponendoli in un luogo sicuro, lontano dalle grinfie degli altri, di coloro che avevano più volte provato ad affondare la nave di sicurezza sulla quale viaggiava il Mercante. Si sentiva leggero, quasi, a guardare le stelle o a toccare le fredde mura della grotta. Ovunque potesse trovarsi, sentiva di essere a casa, al sicuro.
Al sicuro da sé stesso, quasi certamente.

Sì, lui sarebbe rimasto ben volentieri ad ammirare le stelle, dimenticando per lunghi attimi ciò che tormentava il suo mondo interiore.
Ma non era ciò che le Ombre volevano da lui.
Prese a piovere nuovamente, dentro e fuori. Le lacrime ora erano rosse e dense, come piccole gocce di sangue.
Gli occhi dell'Invisibile incrociarono una volta ancora quelli dell'Ombra. Sorrideva, l'essere informe che si avvicinava sempre più. Ad ogni passo, la paura aumentava. Si guardò attorno, guardò Jace per avere una conferma, ma nulla di tutto ciò. Forse era il solo a vederla. Solo. Ancora una volta, incapace di condividere le sue paure.
Spaventato, corse verso una delle pareti della grotta. I suoi piedi aderirono alla perfezione, riuscendo a camminarvici sopra, inaspettatamente.
Si stava lasciando trasportare ancora una volta dalla paura.

Jace, ti prego,
non lasciarmi solo.

Il Cartomante sarebbe stato investito della stessa paura che provava il Mercante. E nello stesso tempo, le ombre avrebbero iniziato a divorarlo; una densa nube oscura si sarebbe materializzata proprio sotto i suoi piedi, impedendogli di scappare come Kermis aveva fatto.
Iniziò ad annaspare, il Mercante, poi cercò la sicurezza del suo compagno roccioso.
E questi partì, interpretando quel senso di confusione come un attaccamento al suo padrone. Non voleva vederlo soffrire, non ancora. Erano amici, in fondo - lo pensava davvero, con forza - e lo avrebbe protetto, nonostante tutto. Incapace di realizzare dell'ombra, egli si sarebbe diretto verso il Cartomante, con l'intento di colpirlo due volte.

Forse non ci sarà possibile stare qui a guardare le stelle, Jace.


Kermis
CS: 4 {1 Lucidità, 2 Intuito, 1 Destrezza}
Mana: 80%. {100- 20 - 0}
Stato Fisico: Ottimale. {100%}
Stato Mentale: Danno medio da confusione. {87,50%}

Gargantua
CS: 9 {4 Costituzione, 4 Forza, 1 Resistenza}
Stato Fisico: Ottimale. {100%}
Stato Mentale: Danno medio da confusione. {87,50%}

FBxhE


Passive.

Deal. Le persone vittime di un accordo di Kermis riveleranno a questi il proprio passato e l'immediato futuro. Le condizioni poste dal mercante saranno viste come vere e proprie imposizioni morali. Kermis è considerato fuori scala. Kermis può partecipare agli eventi Toryu.
Spy. Kermis è in grado di parlare qualsiasi lingua. Kermis è in grado di capire se il suo interlocutore sta mentendo. Kermis è in grado di sapere se le persone nascondono dei segreti e di capire quale sia più importante tra i vari segreti.
Invisible. Difesa da psioniche passive. Auspex passivo per coloro che sono attorno a Kermis. Kermis può guardare nelle ombre o attraverso altri impedimenti esterni.
All magic comes with a price. Quando Kermis utilizza una tecnica del contratto, può infliggersi un danno psionico Basso per caricarlo di un punto sangue.
Now tell me: what do you want?. Kermis riesce a percepire l'aura delle persone che hanno bisogno di esprimere un desiderio.
Cappa. Kermis può liberare cenere dalla sua cappa a suo piacimento, tale cenere sarà considerata come una psionica passiva che altera i sensi. Inoltre, il mercante potrà utilizzare tale cenere per attaccare - fanno fede le sue CS -.
Artognou. Gargantua acquisisce due CS in campi pieni di vita, ne perde due in campi spogli o morti [considero la grotta a metà tra i due tipi di ambienti, quindi non guadagna né perde nulla]. I poteri di Artognou possono essere utilizzati anche da Kermis.
Specchio delle Parche. Kermis è immortale. Kermis ricorderà, a chi gli sta attorno, Noah.
Vena del Ragno. Kermis è riconosciuto come possessore di una Vena di granito. Kermis non soffrirà per alcuna condizione fisica o metereologica all'interno dell'Edhel. Kermis può parlare telepaticamente con un altro possessore delle Vene di granito.

FBxhE


Attive.
CITAZIONE
{alto [pergamena Necrosi Mentale] + Variabile [pergamena Terrore incastonata nella pergamena vuota]; Kermis può instillare un senso di estremo terrore nei suoi confronti e nell'ambiente al nemico - il danno psionico è pari al consumo speso -. Egli potrà manifestare tale oppressione anche facendo credere all'avversario di essere ricoperto di ferite e necrosi, che lentamente consumeranno il suo corpo - spendendo un costo pari ad Alto-}

CITAZIONE
Trappola adesiva: il cacciatore crea una sagoma di luce sotto i piedi dell'avversario, rallentando notevolmente ogni movimento compiuto all'interno dello stesso da questi o da chiunque che non sia il cacciatore stesso.
La tecnica ha natura fisica. Permette al caster di creare sotto i piedi dell'avversario, o in un punto a scelta del campo di battaglia, una sagoma di luce di ampie dimensioni. L'effetto dura fino alla fine del seguente turno dell'avversario e consiste nel creare, all'interno della sagoma, un liquame scuro, denso ed adesivo, che rallenterà notevolmente ogni movimento compiuto da qualunque creatura che non sia lo stesso caster. La natura del liquido adesivo sarà liberamente personalizzabile, purché l'effetto rimanga sostanzialmente fisico. Il liquido dovrà comunque generalmente essere denso e viscoso, non dissimile dal fango od altra tipologia analoga, che renda i movimenti difficili e rallentati. La sagoma potrà essere di qualunque forma e natura, ma dovrà identificare chiaramente l'area di effetto della tecnica. Per evitare il rallentamento, l'avversario dovrà sfruttare le proprie abilità e combinarle in uno stratagemma idoneo a liberarlo dall'effetto della sagoma, non potendo sottrarsi semplicemente camminando. L'effetto, inoltre, si estende in tre dimensioni, colpendo anche le creature in volo.
Consumo di energia: Medio

FBxhE


Riassunto.

Sia Kermis che Gargantua incassano il danno psionico che li confonde; Kermis ne è però maggiormente colpito a livello emozionale, avendo un trascorso di vissuto con Jace. Gargantua, al contrario, non ne è colpito in maniera profonda. Si rivela dunque l'ombra - servo della volontà - sotto forma di figura umanoide, che provoca un senso di terrore in Kermis, che cerca quindi di rimandarlo a Jace attraverso la pergamena Necrosi Mentale. Nello stesso momento, il servo della volontà utilizzerà trappola adesiva su Jace - sotto forma di nube nera densa e appiccicosa - e solo dopo qualche secondo Gargantua caricherà - in senso metaforico, dato che in due passi raggiunge Jace - il cartomante e proverà a colpirlo con due pugni - colpi fisici da 9 CS -. Essendo lo spazio ridotto non riesce a "mirare" il punto in cui colpire, quindi sta all'avversario scegliere e regolarsi di conseguenza.
Le parti in corsivo sono i pensieri di Kermis, che quindi Jace riesce a "sentire".

Edit: corretto errori di battitura e specificata meglio la descrizione di una tecnica.


Edited by Y u - 16/6/2014, 13:02
 
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The Grim
view post Posted on 20/6/2014, 07:23





Ad Extirpanda ~
Sotto lo sguardo di un cielo stellato

L'ora




Silenzio.
Kermis non si dilungò in alcun discorso prolisso, anzi non proferì nemmeno una parola, più muto di una tomba.Non vi era quiete disegnata sul volto dell'uomo, quella che lo Stregone aveva cercato di inculcargli, nessun segno di essersi tranquillizzato. Anzi pareva proprio che si stesse agitando,come fosse spaventato da qualcosa, forse il pensiero di essere infine tramontato. Però i suoi occhi vagano tra quelle stelle, e sembravano fissare l'ombra nella quale galleggiavano, come fosse quella a spaventarlo più che la morte vera e propria, come se in quelle tenebra s'annidasse qualcosa di terribile. Il cartomante aveva creduto di essere solo in quel buio, aveva considerato l'apparizione della coppia come evento straordinario, e in qualche misura si aggrappa ancora a quella condizione; forse perché lo voleva. Stare soli, immersi in quella luce, significava riposare finalmente, star lontani da ogni avventura e pericolo, abbandonare ogni preoccupazione; e Jace agognava una simile posizione. Ma era davvero disposto ai sacrifici e le rinunce che una simile serenità richiedeva, l'essere lontano da Afrah e da ogni agitazione,
ogni gioia e tormento che si alternavano come maree capricciose,
che poi erano il cuore stesso della vita?


No,
in realtà per quanto desiderasse quel limbo così denso, non era disposto a rinunciare a tutto il resto. Jace non aveva bisogno di scrutare a fondo nel suo cuore per saperlo, gli era bastato grattare sotto la crosta più superficiale, ma era stato così bello illudersi per un attimo, credere al sonno e la menzogna. Aveva illuso se stesso, ma non era riuscito a illudere il suo corpo che già aveva ripreso a combattere, che aveva tenuto la lancia salda fra le mani e aveva evocato sortilegi pronti a soccorrerlo; l'istinto gli era stato ancora una volta salvifico. I suoi occhi azzurri tentarono di affondare in quelli di Kermis, alla vana ricerca di un briciolo di pentimento, e invece vi trovò un vasto oceano di solitudine e tristezza, che liquido s'agitava incontrollato e incontrollabile, tanto vasto che pareva impossibile da arginare. E mentre affondava in essi, sentì quell'immobile stallo infrangersi come porcellana delicata o cristallo finissimo, e seppe di esser stato troppo lento e fiacco; le danze stavano per cominciare.

Z18bS

Il primo a muoversi fu Gargantua, nonostante la sua mole proverbiale era lestissimo, e non erano pochi ad essere schiacciati ben prima di accorgersi cosa stesse accadendo. Jace aveva già avuto modo di guardarlo, eppure la vista di quella montagna in movimento era ugualmente capace di atterrire il cuore e far sentire chiunque impotente, perché eserciti e mostri, per quanto grandi o feroci, potevano sanguinare fino a morirne, mentre la roccia poteva essere erosa solo dal tempo. Lo stregone si guardò attorno e fu allora che s'avvide della pelle che lentamente si staccava dalle sue braccia, e poi dalle mani e dal suo corpo nell'interezza; fu quasi sul punto di urlare dal terrore. Poteva sentire i lembi sottili che si staccavano dalla carne con strappi fulminei, come tirati via da mani invisibili, e l'aria fresca accarezzare le ossa e i vasi che erano nascosti lì nel profondo; uno spettacolo veramente impressionante. Ma di quello si trattava, nient'altro che uno spettacolo, come tanti lui stesso aveva imbastito, così tanti che ogni tanto qualcuno riusciva a riconoscerlo. Perciò chiuse gli occhi, facendo leva su tutta la sua concentrazione, dimenticando le stelle e la notte, Gargantua e Kermis, e tutto il mondo che stava al di là di lui, per sprofondare in sé stesso; quando li riaprì tutto era tornato alla normalità.


O quasi, visto che una nebbia appiccicosa prendeva a salire dal terreno, un fango nero e denso che però pareva più leggero dell'aria. Jace provò a scacciarlo con la lancia dalle gambe, a calciarlo via, ma ogni suo tentativo pareva destinato all'inutilità, o a peggiorare le cose, mentre la schifezza viscosa era ormai arrivata all'altezza della cintola; e il golem a pochi passi di gigante da lui stesso. Bloccato così non avrebbe potuto evitare i colpi del mostro, sarebbe stato stritolato dalle sue mani, schiacciato dai suoi piedi, travolto come da una frana, e del cartomante non sarebbe rimasto altro che il ricordo in chi l'aveva conosciuto, e forse qualche lembo della cappa a sventolare qua o là. Sarebbe stata una fra le fini più atroci a cui riusciva a pensare, e se non poteva evitarlo doveva ingannare il mostro. Non c'era tempo per un'illusione o un trucchetto simile, perciò mormorò due parole e lanciò un incantesimo vero e proprio. Era come se al suo posto ci fossero tre Jace, tanto vicini che non si poteva dire dove finiva uno e iniziava l'altro, praticamente sovrapposti o quasi, e si poteva vedergli attraverso tanto erano traslucidi. Ad ogni movimento, per quanto breve, la figura prendeva a incresparsi, come la superficie di un lago sotto una fitta sassaiola, e sfruttando quell'imprevedibilità il Cartomante finse di muoversi a destra, per poi gettarsi a sinistra, poco prima che il pugno del gigante lo schiacciasse come una blatta. E l'uomo non fece in tempo a riprendere fiato che già l'altra mano si muoveva verso di lui, il palmo aperto come per ghermirlo e poi stritolarlo. Jace si vide morto, nella sua fuga aveva cozzato contro una parete di cui non aveva nemmeno sospettato l'esistenza, e preso dal panico di una morte orribile, provò stupidamente ad aggrapparsi su di essa, come per scalarla. Sembrava liscia, eppure le sue mani aderivano perfettamente ad essa, e con pochi sforzi si trovò sollevato da terra, diretto verso il cielo. Lo spostamento d'aria lo avvertì che aveva fatto giusto in tempo, la mano del gigante stava dove poco prima c'era il cartomante, fregato da una mossa così insensata e disperata. E così continuò a salire per qualche secondo, il cuore che era fuggito dal torace per rifugiarsi nella sua gola, lasciandolo a corto di fiato.

ɲ Ɏ ɳ

Fu dall'alto di quella sua posizione che si accorse di lei, un'ombra più fitta e scura che si assiepava tra gli angoli bui di quella volta; ben attenta a scrutarli senza essere vista. Era informe eppure Jace la attribuiva un che di femminile, forse per capriccio o forse per un guizzo di intuito. Pareva seria e turbata, in un certo senso scossa da quello che stava accadendo sotto il suo occhio vigili; ma anche fortemente interessata. I suoi occhi gialli - così era parso al Cartomante - rimbalzavano dall'uno all'altro dei tre contendenti, cambiando spesso umore, dall'inorridito allo spaventato. Lo Stregone guardò giù, in direzione di Gargantua, e decise che lui ed il suo padrone fossero un problema ben più urgente di quella creatura che sembrava star in disparte.

" Kermis "

La voce era forte e decisa, ma proveniva stranamente dal suolo. Uno sfoggio di ventriloquismo che il ciarlatano stava usando per confondere i due aggressori.

" credevo fossi un uomo interessato alle trattative.
Uno che - come me - preferisce la parola alle maniere brusche.
Pensavo che su questo ci intendessimo.
"

Continuando a tenere la lancia con la destra, usò la mancina per prendere una piccola sfera da una delle tasche interne della sua cappa. Aveva trovato a primo colpo la biglia che andava cercando, ma non per fortuna; avevano forme diverse proprio perché non si sbagliasse in battaglia. Fra le dita stringeva un gustoso trucchetto, capace di vomitare tanto fumo da accecare anche il rapace più dotato.

" Ti ho dato l'occasione di rimediare alle vostre parole.
Hai insultato me coi tuoi deliri su pace e ostacoli...
"

Schiacciò la biglia fra le dite, schiacciando i cristalli che avrebbero poi creato una densa coltre di nebbia, e la gettò verso la testa del gigante. Confidava che il grosso del fumo si sarebbe avvolto attorno al viso del gigante, bloccandone la vista, sempre che quello non si fosse spostato troppo o che non avesse preso lucciole per lanterne. Poi prese a muoversi lentamente.

" Ma sopratutto hai insultato Afrah, credendo fosse un animaletto grazioso pronto a cambiare idea da un secondo all'altro. "

Schioccò le dita e la trappola magica che aveva invocato prima si attivò. Rune dorate avrebbero illuminato il terreno, là dove prima era stato il Cartomante, in un cerchio di segni che per intensità avrebbe rivaleggiato con le stelle che brillavano alte in cielo. Poi una vampata di fuoco azzurro sarebbe esplosa, allungandosi verso l'uomo per ghermirlo in una presa letale.

" E sopratutto per questo, morirai.
Un'altra volta.
"

Si era spostato quasi sulla testa del mercante, sfruttando quella strana capacità che non ricordava mai di avere avuto, di muoversi liberamente tra pareti e soffitto proprio come fossero il pavimento. Prese dal mazzo degli Arcana minori una carta, una di quelle che nascondeva una pesante lamina d'acciaio sotto la filigrana di carta, e la scagliò con forza verso il suo rivale. L'avrebbe colpito dritto al cuore, privandolo di ogni amore e di ogni speranza. Un ghigno diabolico si allargò sul volto del cartomante, come deliziato da quel pensiero, come posseduto da un'insensata volontà di sangue.

specchietto

CS: 5 | Intelligenza 2 Prontezza 2 Maestria con le armi 1
Critico 40 | Alto 20 | Medio 10 | Basso 5

Stato Fisico: Illeso,
Stato Psicologico: Illeso,
Energia: 75 - 20 - 10 = 55%
Passive in Uso:
° Nessuno svenimento al 10% di energie,
° Auspex passivo delle auree,
° Le tecniche illusorie non bisogno di gesti per essere castate,
° Jace può alterare la sua voce ed è un ventriloquo,
° Jace può modificare il suo aspetto a piacimento se un illusione è attiva,
° L'aura di Jace non è individuabile da Auspex Magici,
° Ogni volta che un avversario usa una tecnica magica guadagna 2 CS in Intuito per quel turno,
° Le tecniche offensive ad area di Jace hanno potenza pari al consumo,
° Una volta che il cartomante avrà accumulato un danno Critico al fisico, guadagnerà 2 CS in Istinto,
° Estraendo la Vena, Jace è riconosciuto come un grande cacciatore di nemici del Sorya,
° Non soffre di stenti/intemperie all'interno delle terre dell'Eden,
° Due possessori delle vene si capiscono anche senza parlare;

° Le petites Thriompes (19/20)


Riassunto Post: Jace attende una risposta da Kermis, e quando vede Gargantua muoversi capisce di aver fallito a convincerlo. Si difende dalla tecnica psioncia con La Papessa, usata ad Alto, per neutralizzarne gli effetti, e vista la trappola e l'enorme differenza di CS usa L'imperatrice per rendersi immune agli attacchi fisici del gigante. Sale quindi su una parete della grotta, sfruttando la passiva gratuita dell'ambientazione, e lancia l'Alito di nebbia verso gli occhi di Gargantua, poi rilascia la Ruota del fato, facendola esplodere su di Kermis e lancia verso di lui uno dei suoi Petites Thriompes.

Attive:

CITAZIONE
La Papessa: Invocando la saggezza della Papessa, lo Stregone è capace di schermarsi dagli influssi capaci di alterare o danneggiare la sua psiche. È dunque capace, con un consumo Variabile di energia di dissolvere qualsiasi ammaliamento, possessione, o di smorzarne gli effetti tramite gli effetti benefici di questo potere. Consumo impiegato: Alto [Pergamena Autocontrollo]

L'Imperatrice: La benedizione dell'Imperatrice richiede un consumo Medio di energie, e renderà i movimenti del Cartomante distorti ed intermittenti, rendendolo intangibile. Qualsiasi attacco fisico portato contro di lui senza l'ausilio di una tecnica sarà infatti destinato a fallire per due turni. Consumo impiegato: Medio [Pergamena Sfocatura]

Alito di nebbia: Questa piccola biglia metallica contiene un particolare Gas compresso fino ad occupare tutto il volume della sfera. a volta rotto il contenitore la sostanza si spande nell'ambiente velocemente, generando in pochi attimi una densa coltre di fumo grigio. I fumi che si sprigionano non sono venefici in alcuna maniera né dannosi ma per la loro natura sono capaci di oscurare la vista per qualche secondo, dopo il quale si diraderanno, con la stessa rapidità con la quale erano comparsi. [Biglia Fumogena]

Spade: Un segreto ben più meschino delle semplici lame si nasconde dietro ogni Tarocco. Al momento di estrarre una qualsiasi carta dal corpo, infatti, egli subirà l’influenza psionica passiva nascosta nel mazzo: da quel momento egli sarà invaso da una sensazione di disfatta e di inevitabile sconfitta, che potrebbe minare le sue abilità di combattimento. [Passiva d'influenza psionica]

La Ruota del Fato: Un incantesimo molto particolare. L'energia magica bruciata dall'incantatore verrà immagazzinata nel suolo, pronta a scatenarsi sulla vittima al minimo cenno del Cartomante, deflagrando in una vistosa esplosione di fiamme azzurre, causandogli un danno Alto. Egli avrà due turni di tempo per lanciare il comando, con un cenno od un pensiero ma dovrà consumare un quantitativo Alto di energia quando lo invoca e non quando lo fa detonare. (Rilasciato) [Pergamena Trappola Temporale]

Note: Purtroppo con un esame imminente non sono riuscito a fare di meglio, me ne scuso. Buona fortuna Yuu! :D


 
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view post Posted on 23/6/2014, 12:21
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E sopratutto per questo, morirai.
Un'altra volta.


Ed è proprio qui che nasce la nostra divergenza, Jace.
Non posso morire. Non posso farlo, non è un lusso di cui posso disporre. La mia vita - quel che ne rimane - è ormai consacrata ad uno scopo ben più alto e onorevole di una semplice battaglia. Quello che sta accadendo qui, Cartomante, non è lo scontro tra due forze, ma l'inabissamento della tua codardia. Lo ricordo, sai? Ricordo bene il sussulto del tuo cuore, di fronte all'Ombra. Lo ricordo come fosse ieri, quel battito talmente accelerato da impedirmi di riorganizzare i miei pensieri. Sei uno stolto se pensi davvero che possa dimenticare quanto tu sia debole. Non lo dimenticherò, così come non lo hai dimenticato tu stesso. Sai bene cosa sei. Chi sei. Lo sai così bene da aver scelti di insabbiare il tuo passato, cercando di riporlo in luoghi ove nessuno possa più recuperarlo. Quei luoghi, quei castelli di sabbia che hai creato e alla cui torre più alta hai nascosto il tuo segreto, quei luoghi non possono essere nascosti. Sono come delle maledizioni, uno stigma incapace di decomporsi e svanire, che si ripresenta in più occasioni, con sempre più forza, con sempre più fermezza. Vuole distruggerti, quel segreto, eppure tu stai cercando di impedirglielo. Stai cercando di apparire forte, saldo nella tua vulnerabilità. E lo sei, forte. E lo sei, saldo. Ma non nella realtà. Ciò che appare innanzi ai miei occhi non è ciò che ho conosciuto tempo fa, nelle foreste delle ombre, lì dove la paura si è affacciata e ci ha salutato. E noi siamo rimasti inermi, schiacciati da quella pressione insormontabile.
Ecco perché ti conosco bene, Jace, perché prima ero come te.
Spaventato, impaurito dalle minacce che questo mondo ci offre come uniche possibilità di risvolti positivi. Non è così, Cartomante, io ne sono una dimostrazione vivente. Sono cambiato, so di esserlo. Eppure, all'interno della mia metamorfosi non ho lasciato spazio alla paura, né a tentativi da parte di quelle forze indomite di controllarmi. Non le ho insabbiate, non le ho nascoste. Ho fatto amicizia con loro. Le ho addomesticate. Le ho vinte. Ed ora non si comportano più come fiere selvatiche, desiderose di depredare il mio corpo. No, non più. Ora sono nell'ombra, desiderose di servirmi ancora, perché hanno apprezzato ciò che sono diventato; ne hanno preso parte, in qualche modo.
Ecco perché so di essere diverso da te, Jace, perché differentemente dalla tua situazione, io ho vinto.
Su me stesso, sulle mie paure. Sul divario che mi allontanava da Afrah e da tutti coloro che desideravo conoscere ed amare. Io l'ho fatto, ed ho imparato una lezione da questo.

Solo i più forti riescono a farlo.
E tu non lo sei.


Il grido del Golem rimbalzò da parte a parte, risuonando come il più terribile dei lamenti.
Strinse i pugni, realizzando che i suoi colpi non erano andati a segno. Sul volto roccioso di Gargantua già si era materializzata un'espressione di sdegno e sbigottimento; non era abituato a mancare il bersaglio, questo era certo. E la sorpresa coinvolse anche il Mercante, infastidito dalla situazione. Non che si aspettasse di eliminare il Cartomante in pochi secondi, certo, eppure stava lentamente realizzando quanto quel posto ne stesse risucchiando l'anima. Il suo volere, il suo esistere; tutto veniva messo in discussione, sotto la luce di quelle stelle e con il lamento del costrutto ancora in perpetuazione.
E la sensazione di leggerezza iniziava ad assumere connotati ben diversi da quelli immaginati dal Mercante di Desideri. Si sentiva leggero, sì, ma come svuotato di qualsiasi sentimento che non fosse l'avversione nei confronti del suo avversario. Cercò lo sguardo del Golem - per una conferma o una smentita - ma questo non arrivò. Gargantua era troppo impegnato a maledire sé stesso, per rassicurare il suo padrone. In fondo, stava facendo tutto quello per lui. Voleva vederlo felice, una volta tanto.
Voleva renderlo orgoglioso, forse.

Lo vide attraversare la dimensione della gravità senza alcun problema.
I piedi del Cartomante galleggiavano sulle pareti della grotta come candidi piume al vento, aumentando lo stupore del Golem - e del suo padrone - che gridò, ancora una volta. Un lamento ben più pacato, ma che riservava un sentimento molto più negativo: la vendetta. Gargantua è fatto così, avrebbe detto Kermis in contesti diversi, prende tutto sul personale. Una caratteristica che Kermis non condivideva, ma che di certo non condannava; grazie a quella caratteristica erano sopravvissuti a numerosi pericoli.
Il mercante provò ad avanzare di un passo, ma una luce sul terreno iniziò ad espandersi, fino a raggiungere le pergamene che prontamente avevano rivestito il corpo di Kermis. L'esplosione lo fece indietreggiare, avvertendo tardi il ronzio leggero di un proiettile in avvicinamento. Senza alcuna grazia provò a gettarsi sull'argilla sotto i suoi piedi, ma l'acciaio raggiunse comunque la spalla destra, procurandogli un leggero taglio dal quale uscì un rivolo di sangue.
E ancora una volta cercò lo sguardo del suo compagno, ora all'interno di una strana foschia di nube.

Iniziò a picchiare sulla parete dove aveva visto per l'ultima volta il Cartomante, il Golem.
Colpi lenti ma dotati di un vigore insistente, capace di schiacciare anche il più coraggioso tra i guerrieri. Non il caso di Jace, quindi. Non il caso di Kermis. Erano più simili a colpi mirati ad abbattere un altro Golem, piuttosto che un uomo. Continuò, senza sosta, con il rischio di far crollare l'intera cavità di pietra ed argilla.
Yu Kermis si rialzò in fretta, posizionando della saliva sulla ferita, così da disinfettarla.
Lui lo vedeva perfettamente, Jace, affiancato nuovamente dall'ombra. Sembrava fissare il Mercante, però. E più lo fissava, più quella leggerezza diveniva forte. Lo annientava.
Avrebbe volentieri vomitato l'anima in quel momento, ma non poteva permettersi di sbagliare.
Non poteva apparire vulnerabile, né debole.
Lui era cambiato. Aveva sconfitto il passato.

M e t a m o r f o s i

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Sono io ad essere risentito, Jace.
Hai contaminato la purezza di Afrah, rendendola debole come te. Tale misfatto non può essere perdonato con leggerezza, semplicemente non può.
Ecco perché ti condanno.

L'inchiostro rovente si materializzo sotto forma di lancia diretta al petto di Jace.

Non alla morte, Jace,
ma alla non vita.


E di ciò me ne dispiaccio.
Un giorno verrò a recuperarti, lo giuro.






Kermis
CS: 4 {1 Lucidità, 2 Intuito, 1 Destrezza}
Mana: 55%. {100- 20 + 5 - 10}
Stato Fisico: Danno basso da taglio alla spalla destra. {93,75%}
Stato Mentale: Danno medio da confusione. {87,50%}

Gargantua
CS: 9 {4 Costituzione, 4 Forza, 1 Resistenza}
Stato Fisico: Ottimale. {100%}
Stato Mentale: Danno medio da confusione. {87,50%}

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Passive.

Deal. Le persone vittime di un accordo di Kermis riveleranno a questi il proprio passato e l'immediato futuro. Le condizioni poste dal mercante saranno viste come vere e proprie imposizioni morali. Kermis è considerato fuori scala. Kermis può partecipare agli eventi Toryu.
Spy. Kermis è in grado di parlare qualsiasi lingua. Kermis è in grado di capire se il suo interlocutore sta mentendo. Kermis è in grado di sapere se le persone nascondono dei segreti e di capire quale sia più importante tra i vari segreti.
Invisible. Difesa da psioniche passive. Auspex passivo per coloro che sono attorno a Kermis. Kermis può guardare nelle ombre o attraverso altri impedimenti esterni.
All magic comes with a price. Quando Kermis utilizza una tecnica del contratto, può infliggersi un danno psionico Basso per caricarlo di un punto sangue.
Now tell me: what do you want?. Kermis riesce a percepire l'aura delle persone che hanno bisogno di esprimere un desiderio.
Cappa. Kermis può liberare cenere dalla sua cappa a suo piacimento, tale cenere sarà considerata come una psionica passiva che altera i sensi. Inoltre, il mercante potrà utilizzare tale cenere per attaccare - fanno fede le sue CS -.
Artognou. Gargantua acquisisce due CS in campi pieni di vita, ne perde due in campi spogli o morti [considero la grotta a metà tra i due tipi di ambienti, quindi non guadagna né perde nulla]. I poteri di Artognou possono essere utilizzati anche da Kermis.
Specchio delle Parche. Kermis è immortale. Kermis ricorderà, a chi gli sta attorno, Noah.
Vena del Ragno. Kermis è riconosciuto come possessore di una Vena di granito. Kermis non soffrirà per alcuna condizione fisica o metereologica all'interno dell'Edhel. Kermis può parlare telepaticamente con un altro possessore delle Vene di granito.

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Attive.

CITAZIONE
{6;7/10 Alto x2; Kermis può evocare pergamene ed inchiostro per aiutarsi in combattimento; le pergamene potranno essere utilizzate solo per difendersi, l'inchiostro rovente solo per attaccare e la loro potenza sarà pari al consumo speso}

CITAZIONE
{6;7/10 Medio x2; Kermis può evocare pergamene ed inchiostro per aiutarsi in combattimento; le pergamene potranno essere utilizzate solo per difendersi, l'inchiostro rovente solo per attaccare e la loro potenza sarà pari al consumo speso}

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Riassunto.

Mi difendo dalla ruota del fato con la mia variabile di difesa a consumo Alto. Incasso invece il danno del tarocco, che mi provoca un leggero taglio alla spalla destra. Gargantua, essendo all'interno della coltre di fumo, cerca di ostacolare Jace colpendo ripetutamente la parete - per destabilizzare l'avversario, rompendo la parete e causando delle scosse su questo -. Kermis, invece, colpito dal primo stadio del malus, utilizza la variabile di inchiostro rovente per evocare una lancia d'inchiostro diretta al petto del nemico, dunque mastica l'erba ricostituente - oppio in scheda - per recuperare il 5% delle energie.

Edit: meglio specificato l'attacco tramite variabile - avvertito Grim della modifica -.


Edited by Y u - 25/6/2014, 11:13
 
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The Grim
view post Posted on 27/6/2014, 12:05





Ad Extirpanda ~
Sotto lo sguardo di un cielo stellato

Per sempre insieme





" Sono io ad essere risentito, Jace.
Hai contaminato la purezza di Afrah, rendendola debole come te.
Tale misfatto non può essere perdonato con leggerezza, semplicemente non può.
Ecco perché ti condanno.

Non alla morte, Jace,
ma alla non vita.
"

Il cartomante si sentì scosso. Non per le parole del mercante che trovava più insensate che ingiuriose, sopratutto nell'assurda minaccia finale che a stento comprendeva. Afrah avrebbe riso di esser considerata pura o forte, visto che mai si sarebbe definita con quei termini. No, era qualcos'altro a farlo tremare: i pugni che Gargantua scagliava alla parete della caverna. Il frastuono di quei colpi lo faceva impallidire, la dura pietra veniva frantumata come fosse burro da quelle mani, e lo Stregone non voleva immaginare cosa sarebbe successo alle sue ossa se fossero state sottoposte a quel trattamento. Poi il lastrone crollò, e il corpo dell'uomo ricordò la gravità, il normale stato del mondo in cui le cose venivano attirate in basso anziché fluttuare per aria con la testa fra le nuvole. Mentre scivola giù a gran velocità, Jace vede infrangersi l'inganno che lui stesso aveva creato: il denso buio di quel cielo era invece nera roccia , il bagliore delle stelle non era il luminoso riflesso di gemme colorate, tutt'altro che morto; si era solo illuso di trovarsi nell'Aldilà. Perciò incrociò le mani davanti al viso, per proteggere la testa da un colpo che poteva essergli fatale, e piegò le ginocchia affinché fossero i piedi a subire l'urto; meglio rompere una caviglia che una gamba. Non erano pensieri lucidi, ma il semplice istinto meccanico di un corpo che era precipitato così tante volte da essersi abituato a quella vertigine, lezioni impartite così tanti anni addietro da sembrare una vita precedente. Si rialzò con uno scatto, il sangue che colava là dove la carne si era lacerata incontrando il suolo, e fu in piedi prima di accorgersi del dolore e di quanto fosse precaria la sua situazione. Erano passati pochi secondi e già si trovava a fronteggiare una nuova minaccia, non un nuovo assalto del gigante ma una macchia nera e lucida, come tenebra solida che schizzava verso di lui. Jace fece per gettarsi di lato e l'equilibrio venne a mancare, il suo piede fallì e così si trovò nuovamente a terra. D'istinto chiuse gli occhi come se non vedere la minaccia bastasse a farla sparire, un gesto ancestrale o forse infantile. Non potendo sfuggire l'impatto si limitò a desiderare che l'inchiostro non esistesse più, incrociò le dita sottili disegnando per aria un controincantesimo improvvisato e riuscì nell'impresa nell'istante stesso in cui doveva essere bruciato. Il cuore batteva all'impazzata come uno stallone a fine di una lunga corsa.

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L'acqua calda scivolava fra i capelli di Jace, cadeva sulle sue spalle e poi colava giù per il dorso candido, seguiva i contorni di ferite e cicatrici vecchie e nuove, che nel corso degli anni aveva accumulato talvolta ingiustamente mentre altre per la propria incoscienza. Avrebbe voluto che non ci fossero ma non si vergognava di loro o del tatuaggio d'ala che copriva metà della schiena; eppure era imbarazzato dalla situazione. Dita candide e sottili si immergevano nella folta chioma castana, massaggiavano i capelli scontrandosi con grumi di polvere e sporco che si era incrostato da chissà quanto tempo, o nodi che solo tanta energia e tanto sapone riuscivano a sciogliere.

" Deve essere stato un lungo viaggio questa volta hayni.
Sei tutto sporco!
"

La sua risata spensierata era un tonico per l'anima. Jace stesso si trovò a ridacchiare mentre una nuovo ondata spazzava via la schiuma dalla sua testa, portandosi appresso anche lo sporco. Avrebbe voluto più scene come questa, momenti in cui rilassarsi senza angoscia, in cui essere una persona come tante altre nel mondo alle prese con la quotidianità.

" Allora vedi di spostare questo villaggio un po' più a Sud la prossima volta... "
Le sue labbra si mossero più veloci dei pensieri che gli vorticavano in testa.
" ...o forse dovrei prendere ad abitare qui. "

Le mani della ragazza, che fino a quel momento stavano sistemando la pettinatura di Jace, si bloccarono. Attimi tanto densi che parvero minuti. La sua voce gli parve incerta, non impaurita ma di certo tentennante.
" Faresti molta meno strada, è vero! "
" Forse però ad Hani dispiacerebbe. "
" È tempo che impari un po' di buone maniere. "
E stampò un bacio sulla fronte dell'uomo, a ricompensa della sua audacia.
" Quindi posso venire a vivere qui con te? "

Gli occhi rossi della beduina si fissarono su quelli azzurri del suo compagno, profondi e seri. Le parole del cartomante, pronunciate in balia del turbinio della situazione o forse da una voglia che teneva dentro da troppo tempo, non avevano sconvolto Afrah. Lei, composta e seria, sembrava pronta a quel momento, forse lo attendeva da tempo, e diede una risposta misurata che pareva più la formula di rito, che un guizzo improvvisato.

" Con il sole e la pioggia, con il kamshin e la brezza gelata. Quando vorrai, hayni. E se un giorno dovessi annoiarti di questo mio giaciglio, potrai anche abbandonarlo, se lo vorrai "

Si stava impegnando in qualcosa di grosso, ma Jace in cuor suo si era già rassegnato a questa piacevolissima fine. Il fuggiasco dentro lui lo tentò con frasi mosce che non ebbero presa sul suo animo, anzi questo palpitava emozionato dalla dichiarazione. Sentì di non poter limitarsi ad annuire con la testa, ma che bisognava dire qualcosa di grave e importante, forse melodrammatico.

" E quel giorno dovrai inseguirmi con tutte le tue forze, e strapparmi il cuore dal petto,
perché me lo meriterò.
"

La piccola mano delicata della beduina carezzò il suo viso, poi lo prese fra le dita come si dovesse spezzare da un momento all'altro. C'erano tristezza e rimpianto in quel gesto, un velo lieve che non turbava la felicità del momento,
ma che si trasmise anche alle parole successive.
" Perderei anche il mio, se solo ti facessi nuovamente del male. "
Afrah si mise di fronte a Jace e lo baciò intensamente.
" Siamo un unico spirito adesso, Nur el aiyni, ricordi? "

Si, l'avrebbe ricordato per sempre.


ɲ ɳ

Quel ricordo o forse sogno galleggiò per qualche secondo nella mente di Jace; affiorato per chissà quale motivo dai meandri della memoria. L'uomo sbarrò gli occhi, come svegliatosi improvvisamente da un incubo, in preda all'urgenza. C'era qualcuno accanto a lui, ma non si trattava del mercante né tanto meno del colosso di roccia, ma un'altra presenza che fin'ora si era divertita ad osservare i tre e quel loro danzare strano e chiassoso. Un'ombra informe, dai contorni appena definiti, o così pensò nei primi momenti, poi l'uomo rivide in essa la sua amata, forse un eco di ciò che gli frullava in testa, o forse per i discorsi che il mercante andava ripetendo. Fatto sta che l'essere appariva identico alla beduina, in ogni suo dettaglio: dal colore dai capelli al modo di muovere gli occhi. Lo stregone si stropicciava gli occhi e la fissava come fosse un fantasma, incapace di decidersi se quella fosse la vera Afrah o solo un trucco, poi lei tese dolcemente la mano in un invito a prenderla e rialzarsi, sorridendo con quella dolcezza unica che non poteva essere imitata.

" Io sarò sempre accanto a te.
Siamo un'unico spirito adesso, Nur el aiyni,
ricordi?
"
" S-sì. "

Lo sguardo della donna abbandono ogni luminosità, diventando un oscuro abisso di braci e fiamme. Il suo viso pallido sembrò diventare mille volte più grande e vecchio, qualcosa di Tayf o forse di più ancestrale sembrò emergere dall'animo oscuro della Banshee, e danzare sulle forme del suo volto, trasfigurarlo in qualcosa di più tremendo. O forse era semplicemente la rabbia a deformarlo in maniera così minacciosa.

" Ne ho abbastanza di te, mercante.
Smetti di fare del male al mio Djais.
"

E quell'ultima parola si allungò all'infinito, tanto da perdere il suo significato e divenire un grido incomprensibile, così tremendo e forte che pareva di scorgerlo nelle tenebre di quella grotta; come se l'odio trasbordasse dal mondo delle emozioni finendo in quello della materia. Un grumo nero e pesante che volava dritto verso Kermis, il quale stava solo al centro della grotta; lontano dal suo compagno di viaggio. L'entità perse le fattezze di Afrah, tornando all'indefinitezza che le era propria, evitando altri gesti o spiegazioni, si limitava a guardare i due attendendo l'evolversi di quello spettacolo. Troppe domande balenarono nei pensieri dello stregone, inquietanti in qualche maniera, perché l'uomo sapeva di aver partecipato a quel prodigio. Il gesto, indipendentemente dalle ragioni, era per lui manna dal cielo, un dono propizio che il cielo regalava al momento opportuno, un'occasione irripetibile che preferì sfruttare anziché perdersi in domande a cui temeva di non ricevere risposte. Scattò quindi verso il suo avversario, la lancia stretta fra le mani che tremavano, la mente impegnata sull'impresa anziché su quei misteri. E mentre sfrecciava nella direzione del suo bersaglio, si odiava. L'altro straparlava e vomitava ingiurie velenose su di lui, offendeva ciò che aveva di più caro al mondo e stava anche tentando di ucciderlo; forse c'era quasi riuscito.

Nonostante questo avrebbe preferito non ucciderlo.
Perché con Kermis aveva attraversato le oscurità del Gwathlàiss, vinto i suoi abitanti, fuggito il loro signore, visto una nuova alba. Senza che i due si conoscessero o si fossero rivolti parola, una complicità silente eppure così profonda, tanto che il ragazzo aveva sognato di poterlo chiamare compagno, addirittura amico in un remoto futuro. Ora l'altro era ammattito, come dopotutto faceva tutto il mondo, trasformato in un incubo buio, e Jace si vedeva costretto all'estremo gesto. Non visto, avrebbe pianto lacrime amare, al riparo dagli sguardi di tutti e di quel tremendo Fato che li aveva fatti incontrare sotto quel cielo stregato. Spinse con più impeto la lancia, puntando al ventre del mercante, sperando in una sua morte improvvisa più che in una lenta e straziante agonia. Sulle sue labbra si sarebbe potuta leggere una domanda.

Perché tutto ciò?

specchietto

CS: 7 | Intelligenza 2 Prontezza 2 Maestria con le armi 1 Intuito 2
Critico 40 | Alto 20 | Medio 10 | Basso 5

Stato Fisico: Abrasioni di entità Media su gambe e braccia,
Stato Psicologico: Illeso,
Energia: 55 - 10 - 0 = 45 %
Passive in Uso:
° Nessuno svenimento al 10% di energie,
° Auspex passivo delle auree,
° Le tecniche illusorie non bisogno di gesti per essere castate,
° Jace può alterare la sua voce ed è un ventriloquo,
° Jace può modificare il suo aspetto a piacimento se un illusione è attiva,
° L'aura di Jace non è individuabile da Auspex Magici,
° Ogni volta che un avversario usa una tecnica magica guadagna 2 CS in Intuito per quel turno,
° Le tecniche offensive ad area di Jace hanno potenza pari al consumo,
° Una volta che il cartomante avrà accumulato un danno Critico al fisico, guadagnerà 2 CS in Istinto,
° Estraendo la Vena, Jace è riconosciuto come un grande cacciatore di nemici del Sorya,
° Non soffre di stenti/intemperie all'interno delle terre dell'Eden,
° Due possessori delle vene si capiscono anche senza parlare;

° Le petites Thriompes (19/20)


Riassunto Post: L'azione di Gargantua scaraventa Jace al suolo, che subisce così un danno Medio come abrasioni su tutto il corpo. Grazie ai CS in Istinto - acquisiti per merito della perg. Discendenza Arcana - nota e capisce l'entità del getto di inchiostro scagliato da Kermis e si difende usando Temperanza a Medio, neutralizzando completamente l'attacco. Dopo un breve Flashback, il Servo della Volontà - apparso accanto a Jace sotto le sembianze di Afrah - lancia un urlo contro il Mercante - personalizzazione della perg. Scossa mentale - mentre Jace si catapulta su di lui tentando un affondo diretto al ventre con la lancia.

Attive:

CITAZIONE
Temperanza: Jace è capace di eliminare un turbamento che modifica e disturba la realtà, riportando il tutto alla normalità.Con un semplice gesto della mano od anche un impercettibile cenno col capo, può annichilire uno o più fenomeni di origine magica che lo circondano, consumando un ammontare di energie Variabile pari od inferiore alla potenza della manifestazione, nel secondo caso sarà capace soltanto di indebolirla ma non eliminarla. Tecnica difensiva di natura Magica, efficace soltanto contro contro tecniche della medesima natura. In caso di uso ad area la potenza sarà inferiore di un grado rispetto al consumo. [ Abilità Personale 6/10, Consumo usato:Medio]

Scossa mentale: La tecnica ha natura psionica. Il caster, attraverso un contatto fisico o visivo con l'avversario, rilascia un'emanazione di energia simile ad una scossa elettrica che infliggerà lui danni alla mente, paralizzandone il corpo. Personalizzando la tecnica è possibile modificarne l'aspetto, la forma e il colore. Benché la tecnica provochi danni mentali e paralizzi il corpo, va affrontata come una normale offensiva psionica di potenza Media. Consumo di energia: Medio

Note: Ho corretto diversi errori nel post, alcuni concettuali, altri dimenticanze, avvertendo prima il mio avversario delle modifiche.




Edited by The Grim - 27/6/2014, 17:28
 
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view post Posted on 28/6/2014, 13:17
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Ne ho abbastanza di te, mercante.
Smetti di fare del male al mio Djais.


Ma io li sto salvando, Afrah. Dovresti saperlo, tu che hai da sempre condiviso questo progetto di pace insieme a me. Tu, che ne hai viste plasmate le basi e che sei testimone del mio ardore, dell'impegno per la causa, del cambiamento che ho attraversato fino ad oggi. Tu che hai visto tutto questo, dovresti ben sapere che mi è impossibile fermarmi. Se lo facessi, allora.. allora scomparirei, semplicemente. Come un'ombra leggera ed evanescente, mi librerei al di sopra di tutto questo, ottenendo la pace che ho a lungo sperato. Quella pace che sogno da molto, forse troppo tempo. Eppure non potrei condividerla con nessuno, tornando ad attutire i colpi di questa esistenza con il solo possesso e l'egoismo. Sarei d'intralcio al grande progetto da me ideato. Mi sarei d'intralcio, in qualche modo. E come ben sai, non posso permettermelo.
Non posso permettermi di perdere. Non questa volta. Non ancora.
In gioco c'è troppo del mio esistere, non posso rischiare neanche il più minimo errore.


La mente del Mercante divenne improvvisamente un muro invalicabile, una sorta di barriera indistruttibile, che dava accesso alle debolezze di questi solo al suo legittimo proprietario. Nemmeno Gargantua sembrava riconoscerlo più, il suo padrone. Ai suoi occhi appariva ora estremamente determinato, se pur privato di numerose parti del suo essere. Era solo, in fondo, nella sua battaglia contro il mondo. Solo ed incapace di promettere incertezze per il solo accrescere il proprio ego. Solo, senza l'appoggio della sua famiglia, senza l'appoggio di Gargantua stesso, ormai troppo concentrato sul cartomante. Così solo da essere irraggiungibile. Così solo da voler piangere, ancora una volta. Ma non lo fece. Non poteva permetterselo, continuava a ripetersi tra sé e sé Yu Kermis.
Non era il tempo, né il luogo adatto.



Chiuse gli occhi e il tempo si fermò.
L'ombra iniziò a contorcersi, fino a cambiare totalmente forma.

Chi è quel ragazzo?
Il Mercante iniziò a fissarlo, soffermandosi sui lunghi capelli neri e sulle mani rovinate dall'esercizio. In quelle stesse mani stava una lunga tastiera rifinita con decorazioni dorate e tasti di platino. Ne era come stregato, Yu Kermis, sentiva di doverlo osservare, di doverne cogliere tutti i più piccoli particolari. Sentiva di doverlo sviscerare, rivelare ogni suo più intimo segreto. In qualche strano modo, sentiva di doverlo liberare. Ma liberare da cosa?

Fallo smettere, Gargantua, questa musica mi sta facendo innervosire.
Ma il Golem sembrava rapito tanto quanto lui dalle note emesse dall'azione del ragazzo dai capelli corvini. Note soavi, dolci e rassicuranti che si trasformavano, però, una volta raggiunti i sensi del Mercante, in sinfonie di melanconici strazi, psicodrammi innecessari e atti al solo scopo di distruggere ciò che si pone davanti ad essi.

Cos'era, si domandava Kermis, cos'era quella melodia?
E a tratti sembrò ricordarsi di lui, del pianista. Forse lo aveva già visto, forse in sogno, forse in dimensioni irreali che egli era solito manifestare con la sua presenza. O forse si stava sbagliando, e quel timore che avvertiva nei suoi confronti altro non era che la risposta ai suoi caratteri di inconosciuto, disatteso.

Quando e come è arrivato? Perché ho paura di lui? Perché? Gargantua, distruggilo, te ne prego.
Ma nuovamente l'ordine non fu che fiato sprecato - se davvero stava parlando al Golem -. Lo sguardo si posò sulla roccia che componeva il Golem. Stava sparendo. Riusciva ad avvertirla, la chiara ed inconclusa realizzazione del suo corpo. E poi guardò le sue mani, e vide sparire anche quelle.

Che si opera sua? Basta, ti prego, smetti di suonare quella melodia. Io ti scongiuro..
Noah.
Ma non vi fu risposta.
Noah.
La musica continuò ad essere prodotta per mano del pianista.
Noah.
Chi sei?

N O A H

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Il Cartomante scattò in avanti, il tempo riprese a scorrere come di norma.
Quel tempo che più volte Kermis aveva maledetto, sotto forme diverse - il tempo che gli aveva impedito di salvare sua figlia, ma anche Crono, in quanto essenza del Tempo stesso - e che ora sembrava avere anche una sinfonia tutta sua, studiata ad arte per logorare la mente dei suoi ascoltatori. Si sentiva confuso, Kermis. Confuso e spaventato da ciò che stava accadendo attorno a lui. Così confuso da non riuscire a localizzare perfettamente il suo nemico, che già si era avvicinato irrimediabilmente al suo corpo. Un colpo veloce e preciso al fianco destro attraverso l'unica cosa che li accomunava realmente: la Vena. Quell'oggetto, che era stato consegnato loro da Alexandra in persona, aveva lo scopo di scacciare le Ombre dall'Edhel. Uno scopo nobile, senz'altro, eppure l'utilizzo che entrambi ne stavano facendo era tutt'altro che nobile. Entrambi stavano facendo di quegli strumenti di pace, armi da guerra. Il Mercante portò la mano al fianco, premendo sulla ferita da perforazione. Annaspò per qualche secondo, prima di ricordare - o forse semplicemente il pensiero sovvenne alla sua mente - che, ancora una volta, non poteva permettersi di esitare.

Ascolta, Jace.
Ascolta la pioggia cadere sui nostri corpi, ascolta la musica che pervade i nostri sensi e ci trasforma in marionette, ancora una volta.
Ho smesso di lasciare che altri possano controllare la mia vita, Jace. Io voglio solo un mondo migliore, per me e per tutti voi.


Il terreno iniziò a tremare nuovamente.
Prima un'enorme radice sarebbe fuoriuscita dal terreno - in direzione del corpo di Jace, per stritolarlo -, seguita poi da un colpo di frusta mirato alle gambe, con lo scopo di far cadere il Cartomante. Di farlo cadere, e con egli anche il minimo di certezze che possedeva. Lo avrebbe voluto vedere strisciare, non per suo puro piacere, ma perché il Mercante era stufo di dover combattere contro suoi simili per un disegno che aveva ideato anche - e soprattutto - per loro. Era stufo di combattere, semplicemente. Voleva solo andare avanti.
Voleva esistere.

Un mondo dove non piova.
Un mondo senza musica.

Un mondo nuovo, Jace.
Cerca di capirlo, almeno tu.


Gargantua avrebbe gridato nuovamente, per poi cercare di colpire il Cartomante con due pugni ben assestati. Per distruggerlo, e demolire ogni forma di resistenza sulla strada del suo padrone. Per renderlo fiero.
Per farlo esistere.

Nessun altro riuscirà a capirlo.
Solo, ancora una volta.





Kermis
CS: 4 {1 Lucidità, 2 Intuito, 1 Destrezza}
Mana: 25%. {55 - 10 - 20}
Stato Fisico: Danno basso da taglio alla spalla destra e danno medio da perforazione al fianco destro. {81,25%}
Stato Mentale: Danno medio da confusione. {87,50%}

Gargantua
CS: 9 {4 Costituzione, 4 Forza, 1 Resistenza}
Stato Fisico: Ottimale. {100%}
Stato Mentale: Danno medio da confusione. {87,50%}

FBxhE


Passive.

Deal. Le persone vittime di un accordo di Kermis riveleranno a questi il proprio passato e l'immediato futuro. Le condizioni poste dal mercante saranno viste come vere e proprie imposizioni morali. Kermis è considerato fuori scala. Kermis può partecipare agli eventi Toryu.
Spy. Kermis è in grado di parlare qualsiasi lingua. Kermis è in grado di capire se il suo interlocutore sta mentendo. Kermis è in grado di sapere se le persone nascondono dei segreti e di capire quale sia più importante tra i vari segreti.
Invisible. Difesa da psioniche passive. Auspex passivo per coloro che sono attorno a Kermis. Kermis può guardare nelle ombre o attraverso altri impedimenti esterni.
All magic comes with a price. Quando Kermis utilizza una tecnica del contratto, può infliggersi un danno psionico Basso per caricarlo di un punto sangue.
Now tell me: what do you want?. Kermis riesce a percepire l'aura delle persone che hanno bisogno di esprimere un desiderio.
Cappa. Kermis può liberare cenere dalla sua cappa a suo piacimento, tale cenere sarà considerata come una psionica passiva che altera i sensi. Inoltre, il mercante potrà utilizzare tale cenere per attaccare - fanno fede le sue CS -.
Artognou. Gargantua acquisisce due CS in campi pieni di vita, ne perde due in campi spogli o morti [considero la grotta a metà tra i due tipi di ambienti, quindi non guadagna né perde nulla]. I poteri di Artognou possono essere utilizzati anche da Kermis.
Specchio delle Parche. Kermis è immortale. Kermis ricorderà, a chi gli sta attorno, Noah.
Vena del Ragno. Kermis è riconosciuto come possessore di una Vena di granito. Kermis non soffrirà per alcuna condizione fisica o metereologica all'interno dell'Edhel. Kermis può parlare telepaticamente con un altro possessore delle Vene di granito.

FBxhE


Attive.

CITAZIONE
{passiva razziale mezzodemone + Medio [pergamena Autocontrollo]; Kermis non sarà intimorito da alcuna passiva psionica. Per attacchi di maggiore entità alla sua mente, inoltre, egli sarà in grado di difendersi al meglio, rinforzando la sua mente con uno scudo che lo difenderà da qualsiasi attacco - la difesa psionica è pari al consumo speso -}

CITAZIONE
{alto [pergamena Rampicante Strisciante] + alto [pergamena Vento Violento; Kermis può richiamare a sé gli elementi della natura. Potrà evocare infatti un rampicante in grado di stritolare il nemico e causare danni Alti o provocare una fortissima folata di vento, che scaglierà il nemico lontano, causando danni Alti}

FBxhE


Riassunto.

Kermis entra dal primo al terzo stadio del malus, avvertendo contemporaneamente la musica e la sensazione che il suo corpo stia svanendo. La musica sembra essere prodotta dall'ombra stessa, che, in accordo con il malus di Shaisar, si materializza in Noah, un Noah ben diverso e che Kermis stenta a riconoscere. Il Mercante si difende dall'offensiva psionica con la pergamena Autocontrollo a consumo Medio, dunque la lancia di Jace lo colpisce al fianco destro - riesce a spostarsi per evitare un colpo fatale al petto - causandogli un danno medio - più alto del precedente a causa del suo aumento di CS -. Approfittando della vicinanza, Kermis utilizza la pergamena Rampicante Strisciante per stritolare il corpo di Jace, quindi si allontana di qualche metro da lui e cerca di colpirlo con la frusta all'altezza delle gambe, così da farlo cadere. Infine Gargantua caricherà il nemico - a circa sei secondi di distanza dall'attacco di Kermis - con due pugni.
 
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The Grim
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Ad Extirpanda ~
Sotto lo sguardo di un cielo stellato

L'ultimo giro di danze





La Carreg o Wythïen macchiata di rosso pareva proprio la zanna di una bestia famelica. Il rostro d'osso aveva morso la carne del mercante ma quello non era stato affatto un pasto completo, a malapena poteva definirsi un assaggio; un brandello di ciò che avrebbe voluto. Kermis era stato ferito e grondava sangue dal fianco, ma ciò non era che una sciocchezzuola trascurabile tanto che lui stava ben ritto sulle sue gambe, saldo nella sua postura tanto quanto nelle intenzioni.

" Ascolta, Jace.
Ascolta la pioggia cadere sui nostri corpi, ascolta la musica che pervade i nostri sensi e ci trasforma in marionette, ancora una volta.
Ho smesso di lasciare che altri possano controllare la mia vita, Jace. Io voglio solo un mondo migliore, per me e per tutti voi.
"

Quello sproloquiare delirante infastidiva il cartomante, che aveva esaurito ogni sua dose di pazienza. Avrebbe voluto interromperlo bruscamente, mandandolo a marcire in qualche fosso dimenticato chissà dove, ma non ebbe il tempo di aprir bocca. Il suolo tremò ancora una volta ma non come sotto l'incedere di Gargantua, era più come se la terra avesse preso a ribollire. Una buca si aprì ai piedi dello stregone che preso dalla paura balzò indietro, temendo l'emergere di un qualche mostruoso abitante delle profondità. Un rampicante nodoso sbucò dal terreno con uno scatto rumore secco come il frustino di un domatore, e dopo aver disegnato due cerchi per aria, scattò verso di lui. Jace provò a scansarlo con un capriola, ma era troppo vicino all'altro per scampargli. L'arbusto si aggrovigliò attorno al suo petto, comprimendolo con una forza inaspettata fino a fargli perdere il fiato; sentì i polmoni bruciare mentre veniva spremuto come un limone da cui si esigeva l'ultima goccia. Braccia, fianchi, spalle, sentiva il suo intero tronco bruciare, lacerato da quella stretta impressionate; pensò di essere spacciato. Il rampicante avvizzì dopo nemmeno una manciata di secondi che nella testa dello stregone furono tanto intensi da sembrare minuti interminabili, e tanto gli mancarono le forze che non riuscì a stare in piedi ma crollò sulle ginocchia; aveva subito ferite peggiori ma in quegli attimi si era sentito morire. L'orecchio del cartomante captò un altro schiocco e questi reagì quasi immediatamente, frapponendo l'asta della lancia alla traiettoria del colpo. Aveva tenuto in mano una frusta per la prima volta quando aveva quattordici anni, e si era esercitato a lungo con quell'arma tanto da conoscerne tempi di reazione e movimenti di chi le brandiva; per lui fu facile reagire. La capriola però l'aveva messo in una posizione svantaggiosa e non riuscì a puntellarsi con le gambe e serrare le braccia al petto: il becco del colibrì volò via, trascinata dall'urto del colpo.

" Un mondo dove non piova.
Un mondo senza musica.

Un mondo nuovo, Jace.
Cerca di capirlo, almeno tu.
"

Continuò il mercante, che però fu subito zittito. Non dal suo avversario, bensì dal suo stesso compagno, la cui voce tuonò con forza per l'intera grotta. Garguanta stava urlando con tutta l'aria che aveva in corpo, un boato così potente che avrebbe spaventato il più coraggioso degli eroi; il cuore del ciarlatano smise di battere, il suo cervello si spense, rifiutandosi di comporre alcun pensiero. Il titano torreggiava su di lui, sarebbe bastata solo la sua ombra per schiacciare l'uomo, ma preferì un approccio più diretto: sollevò entrambi i pugni, con cui avrebbe polverizzato l'odiato nemico del suo padrone. Il cartomante sapeva che non avrebbe dovuto lasciato avvicinare il golem, che distrarsi avrebbe significato pagare un prezzo carissimo. Agì di puro istinto e come un ratto sgattaiolò in fretta e furia verso le gambe del mostro, tra le quali contava di rifugiarsi; spinto dalla stessa premura che poteva avere un'ombra al sorgere del sole. Là dove le mani avevano colpito il suolo non rimase che polvere e due crateri sconquassati, e Jace si trovò a domandarsi cosa gli sarebbe capitato se fosse stato colpito. Se quei pugni spaccavano la roccia, come avrebbero potuto la sua morbida pelle e le sue fragili ossa resistere l'urto?

Di lui sarebbe rimasto meno che il ricordo.


ɲ ɳ

Perché combattete Jace?
Sei riuscito a capirlo alla fine?
Il tuo corpo soffre, la tua carne si strappa, le tue ossa si rompono e perfino la tua mente sanguina. Nelle tue orecchie ronza una strana melodia, archi di violino e flauti traversi intrecciano un'ode ruggente ma sotto quel velo si scorge la tristezza di qualcosa che muore, e così scompare per sempre. La voce che lieve si sente sul sottofondo è forse Afrah?

No,
sembra la beduina, ma la sua voce non è potente come la sua che scalda subito il cuore ed entra nella testa per poi non uscirne più. Lei non sarebbe così mogia nel cantare la caduta di un amico o la perdita di un amore. È forse Velta, la cui voce ti ha portato qui al nord credendo di soggiogarti e contro cui stai lottando?
Sarebbe un ottimo piano quello di far combattere fra loro i propri nemici, di mettere compagni ed amanti l'uno contro l'altro. Vederli sanguinare senza nemmeno alzare un dito.
È allora perché un tono così triste nell'ora della sua vittoria?

" Basta! "

Il cartomante non sapeva se stesse urlando al mercante, o forse a sé stesso e a quei ragionamenti che gli gonfiavano il cranio proprio mentre rischiava la vita; nel posto più pericoloso - o quasi - fra quelli in cui poteva trovarsi. Stare fra le gambe di un colosso di roccia non lo metteva per niente a suo agio, e forse fu proprio quell'ineffabile sensazione di incertezza, di poter essere annientato da un momento all'altro a dargli il coraggio di pronunciare quelle parole; che parevano fuggire dalla sua bocca per la foga con cui le disse.

" Non ho capito nulla di quel che vuoi,
non so se sei impazzito o se sei sempre stato folle,
ma io non voglio più combattere.
"

Scaglio la sua lancia verso Kermis, ma non come per colpirlo, bensì per farla cadere fra i due, come un segno di resa. L'arma colpì il suolo dalla parte dell'asta e rotolò sul suolo roccioso, abbandonata. Il suo compito era proteggere l'Edhel, non ferire i suoi custodi, uccidere le bestie immonde che si annidavano lassù fra i picchi gelidi o nelle profondità delle foreste. E il mercante poteva pure non essere uno stinco di santo, ma di certo non era un mostro.

" Uccidimi,
ma così perderai uno stregone capace ed un buon combattente,
ammazzami e la Banshee lo verrà a sapere, prima o poi,
nulla potrà arginare la sua furia, nessuna terra riuscirà a nasconderti,
nessun potere potrà salvarti.
"

Non lo disse con fare rabbioso, ma rassegnato. Era stanco, troppo stanco di quei futili battibecchi, di rischi insensati, di uccisioni senza scopo. Se doveva rischiare la vita, che lo facesse per qualcosa di importante. Con questo mantra era partito verso il settentrione, ed ora non si sentiva né meglio di peggio di prima, non un eroe né un assassino,
a malapena un uomo.

" Tutto questo serve solo ad indebolire te e rafforzare i tuoi avversari,
Te lo chiedo nuovamente, getta anche tu le armi e non levarle contro di me.
Mostrami questo mondo nuovo che vuoi forgiare.
"

Chiuse gli occhi, attendendo il suo fato, bello o brutto che fosse.

specchietto

CS: 7 | Intelligenza 2 Prontezza 2 Maestria con le armi 1 Intuito 2
Critico 40 | Alto 20 | Medio 10 | Basso 5

Stato Fisico: Abrasioni di entità Media su gambe e braccia, Ferite di entità complessiva Alta al torace
Stato Psicologico: Illeso,
Energia: 45 - 5 - 20 = 20 %
Passive in Uso:
° Nessuno svenimento al 10% di energie,
° Auspex passivo delle auree,
° Le tecniche illusorie non bisogno di gesti per essere castate,
° Jace può alterare la sua voce ed è un ventriloquo,
° Jace può modificare il suo aspetto a piacimento se un illusione è attiva,
° L'aura di Jace non è individuabile da Auspex Magici,
° Ogni volta che un avversario usa una tecnica magica guadagna 2 CS in Intuito per quel turno,
° Le tecniche offensive ad area di Jace hanno potenza pari al consumo,
° Una volta che il cartomante avrà accumulato un danno Critico al fisico, guadagnerà 2 CS in Istinto,
° Estraendo la Vena, Jace è riconosciuto come un grande cacciatore di nemici del Sorya,
° Non soffre di stenti/intemperie all'interno delle terre dell'Eden,
° Due possessori delle vene si capiscono anche senza parlare;

° Le petites Thriompes (19/20)


Riassunto Post: Jace viene ferito dal Rampicante, subendo un danno Alto al torace. Essendo questa una tecnica magica, continua ad avere 7 CS anche in questo turno sempre per merito di Discendenza Arcana. Proprio grazie al gran divario di CS, e sopratutto grazie a quello in Maestria con le Armi, J. riesce a scansare il colpo di frusta di Kermis, schiva invece gli attacchi di Gargantua usando Xuan Yeé a Basso, fuggendo tra le gambe del gigante, al riparo dai suoi pugni. Jace subisce il secondo livello dell'influsso di Velta, e sentendo la musica, riflette sul senso di questo combattimento. Decide quindi di arrendersi, getta la lancia a terra e chiede nuovamente ai suoi avversari di fare lo stesso, usando questa volta Desiderio, attiva di potenza alta dell'artefatto Cappa dei Sette Eterni, per rafforzare la propria oratoria. E con questo gesto si rimette alla volontà di Kermis.

Attive:

CITAZIONE
Xuan Yeé:
A Jace è stato insegnato a a muoversi come se il suo corpo fosse fatto di fumo, ed apparendo proprio come fatto di una nube nera al suo avversario. Pagando un consumo d'energie Variabile, potrà così annullare o smorzare un'offensiva di potenza pari alla spesa. [Pergamena Fondersi con le ombre] Consumo utilizzato: Basso

Desiderio:
Il quinto giunse in pompa magna, camminando su un tappeto di petali di rosa. Era bello, bellissimo, e nessuno sapeva dire se si trattasse di un uomo o di una donna. Chiunque vi si avvicinasse rimaneva soggiogato dalle sue parole e dal suo fascino e, quando l'Eterno metteva tra le loro mani adoranti un Dono del suo amore, loro si inchinavano ai suoi piedi, stringendo il Cuore di cristallo ai loro petti e benedicendo il loro Padrone. Coloro che erano così soggiogati non guardavano ad altro, lasciando al loro destino famiglie, figli, lavori e se stessi. Non mangiavano e non bevevano, nutrendosi solo della vista del loro Signore, finchè questi non ordinava loro di porre fine alla loro vita per il suo diletto. E i poveri schiavi, triste carne da macello piegata alla volontà dell'Eterno, obbedivano. [Attiva, consumo Alto, tecnica psionica: Jace porterà il Cuore di cristallo al proprio petto, e qualunque parola detta da quel momento e per la durata di un turno sembrerà la più corretta e giusta possibile per chi la udirà. La tecnica conta come una tecnica ad area e lascia un danno Medio Alto alla mente di ogni ascoltatore. Se la tecnica "Disperazione" è attiva, la potenza della tecnica diventa Critica, e il danno su ogni bersaglio aumenta ad Alto.]

Note: Avrei voluto dar battaglia fino alla fine, creare una strategia più complessa, ma alla fine mi son lasciato travolgere dalla narrazione. Mi son divertito molto a duellare con te, Yu, alla prossima giocata, qualunque essa sia! :D

EDIT: Ho parlato con Yu prima di fare questa modifica, in cui segnalo di aver utilizzato uno dei miei due giorni di proroga.




Edited by The Grim - 4/7/2014, 14:36
 
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view post Posted on 7/7/2014, 00:44
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Uccidimi,
ma così perderai uno stregone capace ed un buon combattente,
ammazzami e la Banshee lo verrà a sapere, prima o poi,
nulla potrà arginare la sua furia, nessuna terra riuscirà a nasconderti,
nessun potere potrà salvarti.


Ed è qui che ti ritengo uno sciocco, Jace. Non uno sciocco qualsiasi, ma il più grande stolto che esista in questo mondo e negli altri che ne fanno da contorno. Sei come un bambino; un lattante in fasce che identifica ciò che lo circonda come buono, degno di interazione. Sei un illuso, insomma. Talmente bravo ad illudere gli altri che non ti sei accorto di aver stregato te stesso. Non puoi davvero credere a ciò che dici, non puoi farlo dopo aver visto il vero volto di questo continente. Hai visto con i tuoi occhi la paura, eppure non sembri essere migliorato da quella esperienza. Al contrario, rifugiato nelle speranze - costruzioni di carta - che ti sei costruito appositamente per momenti come questi, te ne stai nascosto lì, in attesa di qualcosa o qualcuno che possa salvarti. Ti svelo un segreto, Jace. Nessuno lo farà mai. L'egoismo è la forza motrice che spinge l'uomo a realizzarsi, a realizzare opere ed azioni. L'egoismo ci muove, ma soprattutto muove ciò che vediamo ogni giorno.
Io, Yu Kermis, non ho bisogno di essere salvato. Né dalla situazione, né dai tuoi poteri, né da me stesso.
Alla fine di quest'opera, io sarò morto. Lo so, ho accettato il mio fato nel momento stesso in cui ho dato vita a questa metamorfosi. Pensavo lo avessi capito, pensavo ti fossi accorto dell'incrollabile voglia di continuare che ancora mi fa stare in piedi; qui, di fronte a te, a fronteggiarti. Sperando di poterti distruggere, non per il piacere di farlo, quanto più per eliminare l'ostacolo che rappresenti sul mio cammino. Perché non sei null'altro se non un ostacolo. Ti sei lasciato trasportare dagli eventi, trasformandoti in qualcosa di ben diverso dall'artefice del proprio destino. Sei una casella nella strada di un altro. Nella mia strada. Ed è per questo che non posso risparmiarti. Andrò avanti, realizzerò il mio sogno, ti sconfiggerò e infine ricorderò il tuo nome, come colui che ha tentato di fermarmi, accrescendo la mia determinazione.
Morirò, alla fine di tutto questo. Ma è ciò che fa un uomo con un sogno. Lo persegue, a tutti i costi.
Ed io ho un sogno, Jace.
Voglio che i miei figli ed i figli di tutti coloro che abitano questo mondo possano vivere in pace. Una pace nuova, però, diversa da quelle alle quali abbiamo assistito sino ad oggi. Una pace vera, senz'altro.
Ecco ciò che spero di raggiungere. Ecco perché ti combatto.
Ecco perché sono pronto a morire.


Il grido del Golem echeggiò all'interno della grotta. Le stelle che componevano il soffitto sembravano essersi spente, quasi rappresentassero l'energia vitale dei due combattenti. Erano arrivati al fondo del tunnel, lì dove la luce li attendeva. Eppure - entrambi riuscivano a percepirlo - solo uno dei due l'avrebbe realmente raggiunta, salvando la propria anima, continuando verso il proprio obiettivo. Nei pensieri di Kermis già veniva cancellata l'idea di non riuscire a raggiungerla, quella luce; non poteva realizzarsi un futuro nel quale lui non era presente. Non lo avrebbe permesso per nessuna ragione, non ora che era così vicino da poterne toccare i confini mai esplorati. Confini instabili ma sicuri allo stesso tempo, in grado di confortare seppur con le loro pericolose oscillazioni. Li toccava e sembrava felice di ciò, talmente felice da estraniarsi completamente da ciò che accadeva nel mondo reale, in quello che lui chiamava l'antisogno. Ci aveva pensato a lungo, nel corso degli anni; il Mercante era giunto ad una semplice conclusione: è l'esistenza dell'altro che ci fa sognare, ma allo stesso tempo questa esistenza ce ne nega la realizzazione. Ed aveva giocato a lungo con questa affermazione, tracciandone sfumature eteree, invisibili ai più. Continuava a giocarci, anche in quel preciso momento. Anche con la musica del ragazzo, anche con il suo corpo che lentamente svaniva, divenendo materia ben più evanescente della polvere.
Stava giocando con i suoi sogni, senza neppure essere sicuro di volerlo fare o di avere le capacità per farlo.

Si sentiva instabile, al suo interno così come all'esterno, lì dove poteva essere raggiunto dai pensieri del cartomante o poteva udire il grido del suo amico roccioso. Lì dove sembrava sparire, pezzo dopo pezzo; una volontà disgregata dall'essenza del fuoco originario, lo stesso fuoco che aveva consumato migliaia di guerre e che continuava a consumarne. La brama, l'egoismo, il desiderio. I sogni, poteva dire con estrema tranquillità. Aveva perso così tanto tempo a studiare la ragione d'essere dei sogni che aveva infine perso di vista un loro carattere molto importante: negano l'esistenza di altri sogni. Una caratteristica all'apparenza innocua, ma che aveva mietuto così tante vittime da considerarle come numeri, cifre di cui parlare senza alcuna riflessione al riguardo. Carne da macello.
E lui - una sua parte - era stato parte di questo progetto di morte.

Vorrei tanto mostrarti il mondo che tanto agogno, Jace. Credimi, vorrei farlo.
Ma non posso. Non abbasserò le mie armi, non è-


E ancora una volta la musica. E ancora una volta il grido del Golem. E ancora un pezzo del proprio corpo che spariva. Sentiva la testa girare; cercò di appigliarsi a qualcosa, ma cadde rovinosamente sulla pietra fredda della grotta, incapace di comandare il proprio corpo. Si guardò attorno; tutto appariva sfocato, impossibile da mettere a fuoco. Poi guardò l'ombra e la vide piangere. Forse per lui, forse per la sua incapacità ad arrendersi. O forse, semplicemente, non stava piangendo. Kermis non riusciva ad affermarlo con sicurezza.

non posso fermarmi proprio adesso.
Nel mondo di cui io - e noi tutti abbiamo bisogno, c'è posto per un solo creatore. Non posso lasciare questo compito nelle mani di una persona spaventata come te.
Non posso farlo, sai? Sono stato investito di una carica, devo svolgere un ruolo, devo compiere la mia missione. Devo farlo, Jace
Ti prego, lasciami passare.


E in quelle parole espresse, il cartomante avrebbe visto l'ultima forma di volontà presente in Kermis sparire, dissolversi nell'aria e lasciarsi trasportare. Il suo intero corpo sembrava essere sparito, ad eccezione della testa, che poggiava ora sul corpo freddo di Gargantua. Lo aveva raccolto con grazia e gentilezza, ciò che rimaneva del suo padrone. Gridò nuovamente, ma il suo grido fu fermato dalle gocce nere del cielo ormai spento. Cadevano lente ma con prepotenza, proprio come le vedeva Kermis, nei suoi pensieri. Sorrise, il Mercante, prima di socchiudere gli occhi e lasciare che le lacrime nere del cielo cadessero sul suo volto.

Eccola, la pioggia di cui ti parlavo, Jace.
Io posso fermarla, sai? Posso fare in modo che smetta, ma devi concedermi di continuare questo viaggio. Non ho paura di sacrificarmi, non se ciò renderà felice te, Afrah e tutti coloro che amiamo.
Io.. io posso farlo, devo solo.. solo..


Devo solo riposare un attimo.
Ecco cosa gli avrebbe detto, prima di abbandonarsi totalmente al mondo dei sogni. Incapace di imporsi ancora sotto le consuete modalità, avrebbe continuato ad esistere, nel sogno. Ed anche lì avrebbe combattuto per la propria missione, in un circolo infinito che lo avrebbe portato infine alla vittoria, al raggiungimento del suo obiettivo.
Alla pace.

pace_zpsdc9238e1





Kermis
CS: 4 {1 Lucidità, 2 Intuito, 1 Destrezza}
Mana: 25%. {25 - 20 - 0}
Stato Fisico: Danno basso da taglio alla spalla destra e danno medio da perforazione al fianco destro. {81,25%}
Stato Mentale: Danno medio da confusione. {87,50%}

Gargantua
CS: 9 {4 Costituzione, 4 Forza, 1 Resistenza}
Stato Fisico: Ottimale. {100%}
Stato Mentale: Danno medio da confusione. {87,50%}

FBxhE


Passive.

Deal. Le persone vittime di un accordo di Kermis riveleranno a questi il proprio passato e l'immediato futuro. Le condizioni poste dal mercante saranno viste come vere e proprie imposizioni morali. Kermis è considerato fuori scala. Kermis può partecipare agli eventi Toryu.
Spy. Kermis è in grado di parlare qualsiasi lingua. Kermis è in grado di capire se il suo interlocutore sta mentendo. Kermis è in grado di sapere se le persone nascondono dei segreti e di capire quale sia più importante tra i vari segreti.
Invisible. Difesa da psioniche passive. Auspex passivo per coloro che sono attorno a Kermis. Kermis può guardare nelle ombre o attraverso altri impedimenti esterni.
All magic comes with a price. Quando Kermis utilizza una tecnica del contratto, può infliggersi un danno psionico Basso per caricarlo di un punto sangue.
Now tell me: what do you want?. Kermis riesce a percepire l'aura delle persone che hanno bisogno di esprimere un desiderio.
Cappa. Kermis può liberare cenere dalla sua cappa a suo piacimento, tale cenere sarà considerata come una psionica passiva che altera i sensi. Inoltre, il mercante potrà utilizzare tale cenere per attaccare - fanno fede le sue CS -.
Artognou. Gargantua acquisisce due CS in campi pieni di vita, ne perde due in campi spogli o morti [considero la grotta a metà tra i due tipi di ambienti, quindi non guadagna né perde nulla]. I poteri di Artognou possono essere utilizzati anche da Kermis.
Specchio delle Parche. Kermis è immortale. Kermis ricorderà, a chi gli sta attorno, Noah.
Vena del Ragno. Kermis è riconosciuto come possessore di una Vena di granito. Kermis non soffrirà per alcuna condizione fisica o metereologica all'interno dell'Edhel. Kermis può parlare telepaticamente con un altro possessore delle Vene di granito.

FBxhE


Attive.

CITAZIONE
{passiva razziale mezzodemone + Alto [pergamena Autocontrollo]; Kermis non sarà intimorito da alcuna passiva psionica. Per attacchi di maggiore entità alla sua mente, inoltre, egli sarà in grado di difendersi al meglio, rinforzando la sua mente con uno scudo che lo difenderà da qualsiasi attacco - la difesa psionica è pari al consumo speso -}

CITAZIONE
{6;7/10 NULLO; Kermis può evocare pergamene ed inchiostro per aiutarsi in combattimento; le pergamene potranno essere utilizzate solo per difendersi, l'inchiostro rovente solo per attaccare e la loro potenza sarà pari al consumo speso}.

FBxhE


Riassunto.

Mi difendo dalla psionica con la variabile di difesa psionica a consumo Alto, dunque utilizzo una nulla con la variabile d'inchiostro - essendo arrivati a fine duello ho ritenuto inutile sferrare un'offensiva - per creare una pioggia d'inchiostro sul campo di battaglia - effetto nullo offensivo -, quindi svengo.
Utilizzo un giorno di proroga.
Ringrazio Grim per il duello, penso che grazie a lui sono riuscito - almeno per ora - a raggiungere il climax con Kermis.
Ringrazio anticipatamente anche il correttore.
Alla prossima!
 
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view post Posted on 18/7/2014, 00:36
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Yu Kermis vs Jace Beleren

» Yu Kermis

Scrittura. 7.5 /10

Un duello difficile sia per Kermis che per coloro che si sono apprestati a leggerlo punto per punto. Premetto che lo stile e la forma narrativa utilizzata da questo pg non mi sono del tutto estranei, perciò non sarà sulla complessità dei post, sul garbuglioso filo di pensiero e sulla caotica forma mentis che mi concentrerò nel giudizio: si tratta di una scelta, una precisa connotazione gdrristica.
Ciò su cui mi concentrerò è: discorso diretto. Nel primo post Kermis esordisce con un discorso incredibilmente altisonante e strutturato. Nel secondo rimane zitto. Nei successivi si mantiene moderato, per poi sfociare nell'altera conclusione finale. In tutto ciò, una quantità infinita di pensieri rivolti a Jace, a lui destinati, ma che nessuno, salvo Kermis e il lettore verrà mai messo a parte. Il risultato è un Jace perennemente confuso e disorientato, quasi stranito dal monologo di Kermis e solo marginalmente considerato come diretto interlocutore nelle ultime battute. Il risultato è un lettore che non del tutto capisce come mai Kermis si rifiuti di dialogare in modo semplice e strutturato, secondo modalità che permettano all'altro personaggio di capire - e non dover solo intuire e decifrare- le frasi che gli vengono rivolte. A mio dire, un uso del dialogo di questo tipo non funziona abbastanza da creare dinamismo fra i due pg, dialogo vero, scontro verbale, botta e risposta, rischiando di essere una autocelebrazione di compitezza formale. Altro punto, la struttura dei post. Generalmente nel corso del duello hai mantenuto una struttura a "scaglioni", con una prima parte riflessiva, una seconda di difesa ed una terza di dialogo/risposta. Attenzione a questa rigidezza- che verso la fine tu stesso hai un po' alterato- perchè rischia di suonare scontata e ripetitiva al lettore che già "sa cosa sta per leggere". A mio dire, inserire la parte riflessiva un po' più a scaglioni, magari contestualizzandola di più senza lasciarla viceversa più relegata ad una sfera del tutto speculativa avrebbe potuto arricchire l'intero testo dandogli più corpo e profondità.
Altro punto, le reazioni di Kermis. Per quanto possa risultare strano, spesso Kermis mi è sembrato "distante dalle proprie reazioni", spesso contornato da una teatralità abbastanza accentuata da distanziarlo addirittura da se stesso, rendendolo a tratti una caricatura/parodia di quello che avrebbe potuto essere. Questo stile si confà perfettamente al personaggio, ma attenzione a non esagerare rischiando di snaturare anche ciò che non dovrebbe mai essere snaturato: azione/reazione.
Ottimo lo spunto di richiamare Noah con la musica. Davvero una trovata gradita, sottile e ben calibrata. Ottimo anche l'uso del servo della volontà per arricchire la scena più i successivi spunti della "pioggia", sicuramente caratterizzanti e capaci in pochi semplici istanti di mutare atmosfera e dialoghi. Buono il layout utilizzato e le musiche scelte.


Strategia. 7.00 /10

Un buon combattimento, sicuramente spettacolare nel suo costante duo fra Kermis e Gargantua, il suo fedele alleato, capaci insieme di creare un'ottima alchimia agli occhi del lettore. Buona la scelta di ricorrere alla linfa per recuperare energie, la scelta di far interagire Gargantua con l'ambiente per vanificare la strategia di Jace e più in generale la tattica di far andare avanti il golem sia come tank che come principale assalitore del nemico, lasciando viceversa che il tuo personaggio interagisse dalla distanza -al sicuro. Un po' mancante a mio dire l'uso del servo della volontà, collocato in una fase del torneo abbastanza irrilevante -avversario al 100% o quasi delle energie, sano, e dunque con la totale capacità di difendersi-. L'uso inoltre di trappola adesiva da parte del servo non mi ha del tutto convinto, avendo tu in sostanza rinunciato ad una possibilità di danno per una semplice azione di intralcio. Tirando le somme, un duello davvero molto buono, ma certamente perfettibile in alcuni suoi aspetti: il duo Kermis e Gargantua mi sembra in effetti potente, ma a suo dire non ancora sfruttato al meglio attraverso una sinergia più accentuata fra i due.
Per te il duello termina con un Kermis svenuto, danno basso + medio al fisico, danno medio alla psiche e mana inferiore all'avversario. Calcolando che la tua scheda conta un grado di pericolosità in più, a mio dire il duello si attesta su un livello chiaramente buono, ma non eccellente, sinonimo di nuovi margini di miglioramento da raggiungere.


Sportività. 7.5 /10

Ottimo duello, connotato da una correttezza stilistica e formale per tutti e due. In ogni post qualunque modifica, appunto, correzione etc è stata opportunamente segnalata e "concordata" con l'avversario, ed allo stesso modo entrambi avete sempre agito al meglio. Un paio di appunti: nel primo post di duello Gargantua non riesce a "mirare bene", lasciando così che la discrezione su dove lasciar colpire il golem viene lasciata a Grim; Sempre nel primo post, il medio psionico viene percepito in maniera "diversa" da Kermis e da Gargantua a seconda dei rispettivi vissuti. Entrambi queste specifiche non hanno influito sul giudizio finale essendo per definizione molto "gddristiche" ma attenzione, poiché un uso più marcato di queste elasticità potrebbero incappare nell'antisportivo.


Voto finale: 7.33 /10

Jace Beleren «


Scrittura. 7.75 /10

Davvero un'ottima prova di scrittura. Fortuna vuole che io abbia potuto seguire uno dei tuoi ultimi duelli, quindi è con estrema sincerità che posso constatare quanto questo sia risultato ispirato, vero, deciso, insomma bello. Fin dai primi post ho notato la tua volontà di sperimentare registri un po' diversi dal "solito", inserendo intere parti di botta e risposta dominati da un buon ritmo e buona dinamicità. In seguito, bellissima la piccola chiosa su Afrah -dolce e romantica, delicata nel suo suggerire senza infastidire-, seppur il suo termine malvagio non mi abbia entusiasmato allo stesso modo. Per quanto riguarda le restanti parti, buonissima la interpretazione di Jace delle situazioni, seppur un po' monotona la risposta "sdegnosa" ai dialoghi di Kermis. La cosa che ho gradito maggiormente, è stata la tua capacità di far vivere appieno le emozioni a Jace -cosa che era un po' mancata nel duello da me corretto- con una semplicità e decisione tale da renderlo in breve il vero "leader" della situazione. Attenzione solo a non imprigionare ogni tanto Jace in reazioni un po' stereotipate, quali lo sprezzo altezzoso verso l'avversario ed alcune frasi un po' da Leonida di 300, molto ad effetto ma un po' meno applicabili alla realtà. Attenzione ogni tanto al lessico: vi era infatti una vibrazione lontana che la squassava, una forte presenza a perturbare quelle quiete. Frase molto bella e ponderata...salvo per lo "squassava". Cerca di fare un poco più di attenzione -anche se ho notato che sia tu che il tuo avversario avete corretto tutti i post anche dopo aver postato- perchè il "suono" di una frase può essere facilmente rovinato da questo tipo di stonature. Molto belle le colonne sonore applicate verso la fine e la precisione del layout.


Strategia. 7.75 /10

Un buon duello, ben calibrato e strutturato dall'inizio alla fine. Buona la scelta di servirsi del tonico e di utilizzare la biglia fumogena. Ottima anche la capacità di sfruttare l'ambiente circostante per coordinare una strategia di attacco più complessa. Molto buono il turno di utilizzo del servo della volontà nelle fasi terminali dello scontro, così da mettere a dura prova le energie dell'avversario in carenza -probabile- delle proprie. Saggia la scelta di ritardare l'esplosione della trappola. Sempre corretto il confronto fra CS, spesso a tuo favore grazie al corretto uso di pergamene abilità. Per te il duello termina con 20% di energie ed un alto + medio al corpo; considerando che il tuo avversario godeva di una pericolosità superiore alla tua, è un risultato di tutto rispetto. In generale, ho trovato il tuo combattimento molto vario e articolato, avvincente e spesso dominato da strategie affatto scontate e comode, proprie di chi abbia compiuto un ragionamento di fondo sulla propria scheda e di conseguenza sappia sfruttarla al massimo. Davvero molto bene. Piccolo appunto: un uso un po' blando di attacchi fisici, seppur certamente dovuto alla difficoltà di dover interagire non con uno ma con ben due avversari


Sportività. 7.5 /10

Corretto sotto tutti i punti di vista. Le scelte che hai adottato, compresa quella di far cadere Jace dalla parete a causa degli attacchi di Gargantua. Un po' blanda l'interpretazione del malus dell'arena in termini di gioco. Per tutto il resto nulla da dire.


Voto finale: 7.66 /10


Il vincitore del duello è The Grim
Il vincitore ha diritto ad un post conclusivo di vittoria con Ok attivo.


Correttore Eitinel


Edited by Eitinel - 18/7/2014, 02:15
 
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The Grim
view post Posted on 20/7/2014, 12:38





Il mercante cadde al suolo, svuotato di ogni energia, quasi morto. Benché i suoi occhi fossero chiusi, il suo viso non comunicava serenità od anche solo un'accenno di pace, i suoi tratti erano corrucciati e infiammati da una volontà tenace. Era crollato ma non si era ancora arreso, avrebbe voluto continuare a combattere fino a far smettere quella pioggia nera che ora bagnava quella grotta. Il colosso di pietra, premuroso come solo lui sapeva fare, si precipitò su di lui, divenendo la sua fortezza. Non avrebbe permesso che il suo compagno sarebbe stato ucciso. Diversamente da Jace, loro credevano in qualcosa di più grande, e lottavano per esso. Di loro si parlava fra i vicoli di Basiledra così come nelle capanne sulle catene montuose dell'Erydlyss, dalla più lussuosa locanda di Taanach fino a quella del villaggio più sperduto delle Hooglans; anche se i racconti più belli li aveva sentiti da Afrah.

" E così si formò quella strana coppia, di un legame forte più dell'amicizia...

Dovevi vederlo Nurì, grazie ai suoi rampicanti superammo quelle mura di pietra altrimenti invalicabili...

Benché la Saidda fosse titubante, lui era più saldo di una roccia e non aveva paura di tutti quei misteri...
"

La voce della beduina cantava nella sua testa, dipingendo la figura di un guerriero straordinario, di un paladino puro ma non tronfio né arrogante, uno che inseguiva ardentemente la pace per gli abitanti dell'Edhel e forse di tutta Theras. E lo stregone aveva sempre creduto a quelle parole, aveva sperimentato il valore del suo compagno contro gli aneliti di Thywil, e fin da quel momento non aveva mai dubitato di lui. Alle sue orecchie erano giunte strane storie, di inganni e patti infranti, di tradimenti e odio, che aveva bollato come la malizia degli invidiosi. Ora invece aveva toccato con mano questa verità, quanto l'altro potesse essere lunatico e geloso, le sue parole velenose ed il suo pugno duro, per nulla quell'eroe che tanto aveva voluto conoscere. La realtà era il riflesso distorto di quella che era stata la sua immaginazione, come attraverso uno specchio deformato o infranto. Il cuore adesso pesava per Jace più di un grosso macigno.

Avrebbe potuto andarsene, e tenere per sé questa storia e non raccontarla a nessuno, nemmeno ad Afrah a cui non nascondeva nulla. Tenere le labbra serrate e lasciare che quel segreto lo corrucciasse da solo, lo consumasse e forse scavasse un solco fra loro; forse lei l'avrebbe indovinato e si sarebbe arrabbiata del suo mutismo. Kermis non le avrebbe fatto del male, forse, una volta rinsavito, ma la preoccupazione sarebbe rimasta, ed il cartomante avrebbe sempre palpitato sentendo il termine Leoni. Sconsolato si guardò i piedi, cercando tra la roccia un qualcosa che lo potesse aiutare, un'intuizione o forse un'idea anche pessima. E fu allora che sistemandosi la cappa azzurra si ricordò di uno strumento tremendo che teneva serbato fra le sue tasche.



" Gargantua,
tu sarai l'unico che conoscerà ciò che è accaduto oggi. Ti prego,
non farne mai parola a Kermis,
e così renderai la vita più semplice ad entrambi.
"

Lo stregone tirò fuori un gran libro, pesante e polveroso, dalla spessa rilegatura in pelle dal suo mantello. Era straordinario come un oggetto simile potesse stare in quel capo, ma la magia permetteva prodigi simili. Si aprì da solo ad una delle tante pagine vuote e Jace poggiò la sua mano su di essa. Faceva quella scelta a cuor più leggero di quanto si poteva credere, dicendosi che certi ricordi era meglio non possederli. Il mercante prese a scuotere la testa, agitandosi come in balia di un brutto sogno mentre la sua memoria si svuotava. Il ricordo si depositò in quel tomo, inciso con un indelebile inchiostro nero, proprio come l'altro aveva visto quell'incontro, con ogni dettaglio su cui i suoi occhi si erano soffermati, fino allo svenimento. Poi venne il turno di Jace, ma la sua versione non fu riportata in alcuna pagina; evaporò nell'aria e nessuno l'avrebbe conosciuta.

Il tomo di Destino si chiuse, lasciando il cartomante spaesato davanti a quel panorama, incapace di capire cosa stesse succedendo. Si piegò a prendere la Vena che stava vicino a lui, ma prima che ebbe il tempo di aprir bocca, scomparì nel nulla, trascinato chissà dove.


E con questo post si conclude il mio duello.

CITAZIONE
Destino: Attiva, consumo Nullo, tecnica psionica: Jace sceglierà il ricordo di un bersaglio, che sia stato raccontato anche in parte dall'obiettivo stesso o che sia stato ottenuto in altro modo. Jace sacrificherà un proprio ricordo di pari valore (scena free con scena free, quest con quest, eccetera), cancellando il ricordo dalla mente altrui e trasferendolo nel Libro con dovizia di particolari. È una tecnica di PK e come tale soggetta al permesso del QM in quest o durante il post di vittoria di un duello con PK on. Il Libro potrà essere evocato tutte le volte che Jace vuole per leggere i ricordi al suo interno, senza pagare alcun consumo e senza usare slot tecnica. Se la tecnica "Disperazione" è attiva, Jace non deve sacrificare alcun ricordo.

Usando questa tecnica Jace cancella il ricordo della battaglia dalla mente di Kermis, sacrificando a sua volta il ricordo della stessa. E poi scompare nel nulla.


 
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12 replies since 7/6/2014, 16:31   676 views
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