Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Àlfar vs Sirith Deva

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 7/6/2014, 16:45
Avatar

And...bla..Bla..BLA
·······

Group:
Administrator
Posts:
6,262

Status:




Piana del vento crepuscolare (Erydlyss)

2uglx87

Quando cala il sole, il mondo sembra davvero un posto più cupo. Anche se ci si abbandona alle fatiche del proprio corpo, anche se ci si abbandona i propri capi su morbidi cuscini e le coperte calde ci coprono dalle intemperie della notte - la paura del buio è sempre in agguato. Persino nel migliore di questi casi con un comodo riparo da ciò che la notte porta, l'assenza di luce è ciò che ci spaventa di più - e che gli umani abbiano deciso di vivere la propria vita nella luce, piuttosto che nelle ombre, la dice tutta su quanto poco ospitale sia questo ambiente a loro. Perché non si può sopportare l'essere incapaci di vedere e comprendere ciò che si ha attorno. La piana del vento crepuscolare è il simbolo di questa loro debolezza incredibile: quando ci si risveglia in questo luogo, assente dalle mappe tracciate da dita umane, ci si accorge subito di due cose. Del tepore del focolare acceso davanti a sé, luminoso e confortante immediatamente oltre il quale si scoverà il compagno del proprio destino; e poi del gelo pungente e inebriante che il vento sputa in faccia, dell'oscurità impendente - una ghigliottina che solo attende una testa troppo curiosa, troppo vogliosa di allontanarsi dalla luce, per calare. Non brutalmente: anzi lentamente, facendosi strada senza fretta nella nuca, poco a poco separando la ragione dal corpo, mostrando uno scorcio dell'oltremondo solo un frammento alla volta piuttosto che scaraventando immediatamente nel baratro colui che aveva deciso di sfidare il dominio della luce. La piana è in tutto e per tutto come quella ghigliottina, perché pone la stessa dolorosa scelta a chi accoglie con un sorriso maligno: trascinarsi davanti a quel piccolo focolare rinchiuso da un minuto cerchio di pietre posato su erba morbida e lucida di rugiada, anelando la luce di quel Sole terreno...o allontanarsi, venir progressivamente colpiti da un vento sempre più forte e gelido carico di nevischio, abbandonare il focolare e vederlo spegnersi nella distanza e perdersi nel buio - lasciando orme nella neve sperduta. Eppure dietro gli ululati del vento si sente qualcosa. Qualcosa di straniero, che non appartiene a quel piccolo mondo che tu conosci - quelle seducenti fiamme danzanti - e sai che camminando a lungo lo potresti persino raggiungere. Se hai il coraggio di abbandonare il giorno nella notte, di affrontare una bufera infinita quando hai conosciuto la dolcezza della calma, di sopportare i morsi del freddo dopo aver goduto dei baci calorosi del fuoco.

Àlfar/Ùlfer Vs. Sirith Deva
Gialla Vs. Verde
F Vs. F


Primo post: Volk/Wolf
Player Killing: Da definirsi nel primo post di presentazione.
Durata: Un solo post di presentazione e quattro post di combattimento. Il termine per postare è fissato il 10 Luglio.
Tempi di risposta: Quattro giorni dalla risposta dell'avversario. Per ulteriori informazioni consultare il regolamento del torneo.
Caratteristiche Tecniche: Si inizia davanti al focolare. Più ci si allontana da esso, più il mondo diventa inospitale (vento gelido, buio) e si hanno visioni sfuggenti degli altri duelli dell'Extirpanda (non riuscendo comunque ad identificare perfettamente le persone).
 
Top
view post Posted on 10/6/2014, 19:30
Avatar

Studioso
····

Group:
Member
Posts:
1,082

Status:



Ad Extirpanda

“Nel nido della Notte”
Il Lupo e l'Osso.



La crudele canzone del Fato
Chiama a gran voce i propri figli.

La mano nera della notte cala
Sugli occhi spauriti e stanchi.

La luce sparisce ed è silenzio,
Un cuscino di rovi li avvolge.




L
a figura maestosamente terrificante del Guardiano era crollata a terra. Oppressa dalla luce e sradicata dalle azzurre fiamme. Con un lamento taciuto la scintilla di ombra che animava il demone si spense.
Una sensazione sgradevole riempì il cuore e la mente di Àlfar, mentre un profumo dolciastro gli pervadeva le narici: nella polvere nera che si stendeva sul campo, nella nera pioggia che incupiva il giorno, poteva sentire il proprio corpo venire privato del movimento, del calore, della volontà di combattere…sentiva un sonno innaturale stringergli la gola e forzarlo al silenzio.
Crollava, schiacciato dal buio, affogato nella pioggia…e il sonno prendeva la forma della Notte. La Notte gli balenava davanti con una forma ben nota – il buio lo chiamava a se, e un solo sussurro lo accompagnò verso l’Oblio.

Ireswort…

Quando si riebbe, il vento sferzava il suo corpo impietosamente. Tutto attorno a lui era un buio denso e straziante, una bufera di neve soffiava da ogni direzione e il gelo azzannava ogni lembo di pelle. Si sentiva solo. Tremendamente solo. Il calore di Ùlfer era sparito, in quel buio denso come la notte. Spiriti? Ùlfer? Perché tutto tace?… – Girava su se stesso, preda di un profondo panico che gli montava alla testa offuscandogli la vista più della neve in quella bufera.
Un rumore sordo gli esplose nelle orecchie – come il battito di un cuore – ancora, ancora e ancora…ad ogni rintocco la neve tremava e sembrava fermarsi. Smise di piroettare alla cieca, il battito nella sua mente era forte, come il cuore di qualcuno prossimo alla morte. Lo sciamano, divenuto bimbo sparuto, vide ciò che poteva definire un miracolo: un fuoco.
Si gettò come una falena verso la luce. Il battito che rallentava a mano a mano che il suo accelerava e si avvicinava alla luce. Ti sento! Vi sento! Il calore accolse la sua corsa finale come l’abbraccio di una madre accoglie il figlio preda degli incubi. In quel fuoco da campo, così vivo e rassicurante, Àlfar poteva sentire la propria connessione con gli spiriti – prima fra tutte quella con Ùlfer – rigenerarsi e sprigionarsi ancora più potente. Non era il mondo umano, quello era certo. La Torre? Forse. Avevano sconfitto il Guardiano ed era possibile che quello stesso fosse la chiave o meglio ancora la vera “porta”.
Si scrollò dalla mente i dubbi sul come e sul cosa lo avesse trascinato in quella landa obliata e verso quel fuoco carico di speranza, poiché l’ennesimo bizzarro dettaglio aveva colto la sua attenzione: l’ombra ai suoi piedi sembrava attratta dal fuoco.
Questa non correva alle spalle del ragazzo, fino a perdersi nella bufera, bensì sembrava aggirare il fuoco e andare quasi oltre di esso. Si ingrandì e si contrasse, sembrava cercasse di uscire dalla terra.

Quando l’ombra terminò di agitarsi, si sollevò in piedi con una figura umanoide. I tratti erano assolutamente indistinti e sembrava che più strati della stessa immagine si sovrapponessero in modo incerto e discontinuo, oscillando indipendenti l’uno dall’altro. “Alzati, figlio del vuoto. Ripetimi. Svegliami. Sorgi.” – La voce gli parlò da un punto imprecisato, al contempo nella sua mente e al di fuori del proprio corpo. Un insieme di voci dai diversi toni ed età, maschili e femminili, accavallate come le ombre.

“Chi sei?” chiesero all’unisono Àlfar e la figura – il primo con tono interrogativo e spiazzato, il secondo con voce appena curiosa – mentre la stessa sostanza che aveva accompagnato il sonno del giovane sciamano trasudava dal suo corpo, strappata come polvere di ferro verso un magnete più forte.
La tenebra si adagiò sugli strati dell’Ombra: la stessa trama simile a viticci, gli stessi abiti e le stesse protezioni; al fianco una copia altrettanto viva di Bèrral. Tutto era coperto da un velo nero-grigiastro, il tatuaggio e gli occhi accesi di un bianco sporco.
“Io sono te.” Disse con zelo e sicurezza. “Tu sei…me?” Soggiunse Àlfar ancora più perplesso.
“Io sono me. Sono te. Sono loro. Sono tutto. Sono nessuno” e ad ogni pausa seguiva un gesto casuale o erratico delle mani, un cenno del capo, un tic nervoso.
“Cosa…?” La confusione ormai aveva ceduto il passo all’impazienza. Strinse la mano intorno a Bèrral e il suo bizzarro interlocutore si affretto ad aggiungere nuove frenetiche esclamazioni prive di un senso apparente.
“Tu NON sei. Non qui.” Le mani tese in avanti a fare cenno di aspettare, di ascoltare. “Qui tutto è vuoto. Qui sei il servo e sei il padrone." Un sorriso comparve sotto la maschera cinerea nel momento in cui la tensione nell’atteggiamento di Àlfar sembrò essersi dipanata e questi si dimostrava ora più curioso e attento. “Dov’è qui?” – La sottospecie di clone trasalì con gioia a quella domanda e, assunta un’espressione più seria e greve, parlò.
“Qui è nel mezzo. A metà tra tutti i luoghi. Qui è la Torre. Qui è il tuo mondo. Qui è il mondo degli Spiriti.” Puntò un indice verso il fuoco con fare enigmatico e con la gravitas di un attore tragico nel momento di massima climax. “Qui è ovunque. Ovunque tu voglia essere. Ma solo accanto al fuoco è qui…"
“Il Fuoco ti mantiene legato al mondo dell’Altro. Al buio il legame si spezza.”
– D’improvviso le parole colpirono a fondo. Il Fuoco è come il sole…al buio non potrò chiedere l’aiuto di Ùlfer. Dunque la sensazione di prima…ok. Semplice fin qui: fuoco bene, buio male…ma c’è ancora qualcosa di fuori posto… In quel momento il braccio dell’apparizione scattò meccanico come la lancetta di un orologio a indicare una coppia oltre il fuoco.

” Io sono anche lui. Sono te. Sono noi. E il mondo gira. La neve cade. Ma il fuoco è caldo...” – Il riflesso crollò come una nube di polvere tornando a prendere le sembianze indistinte della prima forma di quell’apparizione. – “Uno solo passa oltre. L'altro resta con me."

Il passaggio era spiegato di fronte ad Àlfar, unico e inevitabile.

L’abbraccio della coppia si interruppe e il fuoco scintillò contro il metallo di una pistola, la canna diretta all’Ombra. L’uomo che la impugnava parlò per primo:

”Tu parli troppo per i miei gusti” L’aspetto dimesso e poco curato tradiva una discreta aura di pericolosità, mentre il gioco di ombre che il fuoco proiettava su di lui contribuiva a rendere il nuovo arrivato ancora più enigmatico. Gli occhi di ghiaccio riflettevano la luce come lame puntate verso l’apparizione sgranata.
La voce sottile della ragazza toccò le corde della notte con il tintinnio del cristallo. ”E con troppi enigmi!” Una cicatrice da ustione si accese sul volto, illuminata da quel piccolo sole da campo.
“Altre Ombre?...No…sembrate reali. Io sono Àlfar. Chi siete voi?” – La voce dello sciamano richiamò l’attenzione del pistolero e della bocca della pistola, che cominciò ad oscillare come un pendolo tra l’Ombra e il giovane dalla pelle scarlatta. – ”Sirith dei Deva e Liren. Le tue intenzioni, Àlfar?” Per quanta fermezza avesse impresso Àlfar nelle proprie parole, quelle non sembrarono sortire alcun effetto sul suo interlocutore. Un osso duro da masticare, eh? …Sirith… Bene. Molto bene! Un sorriso famelico si dipinse sul suo volto, la maschera di lupo sembrava ghignare con lui e, attraverso le orbite cave, gli occhi viola si accesero penetranti in direzione di Sirith.
Fermamente rispose: “Raggiungere la cima. Ad ogni costo. ...” Fece scattare Bèrral con determinazione, fletté leggermente le ginocchia e allargò la base d’appoggio. Il braccio sinistro avanti al petto flesso e con il gomito ad angolo retto. Nascoste nella manica e pronte a scattare stavano cinque Spine. Nella mano destra Bèrral fremeva e sguainava la magnifica trama di spine. “E, se tanto mi dà tanto, tu sei proprio sulla mia strada...”

”Allora sembra proprio che abbiamo un problema…” Rispose il cacciatore. Una seconda pistola comparve nella sua mano libera, puntando Àlfar insieme alla gemella. Si spostò di lato, oppositamente alla ragazza – la cui espressione si era fatta più seria.
Un triangolo stava ora attorno al fuoco, lei alla sinistra e lui alla destra di Àlfar. L’Ombra appena in disparte, giudice ed osservatore.

Àlfar era già pronto, il primo colpo già chiaro e visualizzato.



Scheda Tecnica

PK: OFF


CS: Àlfar 1CS Destrezza / Ùlfer 1CS Forza
Status Fisico: 16/16
Status Mentale: 16/16
Energie Residue: 100%

Equipaggiamento:

- Bèrral
- Spine di pesce (20/20)
- Sangue del Drago (Braccio sinistro)
- Armatura del Lupo (Completa)
- Tunica di Ragno (Braccio sinistro + Tronco + Gamba sinistra)

Passive:

- Razziale;
Presenza angelica ~ Allo stesso modo dei demoni, gli Avatar di stampo angelico non possono nascondere totalmente la loro presenza, pur mischiandosi con gli esseri umani e viaggiando tra loro e per le stesse vie. Le altre razze, infatti, percepiranno sempre qualcosa di sbagliato in loro, qualcosa di differente, ed è per questo che gli angeli incutono negli esseri innanzi a loro un innato timore reverenziale, purché questi non siano angeli stessi, e che siano di energie pari o inferiori all'agente.

- Bèrral;
Bèrral ha una trama di un verde acceso e luminescente che l'attraversa da un capo all'altro. In battaglia, da questo disegno complesso, sorgono piccole spine di pura linfa primordiale: rese solide dalla magia, si staccheranno all'urto con il corpo dell'avversario e rimarranno ferme sotto la pelle. Alcune di esse rilasceranno delle spore e faranno crescere muschio sulla parte colpita. Il danno causato da queste piccole manifestazioni magiche si aggiunge al danno fisico della frustata.


Attive:

- /

Altro:

- /

Riassunto:

Dopo aver sconfitto il Guardiano, Àlfar viene catapultato nella propria memoria agli eventi di Pietradisole. L'ombra scaturita dall'avversario sconfitto lo attanaglia e soffoca, fino a fargli perdere i sensi; l'ultimo volto che vede è lo spettro di Ireswort (da lui sconfitto in Contrapunctus - il Canto dell'Abisso) intento a trascinarlo nel buio strangolandolo.
Si risveglia al buio, attorniato dalla neve vorticante e dalla paura. Un'angoscia crescente che deriva dal sentimento di solitudine. Così come una falena viene attratto quindi da una forza misteriosa che lo guida verso il fuoco e l'area illuminata. Qui recupera il proprio legame con la dimensione degli spiriti, soprattutto è qui che fa la conoscenza di altri 3 personaggi: Il Servo, che gli si presenta con sembianze speculari ma "coperte di cenere" e Sirith e Liren. Il Servo gli spiega sostanzialmente che: sono all'interno di una dimensione indefinita e solo dentro l'area illuminata può sfruttare la forma di Avatar (fuoco bene, buio male) e per passare oltre dovrà affrontare Sirith. Chi perde resta lì.

Dopo uno scambio rapido di "convenevoli" con il sopracitato, il post si conclude.

Note: I dialoghi sono concordati con savior. Questo post è stato piacevole da scrivere e spero che sia riuscito a portare il 100% del proprio messaggio. Per il prossimo turno avrò finito completamente gli esami, tra l'altro u.u

A te savior!


Legenda Dialoghi:

- "Parlato Àlfar"
- "Parlato Ùlfer"
- Pensato Àlfar
- Pensato Ùlfer
- ”Parlato Sirith”
- ”Parlato Liren”
- "Servo della Volontà/PNG"
- “Servo della Volontà” nella mente di Àlfar.


 
Top
view post Posted on 14/6/2014, 17:09

season of mists
·······

Group:
Member
Posts:
6,569

Status:


[...]

Cedere all'oblio è facile, molto più semplice di qualsiasi sfida i due abbiano mai affrontato.
Non c'è difficoltà nell'inalare il fumo nero sprigionatosi sul campo di battaglia, nessuno impedisce loro di compiere questa volontaria scelta.
In mezzo alle grida di battaglia, di fronte all'assordante silenzio del colossale pupazzo, i due si guardano e sorridono.
Una smorfia leggera, quasi inesistente, un cenno di reciproca fiducia che solo loro sono in grado di cogliere.
Inghiottiti dalla nebbia potrebbero forse anche provare a resistere, ma a che scopo?
No, l'idea di abbandonarsi all'abbraccio dell'oscurità incombente è troppo allettante per rinunciarvi.
Niente più pensieri, nessuna decisione da prendere.
Non importa se questo li condurrà allo sfacelo, tutto ciò che conta è che i due siano concordi nell'agire in tal senso. Se il Vortice rimarrà unito, qualunque sia la sorte che dovranno affrontare non avranno problemi a fronteggiarla.
E' questa la maledizione e la benedizione dell'antica magia di Gilead.
Non vi è niente che non sia a doppio taglio, e il legame che i due hanno stretto non fa eccezione.
La carezza dell'oscurità riempe loro la mente con vecchi amici e sogni ormai morti da tempo.

~

I due riprendono i sensi contemporaneamente.
Impossibile dire quanto tempo sia trascorso, per quanto siano rimasti incoscienti.
Aprendo gli occhi, confusi, spaesati, non saprebbero definire come sia stato vagare nella distorta percezione del passato che si ha nei sogni.
"Inquietante" - sussurrerebbe Liren.
"Triste" - commenterebbe Sirith.
Ma non parlano, non necessitano di una forma di comunicazione così scialba.
Illuminati dal modesto focolare vicino al quale si sono risvegliati, si guardano intorno, stretti in un abbraccio che è molto di più di un normale gesto per ritrovare la percezione della realtà.

Loro sono il Vortice.
Loro sono i due che sono uno, le facce della stessa medaglia.
Loro, ora, sono uniti.

Non riconoscono il luogo nel quale si trovano, la sconfinata prateria immersa nelle tenebre.
Non sanno chi li abbia mandati lì, se sia una trappola tesa loro da Velta oppure un folle piano di Alexandra.
L'unico punto di riferimento è quello scoppiettante mucchietto di fiamme e legna, che appare così invitante.
Gli occhi di Sirith sono piantati su di esso, il pistolero è conscio che in qualche modo quella debole fonte di luce è un luogo sicuro.
Lo sguardo di Liren è perduto nel vuoto, nell'ombra gelida e sconfinata. Non ha paura, la ragazza. Può quasi sentire la magia che si contorce nell'oscurità, il profumo del potere sconfinato che li circonda.
Non appena il pistolero si volta nella stessa direzione lo raggiunge una folata di vento appartenente al più rigido degli inverni.
Le ossa stesse rabbrividiscono, il cuore si ghiaccia e le mani tremano.
Vedendo che Liren sembra in qualche modo affascinata, nonostante il vibrare del suo corpo gli dica che anche la ragazza ha provato le sue stesse sensazioni, ha paura.

« Non farti tentare. » - un sussurro, niente di più.

Una voce lo distoglie dalle sue preoccupazioni.
Non sono soli.
Due figure sembrano uscire dall'ombra della notte, forse vomitati da quella distesa di nulla.
Il loro discorso è delirante, misterioso e privo di senso.
Non saprebbe dire perchè, ma la loro semplice presenza disturba il pistolero, lo rende inquieto e furioso.
Quando una delle due creature si rivela per quello che è, niente più che un'ombra, un servitore della torre che sono stati mandati a distruggere, non ha esitazioni.

« Tu parli troppo per i miei gusti. » - la voce è decisa, salda come la mano che spiana la pistola direttamente contro il volto dell'essere. La creatura vibra e tace, non assume nessuna forma per lui, niente più che una disgustosa e viscida macchia di pece.

« E con troppi enigmi... » - aggiunge Liren, il volto divorato dalle cicatrici bene in vista, il cuore al fianco di quello del pistolero.

Sono scesi in guerra, sono stati spediti sul campo di battaglia. Hanno stretto un accordo, ora è tempo di rispettarlo.
Le indecisioni sono rimaste dietro di loro, lungo il sentiero che li ha condotti fin lì.

« Altre Ombre?...No…sembrate reali. Io sono Àlfar. Chi siete voi? » - la voce appartiene ad un essere dall'aspetto curioso, più bestiale che umano.
« Sirith dei Deva e Liren. Le tue intenzioni, Àlfar? » - "da che parte stai?" - è questo l'interrogativo che la lucida canna di Mejis pone allo sciamano.
« Raggiungere la cima. Ad ogni costo. E, se tanto mi dà tanto, tu sei proprio sulla mia strada... » - "dalla tua parte, quindi. E dubito che coincida con la nostra" - le mani di Sirith sono ora improvvisamente entrambe strette sul calcio di un arma, laddove l'uomo srotola una frusta il pistolero spiana del freddo metallo.

Le parole di quel tizio dai capelli corvini, trasandato quanto Sirith, se non di più, turbano Liren. L'aspetto le ricorda quello di un orso, ma l'elmo richiama indubbiamente il volto di un predatore della foresta, un lupo. Ma, come lei sa meglio di chiunque altro: non importa quale sia la maschera, ciò che conta davvero è cosa si cela al di sotto. L'uomo sembra determinato a combattere, se sia un servo di Velta o un povero disgraziato come loro non le è concesso saperlo.
"Poco cambierebbe comunque", pensa mestamente.
Il Vortice deve sopravvivere, chiunque lo minacci deve essere fermato.
Sfoderando le proprie armi, Àlfar ha dichiarato le proprie intenzioni.
E segnato il proprio destino.

Sirith, sorridendo biecamente, le rivolge un cenno.
I due si allargano ai lati del focolare, lentamente e senza fretta.
La sicurezza e le parole dell'uomo mettono il pistolero in allarme, ma non prova paura.
Anzi, la sfida che gli viene posta lo stimola.
La sua è la semplice e pura eccitazione che precede il combattimento.
Il suo scopo è mantenere la parola data, proteggere Liren e onorare l'impegno preso con Kermis.
E non sarà questo Àlfar ad impedirglielo.
Fra i Deva circolava un detto: "quando un uomo con una spada incontra un uomo con la pistola, quello con la spada è un uomo morto".
"In fin dei conti... non c'è molta differenza fra una frusta ed una spada" - il ghigno si allarga sulla sua bocca.



« Sirith Deva »

Energie « 100% »
Status Fisico « Illeso. »
Status Psicologico « Illeso. »
CS su Maestria « 02 »


.Armi ed Oggetti.

[Mohaine] - Nel fodero.
[Mejis] - Impugnata. [5/5 colpi]
[Tulle] - Impugnata. [5/5 colpi]


.Abilità Passive.

Offspring of Gilead - Non sviene al di sotto del 10% delle energie
Tricky Gunslinger - E' sempre in grado di prendere la mira sul suo bersaglio fino a che riesce a vederlo anche parzialmente + Può sparare più colpi contemporaneamente verso qualsiasi direzione
Vortex - Liren può essere utilizzata in combattimento + Liren può usare le stesse tecniche di Sirith

Intreccio dei mondi - malus; inattivo al momento


.Abilità Attive Utilizzate.

Nessuna.


.Note e Riassunto.

Niente di particolare da segnalare, ogni interazione è stata concordata con il mio avversario :sisi:
Buona giocata :v:


.Legenda.

• « Parlato Sirith »
• « Parlato Liren »
• « Parlato Àlfar »
• « Parlato Servo della Volontà »




PK : ON




« Liren Deva »


Status Fisico « Illesa. »
Status Psicologico « Illesa. »
CS « 00 »


.Armi ed Oggetti.

[Todash] - Nel fodero.


.Abilità Passive.

Vortex - Liren può essere utilizzata in combattimento + Liren può usare le stesse tecniche di Sirith

Intreccio dei mondi - malus; inattivo al momento

.Abilità Attive Utilizzate.

Nessuna.




Edited by savior - 14/6/2014, 20:28
 
Top
view post Posted on 17/6/2014, 20:16
Avatar

Studioso
····

Group:
Member
Posts:
1,082

Status:



Ad Extirpanda

“Nel nido della Notte” -
Un inizio acceso .



La fiamma della sfida è accesa.

Ognuno ha per sé il suo destino.

Là, dove il vero si merge col falso,

il passato è futuro,

la vita è sogno.




I
l fuoco scoppiettava al centro della loro piramide, un tiepido sole primaverile stagliato contro la gelida notte del nord estremo. Il crepitio delle braci scandiva il tempo, mentre lo sguardo di Àlfar scivolava dal pistolero alla ragazza e viceversa.

Sono solo, maledettamente solo. Ùlfer è un’opzione minima …può agire solo in questo breve cerchio… devo cavarmela da solo.
Un passo indietro, verso l’oblio.

Questo mondo mi piace estremamente poco. Non voglio rimanere. Voglio salire fino in cima. La torre mi aspetta.
Un passo indietro, verso il silenzio assordante.

Ancora un passo. Oggi non avrò paura del buio.
Un passo indietro, spinto al limite della luce.

Ecco. Posso sentire il vuoto. L’eco di molte anime arriva dalla tempesta… ma qui, in questo campo, chi raggiungerà la luce?

Il vento gelido lambiva nuovamente la schiena. Un altro passo e sarebbe stato avvolto dal gelo assoluto. In lontananza, soppressi dal ruggito del vento, rumori di battaglie distanti, indistinguibili… – ”Ci siamo…” sussurrò.
Inspirò a fondo per ricacciare la sensazione di separazione, quella lama gelida che scendeva lungo la schiena. Sentiva scindersi a poco a poco la connessione con Ùlfer. Smise di retrocedere. Piantò i piedi nel terriccio coperto di neve, flesse ogni muscolo delle gambe pronto a balzare. Il familiare calore avvolgente si schiuse come un baccello, avvolgendolo in bianche fiamme e una trama di viticci blu sostituì il tatuaggio verde smeraldo.
”Noi vinceremo!” – Le gambe scattarono come molle e, con la violenza di una catapulta, il corpo di Ùlfer venne proiettato in mezzo ai due giovani avversari, appena oltre la linea del focolare.
Alle sue spalle rimase solo la neve, trascinata in un piccolo turbine, mentre il corpo dello sciamano si slanciava oltre il fuoco, appena sopra alla corona di fiamme. Il calore lambì piacevole il corpo mentre le fiamme bianche si spegnevano e Àlfar riprendeva la propria forma umana "Il seme di vita consuma e crea..." - cominciò a recitare la propria invocazione mentre atterrava oltre il falò, lasciando due scie marcate nella neve fresca, e con un movimento a spirale compiva con il braccio sinistro un gesto elastico, per lanciare cinque aculei verso le braccia della giovane dal volto sfregiato.
"...Io ti chiamo a silenziare colui che rifiuta il dono della Natura..." Un bagliore verde acceso si riverberò nella mano destra dello sciamano, aumentando di intensità e frequenza, si concentrarono lungo l'indice e medio, tesi verso la mano più vicina del suo avversario, accentuando il gelido azzurro dei suoi occhi. - "Imbriglialo e disarmalo!"
A breve distanza il colpo risuonò come la voce di una pistola, diretto con altrettanta rapidità verso Sirith; pronto a germogliare e distruggere la pistola da quegli impugnata nella mano destra.
”Allora, cominciamo?”
Un ghigno acceso.
Con la mano sinistra stretta a pugno sferrò un colpo diretto al volto del giovane avversario: una vampata blu-azzurra eruppe dal corpo seguendone la forma, con fiamme dense pronte a lambire e divorare la carne.
”Sogni d’oro!”
Estinte le fiamme azzurre, un secondo bagliore bianco si distese per pochi istanti su tutto il corpo dello sciamano e il pugno seguì la propria traiettoria verso la testa del Deva – alla tempia.

L'energia scivolò dalle sue mani in un modo che non gli era noto; si sentì strappare via i frammenti di quell'essenza come spine da una ferita fresca...Era stato un breve istante, ma la sensazione sgradevole gli rimase legata addosso.

In agguato.




Scheda Tecnica

CS: Àlfar 1CS Destrezza / Ùlfer 1CS Forza
Status Fisico: 16/16
Status Mentale: 16/16
Energie Residue: 100 - 20 - 10 = 70%

Equipaggiamento:

- Bèrral
- Spine di pesce (15/20)
- Sangue del Drago (Braccio sinistro)
- Armatura del Lupo (Completa)
- Tunica di Ragno (Braccio sinistro + Tronco + Gamba sinistra)

Passive:

- Razziale;
Presenza angelica ~ Allo stesso modo dei demoni, gli Avatar di stampo angelico non possono nascondere totalmente la loro presenza, pur mischiandosi con gli esseri umani e viaggiando tra loro e per le stesse vie. Le altre razze, infatti, percepiranno sempre qualcosa di sbagliato in loro, qualcosa di differente, ed è per questo che gli angeli incutono negli esseri innanzi a loro un innato timore reverenziale, purché questi non siano angeli stessi, e che siano di energie pari o inferiori all'agente.

- Bèrral;
Bèrral ha una trama di un verde acceso e luminescente che l'attraversa da un capo all'altro. In battaglia, da questo disegno complesso, sorgono piccole spine di pura linfa primordiale: rese solide dalla magia, si staccheranno all'urto con il corpo dell'avversario e rimarranno ferme sotto la pelle. Alcune di esse rilasceranno delle spore e faranno crescere muschio sulla parte colpita. Il danno causato da queste piccole manifestazioni magiche si aggiunge al danno fisico della frustata.

- Intreccio dei mondi; {Malus; non attivo}
65% energia: i personaggi cominceranno ad avvertire un live senso di malessere e stordimento.
40% energia: i personaggi cominceranno a notare in corrispondenza alla loro visione periferica strani movimenti e chiaroscuri mutevoli. Egualmente, lontana, avranno la sensazione di avvertire una musica soffusa e costante.
15% energia: sempre più intensamente, i personaggi cominceranno ad avvertire un senso di alienamento e distaccamento con la realtà, il medesimo che si potrebbe percepire all'interno di un sogno. Contemporaneamente, essi noteranno i propri arti cominciare a svanire lentamente quanto progressivamente, come nel dissolversi della loro stessa persona.


Azioni/Abilità Attive:

- Attacco 1CS Destrezza: 5 Spine di Pesce mirate alle braccia di Liren.

- Seme: Lo sciamano spara un proiettile di energia verde verso l'avversario, capace di germogliare come un groviglio di rovi. Consumo: Alto
Un gesto rapido della mano, o anche solo di un dito, permette ad Àlfar di concentrare l'energia creatrice della natura in un singolo piccolo globo dallo spento colore verde. Tale sfera, rapida come un colpo di pistola, andrà ad urtare il corpo dell'avversario. Un braccio, una gamba, il petto...l'intera anatomia è a disposizione e il baccello germoglierà in un fiore scarlatto e numerosi viticci. Questi non infliggeranno danno diretto all'avversario, bensì ne andranno ad ostacolare i movimenti per tutto il turno di attivazione e causeranno un danno Medio all'equipaggiamento colpito. Di fatto, la parte di equipaggiamento colpita e danneggiata dai viticci sarà inutilizzabile fino a fine giocata o fino a quando il danno non sarà riparato. La natura di questa tecnica è magica.


- Spirito ululante: Un aura di fiamme azzurre avvolge Àlfar e agisce come potenziamento ed estensione delle sue armi e del suo corpo. - Consumo: Variabile Medio
Fiamme blu e azzurre, così calde da sembrare quasi gelide, ricoprono in una vampata il corpo del caster. Pagando un costo variabile egli è in grado di generare in questo modo una manifestazione magica: questa avrà la forma di uno spettro di fiamme azzurre che comparirà come estensione/espansione della forma fisica del caster e delle sue armi. La manifestazione magica eseguirà però un solo ordine e svanirà alla sua conclusione, indipendentemente dalla sua efficacia. La tecnica ha natura magica e nessuna affinità elementale (nemmeno un allineamento sacro/oscuro).


- Attacco 1CS Forza: Semplice pugno contro la tempia di Sirith

Riassunto:

Un passo, poi un altro, poi uno ancora.
Àlfar retrocede fino al limite massimo dell'area illuminata, lì dove il gelo comincia a sostituirsi alla sicurezza. Si sente con le spalle contro un muro, inesistente e al contempo palpabilissimo. Lo sfrutta come ulteriore motivazione - altri oltre quel muro combattono già e lui vuole raggiungere la cima ad ogni costo - richiama al proprio posto la forza di Ùlfer, che impegna per catapultarsi oltre il focolare senza doverlo aggirare. All'atterraggio avviene il ritorno in forma umana che sfrutta la destrezza aumentata per legare un rapido lancio delle 5 Spine contro Liren. Contro Sirith, invece, lancia prima un Seme diretto alla pistola nella mano destra, seguito da un pungo potenziato da Spirito ululante, per un danno Medio e passa successivamente a Ùlfer per portare un ultimo attacco con 1CS in forza: il pugno di poco prima che prosegue la propria traiettoria.

Nota: Mmm…no, nulla di particolare^^ a te! Chiedi se hai bisogno :D


Legenda Dialoghi:

- "Parlato Àlfar"
- "Parlato Ùlfer"
- Pensato Àlfar
- Pensato Ùlfer
- ”Parlato Sirith”
- ”Parlato Liren”
- "Servo della Volontà/PNG"


 
Top
view post Posted on 21/6/2014, 15:58

season of mists
·······

Group:
Member
Posts:
6,569

Status:


[...]


Le fiamme si agitano inquiete, eterne insoddisfatte prigioniere.
Liren sa che il fuoco brama solo la distruzione, il massacro indiscriminato.
Eppure il focolare sembra essere quasi un loro amico, in quella landa cupa e desolata.
Solo il suo riflesso riesce a fuggire da quella prigione, sorride beffardo alla ragazza, danza sulle canne d'acciaio temprato delle pistole di Sirith.
Ironico che all'interno delle stesse vi sia solo buio, quell'oscurità opprimente portatrice di morte e disperazione.
Ed è proprio verso un tale tipo di ombra che Àlfar indietreggia, spingendosi lentamente verso la caligine, il nevischio, il gelo.
Che sia anche lui tentato dal potere che si nasconde ai margini di quella terra?
Per quanto temibile che sia, la morte è tremendamente affascinante... Liren potrebbe anche forse arrivare a comprendere quell'uomo così spavaldo, così temerario.
Alle sue spalle riesce quasi a vedere delle figure, tremuli fantasmi che si agitano nella notte.
Non prova paura, è più una curiosità a fatica repressa, quella che la scuote.
Quando è al fianco di Sirith, quando entrambi sono sul campo di battaglia, non c'è praticamente niente in grado di terrorizzarla.
Non è coraggio il suo, si tratta più di una cieca fiducia.
E' a conoscenza del fatto che Sirith non approvi tutto ciò, per qualche motivo il pistolero sembra apprezzare l'istinto di sopravvivenza che il cieco terrore è capace di suscitare in un uomo, ma lei non può impedirsi di ergersi al suo fianco finché le gambe la sostengono.
Del resto, i due hanno stretto un patto, molto tempo prima. Qualcosa che oltrepassa le normali regole della ragione.

Si lascia andare ad un mugolio di sorpresa quando Àlfar sembra mutare aspetto, improvvisamente ricoperto da arabeschi color dell'oceano e divorato da fiamme arcane.
Può sentire il respiro di Sirith farsi più lento, più concentrato.
L'uomo non è particolarmente impressionato: ha già visto mutaforma e demoni, ne ha uccisi diversi ed è riuscito a scappare ad altrettanti.
La presa sulle pistole si fa più salda, le gambe divaricate e pronte a scattare: il momento che precede l'antica lotta fra il cacciatore e la preda, la millenaria sfida fra l'uomo e la bestia.

« Arriva... » - una predizione scontata, un mormorio quasi incomprensibile sfuggitogli in un tono quasi sognante.

« Noi vinceremo! » - la bestia scatta in avanti, estremamente rapida. La creatura che una volta era Àlfar divora i metri che li separano, macina il terriccio nella propria carica e si getta attraverso il focolare.
"Noi?" - in quell'essere coesistono due creature quindi?
Quasi a darle una conferma, ecco che l'uomo si ritrasforma in Àlfar e, senza perdere un istante, scatta minaccioso.

Liren comprende solo nell'ultimo istante le intenzioni dello sciamano e cerca di sottrarsi agli aculei che le vengono scagliati addosso.
Il suo movimento non è neanche lontanamente comparabile a quello dell'aggressore, può solo farsi scudo con il braccio sinistro.
Le armi di quella creatura scavano profonde e dolorose ferite e, cercando di rimuoverle, realizza che il dolore è atroce.
Digrignando i denti, ansimando violentemente, lascia che l'arto ferito rimanga inerte e abbandonato lungo il fianco.

Sirith vede la donna venire colpita ma non può fare niente per aiutarla, lo sciamano lo sta già caricando e il pistolero deve pensare alla propria sopravvivenza.
L'assurda litania che il suo avversario pronuncia lo mette in guardia, ma è troppo lento nel difendere i propri strumenti, troppo sicuro di sè e delle proprie pistole.
Mentre osserva Mejis venire ridotta in frantumi, l'acciaio a lungo lucidato crepato e piegato da arcane radici, il legno di sandalo finemente intarsiato venire scheggiato e divelto, può sentire il peso del fallimento colmargli il cuore come un'inondazione.
Quando le radici si allungano sul suo avambraccio, dando vita ad enormi fiori cremisi, lascia andare sconvolto la pistola.
Il pesante tonfo sul terreno risuona come un rintocco funebre nella sua mente e tenta il possibile per non far cadere lo sguardo sullo scheletro di Mejis, che sembra accusarlo.
Un monumento a tutti i suoi peccati, alla superbia e all'incuria verso le compagne di una vita.

« Noi vinceremo! »
« Sogni d'oro! » - il fastidioso sarcasmo di quel bastardo gli artiglia la mente e lo ferisce.

L'istinto gli permette di salvarsi dalla furia dello sciamano, le fiamme evocate da quest'ultimo si estinguono nel morbido abbraccio della sabbia di Gilead, il suo pugno è troppo prevedibile e Sirith riesce a sottrarsene indietreggiando repentinamente.
Quando il pistolero riesce a riacquistare la lucidità, è allora che l'ondata di furia lo travolge.

Liren osserva l'intera scena alle spalle dello sciamano.
E' cosciente del fatto che dovrebbe essere preoccupata, ma la sfortuna di Àlfar la fa sorridere mestamente.
Secondo lei Sirith è un soldato mediocre, nonostante l'immensa bravura con le armi da fuoco.
Prova un enorme rispetto per la sua intelligenza e per l'assurda capacità di tirarsi fuori da qualunque situazione pericolosa, eppure sa che al pistolero manca la sete di sangue necessaria a renderlo un guerriero micidiale.
La ragazza ritiene che ci siano solo un paio di cose in grado di trasformarlo completamente: l'incolumità di Liren stessa e... una questione di famiglia.

« Àlfar... povero stupido... » - osserva ciò che una volta era Mejis e stringe convulsamente il pugno della mano destra, preparandosi a colpire.

Il volto di Sirith è granitico, un blocco di solida ed immutabile roccia.
Gli occhi fissi in quelli dello sciamano sono vacui, per non dire annoiati.
La bocca è distesa in un'espressione amorfa, la barba nera ed ispida fa apparire Sirith come l'ultimo fra i disgraziati di questo mondo.
E' impossibile dire se sia altero disprezzo o catatonica follia.
Ma dentro di sè il pistolero sta ribollendo.
La rabbia, verso sè stesso e verso Àlfar, è così forte che lo sommerge come una colata lavica, un fiotto cremisi che annega ogni pensiero pacifico.
In un angolo lontano della sua mente è perfettamente cosciente del fatto che per la magia di Liren riparare Mejis è poco più un trucchetto da principianti, eppure l'unica cosa che conta è che l'offesa è già stata arrecata.
Tutto il resto non ha importanza.

« LIREN! » - il tono di Sirith è altisonante e imperioso, gli occhi si fanno improvvisamente spiritati - « NON AVERE PIETÀ! »

La bocca ora distorta in una smorfia di puro disgusto si apre e lascia libero un verso gutturale di furia e il pistolero riesce ad apparire incredibilmente solenne mentre, rapido come una vipera, alza un piede e lo abbatte sul ginocchio sinistro di Àlfar.
Un giustiziere che pronuncia una condanna a morte.
Contemporaneamente la mano sinistra scatta, Tulle reclama la vendetta che le spetta di diritto per la propria compagna caduta.
Può quasi sentire il puzzo ferino dello sciamano, mentre protende la canna dell'arma verso lo stomaco dell'uomo ed esplode due proiettili.

« SILENZIO, BESTIA! » - non è la voce di Sirith, quello è un grido di tutti i Deva, l'intera stirpe dei pistoleri di Gilead reclama una punizione per un tale crimine. E Sirith e Liren sono le mani che eseguiranno la sentenza.
La ragazza lascia fluire come un fiume in piena il potere che ha raccolto e un fiotto di luce accecante si origina dal suo pugno sollevato, diretto verso la schiena di Àlfar.

"Onora le pistole, onora gli antenati" - questo è uno dei motti della famiglia dei Deva. Cosa staranno pensando i predecessori di Sirith? L'uomo non può permettersi di disonorare la loro memoria. Le pistole della sua famiglia sono andate distrutte in molte occasioni, questo è vero, ma i colpevoli sono sempre stati puniti e i due strumenti riportati al loro splendore originario. Non può permettersi di essere da meno.
"Sirith, noi siamo un popolo di raminghi e di senzaterra, ma conosciamo il significato dell'onore. Ricorda cosa è davvero importante e non permettere a nessuno di strappartelo via." - le parole di suo padre lo ossessionano, le lezioni a lungo impartitegli scorrono direttamente nel suo sangue.
Gli antenati in questo momento osservano severi il loro figlio, l'ultimo della stirpe dei Deva.
E lui non ha intenzione di infangare il nome della sua famiglia venendo meno alle più antiche regole dei pistoleri di Gilead.
In fin dei conti, ci sono sorti peggiori della morte.





« Sirith Deva »

Energie « 80% (-10 & -10) »
Status Fisico « Illeso (Movimenti del braccio destro ostacolati - Potenza Media). »
Status Psicologico « Illeso. »
CS su Maestria « 02 »


.Armi ed Oggetti.

[Mohaine] - Nel fodero.
[Mejis] - Impugnata. [5/5 colpi] - Inutilizzabile (Danno Medio)
[Tulle] - Impugnata. [3/5 colpi]


.Abilità Passive.

Offspring of Gilead - Non sviene al di sotto del 10% delle energie
Tricky Gunslinger - E' sempre in grado di prendere la mira sul suo bersaglio fino a che riesce a vederlo anche parzialmente + Può sparare più colpi contemporaneamente verso qualsiasi direzione
Vortex - Liren può essere utilizzata in combattimento + Liren può usare le stesse tecniche di Sirith

Intreccio dei mondi - malus; inattivo al momento


.Abilità Attive Utilizzate.

- D u s t O f G i l e a d -
Come potrebbero i Deva inseguire il loro sogno se non avessero una prova tangibile che Gilead esiste e che la sua magia riecheggia ancora potente su Asgradel? La città esiste, nascosta agli occhi dei più, giace sopita nei loro cuori e nelle loro menti. E se invocata accorre a difendere i Deva più coraggiosi, come se i loro piedi posassero ancora sul suolo natio. Con un consumo Variabile, Sirith sarà in grado di evocare a propria difesa una barriera composta dall'elemento sul quale si trova in quel momento. La barriera avrà sempre origine dal suo corpo e il suo scopo sarà sempre quello di proteggere l'ultimo dei Deva, che non potrà estenderla per proteggere altre persone. Nel caso non ci fosse un terreno adatto da sfruttare - o semplicemente il richiamo di Gilead risuonasse più forte del solito - allora si manifesterà sotto le sembianze di un velo di sabbia, in ricordo del deserto che abbracciava Gilead.[ M e d i o ].



.Note e Riassunto.

Liren cerca di schivare le spine minimizzando il bersaglio e facendosi scudo con il braccio sinistro, che viene colpito e rimane inerte. La tecnica ha effetto su una delle due pistole di Sirith rendendola inutilizzabile e ostacolando i suoi movimenti. Ora è piuttosto infuriato e, dopo essersi difeso con un Medio della variabile dalla tua tecnica, evita il pugno grazie alla differenza di cs. Dal momento che siete praticamente corpo a corpo, contrattacca sferrandoti un calcio con l'intenzione di sbilanciarti, mentre contemporaneamente protende la pistola rimasta verso il tuo stomaco e spara due colpi a bruciapelo (attacchi fisici). Liren, che dopo i tuoi spostamenti è quindi alle tue spalle, usa Dardo Energetico direttamente verso la tua schiena.
A te! :v:


.Legenda.

• « Parlato Sirith »
• « Parlato Liren »
• « Parlato Àlfar »
• « Parlato Ùlfer »
• « Parlato Servo della Volontà »




« Liren Deva »


Status Fisico « Braccio sinistro interte (Medio). »
Status Psicologico « Illesa. »
CS « 00 »


.Armi ed Oggetti.

[Todash] - Nel fodero.


.Abilità Passive.

Vortex - Liren può essere utilizzata in combattimento + Liren può usare le stesse tecniche di Sirith

Intreccio dei mondi - malus; inattivo al momento

.Abilità Attive Utilizzate.

- M y s t i c S h o t -
Il padre di Sirith ha istruito il ragazzo con qualche rudimento di magia elementale. Niente di tremendamente potente, eppure le lezioni che gli sono state impartite da bambino l'hanno salvato in diverse occasioni. Qualora infatti venisse privato delle proprie pistole, Sirith non si ritroverà disarmato. L'uomo è in grado di creare un singolo dardo di energia dalle proprie mani e scagliarlo contro l'avversario, al quale causerà un danno Medio da impatto.[ M e d i o ].


 
Top
view post Posted on 24/6/2014, 17:20
Avatar

Studioso
····

Group:
Member
Posts:
1,082

Status:



Ad Extirpanda

“Nel nido della Notte”
Bestia ferita .




L
a pistola devastata precipitò al suolo.
Sabbia morbida avvolse le fiamme, soffocandole impietosa, mentre il pugno sferzava l’aria. C’era qualcosa negli occhi di Sirith, in quegli specchi vuoti. La sua voce era incrinata. Il respiro irregolare. Era follia? No, era più profondo il sentimento che scuoteva l’avversario del giovane sciamano. Era pericoloso. Ùlfer era un bersaglio lento, ancora grezzo nei movimenti – forte, certo, ma poco fluido.
Àlfar tirò le briglie del loro legame, le fiamme bianche si spensero rivelando la pelle scarlatta, le cui sfumature erano accese ancor più dal fuoco. I fiumi che scorrevano lungo la carne del Primordiale scintillarono di un verde acceso, radici su una terra di fuoco.
Una torsione rapida sul piede-perno e il calcio di Sirith gli sibilò accanto. La seconda pistola del viandante abbaiò due volte. Àlfar non ebbe il tempo di schivare i due colpi, ma con un movimento istintivo riuscì a frapporre il braccio sinistro a una delle due pallottole: quella affondò le zanne nella carne, nella manica della Tela e nelle scaglie scarlatte del Drago, fermandosi prima di poter causare gravi danni. La seconda trovò un’apertura e passò oltre la toga, masticando ferocemente il fianco destro dello sciamano – poco sopra il rene.

Il sangue venoso scese lento e scuro a macchiare abiti e pelle con il suo inconfondibile calore.
Maledetto! Maledetto! Non cantare vittoria con quello sguardo impazzito. Non sono ancora a terra. Io non cederò! – Il suo avversario sbraitava rivolto alla giovane, parole che sembravano uscire dalla gola di una belva ferita più che da un guerriero dalla mano vincente. – ”NON AVERE PIETÀ!” diceva. Troppo tardi, lo so già. L’attacco della ragazza era quasi scontato: un attacco alle spalle era quantomeno intuibile data la sua posizione, il braccio sinistro si alzò quasi per istinto, insieme a lui l’energia della terra zampillò come una fontana e si riverberò con pulsanti onde di luce fino alla punta delle dita della mano tesa.
Un impatto fragoroso accompagnò l’incontro con il dardo di energia che gli era stato scagliato contro. La pelle era coperta di cristalli e smeraldi, che risuonavano melodiosi e rilucevano mentre l’energia del colpo veniva distribuita in essi. Con un’ascesa di scintille danzanti e una cascata di frammenti pietrosi la difesa di Àlfar sortì il proprio effetto.

L’adrenalina scemò e al suo posto salì il dolore, le ferite bruciavano e pulsavano, il sangue scivolava denso…la coscienza di ciò gli giungeva offuscata, non era solo il dolore al fianco a farsi sentire, era una nausea più profonda: sentiva il proprio corpo distaccato, percepiva i propri gesti in ritardo. Certo l’azione avveniva senza problemi, ma il gesto in sé…era come immerso in una spessa gelatina. Alla nausea si sostituiva ritmicamente il vorticare delle cose. ”Questo luogo…cosa mi succede? Questo dolore…la ferita non è così grave, questo dolore è strano. Qualcuno sta giocando con la mia mente? O qualcosa?” Cercava di capire cosa succedesse, ma oltre a quello doveva considerare anche il proprio nemico: Sirith era più belva di quanto avesse sospettato. Una belva pronta a mostrare le proprie zanne e a chiuderle intorno alla sua gola.

”Tu…tu sei più bestia di me.” Mise in quella frase quanta più sicurezza poteva offrirgli la sua mente, offuscata da quelle sensazioni contrastanti e confuse. Per certo sapeva, ormai, che quel luogo aveva qualcosa a che fare con la sensazione di stordimento che provava. Il fuoco gli scoppiettava alle spalle, la sua mano si strinse attorno a Bèrral con vigore e con un gesto fluido fece guizzare l’arma sinuosa puntando al braccio e al busto della ragazza; ritrasse poi la mano, avvolse la frusta in una spirale portandola di fronte a se stesso: un esplosione di luce verde seguì il suo gesto, un fascio di pura energia zampillò contro Sirith puntando alla sua testa.

Il mondo girava, l’Ombra che li aveva accolti rideva sguaiatamente, il ruggito della neve si faceva sempre più forte. Àlfar si era gettato oltre la luce del focolare, approfittando della luce del colpo di Bèrral per coprire la propria evasione. Sperava di prenderli alle spalle. Sapeva che lo spirito lo avrebbe seguito. Sapeva che il Deva gli avrebbe dato la caccia.
Ora doveva calmarsi e riflettere. Nella tempesta poteva vedere, man mano che la luce alle sue spalle era più fioca, le sagome di altri duellanti. Erano tutti impegnati in dure lotte, ma erano visioni sporadiche – raramente permanevano più di pochi istanti.
Il respiro si faceva affannoso, ma il gelo della tormenta rallentava i rivoli di sangue. Una battaglia al buio.
La nausea lo colpì con un calcio allo stomaco: i resti della sua ultima cena si riversarono fumanti nella neve per venirne ricoperti in pochi istanti.
”Peccato…era così buono. Sono sempre i migliori che se ne vanno.” Si ripulì la bocca, sputò gli ultimi grumi acidi e volse la testa al campo – che ormai era poco più che un chiarore lontano diversi metri.

“Vediamo quanto bestia sei, Sirith.
Cinque Spine nella mano sinistra, Bèrral fremente nella destra. La testa alta e lo sguardo, viola ed intenso, dritto a fissare la luce.
Un brivido gli percorse la schiena…nel buio era comunque solo.



Scheda Tecnica

CS: Àlfar 1CS Destrezza / Ùlfer 1CS Forza
Status Fisico: 16-/16 (Danni moderati, al fianco destro e al braccio sinistro, da arma da fuoco.)
Status Mentale: 16-/16 (Nausea, confusione e stordimento)
Energie Residue: 70 - 10 - 5 = 55%

Equipaggiamento:

- Bèrral
- Spine di pesce (15/20)
- Sangue del Drago (Braccio sinistro)
- Armatura del Lupo (Completa)
- Tunica di Ragno (Braccio sinistro + Tronco + Gamba sinistra)

Passive:

- Razziale;
Presenza angelica ~ Allo stesso modo dei demoni, gli Avatar di stampo angelico non possono nascondere totalmente la loro presenza, pur mischiandosi con gli esseri umani e viaggiando tra loro e per le stesse vie. Le altre razze, infatti, percepiranno sempre qualcosa di sbagliato in loro, qualcosa di differente, ed è per questo che gli angeli incutono negli esseri innanzi a loro un innato timore reverenziale, purché questi non siano angeli stessi, e che siano di energie pari o inferiori all'agente.

- Bèrral;
Bèrral ha una trama di un verde acceso e luminescente che l'attraversa da un capo all'altro. In battaglia, da questo disegno complesso, sorgono piccole spine di pura linfa primordiale: rese solide dalla magia, si staccheranno all'urto con il corpo dell'avversario e rimarranno ferme sotto la pelle. Alcune di esse rilasceranno delle spore e faranno crescere muschio sulla parte colpita. Il danno causato da queste piccole manifestazioni magiche si aggiunge al danno fisico della frustata.

- Intreccio dei mondi; {Malus; attivo 65%}
65% energia: i personaggi cominceranno ad avvertire un live senso di malessere e stordimento.
40% energia: i personaggi cominceranno a notare in corrispondenza alla loro visione periferica strani movimenti e chiaroscuri mutevoli. Egualmente, lontana, avranno la sensazione di avvertire una musica soffusa e costante.
15% energia: sempre più intensamente, i personaggi cominceranno ad avvertire un senso di alienamento e distaccamento con la realtà, il medesimo che si potrebbe percepire all'interno di un sogno. Contemporaneamente, essi noteranno i propri arti cominciare a svanire lentamente quanto progressivamente, come nel dissolversi della loro stessa persona.


Azioni/Abilità Attive:

- Braccia di pietra:Il druido irrobustisce le proprie braccia, rendendole resistenti come la pietra più solida. Consumo: Medio
Àlfar richiama a se l'energia della terra, coprendo le proprie braccia di uno strato di cristalli duri e leggeri. Permane la natura fisica della tecnica, che può essere utilizzata come difesa contro attacchi di potenza Media o inferiore. Non richiede particolari tempi di concentrazione e può essere usata prevalentemente a scopo difensivo: in questo stato, infatti, le braccia possono essere utilizzate come scudi da opporre ad offensive di qualunque tipo. La potenza difensiva sarà comunque Media nel complesso, potendo annullare attacchi di potenza media o inferiore, oppure ridurre l'offensività di tecniche di potenza superiore.


- Bèrral (Attiva Talento Lv. I): Una bordata di energia non elementale di colore verde acceso viene generata tra le spine alla base della fune, per poi attraversare quest'ultima ed esplodere dalla punta con uno schiocco. - Consumo: Basso


- Attacco 1CS Destrezza: Frustata contro Liren.

Riassunto:

Vedendo che le fiamme non hanno sortito alcun effetto, Àlfar prende le redini del proprio corpo “tirandone le briglie" e scansandosi di lato, forte del proprio 1CS in Destrezza: evita di venire sbilanciato dal calcio e riesce a spostarsi appena in tempo per ridurre il danno subito dai due proiettili – il primo affonda nel fianco appena sopra il rene sinistro, il secondo invece si ferma nella carne del braccio sinistro dopo aver incontrato due strati di armatura.
Alza il braccio in un gesto automatico, lo strato di cristallo che ricopre le sue braccia risuona mentre la sua mano si stringe attorno alla luce scaturita da Liren in un piccolo globo di luce che si sgretola insieme alle pietre.
Il dolore sgorga copioso dalle ferite insieme al sangue, ha subito un brutto colpo. Eppure sente che il dolore non ha l’intensità che dovrebbe avere. Il suo corpo non ha la giusta immediatezza di risposta.
In fine, attacca Liren con un colpo di frusta e spara in faccia a Sirith una bordata di energia a potenza Bassa: approfitta del bagliore per correre nell'oscurità della bufera.

Note: ...non lo so. Spero sia decente. A te! ^^ Ah, ricorda che la frusta ha un danno aggiuntivo descritto nella passiva omonima ^^


Legenda Dialoghi:

- "Parlato Àlfar"
- "Parlato Ùlfer"
- Pensato Àlfar
- Pensato Ùlfer
- ”Parlato Sirith”
- ”Parlato Liren”
- "Servo della Volontà/PNG"


 
Top
view post Posted on 28/6/2014, 15:52

season of mists
·······

Group:
Member
Posts:
6,569

Status:


[...]

Una volta il pistolero ha sentito qualcuno definire le pistole delle armi impietose, degli strumenti di morte maledetti che non concedono una possibilità di reazione al malcapitato che deve fronteggiarle.
Non è mai riuscito a capirne il motivo.
Che cosa rappresenta meglio la pietà, se non un proiettile che mette fine ad ogni sofferenza in un istante?
Eppure, la compassione delle armi di un pistolero non è concessa a tutti.
Sa istintivamente che i colpi che ha sparato non sono sufficienti per abbattere lo sciamano.
Ma è colpa della sua mira? Dei riflessi ferini di Àlfar?
O forse è la volontà di Tulle?
E' una coincidenza, oppure la sofferenza è la giusta punizione per la distruzione di Mejis voluta dalla sua letale sorella?
Si chiede quanto dolore ancora dovrà scatenare la sinistra, per essere appagata.
Alcuni anni fa gli avevano raccontato di un uomo che era sopravvissuto a dodici proiettili, prima di spirare. Ha sempre pensato che l'assassino doveva essere un vero incapace, per dover sprecare così tanto colpi... ma forse la questione di fondo era un'altra.
Del resto, il dolore è la chiave di ogni punizione.
E' forse questa quella che chiamano giustizia?
Non è in grado di comprendere se questo sia un delirio dovuto alla collera o il suo sincero e razionale pensiero.
Sa solo che è sinceramente felice del fatto di non aver già abbattuto quel cane rognoso.
"Non così in fretta" - un bieco sorriso gli deforma il volto.

« Tu…tu sei più bestia di me. » - la voce di Àlfar suona come un ringhio alle sue orecchie, la minaccia di un essere selvaggio.

Riderebbe di lui, se ne avesse il tempo e la forza.
Sguaiatamente, di gusto, dileggiando le sue offese, forte della consapevolezza della propria reale umanità.
Il pistolero sa che ogni istinto può essere strappato via, soffocato di fronte alle esigenze. Tutti gli esseri viventi diventano bestie, prima o poi. Basta toccare le corde giuste.
Non è la prima volta che qualcuno lo chiama così, ma se deve comportarsi come una bestia per proteggere ciò che lo rende umano... allora sarà la peggiore fra le belve feroci.
Lo sguardo schizza improvviso verso Liren, senza che possa impedirlo.

Tuttavia lo sciamano non perde ulteriore tempo in chiacchiere.
La sua frusta è veloce e letale, un'arma inusuale per una persona fuori dal comune.
Ma il popolo del deserto non ha paura, la sabbia è un'oasi di pace al centro della tempesta che infuria.
Niente la attraversa, niente la scalfisce, il suo abbraccio è morbido ma impenetrabile, la sua carezza è vellutata sulla pelle di Liren e puro metallo sullo strumento di morte di Àlfar.
Distratto dai movimenti ipnotici della ragazza, dalla sua arte magica che richiama la sabbia di Gilead con una prontezza infinitamente maggiore rispetto a quella del pistolero, Sirith abbassa la guardia.
Con uno strattone l'uomo riesce a riavvolgere la propria arma e improvvisamente la punta verso il viso del pistolero.
Quest'ultimo riesce solo ad avere un istante in cui provare sincera sorpresa e per chiudere gli occhi, prima che un fascio di luce verde smeraldo lo investa in pieno volto.
Il verso di dolore è gutturale, la faccia gli brucia e per un momento pensa a come si deve essere sentita Liren quando...
Non perde tempo in futili ragionamenti, tuttavia.
Se deve essere una bestia allora seguirà le regole di quel mondo perverso.
E, lo sa persino lui, la belva ferita è la più pericolosa.
Riapre gli occhi giusto in tempo per vedere Àlfar allontanarsi, correre via verso l'oscurità come un coniglio spaventato.

« Se mi consideri una bestia, non dovresti scappare! A meno che tu non voglia che io sia il predatore e tu la mia preda... » - gli urla alle spalle, lo sguardo fisso sui suoi tatuaggi. Quell'uomo indubbiamente conosce la fonte del vero potere. Sentendo i propri pulsare sulla sua pelle, si rende conto che sarà semplicemente una questione su chi ne possiede una quantità maggiore.

Ogni passo verso l'oscurità gli costa uno sforzo maggiore.
Non ha bisogno di impartire ordini a Liren, la ragazza è molto più sveglia di lui, saprà certamente come rendersi utile.
Per adesso, è solo una battaglia contro sè stesso... e contro la sua preda.
Il vento gelido gli sferza il volto strinato e il cuore infuocato, raffreddandoli entrambi con il suo abbraccio avvolgente.
Ogni passo verso l'oscurità è un passo lontano dal calore del fuoco, dalla sicurezza della luce.
Ma i suoi occhi non si spostano dalla figura di Àlfar.
E' stato addestrato per non perdere mai il proprio bersaglio, è stato forgiato per essere il migliore fra i pistoleri di Gilead.
Ed è anche l'ultimo rimasto in vita, non può permettersi di fallire. Non prima di aver tramandato la propria eredità a qualcuno.
Il pensiero di un figlio lo sfiora, ma viene ricacciato brutalmente nelle profondità della mente, affogato dall'istinto di sopravvivenza nel mare dell'oblio.
Non è il momento di pensare a simili questioni. E' il momento di andare a caccia.
Un ghigno maligno gli affiora sul viso, ma viene rapidamente eroso dal vento e dalla stanchezza.
C'è qualcosa di strano in quel luogo, lontano dal focolare.
Si sente improvvisamente stanco, piagato da una forte emicrania che gli taglia la mente.
Ogni passo perso l'oscurità è un passo sul sentiero della pazzia.
La sua faccia è ora nuovamente un blocco di pietra non ancora lavorato dalla mano dello scultore, ma gli occhi sono vivi e si spalancano con forza quando la sagoma di Àlfar è ormai vicina, in attesa.
Circondati da fantasmi di luoghi che non esistono e che per il pistolero non sono altro che allucinazioni dovute a quella pesantezza innaturale che incomincia a sentire sul proprio corpo, i due si fronteggiano per un istante.
Sirith bacia la canna di Tulle, un'amante con la quale ha diviso sentimenti molto diversi da quelli che lo legano a Liren, poi spiana la pesante pistola con entrambe le mani.

Silenzio.

La ragazza ha un tuffo al cuore quando vede il volto scottato del pistolero.
"Così simile..." - la mano destra le corre alla trama di cicatrici che porta sul volto, ma non ha bisogno di sfiorarle.
Le conosce a memoria, un intreccio maledetto di sofferenza e vergogna, il suo marchio che porterà per l'eternità.
Guardando Sirith avanzare, non può fare a meno di pensare che quella ferita sia qualcosa di più che uno stupido scherzo del destino.
"Le vie del Vortice sono misteriose e imprevedibili, e il Legame si stringe quando meno te lo aspetti" - così una volta le ha detto.
Alle sue spalle Liren vede la sua figura farsi sempre più indistinta nel buio opprimente.
Eppure ha fiducia nel pistolero, Sirith sa quello che sta facendo.
Muove i primi, timidi passi dietro di lui, senza allontanarsi troppo dal focolare.
Ricorda ancora le ammonizioni ricevute.
Lo sguardo le cade tuttavia sull'ombra che prima si era lasciata andare a sproloqui.
E' in silenzio da molto tempo, inutile schizzo di oscurità in un mondo che brama la luce.
Ma niente è inutile, per una persona in possesso del talento di Liren.
Tutto e tutti possono essere uno strumento... basta sapere quali corde pizzicare.
Sulla pelle della donna compaiono tatuaggi uguali in tutto e per tutto a quelli di Sirith, una fitta trama di potere alla quale lei attinge.
Sente la sofferenza del pistolero, la sua fatica, e improvvisamente si accorge di starla provando anche lei.
Curioso, ma non inusuale.
Il Vortice ha i suoi prezzi.
Incurante delle conseguenze, estende la propria mente verso quella dell'ombra, tocca la fragile creatura e ne invade il senno.
E' come scivolare in una pozza di oscurità.
Gli occhi le si colorano di nero, non appena assume il controllo.
Liren sorride e l'ombra sorride.
Liren allarga le braccia e l'ombra allarga le braccia.
Liren ride istericamente e l'ombra ride istericamente.
Il potere inebria.


« Oh, piccolo Àlfar. Hai ragione, Sirith non è che una belva. E tu non sei altro che un insignificante insetto, l'ultima delle nullità in questa terra priva di senso. Non sei un uomo, non sei una bestia. Non sei nessuno. » - la voce dell'ombra tuona in quella piana desolata, carica di scherno, di potere e di vibrante magia. E Liren chiude la bocca alla propria marionetta.


Silenzio.

Il discorso suona vivido fino a loro e Sirith non ha dubbi fin dall'inizio dello sproloquio: il suo angelo custode veglia ancora su di lui.

« I Deva di Gilead domandano vendetta e io, Sirith figlio di Steven, sono lo strumento dei miei antenati. Àlfar, figlio di nessuno, accetti di piegarti alla nostra giustizia? » - la voce atona rompe nuovamente il frusciare monotono del vento.

Esplode due colpi, senza fretta e con solennità, le mani dello sciamano sono il suo bersaglio.
D'altronde, occhio per occhio, dente per dente.
Esse stringono disperate le armi rudimentali dell'uomo, quasi quest'ultimo pensasse davvero di avere una speranza contro Tulle e le capacità del pistolero.
Contro il Vortice, contro l'unione di Sirith e Liren.



« Sirith Deva »

Energie « 65% (-5 & -10) »
Status Fisico « Bruciature sul volto (Basso). »
Status Psicologico « Illeso - Subisce il malus. »
CS su Maestria « 02 »


.Armi ed Oggetti.

[Mohaine] - Nel fodero.
[Mejis] - Impugnata. [5/5 colpi] - Inutilizzabile (Danno Medio)
[Tulle] - Impugnata. [2/5 colpi]


.Abilità Passive.

Offspring of Gilead - Non sviene al di sotto del 10% delle energie
Tricky Gunslinger - E' sempre in grado di prendere la mira sul suo bersaglio fino a che riesce a vederlo anche parzialmente + Può sparare più colpi contemporaneamente verso qualsiasi direzione
Vortex - Liren può essere utilizzata in combattimento + Liren può usare le stesse tecniche di Sirith

Intreccio dei mondi - malus; ATTIVO al momento


.Abilità Attive Utilizzate.

- T r i c k y G u n s l i n g e r -
Inoltre, Sirith è in grado con un singolo proiettile ben piazzato di potenza Media di infliggere un danno Basso all'avversario e provocare anche in lui la perdita di 1CS a scelta di quest'ultimo a causa dell'azzoppamento subito e del dolore: un danno che permarrà fino al termine della giocata. [ M e d i o ].


.Note e Riassunto.

Liren para il colpo di frusta con un basso della variabile. Sirith subisce il danno basso senza troppi problemi. Riesce a mantenere un'idea sulla tua posizione mentre ti allontani, grazie anche alle passive del dominio e decide di seguirti allontanandosi dal focolare, lasciando Liren un attimo indietro.
Dopo essersi avvicinato, Sirith ti spara un colpo di pistola alla mano che impugna le spine (semplice attacco fisico) e uno alla mano che impugna la frusta (Attiva del secondo livello del Tiratore Scelto, un Medio che infligge un danno basso e ti cause la perdita di 1 CS per tutta la giocata.). Sirith e Liren cominciano a subire il primo livello del malus.
Decido inoltre di sfruttare in questo turno lo slot tecnica gratuito fornitomi con il Servo della Volontà, che quindi usa la pergamena Iniziale del Campione "Provocare".
(a livello narrativo è Liren che lo "obbliga" / "prende il controllo su di lui" grazie ai propri poteri magici)
A te! :v:


.Legenda.

• « Parlato Sirith »
• « Parlato Liren »
• « Parlato Àlfar »
• « Parlato Ùlfer »
• « Parlato Servo della Volontà »




« Liren Deva »


Status Fisico « Braccio sinistro interte (Medio). »
Status Psicologico « Illesa - Subisce il malus. »
CS « 00 »


.Armi ed Oggetti.

[Todash] - Nel fodero.


.Abilità Passive.

Vortex - Liren può essere utilizzata in combattimento + Liren può usare le stesse tecniche di Sirith

Intreccio dei mondi - malus; ATTIVO al momento


.Abilità Attive Utilizzate.

- D u s t O f G i l e a d -
Come potrebbero i Deva inseguire il loro sogno se non avessero una prova tangibile che Gilead esiste e che la sua magia riecheggia ancora potente su Asgradel? La città esiste, nascosta agli occhi dei più, giace sopita nei loro cuori e nelle loro menti. E se invocata accorre a difendere i Deva più coraggiosi, come se i loro piedi posassero ancora sul suolo natio. Con un consumo Variabile, Sirith sarà in grado di evocare a propria difesa una barriera composta dall'elemento sul quale si trova in quel momento. La barriera avrà sempre origine dal suo corpo e il suo scopo sarà sempre quello di proteggere l'ultimo dei Deva, che non potrà estenderla per proteggere altre persone. Nel caso non ci fosse un terreno adatto da sfruttare - o semplicemente il richiamo di Gilead risuonasse più forte del solito - allora si manifesterà sotto le sembianze di un velo di sabbia, in ricordo del deserto che abbracciava Gilead.[ B a s s o ].





« Servo della Volontà »


Status Fisico « Ombroso. »
Status Psicologico « Ombroso tendente al Molto Ombroso. »


.Abilità Attive Utilizzate.

- P r o v o c a r e -

Provocare: il campione provoca l'avversario per destabilizzare il suo equilibrio psicologico, divenendo il primo obiettivo della sua ira.

La tecnica ha natura psionica. Adoperata per fini strategici, il campione riesce ad imprimere nelle parole da lui pronunciate un’irritante carica emozionale, stuzzicando e infliggendo danni Bassi alla mente del bersaglio. Questa susciterà una profonda rabbia verso la sua figura, tanto dal divenire il primo bersaglio della sua furia, per di più impossibilitando l’elaborazione di strategie troppo complesse. Ogni altro pensiero, obiettivo o compito verrà obliato dall'influenza mentale, risultando di grande utilità per depistare l’attenzione di qualcuno o per attirarla su di sé con le relative conseguenze. Le risultanti della provocazione durano per due turni di gioco, e può essere espressa mediante un insulto, una frase sprezzante, un urlo, un grido di battaglia, dimostrandosi di grande versatilità e personalizzazione.
Consumo di energia: Medio


 
Top
view post Posted on 1/7/2014, 23:25
Avatar

Studioso
····

Group:
Member
Posts:
1,082

Status:



Ad Extirpanda

“Nel nido della Notte” -
Immerso nel buio.





S
civola nel buio più assoluto.
È il vento che lo schiaccia sul petto? O la neve gli strappa ogni emozione dal corpo?
Il gelo gli morde la pelle, questo è sicuro. Il cacciatore lo ha seguito, ad ogni passo la neve si solleva in piccoli sbuffi e un’aura di boria si agita attorno lui: anche nel buio i suoi occhi sono gelidi, ma non brillano più di alcuna luce. Uomo enigmatico il mio avversario. Borioso, folle, una bestia bizzarra…oh beh, non sarò certo io a scappare. Certo, lui sembra decisamente in una condizione fisica migliore, ma questo non vuol dire nulla. Àlfar era convinto che la nausea e la foschia che gli confondeva la mente dipendessero dal luogo in cui si trovava. Il terreno della loro battaglia era certamente buffo. Un sole così bizzarro, acceso su qualche ciocco di legno eterno seppure limitato in grado di placare una bufera, non era certo cosa di tutti i giorni. Gli sembrava dunque lecito che il malessere che provava fosse una trappola di quel luogo.
La neve era fredda sotto i suoi piedi.
Le ombre già si avvinghiavano ai suoi occhi, mentre una sagoma familiare gli riversava addosso parole confuse di insulti. Gli rimbombavano nella mente, l’odio sale nelle sue vene caldo come il sangue che gli scorreva dalle ferite. Per quanto banali quelle offese sembrassero, sentirsi dare della bestia per la seconda, terza o quarta volta, per poi essere definito una nullità, nell’insieme lo spinsero ad una risata così vigorosa da fargli male: era odio, era follia, era liberazione! Rideva.
Rideva nella bufera e il proprio riso lo accompagnava dentro un abisso nero, tra braccia di tenebra ed echi sinistri della propria voce.

Io...sono nulla...
Sì. Tu sei nulla. Una voce commentava confusa nelle ombre.
Ma questo luogo è la culla del nulla. Qui…qui tutto è nulla.
Cominci a capire il quadro? La voce sibilava con una nota di scherno.
Le ombre scorrevano come un fiume denso e nero nella mente confusa di Àlfar: si sentiva immerso in acque tumultuose, ma al contempo si sentiva robustamente immobile. Era in piedi o disteso?
Nella notte che lo lambiva cominciò a distinguere una figura distante, avvolta dalla stessa corrente. La voce era vicina a lui e continuava a mormorare note di una lenta canzone: una ninna nanna che il suo piccolo villaggio tramandava da tempi antichi. La pace più terrificante che mai avesse provato lo avvolgeva.
Questa canzone…quanti bei ricordi…
Esattamente. I nostri ricordi. Oh…guardali! Quello sei tu…oh, ci sono anche io! Non mi vedi? La voce era bassa e vibrante, a tratti poco più di un rantolo. Incalzava però con il proseguire del suo discorso Oh, non mi si vede. Eppure io c’ero. C’ero per te, come ero lì per lui e per lei. Li vedi? Man mano che le parole uscivano dal nulla, la voce accresceva in tono ed eccitazione, fino ad esplodere in una risata sguaiata.
Io. Sono. Noi!

Un flash. Nell’arco di un momento la neve era tornata a graffiare il volto dello sciamano, la voce di Sirith gli era giunta alle sue orecchie, come un’irritante stridio di metalli, con un carico fumante di parole:
”I Deva di Gilead domandano vendetta e io, Sirith figlio di Steven, sono lo strumento dei miei antenati. Àlfar, figlio di nessuno, accetti di piegarti alla nostra giustizia?”

Il primo colpo seguì immediato e calmo le parole pronunciate, il proiettile corse rapido alla mano sinistra dando allo sciamano dalla pelle scarlatta il tempo appena sufficiente a torcere il polso e trasformare un buco in un solco profondo: caddero a terra le spine tenute strette dalle dita e il dolore gli annebbiò la vista, trascinandolo nella tenebra una seconda volta.

Emerse inalando aria a bocca aperta – più volte trasse profondi respiri – si guardò intorno freneticamente, nel grigiore scuro di quel limbo: una luce illuminava l’ambiente di un grigio appena più leggero, ma poteva chiaramente vedere il nuovo solco sanguinare lento e gelido, coperto di nevischio rossiccio.
Non è la carne che soffre Sibilò la figura di ombra, fissandolo dritto nell’anima. Era vicina. Stava a poco più di un passo di distanza, con aria di scherno e sfida. No…è l’orgoglio? Cane, tu non hai più orgoglio di quanto ne abbia quella feccia. Ma non ne hai certo meno. Noi siamo orgogliosi. Cognomi e patronimici sono l’orgoglio di chi si riempie il petto di aria. Tu che cosa sei? Sei VUOTO!? Sei un bestia? Sei Àlfar? Àlfar…che cosa?
Il pugno dello sciamano si schiantò sordamente contro il nulla, l’acqua di tenebre cessò di muoversi per quella che parve un’eternità e agli occhi di Àlfar si manifestò lo specchio che rifletteva un lupo dalla pelliccia nera attorniato da serpi: alto su due zampe, gli occhi di un viola intenso e uno sguardo sicuro puntato dentro di lui.
Esatto. Il nostro tempo è finito. Solo questa volta, avrai il mio aiuto.
Con una risata simile ad un ululato, la figura tornò ad avere la sua forma generica: lo specchio si frantumò, le ombre vorticarono intorno ad Àlfar dapprima come il gorgo del Sorya – mentre la sagoma si adagiava sul corpo del giovane con il sibilare di una serpe – poi verso l’alto come un uragano di sabbia nerissima.
Scaglie flessibili e robuste si allargarono sul corpo di Àlfar e lo coprirono su tutto il braccio destro. Un proiettile insolitamente pesante rimbalzò contro quella cotta provvisoria e finì a fumare nella neve gelida.
Lo sciamano rideva.

Nell’aria si diffusero voci lontane, melodie di archi e ottoni, incalzanti ma lontane. La vista cominciava a riempirsi di striature nere, come se gli occhi del ragazzo fossero colmi di un sonno di pietra.
Ma lui rideva.
”Io sono il figlio di nessuno? Ah, figlio dei Deva, sei cresciuto dando valore ad un cognome che nulla vale per me. Giudichi me un figlio senza padre, solo perché non mi fregio di un appellativo stabilito a priori da terzi? Io sono Àlfar, Spirito del Lupo. Figlio di Kazaar “Forte ruggito” e Riv “Mano bianca”. Figlio della Selva. Scelto dall’Albero Sacro.” Le scaglie si ruppero e un fiume di ombre avvolse il corpo del giovane copiandone l’aspetto e formandosi tra i due contendenti. ”Ma per te io sarò nulla. Fino a quando la nostra disputa sarà conclusa: sii pronto ad essere TU il nulla!”
Senza una parola, la manifestazione della sagoma che li aveva introdotti si avventò contro Sirith, mirando alle armi che gli erano rimaste: avrebbe smantellato la pistola, colpendola appena sopra il grilletto per rompere il legno e smembrare la canna; a seguire avrebbe spezzato la lama che Sirith teneva ancora inguainata.

Nel mentre, Àlfar aveva innalzato una nube di neve per nascondersi e muoversi di scatto verso la ragazza ferma nelle retrovie: la ferita al fianco lo fece imprecare tra i denti mentre riempiva con pochi balzi la distanza e faceva saettare due volte la propria frusta, al tempo della musica che riempiva il suo corpo; il primo colpo era diretto nuovamente al lato del volto opposto alla cicatrice già esistente, mentre con il secondo i denti di Bèrral sibilarono verso il braccio sano – pronti a lasciare il loro morso. Il braccio destro scorreva fluido e senza incertezze, facendo compiere alla frusta archi morbidi, con rotazioni serrate e guizzi ridotti al minimo necessario, senza doversi arrestare nel suo passaggio accompagnato al vento. Terminò la propria rincorsa poco oltre la ragazza, voltandosi per averli entrambi nel proprio ridotto campo visivo e mettere lei tra sé e Sirith. Bile gli usci con un conato violento e il fianco gli dolse come se toccato da un ferro rovente.

Vincerò. Posso ancora vincere!



Scheda Tecnica

CS: Àlfar 1CS Destrezza / Ùlfer 1CS Forza

Status Fisico: 16/16
(Danni moderati, al fianco destro e al braccio sinistro, da arma da fuoco. Profonda lacerazione alla mano sinistra - inutilizzabile: presa assente) - Condizione fisica: discretamente buona

Status Mentale: 15/16 (Danno Basso: ira)
(Nausea, confusione e stordimento. Vista annebbiata e voci nella testa) - Condizione mentale: discreta

Energie Residue: 55 - 10 - 0 = 45%

Equipaggiamento:

- Bèrral
- Spine di pesce (10/20)
- Sangue del Drago (Braccio sinistro)
- Armatura del Lupo (Completa)
- Tunica di Ragno (Braccio sinistro + Tronco + Gamba sinistra)

Passive:

- Razziale;
Presenza angelica ~ Allo stesso modo dei demoni, gli Avatar di stampo angelico non possono nascondere totalmente la loro presenza, pur mischiandosi con gli esseri umani e viaggiando tra loro e per le stesse vie. Le altre razze, infatti, percepiranno sempre qualcosa di sbagliato in loro, qualcosa di differente, ed è per questo che gli angeli incutono negli esseri innanzi a loro un innato timore reverenziale, purché questi non siano angeli stessi, e che siano di energie pari o inferiori all'agente.

- Bèrral;
Bèrral ha una trama di un verde acceso e luminescente che l'attraversa da un capo all'altro. In battaglia, da questo disegno complesso, sorgono piccole spine di pura linfa primordiale: rese solide dalla magia, si staccheranno all'urto con il corpo dell'avversario e rimarranno ferme sotto la pelle. Alcune di esse rilasceranno delle spore e faranno crescere muschio sulla parte colpita. Il danno causato da queste piccole manifestazioni magiche si aggiunge al danno fisico della frustata.

- Intreccio dei mondi; {Malus; attivo 45%}
65% energia: i personaggi cominceranno ad avvertire un live senso di malessere e stordimento.
40% energia: i personaggi cominceranno a notare in corrispondenza alla loro visione periferica strani movimenti e chiaroscuri mutevoli. Egualmente, lontana, avranno la sensazione di avvertire una musica soffusa e costante.
15% energia: sempre più intensamente, i personaggi cominceranno ad avvertire un senso di alienamento e distaccamento con la realtà, il medesimo che si potrebbe percepire all'interno di un sogno. Contemporaneamente, essi noteranno i propri arti cominciare a svanire lentamente quanto progressivamente, come nel dissolversi della loro stessa persona.


Azioni/Abilità Attive:

- Forma selvatica:Lo sciamano entra in comunione con la natura, tramutando parzialmente il proprio corpo in modo da difendersi al meglio. Consumo:Medio (solo braccio destro)
Tramite una forte connessione con il mondo animale, Àlfar ha imparato ad emulare le caratteristiche di alcune creature: potrà sfruttare la propria magia per creare un esoscheletro di scaglie e squame, che lo difenderà da un quantitativo di danni pari a Medio anche a 360°. Gli sarà sufficiente richiamare nella propria mente l'immagine di un drago o rettili più comuni, per sviluppare questa corazza. Le escrescenze così generate verranno poi mutate come la pelle di una serpe. La natura di questa tecnica è magica e costituisce una difesa fisica.


- Servo della Volontà (Disfare - Iniziale Ladro):Il ladro intuisce il punto di rottura dell'equipaggiamento nemico, sferrando un abile attacco capace di spezzare due differenti armi o oggetti dell'avversario. - Consumo: Medio Bonus Ad Extirpanda
La tecnica è un danno all'equipaggiamento di natura fisica. Il personaggio si scaglia contro l'avversario un duplice attacco o uno singolo ben mirato, capace di colpire due pezzi di equipaggiamento appartenenti al bersaglio della tecnica cagionando un danno basso ciascuno. Si potrà personalizzare l'attacco, ad esempio conferendo all'arma un'aura/forma diversa durante l'attivazione o una particolare acrobazia che preceda l'attacco, purché tali modifiche non rendano l'attacco meno distinguibile a chi lo deve affrontare o ne modifichino lo scopo - ossia esclusivamente distruggere due elementi d'equipaggiamento del bersaglio designato, lasciando suddetto incolume. La tecnica può bypassare passive di indistruttibilità e a prescindere dall'attuazione andrà affrontata come una tecnica fisica di potenza media. È attuabile sia utilizzando una propria arma da mischia che a mani nude, ma non potranno essere utilizzate armi a distanza, da tiro o da lancio. A livello scenico può essere utilizzata per disfare e smontare qualsiasi oggetto, o per scassinare una serratura.


- 2 Attacchi consecutivi con 1CS Destrezza: Colpi di frusta al volto e al braccio di Liren.

Riassunto:

Un respiro profondo...via!

La stanchezza, la nausea e la confusione, il sangue che gocciola e la bufera gelida e violenta trascinano Àlfar verso uno stato di semi-incoscienza. Dopo qualche considerazione sul fatto che la nausea e la confusione che lo attanagliano sia dovute più al luogo che alle ferite e all'aggressione verbale del Servo (subita in pieno), lo sciamano precipita in quella bellissima pozza nera che è il proprio inconscio: qui riflette su sé e sulla situazione - aiutato da quel simpaticone di un Servo a modo suo - per realizzare la loro connessione. Rinviene perché possa sentire la baldanza piatta di Sirith nel proclamare che un cognome vale più di tutto e farsi bloccare la mano sinistra con un colpo di pistola. Si torna velocemente al limbo psicologico nella testa di Àlfar: qui il Servo lo sprona definitivamente, lo sfida a dimostrare il proprio valore - con tanto di "alter ego" nello specchio - e Boom! Àlfar ci arriva e si sveglia fuori (è passato qualche istante nella realtà) giusto in tempo per usare Forma selvatica - i serpenti sono visualizzati nel limbo, attorno all'alter ego e durante il "risveglio". Si difende dunque dalla Media di Sirith e parte al contrattacco: prima dicendo a Sirith quanto i cognomi non gli facciano né caldo né freddo, poi dando qualche "nozione" della propria provenienza (appellativi suo e dei genitori più il fatto di essere stato scelto dall'Albero Sacro) e lancia il Servo in una diversiva e subdola Disfare che ha per obbiettivi la pistola e l'arma bianca di Sirith, mentre lui si lancia contro Liren con due frustate in rapida sequenza. Si ferma poco oltre, spalle al campo, fronte a Liren che sta tra lui e Sirith. Vomita bile e soffre per la ferita al fianco.
Ma è convinto di farcela.

E...se c'è bisogno di chiarimenti chiedete :D per il resto spero piaccia: a me ha fatto un gran piacere scriverlo :D


Legenda Dialoghi:

- "Parlato Àlfar"
- "Parlato Ùlfer"
- Pensato Àlfar
- Pensato Ùlfer
- ”Parlato Sirith”
- ”Parlato Liren”
- "Servo della Volontà/PNG"
- Servo della Volontà durante il dialogo interiore di Àlfar


 
Top
view post Posted on 5/7/2014, 20:40

season of mists
·······

Group:
Member
Posts:
6,569

Status:


[...]

Lo vede diventare sempre più nitido, attraverso la foschia e il nevischio, lanciato in una folle corsa contro di lei.
Contemporaneamente l'ombra sfugge al suo controllo, dominata da un potere primordiale e barbarico.
"Oh..." - una sillaba di stupore si affaccia nella sua mente quando comprende che la situazione le sta scivolando via dalle grinfie.
Questo non era previsto! Il pistolero avrebbe dovuto avere facilmente la meglio sullo sciamano, la possibilità che quest'ultimo si ritorcesse contro di lei non era contemplata!

« Dannazione... SIRITH! » - è una punta di panico, quella che affiora nel suo richiamo?

La frusta di Àlfar saetta, rapida e mortale, e Liren fa del suo meglio per sottrarvisi.
Lo schioccare secco le sfiora il braccio facendole accapponare la pelle, ma il duro cuoio le scava solchi dolorosi e reali sul viso.
Indietreggiando maldestramente, sconvolta dalla sofferenza accecante, cade in ginocchio, stringendo convulsamente il terriccio umido.
Le gocce cremisi le colano lungo la guancia e macchiano la neve, sembrano quasi macabre lacrime che bagnano fiori vermigli.

-

Ruggisce di frustrazione, quando Àlfar gli ride in faccia e si allontana, scagliandosi contro Liren.
Sente una lama trafiggergli il cuore, quando il suo nome viene invocato in quel modo.
Vorrebbe seguirlo, ma l'ombra che prima aveva minacciato si fa avanti, mirando alle sue armi.
Quando la ragazza viene ferita e si accascia, vomita dalla bocca un urlo che anche la più terrificante delle bestie non sarebbe in grado di riprodurre.
La collera che gli monta dentro è incontenibile, lo permea e gli fa perdere ogni contatto con la realtà.
La sabbia della sua terra natia interviene nel momento del bisogno ancora una volta, gli arti viscidi della creatura impattano contro l'arido muro e lì si fermano, improvvisamente privi di ogni volontà.
Il pesante calcio di Tulle si abbatte più volte sul cranio della creatura, costringendola prima in ginocchio, poi ai piedi del pistolero.
Non c'è pietà, non c'è raziocinio nei suoi gesti, la furia è cieca e assetata di sangue.
Vorrebbe correre ora, ma scopre di non esserne in grado.
Sferzato dal vento gelido avanza lentamente, gli occhi allucinati, la voce rotta e sibilante.

« Come osi rifiutare lo scontro? Come osi distruggere Mejis e poi scappare come un codardo per avventarti su Liren? » - non sa stabilire il motivo reale della sua collera. Per il fatto di essere stato sminuito? Perchè Àlfar ha insultato il nome dei Deva o perchè ha deciso di non attaccarlo, disinteressandosi a lui? O forse per le condizioni di Liren? E' tutto così confuso. In lontananza alcune note sembrano essere portate dal vento... ma probabilmente è solo la sua immaginazione.

« Tu non sei un lupo, non discendi da nessuna selva. Sei solo un verme privo di spina dorsale! » - per un istante gli pare di vedere qualcosa muoversi ai margini del suo campo visivo. Che siano gli antenati? Lo stanno forse guardando, ora? -
« SIETE ORGOGLIOSI DI ME? » - urla alle raffiche di vento e alla neve, sinceramente confuso e spaesato, e per un secondo sembra davvero un folle.
Ma ha occhi solo per Àlfar.
Gli gira intorno, per cercare di distogliere il suo sguardo da Liren.
Non vuole che infierisca ancora su di lei.

« Taglierò la gola a questo "forte ruggito"! Colorerò di rosso questa "mano bianca"! MI HAI SENTITO ÀLFAR, FIGLIO DI NESSUNO?! » - strepita, privo di ogni controllo e umanità - « BRUCERO' LA TUA SELVA E MI SCALDERO' CON LA LEGNA DEL TUO ALBERO SACRO PER QUELLO CHE HAI FATTO! MI HAI CAPITO BENE? » - percepisce la mano destra andargli a fuoco e in un istante si convince che le ombre che percepisce intorno a sè sono davvero i suoi antenati.
Il tatuaggio dei suoi padri è sempre più nitido, le linee scavate sulla pelle sono ormai incandescenti.
E' chiara la loro volontà, la magia di Gilead si sta manifestando ancora una volta.
Deve solo lasciarla andare, togliere ogni freno inibitore.
Deve solo volerlo.
Guardando Àlfar dritto negli occhi, permette alla magia di fluire dal suo corpo ancora una volta.
Mentre le spirali si disegnano direttamente sotto i piedi dello sciamano, non può impedirsi di pensare nuovamente a Liren.
Al Vortice, ai loro Nomi, al Legame.
La mia vita per te.
Stringendo Tulle con entrambe le mani, lascia partire un colpo direttamente contro il cranio dello sciamano.
La sua mira è incredibilmente precisa, nonostante stia vibrando di emozioni represse.
L'incendio si scatena, selvaggio e incontrollato, nel suo cuore e sul campo di battaglia.

-

E' forse questo quello che chiamano amore?
E' devozione, rispetto, venerazione, istinto folle e cieco?
Oppure è semplice stupidità?
Liren sguaina il proprio jitte e, mentre il pistolero sferra il proprio attacco, si lancia disperatamente in avanti ignorando il dolore e l'umiliazione subiti, consumata da questo sentimento che non è in grado di descrivere.
Cos'è che la spinge ad impugnare la propria lama per trafiggere la schiena di Àlfar?
Specialmente quando Sirith ha appena fatto di tutto per convincerlo a vedersela solo contro di lui...
La verità è che Liren non ne ha idea.
E' il Legame? La forza del Vortice, forse?
Non è nemmeno più sicura di essere sana di mente.
Attorno a lei danzano figure nere e sfuggenti al tempo della melodia di Vesta, la testa le pulsa, il corpo le trema per il dolore.
Anche questo, che significato ha?
Si trova al centro di un sogno? E' forse la vendetta dell'ombra per averla soggiogata e manipolata?
Troppe domande e nessuna risposta.
Ma, vibrando il colpo e pensando alle parole del pistolero, si rende conto che qualche punto saldo nel suo mondo esiste ancora.
E se non è disposta a morire per dimostrarlo, allora la sua vita non ha il minimo senso.
La mia vita per te.



« Sirith Deva »

Energie « 35% (-10 & -20) »
Status Fisico « Bruciature sul volto (Basso). »
Status Psicologico « Illeso - Subisce il secondo livello del malus. »
CS su Maestria « 02 »


.Armi ed Oggetti.

[Mohaine] - Nel fodero.
[Mejis] - Impugnata. [5/5 colpi] - Inutilizzabile (Danno Medio)
[Tulle] - Impugnata. [1/5 colpi]


.Abilità Passive.

Offspring of Gilead - Non sviene al di sotto del 10% delle energie
Tricky Gunslinger - E' sempre in grado di prendere la mira sul suo bersaglio fino a che riesce a vederlo anche parzialmente + Può sparare più colpi contemporaneamente verso qualsiasi direzione
Vortex - Liren può essere utilizzata in combattimento + Liren può usare le stesse tecniche di Sirith

Intreccio dei mondi - malus; ATTIVO al momento


.Abilità Attive Utilizzate.

- D u s t O f G i l e a d -
Come potrebbero i Deva inseguire il loro sogno se non avessero una prova tangibile che Gilead esiste e che la sua magia riecheggia ancora potente su Asgradel? La città esiste, nascosta agli occhi dei più, giace sopita nei loro cuori e nelle loro menti. E se invocata accorre a difendere i Deva più coraggiosi, come se i loro piedi posassero ancora sul suolo natio. Con un consumo Variabile, Sirith sarà in grado di evocare a propria difesa una barriera composta dall'elemento sul quale si trova in quel momento. La barriera avrà sempre origine dal suo corpo e il suo scopo sarà sempre quello di proteggere l'ultimo dei Deva, che non potrà estenderla per proteggere altre persone. Nel caso non ci fosse un terreno adatto da sfruttare - o semplicemente il richiamo di Gilead risuonasse più forte del solito - allora si manifesterà sotto le sembianze di un velo di sabbia, in ricordo del deserto che abbracciava Gilead.[ M e d i o ].


- K a n j i • B l a z e -
Fuoco nell'animo, fiamme nel cuore. Sirith è in grado di riflettere la forma di quest'altro tatuaggio sul campo di battaglia e chiunque permanga nell'area interessata subirà danni da fuoco pari a Medio per ciascun turno. La tecnica ha natura magica, dura complessivamente due turni e svanisce al termine del secondo turno seguente dell'avversario. Qualunque materiale infiammabile presente nell'area di effetto subirà danno da fuoco come se esposto ad una fonte diretta di calore. Intrappolato nel trucco dei Deva, l'avversario non potrà semplicemente camminare al di fuori della sagoma per sottrarsi al danno e l'effetto agirà su tre dimensioni, interessando chiunque attraversi la sagoma, anche volando. [ A l t o ].


.Note e Riassunto.

Ehm... ops :v:
Mi sono accorto di aver fatto una lamerata assurda. Ho interpretato male il funzionamento del Servo della Volontà, pensando per qualche motivo che la pergamena usata da quest'ultimo non avesse nè consumi nè bisogno di uno slot tecnica, mentre è semplicemente priva di consumi e basta. Perciò nello scorso turno ho usato tre tecniche :v:
Lol, scusami Volk/Wolf :whaat:
Passando alle azioni del turno: Sirith para l'attacco del servo della volontà e lo colpisce, sbattendolo per terra (l'autoconclusione verso di lui è stata concordata con il mio avversario). Nel frattempo Liren cerca di sottrarsi alla frusta, subisce solo l'attacco al volto e si piega sulle ginocchia. A questo punto Sirith si avvicina e ti cammina intorno in modo da costringerti a dare le spalle a Liren, se vuoi fronteggiarlo faccia a faccia. Usa la pergamena "Trappola Incandescente" e ti spara un colpo di pistola in pieno volto, mentre Liren cerca di trafiggerti alle spalle.
A te! :v:


.Legenda.

• « Parlato Sirith »
• « Parlato Liren »
• « Parlato Àlfar »
• « Parlato Ùlfer »
• « Parlato Servo della Volontà »




« Liren Deva »


Status Fisico « Braccio sinistro interte (Medio) - Sfregio sul volto (Medio + Danno Extra della passiva). »
Status Psicologico « Illesa - Subisce il secondo livello del malus. »
CS « 00 »


.Armi ed Oggetti.

[Todash] - Impugnata.


.Abilità Passive.

Vortex - Liren può essere utilizzata in combattimento + Liren può usare le stesse tecniche di Sirith

Intreccio dei mondi - malus; ATTIVO al momento


.Abilità Attive Utilizzate.



 
Top
view post Posted on 9/7/2014, 18:05
Avatar

Studioso
····

Group:
Member
Posts:
1,082

Status:



Ad Extirpanda

“Nel nido della Notte” -
Ultimo barlume.




E
ra fatta.
Sirith era crollato.
Nella voce di quell’uomo, privato di ogni espressione umana, Àlfar riconobbe la violenza di una belva ferita ed infastidita. Una belva in cerca di vendetta, non più un uomo con ferma decisione. Le sue minacce suonavano vuote, disperate, piene di odio…minacciare Kazaar o Riv o, più in generale, la foresta era un gesto inutile.

La musica lontana si faceva più distinta e le ombre ai contorni della bufera andavano divenendo sempre più solide. La canna nera di metallo era puntata contro di lui, ai suoi piedi bruciavano forme particolari, linee rosse calde come braci. Le sentiva con la pelle nuda dei piedi, mentre la neve che copriva il suolo si era vaporizzata in una nube di bianco vapore. Nella nube sentì il calore del fuoco, le fiamme che lambivano la carne: chiuse gli occhi mentre il fuoco gli bruciava il volto, vide il calore attraverso le palpebre, nascose il volto tra le mani e trattenne il respiro fino a quando il gelo si sostituì nuovamente al calore e la neve fresca gli strappò il respiro. Annaspò più volte nell’aria, come appena uscito dall’acqua. La canna puntata su di lui riluceva nella neve e nell’oscurità.

Taceva il mondo intorno a loro.
Taceva lo sguardo di Sirith.
Esplose la risata di Àlfar. Una voce roca per le fiamme eruppe con violenza diretta verso l’uomo dagli abiti smessi, una risata mista di esaustione ed eccitamento, una risata folle, una risata decisa. Gli occhi di Àlfar si piantarono dritti in quelli del Deva: uno sguardo di sfida, da bestia a bestia.
L’odore di polvere da sparo riempì l’aria, ma la testa di Àlfar era già fuori dalla traiettoria iniziale: il colpo, che avrebbe potuto farsi strada nella testa dello sciamano fino a dipingere la neve di grigio, divorò la carne e incrinò l’osso dello zigomo, scavò la propria strada nella pelliccia di lupo e strappò via un pezzo di orecchio. Un grido di dolore si levò sopra il vento imperioso, una lucidità folle prese la mente di Àlfar come artigli acuminati dii un rapace a caccia. Una lama lucida gli scintillò di fronte, lì dove prima stava il suo petto.
Lasciò cadere Bèrral, portò le mani a bloccare le braccia della ragazza e approfittò dello slancio della stessa per superare il limite imposto dalle ferite e provare a lanciarla oltre la sagoma di linee infuocate ai piedi di Sirith: la pelle ustionata era molto poco elastica e il dolore sgorgò copioso da ogni piccolo strappo. ”Patetica ragazza. Non hai imparato a stare lontana dal fuoco?” Guardandola, sentiva le piaghe sul suo corpo andare ancora più a fuoco.
Non solo il suo nemico si era preoccupato di minacciare tutto ciò che rappresentava la sua infanzia, ma l’aveva fatto senza nemmeno rendersi conto di quanto potesse danneggiare la propria compagna. Il turbine di fuoco che lo aveva avvolto era stato pericolosamente vicino a sacrificare anche la ragazza. ”Sirith…” – la voce gli uscì roca ed esausta, il sangue gli impastava la lingua e il suo occhio destro non riusciva a stare aperto, una macchia sempre più sbiadita sostituiva via via il lato destro del suo campo visivo – ”…quanto sei diverso dai ciarlatani di strada? Quanto sei diverso da uno strozzino o da una bestia priva di senno? No, persino le bestie sanno combattere senza mettere a rischio ciò che proteggono. O forse lei…non vale niente?” – indicò la ragazza con la mano sana, mentre le poche energie che gli rimanevano si concentravano nel palmo in un bagliore nascosto. Affidandosi al proprio istinto poté sentire il braccio muoversi verso il nemico e lasciò che poche gocce della forza distruttiva della foresta si concentrassero sulla punta delle sue dita. Esplosero fiamme azzurre sul dorso della mano e nel palmo un globo verdognolo, la sua voce echeggiò con il rugginoso sapore del sangue. – ”TU SEI LA VERGOGNA DELLA TUA CASA. Bestia, privo di scrupoli e vuoto come le tue minacce. Non sai ancora se uscirai vivo da qui e già ti gonfi il petto di queste spacconate?”
Un lampo verde sibilò nella bufera e il piccolo seme si diresse contro la canna della pistola, avido di divorarne il metallo con le proprie dita rampicanti. Pochi istanti dopo, una vampata di fiamme azzurre come il ghiaccio si agglomerava nell’aria tempestosa, lambendo la neve con le sembianze di un gigante: la metà superiore del corpo di Àlfar era coperta del fuoco degli spiriti che ne amplificava la forma e i lineamenti. Le fiamme si compattarono rapidamente in un singolo pugno, legato allo sciamano da un filo sottile di scintille.
Il pugno del giovane colpì il suolo con violenza, sollevando la neve mentre il gigantesco globo di fuoco si abbatteva sulla testa del pistolero con inaudita violenza.
”Il tempo sta scadendo…per entrambi…quale bestia uscirà da qui?

Tra le ferite, le energie consumate e il caos di ombre che gli tormentavano corpo e mente, Àlfar si sentiva finalmente assente: trascinato nell’oblio da una forza soprannaturale, che tirava i fili del suo animo come riavvolgendo un gomitolo. Crollò a terra, il calore presente della trappola di Sirith gli sembrava meno vero e più flebile, mosse una mano davanti a sé e la sentiva…non sua. Si accorse che non era solo la mano, che tutto il suo corpo sembrava quello di un’altra persona; si sentiva la testa pesante.
Svaniva.
Svaniva il suo pensiero.
Svanivano i suoi sensi.
Svanivano i suoi nemici.
Svaniva il suo corpo.
Svaniva, stava diventando lo spettro di se stesso.

È stato quasi un piacere combatterti, Sirith. Magari il Fato ci riserverà di rifarlo in una diversa occasione.

Gli rivolse un ultimo sguardo deciso: un saluto, un complimento, forse un ringraziamento.



Scheda Tecnica

CS: Àlfar 1CS Destrezza / Ùlfer 1CS Forza

Status Fisico: 14/16 (Ustioni su tutto il corpo - totale danno Medio)
(Danni moderati, al fianco destro e al braccio sinistro, da arma da fuoco. Profonda lacerazione alla mano sinistra - inutilizzabile: presa assente. Danni gravi a occhio destro, zigomo destro e orecchio destro.) - Condizione fisica: complessivamente debole.

Status Mentale: 15/16 (Danno Basso: ira)
(Nausea, confusione e stordimento. Vista annebbiata e voci nella testa. Senso di distacco simile al sonno e sensazione di "svanire poco alla volta") - Condizione mentale: complessivamente debole.

Energie Residue: 45 - 20 - 10 = 15%

Equipaggiamento:

- Bèrral (Posata a terra)
- Spine di pesce (10/20)
- Sangue del Drago (Braccio sinistro)
- Armatura del Lupo (Completa)
- Tunica di Ragno (Braccio sinistro + Tronco + Gamba sinistra)

Passive:

- Razziale;
Presenza angelica ~ Allo stesso modo dei demoni, gli Avatar di stampo angelico non possono nascondere totalmente la loro presenza, pur mischiandosi con gli esseri umani e viaggiando tra loro e per le stesse vie. Le altre razze, infatti, percepiranno sempre qualcosa di sbagliato in loro, qualcosa di differente, ed è per questo che gli angeli incutono negli esseri innanzi a loro un innato timore reverenziale, purché questi non siano angeli stessi, e che siano di energie pari o inferiori all'agente.

- Bèrral;
Bèrral ha una trama di un verde acceso e luminescente che l'attraversa da un capo all'altro. In battaglia, da questo disegno complesso, sorgono piccole spine di pura linfa primordiale: rese solide dalla magia, si staccheranno all'urto con il corpo dell'avversario e rimarranno ferme sotto la pelle. Alcune di esse rilasceranno delle spore e faranno crescere muschio sulla parte colpita. Il danno causato da queste piccole manifestazioni magiche si aggiunge al danno fisico della frustata.

- Intreccio dei mondi; {Malus; attivo 15%}
65% energia: i personaggi cominceranno ad avvertire un live senso di malessere e stordimento.
40% energia: i personaggi cominceranno a notare in corrispondenza alla loro visione periferica strani movimenti e chiaroscuri mutevoli. Egualmente, lontana, avranno la sensazione di avvertire una musica soffusa e costante.
15% energia: sempre più intensamente, i personaggi cominceranno ad avvertire un senso di alienamento e distaccamento con la realtà, il medesimo che si potrebbe percepire all'interno di un sogno. Contemporaneamente, essi noteranno i propri arti cominciare a svanire lentamente quanto progressivamente, come nel dissolversi della loro stessa persona.


Azioni/Abilità Attive:

- Gesto tecnico: tentativo di scaraventare Liren oltre la trappola eseguito con 1CS.

- Seme: Lo sciamano spara un proiettile di energia verde verso l'avversario, capace di germogliare come un groviglio di rovi. Consumo: Alto
Un gesto rapido della mano, o anche solo di un dito, permette ad Àlfar di concentrare l'energia creatrice della natura in un singolo piccolo globo dallo spento colore verde. Tale sfera, rapida come un colpo di pistola, andrà ad urtare il corpo dell'avversario. Un braccio, una gamba, il petto...l'intera anatomia è a disposizione e il baccello germoglierà in un fiore scarlatto e numerosi viticci. Questi non infliggeranno danno diretto all'avversario, bensì ne andranno ad ostacolare i movimenti per tutto il turno di attivazione e causeranno un danno Medio all'equipaggiamento colpito. Di fatto, la parte di equipaggiamento colpita e danneggiata dai viticci sarà inutilizzabile fino a fine giocata o fino a quando il danno non sarà riparato. La natura di questa tecnica è magica.


- Spirito ululante: Un aura di fiamme azzurre avvolge Àlfar e agisce come potenziamento ed estensione delle sue armi e del suo corpo. - Consumo: Variabile Medio
Fiamme blu e azzurre, così calde da sembrare quasi gelide, ricoprono in una vampata il corpo del caster. Pagando un costo variabile egli è in grado di generare in questo modo una manifestazione magica: questa avrà la forma di uno spettro di fiamme azzurre che comparirà come estensione/espansione della forma fisica del caster e delle sue armi. La manifestazione magica eseguirà però un solo ordine e svanirà alla sua conclusione, indipendentemente dalla sua efficacia. La tecnica ha natura magica e nessuna affinità elementale (nemmeno un allineamento sacro/oscuro).


Riassunto:

Àlfar subisce in pieno il medio della tecnica e si difende dal colpo di pistola sacrificando un pezzo di faccia piuttosto che trovarsi un terzo occhio piuttosto sconveniente. Schiva con lo stesso movimento anche la pugnalata di Liren. Prova dunque a scaraventarla oltre alla sagoma e ai piedi di Sirith, più per levarsela di torno che per fare danni. Lancia un ultima arringa contro la "vergogna" e "la bestialità" del suo avversario per scaricargli addosso prima un Seme (diretto alla pistola rimasta) e un pugno di fiamme tramite Spirito ululante.
Poi inizia a fare effetto il Malus all'ultimo stadio e Àlfar si accascia a terra.

Eh, sì, non è molto ma eravamo alla fine e speravo di lasciare più tempo a savior...

Scusa, avevo sbagliato i conti l'ultima volta e i preparativi per l'arrivo del cane mi hanno scombinato i piani^^

A te...grazie della bella esperienza :D


Legenda Dialoghi:

- "Parlato Àlfar"
- "Parlato Ùlfer"
- Pensato Àlfar
- Pensato Ùlfer
- ”Parlato Sirith”
- ”Parlato Liren”



 
Top
view post Posted on 9/7/2014, 21:54

season of mists
·······

Group:
Member
Posts:
6,569

Status:


[...]


Le mani di Àlfar sul suo corpo sono forti e non ammettono repliche.
Vanificano il suo attacco e la spingono in avanti, facendole cadere la spada dalla presa già incerta.
Liren ruzzola senza alcuna grazia, i capelli argentei arruffati dal vento ondeggiano sulle cicatrici, vittime di un gioco di luce e ombra, una vergogna che ridendo si nasconde e si mostra.
Ma le mani che la afferrano sono diverse.
Mentre Àlfar insinua che la sua vita non abbia valore per Sirith, può sentire la presa contemporaneamente salda e premurosa del pistolero, la sua presenza che si manifesta in una qualche buffa maniera che appartiene solo gli uomini incapaci di esternare dolcezza.
Il volto le duole profondamente e si sente così stanca, eppure riesce ancora ad alzare lo sguardo un ultima volta, prima di accasciarsi.
Non ha bisogno di rivolgersi a Sirith, sa che non potrebbe dirgli niente che lui già non conosca.
Ma deve chiarire le idee a quello strano sciamano, per una stupida questione di principio.

« La mia vita? Sono io che decido di correre il rischio, Àlfar... figlio di Kazaar e Riv. Come se la sua magia... potesse ferirmi, poi. Non c'è un singolo individuo... non esiste la mia vita o la sua. Noi siamo... il Vortice. »

Noi siamo il Vortice.
Ed è vero, lo sente nel profondo del suo cuore.
Assordata dalla litania di Velta, accerchiata da ombre che non è in grado di riconoscere, sprofonda nell'incoscienza.
E' riuscita a non farsi dominare dal potere, ha combattuto bene e con coraggio... è fiera di sè, un'emozione che riconosce a stento.
"Noi siamo il Vortice, e io ho fatto la mia parte."
Buio.


-


La stende con quanta più cura possibile sul terreno freddo, cercando di non mostrare alcuna emozione.
Ma le sue azioni valgono più di mille parole.
Con decisione avanza, frapponendosi fra lei e Àlfar, gli occhi che brillano fieri.
Il Vortice è sceso in battaglia e ne è uscito più forte di prima, il loro Legame non può essere spezzato così facilmente.
Una nuova sensazione annega ogni collera, raffredda il suo animo e lo placa con una tranquillità inumana.
L'ira gli scivola addosso come le parole di Àlfar.
Il bagliore verde smeraldo lo coglie quasi di sorpresa e, stupidamente forse, il pistolero rinuncia alla propria difesa.
Vedere la canna di Mejis frantumarsi è come assistere all'omicidio di una figlia ma il volto del pistolero non si distorce in una maschera di furia.
Si congela, immobile nella tensione del momento, cristallizzato nello sforzo dell'autocontrollo, ma non esplode.
La mia vita per te.
Lui sarebbe la vergogna della sua casa? Pensa alle sue pistole distrutte e per un istante conviene con lo sciamano.
Le ombre ai margini del suo campo visivo sembrano quasi addensarsi, come se quelli che crede siano gli antenati manifestassero il proprio disprezzo per il loro ultimo discendente.
Ma quella sensazione, quel peso caldo e confortante nel suo cuore, riesce a trasmettergli sicurezza.
Il sacrificio delle compagne di una vita non vale forse la protezione di Liren?
Dovrebbe essere arrabbiato e svilito... oppure contento nel proprio martirio?
I Deva di Gilead sono uomini fieri... e ora non c'è forse orgoglio nel suo sguardo?
Ogni guerra ha i suoi caduti, che essi siano di metallo o di carne e sangue, ma le sue pistole possono essere riforgiate con la magia, nonostante separarsi da loro anche solo per poco sia comunque orribile.
Invece l'onore è come l'innocenza: una volta perso non lo si può più riguadagnare.
Non può esimersi dal proteggere Liren.
E' questa la prova che sostiene ora, immobile come una statua di fronte alle fiamme evocate dello sciamano.
Sarà pur sempre un Deva, anche se le sue pistole giacciono silenziose sul campo di battaglia?
La sua famiglia, gli antenati, Gilead stessa, si inchineranno tutti loro ancora una volta di fronte a Sirith, l'ultimo dei pistoleri della sua città, oppure gli volteranno le spalle?
L'attimo nel quale le fiamme avanzano e divorano l'aria è il più duro da sopportare, l'istante colmato dal peso dell'attesa è quello in cui la collera e la furia cieca minacciano di incrinare l'autocontrollo che è riuscito a imporsi grazie a Liren.
Ma la sabbia si solleva ancora una volta.
Gilead stessa benedice nuovamente il proprio figlio, i granelli non concedono scampo al fuoco arcano.
E Sirith, proteso in avanti a fare da scudo con il proprio corpo a Liren, ora sa che comunque vada a finire non ci sarà vergogna per lui.

Tuttavia si sente come affondare in un oceano scuro e sconosciuto.
Quella che ora riconosce essere la suadente melodia di Velta si fa sempre più intensa, spazzando via come una bufera ogni rabbia, ogni collera rimasta.
Anche quell'appagante sensazione di calore gli viene strappata via, eppure il pistolero non soffre, perchè non appena le emozioni svaniscono è come se non le avesse mai provate in vita sua.
Se fosse un marinaio potrebbe dire di sentirsi affogare, ma quel paragone gli è sconosciuto mentre fluttua improvvisamente in uno strano stato di incoscienza.
Anche se è consapevole della presenza di Liren alle sue spalle, riesce a vedere solo Àlfar davanti a sè.
Uno sciamano che lo ha sfidato, verso il quale in questo momento non prova nessun odio particolare, nessuna sensazione se non un'inspiegabile rivalità.
Immerso in questa bolla di irrealtà, lui è solo Sirith Deva, pistolero di Gilead, dimentico degli affronti subiti e della dimostrazione del proprio Legame con Liren.
E' solo un sè stesso ridotto quasi ad un insieme di istinti innati e reazioni abituali, di fronte a quello che gli appare un nemico.
Un avversario sfuocato, distante e che fatica a ricordare, ma pur sempre un nemico.
E' quasi uno spettatore, mentre alza il braccio sinistro che già ribolle di magia arcana.
Lo vede sparire e riapparire, intrappolato in un duplice piano dell'esistenza, e questa sorpresa quasi lo desta da quel torpore innaturale.
Ma l'istinto è troppo forte.
Privato delle proprie pistole per ragioni che sul momento gli sono sconosciute, allunga la mano sinistra verso Àlfar e ancora una volta compie un gesto che gli è più che familiare.
Senza vedere le proprie dita - nuovamente irreali e distanti - tira il grilletto di un'immaginaria pistola e lascia che il potere fluisca nuovamente dalla propria anima.





« Sirith Deva »

Energie « 15% (-10 & -10) »
Status Fisico « Bruciature sul volto (Basso) - Movimenti del braccio destro ostacolati (potenza media). »
Status Psicologico « Illeso - Subisce il terzo livello del malus. »
CS su Maestria « 02 »


.Armi ed Oggetti.

[Mohaine] - Nel fodero.
[Mejis] - Impugnata. [5/5 colpi] - Inutilizzabile (Danno Medio)
[Tulle] - Impugnata. [1/5 colpi] - Inutilizzabile (Danno Medio)


.Abilità Passive.

Offspring of Gilead - Non sviene al di sotto del 10% delle energie
Tricky Gunslinger - E' sempre in grado di prendere la mira sul suo bersaglio fino a che riesce a vederlo anche parzialmente + Può sparare più colpi contemporaneamente verso qualsiasi direzione
Vortex - Liren può essere utilizzata in combattimento + Liren può usare le stesse tecniche di Sirith

Intreccio dei mondi - malus; ATTIVO al momento


.Abilità Attive Utilizzate.

- D u s t O f G i l e a d -
Come potrebbero i Deva inseguire il loro sogno se non avessero una prova tangibile che Gilead esiste e che la sua magia riecheggia ancora potente su Asgradel? La città esiste, nascosta agli occhi dei più, giace sopita nei loro cuori e nelle loro menti. E se invocata accorre a difendere i Deva più coraggiosi, come se i loro piedi posassero ancora sul suolo natio. Con un consumo Variabile, Sirith sarà in grado di evocare a propria difesa una barriera composta dall'elemento sul quale si trova in quel momento. La barriera avrà sempre origine dal suo corpo e il suo scopo sarà sempre quello di proteggere l'ultimo dei Deva, che non potrà estenderla per proteggere altre persone. Nel caso non ci fosse un terreno adatto da sfruttare - o semplicemente il richiamo di Gilead risuonasse più forte del solito - allora si manifesterà sotto le sembianze di un velo di sabbia, in ricordo del deserto che abbracciava Gilead.[ M e d i o ].


- M y s t i c S h o t -
Il padre di Sirith ha istruito il ragazzo con qualche rudimento di magia elementale. Niente di tremendamente potente, eppure le lezioni che gli sono state impartite da bambino l'hanno salvato in diverse occasioni. Qualora infatti venisse privato delle proprie pistole, Sirith non si ritroverà disarmato. L'uomo è in grado di creare un singolo dardo di energia dalle proprie mani e scagliarlo contro l'avversario, al quale causerà un danno Medio da impatto.[ M e d i o ].


.Note e Riassunto.

Ce l'ho fatta! :v:
Dunque: Liren asseconda il movimento di Àlfar e viene spedita fra le braccia di Sirith, dove sviene, esausta. Il pistolero la appoggia sul terreno e fa un passo in avanti. Anche Mejis va in frantumi, ma Sirith si difende dal medio. Non ha molto senso un contrattacco, per ovvie questioni di post, ma uso Dardo Energetico, al quale si combinerebbe il secondo turno di Trappola Incandescente.
(la sensazione alla quale si riferisce Sirith è l'interpretazione del Malus dell'arena :sisi:)
Grazie per la giocata, è stata interessante!


.Legenda.

• « Parlato Sirith »
• « Parlato Liren »
• « Parlato Àlfar »
• « Parlato Ùlfer »
• « Parlato Servo della Volontà »




« Liren Deva »


Status Fisico « [SVENUTA - Braccio sinistro interte (Medio) - Sfregio sul volto (Medio + Danno Extra della passiva).] »
Status Psicologico « Illesa - Subisce il terzo livello del malus. »
CS « 00 »


.Armi ed Oggetti.

[Todash] - Caduta a terra.


.Abilità Passive.

Vortex - Liren può essere utilizzata in combattimento + Liren può usare le stesse tecniche di Sirith

Intreccio dei mondi - malus; ATTIVO al momento


.Abilità Attive Utilizzate.



 
Top
view post Posted on 18/7/2014, 00:11
Avatar

And...bla..Bla..BLA
·······

Group:
Administrator
Posts:
6,262

Status:


Àlfar vs Sirith Deva & Liren

» Àlfar

Scrittura. 6,25 /10

Una prova buona, che però mostra ancora delle piccole pecche che rendono "legnosi" i toui post. Alcune ripetizioni, arcanismi un po' forzati, altre frasi contorte. Ci sono state fasi nel combattimento che sono state genuinamente difficili da assimilare, e il fatto che nemmeno nello specchietto mi sia stato dato di comprendere esattamente cosa fosse accaduto in quelle righe è grave. La tua tecnica di scrittura si è man mano sciolta una volta che siete andati avanti in combattimento, ma la netta impressione è che non ci sia ancora la giusta cura del testo che separa una fascia gialla da una verde. Come consiglio, ulteriore a quanto affermato prima, ti suggerirei in futuro di non replicare mai interi post del personaggio, o di descrivere prima dell'altro personaggio ciò che lui farà. Motivo? È noioso. Non lo dico cinicamente, intendo seriamente che leggere due volte cosa accade è molto difficile che riesca a destare l'interesse di un lettore - a prescindere da quali sono i due punti di vista, spesso. Nel primo caso (tu ripeti ciò che sta scritto nel post dell'avversario, anche se dicendolo a parole tue) non ottieni nulla se non un allungamento di un testo che non ne ha bisogno, al massimo basta un rapido "briefing" di quanto fatto nel giro di una-due frasi per passare il prima possibile a quanto c'è di nuovo. Anche se il consiglio dato potrebbe non essere assoluto, considererei l'idea di non abbondare mai con queste cose per non rischiare per l'appunto la noia. Nel secondo caso (tu anticipi ciò che l'avversario scriverà), stai "togliendo" spunti che l'altro potrebbe sfruttare - perché di fatto lui starebbe "copiando ciò che tu hai scritto", ma non ha possibilità di fare altrimenti, non senza difficoltà. Un po' di organizzazione da parte di entrambi nella scena di presentazione avrebbe potuto giovare: uno descriveva metà della scena, e l'altro avrebbe descritto la metà restante menzionando solo di sfuggita ciò che è stato detto prima interpretandolo col proprio personaggio senza scriverci di nuovo un intero post. Dal punto di vista dell'interpretazione del personaggio, credo che tu debba ancora prendere la mano appieno con la coerenza durante le giocate. Un personaggio non può e non deve essere monocorde, infatti il tuo non lo è - ma le diverse facce che hai mostrato sono in una qualche maniera scollegate fra loro. Il primo è un Àlfar confuso e timoroso del buio, il secondo è quasi sanguinario, il terzo? Il terzo è addirittura grato di aver avuto Sirith come avversario. Sono volti riconciliabili, comprensibilmente, ma non per come hai descritto il tutto - quello che io scorgo è più un cambio repentino, non interamente giustificato e a tratti, forse, spiazzante. L'interesse che un lettore esterno può avere per un personaggio è grandemente dato dalla sua "verosomiglianza": il valore è dato da quanto fedelmente lo si riesce a rappresentare, talvolta anche esagerando ed estremizzando, ma mai al punto da renderlo incoerente - se non perché davvero folle. L'utilizzo ai fini di ruolo del Servo è stato interessante, anche se un po' ripetitivo (e surreale quando sotto l'effetto di Provocare) nel suo voler incoraggiare ogni volta un Àlfar che, a dirla tutta, era già un vulcano di istinto omicida sin dall'inizio.


Strategia. 5 /10

Sei partito in quarta cercando di disarmare E bloccare un personaggio il cui talento e il suo setup si basavano sul combattimento fisico, e devo dire che mi ero aspettato un combattimento intrigante. Eppure man mano che siete andati avanti, la mia impressione è che tu non avessi davvero idea di come poter davvero mettere in difficoltà il tuo avversario - colmando ogni slot tecnica vuoto con un attacco basso/medio. La prima attiva di Artigiano, l'utilizzo reiterato di Spirito Ululante (in particolare nell'ultimo turno - dove anche se l'avesse subito, cosa che ha fatto, non avrebbe avuto impacci seri), e i ben tre tentativi di disarmarlo...credo che ti saresti potuto giocare molto meglio questo duello, se solo avessi saputo sfruttare meglio le tecniche (proprio come hai fatto con gran parte delle azioni) e avessi messo vera pressione su Savior invece che solo lanciargli un attacco basso per abbagliarlo e fuggire via, o utilizzare un Critico (due Alti di Seme) solo per disarmarlo e sprecare pure il Servo a tal scopo. Disarmare dovrebbe essere l'inizio, mai il fine, e certamente non alla fine, dove in realtà avresti dovuto tentare di redimerti e pensare ad un modo per, se non ribaltare le sorti del combattimento, tentare di redimerti con un ultimo colpo di genio.


Sportività. -- 4,25/10

Seme è riportata erroneamente nello specchietto riassuntivo, e questa sospetto abbia creato confusione nel modo in cui Savior ha affrontato la tecnica - quindi non un genere di errore che posso far notare senza penalizzare. Ti consiglio di rileggerla nel topic delle pergamene dello Sciamano. Questo non è però che il principio del caos che vige nel tuo specchietto: i danni sono riportati in maniera contraddittoria (16/16, ma poi ha qualche ferita e forse pure grave, però condizioni "discrete"?) e non sempre chiara, anche se nel post ne fai cenno e ne risenti. Nel secondo post inverti nello specchietto le azioni eseguite nel post e il tempismo dei proiettili sparati da Sirith, e la cosa non avrebbe avuto particolare rilevanza se non fossero strane anche le circostanze in cui hai gestito quella situazione. Una CS in Destrezza è un po' poco per schivare come se niente fosse degli spari a bruciapelo (sembra quasi che non stai considerando le sue CS in Maestria nell'utilizzo delle armi), così come un guanto più armatura non ti renderà in grado di parare una freccia/proiettile - forse parzialmente, ma di certo non come hai scritto tu. Altri comportamenti scorretti che purtroppo hanno flagellato questo campo coinvolgono l'ignorare il fatto che non possiedi passive che ti permettano di percepire nemici alle tue spalle o attacchi, cosa che comunque non ti ha impedito dal gestire senza impacci di sorta attacchi da tutte le direzioni, e il non interpretare in maniera corretta (o del tutto) l'attacco Provocare scagliato dal Servo controllato da Savior. La tecnica dura due turni, ma tu l'hai fatta durare meno di un mezzo turno e semplicemente l'hai "estinta" con un mero pugno rivolto al PnG prima di tornare come se niente fosse all'attacco sull'avversario, e infine una forzatura nel terzo post quando parli di "sollevare una nube di neve e correre verso Liren" contemporaneamente al tuo scagliare un attacco. Buona idea strategicamente, ma date le varie circostanze (senza contare le ferite eccetera) non pensi sia stato un po' troppo da fare assieme?


Voto finale: 5 /10

Sirith Deva & Liren «


Scrittura. 7,25 /10

Come da aspettarsi da una fascia verde anziana, la tua tecnica di scrittura è già raffinata - anche se, almeno questa è stata la mia impressione, trattenuta ancora indietro dal tuo recente cambio di personaggio. Come il tuo avversario ci hai messo un paio di post a riscaldarti del tutto, questo è valso doppio fra l'altro per la stessa interpretazione: la prima impressione che ho avuto è che tu davvero non avessi idea di cosa dire nel tuo post, e ricadevi sempre nello stesso tema del "no, non ho paura, il nostro legame è unico" e così via. Sono felice che la tendenza sia cambiata, vuoi per l'inizio del combattimento vero e proprio e vuoi perché vi siete ispirati a vicenda con spunti di ogni sorta: mi è piaciuto il modo in cui hai dato peso sia a Sirith che a Liren in tutti i turni, dando a ciascuno un giusto pezzo di post, anche se mi è sembrato che Sirith sia un po' più anonimo, a tratti contraddittorio: è solo verso la fine che si comprende a cosa lui tenga di più fra "l'onore" e la ragazza, ma prima di allora la rabbia sembra essere l'unico filo conduttore del combattimento. Si potrebbe dire che dato il tipo di personaggio sarebbe stato difficile non farlo reagire in questa maniera alla perdita di Mejis. Forse ciò che più manca è un tocco "unico" nel modo in cui lo muovi, perché risulti più interessante come personaggio invece che reagire secondo pattern già visti altrove - qualcosa che lo renda più memorabile.


Strategia. 7 /10

A parte un vuoto descrittivo nel primo post inerente le tempistiche dell'attacco coordinato di Liren e Sirith, che l'avversario ha mancato di sfruttare come avrebbe fatto, non hai commesso errori specifici che mi sento di recriminare. Forse gettare Liren in quella che sta per diventare una Trappola Incendiaria, però , potrebbe non essere stata la cosa più intelligente da fare negli ultimi turni. Eppure, vuoi o meno anche per alcune delle scorrettezze avvenute nello scontro, mi sento di dire che hai giocato andando troppo sul "sicuro". Entrambi i personaggi subiscono una quantità quasi irrilevante di ferite al termine del duello, eppure il personaggio avversario crolla per mancanza di energie (e non sei stato nemmeno tu a forzarlo a spendere consumi proibitivi per difendersi), lasciandoti quasi una vittoria di default. Avevi le carte in tavola, ma -seppure in misura minore rispetto a Volk- non le hai sfruttate al massimo per mettere più in difficoltà l'avversario, invece focalizzandoti sul difenderti da attacchi minori. Il che non significa che non hai saputo sfruttare in maniera interessante il tuo "secondo personaggio", anzi, effettivamente l'hai utilizzato senza abusarne per tenere in scacco Àlfar. In circostanze diverse avrei semplicemente definito brillante il tuo utilizzo di Provocare, ma...ci vediamo nel paragrafo Sportività.


Sportività. 5,5 /10

Meno macchiata, ma nemmeno candida condotta purtroppo. Un errore che mi sento in dovere di far notare, lasciando da parte l'utilizzo di tre slot tecnica che non serve menzionare -sai che va penalizzato, in buona fede o meno che fosse-, ce n'è uno che mi preme particolarmente: "Ora è piuttosto infuriato e, dopo essersi difeso con un Medio della variabile dalla tua tecnica, evita il pugno grazie alla differenza di cs." La mia prima reazione è stata un "No" secco, perché mi sembra ridicolo liquidare un attacco fisico in questa maniera. Innanzitutto guardiamo che CS hai: sono date dal tuo talento, e consistono presumibilmente nell'avere una conoscenza e maneggiabilità buona di armi di ogni tipo. Che rilevanza avrebbe tutto ciò rispetto allo schivare un pugno rivolto alla tua persona mentre sei peraltro impacciato da viticci che ti rallentano (dettaglio reso
ambiguo dalla descrizione errata nello specchietto, forse)? Possedere CS ha rilevanza se le sai sfruttare a tuo vantaggio per quello che sono, non semplicemente per il loro numero - altrimenti non daremmo una definizione a ciascuna di esse. Un ultimo accenno riguarda Provocare, che oltre ad esser stato il terzo slot tecnica ha anche avuto un utilizzo che mi ha lasciato un po' nel dubbio. Sì, si tratta di un comune attacco psionico, ma diciamo che il suo secondo fine è far concentrare un personaggio su un altro per due turni e nullificare la sua concentrazione su altri obiettivi. Da un lato mi viene da pensare che sia un utilizzo brillante (cit.) di questa pergamena, ma dall'altro mi viene da chiedermi se non sia stato troppo pretendere che un avversario (sprovvisto di difese psioniche) smettesse di attaccare te per due turni per affrontare un personaggio che non sarebbe nemmeno mai morto (il Servo è presumibilmente immortale, lo avete utilizzato allegramente come punching ball nelle ultime battute).


Voto finale: 6,5 /10


Il vincitore del duello è savior.
Il vincitore ha diritto ad un post conclusivo di vittoria.


Correttore ~Coldest Heaven
 
Top
view post Posted on 19/7/2014, 01:04

season of mists
·······

Group:
Member
Posts:
6,569

Status:


[...]

Sarebbe semplice ucciderlo ora, mentre è a terra inerme.
La caligine che gli serrava la mente è sparita, i suoi pensieri fluttuano liberi e placidi.
E' strano come contemplare l'omicidio di un essere vivente gli risulti così facile.
Eppure la lotta che ha preceduto questo momento è stata solo una battuta di caccia ed è tempo che colui che è ancora in piedi conquisti la testa del caduto.
Raccoglie gli scheletri delle pistole, sicuro che Liren saprà rimediare in qualche modo, poi sguaina lo jitte e si avvicina.
Vorrebbe porre la parola fine con Tulle, la sinistra, ma non può per ovvi motivi.
Solo l'ultimo dei rimpianti che lo affliggono.
Guardando distrattamente i tatuaggi dell'uomo si chiede se sia meglio mozzargli il capo o affondargli la lama nel cuore.
Non è pratico con quel tipo di arnese.
Nota di sfuggita il sorriso stentato sul volto di Àlfar e, istintivamente, gli sferra un vigoroso pugno per cancellargli quell'espressione beffarda.
Sembrava quasi dirgli: "posso anche morire oggi, ma avrò comunque portato Mejis e Tulle nella tomba".
Le nocche sbiadiscono quando il pugno si serra intorno all'elsa di Mohaine.

« Avrei dovuto avvertirti... quando un uomo con la frusta incontra un uomo con la pistola, quello con la frusta è un uomo mor-... » - la mano che lo ferma è dolce.
Il tocco è gentile, poco più che una carezza.
Prova a forzare la morbida spinta che gli viene imposta e scopre di non avere problemi a vincerla.
Potrebbe portare a termine ciò che ha iniziato, se solo lo volesse.
Liren posa una seconda mano sul suo braccio, senza convinzione eccessiva.
Risparmialo.
Non glielo sta ordinando, glielo sta chiedendo.
Che sia per come Àlfar aveva evitato di colpirla, sul finire dello scontro?
Semplice pietà o gratitudine?
Sirith è troppo stanco per ragionarci su, ma sa cosa fare.

« Ricorda per merito di chi sei vivo oggi, Àlfar... figlio di nessuno!
Non dimenticarlo mai!
» - gli urla, mentre si allontanano.

L'ombra li aspetta per guidarli lontano, servo senza possibilità di ribellione.
La loro volontà è troppo forte: loro sono il Vortice.


-


« Perchè?! Ha cercato di ucciderti! Ha distrutto Mejis e Tulle! »
« Non le ho forse rimesse in sesto? Sirith... uccideresti forse tutti i leoni, solo perchè rispondono alla loro natura di predatori? »
« Quello non era una bestia, Liren. Quello era un uomo! »
« Chi sei tu, Sirith dei Deva, per definire un'identità che non sia la tua? »
« Liren... va bene. Non importa. Abbiamo altro a cui pensare. »
« Kermis? »
« Sì, Kermis. »


Semplice post autoconclusivo, dato che il PK è OFF. Sirith vorrebbe uccidere Àlfar, ma Liren lo ferma. Insieme se ne vanno, immergendosi nel buio e lasciandosi alle spalle lo scontro. Sono diretti alla ricerca di un loro amicone, che deve loro un desiderio :8D:
 
Top
12 replies since 7/6/2014, 16:45   456 views
  Share