Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Mickey vs Rogozin

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view post Posted on 7/6/2014, 16:48
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And...bla..Bla..BLA
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Il Sentierio Intrecciato (Erydlyss)

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Esiste un posto dove non è possibile perdersi, dove tutto sia già stato tracciato. C’è una singola unica via, un lungo percorso sterrato che percorre una valle dal terreno brullo e umido, circondata da enormi picchi pallidi. Soltanto qualche pianta cresce qua e là, piccoli arbusti isolati, più che altro, che non raggiungono mai altezze considerevoli. Eppure vivono, non sono inghiottiti né dagli agenti atmosferici né da animali selvatici o, tanto meno, dal deserto: come piccoli boccioli in una zona all'apparenza poco accogliente, resistono e cercano di sopravvivere.
La cosa più sorprendente del luogo è, tuttavia, la singola strada che lo ricopre: solo percorrendola si potrebbe capire che si tratta sempre del medesimo sentiero che si dipani attraverso tutto il terreno visibile come il filo di un gomitolo di lana sfuso, senza un apparente senso logico, quasi come una spirale priva di un fulcro, sebbene non si sovrapponga mai su se stessa. Attraversandola si potrebbe avere l’impressione di essersi persi, di non avere una via precisa da seguire per quanto è ricca e faticosa, dal significato confuso e inscrutabile, eppure il tracciato rimarrebbe sempre lì, come un labirinto imprevedibile in cui sia soltanto possibile andare avanti.
Certo, si potrebbe percorrere la radura senza toccare il sentiero, magari costeggiando le basi dei monti che la circondano. Si potrebbe almeno tentare, ma sarebbe impossibile non scegliere una direzione, che sia Nord, Sud, Est o Ovest o un'altra variante ancora, pur senza riconoscerla. Come si può stare fermi di fronte a tale guazzabuglio di sentieri intrecciati fino a formarne uno solo? Basta scegliere da dove partire oppure iniziare da dove già si è per poi camminare, cercando di evitare le buche e i sassi, di non inciampare nei ciottoli o nelle sorprese del terreno. Ma anche se si dovesse incappare in qualche caduta, si potrebbe sempre provare a rialzarsi e andare avanti.

Mickey Vs. Rogozin
Gialla Vs. Gialla
F Vs. E


Primo post: DanT&
Player Killing: Da definirsi nel primo post di presentazione.
Durata: Un solo post di presentazione e quattro post di combattimento. Il termine per postare è fissato il 10 Luglio.
Tempi di risposta: Quattro giorni dalla risposta dell'avversario. Per ulteriori informazioni consultare il regolamento del torneo.
Caratteristiche Tecniche: Per qualunque personaggio in quest'arena NON sarà possibile distinguere i punti cardinali e dunque orientarsi.
 
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DanT&
view post Posted on 10/6/2014, 11:35




Ad Extirpanda
Strada Maestra






Lo strisciante crollò con un ultimo, straziante, grido.
Nell'istante in cui il suo corpo cominciò a disciogliersi e svanire, a tornare a far parte di un ciclo troppo grande per la mente umana, molto più banalmente le ginocchia del Tuttofare toccarono terra.
La grande falce cadde nella fanghiglia e vi restò imbrigliata da un lercio abbraccio. Il Faccendiere non la degnò neppure di uno sguardo mentre, come estrefatto, si guardava con occhio vacuo la mano poggiata sul terreno. Era impossibile che quell'essere fosse andato all'altro mondo e lui, invece, si trovasse ancora vivo e vegeto, stanco e sconvolto sì -ma pur sempre vivo!-, a calcare il continente.
Portò spaventato, di scatto, il palmo al petto. Un cuore grosso come un pugno, dentro la cassa toracica, risuonava un ritmo incalzante, cavalcando all'impazzata le note di una strofa troppo alta e che per pochissimo non aveva rischiato di stonare.
Si lasciò andare all'indietro, rinfrancato. Voleva incontrare i fanti della Regino senza regno, voleva vedere più da vicino gli uomini e le donne che avevano combattuto al fianco di uno sconosciuto e per assurdo, proprio di lui, si erano fidati tanto da permettergli di dare la sua.
Con la coda dell'occhio vide il Giudice Errante allontanarsi e pensò fosse un peccato.
La testa diventava mano mano più pesante ed un cerchio lo confondeva. Forse era solo stanco ed aveva bisogno di riposarsi. Ma come poteva nel bel mezzo di una guerra?
Il busto si riversò anche all'indietro con un tonfo viscido. Aggiustatutto e Spaccaculi uno accanto all'altro a condividere lo stesso destino, speculari nella vita come se posizionati dagli intenti di un grande, invisibile artista.
Mickey sorrise al cielo. Aveva smesso di versare lacrime oscure sulla fine della battaglia e questo lo rendeva inspiegabimente felice. Sentiva di dover chiudere gli occhi e lasciarsi andare, ma non poteva non assaporarsi appieno quel momento, mancava qualcosa...
Si ritrovò in bocca una sigaretta che qualcuno forse gli aveva acceso.
Era il suo ultimo desiderio?
Mi volete raccontare che un Dio qualsiasi si è preso la briga di assecondare l'ultima volontà di uno straccione?
Aspirò una lunga boccata, godendosi ogni sensazione.
Non era droga, eppure si sentì sprofondare.
Chiuse l'occhio, forse per sempre, ma felice.


[...]



Un colpo di tosse lo squassò, seguito da uno spasmo delle gambe.
Un rivolo di bava gli colava dall'angolo della bocca che all'interno pareva impastata di calce viva: bruciava. Passò la lingua sul palato e sui denti, raccogliendo un quantitativo enorme di liquido amaro e senza neppure aprire la palpebra sputò via tutto il grumo alla sua destra.
Inspirò facendosi coraggio e si rizzò a sedere di scatto.
Dove cazzo sono?
Niente Velta, niente mostri, niente compagni, niente!
Posò lo sguardo su un particolare interessante: una sigaretta accesa a qualche centimetro dalla sua mano. Era consumata a metà e il fumo si levava verso l'alto in una linea verticale totalmente dritta, senza nessuna oscillazione, curiosa.
Mickey si guardò intorno senza capire dove si trovasse, ma non trovò nulla di più interessante di quella linea che lui, accanito fumatore, aveva sempre visto sinuosa e sfuggevole, che aveva visto adattarsi ad ogni superficie ed associava un po' a sé stesso. Quella linea così sottile, così rigida, così quieta, per qualche strano motivo, lo turbava.
Si accigliò raccogliendo la paglia e mettendosela in bocca e dopo una lunga boccata, ancora seduto, soffiò fuori una nebbiolina che si espanse in ogni direzione priva di ogni nebulosità, totalmente piatta ed uniforme.
Il suo cipiglio aumentò notevolmente e decise di lasciar perdere che tanto, stare ad incazzarsi per una cosa così gli prendeva tempo. Cosa che per assurdo, lui eterno fannullone, in quel momento non disponeva.
No, perché stava in mezzo ad una guerra. Anche se non c'era l'ombra di alcunché.
In piedi quel mondo nuovo faceva tutto un altro effetto. Raccolse la falce lì a pochi passi. Come diavolo aveva fatto a terminare così lontana da lui? Aveva dovuto girare il mondo per ritrovarla in qualche metro che aveva coperto in due o tre, lunghissime, falcate.
Ne strinse il manico guardandosi intorno.
Una valle.
Sospirò guardando i picchi pallidi che lo circondavano e provando un impeto di rabbia immotivata nei confronti dei piccoli arbusti che punteggiavano qua e là il paesaggio.
Gli sembrava di essere finito dentro qualcosa di immoto e senza tempo, un luogo che non aveva mai visto e che non aveva collocazione apparte per un'unica, sensata cosa.
Gli stivaletti scuri del Tuttofare poggiavano saldamente su un sentiero chiaro e acciottolato. Da qualche parte avrebbe pur condotto no?
Bastava intraprenderlo per arrivare, dove non lo sapeva ancora, ma tutte le strade portano da qualche parte e seppur lui non avesse idea di dove fosse e cosa ci facesse esattamente lì, in quel momento, capì che l'unica cosa sensata da fare era muoversi.
Del resto era da solo e lì a star fermo non ci avrebbe guadagnato nulla.
Mise un passo davanti all'altro.
La direzione? Indifferente.
La strada lo avrebbe condotto e, persino amica, gli avrebbe fatto compagnia.





q8qu



CITAZIONE

Narrato
Pensato
Parlato



• Energia: 100%
• Stato fisico: Illeso
• Stato psichico: Illeso

• Abilità Passive:
Sopravvivo alla faccia tua! [Razziale umana; Mickey non sviene al 10% di energie]
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui. [Talento Ammaliatore I; Malia psionica di Fiducia nei confronti di Mickey]
Il marchio del disertore. [Tatuaggio di maschera spezzata nell'incavo del gomito destro; qualsiasi appartenente al Clan Toryu diffiderà del portatore del marchio, sottovalutandolo e disprezzandolo innatamente, anche se non è a conoscenza del tatuaggio]


• Riassunto:
Nulla di ché, il post è strutturato molto semplicemente. Nella prima parte si trova la conclusione del duello col titano generato da Velta. Interpreto la collisione dei due mondi come una sorta di vuoto che il Tuttofare non percepisce esattamente. Non si rende conto di essere stato egli stesso a mettere la sigaretta in bocca ed alla fine crolla in una sorta di sonno che lo fa risvegliare nell'Erydlyss. Qui viene attratto dal fumo, sfasando leggermente, ma non si accorge di ciò che l'ambiente comporta. Alla fine si decide, affidandosi al sentiero per raggiungere una meta, confidando nella strada come amica e consigliera. Niente di più sbagliato, ma lui non lo sa. Enjoy e da qui in poi, buona fortuna e buon duello =)

PK: Off

Note: L'edit è dovuto all'inserimento del Pk, che avevo dimenticato. Chiedo venia.


Edited by DanT& - 10/6/2014, 14:15
 
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view post Posted on 12/6/2014, 13:55
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D e v o a n d a r e v i a

Le ultime parole che sentì. Dopo il suo attacco la Rosa avrebbe ancora dato battaglia…ma non fu dello stesso avviso il suo nemico che scomparve. Ultime parole che sentì e che vide cingerlo, allargarsi, inghiottirlo e farlo scomparire.

Pioveva ancora mentre lacrime nere solcavano il suo viso, mentre la nera terra era una fanghiglia di putridume e sentì freddo e umidità scivolargli tra le ossa mentre il suo corpo cadde. Sentì la presa mancare sulla sua spada, sentì lui scomparire.
Una sensazione già provata e che non voleva riprovare di nuovo. Scivolò su sentieri oscuri, in oscuri abissi solcati da lampi di luce.
Pioveva mentre l’esercito combatteva e la Nera Torre, raggelante nella sua potenza antica, sovrastava con la sua ombra ognuno di loro. Lancia magnifica che sfidava ogni cosa.

Pioveva mentre la Rosa perdeva i suoi petali mentre l’oscurità avvolse chiunque. Tutti.
E poi… la pioggia smise di cadere.



Doveva morire? Prima o poi sarebbe successo ma stavolta non vi era un mondo bianco, di luce argentata dove ogni cosa era possibile, ma vi fu un drappo nero. Un cielo che si stendeva in lungo e largo soffocando ogni cosa col suo abbraccio di velluto trapuntato di stelle luminose. I suoi occhi si accesero di mille punti luminosi mentre lo guardava: totale, infinito, rassicurante, melanconico. Si era tutto questo ma era anche pace e tranquillità che tanto a lungo aveva cercato e combattuto per esse. Ma quel bagliore, di mille luci pulsanti, cancellava ogni cupezza, rendendo quello spettacolo magnifico. Paradisiaco.
Non credeva che fosse così; che vi fosse tale cielo ad accoglierlo dopo la morte. Non era male in fondo. Certo prima o poi a tutti sarebbe toccato, anche se preferivo più poi che prima, ma quella vista era un buon risarcimento alla vita persa. No…non era davvero male e respirò profondamente accarezzato da una brezza leggera al sapore di viole e si sentì in pace.



Da quanto tempo stava camminando? Si dice che la strada è da sempre un amica, una compagna fedele che apre porti nuovi, che è una sorpresa continua.
Esistono cammini senza viaggiatori. Ma vi sono ancor più viaggiatori che non hanno i loro sentieri. Chissà perché si sentiva così…si sentiva spaesato, confuso, più volte si guardava intorno chiedendosi se era ancora vivo, se era un sogno, se lui era. Eppure non riusciva a rispondersi: la sua ombra era confusa, il sole una macchia gialla indistinta che sembrava provenire da tutti i luoghi e quella strada che era come un serpente che si snodava nell’infinito.
Camminare e basta e domandarsi sui perché mentre si sentiva fuori posto, come se la sua essenza avesse iniziato a dissolversi sempre di più.
Prima combatteva contro un Titano ed ora era lì in un luogo non specificato: come ci era arrivato? Camminava da quanto? Non aveva ferite sul corpo eppure ricordava – oppure era stato un sogno? – che aveva combattuto, che era stato ferita da un ombra malsana fuoriuscita da un grembo gravido di male e oscurità.
Sbuffò sonoramente mettendosi una mano sugli occhi a coprirseli dal sole: il nulla. Non era possibile eppure eccolo lì: un'unica macchia di vita in una tela dal colore monocromatico.

Continuo o mi fermo? Una domanda che ne nascondeva altre mille. Doveva fermarsi e lasciarsi andare o continuare a battersi nonostante tutto e tutti? Un leone sperduto…in un luogo sperduto dove sembrava che girasse in cerchio.
Si voltò indietro, anche se gli sembrò di vedere lo stesso paesaggio di prima, e non seppe dire quanta distanza avesse fatto. E poi lui stava davvero camminando o rimaneva sulla mano di Buddha? Per quanto camminasse, si sforzasse non aveva fatto che un brevissimo tragitto?

Ciascuno ha perso il proprio centro, ma se conosci te stesso, nessuno può scuotere
questa conoscenza!
Ma lui stava perdendo anche sé stesso ed era un qualcosa che lo stava spaventando come non mai. Di orrori ne aveva visti tanti, così come di battaglie ma questa sensazione non riusciva a togliersela di dosso: rimaneva lì, come un cancro freddo attaccato alla sua mente e al suo cuore e non era solo sperduto fisicamente ma anche mentalmente.
Prima combatteva ed ora? Ora cosa stava succedendo?
Si mise seduto, tanto era inutile andare avanti, e si fermò a guardare il sole. Ma dov’era? A sinistra o a destra? Strinse gli occhi come a ricordarne la posizione eppure non riusciva a identificarlo. Nord o sud? Ovest o est? Dov’erano?
Cosa collegava la battaglia contro la Torre e i suoi incubi a quel luogo?
Dov’era e perchè? Era tutto un sogno?

Dove era finita la realtà e iniziato l’incubo? Lui dov’era? Cos’era? Allora lui e quello che aveva fatto non erano reali ma fantasie?
Non ci voleva credere! Non voleva..
..ma aveva come la sensazione che fosse così. Nella sua testa continuava a partorire quell'atroce dubbio che come un tarlo faceva breccia nei suoi pensieri, tormentandolo di continuo. Urlò. Ma più per liberarsene, più per provare se fosse davvero lui e non solo un emanazione… un sogno. Il sogno di qualcun altro.

Un qualcun altro che si stava avvicinando: da lontano vide qualcosa, un ombra stagliarsi. Un movimento, una nota dissonante e si alzò inquieto. Era solo oppure era un sogno?
La mano corse sull’acciaio in ogni caso.







Rogozin
Energia: Gialla Pericolosità: E CS: +1 Maestria armi
Status fisico: Status Psichico: Consumi energetici in questo turno:
Riserva energetica residua: 100%

_ ___ _____ ___ _

Abilità Passive:
Presenza angelica:
Allo stesso modo dei demoni, gli Avatar di stampo angelico non possono nascondere totalmente la loro presenza, pur mischiandosi con gli esseri umani e viaggiando tra loro e per le stesse vie. Le altre razze, infatti, percepiranno sempre qualcosa di sbagliato in loro, qualcosa di differente, ed è per questo che gli angeli incutono negli esseri innanzi a loro un innato timore reverenziale, purché questi non siano angeli stessi, e che siano di energie pari o inferiori all'agente.
Non è importante l'allineamento dell'Avatar. Quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dal sopracitato fattore.. [Passiva Razziale].

Duellante: il possessore del dominio ha sviluppato una capacità innata di sfruttare ogni oggetto riesca ad impugnare come una letale arma. Non solo, quindi, l'arma cui è legato e con la quale ha vissuto gran parte della propria vita, o della propria esperienza. Qualunque mezzo, per strano, informe o artificioso che sia, potrà asservire allo scopo designato di ledere il proprio nemico, sempre che la logica e la razionalità lo consentano. Pertanto, potrà sfruttare bottiglie, funi, cinte, sedie, falli, semplici assi di legno o pezzi di metallo, come armi letali che, nelle proprie mani, taglieranno il nemico al pari di una lama affilata o di una poderosa ascia.[Passiva Dominio]

Velenrancore Non è una casta vera e propria, si potrebbe dire - ma è solo parte dell'abominio generato dalla trasformazione della foresta nel Gwàthlaiss a causa dell'essenza del Gorgo scioltasi nel suolo - andando ad intaccare il profondo rapporto fra le fate e la natura. L'indole generalmente pacifica delle fate divenne distorta per alcuni in una paranoia, in altri per un desiderio impulsivo di uccidere coloro che minacciavano la propria tribù. Qualcosa che superava ben più la voglia di difendere i propri compagni che guidava i Frémalis, come se il rancore del Gorgo fosse divenuto insito all'anima delle Fate. Un furore che si manifesta nel loro stesso sudore, si dice, rendendo le loro lame portatrici di morte e pestilenza. Loro sono il cancro per curare il cancro.
[Ogni attacco fisico portato con le proprie armi può avvelenare l'avversario. Il veleno è quantificato come danno Basso al corpo, che sarà progressivamente debilitato da nausea e febbri ad ogni colpo andato a segno.][Passiva]

[Armatura naturale] I tatuaggi che ha sul corpo non solo delle rappresentazioni mistiche, simboli e percorsi di un viaggio lungo e ancora non concluso, non rappresentano la strada percorsa e quella che ha deciso di intraprendere, non sono solo legami con le forze naturali e la sua parte più selvaggia - il suo animale totem - quella Pantera che sente ruggire dentro di sé in un anelito di libertà ma sono molto di più. Fatti da un antico maestro tatuatore i suoi Irezumi raffigurano pantere insieme a peonie e fiori di ciliegio. Ma si uniscono anche a simboli più esoterici e insieme più particolari che sono i simboli della sua anima più selvaggia.
Tutto questo si traduce come una vera e propria armatura: simboli di un potere più arcano e ancestrale che ancora oggi non sa bene quale sia. Ma è indubbio che lo proteggono come se avesse una vera e propria armatura e forse nascondono molto altro.

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Abilità Attivate:



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Riassunto e Note:
Post semplice: Rogozin viene catapultato in questo mondo dopo che aveva disarmato il titano di Velta.
La collisione tra i due mondi Rogozin la interpreta come un qualcosa di particolare a metà tra il sonno e la veglia che non riesce a capire, a spiegarsi ma neanche ci prova perché crede che sia morto.
Da qui si sveglia nell’arena e inizia a camminare a domandarsi, pieno di dubbi, che diamine sia successo. Ha quasi paura che la sua intera esistenza non sia mai avvenuta come se si trovasse in un sogno di qualcun’ altro.
Per cui si accascia in strada perché tanto andare avanti o indietro è inutile ed è lì che si accorge che cè qualcun altro che avanza.

Nulla da aggiungere se non un buon duello, divertiamoci e PK OFF XD

 
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DanT&
view post Posted on 15/6/2014, 15:48




Ad Extirpanda
Strada Maestra II






Chi lo sa davvero quanto dura davvero un viaggio. Forse l'inizio è il primo respiro e la fine non è che l'ultimo, si chiama vita ed è quello più importante. E' probabile che tutto inizi su un sentiero acciottolato ed è certo che ogni bivio che si para in fronte non sia altro che un'apertura nuova su miliardi di probabilità ancora intrecciate in un groviglio di fili rossi, tutti da dipanare in ogni singolo evento che ne apre ancora e ancora e ancora.
Ci sta pensando Mickey, il Tuttofare, mentre calca quella via di sassi bianchi e levigati che sembrano costituire il sentiero della vita. Sullo sfondo, nel cielo blu chiaro, vede riflessi immagini passate, momenti belli e momenti brutti con picchi di meravigliosi ed orribili, ovviamente. Ci si rispecchia rivivendo ogni istante come se fosse appena accaduto, riassaporando un sapore o cogliendo con le narici il profumo d'un eco lontano.
Non smette di mettere un piede davanti all'altro, di consumare le suole degli stivaletti scuri. Immerso com'è nel rivivere ogni istante passato non sente il peso della fatica né la voce della ragione che gli intima di fermarsi a pensare, di smetterla di continuare con quel viaggio sia fisico che mentale. I ciottoli bianchi si incrinano ogni volta che poggia il piede e producono una ritmica nenia che culla il cammino del biondo Faccendiere.
Galleggia, Mickey, nel limbo del viaggio in cui si trova tra ricordo e realtà, perdendosi con la mente e con lo sguardo fisso sull'orizzonte e che ogni tanto accarezza i picchi candidi delle montagne che circondano la valle.
Sorride e si intristisce.
Ripensa ad ogni errore.
Col senno di poi è tutto un errore, e scuote la testa.
Col senno di poi si rende conto di non aver fatto mai la cosa giusta. Anche se col senno di poi, a dirla tutta, siamo bravi tutti.

[...]



L'uomo che gli stava davanti doveva essere uno scherzo.
Sì, decisamente una burla del destino.
Il Tuttofare si fermò di fronte a lui, osservandolo da pochi passi.
Era stato solo, solo fino adesso nel lungo viaggio che nemmeno ricordava di aver cominciato. Per anni aveva percorso il sentiero bianco dove tempo e spazio venivano racchiusi, compressi ed infine annullati in una lunga linea retta e consequenziale, semplice ed infinita. Quando si era mosso, quando aveva deciso -lo aveva mai fatto?- di cominciare nessuno l'aveva avvertito che anche qui, dove tutto sembra così facile, si sarebbe trovato alla fine, di nuovo, di fronte ad un bivio.
La mano alla spada era un chiaro monito, ma non era quello ad innervosire l'Aggiustatutto. C'era qualcosa in lui...che non riusciva a spiegare, ecco. I lunghi capelli neri si adagiavano fluenti sulle spalle ed il viso bellissimo legato ad un'espressione di ieratica superiorità regalava l'idea di trovarsi di fronte a qualcuno o qualcosa di diverso, dissimile da chiunque altro mai incontrato.
Mickey arretrò di un passo, cauto, portando una mano alla grossa falce che pendeva sinistra dalla sua schiena, ma non disse niente.
Rimase semplicemente in silenzio accentuando vuoto e distanza tra i due uomini che popolavano il paesaggio uno in fronte all'altro immobiti e silenziosi come statue.

Chi può esprimere e misurare il concetto di tempo meglio del tempo stesso?
Mickey si voltò di scatto verso sinistra ed il collo scrocchiò pericolsamente, dimentico dopo tanta rigidezza di cosa sia il movimento.
Una vecchia ombra ammantata in un tessuto leggero e nebuloso che ricordava una clamide se ne stava lì seduto su un cubito miliare basso con su inciso il simbolo IV.
Nella mano destra un bastone della vecchiaia faceva sprofondare la punta tra i ciottoli con un movimento lento e costante, che si ripeteva riproducendo il lento, scandito, suono che emettevano i passi finora percorsi.
Chi sei, vecchio? Non sapeva perché, ma era sicuro che quello fosse un anziano.
La domanda era quasi titubante, ma non riuscì a trattenerla il Tuttofare, dimentico dell'altro uomo che gli aveva sbarrato la strada.
L'ombra sorrise accentuando le rughe attorno ad occhi che il Faccendiere immaginava solamente. Dal mento pendeva un groviglio di fumo fluente che arrivava a toccare fin quasi la pancia e che ricordava una lunga barba di fili d'argento.
Se la lasciò, soppesando la risposta.
A che pro saperlo? Chiese enigmatico con voce profonda.
Ché se non ti è chiaro ora, non te lo sarà mai. Lo rimbrottò greve.
Mickey non si arrabbiò come di consueto, ma non capiva il perché di ogni cosa ed aveva bisogno di risposte. Si mosse verso di lui, ma l'uomo alzò il bastone bloccando l'avanzata.
Stai andando nella direzione sbagliata, Tuttofare.
Il tono, profondo, era ironico.
Quella, è la direzione da prendere. Fece indicando l'uomo che gli sbarrava la strada.
Non posso. Protestò il Faccendiere indicando il sentiero divenuto improvvisamente più stretto su cui solo una fila avrebbe potuto avanzare.
Mi ostacola! Spostò il dito sul bellissimo sconosciuto.
Allora resterai qui...per sempre. Concluse sospirando e scuotendo la testa, deluso.
NO! Urlò a gran voce in tutta risposta.
Devo andare, non posso fermarmi. Accompagnò queste parole al sibilo della falce che, golosa, pregustava già l'aria appena tagliata e gli restituiva un tremito bramoso.
La frappose a mezz'aria, cercando gli occhi del suo avversario.
Mi dispiace... Era sincero.
Ma andrò avanti!
Senza preavviso calciò i ciottoli del sentiero all'indirizzo dell'uomo che aveva di fronte per provare a colpirlo o quantomeno distrarlo ed al contempo ne attaccò la mente con un'illusione che lo avrebbe convinto di essere aggredito da uno stormo di uccelletti tanto innocui quanto infidi.
Ma no, no, no, non si accontentò. Doveva incalzarlo, finirlo immediatamente, sfruttare la sorpresa del suo attacco e per questo no, non poteva fermarsi.
Si sentiva osservato dallo sguardo di un giudice severo anche se non ne capiva il motivo o la ragione e si sentì inconsciamente teso come una corda d'arpa sul punto di spezzarsi.
Il passo compiuto per lanciare i sassi un istante prima servì da perno e la torsione del busto diede lo slancio. La Spaccaculi fendette l'aria minacciosa con il primo attacco portato alle ginocchia ed il secondo, con qualche istante di ritardo dovuto alla torsione completa che lo fece somigliare per un momento ad una trottola umana, cercò il collo del proprio nemico ansioso di gustarne le carni e spiccarne la testa. Ne strinse il manico grezzo, prono a non fermarsi.
Se l'avesse lasciato fare sarebbe finito tutto in un attimo.
Un doloroso, fugace attimo.
Sarebbe stato quasi...caritatevole.




q8qu



CITAZIONE

Narrato
Pensato
Parlato

Parlato Vecchio

• Energia: [100 - 10 - 10] = 80% Rimanente
• Stato fisico: Illeso
• Stato psichico: Illeso - Affrettato
• Capacità Straordinarie: 1 [Intelligenza]
• Abilità Passive:
Sopravvivo alla faccia tua! [Razziale umana; Mickey non sviene al 10% di energie]
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui. [Talento Ammaliatore I; Malia psionica di Fiducia nei confronti di Mickey]
Il marchio del disertore. [Tatuaggio di maschera spezzata nell'incavo del gomito destro; qualsiasi appartenente al Clan Toryu diffiderà del portatore del marchio, sottovalutandolo e disprezzandolo innatamente, anche se non è a conoscenza del tatuaggio]

• Abilità Attive:

Passero non solitario
Il passero è l'uccello più comune in assoluto in tutti i continenti. Così come Mickey, persona che di speciale, alla fin fine, non ha poi più di tanto. Come il passero è in grado di volare come azione straordinaria, anche il Tuttofare tuttavia riesce a fare qualcosa di fuori dall'ordinario anche se poi, una volta conclusa, torna ad essere quello che tutti una volta incontrato dimenticano. Sarà una strana sensazione di affinità, non sa bene il perchè ha scelto quel volatile, ma è per questo che quando il Faccendiere mira a lasciare il segno con la sola forza di volontà, è in grado di generare una forte illusione in grado di far confondere il senso dell'equilibrio.
In termini di gioco il caster emana un'onda mentale che farà credere alla vittima di essere aggredita da un fitto stormo di passeri solitari causando un danno Medio alla psiche. Il battito delle ali che sfiorano il bersaglio a velocità elevate lasciano, una volta terminata l'illusione, una malia da perdita dell'equilibrio. [Pergamena Mentalista Stormo Illusione]

BLEAK-BLINKING-BLADE | Tecnica media. Consumo medio. Natura fisica.
Esistono voci e dicerie secondo le quali la falce del Sorrisone fu trafugata dalla sua tomba, e da allora sia passata di mano in mano, sequestrata da mercanti e poi ancora una volta derubata e messa all'asta illecitamente, o presa con la forza da uomini desiderosi del potere in essa intrinseco. Ma da ormai tempo immemore si è persa traccia della stessa, come è peraltro comprensibile: diversi secoli sono passati, e il fatto stesso che sia ancora integra e funzionante nelle mani di qualcuno sarebbe un miracolo - persino un individuo qualunque potrebbe averci messo le mani, probabilmente senza nemmeno avere idea della storia che v'è dietro e chiamandola in modo diverso. Ben poche armi vantavano, tra l'altro, una lama tanto affilata quanto quella della fu-Vermiglia: il suo taglio era capace di ferire profondamente e recidere nervi e tendini in un singolo colpo, pur mantenendo una maneggiabilità stupenda che permetteva di sferrare assalti ripetuti. Il possessore ad un certo punto della giocata può spendere un consumo Medio e sacrificare uno slot tecnica, e da quel momento in poi potrà sferrare (anche in un qualsiasi turno successivo) un attacco turbinante e rabbioso in cui ruoterà assieme alla falce, tagliando tutto ciò che si trova sulla propria traiettoria in un singolo colpo deciso o una grandinata. L'attacco nella sua interezza va difeso sempre come una tecnica di potenza Bassa. Ma qualora l'attacco, più brutale che preciso, andasse a segno, il bersaglio subirebbe un danno Medio al corpo per i tagli e la perdita di 2 delle CS a propria disposizione, dovute alla menomazione dei colpi spietati. Solo la preparazione della tecnica, non il suo utilizzo effettivo, consumano uno slot tecnica. Finché il possessore tiene pronta la tecnica senza utilizzarla, non potrà utilizzare le altre sue tecniche, dovendo sempre reggere l'arma. Come spiegato, però, questa potenza irruente ha lo svantaggio di essere poco precisa: e basterebbe una tecnica bassa a schermare interamente dai danni al corpo e a quelli delle CS.

• Riassunto:
Allora eccoci qua al primo vero e proprio post di combattimento.
Mickey attacca per prima cosa calcia il terreno per provocare una distrazione lanciando i ciottoli del sentiero e contemporaneamente si fionda sulla tua mente con la tecnica Passero non solitario di potenza Media. Subito dopo, sfrutta il mezzo passo fatto per lanciarsi una spettacolare quanto mortale trottola che porta due attacchi fisici (uno altezza ginocchia, uno collo) alla potenza di 1 CS. Infine, brucia la sua seconda slot preparando una tecnica della falce, sempre a consumo Medio, tra le tecniche attive riportata e che avrà effetto nel turno successivo. Spero sia tutto chiaro.
• Note:
Per quanto riguarda l'interpretazione del Servo della Volontà, spendo qui qualche parola. Il malus dell'arena viene da me interpretato come impossibilità di percorrere una qualsivoglia direzione e quindi di andare avanti. Cosa che, di conseguenza, rende al Tuttofare difficile muovere avanti persino in concezione temporale. Il Servo che compare è dunque la volontà stessa del Faccendiere di cambiare questa condizione con la propria consapevolezza di essere bloccato e voglia di non rimanerlo. Si presenta, quindi, come l'ombra che Mickey associa a quella di un vecchio uomo rappresentazione del tempo, vestito di clamide e saggio seduto su una pietra miliare con inciso il numero romano IV (il numero di turni di combattimento alla conclusione) che ovviamente Mickey non riconosce. Tramite le sue parole il Faccendiere capisce, dunque, che è il momento di combattere per sopravvivere.

Note: Edit in cui ho cambiato leggermente la descrizione del SdV. Avevo travisato il tipo di aspetto che potesse avere e mi sono attenuto maggiormente alla descrizione fornita dal regolamento. Era stato reso come un uomo vero e proprio con tanto di volto. Lo segnalo, dunque, e mi scuso in anticipo con il mio avversario ed il giudice.


Edited by DanT& - 15/6/2014, 19:01
 
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view post Posted on 19/6/2014, 15:12
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Nel nulla quella figura. Nel nulla un tremore di qualcosa che assomigliava ad un sussurro di vita eppure non riusciva a spiegarsi perché, stranamente, non si sentisse a disagio. Anzi…era sereno e tranquillo e quella figura…quella figura lo faceva sentire attratto; fiducioso. Una sensazione particolare in un contesto del genere ma questo era; forse su quella strada si trovava qualcosa che lo avrebbe riportato indietro oppure mostrato una nuova strada.
Il fatto che non sapesse dove andare, come una zattera lasciata solo di fronte alle correnti, trascinata lontano era un modo per ritrovare quello che aveva perso. Perdersi per ritrovarsi?
Perdersi per arrivare fino a lui? Lui era la fine del viaggio e l’inizio di uno nuovo? Era così… doveva essere così per cos’altro allora quell’uomo era giunto fino a lui?
Si alzò titubante, vi era qualcosa, il suo istinto che gridava ma lo mise a tacere: pericoli non potevano esserci da quell’uomo sebbene fosse così diverso, così silenzioso che accentuò la distanza tra di loro. Una distanza che non era fisica ma mentale, spirituale; il silenzio era un muro che non si faceva sfondare, acuiva i dubbi e tutto sembrò contrarsi inghiottendo i due e i dubbi.


Dubbi…per quante tempo nella vita ebbe dubbi? Gli aveva da quando era nato o, per meglio dire, gli aveva da quando seppe che era stato trovato in un campo di Demon Rose. I suoi dubbi nascevano con lui ma aveva faticato molto per non averne o almeno per cercare di tenere una rotta in quel mare tempestoso che era la vita.
Non si poteva scegliere il porto da cui partire, come non si potevano definire le rotte e i venti che si sarebbero incontrati, ma almeno si poteva tentare di giungere in una destinazione precisa. Lui per molto tempo era rimasto solo…solo con un sé stesso che odiava, con una vita che non voleva e con tanti, troppi, dubbi.
Gli stessi che lo portarono alla rovina durante la prima volta che sentì il richiamo di Velta.

L’anima Vola..
..le basta solo un po’ d’aria nuova.


La sua iniziò a volare da quel giorno. Ali di libertà, di rivoluzione, di non sentirsi più prigioniero di schemi, di contraddizioni, di una realtà che non era la sua ma di andare oltre tutto questo. Oltre le verità degli occhi. Oltre i dubbi…
Il silenzio venne rotto da parole particolari: farneticanti all’indirizzo del vento e del nulla eppure sembravano così reali per lui.

Cosa cerchi uomo? Cosa vai farneticando? Occhi dentro gli occhi dell’altro, per capire e comprendere parole che non avevano senso. Ma un senso lo avevano visto quello che stava succedendo.
Strizzò gli occhi in un attimo di concentrazione totale: la ragione diceva altro, l’istinto di non fidarsi. Un istinto affinato sui campi di battaglia, guardando la realtà per quella che era e non per quella che sembrava.
Le parole avevano un significato e non potevano essere prese sotto gamba.
Ma sarebbero diventate parole di ferro, seguite dall’azione e dal sangue, pregustando il rosso sangue e la falce divenne ubriaca di pazzia così come quello strano individuo.
Fiducia? Poteva inspirare fiducia la pazzia?
Ciottoli nell’aria, polvere negli occhi. Bruciore e un “Pezzo di merda” detto a denti stretti.
Gli occhi erano rossi e bruciavano e gli sembrò di vedere decine di volatili scendere in picchiata, stargli addosso, intorno a lui e si ritrovò a combatterli. Ma non erano loro il suo avversario era un altro; bramoso e voglioso e l’aria fendette la falce. Ma non era bramosa di tagliare l’aria no…era bramosa del suo sangue e colpì le ginocchia.
Se ne avvide solo all’ultimo e tentò di intercettarla. L’acciaio danzò nell’aria, cozzando con l’altro.
Tentativo blando perché morse ugualmente le sue carni e il dolore fu di nuovo suo compagno. Sangue gocciolò sugli abiti impregnandoli, gocciolando per terra ritmicamente.
Arretrò di un passo mentre i suoi occhi, confusi e brucianti, tentavano di capire dove fosse, da dove arrivasse il nuovo attacco. La vide di nuovo all’ultimo: ancora acciaio contro acciaio e stavolta vibrò la spada come lamento d’agonia di un animale.
Lo stesso che fuoriuscì dalle labbra della Rosa che si tastò il punto colpito: la sua mano era fradicia.

Fiducia? Come poteva aver anche solo pensato per un attimo che quell'uomo potesse essere lì per lui, per salvarlo. Idiota! Era stato un idiota e strinse ancora di più le sue armi e le sue ali si aprirono e si mostrarono ancora una volta, angeliche ma anche demoniache.

Se lo avresti chiesto con gentilezza ti avrei anche fatto passare. Ma visto che sei un maleducato ti meriti una lezione di buone maniere


La dualità di Rogozin era nel suo aspetto, nella sua anima, nel suo sangue. Anche nelle sua ali che magnifiche si aprirono schiudendosi come una corolla. Petali di rosa che si mostravano…ma non erano di Rosa normale…ricordavano il colore della Demon Rose.
Rose mortali, demoniache, di fatal bellezza e il loro profumo era mortale, così come il tocco delle loro spine. Veleno..
…un veleno che quella ali aprendosi sparsero intorno a loro. Per tentare di avvelenarlo mentre la sua spada si mosse.
Un obbiettivo solo: la falce! Ma non si sarebbe fermato a disarmarlo…no non era finito qui il suo attacco: lo avrebbe spintonato, dandogli una spallata, per farlo cadere a terra e finirlo piantandogli la sua wakizashi nello stomaco.
Se solo ci fosse riuscito.






Rogozin
Energia: Gialla Pericolosità: E CS: +1 Maestria armi
Status fisico: Medio alle ginocchia; Medio al collo; Status Psichico: Medio; Consumi energetici in questo turno: 5%;10%
Riserva energetica residua: 85%

_ ___ _____ ___ _

Abilità Passive:
Presenza angelica:
Allo stesso modo dei demoni, gli Avatar di stampo angelico non possono nascondere totalmente la loro presenza, pur mischiandosi con gli esseri umani e viaggiando tra loro e per le stesse vie. Le altre razze, infatti, percepiranno sempre qualcosa di sbagliato in loro, qualcosa di differente, ed è per questo che gli angeli incutono negli esseri innanzi a loro un innato timore reverenziale, purché questi non siano angeli stessi, e che siano di energie pari o inferiori all'agente.
Non è importante l'allineamento dell'Avatar. Quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dal sopracitato fattore.. [Passiva Razziale].

Duellante: il possessore del dominio ha sviluppato una capacità innata di sfruttare ogni oggetto riesca ad impugnare come una letale arma. Non solo, quindi, l'arma cui è legato e con la quale ha vissuto gran parte della propria vita, o della propria esperienza. Qualunque mezzo, per strano, informe o artificioso che sia, potrà asservire allo scopo designato di ledere il proprio nemico, sempre che la logica e la razionalità lo consentano. Pertanto, potrà sfruttare bottiglie, funi, cinte, sedie, falli, semplici assi di legno o pezzi di metallo, come armi letali che, nelle proprie mani, taglieranno il nemico al pari di una lama affilata o di una poderosa ascia.[Passiva Dominio]

Velenrancore Non è una casta vera e propria, si potrebbe dire - ma è solo parte dell'abominio generato dalla trasformazione della foresta nel Gwàthlaiss a causa dell'essenza del Gorgo scioltasi nel suolo - andando ad intaccare il profondo rapporto fra le fate e la natura. L'indole generalmente pacifica delle fate divenne distorta per alcuni in una paranoia, in altri per un desiderio impulsivo di uccidere coloro che minacciavano la propria tribù. Qualcosa che superava ben più la voglia di difendere i propri compagni che guidava i Frémalis, come se il rancore del Gorgo fosse divenuto insito all'anima delle Fate. Un furore che si manifesta nel loro stesso sudore, si dice, rendendo le loro lame portatrici di morte e pestilenza. Loro sono il cancro per curare il cancro.
[Ogni attacco fisico portato con le proprie armi può avvelenare l'avversario. Il veleno è quantificato come danno Basso al corpo, che sarà progressivamente debilitato da nausea e febbri ad ogni colpo andato a segno.][Passiva]

[Armatura naturale] I tatuaggi che ha sul corpo non solo delle rappresentazioni mistiche, simboli e percorsi di un viaggio lungo e ancora non concluso, non rappresentano la strada percorsa e quella che ha deciso di intraprendere, non sono solo legami con le forze naturali e la sua parte più selvaggia - il suo animale totem - quella Pantera che sente ruggire dentro di sé in un anelito di libertà ma sono molto di più. Fatti da un antico maestro tatuatore i suoi Irezumi raffigurano pantere insieme a peonie e fiori di ciliegio. Ma si uniscono anche a simboli più esoterici e insieme più particolari che sono i simboli della sua anima più selvaggia.
Tutto questo si traduce come una vera e propria armatura: simboli di un potere più arcano e ancestrale che ancora oggi non sa bene quale sia. Ma è indubbio che lo proteggono come se avesse una vera e propria armatura e forse nascondono molto altro.

_ ___ _____ ___ _



Abilità Attivate:

Biglia tossica
Ha la forma di una biglia arancio del diametro di un paio di centimetri. Se gettata a terra si fracasserà come se composta di vetro, generando un pericoloso miasma che se inalato indurrà nausea o stordimento che perdureranno per qualche istante. A seconda della personalizzazione è possibile far sì che invece che gassoso l'agente sia liquido, come una sostanza che ha effetto una volta a contatto con la pelle e le ferite.

Sopraffazione: Il mentalista colpirà rapidamente il proprio avversario, danneggiandolo e privandolo di una sua arma.
La tecnica è un danno all'equipaggiamento di natura fisica. Il caster colpisce la mano, o comunque una parte del corpo avversario adibita a reggere un arma, causando un danno fisico pari a Basso e applicando all'arma un effetto tale che impedisca al bersaglio di utilizzarla e provocando un danno Basso alla vittima stessa. Il disarmo è applicabile a qualunque arma, che sia da mischia, da tiro, da fuoco, che sia uno scudo o qualsiasi altra cosa trattenga in mano in quell'istante. L'armamento o l'oggetto così disarmato subirà un effetto totalmente personalizzabile (l'arma si arrugginisce, si rompe, diventa incandescente, ecc.) che dovrà avere, però, come scopo quello specifico di impedire al bersaglio un recupero rapido e sicuro dell'arma/armamento, oltre che il suo utilizzo. La tecnica causa un danno Basso all'avversario e gli applica un danno all'equipaggiamento di livello Basso anch'esso: quest'ultimo potrà essere "curato" solo da tecniche apposite in grado di ripristinare "danni all'equipaggiamento". L'arma che subisce tale danno non potrà essere utilizzabile fintanto che permarrà il danno all'equipaggiamento.
Consumo di energia: Medio

Colpo basso: Il mentalista colpisce le gambe dell'avversario, facendogli perdere rovinosamente l'equilibrio.
La tecnica ha natura fisica. Tramite l'uso delle proprie gambe, di un arma, o di un qualunque strumento adatto allo scopo, il caster colpirà le gambe del proprio avversario infliggendo un danno Basso al fisico e facendolo cadere a terra, ponendosi quindi in vantaggio per una qualunque azione successiva.
Consumo di energia: Basso



_ ___ _____ ___ _

Riassunto e Note:
Rogozin abbassa la guardia – anche grazie alla tua influenza passiva – ed è ancora tormentato da molti dubbi. Alcuni se li porta dietro ormai da tutta una vita, altri sono acuiti dall’arena e da questa guerra e, in ultimo, anche dal tuo Pg e dal perché si trovi lì con lui.
Per cui viene colto alla sprovvista dal primo attacco e dall’attacco psionico successivo, che favoriscono i due attacchi fisici a cui tento una difesa mitigandone gli effetti anche grazie al Cs e all’armatura naturale.

A quel punto passo all’attacco con Biglia Tossica che si attiva nel momento che apro le mie ali – puro effetto scenografico visto che sono un avatar Angelico – che tentano con il loro profumo di avvelenarti. Nel momento che si aprono sfrutto anche la corta distanza in cui ci troviamo per tentare di usare la perga Sopraffazione e rendere inservibile la tua falce.
A quel punto ti spintono con la perga Colpo Basso, usata come una spallata forte per farti perdere l’equilibrio, e mettermi in posizione di vantaggio su di te, tentando di infilzarti sullo stomaco.
A te ^^

 
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DanT&
view post Posted on 21/6/2014, 20:29




Ad Extirpanda
Strada Maestra III






Il corpo di Mickey vibrò di piacere ed un sorriso lascivo gli si stampò sul volto. Lo sguardo languì come quello di un'amante che incontra la sua bella ed il sospiro si accompagnò ad un aumento della saliva dietro le labbra sottili.
Il Tuttofare si beava del contatto dell'acciaio sulla carne, godeva al solo pensiero del filo che penetrava, incidendo e separando, pelle e muscoli, tendini e ossa. Se al solo immaginare ciò l'estasi lo pervadeva, inebriandolo, lo si immagini nell'atto vero e proprio. Un atto simbolico e sacro, quasi carnale, che lo legava con un filo rosso ed indissolubile alla vita del proprio nemico. In un attimo battezzandolo per sempre, accostandosi intimamente come ad un amore. Assaporandolo, legandosi, desiderandolo. Ancora di più, sempre di più...

Eppure Mickey era conscio che tutto ciò non apparteneva alla sua natura. Il Tuttofare gioioso e un po' strano, sempre allegro ed incline al divertimento. Imbastardito, certo, da una vita troppo dura. Disonesto poi, ma fautore di quella disonestà con cui un po' ci nasci, un po' ci diventi per tirare avanti. Quel modo di fare che acquisisci con gli anni e le bastonate degli errori, che ti serve insomma ad indurirti e a crescere, a non cadere più. O al massimo a non rimanerci, giù.
Quei sentimenti, quelle sensazioni, dunque, gli erano estranei. Nella carriera di Faccendiere si era trovato di fronte ai mille e più problemi di natura molteplice e disparata. Non negava, no, di aver persino ucciso per soldi. Bifolchi, contadini, amanti. Non aveva mai toccato né donne né bambini per una sorta di codice etico autoimposto, ma da coloro il cui sangue gli lordava le mani e che ogni tanto la notte facevano capolino in un incubo non aveva mai tratto piacere. Mai ne aveva desiderato la morte, mai ne aveva bramato la carne, mai come adesso e mai come da quando la grossa falce si era come riscossa da un torpore gelido in una sveglia rabbiosa che, piano piano, si faceva largo a forza di ghigni e sussurri nella sua coscienza. Rossi sorrisi balenavano nella mente di Mickey e non ne sapeva il perché. Voleva fermarsi, voleva smettere. La rabbia, la frustrazione, l'angoscia, il desiderio, la gioia. Era tutto un vortice che, in circolo, non lo lasciava andare.
Doveva arrestare il cerchio mortale dell'acciaio, ma come sempre non ne fu capace.
Si vergognò ad esultare al cielo con un grido di gioia per il sangue di un uomo la cui unica colpa era impedirgli di muoversi. Andare avanti, andare avanti. Ad ogni costo: fino alla morte.

Tuttofare!



L'ombra del vecchio era cambiata, e fu curioso. Non somigliava più, difatto, ad un vecchio. La barba era più corta, non toccava più lo stomaco ed i suoi fili argentei si arricciavano attorno alle gote e al mento dando un'aria di continuo fluire nel tempo e nello spazio che era tutto ciò di misurabile su quel sentiero. La clamide rimaneva, il volto oscuro e indefinito anche, ma la percezione stessa di lui era cambiata da un momento all'altro. Era sempre la stessa persona, o qualunque cosa fosse, ma...diverso. Il bastone si era accorciato diventando una verga ora retta in una mano e che batteva, sempre ritmicamente, il palmo dell'altra. La sua voce era mutata, così come il simbolo inciso sulla pietra su cui si ostinava a rimaner seduto: III.
Inspiegabile, affascinante, complicato, inaccessibile.
Tutto ciò che riguardava la sua figura gli bombardava la mente, distraendolo persino da lugubri pensieri di sangue e carne. Tanto quanto bastava da sorprendere il Faccendiere quando, per un attimo dimentico della direzione intrapresa, con l'occhio incontra il suo nemico e scopre ciò che mai il suo miserabile occhio umano aveva avuto modo di vedere.
I capelli corvini carezzavano le spalle dell'angelo lambendo la ferita al collo da cui colava vitalità sin dentro la maglia. Due grandi ali si spalancavano frementi e bellissime stagliandosi contro il cielo azzurro. Erano meravigliose, bellissime, qualcosa che chiunque avrebbe desiderato possedere, simbolo di lignaggio, di appartenenza, di forza, cose tutte che per una vita intera Mickey l'aggiustatutto aveva tentato di creare invano. Talmente tanto belle da volerle toccare, da sognare tutte per sé, così lontane e irraggiungibili, così elitarie da scavare un solco tra ogni normale essere umano ed un qualsiasi angelo. Un solco bianco impossibile da attraversare per arrivare dalla parte opposta: invalicabile. Un passo nauseante che lo indignava. Un sentimento spossante che lo debilitava nel corpo e nello spirito.
Aveva voglia di vomitare.

I passi dell'angelo seguirono il ritmo del tempo scandito dalla verga. Lo spettatore muto continuava ad osservare imparziale ed impassibile, apparentemente senza parteggiare alcuno. Il muoversi delle piume era ipnotizzante ed aumentava ad ogni fremito la nausea che coglieva il Tuttofare alla gola e alle narici, costrette ad inspirare qualcosa di cui nemmeno si accorgeva. La mano scattò fulminea alla spada che portava al fianco che si torse per colpire le dita che stringevano il manico di colei che forse mai aveva gustato sangue angelico.
Non sarà mai tua...
Sussurrò mentre coi denti si spaccava il labbro inferiore ed il sapore ferroso del sangue gli inondava la bocca. Il liquido si riversò fuori all'istante cristallizzandosi in uno scudo sfaccettato come un rubino intagliato e frapponendosi a mezz'aria tra il colpo appena vibrato e il manico ruvido.
L'uomo seduto rise di sorpresa apprezzando lo spettacolo ed agitando la verga. Seguì con una torsione del volto la barriera che tornava ad esser liquido e si faceva largo nella ferita tra le labbra entrando in circolo.
Adesso, forse, era il turno dell'angelo di vedere qualcosa di mai visto.
La pelle del Tuttofare si oscurò diventando ebano e stagliandosi netta contro l'acciottolato bianco sfavillante, improvvisato terreno di battaglia.
Mickey sorrise mostrando i canini affilati, ma si sbagliò sull'impressione della sua abilità.
Che idiota doveva sembrare mentre, sorridente, crollava come un sacco di patate sotto il colpo di una semplice spallata!
Il frullo che seguì fece balenare ancora una volta l'acciaio, stavolta mirato al centro dello stomaco.
Come reagì, la frazione di secondo in cui lo fece, è da attribuire a puro e semplice istinto.
Si rotolò di lato sperando di evitare la lama ma ciò che ottenne fu solo una parte.
Lo squarcio nel fianco destro zampillò fuori energia rossa, ma non era profondo come se fosse rimasto immobile.
Digrignò i denti e, da terra, torse il manico della falce voltando la lama che si mosse imbestialita verso il torso dell'angelo.
Approfittò della distrazione causata dal movimento per rialzarsi e per un attimo, solo un attimo, ebbe voglia di riversare il contenuto dello stomaco su tutto ciò che lo circondava, spettatore compreso. Si trattenne però, dimentico di dolore e pervaso da una rabbia crescente e deliziosa.
Non ho mai avuto nessuno ad insegnarmi l'educazione.
Ringhiò all'uomo.
Ma sono aperto ad OGNI COSA!
Sottolineò le ultime due parole con sventagliate brutali indirizzate nuovamente a busto e testa in un altro tentativo di mozzarla.
Sentiva di doversi sfogare per chissà quale torto subito. E no, non era l'unica cosa che sentiva. Una musica lo seduceva.
Velta?
Forse ancora una volta udiva il suo richiamo.






q8qu



CITAZIONE

Narrato
Pensato
Parlato


Parlato Vecchio

• Energia: [80 - 20 - 20] = 40% Rimanente
• Stato fisico: Medio da impatto e lacerazione [Ignorato]; Basso aggravato da avvelenamento [Ignorato]; Nauseato
• Stato psichico: Illeso - Pronto
• Capacità Straordinarie: 1 [Intelligenza]
• Abilità Passive:
Sopravvivo alla faccia tua! [Razziale umana; Mickey non sviene al 10% di energie]
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui. [Talento Ammaliatore I; Malia psionica di Fiducia nei confronti di Mickey]
Il marchio del disertore. [Tatuaggio di maschera spezzata nell'incavo del gomito destro; qualsiasi appartenente al Clan Toryu diffiderà del portatore del marchio, sottovalutandolo e disprezzandolo innatamente, anche se non è a conoscenza del tatuaggio]
Red - Rivers - Reverie. [Passiva della Spaccaculi che fa ignorare il dolore fisico e psionico nel turno in cui una tecnica della falce viene attivata; Raggiunti i tre utilizzi delle tecniche concesse dalla falce il portatore cade in berserk perdendo la capacità di ragionare ed attaccando amici e nemici indifferentemente]
Furia [1/3]

• Abilità Attive:

Da turno precedente:

BLEAK-BLINKING-BLADE | Tecnica media. Consumo medio. Natura fisica.
Esistono voci e dicerie secondo le quali la falce del Sorrisone fu trafugata dalla sua tomba, e da allora sia passata di mano in mano, sequestrata da mercanti e poi ancora una volta derubata e messa all'asta illecitamente, o presa con la forza da uomini desiderosi del potere in essa intrinseco. Ma da ormai tempo immemore si è persa traccia della stessa, come è peraltro comprensibile: diversi secoli sono passati, e il fatto stesso che sia ancora integra e funzionante nelle mani di qualcuno sarebbe un miracolo - persino un individuo qualunque potrebbe averci messo le mani, probabilmente senza nemmeno avere idea della storia che v'è dietro e chiamandola in modo diverso. Ben poche armi vantavano, tra l'altro, una lama tanto affilata quanto quella della fu-Vermiglia: il suo taglio era capace di ferire profondamente e recidere nervi e tendini in un singolo colpo, pur mantenendo una maneggiabilità stupenda che permetteva di sferrare assalti ripetuti. Il possessore ad un certo punto della giocata può spendere un consumo Medio e sacrificare uno slot tecnica, e da quel momento in poi potrà sferrare (anche in un qualsiasi turno successivo) un attacco turbinante e rabbioso in cui ruoterà assieme alla falce, tagliando tutto ciò che si trova sulla propria traiettoria in un singolo colpo deciso o una grandinata. L'attacco nella sua interezza va difeso sempre come una tecnica di potenza Bassa. Ma qualora l'attacco, più brutale che preciso, andasse a segno, il bersaglio subirebbe un danno Medio al corpo per i tagli e la perdita di 2 delle CS a propria disposizione, dovute alla menomazione dei colpi spietati. Solo la preparazione della tecnica, non il suo utilizzo effettivo, consumano uno slot tecnica. Finché il possessore tiene pronta la tecnica senza utilizzarla, non potrà utilizzare le altre sue tecniche, dovendo sempre reggere l'arma. Come spiegato, però, questa potenza irruente ha lo svantaggio di essere poco precisa: e basterebbe una tecnica bassa a schermare interamente dai danni al corpo e a quelli delle CS.

In questo turno:

Sangue al sangue
Sarà che nella vita tutto gli si è sempre ritorto contro. Sarà che tutto, prima o poi, gli è sempre andato per il verso sbagliato. Sarà forse, più semplicemente, che l'esperienza è un maestro migliore di quanto si voglia ammettere. Non è facile restare vivi per così tanto tempo in un posto come Asgradel. Non è facile nemmeno rimanere interi, e questo si è visto. L'ottimismo, comunque, è sempre l'ultimo a morire insieme alla speranza. Mickey, inguaribile ottimista e sognatore pieno di speranze sa che tutto ciò, in ogni caso, non basta. Non gli resta, per andare avanti, all'unica cosa che lo ha sempre contraddistinto da tutti quelli caduti e che non sono mai riusciti a rialzarsi. La forza di volontà.
In termini di gioco spendendo un consumo di energia pari ad Alto Mickey sarà in grado, aggiungendo il proprio bisogno di sopravvivere ad una goccia del proprio sangue -fresco o di precedenti ferite-, di evocare davanti a sé una barriera cremisi dalla forma liberamente personalizzabile al momento del cast e di potenza Media che lo difenderà da qualsiasi tecnica di natura magica o fisica di potenza pari o inferiore. Una volta che la barriera avrà adempiuto al suo dovere sarà come risucchiata da una ferita già presente sul corpo del caster o semplicemente da bocca o dal naso ed entrerà in circolo donando al Tuttofare l'immunità da un altro eventuale attacco di potenza Media o inferiore nel turno successivo. Quest'ultimo effetto sarà accompagnato da una variazione del colore della pelle che diventerà di colore ebano fino alla fine dell'effetto della tecnica.

Cogliere le debolezze
Mickey ha una grande conoscenza dei punti vulnerabili del corpo umano, utilizzandoli a proprio vantaggio.
La tecnica ha natura fisica. In seguito all'attivazione, il caster diviene immediatamente consapevole dell'anatomia del corpo avversario, compresi i punti più sensibili e vulnerabili. Ogni attacco fisico sferrato nei successivi due turni diventerà quindi più forte e pericoloso, e danneggeranno ulteriormente gli organi interni. In termini di gioco oltre al normale danno da attacco fisico, il nemico colpito subirà un complessivo danno Medio per ciascun turno, derivante dagli attacchi fisici portati dal caster. Il danno potrà essere suddiviso tra più attacchi (due di potenza bassa) o derivare da un singolo attacco. L'importante è che non venga superato il limite per turno.
Consumo di energia: Alto

• Riassunto:
Per quanto riguarda la parte tecnica Mickey viene colpito dall'uso della biglia tossica e pervaso da nausa che però interpreto come un senso indotto dall'invidia per le ali di Rogozin. Si difende da Sopraffazione con Sangue al Sangue, ma viene poi atterrato da Colpo Basso finendo rovinosamente a terra. Mitigo l'attacco fisico evitandolo in parte grazie alla parità di CS ed attribuendomi dunque un danno basso ulteriore a causa della tua passiva Velenrancore. Passa quindi al contrattacco scaricando la tecnica preparata nel turno precedente diretta al torso ed infine usa Cogliere le debolezze più un normale attacco fisico che è, in poche parole, l'ultima sventagliata. Ovviamente se non è chiaro qualcosa sono disponibile per mp.

• Note:
Le riflessioni iniziali sono dovuto agli effetti che l'artefatto Vermillion provoca sul mio pg e che lo inducono a riflettere dando il via ad una serie probabile di riflessioni che probabilmente si trasformeranno in giocate future per scoprire la natura della falce che tuttora Mickey ignora. Il Sdv con il passare del tempo è ringiovanito presentandosi adesso come un uomo maturo seduto sulla pietra con il numero romano III ed infine la musica che Mickey sente è dovuta al malus dato dalla regola Intreccio dei mondi interessante la seconda fase del torneo.
Mi sto divertendo anche se questi post mi stanno mettendo alla prova, andiamo avanti così sperando sia altrettanto per te. Mi faccio da parte, a te la penna =)
 
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view post Posted on 24/6/2014, 14:54
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Sicuro di quello che fai?

Si sicuro…lo sai che non potrei mai dire di no.

Lo potresti dire però. Ci lasci soli proprio adesso per combattere una causa che non ti… ci appartiene.

Sbagli Kaito! Sbagli molto. Questa è una causa che deve essere fatta nostra. La libertà non è solo per i Quattro Regni ma per tutti.

Combattere per una causa significa farla propria e vivere onorandola oppure non è una causa; non è un ideale..è solo… merda!


Non lo capisco ancora però e ci lasci per una un qualcosa che ti potrebbe uccidere proprio adesso che abbiamo più bisogno di te. E una cosa che mi fa incazzare!

Cioè guardaci e guardati soprattutto. Stiamo crescendo, sempre di più e sempre più quel sussurro sta diventando un grido. Da ogni parte di questa terra si innalza, ma te vuoi lasciarci per combattere una causa solo tua. Non nostra! Sei una pantera o un leone Rogozin?!


Occhi che fissarono per un tempo indescrivibile un ancor più indescrivibile punto all’interno della sua anima.

Credo entrambi…o forse no…forse sono solo Io e nient’altro. Né una pantera, né Hyou, né un leone ma solo un semplice uomo che tenta di vivere secondo i suoi ideali.

Pensi che non dovrei combattere solo perché è una guerra che non ci riguarda?
Occhi dentro l’altro.
Credo che se tu muori cosa ne sarà di noi?

Andrete avanti! La libertà è un ideale che avete già dentro di voi…non vi serve null’altro. Io vi ho solo aiutato a scoprirlo ora il resto stà solo a voi.

E se muori? Tutto quello che hai fatto non sarà andato perso?

Un sorriso e un occhio ancor più vivo lo guardò. La Rosa sorrideva e gli mise una mano sulla spalla.

Se morirò andrete avanti lo stesso. Se morirò lo avrò fatto per quello che credevo giusto. E poi a dirla tutta io vorrei ancora vivere un po’! Non sono un santo, un martire…sono solo un uomo e amo vivere. Ma non posso neanche starmene fermo per paura di morire. Se lo facessi…bè se facessi così allora morirei per davvero!.

Voglio vivere e morire libero…come un semplice uomo e soldato. E poi cosa andrebbe perso? Un idea non si perde… per cui ora penso che hai capito perché vado. Non ti chiederò di venire con me nemmeno di farti carico di questa spedizione, ma di comprendere i motivi. Puoi non esserne d’accordo ma rispettali come io rispetto i tuoi…e ti dirò un'altra cosa Kaito prima che io vada.
Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ciò’ che è limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già’, allora imparerai come si vola. Come si è liberi…


Una volta era scappato e altre mille volte, ma questa volta non lo avrebbe più fatto. Basta scappare…libero sarebbe stato anche dalla paura.




Libero
Libero
Libero




Aveva un equilibrio precario ma resistette; si impose di restare in piedi nonostante tutto e tutti.
Non voleva morire lì. Si… si stava lasciando andare, si tutto quanto era come vetro argentato che rimandava immagini dai contorni sfocati e mille immagini che si sovrapponevano però…però non voleva morire.
Il dolore, il sangue, la presa sulle sue wakizashi, la terra che veniva sollevata creando un polverone ove i volti venivano deformati dalla pazzia della guerra, in un certo modo – un modo brutale come un pugno in faccia – lo facevano sentire vivo. Presente.
Facevano accelerare i battiti del cuore e lui sentiva che nonostante tutto, nonostante che sembrava quasi un corpo amorfo, un cancro da espellere da un organismo, lui era. E voleva sopravvivere e tornare al suo di mondo.
Aveva degli amici, aveva Furikami, aveva ancora molto da fare non poteva lasciarsi andare così…doveva combattere. Seppur Velta ancora una volta lo stesse mettendo alla prova ma questa volta non con l’acciaio ma con la fede, la volontà e il cuore.

Velta era reale? Il combattimento con i Guardiani anche? Tutto questo lo era? Lui? Quell’uomo che brandiva quella falce? Il dolore? Il sangue?
Un altra, l’ennesima prova? Quanti problemi, quanti dubbi ma di una cosa era certo: non doveva arrendersi ora.
Se provava dolore significava che era vivo e la sua vita era solo sua; la sua anima e la sua libertà non erano di nessun’altro. Avrebbe spezzato le catene di Velta, doveva farlo e doveva riuscirci.
Per che cosa stava combattendo? Ecco era questa domanda che si doveva sempre porre in ogni istante, in ogni momento in cui le sue spade cozzavano con la falce, cercando di proteggere la sua vita e di toglierla al suo avversario; sempre doveva ricordare. Doveva ricordare per che cosa si stava battendo…poteva scomparire il suo corpo, poteva essere rinchiuso in un limbo ma la sua volontà quella sarebbe sempre rimasta.
In ogni dove, in ogni quando avrebbe fatto vibrare il suo Io.

«In battaglia ciò che serve non è la paura, da lì non nasce niente Rogozin ricordalo. Quando schivi deve essere "Non verrò ucciso!". Quando difendi qualcuno "Non morirà!". Quando attacchi è "Ti uccido!".»




HDe7hFM
Non torno indietro…




Sussurrò a denti stretti mentre le sue spade si baciarono con la falce. La sua dualità era manifesta nel suo essere, nel suo modo di combattere e quanto tempo e quanta sofferenza per farlo.
Per essere l’uomo che desiderava essere, che lui aveva cercato di plasmare e di farglielo comprendere, aveva sopportato sia i patimenti dell’animo che i suoi slanci, abbandonando molto di quanto aveva ricercato in passato per imboccare una strada che potesse realmente chiarire quali fossero i suoi intenti. I suoi desideri. L’aveva trovata? In parte si…e in parte aveva riscoperto sé stesso, perdonarsi e andando avanti, da uomo, senza rifugiarsi in un passato usato come scusa per i suoi errori.

Quando schivi deve essere "Non verrò ucciso!"
E lui non sarebbe morto né sarebbe stato dimentico di tutto quello che aveva passato, e di cosa e di quale lascito stringesse tra le mani.
Si spostò a sinistra tentando di accompagnare il movimento della falce con le proprie armi.


Antares si frappose a mezz’aria, danzando lieve nelle sue mani ma ferale negli intenti. Leggera come un petalo nell’aria; acciaio cozzò per deviare la falce, nell’impeto di un secondo attacco, aprendo la difesa, sfruttando lo slancio e la potenza del colpo per farlo andare lungo.
Aprirgli la difesa e avere un angolo per il colpo libero e pulito per poi colpirlo forte e letale: lì nell’incavo tra collo e spalla destra Wrigel avrebbe morso e sangue e dolore sarebbero fuoriusciti da esso.
Quando attacchi è "Ti uccido!".
Chissà se sarebbe andata così…


Dici che sei aperto ad ogni cosa? Di sicuro ti aprirai…. E aprirò anche tutto questo perchè io non morirò qui...non ancora... E non furono parole campate in aria, dette con vanagloria o con sufficienza. Perché seppur sentiva che stesse scomparendo qualcosa stava prendendo il suo posto.
Forse la parte più vera…lo sentiva attorno a sé, lo sentiva dentro di sé e i suoi tatuaggi brillarono. Da lontano un ruggito.
Il suo ruggito, il ruggito di Hyou. Sentiva che si stava avvicinando, sentiva che lui era pur sempre Rogozin. Anche se quel mondo non gli apparteneva sarebbe rimasto a combattere.

Tornando a debita distanza, ingoiando dolore e fiele, sputò per terra un grumo di sangue mentre i suoi capelli ondeggiavano al vento e un profumo soave si riversò nell’aria. Proveniva da lui stesso, un profumo che era come il tocco lieve e morbido di un amante, come l’abbraccio di una madre, come il guardare una serata stellata.

Rosa di fatal bellezza chiamavano Rogozin: perché più lo si guardava e più ci si perdeva. Perché lui era veleno. Era una Demon Rose.

A volte la bellezza uccide .









Rogozin
Energia: Gialla Pericolosità: E CS: +1 Maestria armi +1 Cs in Maestria armi + 1 Cs in Riflessi

Status fisico: Medio alle ginocchia; Medio al collo; Status Psichico: Medio; Consumi energetici in questo turno: 5%;20%
Riserva energetica residua: 60%

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Abilità Passive:
Presenza angelica:
Allo stesso modo dei demoni, gli Avatar di stampo angelico non possono nascondere totalmente la loro presenza, pur mischiandosi con gli esseri umani e viaggiando tra loro e per le stesse vie. Le altre razze, infatti, percepiranno sempre qualcosa di sbagliato in loro, qualcosa di differente, ed è per questo che gli angeli incutono negli esseri innanzi a loro un innato timore reverenziale, purché questi non siano angeli stessi, e che siano di energie pari o inferiori all'agente.
Non è importante l'allineamento dell'Avatar. Quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dal sopracitato fattore.. [Passiva Razziale].

Duellante: il possessore del dominio ha sviluppato una capacità innata di sfruttare ogni oggetto riesca ad impugnare come una letale arma. Non solo, quindi, l'arma cui è legato e con la quale ha vissuto gran parte della propria vita, o della propria esperienza. Qualunque mezzo, per strano, informe o artificioso che sia, potrà asservire allo scopo designato di ledere il proprio nemico, sempre che la logica e la razionalità lo consentano. Pertanto, potrà sfruttare bottiglie, funi, cinte, sedie, falli, semplici assi di legno o pezzi di metallo, come armi letali che, nelle proprie mani, taglieranno il nemico al pari di una lama affilata o di una poderosa ascia.[Passiva Dominio]

Velenrancore Non è una casta vera e propria, si potrebbe dire - ma è solo parte dell'abominio generato dalla trasformazione della foresta nel Gwàthlaiss a causa dell'essenza del Gorgo scioltasi nel suolo - andando ad intaccare il profondo rapporto fra le fate e la natura. L'indole generalmente pacifica delle fate divenne distorta per alcuni in una paranoia, in altri per un desiderio impulsivo di uccidere coloro che minacciavano la propria tribù. Qualcosa che superava ben più la voglia di difendere i propri compagni che guidava i Frémalis, come se il rancore del Gorgo fosse divenuto insito all'anima delle Fate. Un furore che si manifesta nel loro stesso sudore, si dice, rendendo le loro lame portatrici di morte e pestilenza. Loro sono il cancro per curare il cancro.
[Ogni attacco fisico portato con le proprie armi può avvelenare l'avversario. Il veleno è quantificato come danno Basso al corpo, che sarà progressivamente debilitato da nausea e febbri ad ogni colpo andato a segno.][Passiva]

[Armatura naturale] I tatuaggi che ha sul corpo non solo delle rappresentazioni mistiche, simboli e percorsi di un viaggio lungo e ancora non concluso, non rappresentano la strada percorsa e quella che ha deciso di intraprendere, non sono solo legami con le forze naturali e la sua parte più selvaggia - il suo animale totem - quella Pantera che sente ruggire dentro di sé in un anelito di libertà ma sono molto di più. Fatti da un antico maestro tatuatore i suoi Irezumi raffigurano pantere insieme a peonie e fiori di ciliegio. Ma si uniscono anche a simboli più esoterici e insieme più particolari che sono i simboli della sua anima più selvaggia.
Tutto questo si traduce come una vera e propria armatura: simboli di un potere più arcano e ancestrale che ancora oggi non sa bene quale sia. Ma è indubbio che lo proteggono come se avesse una vera e propria armatura e forse nascondono molto altro.

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Abilità Attivate:
Effetto attivo: spendendo un consumo pari a Basso, il personaggio è in grado di sfruttare la propria tecnica per difendersi da un'offensiva dell'avversario. Il possessore del talento, infatti, sarà in grado di cogliere - istintivamente o meno - lo scorrere della battaglia e di immergersi in esso con peculiare perizia. Così, potrà efficacemente deviare un attacco rivolto alla sua persona, semplicemente lasciandolo scivolare contro la propria arma, cambiandone la traiettoria. La particolarità di questa difesa di potenza bassa è indubbiamente quella di poter agire anche contro tecniche magiche scagliate dall'avversario, non solamente fisiche: eventualmente, il guerriero potrà decidere di deviare il corso di una scarica elettrica, o anche di una palla di fuoco. Per poi controbattere al proprio avversario per l'onta subita. E' una tecnica di natura fisica.

Corallo - aumenta le proprie CS di 2 unità per la durata di due turni. 1 Cs in Maestria armi - 1 cs in Riflessi.

Necrosi mentale: Il mentalista induce nella mente dell'avversario la sensazione che il suo corpo si stia decomponendo.
La tecnica ha natura psionica. In seguito ad un'onda mentale emanata dal caster, la vittima inizierà ad osservare gravi e orride ferite aprirsi sul proprio corpo. Tagli infetti, necrosi veloci, e quanto di più cruento il mentalista sia in grado di immaginare. La mente della vittima percepirà questi danni in modo tanto reale e concreto da rifletterli sul corpo, che verrà ferito esattamente allo stesso modo della visione. Sebbene la tecnica sia di natura psionica, provocherà danni fisici pari ad Alto.
La tecnica può essere personalizzata al fine di rendere l'effetto psionico non come frutto di un potere mentale proprio del mentalista, ma attraverso l'uso di droghe, stupefacenti, gas o veleni di sorta.
Consumo di energia: Alto



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Riassunto e Note:

Sfrutto questo momento, e il malessere che prova il mio personaggio rimanendo in questo mondo, per fare un flashback. Rogozin si getta in questa guerra lasciando dietro di sé Furikami e i suoi compagni conscio che potrebbe non fare più ritorno. Ma sapendo che se non lo facesse sarebbe di nuovo incompleto. Starebbe di nuovo scappando da sé stesso e dai suoi doveri.
Per cui ritrova il coraggio, “la volontà” per rimanere e combattere. Sente anche qualcosa. Un ruggito che sarebbe la manifestazione del suo SdV ma che ancora non riesce a scorgere del tutto.
In pratica quanto più si stà impegnando a lottare e a tentare di uscire da tutto questo più si mostrerà il Sdv.
Passando al duello:
Paro il tuo primo colpo con l’attiva di dominio. Quando schivi deve essere "Non verrò ucciso!" con questa frase nella sua mente, Rogozin “attiva” il Corallo guadagnando + 2 Cs a Maestria e Riflessi.
Oppone quindi le sue Cs al tuo attacco tentando di aprirti la difesa. Visto il modo di attacco tento di intercettare il tuo corpo “accompagnandolo” per sbilanciarti e farti andare lungo e scoprire tutta la parte alta del tuo corpo.
Infatti mi sposto a sinistra, tento di intercettare il colpo e accompagnarlo e se ci riesco, ecco che colpisco tra collo e spalla destra.

A quel punto ritorno a debita distanza e casto Necrosi Mentale che è il profumo che emana Rogozin che, appunto com’è soprannominato, è una Rosa di fatal bellezza.
A te ^^



 
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DanT&
view post Posted on 26/6/2014, 16:56




Ad Extirpanda
Strada Maestra IV






Le lame cozzarono, sprizzando scintille.
La battaglia, colpo dopo colpo, si inferociva al punto da distorcere le espressioni dei due contendenti. L'uno l'opposto dell'altro, contrapposti singolarmente sull'unico sentiero, strada maestra troppo stretta per accoglierli entrambi, selezionatrice, imbastivano la lotta tra coloro che inconsciamente tentavano di tornare alla realtà. L' acciottolato chiaro col passare dei secondi -passano davvero?- si tinge di perle cremisi dando vita ad un mare bianco che sembra in movimento, oscillante e puntiforme, sfondo perfetto per annegarvi dentro, non liquido, fatto della solida materia che da vita ai sogni.
Mickey il Tuttofare quindi, disperato, arrabbiato, angustiato, il viso contratto e nero in una smorfia quasi ferale. Coluichesbarrailcammino poi, così lo aveva rinominato teatralmente nella propria mente, bello e maestoso, fiero e potente, glaciale e al tempo stesso furibondo.
Due entità talmente distinte e separate da far sembrare quasi assurdo anche solo il fatto che i due cammini si siano incontrati. Lì, a scontrarsi. Inspiegabilmente.

Lo slancio della falce, la voglia di lei di assaggiare ancora e ancora parti dell'angelo, lo sbilanciò. Il Faccendiere sorrise mentre si rendeva conto di essere andato fuori tempo. Non il tempo vero, quello no, non sapeva più neanche cosa fosse, ma il tempo del duello, quello relativo, quello fatto di passi e finte, schivate e piroette e ancora passi, affondi e parate. Quel tempo lì che, in una battaglia, decideva in una frazione chi viveva e chi moriva. E ora lui, Aggiustatutto, sorrideva alla morte rendendosi conto di quanto fosse stato incauto e stupido, arrogante ed avventato e tutto lì, in quel minuscolo momento in cui il braccio viene steso troppo ed il peso della lama ti sbilancia quel tanto da lasciare al tuo avversario il tempo di spostarsi, di aggirarti, di evitarti.
Le nude zanne d'acciaio sibilarono veloci e colpirono, morsero e tentarono, sì, ci provarono a farsi largo nella stoffa e nella carne, tra i muscoli e le ossa, ma non ci riuscirono, non questa volta, non di nuovo.
Mickey si assettò, riguadagnando guardia ed equilibrio, ancora sul viso il sorriso quasi triste di chi era pronto ad incontrare il sonno eterno con mestizia. Sarebbe stato tutto così facile, così buono. Avrebbe fatto male solamente per un po', quando acciaio e sangue si mescolano nella carne, per poi lasciare spazio alla pace interiore durevole e continua che da tanto cercava, ma non riusciva ancora a trovare.
Di certo non sarà questo a farmi aprire come intendi tu.
Accompagnò le parole scotendo la testa e per un attimo la nausea se ne reimpossessò mentre guardava l'angelo portarsi in sicurezza a debita distanza.
Hai frainteso me e le mie azioni, straniero.
Disse muovendo qualche passo cauto in avanti.
Non voglio che tu muoia, voglio solo non morire.
Come per te, anche per me non è ancora il momento...

Una lieve brezza investì nuovamente le narici del Faccendiere ed ancora una volta fu strano. Era come se qualcuno lo stesse accarezzando, intiepidendogli le labbra con il bacio caldo di un amore nuovo, sentiva l'abbraccio di un corpo invisibile che si attaccava per proteggerlo, che gli sfiorava la mano, le dita frementi...le sollevò, le portò al viso, se le morse, poi urlò.

Le ginocchia sui sassi bianchi pungevano in maniera dolorosa, ma era il minimo. Il braccio, la spalla, il torace, il collo. Ansimava gemendo senza smettere di reggere, con la mano coperta di tagli sanguinolenti, il manico della falce, almeno lei ancora in piedi. Era come se una bomba gli fosse scoppiata molto, molto vicino e ogni singolo lembo di pelle ne fosse stato investito e conseguentemente ustionato, aperto, esposto all'impietoso abbraccio dell'ossigeno freddo sulla ferita bollente. La stoffa della giacca si attacca dispettosa rendendo impossibile qualsiasi movimento che non causi una lama rovente tra le costole. Il Tuttofare respira a fatica. Perde saliva dall'angolo della bocca. L'angelo, bello e inflessibile, lo guarda dall'alto in basso come si guarda uno scarafaggio particolarmente ributtante. Mickey venne scosso da una risata mista a tosse. Il dolore gli annebbiò la vista.
Io voglio solo...p-passare...
Riuscì a sputare.
E passerai.
Cinque dita impalpabili gli passarono davanti all'unico occhio sano, chissà perchè risparmiato dalla magia che gli aveva dilaniato le carni.
L'Aggiustatutto riuscì a sollevare la testa con un gemito e colse la figura.
Non un vecchio, non un uomo, ma un ragazzo.
I sandali gli cingevano i piedi eleganti e la clamide era stata sostituita da una tunica più corta che lasciava scoperte le gambe muscolose. Le braccia, esili, davano all'intera figura un senso quasi femmineo, accentuato dai passi lenti e sinuosi che si aggiravano attorno al Tuttofare.
Il viso grigio lo guardò, senza occhi o lineamenti, come sempre, ma gli trasmise costernazione. Nessun filo d'argento adornava le guance, soltanto una sorta di diadema mobile cingeva la chioma dolcemente sbozzata nella materia astratta che componeva l'intera persona.
Sulla pietra miliare, cui nessuno dava importanza, adesso era inciso il simbolo II, ed era la prima volta che il suo occupante la abbandonava per prendere una delle due parti.
Non morirai qui, Faccendiere, non è ancora il tuo tempo...
Mickey annuì a fatica, ma non trovò la forza di alzarsi.
Ma devi decidere se andare avanti o farti da parte, perché anche Rogozin dovrà decidere.
Cosa devo fare? Il tono era basso, stentato.
Decidere per entrambi.
Un lieve ticchettio scandiva il passare di qualsiasi cosa misurasse il tempo in quella valle.
L'angelo, di fronte, sembrava immobile come una statua e non pareva reagire a tutto ciò che i due si stavano dicendo.
Cercando l'origine del rumore, il Faccendiere incontrò la mano del ragazzo che reggeva un lungo arco su cui picchiettava l'indice. Lo faceva proprio nel punto in cui la freccia veniva adagiata prima di essere scoccata, nel punto esatto in cui si trovava per qualche istante sospesa tra staticità ed incredibile movimento, spesso e volentieri in linea retta.
Io...io...
Cercava le parole, ma era difficile trovarle e anche queste pareva venissero scandite al ritmo di quell'assordante ticchettio.
Io voglio tornare a casa. Non trattenne una lacrima.
Il volto del giovane si piegò in un muto ed invisibile sorriso.
Il manico della falce prese a tremare in maniera incontrollata e la punta della lama brillò minacciosa d'un bagliore potente e vorace che solo poche volte prima d'allora aveva dimostrato.
Da essa, partì uno squarcio scuro che fendette aria e dolore aprendo nuovamente il sipario su un piacere accantonato dall'esigenza e dalla volontà di non perdercisi dentro.
Con un po' di fortuna avrebbe aperto da parte a parte l'angelo tanto quando bastava da convincerlo a desistere una volta per tutte e cedergli il passo. Non aveva la forza per continuare ancora così.
Ma non puoi fermarti adesso.
Disse il ragazzo, gentilmente, seguendo col capo il Tuttofare che si rimetteva in piedi dimentico del dolore.
Perché quando credi di essere arrivato, è lì che il viaggio comincia. Concluse saggio.
Mickey annuì e fece scivolare dalla manica uno dei suoi tanti assi. Lanciò fulmineo, dritto in terra per creare un diversivo mentre notava con la coda dell'occhio il ragazzo che dalla punta delle dita generava un dardo di vibrante materia scura.
Incoccava, lentissimo, così come tendeva la corda invisibile, somigliando per un attimo ad una figura che aveva visto una volta in un libro che parlava di stelle.
Poi la freccia, semplicemente, abbandonò il manico dell'arco dipingendo nello spazio una traiettoria letale.
Il Tuttofare si lasciò sfuggire un'esclamazione di sorpresa e d'euforia.
Quel tizio, vecchio, uomo, ragazzo o qualunque cosa fosse, aveva ragione.
Non poteva e non doveva fermarsi, non a questo punto.
Doveva scoprire cosa c'era alle spalle di Rogozin, doveva capire cosa celassero le sue maledette ali. Un mondo, una vita, un tesoro, non lo sapeva, ma lo voleva.
Così mosse la falce, per afferrarlo.
L'avrebbe ottenuto, a tutti i costi.






q8qu



CITAZIONE

Narrato
Pensato
Parlato

Parlato Giovane

• Energia: [40% - 10 - 0] = 30% Rimanente
• Stato fisico: Medio da impatto e lacerazione [Ignorato]; Basso aggravato da avvelenamento [Ignorato]; Alto da taglio/necrosi su metà del corpo; Nauseato
• Stato psichico: Illeso -
• Capacità Straordinarie: 1 [Intelligenza]
• Abilità Passive:
Sopravvivo alla faccia tua! [Razziale umana; Mickey non sviene al 10% di energie]
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui. [Talento Ammaliatore I; Malia psionica di Fiducia nei confronti di Mickey]
Il marchio del disertore. [Tatuaggio di maschera spezzata nell'incavo del gomito destro; qualsiasi appartenente al Clan Toryu diffiderà del portatore del marchio, sottovalutandolo e disprezzandolo innatamente, anche se non è a conoscenza del tatuaggio]
Red - Rivers - Reverie. [Passiva della Spaccaculi che fa ignorare il dolore fisico e psionico nel turno in cui una tecnica della falce viene attivata; Raggiunti i tre utilizzi delle tecniche concesse dalla falce il portatore cade in berserk perdendo la capacità di ragionare ed attaccando amici e nemici indifferentemente]
Furia [2/3]

• Abilità Attive:

Da turno precedente:

Sangue al sangue
Sarà che nella vita tutto gli si è sempre ritorto contro. Sarà che tutto, prima o poi, gli è sempre andato per il verso sbagliato. Sarà forse, più semplicemente, che l'esperienza è un maestro migliore di quanto si voglia ammettere. Non è facile restare vivi per così tanto tempo in un posto come Asgradel. Non è facile nemmeno rimanere interi, e questo si è visto. L'ottimismo, comunque, è sempre l'ultimo a morire insieme alla speranza. Mickey, inguaribile ottimista e sognatore pieno di speranze sa che tutto ciò, in ogni caso, non basta. Non gli resta, per andare avanti, all'unica cosa che lo ha sempre contraddistinto da tutti quelli caduti e che non sono mai riusciti a rialzarsi. La forza di volontà.
In termini di gioco spendendo un consumo di energia pari ad Alto Mickey sarà in grado, aggiungendo il proprio bisogno di sopravvivere ad una goccia del proprio sangue -fresco o di precedenti ferite-, di evocare davanti a sé una barriera cremisi dalla forma liberamente personalizzabile al momento del cast e di potenza Media che lo difenderà da qualsiasi tecnica di natura magica o fisica di potenza pari o inferiore. Una volta che la barriera avrà adempiuto al suo dovere sarà come risucchiata da una ferita già presente sul corpo del caster o semplicemente da bocca o dal naso ed entrerà in circolo donando al Tuttofare l'immunità da un altro eventuale attacco di potenza Media o inferiore nel turno successivo. Quest'ultimo effetto sarà accompagnato da una variazione del colore della pelle che diventerà di colore ebano fino alla fine dell'effetto della tecnica.
Cogliere le debolezze
Mickey ha una grande conoscenza dei punti vulnerabili del corpo umano, utilizzandoli a proprio vantaggio.
La tecnica ha natura fisica. In seguito all'attivazione, il caster diviene immediatamente consapevole dell'anatomia del corpo avversario, compresi i punti più sensibili e vulnerabili. Ogni attacco fisico sferrato nei successivi due turni diventerà quindi più forte e pericoloso, e danneggeranno ulteriormente gli organi interni. In termini di gioco oltre al normale danno da attacco fisico, il nemico colpito subirà un complessivo danno Medio per ciascun turno, derivante dagli attacchi fisici portati dal caster. Il danno potrà essere suddiviso tra più attacchi (due di potenza bassa) o derivare da un singolo attacco. L'importante è che non venga superato il limite per turno.
Consumo di energia: Alto

In questo turno:

SHEER-BLOOD-BLOOM | Tecnica media. Consumo medio. Natura magica.
Il potere che risiedeva nell'acciaio formante la falce in origine era immenso, proprio come un'arma per Guerriero che si rispetti in fin dei conti. Qualcosa che, pur non trascendendo la sapienza del suo iniziale possessore nel manovrarla, era capace di rovesciare in poco tempo le sorti di un combattimento. È triste che questo sia andato perlopiù perdendosi, vuoi per i cambi repentini di padroni o per l'inettitudine di questi ultimi nel servirsi del reale potenziale della falce. Solo un frammento dell'antica magia infusa da Bayard esiste ancora, ma ciò non rende l'arma meno pericolosa. Si dice che l'arma sia lo specchio di un Guerriero, e il Sorrisone aveva uno Specchio perfetto: la lama ricurva risuonava spesso e volentieri con i sentimenti turbolenti che si agitavano sotto il suo sguardo indecifrabile, e questa capacità si è conservata. Spendendo un consumo Medio il possessore potrà animare l'estremità tagliente della falce di un'aura rossastra, che potrà accompagnare un attacco fisico oppure essere scagliata a distanza prendendo forma di una mezzaluna. Al suo passaggio, l'aura lascerà un taglio lungo -seppur superficiale- sul punto colpito. Dal taglio fuoriuscirà un unico violento fiotto di sangue, a cui poi seguirà una copiosa emorragia simile a quella provocata da un colpo tagliente. La tecnica è difendibile tramite un'apposita tecnica di potenza almeno media, e provoca danni Medi al corpo del bersaglio dovuti allo shock per la perdita immediata di sangue.

Proiettili neri
Il negromante allunga il palmo della propria mano contro l'avversario, generando una serie di sfere di energia negativa che si schianteranno contro di lui, bruciandolo e danneggiandolo.La tecnica ha natura magica, elemento sacrilego. Il caster lancerà un'emanazione energetica sotto forma di piccoli proiettili contro il proprio avversario, che lasceranno sulla vittima una serie di ustioni nei punti colpiti. A seconda della personalizzazione è possibile modificare la forma, il colore e l'aspetto della manifestazione. Con un solo slot è possibile lanciare una scarica di numerosi colpi contemporanei, ma la loro potenza totale sarà Media. Contro avatar di stampo angelico la potenza è Alto, contro avatar di stampo demoniaco la potenza è abbassata a Basso.
Consumo di energia: Medio [Personalizzato in forma di freccia nera]

Oggetti utilizzati:

Biglia deflagrante
Ha la forma di una biglia rossastra del diametro di un paio di centimetri. Se gettata a terra si fracasserà come se composta di vetro, generando un'esplosione di piccole dimensioni capace di provocare ustioni e lesioni all'avversario. L'arma non provoca danni diretti, ma risulta comunque piuttosto versatile in duello: la deflagrazione può distrarre o infastidire gli avversari, provocando loro forti dolori.

• Riassunto:

A livello tecnico Mickey non subisce il tuo attacco fisico nonostante la disparità di CS grazie a Sangue al Sangue ancora attiva dal turno precedente. Tuttavia, nel momento in cui cerca di imbastire un piccolo dialogo, si becca in pieno Necrosi Mentale e cade in ginocchio. Lì, interviene poco dopo il Sdv che con un discorsetto di incoraggiamento spinge il Tuttofare a reagire con la tecnica Sheer-Blood-Bloom che ti spedisce contro un attacco di potenzia Media ed attiva la combo della passiva che mi permette di ignorare il dolore. Fatto questo si rialza, ti lancia contro, all'altezza dei piedi una biglia esplosiva per cercare di distrarti e magari procurare anche qualche danno mentre, contemporaneamente, il SdV lancia Proiettili Neri sotto forma di un'unico dardo di energia sacrilega che nei tuoi confronti assume la potenza Alta.
Per concludere in bellezza e non lasciare nulla di intentato, Mickey cerca di infierire con un attacco fisico superandoti con il manico della falce e tirando verso di sé mirando dalla tua schiena con un attacco ad 1 CS che se dovesse andare a segno verrebbe aggravato di un danno Medio a causa di Cogliere le debolezze attivata nel turno precedente.

• Note:
Niente di particolare se non contiamo un ulteriore ringiovanimento del SdV che adesso si presenta come un giovane armato di arco e col capo ornato di diadema. Il numero sulla pietra miliare muta in II e grazie al discorsetto con il Servo, Mickey capisce di dover far leva su sé stesso e sulla propria voglia di non rimanere in quel mondo per oltrepassare Rogozin (il tuo nome mi viene finalmente rivelato) che rappresenta l'ultima barriera per riuscire a farlo e tornare al suo mondo (quello vero, anche se lui non lo sa).
Ancora una volta, a te la penna per il rush finale.

PS: Ovviamente il fatto che Rogozin mi sembri immobile come una statua è dovuto al fatto che per quel che vede Mickey, i movimenti del Servo sono lentissimi e questo è dovuto al fatto che lo interpreto, come ho già detto, come l'incarnazione del tempo stessa assente in questo luogo, ma presente al contempo nella sua forma, riconnessa al ticchettio costante.
 
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view post Posted on 29/6/2014, 15:30
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Voleva solo essere salvato? Perchè? Voleva solo tornare a casa? Perchè? Combatteva? Perché?
Era lì eppure voleva solo passare, solo andare avanti; per dove non lo sapeva ma voleva provarci. E allora perché combattevano? Cos’era la musica che stava sentendo? Cos’erano quelle ombre in lontananza che sembravano avvicinarsi sempre di più?
La musica era lieve, aveva sovrastato quel ruggito che ora si spegneva tra i monti ad ovest, una musica che era un ronzio discordante lontano, mutevole, maligno.
Poteva una musica essere maligna? E poi perché lo pensava? Un eco lontano, un sussurro sempre più pressante, sempre più vivido e reale, oscurava il resto. Hyou sembrava ammutolito da tutto questo: costante la musica avvolgeva il tutto, persino lui. Persino la sua volontà sembrava perdersi tra quelle note carezzevoli come marinai che si perdono tra le brume e il canto di sirene lontane.
Ecco lui sembrava come quei marinai che si perdevano alla ricerca di un non meglio precisato qualcosa, schiavi di un desiderio che la musica, il canto, quel sussurro lieve come onde che sciarbodavano su paratie leggere in una fresca notte di mezza estate.
Sembrava tutto questo eppure avvertiva che non era così…oppure si costringeva a crederlo solo per non impazzire del tutto.
Aveva solo voglia di scappare…lontano…lontano da tutti e tutto. Perché combatteva ancora allora?

Perché non hai scelta…o per meglio dire se ce l’avevi l’hai fatta nel momento stesso che hai partecipato a tutto questo.

Aveva chiuso gli occhi, come se aprendogli di nuovo tutto questo fosse scomparso. Un sogno andato in pezzi e perso per sempre…ma invece la musica continuò e su quelle note una voce. Accompagnate da un ombra…un ombra e dal basso, come una dissonanza di note, vi era un suono che sembrava più un ruggito.

Sai pensavo che anche adesso ti saresti arreso… anche questa volta. Devo ammettere che invece hai dimostrato carattere nonostante tutto e tutti, sei qui. Di fronte al tuo avversario a lottare per non scomparire. Come lui del resto.

La rosa iniziò a fissare quell’ombra che stava prendendo sempre più lineamenti umani. Ne era come stregato, sentiva di doverlo osservare, di starlo ad ascoltare.
Sentiva una forza che proveniva da esso, una forza che tentava di essere libera. Ma libera da cosa poi?

Tentate di lottare per una libertà che vi è stata negata. Marionette? Pupazzi o gioco in mani altrui? Si…può darsi, ma in ogni caso la volontà non si lega né si imbriglia. Se uno non vuole. Tu vuoi essere schiavo controvoglia Rogozin?

No…non credo tu lo voglia. Hai perso la tua libertà per farla ottenere ad altri. Hai dato anche il tuo sangue, e non è una metafora , per tutto questo. Uno schiavo che lotta per la libertà pur sapendo che la sua non l’avrà mai. Generoso o pazzo? Forse nessuno dei due…forse hai solo intravisto una possibilità e l’hai saputa cogliere. Non avevi scelta? Oppure l’avevi e hai preferito non intraprendere quella strada?
Piume rosse e petali portate da un vento che sussurra libertà. Ed ora lotti per la tua schiacciando quella del tuo avversario…hai scelta?
Oppure non è lui il tuo reale avversario?


Ho smesso che siano altri a controllare la mia vita…




lVgKfBQ





Il suo sangue uscì con un fiotto rabbioso dalla ferita. Non capì nemmeno il perché perso com’era nei suoi pensieri, nelle parole del suo avversario e in quelle dell’altro. Il dolore fu come un lampo che lo riportò in quella realtà ma guardò il suo avversario e poi sentì come una mano sulla sua spalla. Una figura che da ombra era passato ad un uomo che gli ricordava lui.

Ryu…maestro, siete voi?

Non perdere mai di visto il tuo obbiettivo. Uccidete chiunque vi ostacoli, ancorché fosse Dio, o Buddha in persona. Questo è il cuore dell'arte del combattimento.

Non doveva perdere di vista cosa e per chi era giunto fino a lì. Sarebbe stato di nuovo solo ma avrebbe lottato.
Per porre fine a questo sogno altrui. Il dolore era vivo ma le sue lame ronzavano nella sua testa tentò di frapporre le braccia a mò di scudo per pararsi dall’esplosione. Il suo istinto, gli insegnamenti ricevuti non dovevano essere scordati, nemmeno quando si era solo delle marionette. Istinto a guidarlo anche quando la sua mente faticava e il dolore era ormai un compagno fedele.
La terra si smosse da sotto i sui piedi: il creato si inginocchiava di fronte alla sua bellezza intercettando una freccia nera che fece esplodere il muro di terra ma non ferendolo. Doveva trovare la lucidità di pensiero ma si mosse più con l’istinto, quando azione e pensiero si incontrano; quando lo scorrere della battaglia lo si capta non con gli occhi, ma col cuore.
Perfezionare l'armonica espressione del corpo come fosse un mero strumento asservito alle proprie armi. Alla propria volontà. Al proprio scopo. Le sue armi sarebbero state il latore di questo scopo: non servi, ma compagne fedeli di un esistenza, di un dogma, di ricordi, sogni infranti, promesse non fatte e mantenute. Messaggere della sua anima. Cogliere l’attimo della battaglia e immergersi in esso, senza lottare ma facendosi trasportare.
Troppa mente…cogli con l’istinto…cogli con il cuore. Sgombra da tutti e tutti e lascia le tue sole armi, il filo dell’acciaio temprato nella tua volontà, il messaggio, la difesa e l’offesa.

Come te anche non mi tiro indietro. Devo capire tutto questo. Lo devo fare…

Anche se doveva schiacciare quel ragazzo. Perché tutto ciò? No…lo avrebbero fermato; non ucciso. Erano altri che doveva colpire ma ora doveva renderlo inoffensivo.
Schivò il suo colpo, lame cozzarono ancora in un lugubre suono rotto solo da quel combattimento così pazzo e fuori da ogni logica o contesto, tentò di accorciare la distanza che li separava e le sue lame si mossero per infilzarlo. Poi lo guardò ancora e quel profumo, che sembrava volerli schermare, come a proteggerli da tutto e tutti, ora si muoveva leggiadro attorno a loro.

Finiamo questa storia…spezzerò questo sogno e tornerò a casa…

E porterò anche te…perché nessuno è un burattino. Nessuno è schiavo pensò.

Quel profumo lo avrebbe scaraventato in un incubo: una visione della sua morte. Lui su una croce di ferro e mille lame che si abbattevano.

Desisti…e perdonami se puoi…

Ma l’avrebbe capito? Chi poteva capire il suo strazio?
Solo sarebbe rimasto, ancora una volta.








Rogozin
Energia: Gialla Pericolosità: E CS: +1 Maestria armi +1 Cs in Maestria armi + 1 Cs in Riflessi

Status fisico: Medio alle ginocchia; Medio al collo; Medio al Petto Status Psichico: Medio; Consumi energetici in questo turno: 10%;20%
Riserva energetica residua: 30%

_ ___ _____ ___ _

Abilità Passive:
Presenza angelica:
Allo stesso modo dei demoni, gli Avatar di stampo angelico non possono nascondere totalmente la loro presenza, pur mischiandosi con gli esseri umani e viaggiando tra loro e per le stesse vie. Le altre razze, infatti, percepiranno sempre qualcosa di sbagliato in loro, qualcosa di differente, ed è per questo che gli angeli incutono negli esseri innanzi a loro un innato timore reverenziale, purché questi non siano angeli stessi, e che siano di energie pari o inferiori all'agente.
Non è importante l'allineamento dell'Avatar. Quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dal sopracitato fattore.. [Passiva Razziale].

Duellante: il possessore del dominio ha sviluppato una capacità innata di sfruttare ogni oggetto riesca ad impugnare come una letale arma. Non solo, quindi, l'arma cui è legato e con la quale ha vissuto gran parte della propria vita, o della propria esperienza. Qualunque mezzo, per strano, informe o artificioso che sia, potrà asservire allo scopo designato di ledere il proprio nemico, sempre che la logica e la razionalità lo consentano. Pertanto, potrà sfruttare bottiglie, funi, cinte, sedie, falli, semplici assi di legno o pezzi di metallo, come armi letali che, nelle proprie mani, taglieranno il nemico al pari di una lama affilata o di una poderosa ascia.[Passiva Dominio]

Velenrancore Non è una casta vera e propria, si potrebbe dire - ma è solo parte dell'abominio generato dalla trasformazione della foresta nel Gwàthlaiss a causa dell'essenza del Gorgo scioltasi nel suolo - andando ad intaccare il profondo rapporto fra le fate e la natura. L'indole generalmente pacifica delle fate divenne distorta per alcuni in una paranoia, in altri per un desiderio impulsivo di uccidere coloro che minacciavano la propria tribù. Qualcosa che superava ben più la voglia di difendere i propri compagni che guidava i Frémalis, come se il rancore del Gorgo fosse divenuto insito all'anima delle Fate. Un furore che si manifesta nel loro stesso sudore, si dice, rendendo le loro lame portatrici di morte e pestilenza. Loro sono il cancro per curare il cancro.
[Ogni attacco fisico portato con le proprie armi può avvelenare l'avversario. Il veleno è quantificato come danno Basso al corpo, che sarà progressivamente debilitato da nausea e febbri ad ogni colpo andato a segno.][Passiva]

[Armatura naturale] I tatuaggi che ha sul corpo non solo delle rappresentazioni mistiche, simboli e percorsi di un viaggio lungo e ancora non concluso, non rappresentano la strada percorsa e quella che ha deciso di intraprendere, non sono solo legami con le forze naturali e la sua parte più selvaggia - il suo animale totem - quella Pantera che sente ruggire dentro di sé in un anelito di libertà ma sono molto di più. Fatti da un antico maestro tatuatore i suoi Irezumi raffigurano pantere insieme a peonie e fiori di ciliegio. Ma si uniscono anche a simboli più esoterici e insieme più particolari che sono i simboli della sua anima più selvaggia.
Tutto questo si traduce come una vera e propria armatura: simboli di un potere più arcano e ancestrale che ancora oggi non sa bene quale sia. Ma è indubbio che lo proteggono come se avesse una vera e propria armatura e forse nascondono molto altro.

_ ___ _____ ___ _



Abilità Attivate:
Dominio della terra. Variabile difensiva. Consumo Medio

Torturare la mente: Il mentalista si insinua nella mente del proprio avversario, scaraventandolo in una pericolosa illusione, durante la quale egli si vedrà morire.
La tecnica ha natura psionica e per essere castata necessita che si percepisca il bersaglio, anche solo visivamente. Il caster mostrerà alla vittima una visione violenta durante la quale egli subirà qualsiasi tipo di dolore fisico, a discrezione dell'utilizzatore della tecnica: potrà mostrargli l'istante della sua morte, fargli credere di essere torturato o altro ancora. La tecnica dura solamente un istante; ha potenza Alta e suddivide il proprio danno in Medio alla mente della vittima e Medio al suo corpo, come se quest'ultimo portasse le tracce dell'illusione appena vissuta. La tecnica può essere personalizzata al fine di rendere l'effetto psionico non come frutto di un potere mentale proprio del mentalista, ma attraverso l'uso di droghe, stupefacenti, gas o veleni di sorta.
Consumo di energia: Alto




_ ___ _____ ___ _

Riassunto e Note:
Rogozin passa al secondo stadio del malus e avverte la musica, che sovrasta il ruggito di Hyou lasciandolo scomparire. Ma il ruggito era solo il segnale che il Sdv si sarebbe mostrato e così succede. Sulle prime Rogozin non capisce chi sia, ancora frastornato dal malus, dai dubbi, dai perché di tutto questo, e solo dopo la tecnica di Mickey che a Rogozin appare per quello che è: il suo sensei. Per cui continua a combattere, e a combatterti sperando di poterti portare via da lì; vittima anche tu, come lui, del vero nemico cioè Velta.

Incasso la tecnica della falce. Sfruttando il mio Cs in agilità cerco di prevenire i danni dell’esplosione, ma restandone coinvolto ma tento di mitigarne gli effetti e mi avvedo dell’attacco del Sdv: casto Dominio della Terra a consumo e potenza Media e paro la freccia.
Sfruttando i miei Cs in più tento di parare il corpo e penetrare nella tua guardia assestando due colpi fisici.
Sono due affondi portati contemporaneamente ce tento di infilzarti uno dove si trova il fegato, l’altro al fianco sinistro.
A questo punto è castata Torturare la mente e cerco di renderti inoffensivo.


P.s il pensato di Rogozin nel testo vi è con questo codice:

CODICE
[color=#2d4963]<i> </i>[/color]
. Per non creare fraintendimenti.

 
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DanT&
view post Posted on 1/7/2014, 11:48




Ad Extirpanda
Strada Maestra V






Le battute finali sono sempre le migliori. O in uno spettacolo, quantomeno, di norma è così. Si aspetta sempre il gran finale, ed è esso a decidere tutto, se ne è valsa la pena o no, se si è speso bene il proprio tempo o invece lo si è buttato. Tempo, che in ogni caso non potrà mai più essere recuperato. Ed in conclusione, quindi, si capisce se lo si è investito bene o se preziosi attimi di vita sono andati perduti per sempre.
Mickey e Rogozin sembrano danzare in una dimensione dove tutto questo non ha importanzza. Ad uno spettatore immobile a godersi la scena parrebbero forse quasi galleggiare così come se fossero immersi in un liquido invisibile. I loro movimenti, furiosi, si mescolano in una sincronia che attenua la foga tramutandola in grazia. Due uomini che sembrano provare figure e proiezioni, due ballerini che sputano sangue e sudore per allietare un pubblico che non c'è e che non godrà mai della fine della vita di uno dei due.
Non ci saranno applausi nè grida di dolore alla morte del Tuttofare. Morirà solo, in un sogno, lontano da tutti. Così com'è vissuto.

Un fiotto cremisi schizzò rimanendo immobile a mezz'aria per un istante indefinito. La gravità, per un'assurda volta, veniva vinta dal sogno. Le lame dell'angelo penetrarono con grazia la pelle per gli ultimi istanti scura del Faccendiere. Erano affilate come l'acciaio più pregiato e scivolarono quasi delicate nella carne del biondo, affettandola con precisione chirurgica.
Mickey soffocò un gemito. Da un angolo della bocca colò un rivolo di sangue misto a bava. Piantò il suo sguardo ancora per qualche secondo lucido negli occhi di Rogozin e ciò che vide fu una rosa irta di spine. La vista gli si annebbiò, poi tutto divenne oscuro. Gli parve di vomitare l'anima mentre la musica di Velta alzava il volume assordandogli le orecchie, come una nenia psicotica inarrestabile.
Il cielo era rosso. Una croce sbilenca di nero ferro si stagliava netta contro l'orizzonte brullo. Nessun alito di vento spazzava quella landa desolata. Sulla croce qualcuno si muoveva gemendo, crocifisso come un animale. Il Tuttofare si riconobbe. Ebbe un conato che squassò anche il corpo dell'uomo attaccato a bracci di ferro. Aprì l'occhio e tutto cambiò prospettiva. Si trovava a qualche metro da terra e palmi e piedi bruciavano come se fossero immersi nella lava bollente di un vulcano. Dieci, cento, mille lame aguzze galleggiavano attorno a lui. Alcune erano seghettate, tutte era appuntite, altre solo arrugginite. Una lacrima solcò il suo viso e il Faccendiere si bagnò i pantaloni, per la prima volta, di fronte alla morte.
Le lame vibrarono.
Le lame si mossero.
Le lame lo assaggiarono.
Le lame lo uccisero.

Mickey...
Un buffetto sul viso.
Mickey...
Una vocina disperata.
Mickey alzati...
Era quasi in falsetto.
Il Tuttofare aprì l'occhio cercando di mettere qualcosa a fuoco.
Il mondo era sottosopra e lui stesso stava immerso nel proprio liquido gastico. Perdeva sangue, era malato, era stanco. Non voleva più rialzarsi, voleva tornare a dormire, voleva tornare a morire. Spense l'occhio.
Mickey non è il momento!
Il bambinetto che gli stava accovacciato affianco strillò la propria impazienza ed il Faccendiere si costrinse a voltarsi sul fianco non sapeva bene il perché. Lo irritava quella stupida vocetta, ma in qualche modo gli stimolava nel petto un sentimento che raramente aveva provato e che adesso non riusciva assolutamente a spiegare. Era affetto.
Si costrinse a tirarsi sui gomiti e vide ancora Rogozin incombere su di lui. Incredibilmente riuscì a sorridere sforzandosi come se avesse dovuto tenere il peso del mondo sulle proprie spalle.
Il fanciullo gli diede un altro buffetto, sulla gamba stavolta, quando a malapena riuscì a rimettersi in piedi reggendosi alla falce. Anche se non aveva un volto sembrava sorridere. Irradiava felicità e forse male interpretando l'Aggiustatutto la attribuiva al fatto che fosse ancora vivo. Ricambiò il sorriso invisibile cercando di toccargli la testa ed i capelli argentei continuamente mossi, ma la sua mano callosa gli passo attraverso.
Dobbiamo andare, Tuttofare, devi tornare.
Sembrava triste, e la tristezza pervase il mondo che agli angoli diventava nero, restringendosi.
C'è sempre il solito problema, ragazzo. Commentò amaro.
Non sei mai stato uno che abbatte i muri, Mickey. Il tempo ti ha insegnato a...
Ad aggirarli. Finì Mickey, sorpreso.
Il bambino annuì, contento.
Era vero, aveva ragione! Quando mai era stato un baluardo? Quando mai aveva lottato fino alla morte per un ideale? Quando mai aveva pensato fosse una buona idea morire piuttosto che sopravvivere? Arrendersi? Non cercare una soluzione?
Tutto ciò non faceva parte di lui e tutto lui non faceva quindi parte di questo mondo.
Un mondo dove un Tuttofare non fa qualsiasi cosa, ma solo una e la fa male.
Il Faccendiere capì. Solo alla fine, sempre alla fine.
Mosse rapido la mano tentando con tutte le proprie forze di ignorare dolore e nausea, di metterli per un istante da parte per fare qualcosa che gli riusciva da sempre alla grande. Scappare.
Per l'ultima volta la grande lama grigia ruggì la propria ferocia.
La biglia che conteneva il fumo della sera esplose, dando vita ad una nebbia che avrebbe reso impossibile vedere ad un palmo dal naso.
La falce volò all'indirizzo dell'angelo poco prima che venisse oscurato e, come animata da volontà propria, cercò di tenerlo occupat il più possibile.
Il bambino ridacchiò afferrando con l'impalpabile mano quella già tesa del Tuttofare.
E' ora di andare. Abbozzò con un sorriso impacciato.
Sì, è ora.
Con una risata argentina entrambi cominciarono a correre.
Cercarono di superare l'angelo sfruttando la copertura e nemmeno si resero conto di aver già superato una pietra su cui era inciso il simbolo I.
Continuare era inutile, ed alla fine lo aveva capito.
Bisognava solo andare avanti.
Abbattere un muro era inutile se era una vita, ed alla fine c'era arrivato.
Bisognava solo evitare la morte.
Bisognava solo tornare alla vita.




q8qu



CITAZIONE

Narrato
Pensato
Parlato


Parlato Fanciullo

• Energia: [30% - 10 - 0] = 20% Rimanente
• Stato fisico: Medio da impatto e lacerazione [Ignorato]; Basso aggravato da avvelenamento [Ignorato]; Alto da taglio/necrosi su metà del corpo [Ignorato]; Alto da lacerazione [Ignorato]; Medio aggravato da avvelenamento [Ignorato]; Nauseato
• Stato psichico: Medio [Ignorato]; Medio da affaticamento [Ignorato]
• Capacità Straordinarie: 1 [Intelligenza]
• Abilità Passive:
Sopravvivo alla faccia tua! [Razziale umana; Mickey non sviene al 10% di energie]
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui. [Talento Ammaliatore I; Malia psionica di Fiducia nei confronti di Mickey]
Il marchio del disertore. [Tatuaggio di maschera spezzata nell'incavo del gomito destro; qualsiasi appartenente al Clan Toryu diffiderà del portatore del marchio, sottovalutandolo e disprezzandolo innatamente, anche se non è a conoscenza del tatuaggio]
Red - Rivers - Reverie. [Passiva della Spaccaculi che fa ignorare il dolore fisico e psionico nel turno in cui una tecnica della falce viene attivata; Raggiunti i tre utilizzi delle tecniche concesse dalla falce il portatore cade in berserk perdendo la capacità di ragionare ed attaccando amici e nemici indifferentemente]
Furia [2/3]

• Abilità Attive:

SHEER-BLOOD-BLOOM | Tecnica media. Consumo medio. Natura magica.
Il potere che risiedeva nell'acciaio formante la falce in origine era immenso, proprio come un'arma per Guerriero che si rispetti in fin dei conti. Qualcosa che, pur non trascendendo la sapienza del suo iniziale possessore nel manovrarla, era capace di rovesciare in poco tempo le sorti di un combattimento. È triste che questo sia andato perlopiù perdendosi, vuoi per i cambi repentini di padroni o per l'inettitudine di questi ultimi nel servirsi del reale potenziale della falce. Solo un frammento dell'antica magia infusa da Bayard esiste ancora, ma ciò non rende l'arma meno pericolosa. Si dice che l'arma sia lo specchio di un Guerriero, e il Sorrisone aveva uno Specchio perfetto: la lama ricurva risuonava spesso e volentieri con i sentimenti turbolenti che si agitavano sotto il suo sguardo indecifrabile, e questa capacità si è conservata. Spendendo un consumo Medio il possessore potrà animare l'estremità tagliente della falce di un'aura rossastra, che potrà accompagnare un attacco fisico oppure essere scagliata a distanza prendendo forma di una mezzaluna. Al suo passaggio, l'aura lascerà un taglio lungo -seppur superficiale- sul punto colpito. Dal taglio fuoriuscirà un unico violento fiotto di sangue, a cui poi seguirà una copiosa emorragia simile a quella provocata da un colpo tagliente. La tecnica è difendibile tramite un'apposita tecnica di potenza almeno media, e provoca danni Medi al corpo del bersaglio dovuti allo shock per la perdita immediata di sangue.

FULFILLING - PHANTOM - FEAR | Tecnica nulla. Consumo nullo. Natura magica.
Leggende infine dicono che in realtà Bayard non sia affatto morto. A dirla tutta, diverse leggende allacciate alle figure del passato narrano una lunga vita prosperosa per i Guerrieri, perché in fin dei conti: come si può rovinare una buona storia con un finale triste? Aiuta molti a distrarsi dal dettaglio che -dopotutto- persino gli eroi prima o poi cadono. In battaglia contro un degno avversario o una canaglia, o contro le mani fredde del tempo. Sorrisone? Lui non si sa come morì. Semplicemente accadde, ed è nel suo mausoleo che fu riposta la Vermiglia, finché qualcuno non la portò via di lì. In tutto ciò, non sarebbe del tutto errato suggerire che Bayard sia ancora vivo. Magari non lui, quanto la sua essenza riverberante nella falce - nulla più che una memoria sbiadita del Guerriero che fu. E nulla meno. Niente meno che un semplice slot tecnica speso, consumo Nullo e la falce si muoverà da sola per l'intera durata del turno come se fosse impugnata da un fantasma invisibile, secondo la volontà libera e assoluta del possessore. Attacchi o azioni portate con questa tecnica non avranno valenza di tecniche di sorta, e sono contrastabili come attacchi fisici. Parimenti, l'efficacia delle azioni portate con questa tecnica sarà determinata dalle CS a disposizione del personaggio. Con il consenso del Qm o in un post autoconclusivo, è possibile utilizzare questa abilità come nulla di PK per scagliare la falce contro l'avversario, inseguendolo se necessario fino a lasciargli una ferita inguaribile o - qualora il possessore lo volesse - ucciderlo. Si è da soli, nella vita. Ed è meglio non dimenticarlo.
Ma, anche da soli dinanzi alla morte improrogabile, è possibile sorridere.

Oggetti utilizzati:


Biglia fumogena

• Riassunto:
A livello tecnico Mickey incassa tutti i tuoi attacchi attribuendosi un Medio per gli attacchi fisici aggravati di un altro Medio per Velenrancore. Subisce anche torturare la mente e praticamente arriva ad un passo dalla morte. Si autoinfligge un danno Medio alla mente per purificarsi alla tecnica Fear della falce per riportare il contatore dell'ira a zero e poi utilizza le due slot libero per attaccarti. Per prima cosa riutilizza Bloom della falce, semplice attacco magico di potenza Media, poi utilizza la biglia fumogena per creare un diversivo e ti scaglia contro la falce che si anima a e ti attacca per tenerti occupato con due attacchi fisici ad 1 CS.
Grazie alle tecniche riesce ad ignorare il dolore e cerca di sfruttare il fumo per scappare con il SdV.


• Note:
In questo ultimo post Mickey capisce di essersi allontanato troppo dalla sua vera indole durante tutto il combattimento. Il SdV (che qui diventa un fanciullo, infine) lo aiuta a ricordarlo e gli permette di elaborare una strategia che gli è più affine. Inutile difatto, per il Tuttofare, cercare di abbattere un ostacolo. Non ne ha la forza né le capacità, pertanto cerca di sfruttare le sue peculiarità, ossia tattica ed intelligenza, per muovere avanti. Cerca di farlo, quindi, con uno stratagemma atto a scavalcare Rogozin. Vuole scappare, non vuole morire, vuole semplicemente tornare a casa.
Detto questo, concludo qui l'ultimo mio turno attivo e colgo l'occasione per ringraziarti Wrigel, temibile avversario, e per ringraziare anche gli organizzatori del torneo.
Mi sono divertito e spero che chiunque abbia letto questo combattimento abbia fatto altrettanto scoprendo, così come me, lati del mio personaggio ancora tutto da esplorare.
A te per l'ultima volta la penna.
Buona fortuna, e ancora grazie di tutto.
 
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view post Posted on 2/7/2014, 11:57
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Vi erano contraddizioni nell’animo di Rogozin ma tutto questo lo riportava indietro nel tempo. Troppo indietro, ad un passato che lo aveva segnato, che lo aveva profondamente cambiato.
Vi era stato un tempo in cui lui aveva si combattuto, ma dentro di sé voleva solo scappare. Solo sparire; perché non era pronto ancora. Non aveva perdonato sé stesso né aveva trovato un suo equilibrio, tra quello che era e quello che sarebbe stato.
In lui vi erano due metà in continua lotta tra di loro che non lo facevano avanzare…che lo facevano restare fermo, immobile in un punto con la vita che scorreva avanti.
Provava rabbia dentro di sé, rivolta a sé stesso e per molto tempo, molto ma molto tempo, desiderò solo la morte. Scomparire perché lui cos’era? Strano che per trovare questa risposta, veramente, dovette scomparire e ritrovare sé stesso. Essere, unire due realtà, ritrovare il suo Io e infine rinascere a nuova vita.
Ma quanto volte era scappato? Quante prima di quel momento? Aveva perso il conto…e la vita gliene presentò uno di conto ancora più salato e duro.
La libertà che aveva trovato quel giorno, contro Ghin, contro un mondo bianco a urlare la sua volontà e a combattere contro una massa di ombre partorite da un male antico, l’aveva fatta sua. Aveva tentato di dare un esempio: lui che non era nulla di più che un vigliacco ora tentava di far aprire le proprie ali ad altri.
Furikami nasceva da questa idea: un idea di libertà ma anche di capire sé stessi e di assecondare il proprio Io. A non essere schiavi del passato, o del futuro, o del presente ma tentare di farli propri; di andare avanti nonostante tutto restando fedeli a sé stessi in un mondo di costrizioni, di gabbi e di contraddizioni.
Le stesse che, ancora, lui ci cadeva. Combatteva per una libertà però togliendola ad altri; uccideva ma non gli piaceva nemmeno quando era necessario; combatteva ma dentro cercava un'altra strada, un altro modo.
Vi è una pace che si trova solo al di là di una guerra? Forse, non ci credeva però. Anche le guerre erano delle contraddizioni in fondo ma non lo era anche lui? Lui era una contraddizione vivente: vita e morte nello stesso tempo, nello stesso istante, in un corpo.

« Sì, il colpevole è spesso vittima dell'offeso. E anche più spesso il condannato porta il fardello per l'innocente irreprensibile. Ma voi non potete separare il giusto dall'ingiusto e il cattivo dal buono; perché essi stanno insieme davanti al sole, come se il filo nero e il filo bianco fossero insieme intessuti. »

Quelle parole erano come un martello pesante nella testa: rimbombavano sempre, in ogni momento e ad esse sempre più visioni di quel giorno, di quella battaglia e non solo. Ma altre. Più sfocate, più in ombra… più inquietanti, seguite da sussurri e parole incomprensibili.
Sapeva a cosa andava incontro quel giorno; lo sapeva eppure lo fece perché di scelte non c’è n’erano. Oppure vi era una a cui i suoi occhi non avevano scorto?

« E voi che volete capire la giustizia, come potrete farlo se non studiando ogni fatto nella pienezza della luce? Solo allora saprete che l'eretto e il caduto sono un unico uomo e che la pietra angolare del tempio non è più elevata della pietra più bassa delle sue fondamenta. »

Oltre le verità degli occhi lui ancora non vi era giunto; così come non era giunto ad una maturazione di sé come uomo, come guerriero…come Rogozin. Voleva salvare il Faccendiere ma più perché rivedeva un Rogozin più giovane in lui. Ma non nell’inclinazione caratteriale, non perché si sentisse vicino a lui, empaticamente, ma forse solo perché, tentando di salvarlo, era come se mettesse a tacere il rimorso di quel giorno.
Il rimorso di quel torneo e di tutte le volte che non era riuscito a salvare nessuno. Furikami professava la libertà, tentava almeno di salvare quante più persone possibili ma si trattava solo di questo? Di uno slancio utopico, idealistico senza nessun secondo fine?
Oppure, ed era questo che lo tormentava, era solo una crociata per mettere a tacere sé stesso e affossare i suoi errori?





«Chiunque può arrendersi, è la cosa più semplice del mondo.
Ma resistere quando tutti gli altri si aspettano di vederti cadere a pezzi, questa è la vera forza.»




A volte nella vita si devono affrontare cose che pensiamo di non essere in grado di fare. Ma dobbiamo ricordarci che gli unici limiti sono quelli della mente. Oltrepassando i limiti di ciò che crediamo, possiamo realizzare l'impossibile. Anche quello di perdonare sé stessi, o di uscire da quell’incubo.

Nulla è come appare. Proprio come un pezzo di carta può essere più di un pezzo di carta negli origami, diventando una gru, un pesce o un fiore, così un guerriero non dovrebbe mai sottovalutare le proprie potenzialità nel piegarsi alla vita. Un guerriero deve sforzarsi di diventare più di quanto appaia in un primo momento, deve superare i propri limiti più evidenti. Questo è ciò che ci insegnano gli origami. Ancora una volta una lezione di vita dall’unico uomo che poteva chiamare padre..


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…la vita, le sue lotte lo avevano forgiato: mille ferite aveva avuto il suo corpo, era passato nel dolore della mente, in quello dell’anima e in quello del corpo; così come ora che la falce si abbatteva su di lui non sentì dolore… o per meglio dire non quel dolore fisico che si può provare in guerra essendo feriti.
Per molto tempo aveva sofferto più di adesso, più di quelle ferite, per molto tempo era stato cieco come adesso che i suoi occhi erano coperti da quel fumo nerastro; per molto tempo si dovette parare dai colpi della vita, dati dai suoi errori e dalle sue scelte sbagliate.
Ma non era una difesa forte….non era come ora che, nonostante il dolore, e le ferite, Antares brillava rossastra cozzando, danzando, baciandosi con quella falce maligna.
Si era stato cieco…si non si era mai difeso addossandosi colpe perché è più facile passare per vittima accusando tutto e tutti piuttosto che prendersi le proprie responsabilità, da uomo, ed andare avanti.
Le parole del suo maestro erano chiare…ma nella sua immaturità ancora non le capiva. Doveva crescere e diventare più maturo, più sicuro di sé, anche negli errori, e non averne paura: sbagliare si può, è pur sempre un modo per imparare. Gli errori sono lezioni di saggezza…
Un pulcino inizia a volare quando è pronto, quando apre le sue ali e si tuffa. Potrà sbagliare, non potrà alzarsi in volo ma ci riuscirà. Chiunque può arrendersi, è la cosa più semplice del mondo. Ma resistere quando tutti gli altri si aspettano di vederti cadere a pezzi, questa è la vera forza.

Il Faccendiere si dava alla sua fuga, su una strada che non avrebbe portato da nessuna parte…oppure solo assecondando sé stessi si poteva trovare l’uscita? Così come era arrivato così poteva uscirne: bastava trovare il modo.
Ma per trovarlo doveva credere di poterlo fare. Non vi è fallimento se non nel non provare più; di non alzarsi ancora…erano cresciute le difficoltà, lui si era messo alla ricerca di un colpevole e l’aveva trovato in un ombra…com’era quella frase che gli aveva detto Kaito?
Non se la ricordava si sforzava eppure non riusciva a ricordarsela. Vedeva il Faccendiere correre, scappare e andare lontano in un punto non precisato dell’orizzonte: forse quella strada non era quella giusta, forse vi erano altre strade invisibili ora ma che sarebbero divenute visibili se solo avessero avuto la forza e la volontà di cercarle.
In un luogo dove il tempo e lo spazio si contraevano, dove lui stava sparendo con quella nenia di sottofondo come commiato si sentiva più vivo che mai.
La mano del suo sensei sulla sua spalla, occhi diamantini in quelli profondi e neri suoi. Sospirò e guardò lontano: la battaglia era finita contro il Faccendiere che mai era stato il suo nemico.
Ancora una volta tutto era il contrario di ogni cosa e non doveva essere dimentico che lui era un Leone, o meglio, una Pantera dell’Edhel. Era lì per combattere una Torre maligna e la sua nera volontà di esistere ancora…e ancora…e ancora per gettare tutti in un nero buco infernale.
Non era più una battaglia era una missione. Il Sorya doveva rinascere sotto un'altra luce che lui avesse o non avesse un ruolo importante in tutto questo poco importava.
Ognuno di loro stava combattendo per questa causa, accumunati da questo spirito e…si, questo solo era l’importante.
Il resto contava poco…anche ora che il suo sangue gocciolava a terra, anche ora che le sue ali si aprirono, anche ora che si librò in alto nel cielo, come una freccia scoccata, anche ora nonostante si sentisse sempre meno parte di questo mondo, alienato da questa realtà, mentre il suo corpo svaniva sentiva che la sua anima bruciava ardente come il magma.
La sua volontà di gridare al mondo che lui esisteva.





Zvuf2od
AAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAH!!!






Quell’urlo, accompagnato da quel ruggito che era tutto questo.
La presa di coscienza di sé, dei suoi errori e della sua ancora non complete maturazione. Ma soprattutto il grido di un ragazzo che stava diventando uomo e che avrebbe trovato la sua strada; si sarebbe orientato in quel mare in tempesta che è la vita; un ruggito che era la dimostrazione di una volontà ardente come il magma che, seppure il suo corpo stava scomparendo, essa non lo avrebbe fatto.
Quel ruggito era anche il ruggito di una pantera, di un leone che portava di nuovo la sua sfida di fronte a qualcosa che era oltre le sue possibilità, ma che non gli faceva paura.
La paura l’aveva provata per tutta la sua vita ora si sentiva solo..
..vivo! Vivo e senza paura…l’aveva lasciata a terra quella. Le sue ali gli avrebbero fatto trovare la strada di casa, dei suoi amici, di Furikami e di quella libertà che tanto agognava per sé ma soprattutto per gli altri.










Rogozin
Energia: Gialla Pericolosità: E CS: +1 Maestria armi

Status fisico: Medio alle ginocchia; Medio al collo; Medio al Petto, Medio al braccio sinistro Status Psichico: Medio; Consumi energetici in questo turno: 5%;
Riserva energetica residua: 25%

_ ___ _____ ___ _

Abilità Passive:
Presenza angelica:
Allo stesso modo dei demoni, gli Avatar di stampo angelico non possono nascondere totalmente la loro presenza, pur mischiandosi con gli esseri umani e viaggiando tra loro e per le stesse vie. Le altre razze, infatti, percepiranno sempre qualcosa di sbagliato in loro, qualcosa di differente, ed è per questo che gli angeli incutono negli esseri innanzi a loro un innato timore reverenziale, purché questi non siano angeli stessi, e che siano di energie pari o inferiori all'agente.
Non è importante l'allineamento dell'Avatar. Quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dal sopracitato fattore.. [Passiva Razziale].

Duellante: il possessore del dominio ha sviluppato una capacità innata di sfruttare ogni oggetto riesca ad impugnare come una letale arma. Non solo, quindi, l'arma cui è legato e con la quale ha vissuto gran parte della propria vita, o della propria esperienza. Qualunque mezzo, per strano, informe o artificioso che sia, potrà asservire allo scopo designato di ledere il proprio nemico, sempre che la logica e la razionalità lo consentano. Pertanto, potrà sfruttare bottiglie, funi, cinte, sedie, falli, semplici assi di legno o pezzi di metallo, come armi letali che, nelle proprie mani, taglieranno il nemico al pari di una lama affilata o di una poderosa ascia.[Passiva Dominio]

Velenrancore Non è una casta vera e propria, si potrebbe dire - ma è solo parte dell'abominio generato dalla trasformazione della foresta nel Gwàthlaiss a causa dell'essenza del Gorgo scioltasi nel suolo - andando ad intaccare il profondo rapporto fra le fate e la natura. L'indole generalmente pacifica delle fate divenne distorta per alcuni in una paranoia, in altri per un desiderio impulsivo di uccidere coloro che minacciavano la propria tribù. Qualcosa che superava ben più la voglia di difendere i propri compagni che guidava i Frémalis, come se il rancore del Gorgo fosse divenuto insito all'anima delle Fate. Un furore che si manifesta nel loro stesso sudore, si dice, rendendo le loro lame portatrici di morte e pestilenza. Loro sono il cancro per curare il cancro.
[Ogni attacco fisico portato con le proprie armi può avvelenare l'avversario. Il veleno è quantificato come danno Basso al corpo, che sarà progressivamente debilitato da nausea e febbri ad ogni colpo andato a segno.][Passiva]

[Armatura naturale] I tatuaggi che ha sul corpo non solo delle rappresentazioni mistiche, simboli e percorsi di un viaggio lungo e ancora non concluso, non rappresentano la strada percorsa e quella che ha deciso di intraprendere, non sono solo legami con le forze naturali e la sua parte più selvaggia - il suo animale totem - quella Pantera che sente ruggire dentro di sé in un anelito di libertà ma sono molto di più. Fatti da un antico maestro tatuatore i suoi Irezumi raffigurano pantere insieme a peonie e fiori di ciliegio. Ma si uniscono anche a simboli più esoterici e insieme più particolari che sono i simboli della sua anima più selvaggia.
Tutto questo si traduce come una vera e propria armatura: simboli di un potere più arcano e ancestrale che ancora oggi non sa bene quale sia. Ma è indubbio che lo proteggono come se avesse una vera e propria armatura e forse nascondono molto altro.

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Abilità Attivate:

Ali spirituali: il campione genera sulla propria schiena un paio di splendide ali che lo ingraziano del dono del volo.
La tecnica ha natura magica. Adoperata per fini strategici, il campione genera sul dorso due ali eteree, materialmente intangibili, che gli concedono la capacità del volo per due turni di gioco compreso quello di attivazione. La velocità in cielo sarà la medesima che il caster ha sul terreno, non pregiudicando in alcun modo la normale regolamentazione sulle Capacità Straordinarie. È possibile personalizzare la manifestazione con la quale questo potere ha luogo; sarà infatti possibile cambiare l’aspetto delle ali nonché il movimento che potranno eseguire nel volo, adattandosi perfettamente sulla figura del personaggio.
Consumo di energia: Basso

TECNICA SDV
Urlo di guerra: il guerriero lancia un grido straordinariamente potente, che mira a stordire i nemici circostanti.
La tecnica ha natura psionica. Il guerriero emette un grido fragoroso, che si diffonde in tutto il campo di battaglia. Nel momento in cui giunge alle orecchie delle vittime ha un effetto stordente per qualche secondo. Il guerriero può scegliere liberamente cosa gridare, così come coloro che subiscono la tecnica possono scegliere la concretizzazione dei suoi effetti, che potrebbero variare da un forte giramento di testa, a un senso di smarrimento, o semplice confusione. La tecnica va affrontata come un'influenza psionica Bassa e infligge altrettanti danni alla mente di ogni vittima.
Consumo di energia: Medio



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Riassunto e Note:
Incasso la Tecnica Media – non avendo precisato dove la incasso sul braccio sinistro. Paro i tuoi colpi fisici grazie al Cs visto che hai detto che la falce arriva prima dell’esplosione del fumogeno e incasso pure quello e ti dà il tempo di scappare.
Vedendoti scappare non continuo e rimetto a posto le mie armi. Ricorro alla perga Urlo di Guerra(tecnica del SdV) che è più un urlo per provare a tutti e tutto che sono vivo, nonostante io sia per scomparire, casto Ali Spirituali e mi fiondo in aria tentando di trovare un modo per uscire di qui. Conscio che non sei tu il mio nemico e che come me stai solo cercando un modo per scappare.
L’urlo è accompagnato da un ruggito che potrai sentire ma per il combattimento finisce qui ^^

Per il post Rogozin si rende conto che la strada davanti a sé è ancora lunga e che pure lui, ancora, non sa bene dove andare. Interpreta il fatto che non si sa orientare con la sua mancanza di maturità per cui si fa un esame di coscienza e interroga sé stesso e tutto quello che ha fatto finora.
Ma in ogni caso sa che deve andare avanti, trovare la sua strada nonostante tutto; anche se ancora non riesce a scorgerla.
L’urlo di guerra, che è più un ruggito, è appunto questa dimostrazione, questa volontà di riuscirci e spicca in volo per tentare di oltrepassare questa soglia invisibile e gridare al mondo che seppure lui sta scomparendo non scompare la sua volontà e il suo Io più profondo.


Ringrazio Dant& - buona fortuna per i giudizi - per la giocata che mi ha fatto scoprire alcuni punti ancora da sviluppare nel mio personaggio, ringrazio gli organizzatori e ci si becca.

 
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view post Posted on 18/7/2014, 00:02
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Wrigel vs DanT&

» Wrigel

Scrittura. 5 /10

All’opposto del tuo avversario, hai un’ottima padronanza introspettiva, ma carenze per quanto riguarda la scena e l’ambiente, che pare più nella mente di Rogozin che vero e proprio. Ci sono le conseguenze date dall’arena, ma solo a livello mentale e le descrizioni sono povere e a volte poco chiare, oltre al fatto che all’inizio il tuo personaggio sembra esistere quasi solo mentalmente.
Ho trovato per qualche verso assurdo il fatto che metta mano alla spada davanti a Mickey, ma non ci parli per capire le sue intenzioni. Giustamente l’altro reagisce malamente, davanti a qualcuno così negativamente predisposto tanto da non voler usare la parola.
Purtroppo fai ancora molti errori grammaticali, tanti e di vario tipo. Si passa dal femminile che diventa maschile – e viceversa -, alle frasi nominali senza senso né contesto vero e proprio, alla mancanza di virgole dopo i “Sì/no” o i vocativi, alle ripetizioni. Ti faccio un esempio: “acuiva i dubbi e tutto sembrò contrarsi inghiottendo i due e i dubbi. Dubbi…per quante tempo nella vita ebbe dubbi? Gli aveva da quando era nato o, per meglio dire, gli aveva da quando seppe che era stato trovato in un campo di Demon Rose. I suoi dubbi”… Dubbi. E lo ripeti altre due volte dopo, nello stesso paragrafo. Nel dubbio, usa altre parole per non esagerare. Inoltre hai un serio problema con i passati: spesso usi il remoto al posto dell'imperfetto, che dovrebbe indicare contemporaneità a un'altra azione già segnalata.
Il tuo personaggio ha un passato pesante e si sente, ma nel presente, nonostante la tua negazione, appare a tratti vanaglorioso nel dialogo, un po’ esagerato e privo di umiltà. Non che sia una cosa strettamente negativa, qualora il personaggio fosse così strutturato, però sembra un aspetto che quasi vada a cozzare con la sua introspezione ben più profonda e molto ricca.
Peccato tu abbia sfruttato poco e un po’ male il servo. Sì, c’è un dialogo con lui… dopo che Mickey l’ha fatto scappare. Anche tu devi tenere conto che era unico, un’entità divisa tra due volontà contrastanti: contrasto che nel vostro duello si evince poco all’interno di essa, tanto da farla apparire come due entità distinte – cosa sbagliata.
Devi poi arricchire un po’ i flashback, ché in alcuni casi sono poco chiari o troppo ricchi di dialogo, senza che vi sia specificata la situazione o chi parli realmente, cioè chi siano i personaggi secondari. Ricorda: lo specchietto deve aiutare la chiarezza del testo, non donargliela. Anche le abilità, in questo senso, dovrebbero essere descritte almeno in parte anche nel testo, almeno nelle intenzioni, non solo con “un profumo” che poi, come si scopre nello specchietto, causa una crocifissione o qualcosa del genere.
Rispetto ai duelli che abbiamo combattuto insieme molto tempo fa, hai fatto molti passi avanti – e anche dal contest che ho corretto -, ma puoi migliorare ancora, anche solo revisionando il testo con qualche programma apposito e dedicandoti maggiormente alle descrizioni, visto che il punto di vista introspettivo è già molto ricco e a volte stupefacente.



Strategia. 5.75 /10

La tua strategia è stata, probabilmente, il punto di maggior rilievo nel duello. Purtroppo hai molti vuoti descrittivi anche qua e ciò potrebbe essere facilmente sfruttato dall’avversario per sfruttarli a suo vantaggio – sebbene spesso non sia stato fatto.
Nel primo turno hai agito bene, utilizzando la biglia per distrarre l’avversario e privarlo, dunque, della sua arma. O provarci, almeno. Anche la spallata è stata un buon seguito, poi seguito dall’attacco fisico che ti poneva in posizione di palese vantaggio su di lui. Due distrazioni per far andare a segno due attacchi. Forse potevi tentare di parare meglio gli attacchi, ma capisco che sarebbe stato un po’ forzato.
Nel secondo turno, anche, pari il colpo più pericoloso dell’avversario e rendi quasi inutile la sua tecnica usando il Corallo. Anche l’utilizzo della tecnica psionica, andata a segno, è stato assai buono per distribuire meglio i tuoi danni e impedire che venissero parati facilmente. Purtroppo l’effetto non è stato così ingente a causa della passiva del tuo avversario, ma hai fatto un buon lavoro. Il fatto di “mandare per lungo l’avversario” non è così chiaro ed è considerabile come una mancanza maggiormente sfruttabile.
Nel terzo turno sei andato peggio, ché hai pensato male di usare la tecnica psionica DOPO i tuoi attacchi fisici. Se l’avessi sfruttata prima, invece, sarebbe stato più facile mandarli a segno e avresti avuto un vantaggio maggiore. Riesci a cavartela bene a livello difensivo, ma potevi fare di meglio.
Il quarto turno è ciò che ti penalizza grandemente. Capisco non attaccare l’avversario, ma non il motivo per cui sprecare energia a livello narrativo personale – sebbene vada ancora bene –, anche se devo penalizzarti l’utilizzo del Servo della Volontà per una tecnica inutile. Avevi un Medio gratuito e lo sprechi così, inutilmente? Questa tecnica ti penalizza anche in sportività, come vedrai. Se hai tecniche gratuite, visto che spesso e volentieri nell’ultimo turno è difficile che si attacchi, cerca di sfruttarle prima. Così facendo è come se avessi usato il 15% dell’energia inutilmente, fattore altamente antistrategico.
In generale hai una buona strategia che ti ha portato a ottenere un notevole vantaggio sul tuo avversario, ma purtroppo sei partito benissimo per poi crollare fino all’ultimo turno. Cerca di sfruttare meglio le tue risorse la prossima volta.



Sportività. 5 /10

Anche per te alcune segnalazioni, ahimè, che devo dirti. In alcuni casi sei stato eccelso, quasi esagerando, come quando subisci addirittura due medi da attacchi fisici, ma in altre situazioni hai fatto alcuni piccoli errori, altri pesanti.
Prima di tutto non si evince da quel che scrivi il dolore che senti. Lo si può immaginare dal “non voglio morire” ecc., ma non c’è niente che faccia immaginare davvero il male che prova il tuo personaggio a livello propriamente fisico. Anche solo la sabbia negli occhi, che diventano rossi, non provoca la benché minima conseguenza di cecità, così come le varie ferita (medio al collo) si comprendono solo dal sangue. Non c’è dolore fisico, non ci sono conseguenze nei tuoi movimenti, niente.
Piccolezza è quella del Colpo Basso, che tu descrivi come spallata. Ok, l’esito è simile, ma mi atterrei per quanto possibile all’effetto della pergamena vero e proprio, che è quello di un colpo diretto alle gambe.
Infine devo segnalarti l’utilizzo dell’Urlo di Guerra. Come detto nel topic relativo alle domande, le tecniche utilizzate tramite il Servo della Volontà dovevano essere lanciare anche direttamente da lui. Non è un semplice slot, è un aiuto effettivo. Non solo la tua mossa è stata antistrategica, ma anche antisportiva da questo punto di vista, ché viene meno a un punto del regolamento. Ti salva il fatto che non avesse reali conseguenze nei confronti del tuo avversario, ma fa’ più attenzione la prossima volta.
Per concludere, mi congratulo con entrambi per essere riusciti a postare entro i limiti concessi e a finire il duello con anticipo.



Voto finale: 5.25 /10

DanT& «


Scrittura. 5.75 /10

Hai una buona padronanza del punto di vista scenico, creando buone descrizioni del paesaggio e sfruttandole per lasciare intuire le ragioni del tuo personaggio. Quest’ultimo, ahimè, a volte passa un po’ in secondo piano poiché l’introspezione è un po’ carente, quasi gli mancasse un passato o un pensiero ben delineato rispetto alla magnificenza che a volte raggiungono le parti descrittive, e fa dunque storcere il naso. Benché abbia un buon lessico, a volte si notano sviste numerose – così palesi da essere segnalate anche dal forum tramite sottolineatura – e costrutti errati.
Un esempio è questa frase: “cercò il collo del proprio nemico ansioso di gustarne le carni e spiccarne la testa. Ne strinse il manico grezzo, prono a non fermarsi”. Come vedi, c’è un errore grammaticale e sembra che il manico grezzo sia quello del collo del nemico. Ti consiglio di vedere dal punto di vista logico le tue frasi, ché questo è solo un esempio di tanti disponibili. Inoltre tendi a usare spesso il “che” al posto del “cui/di cui”, errore davvero grossolano, tanto quanto il passaggio da presente e passato a viceversa. Se vuoi utilizzarli separatamente in paragrafi dai punti di vista quasi differenti, va bene, ma altrimenti diventano un errore che in alcuni casi hai compiuto. Sono errori tendenzialmente ripetuti che punteggiano il testo senza invaderlo completamente e, pertanto, puoi risolverli tranquillamente con più impegno.
Sono rimasto sorpreso soprattutto dall’ultimo post, almeno l’inizio, che è davvero ben fatto nelle sue metafore e dona al testo un’aura raffinata, contrastata purtroppo dalla povertà delle ragioni del tuo personaggio. All’inizio sembra essere in preda alla furia, quando gode nell’arrecare danno a Rogozin, ma poi, alla fine, decide di scappare. Capisco che ci fosse lo zampino di Velta, all’inizio, ma con la perdita di energie dovrebbe essere ancora più forte, spingendoti a combattere fino all’ultimo. Invece prima combatte senza reale motivo, poi scappa ché prende coscienza di aver sbagliato. Scappa dopo aver picchiato, falciato e bombardato Rogozin.
Cerca di sviluppare più approfonditamente il punto di vista del personaggio, in modo da rendere la sua evoluzione meno straniante. Quando prova affetto per il fanciullo, non si capisce il motivo che causi ciò. C’è? Come l’odio “immotivato” verso gli arbusti, che dovrebbe essere però chiaro al lettore.
Ho trovato molto carino il modo in cui hai sviluppato il Servo di Volontà, sebbene tu l’abbia più fatto propendere per il tuo versante, quand’era unico per entrambi, tanto da farlo scappare con te nel finale. A volte hai anche forzato la sua presenza: nel secondo turno non si capisce perché chiami a caso il tuo personaggio, se non per avere un motivo per descriverlo. Anche l’immobilità del tempo quando ti parla è mal giostrata: si coglie poco e fa pensare che nel mezzo del combattimento i due si mettano a parlare a lungo quasi fossero a pranzo.
Ho apprezzato moltissimo il fatto che tu abbia sfruttato a dovere l’arena per trarne spunto, tanto da far girare l’intero duello attorno a essa. In sostanza è stata una buona prova, ma puoi migliorare ancora molto – e facilmente, visto che le basi sono buone.



Strategia. 4.25 /10

Potevi svilupparla meglio. Hai per molti versi un buon assetto tecnico, soprattutto per quanto riguarda la falce, ma lo sfrutti a volte male o non troppo sportivamente. Nel primo turno, ad esempio, riesci a mettere in seria difficoltà il tuo avversario tramite l’utilizzo del terreno e la distrazione psionica, effetti che però non sfrutti per mandare a segno la tecnica che attivi – parecchio forte, ma facilmente parabile – la quale, infatti, viene evitata tranquillamente.
Nel secondo turno fai dunque meno di quanto avresti potuto: ti pari bene dall’attacco nonostante la biglia presa in pieno, e poi attacchi con una tecnica simile, però meno forte e ancor più facilmente parabile. Purtroppo non capisco perché tu abbia voluto attaccare con l’attacco dovuto alla tecnica una volta e non due, quando potevi, rendendo la difesa meno semplice. Insomma sfrutti delle tecniche che sono molto dispendiose, ma assai poco efficaci se non utilizzate insieme a qualche altra che faccia da supporto.
Molto buona è la passiva della tua arma, che ti permette di ignorare bellamente i danni subiti e quindi non trarne svantaggio: cosa che hai giustamente sfruttato a dovere.
Nel terzo turno, subisci come in tutto il duello, tutti i danni psionici, ma rispondi bene all’attacco fisico e sfrutti a dovere il Servo per attaccare e non andare troppo sotto di energia. Purtroppo non hai reali distrazioni da sfruttare, quindi poteva andare meglio.
Infine, per quanto riguarda il quarto turno, non c’è reale strategia. Hai usato buoni metodi per scappare, ma non pararti ti ha portato a ridurti quasi alla morte soltanto per concludere il duello in modo diverso, ma non ti ha portato, in senso stretto, a sconfiggere l’avversario, sebbene tra fumogeno e animazione della falce tu abbia creato un buon diversivo.
Insomma il tuo apparato tecnico, a parte una difesa psionica, è buono, ma devi cercare di sfruttarlo meglio: non tirando due alti in due turni o non sfruttando distrazioni per far andare a segno i tuoi colpi più forti. I tuoi consumi energetici per le tecniche sono in generale stati maggiori di quelli del nemico per pararsi o del danno arrecato e ciò è altamente negativo.
Cerca di sfruttare il momento giusto e andrà tutto meglio, di creare strategie che non siano soltanto dipendenti dalla narrazione e dalle tecniche a tua disposizione, ma anche che facilito la tua vittoria maggiormente.



Sportività. 5.5 /10

Piccole segnalazioni da fare. Prima di tutto devo farti presente che il Servo della Volontà era condiviso e, benché fosse possibile che a seconda del turno assumesse sembianze un po’ diverse, farlo addirittura scappare con te era un po’ eccessivo. Nel primo turno, inoltre, usare due tecniche attive più, praticamente, tre attacchi fisici era un po’ eccessivo, ma l’hai compensato bene non arrecando nello stesso turno il danno dell’ultima abilità. Nel secondo turno probabilmente hai un po’ esagerato parando tranquillamente la tecnica dopo la biglia, atta a distrarti: capisco che perdendo la falce avresti dovuto fare a meno di molte tue tecniche, ma non hai usato reali espedienti per motivare la tua resistenza.
Nel terzo turno attivo, inoltre, hai ignorato un attacco del tuo avversario, forse perché non scritto abbastanza chiaramente, ma avresti dovuto chiedere delucidazioni in caso.
Nel quinto, invece, sfrutti una tecnica per azzerare gli effetti di Furia, ma non segnali nello specchietto il modo in cui lo fai – sono dovuto andare in scheda a vedere la descrizione dell’effetto.
Sono tutte piccolezze o comportamenti eccessivi, ma dalla conseguenza narrativa, quindi non sei tanto penalizzato.
Cerca soltanto di essere un po’ più chiaro, in alcuni casi, o di motivare meglio ciò che permette le tue azioni.



Voto finale: 5.16 /10


Il vincitore del duello è Wrigel!
Il vincitore ha diritto ad un post conclusivo di vittoria.

Correttore Desdinova
 
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11 replies since 7/6/2014, 16:48   345 views
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