Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Alaria vs Eloise

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view post Posted on 7/6/2014, 16:52
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And...bla..Bla..BLA
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La biblioteca delle storie immaginate (Matkara)

28qqhjl

Entrate, oh viaggiatori delle lande proibite, oh scopritori di tesori mai visti. Eccola, la biblioteca è qui e voi ne avete varcato le soglie. Non sapete invero come ci siete arrivati e perché, ma vi lasciate trasportare dal calore che vi accoglie, dall'odore di carta che aleggia per tutto il perimetro della grande sala. Ai vostri piedi un lungo tappeto rosso si dipana, accompagnandovi in tutte le sezioni. È grande, immensa, forse la più immaginifica e fornita biblioteca che avete mai visto e che mai vedrete nella vostra vita. Gli scaffali robusti levigati in legno di cipresso, sono altissimi, infiniti, e proseguono in modo perfettamente organizzato, costeggiati da scale altrettanto lunghe che agevolano la scoperta dei libri più alti. L'aria che si respira all'interno dei corridoi lunghi e complessi come labirinti è stantia, come se fosse rimasta chiusa ai visitatori per tanto, troppo tempo. Sentite oh voi che giungete in questo luogo perduto, il richiamo dei libri, delle storie. I volumi vi parlano, cercano di attrarvi verso di loro. Apriteli, sfogliateli. Ciò che vi leggerete all'interno sono storie mai scritte, mai dette. Storie rimaste nella mente e nell'immaginazione dei loro ideatori. Scrittori troppo timidi che non hanno avuto l'ardimento di mettere per iscritto quelle trame originali. Scrittori, a volte tra i più famosi, che quei racconti li hanno soltanto dipinti nella loro mente. Sono romanzi di qualsiasi genere e forma: epici e fantastici, gialli, commedie, drammi, storici, quotidiani e qualunque altro tipo di narrazione. Scritti in lingue diverse, lingue che forse conoscete, altre di cui nemmeno immaginate la provenienza. Copertine di qualsiasi forma e consistenza, fogli fruscianti o compatti. Tutto ciò che non è stato mai detto nel mondo conosciuto potete trovarlo scritto in questi libri. Ci sono mappe, storie di viaggi, disegni. Ma questi, come parte della stessa immaginazione degli uomini, saranno incompleti e - a mano a mano che sfoglierete le pagine - le lettere diverranno sempre più sbiadite ed illeggibili, fino a rappresentare soltanto un mucchio di fogli bianchi verso la fine di ognuno.

Alaria Vs. Eloise
Gialla Vs. Verde
F Vs. E


Primo post: zis
Player Killing: Da definirsi nel primo post di presentazione.
Durata: Un solo post di presentazione e quattro post di combattimento. La scadenza per postare è fissata il 10 Luglio.
Tempi di risposta: Quattro giorni dalla risposta dell'avversario. Per ulteriori informazioni consultare il regolamento del torneo.

 
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zis
view post Posted on 9/6/2014, 22:00





Il mio nome è Alaria e questo corpo non mi appartiene:
io sono una fata.




Aprii lentamente gli occhi.
La vista, dapprima sfocata, mi permise lentamente di distinguere i contorni degli oggetti che mi circondavano.
Un leggero senso di smarrimento e mal di testa non mi permetteva di comprendere appieno la realtà che mi circondava.
Per ora sapevo solo che mi trovavo sdraiata su un tappeto rosso e davanti a me vedevo un mobile pieno di libri.
Appoggiai le mani sul tessuto cremisi, che era morbido e soffice, tutt'altro che scomodo, e mi alzai facendo leva sulle mie braccia.
Tutte le mie azioni risultavano lente, avevo infatti paura che un brusco movimento avrebbe potuto riaprire le ferite della battaglia precedente con il grande cavallo demoniaco.
La mia mano passò lentamente sul mio seno per poi raggiungere le costole: erano tutte intere?!
Com'era possibile? Quanto tempo era passato?
Le mie ossa si erano completamente rigenerate in così poco tempo?
Insomma, non avevo la più pallida idea né di dove diavolo mi trovassi né di cosa mi era successo.
Ero perduta in uno strano mondo che assomigliava quasi a un sogno.
Iniziai a camminare verso uno di quei mobili e afferrai un libro a caso.
La copertina era in pelle, ben rifinita con piccole scanalature che andavano a disegnare dei motivi floreali.
La mia mano passò lentamente sui bassorilievi, che premendo sui miei polpastrelli mi permettevano di assaporare l'ottima fattura di quell'opera d'arte.
L'odore di carta aleggiava per tutta la grande biblioteca.
C'era un unico problema: io non sapevo leggere!
Perché tra tutti gli strani luoghi di questo mondo dovevo essere catapultata all'interno di una biblioteca?
Era forse un invito ad arginare la mia ignoranza?
Forse era veramente giunta l'ora di imparare qualcosina, ma chi mi poteva insegnare?
Mi voltai leggermente guardandomi: intorno non c'era anima viva.
Solo alti scaffali si stagliavano altissimi fino al soffitto, tanto imponenti che quasi faticavo a vederne l'apice.
Un mondo ripieno di sapere, conoscenza, segreti... uno strano sentimento, che non provavo da tanto tempo, iniziò a far capolino: la curiosità.
Volevo vedere ogni singolo libro, conoscere ogni più piccola storia di quel mondo.
Aprii il tomo che tenevo ancora tra le mani; piccole lettere oblique e fini si ammassavano fitte fitte sulle pagine.
Se solo fossi stata in grado di comprenderle sarei stata la fata più felice del mondo.
Avevo bisogno di un manuale pieno di immagini, di figure.
Presi un altro volume, lo aprii... altre scritte.
Un altro tomo e poi un'altra opera, i libri scivolavano veloci dalle mie mani come acqua che scorre continua in un ripido ruscello.
Sempre più veloce, sempre più disperata per trovare ciò che meglio si addiceva alle mie capacità.
Presto tutta la conoscenza di quel ripiano finì e così anche di tutti gli altri sottostanti.
Afferrai un scala di legno e vi salii rapida, ero in preda a una fame vorace che doveva essere saziata immediatamente.
Prima che me ne potessi render conto avevo raggiunto almeno i trenta piedi di altezza e guardar giù quasi mi spaventata, ma neppur questo riusciva a farmi desistere dalla mia missione.
I manuali si ammucchiavano in cataste disordinate sempre più alte dietro di me, senza la minima cura per quelle storie.
La mia mano si prolungò per afferrare l'opera successiva, ma trovò il vuoto.
Avevo già visionato tutti quei tomi?
Mi voltai indietro per osservare la catastrofe che avevo generato e provai un leggero senso di vergogna, sia perché non avevo portato rispetto a tutte quelle avventure narrate da mille autori diversi, ma anche, e sopratutto, per la mia ignoranza.
Sc-scusate.
Una piccola parola che poteva, sovente, fare molte magie.
Il libro, sulla punta di quella catasta informe, si aprì.
Le pagine iniziarono a muoversi velocemente, poi il tomo si librò nell'aria e andò a riposizionarsi dove si trovava fino a pochi minuti prima.
E così altri mille volumi lo seguirono, uno stormo di opere letterarie che magicamente si mettevano in ordine.
Osservavo la scena esterrefatta, con la bocca aperta e un po' di gioia nel cuore a vedere quei libri sbattere le loro copertine come ali e volare.
Se solo avessi potuto anche io librarmi nell'aria...
Quei movimenti eleganti producevano una leggera brezza che muoveva i miei capelli, un piccolo venticello piacevole.
Il rumore del fruscio dei fogli era diverso per ogni libro e generava una strana armonia surreale... era davvero reale questo luogo?
Tutto ciò che mi circondava sembrava prossimo a un sogno.
O che fosse l'aldilà?
Scesi le scale lentamente e iniziai a proseguire per il percorso tracciato dal lungo tappeto rosso.
Quello scaffale, per quanto mi avesse offerto uno spettacolo emozionante, non possedeva ciò che avrebbe saziato la mia curiosità.
Poco tempo passò perché un libro, tra i tanti, attirò la mia attenzione.
La via si apriva su uno spazio circolare vuoto, tanti altissimi scaffali circondavano questo luogo.
Il tappeto cremisi si allargava e copriva ogni singolo centimetro di pavimento.
Sembrava quasi una piazza.
Il diametro era ampio e non c'era nulla che potesse permettere ad alcuna anima viva di celarsi da qualche parte.
Se mi fossi addentrata in quel luogo, chiunque avrebbe potuto vedermi da ogni via che lì si congiungeva.
Non sapevo se fossi realmente sola in quel posto ed espormi così tanto sarebbe stato rischioso.
Non avrei continuato a camminare, difatti, se non fosse stato per l'immenso piedistallo che si ergeva al centro della stanza.
Trenta gradini di marmo bianco lucente lo innalzavano verso il soffitto.
Una luce mistica, dall'alto, illuminava il grande e pesante tomo che veniva sorretto da un leggio dorato, con fini intarsiature e piccole gemme che brillavano, splendide sotto la radiazione luminosa.
Volevo aprirlo.
Volevo vederlo.
Volevo scorrere i miei polpastrelli sulla raffinata carta che componeva quell'opera d'arte.
Doveva essere qualcosa di assolutamente magnifico se tanta ricchezza e spazio erano dedicati a quel volume.
Mi trovavo ora ai piedi della scalinata circolare e dopo un brevissimo momento di incertezza, presi un grande respiro, posando subito dopo il mio piede sul primo gradino con coraggio.
Salii, sempre di più.
A ogni gradino aumentavo la velocità e la paura di espormi diminuiva continuamente.
Eccolo, il grande libro, su cui finalmente si potevano posare i miei occhi.
Con delicatezza afferrai la copertina bruna; finemente rilegata con gemme preziose incastonate lungo tutti i suoi lati.
Lo aprii.
Una luce intensissima venne sprigionata, assieme ad un rumore assordante e un'aliena forza mi sbatté a terra con violenza.
Mi sfregai gli occhi e riprovai a guardare le conseguenze delle mie azioni.
Un esserino oscuro librava a pochi centimetri dal tomo e strane luci dorate si generavano attorno, simili a piccoli fuochi d'artificio, che fiorivano in piccoli ghirigori luminosi destinati a svanire poco dopo.
Questo spettacolo durò per pochi istanti che mi sembrarono quasi eterni, tanto era la bellezza da essi sprigionata.
Sono la Volontà.
L'esserino nero parlò posandosi sul libro che lo aveva liberato.
Non possedeva una bocca né un volto, né le mani, né i piedi.
I suoi arti terminavano con estremità tondeggianti e pure il suo cranio sembrava quello di un pallone.
La voce era quasi infantile, acuta, eppure avevo la sensazione che egli fosse estremamente antico.
La mia volontà?
La vostra!
Rispose istantaneamente.
Non capivo...
Sai leggere?
Sono in grado di fare tutto ciò che potrebbe realizzare la vostra volontà.
Quindi sapeva farlo o no? Non ci capivo niente.
Cosa c'è scritto in questo libro?
Dissi indicando il grande tomo su cui egli si ergeva.
La storia di tutti e di nessuno.
Anche la mia?
Passato, presente e futuro.
Leggetemi qualcosa che accadrà, vi prego!
Verrà una guerra e tu combatterai per i nani, poiché una leggenda antica che narra del vero amore attirerà il tuo interesse.
Una leggenda? Wow! Dimmi altro.
E le ore passarono, mentre le mie gesta passate e future mi venivano narrate ad alta voce.
Che fossero davvero vere?
Doveva essere una stregoneria poter esser in grado di trasformare quei simboli in storie così avvincenti...
Quell'esserino probabilmente si stava inventando tutto.



Pensato Alaria. Parlato Alaria.
Parlato d'altri.


Alaria
Mana: 100%
Cr 40%|Al 20%|Me 10%|Ba 5%
Stato fisico: 0/16 illeso.
Stato Mentale: 0/16 illeso.
Cs: 1 [Resistenza]

Attive: //

Passive:


Abilità razziale: Sangue guerriero ~ I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia


Guaritore: la principale capacità dei possessori di questo talento è quella di sopperire alle normali debolezze delle tecniche di cura utilizzate da qualsiasi altra persona. Se infatti normalmente - in termini tecnici - una tecnica di guarigione allevia un danno pari ad un livello inferiore alla potenza della tecnica, per chi possiede questo talento non sarà così: il danno curato dalle suddette tecniche sarà sempre pari al consumo e alla potenza della tecnica stessa.


Armi
Mazzafrusta
Scudo
Arco [15/15 munizioni]

Riassunto.
Alaria si sposta verso uno spiazzo abbastanza largo, circolare, con il tappeto rosso che lo copre interamente.
Al centro vi è un piedistallo, con scalini circolari e all'apice di tutto vi è un leggio dorato.
Un'ombra nera esce da esso.
Fa rumore raccontando le storie di un libro.
Alaria resta lì ad ascoltarlo.

Note.
Spero sia tutto chiaro.
Buona giocata. ^w^

Post modificato per specificare PK OFF.




Edited by zis - 9/6/2014, 23:58
 
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view post Posted on 13/6/2014, 22:53
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koneko no baka
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Aprì gli occhioni verdi, improvvisamente. Sollevò la testa, scuotendo la nuvola di capelli candidi, con l'intenzione scrollarsi via di dosso gli orribili fotogrammi della battaglia appena conclusa. Era stata un sogno? Si prese la testa fra le piccole mani e provò a controllare il respiro impazzito. Scosse la testa, divorata ai dubbi e dallo spavento che l'attimo precedente al silenzio le aveva messo addosso. La landa si era come spezzata, il cielo si era chiazzato di colate nere, oscure cascate vomitate da quel mondo misterioso eppure così vicino. Come centinaia di fulmini si erano materializzate loro, le Ombre. Miriadi di fulgidi fantasmi, neri come bestemmie a calcare il suolo di Matkara. Quando la ragazza candida le aveva viste, qualcosa dentro di lei la avrebbe spinta ad avvicinarsi, se il mondo non fosse improvvisamente divenuto lontano ed impalpabile. Aveva tenuta gli occhi aperti mentre veniva catapultata in un'altra realtà, ma ora che la poteva sentire non ostentava più così tanto sprezzo del pericolo.
Mentre i suoi occhi si abituavano alla scarsa luce che la stanza ancora ignota offriva, i suoi sensi la avvertirono della presenza felina alle sue spalle. Il gatto si era alzato ed ora si guardava attorno con circospezione. Eloise si alzò a sua volta, caricando le gambe disorientate del peso del suo piccolo corpicino. Incontrò gli occhi del felino, le pupille dilatate in uno spettacolare perigeo di opali. Fronteggiò il suo riflesso sfocato, poi realizzò. Si voltò di scatto, creandosi attorno una corolla bluastra con la cappa ora asciutta. Di fronte a lei, minuscolo fiorellino verdeblu, un lunghissimo corridoio correva all'infinito, le pareti di librerie di legno scuro zeppe di libri fino a raggiungere il soffitto, oscuro cielo privo di stelle. Mosse alcuni passi, preda della meraviglia. I suoi piedini calzati da stivali affondarono in un morbidissimo tappeto di velluto scarlatto, steso a coprire il legno del pavimento. Si sorprese a sorridere, girando su se stessa, poi a saltellare, mugolando nel vano tentativo di trattenere risatine meravigliate. Avanzava ruotando sulla sua medesima figura, intenta a non perdersi nemmeno un briciolo di tutta quella bellezza che la circondava. Il grande felino la seguiva, scivolando in mezzo ai corridoi appena abbastanza larghi per il suo corpo aggraziato. La sua coda sfiorava leggera i dorsi variopinti dei libri che riposavano da secoli, svegliando evanescenti nuvole di polvere che si disperdevano all'istante nella penombra carica di mistero e silenzio, oscuro complice.
Davvero una buffa coppia quella che si aggirava per i corridoi della Biblioteca delle Storie Immaginate accarezzando il velluto cremisi senza creare suoni.
La ragazza, di tanto in tanto, allungava un braccio, stiracchiando le dita per sfiorare la copertina di qualche tomo o le rifiniture di minuscoli libricini. Si addentrava in quel labirinto di corridoi e cunicoli bui con l'entusiasmo di una bambina, con la spensieratezza di chi non sa che la consapevolezza arriva dopo, come una risacca che segue l'onda. Annusava la polvere del minuscolo spazio tra il dorso di un libro e la fine di una mensola, giocava con le nuvole di flebile luce colorata che fuggivano evanescenti. Arrivava ai vicoli ciechi con la gioia di chi già conosce la strada. Con movimenti rapidi si inerpicava sugli scaffali, attenta a non far cadere gli scritti; e così faceva anche il gatto, seguendola. Non appena arrivavano in cima, si sedevano sulla stretta passerella di legno creata dalla mensola e cercavano di osservare in basso meglio possibile, scrutando attraverso la penombra tetra. Lì trovavano strani tesori, piccoli insetti fossilizzati, minuscoli grumi di polvere e gioielli di luce riflessa sui dorsi colorati dei libri. Erano sensazioni piacevoli per la piccola ragazza sognatrice. Sulla cima di una libreria aveva persino trovato un piccolo libro verdeazzurro, rifinito e ornato di decori candidi che ricordavano piccole foglie e fiori di campo. L'aveva sfiorato, desiderandolo ardentemente. Poi, rapida come una lince aveva portato la mano piena delle pagine meravigliose alla bisaccia, facendo scomparire il libricino nelle pieghe scure del mantello. E tutto era terminato, nel segreto di una cappa verdeblu.

··~··



Camminava da un tempo che le pareva infinito, quando bloccandosi di colpo, scossa da un violento fremito aveva udito distintamente un suono di passi. Passi malamente cadenziati, pesanti. Gettando una furtiva occhiata al felino lo aveva colto in ascolto, nell'intento captare qualche altra informazione riguardo al misterioso avventore della biblioteca.
Improvvisamente il senno tornò al suo posto, la consapevolezza si sedette ancora sul suo tirannico trono ed alla ragazza iniziarono a tremare le gambe. Chissà com'era finita in quel luogo sconosciuto e disperso. Chissà che fine avevano fatto gli altri, il guercio, il cavaliere, il bizzarro uomo con gli occhiali scuri. Chissà dove si trovava ora la ragazzetta bionda e spietata e le sue due strane compagne semi-umane. Chissà chi era l'essere che calcava il velluto purpureo della biblioteca. Si fece guidare da tutte queste domande e dal suono dei passi, curiosa ed inquietata dalla piega che la vicenda stava prendendo. Il tappeto rosso non finiva mai, o almeno così le parve, quando infine si trovò in prossimità di una strana fonte di luce. Era lì, bucava il corridoio che curvava a gomito proprio di fronte a lei. Ed era così calda, era d'oro. La ragazza si avvicinò con cautela, bagnandosi appena gli occhi di quel permesso silenzioso. Quando fu sufficientemente vicina, si acquattò ai piedi di una libreria, infagottandosi nella cappa blu. Oltre alla soglia dorata, una laguna scarlatta si dilagava tra i giganteschi menhir di librerie, portando in grembo, al centro, un modesto palco circolare contornato da scale. Su di esso si stagliava un leggio d'oro, che sorreggeva solennemente un grosso libro. A sfogliare il meraviglioso, una creatura molto più grande del dovuto prendeva il posto dell'oratore. Accarezzava le pagine con una delicatezza davvero inusuale per la sua razza, osservandole con una curiosa espressione, un misto di meraviglia, rispetto e vergogna. Eloise dedusse che probabilmente non sapeva leggere, la poverella. Ah, se solo avesse potuto insegnarle, l'avrebbe resa così felice. Ma la fiducia non era abbastanza, per ora.
Cercò di pensare ad una soluzione, poi ne trovò una accettabile e non del tutto scorretta.

··~··



Le morbidissime zampe del grande felino si adagiarono sul velluto, tuffandosi delicatamente nella pozza di luce dorata. Si diresse con estrema grazia verso il centro della stanza circolare, fermandosi e sedendosi in un unico fluido e sinuoso movimento. Mantenne una certa distanza dal leggio e prese a fissare la grande ragazza con occhi vuoti, accesi forse, solo da una scintilla di pura curiosità. E stette, senza muovere un muscolo del corpo affusolato.
A qualche metro di distanza, Eloise osservava la scena, intenta a studiare le mosse della creatura nascosta dalla penombra più nera dell'alba imminente. Si accorse solo in un secondo tempo dell'esserino nero che fluttuava sopar il libro. Troppo tardi, quest'ultimo avava voltato quella che doveva essere la sua minuscola testolina nella sua direzione, lanciandole una strana occhiata e poi tornando lentamente a guardare la mezz'orca.
La ragazza candida rabbrividì.


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Camminare, vedere, respirare, vivere.
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2 (destrezza)

Tutto ha un altro... sapore, odore, un'altra sensazione. Ecco tutto. È ciò che sento, con le orecchie, con il naso, con la lingua, con le dita. È ciò che vedo. Adoro toccare, sfiorare le cose. Adoro la sensazione che provoca, la leggera scarica di elettricità che attraversa le dita, chiudere gli occhi e percepire il tremore della terra sotto i passi di qualcuno. Tendere un dito e godersi le vibrazioni dell'aria al passaggio di qualcuno, cercare anche le più minuscole tracce del battito d'ali di una farfalla che generando microscopici fremiti nell'aere immobile si disperde come una goccia in un grande lago. [passiva razziale, sensi sviluppati]


Silenzio. Buio totale. Mi prodigo ogni giorno in questa abilità. Muoversi senza creare suoni, senza disperdere odori, senza poter essere individuata. In un certo senso lo trovo divertente. Voglio dire, apparire improvvisamente alle spalle di qualcuno è dannatamente spassoso, soprattutto se poi ci si ferma ad osservare la sua reazione. E vedere dalla mia posizione i miei inseguitori annaspare nel buio, rantolare bestemmie e frasi sconnesse mentre si rendono conto di avermi persa di vista. Divertente. [talento assassino, passiva di primo e secondo livello]


0e8luhE

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yg7FA9F

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Beh, che dire? Primo post per questo duello, sono solo molto entusiasta dell'ambientazione. Ergo, bando alle ciance, buon duello per zis e buona lettura per voi tutti ^^

powered by Il favoloso mondo si Amelie - OST

 
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zis
view post Posted on 18/6/2014, 22:25





Il mio nome è Alaria e questo corpo non mi appartiene:
io sono una fata.




Già sapevo il mio futuro.
La Volontà, o così aveva detto di chiamarsi, me l'aveva letto all'interno di quel grande libro.
Ciò che mi attendeva in quel luogo era una grande battaglia.
Non sapevo le ragioni che stavano dietro a questo incombente spargimento di sangue, tuttavia potevo ben immaginarle, esse riguardavano quello stesso tomo.
Quel volume conteneva tutta la mia storia, futura e passata.
Ogni mia singola azione, ogni mia più piccola debolezza e forza.
Andava avanti a lungo nella narrazione di tutte le mie gesta, anche se, verso la fine, le parole sbiadivano sempre più per poi terminare con candide pagine vuote.
Il mio avvenire non dipendeva solo da lettere già scritte, ma anche dalle mie azioni.
Quel tomo era la prova dell'esistenza della libertà.
Tutto ciò che era opaco e quasi illeggibile poteva essere cambiato dalle mie scelte; ero sicura di questo.
Eppure i caratteri con cui era stato descritto questo duello erano neri come l'omino che narrava per me la storia.
Non avrei combattuto per nessun'altra ragione se non per proteggere il mio futuro, era ovvio che qualche essere infido e maligno volesse quindi derubarmelo.
Nulla, però, sembrava rovinare la quiete che regnava in quel lago scarlatto, tanto calmo che persino il battito del mio cuore poteva essere sentito.
Tu-tum, tu-tum.
Esso accelerava di più a ogni istante mentre l'attesa della venuta del ladro si prolungava sempre di più.
Mi guardavo attorno, ma nulla si vedeva nelle vie che si congiungevano in questo spiazzo circolare, pur trovandomi in una posizione leggermente sopraelevata.
La Volontà era seduto sul grande tomo con le gambe incrociate, mentre voltava lentamente la sua testa priva d'occhi verso ogni direzione.
Volly...
Volly?
Sì, Volontà è troppo lungo.
Senti, ma quando dovrebbe arrivare questo mio avversario?

Smisi di cercare attorno e osservai il piccolo esserino.
Egli iniziò a grattarsi la testa, come se si arrovellasse sul fatto di poter o meno parlare.
beeeeh...
Beeeeh?
L'omino nero prese un bel respiro.
Beeeeh...
Beh, cosa?
Sembravamo due pecorelle che cercavano di conversare: la cosa non mi piaceva poi così tanto, iniziavo un po' a scocciarmi.
Beeeeeeh... è già qui.
Aveva detto tutto e niente.
Sì, ma qui vicino o intendi all'interno di questa immensa biblioteca?
Io sono la vostra Volontà, mica posso aiutarti.
Che palle!
Posso solo dirti che ha già preso un libro.
Bene, non avevo dubbi che si trattasse di un ladro.
Questa biblioteca iniziava già a darmi sui nervi.
Perché le persone dovrebbero rubare le storie di altri? Sono le loro avventure, sono le loro vite!
Invenzioni o no, sono cose private e non bisognerebbe leggerle senza il consenso del loro autore.
Com'era che in questo luogo magico non c'era un sistema per proteggere tutte queste preziose perle di saggezza?
Perché io stessa dovevo proteggere ciò che mi apparteneva e allo stesso tempo la biblioteca stessa?
Era un po' ironico ergermi a paladina di un luogo stracolmo di libri, io, che ero così tanto distante dal prototipo di una persona colta e amante del sapere.
Forse proprio perché io non avrei mai avuto la possibilità di leggere la vita di altri, non sarei mai potuta entrare in possesso delle conoscenze scritte in questo luogo.
Ero l'essere puro che era stato scelto ed essendo una fata possedevo un senso di giustizia che non poteva farmi desistere da questo compito.
Non potevo attendere oltre.
Ladro! Tu che sei nascosto nell'oscurità, tu che non percorri la via della giustizia... pentiti e mostrati a me!
Riconsegna il libro che hai derubato e nulla ti sarà fatto di male!

Parlavo a voce estremamente alta e il suono rimbombava in quell'ampio spazio vuoto.
Una voce tanto forte e imperiosa che avrebbe potuto raggiungere anche gli angoli estremi di questa biblioteca, se non fosse stata infinita...
Le tue malefatte saranno perdonate, non temere. Vieni, dunque, ai piedi di questo piedistallo, al centro di questo cerchio scarlatto!
L'avrei ucciso...
Sì, l'avrei ucciso.
Volly, dimmi immediatamente come si trova.
Sussurrai piano, grugnendo.
Ma, non pos...
Dimmelo ora!
Il mio tono, seppur mormorato, risultò particolarmente minaccioso.
Si trova là.
Disse guardando verso una direzione in particolare e poi tornando a rivolgere il suo sguardo verso di me.
Più vicino si sarebbe trovato al mio più grande tesoro, maggiore sarebbe stato il pericolo che lo trafugasse.
Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
Come poteva non essere attratta da questo volume dorato che si trovava alle mie spalle?
Me l'avrebbe tolto e il mio futuro avrebbe anche potuto dissolversi se si fosse trovato nelle mani di un altro... io volevo vivere quelle fantastiche avventure e avrei potuto uccidere per questo.
Se si fosse scoperto, se si fosse avvicinato all'altare, avrei atteso paziente.
Ero ferma, rigida come una statua, con un sorriso amorevole sul volto e le braccia aperte e tese verso colui che si avvicinava.
Avrei avuto un cappuccio sulla testa, per celare il mio viso mostruoso e non incutere timore.
Quasi imitando il comportamento di una madre verso il figlio che aveva appena compiuto una marachella, cercavo di infondere un senso di protezione e sicurezza.
Tuttavia, dentro di me una furia omicida sarebbe cresciuta ad ogni passo del mio avversario e Volly, dietro di me, sarebbe iniziato lentamente a crescere, come se la mia sete di sangue affluisse direttamente nel suo corpo nero per dargli potere.
Appena il momento fosse stato propizio, appena pochi passi ci avessero separato, avrei preso il mio mazzafrusto e dopo aver rivolto la mano al soffitto, verso la luce dorata che scendeva e illuminava quel magnifico piedistallo, l'avrei calato con tutta la mia forza verso il cranio dell'avversario.
Subito dopo la sua reazione a quest'offensiva, otto attacchi in rapida successione avrebbero cercato di colpirgli il corpo.
Non c'è pietà per chi, come te, ha violato luoghi e oggetti tanto sacri.

[...]

Nel caso in cui non si fosse avvicinato, avrei smesso di attendere, mi sarei scansata di lato per aver visione del luogo dove si celava il ladro e con l'arco avrei scagliato otto frecce nella sua direzione.
Otto rapide colpi che si susseguivano ad una distanza minima, tanto che sarebbe quasi sembrato che le avessi scagliate tutte contemporaneamente verso il torace del ladro.
La mia furia cresceva in modo esponenziale, una rabbia che perfettamente si confaceva alle orrende fattezze del mio corpo.
Possedevo un'atavica forza tramandata dai miei genitori e dalla mia famiglia, che assieme ad essa mi aveva condannato ad assomigliare a loro.
Avrei cercato di porre fine al combattimento scagliando un'ultima freccia verso il malfattore, verso il suo volto.
Ogni minaccia al mio futuro doveva essere scongiurata.
Ogni minaccia verso le storie delle persone doveva essere sventata.
Come avrei potuto perdonare un affronto simile a quello che aveva compiuto il mio avversario?
Non potevo: aveva sottratto la storia di un qualcuno nel mondo e presto l'avrebbe rifatto.
L'avrei ucciso qui.



Pensato Alaria. Parlato Alaria.
Parlato d'altri.


Alaria
Mana: 100%-20%-20%=60%
Cr 40%|Al 20%|Me 10%|Ba 5%
Stato fisico: 0/16 illeso.
Stato Mentale: 0/16 illeso.
Cs: 1 [Resistenza]

Attive:

Nonostante il mio impegno, ogni tanto la mia natura orchesca ritorna a far capolino: odio quegli istanti e i sensi di colpa successivi, eppure essi sembrano diventare sempre più frequenti, soprattutto quando mi ritrovo davanti persone che negano la mia natura di fata.
Otto attacchi in rapida successione, quasi istantanei vengono abbattuti sul nemico durante quest'ira incontrollabile, la violenza atavica della mia razza non è così semplice da controllare. [Pergamena Iniziale del Guerriero: Furia - consumo Alto]

Col tempo, continuando a negare la realtà, si inizia a vivere nella bugia ed essa diventa la tua verità assoluta.
"Io sono una fata", quante volte l'ho detto, quante volte ho ricevuto risate di scherno, ma ora ho imparato lentamente a sfruttare i miei poteri: piegando la volontà delle persone davanti a me.
Se non mi credono li farò credere.
Se non riescono a vedere con i loro occhi allora plagerò l'immagine nella loro mente e proveranno dolore per non aver voluto osservare il vero.
[1° personale variabile psionica: danno variabile alla mente che si manifesta credendo alle bugie di Alaria]


Passive:


Abilità razziale: Sangue guerriero ~ I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia


Guaritore: la principale capacità dei possessori di questo talento è quella di sopperire alle normali debolezze delle tecniche di cura utilizzate da qualsiasi altra persona. Se infatti normalmente - in termini tecnici - una tecnica di guarigione allevia un danno pari ad un livello inferiore alla potenza della tecnica, per chi possiede questo talento non sarà così: il danno curato dalle suddette tecniche sarà sempre pari al consumo e alla potenza della tecnica stessa.


Armi
Mazzafrusta
Scudo
Arco [6?/15 munizioni]

Riassunto.
Uso una psionica a potenza alta per cercare di far uscire l'avversario allo scoperto.
Se esce, attacco con il mazzafrusto cercando di colpire il volto e uso, subito dopo, Furia pergamena a potenza alta, in corpo a corpo.
Se non esce, attacco con Furia a distanza, con l'arco e poi scaglio una freccia verso il suo volto.

Note.
Uso il giorno di proroga, mi scuso per il ritardo, ma essendo il periodo esami mi risultava molto difficile postare.
Modificato il mana nello spoiler. Mi scuso per l'inconveniente.




Edited by zis - 20/6/2014, 18:36
 
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view post Posted on 23/6/2014, 22:49
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koneko no baka
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Oltre alle parole, nessun suono violava il silenzio sacro della biblioteca. Il grande felino, sentendosi ignorato guardava la mezz'orca, che a sua volta seguendo le indicazioni del piccolo esserino nero seduto a gambe incrociate sulle pagine porose del libro, volgeva gli occhi ridotti a due fessure in direzione della mezz'elfa e del suo nascondiglio improvvisato. Eloise guardava la mezz'orca, non sapendo cosa pensare di lei, quell'essere tanto grottesco eppure così dolce. La sua voce, un sussurro mellifluo e limpido, le ispirava una misteriosa fiducia, una strana voglia di raggiungerla in quella sua aureola dorata di luce e libri. Non riuscì a staccare gli occhi da lei nemmeno per un attimo, muovendo i piedini lentamente, meccanicamente, attratta dalla figura della grande ragazza. Uscì dal suo nascondiglio ombroso impaurita come una bambina, spaventata da quei passi che non le appartenevano, stupita di lei stessa. Camminò davvero per poco, fermandosi a metà tra il felino ed il corridoio tetro, bloccandosi delicatamente non appena davanti alla pseudo oratrice. Sulle sue labbra, le parve solo per un attimo di vedere un leggero sorriso affiorare.


In un secondo, dandole appena il tempo di staccarsi dall'illusione, la ragazza si avventò su di lei, estraendo fulmineamente una grossa e curiosa mazza. Il suo viso era celato da un cappuccio scuro, che la rese ancora più inquietante. Ma la ragazza candida si era già svegliata, ormai. Con un salto agile e sinuoso volò all'indietro, atterrando sulle gracili caviglie senza provocare suono alcuno. Poi si assicurò ancora un po' di distanza tra lei e la mezz'orca improvvisamente furiosa con una manciata di passi frettolosi. Il gatto scattò in piedi, osservando la piega della situazione con una stizza mista di preoccupazione. Ancora non era riuscita a capire come aveva potuto non essere notata dalla mezz'orca. Dal canto suo, Eloise non si era posta il problema, non riuscendo ad evitare di sprofondare nell'illusione delle parole menzoniere della ragazza con il cappuccio.


Ma ora che finalmente si era resa conto dell'errore appena commesso ed aveva ritrovato un po' di stabilità sulle gambe sottili, aveva chiuso gli occhi, prendendosi la testa fra le manine e lasciando il mondo fuori per un attimo. Poi li aveva riaperti, all'improvviso, senza aspettare e li aveva puntati decisi in quelli della ragazza. Continuando a premere sulle tempie con le dita aveva raccolto molte voci, facendole poi correre in direzione della mezz'orca. Si sarebbe distratta solo per un attimo, un secondo necessario ed indolore. Quasi.


Portò la destra alla faretra e la sinistra a Stradivarius, tendendo la sua corda sottile in un batter di palpebre. Prima che la freccia potesse sibilare, intercettò gli occhi del gigantesco felino e li fece saettare di nuovo sulla ragazza. Poi scoccò il dardo, che si staccò dalla corda con lo stesso suono che provocò il gatto nel sollevarsi da terra dopo un potente scatto delle zampe posteriori. Lo stesso suono di un soffio di aria stantia e di una voluta di polvere che si disperde.
Il silenzio.



qfdp8AL


PFNBWB5


illesa

PFNBWB5


danno Alto








8xXUqlp
Camminare, vedere, respirare, vivere.
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2 (destrezza)

Tutto ha un altro... sapore, odore, un'altra sensazione. Ecco tutto. È ciò che sento, con le orecchie, con il naso, con la lingua, con le dita. È ciò che vedo. Adoro toccare, sfiorare le cose. Adoro la sensazione che provoca, la leggera scarica di elettricità che attraversa le dita, chiudere gli occhi e percepire il tremore della terra sotto i passi di qualcuno. Tendere un dito e godersi le vibrazioni dell'aria al passaggio di qualcuno, cercare anche le più minuscole tracce del battito d'ali di una farfalla che generando microscopici fremiti nell'aere immobile si disperde come una goccia in un grande lago. [passiva razziale, sensi sviluppati]


Silenzio. Buio totale. Mi prodigo ogni giorno in questa abilità. Muoversi senza creare suoni, senza disperdere odori, senza poter essere individuata. In un certo senso lo trovo divertente. Voglio dire, apparire improvvisamente alle spalle di qualcuno è dannatamente spassoso, soprattutto se poi ci si ferma ad osservare la sua reazione. E vedere dalla mia posizione i miei inseguitori annaspare nel buio, rantolare bestemmie e frasi sconnesse mentre si rendono conto di avermi persa di vista. Divertente. [talento assassino, passiva di primo e secondo livello]


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Intoccabile. Ecco cosa sono. O almeno cosa mi sforzo di essere. So schivare molto bene gli attacchi fisici. Mi riesce particolarmente bene spostarmi all'ultimo secondo, saltare via, defilarmi sinuosamente, smaterializzarmi il più in fretta possibile, lontano da armi che possano toccarmi. Ci sono voluti anni, ma ora me la cavo bene, notevolmente bene. Ed anche questo è divertente, faticoso ma divertente. [abilità personale variabile, difensiva, consumo variabile: il caster riesce a schivare quasi qualsiasi attacco fisico o magico di potenza pari o inferiore al consumo speso]

yg7FA9F

Deconcentrare. Privare del sesto senso. Anche questo è spassoso. Sono sadica, vero? Ma guardare, semplicemente fermarsi a guardare i poveri malcapitati che incappano nelle voci delle mie visioni. Oh, quanto vorrei che sapeste cosa si prova. [attiva di primo livello del talento da assassino, consumo basso, provoca un danno psionico basso da distrazione nella vittima]




Ecco il post! USO UN GIORNO DI PROROGA, scusate. Dunque, Eloise subisce la psionica di Alaria, ma si difende da Furia e contrattacca con l'attiva di primo livello del talento e due attacchi fisici: una freccia scoccata da lei ed un graffio da parte del gatto (che è di considerevoli dimensioni, circa tre metri al "garrese" e dotato di Amuleto Elfico ma privo di CS). Buona continuazione!

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zis
view post Posted on 27/6/2014, 21:59





Il mio nome è Alaria e questo corpo non mi appartiene:
io sono una fata.




Il ladro era, in realtà, una giovane ragazza dagli occhi verdi.
Era troppo tardi per avvedermene; nella foga della battaglia e della rabbia sempre crescente le mie azioni erano già state compiute.
Guardai i suoi lineamenti che la rendevano molto carina.
Ispirava un senso di tenerezza quasi... ma rimaneva pur sempre una ladra.
Non si era assolutamente difesa dall'accusa di aver derubato la biblioteca, anzi, sembrava ben pronta a scontrarsi e dare battaglia.
Era colpevole!
Le sue azioni aggiungevano solo altre evidenze alle accuse che le erano state rivolte.
Sicuramente voleva mettere le mani sul mio futuro.
Ma non gliel'avrei permesso.
Mai!
Un leggero senso di malessere iniziava a germogliare nel mio orrendo corpo.
La testa mi girava, il campo visivo si restringeva leggermente, come se l'ossigeno non riuscisse a raggiungere a dovere il mio encefalo.
Il mio respiro si faceva leggermente più affannoso e i battiti si facevano forti e veloci.
Non riuscivo a comprendere la ragione di questa spossatezza, forse era causata l'utilizzo di ingenti quantità della mia energia?
Mai mi era capitato precedentemente.
Che fosse questo luogo a debilitarmi?
Volly, cosa sta succedendo?
Non sei nel tuo mondo Alaria. Più perdi energia, più la tua coscienza ti abbandonerà lentamente.
La sua voce si era fatta più profonda e ormai la sua statura raggiungeva le mie anche.
Sembrava che si stesse evolvendo velocemente e il tutto iniziava a farmi paura.
Io non ho bisogno di una coscienza.

[...]

La piccola ladra posizionò due dita alle tempie e sentii la mia mente vacillare per un piccolo istante.
Delle voci dapprima soffuse iniziarono lentamente a farsi sempre più forti e distinguibili.
Guarda, è Alaria! La fata!
Oddio! Ma che belle ali!
Iniziai ad arrossire un pochettino davanti a quei complimenti.
Guarda quanta eleganza, quanta magnificenza in un solo essere... Oh, se solo potessi assomigliarle un pochino.
Ohohoh! Suvvia, non siate timide, uscite fuori. Se volete ammirarmi non fatelo di nascosto.
Dissi verso quelle voci.
Oh, quale onore. Hai sentito? Ci ha parlato.
Sì, sì. Ma non siamo all'altezza di stare al suo cospetto. Che fata fantastica!
Le voci erano acute e intermezzate da qualche risatina breve.
Mi immaginavo queste ragazze dietro ad uno scaffale che avvicinavano il dorso della mano alla loro bocca per cercare di coprire l'ilarità che usciva dalle loro parole.
Magari inclinando anche leggermente la schiena indietro, lasciando fluire i loro lunghi capelli finemente acconciati.
Un dubbio improvviso mi balenò in testa: che mi stessero prendendo in giro?
Nessuno mi aveva mai rivolto parole così dolci.
Una rabbia sempre crescente iniziò a gorgheggiare violenta nel mio spirito in fiamme.
Nessuno si poteva arrogare il diritto di prendermi per i fondelli.
I miei occhi si illuminarono di una luce bianca, la mia coscienza abbandonò il mio corpo.
Ero un'arma pronta a distruggere ogni singolo essere vivente sulla faccia della terra.
I miei muscoli si erano ingrossati, la mia forza e velocità erano aumentate.
La mia testa si volse alla ladra che aveva appena scoccato la freccia.
Il suo enorme gatto con un balzo fece per venirmi addosso; le mie gambe erano già piegate e istantaneamente sbalzai alla mia sinistra schivando entrambe le offensive.
Il mio respiro si era fatto rabbioso, l'aria usciva dal mio naso come una minaccia, come se fossi stata simile a un toro che si prepara alla carica.
Avevo perso ogni sorta di umanità, ogni forma di pensiero libero.
Raramente era successo che provassi una rabbia tale da ritrovarmi in questo stato, eppure se c'era una cosa che non ero mai riuscita a sopportare era la negazione della mia natura.
Io ero, sono e sarò una fata.
Ora e per sempre fin dopo la mia fine in questo mondo.
Il dolore che affliggeva il mio cuore in queste situazioni era troppo grande per riuscirlo a contenere e, come l'acqua che bolle e diventa vapore, esso si trasformava rapidamente in una rabbia furiosa.
Odiova che la gente mi prendesse per pazza.
Non lo ero!
Sapevo di essere una fata e ogni giorno era una battaglia cercare di dimostrarlo a tutti.
Era una sfida quotidiana che richiedeva forza e dedizione e riuscivo a sopportarla solo perché sapevo che essa corrispondeva alla verità.
Non mi serviva sapere che il mio volto, il mio corpo deforme era in completa antitesi con ciò che affermavo.
Volevo solo che la gente mi credesse.
Anche in quella condizione in cui mi trovavo, con gli occhi bianchi, la mancanza di pensiero... era il corpo stesso a soffrire per quelle offese arrecatemi.
Piccole goccioline trasparenti scendevano dai miei occhi.
Un dolore tanto grande che doveva essere sfogato in qualche modo.
Urlai a squarciagola cercando di liberare tutto ciò che era represso dentro di me.
Un urlo forte, un ruggito di guerra e sfida.
E in quello stato spaventoso e deprimente, con una velocità e una forza senza eguali, cercai di colpire il muso dell'animale al mio fianco, facendo roteare con forza il mio mazzafrusto.
L'adrenalina scorreva veloce nel mio corpo, le informazioni viaggiavano quasi istantanee, il mio metabolismo era accelerato: uno stato che non permetteva a nessun mio muscolo di stare fermo.
La ladra aveva involontariamente tirato fuori il peggio che c'era in me.
Scattai nella sua direzione; forse era spaventata da me, forse no, ma in ogni caso avrei fatto roteare quella palla chiodata e l'avrei abbattuta ferocemente contro di lei non appena fosse stata alla portato del mio attacco.
Pensandoci, forse sapevo perché era presente questo enorme e infinito tappeto rosso sotto di noi.
Era macchiato del sangue di coloro che voleva difendere il proprio futuro o di coloro che desideravano rubarlo ad altri.
Io avrei cambiato questo mio orrendo aspetto e tutti mi avrebbero creduto.



Pensato Alaria. Parlato Alaria.
Parlato d'altri.


Alaria
Mana: 100%-20%-20%-0%-10%=50%
Cr 40%|Al 20%|Me 10%|Ba 5%
Stato fisico: 0/16 illeso.
Stato Mentale: 1/16 Danno basso alla mente.
Cs: 1 [Resistenza] + 2[Forza] + 2[Velocità] = 5 Cs.

Attive:

A volte perdo completamente il controllo ed entro in uno stato di trance: non so mai le azioni che compio durante questi momenti, tuttavia sento un potere feroce invadere il mio corpo potenziando la mia forza e la mia velocità... solo le urla nemiche poi raggiungono i miei sensi. [Pergamena Iniziale del Guerriero: Berserk - consumo Nullo]

Le mie urla sono tanto forti da stordire i miei nemici, la mia disperazione si manifesta nei miei avversari in molteplici modi, ma soffrono... proprio come soffro io. [Pergamena Iniziale del Guerriero: Urlo di Guerra - Consumo Medio]


Passive:


Abilità razziale: Sangue guerriero ~ I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia


Guaritore: la principale capacità dei possessori di questo talento è quella di sopperire alle normali debolezze delle tecniche di cura utilizzate da qualsiasi altra persona. Se infatti normalmente - in termini tecnici - una tecnica di guarigione allevia un danno pari ad un livello inferiore alla potenza della tecnica, per chi possiede questo talento non sarà così: il danno curato dalle suddette tecniche sarà sempre pari al consumo e alla potenza della tecnica stessa.


Armi
Mazzafrusta
Scudo
Arco [15/15 munizioni]

Riassunto.
Subisco un danno basso dalla tecnica psionica avversaria.
Uso Berserk ottengo 4 CS, 2 alla forza e 2 alla velocità.
Schivo gli attacchi forte del vantaggio di CS rispetto all'avversaria.
Uso Urlo di Guerra danno psionico ad area di entità basso, un grado in meno rispetto al consumo della pergamena.
Porto un attacco fisico al compagno animale e uno rivolto alla mia avversaria.

Note.
Chiedo scusa per il ritardo... di nuovo... non è un bel periodo per postare.
Buona giocata ancora.


 
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view post Posted on 1/7/2014, 22:36
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koneko no baka
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Eloise stette a guardare meravigliata la mezz'orca ascoltare ammaliata le vocine che avrebbero dovuto stordirla. Un sorriso quasi divertito prese a dipingersi sul suo viso fino ad allora impassibile. Sorrise della sua ingenuità, della sua espressione trasognata e lusingata. Sorrise di quella facilità, di quella certezza traditrice di avere la situazione in mano. Anche il felino parve lanciarle un'occhiata stupita, seppur più tagliente e stizzita di quella della mezz'elfa. La sua pazienza era giunta quasi al limite, soprattuto considerando quanto l'avesse infastidita non essere notata. Lei era Cleopatra, non un gatto qualsiasi; persino le sue dimensioni parlavano chiaro. Si acquattò bassa, cingendosi il corpo sinuoso con la lunga e morbidissima coda e stette ad osservare la situazione con una certa aria di superiorità.
La mezz'orca continuava ad ascoltare le vocine sorridendo e mugolando compiaciuta. Le sue gote divennero rosse e lei ridacchiò appena, accennando qualche parola nella loro immaginaria direzione. Il sorriso divertito di Eloise divenne improvvisamente mesto, curvando i suoi dolci tratti.

··~··



Sedeva tra i papaveri e le spighe, sistemandosi graziose ghirlande di fiori tra i morbidi riccioli candidi. I suoi grandi occhi verdi si posavano tranquillamente sulle nuvole che chiazzavano il cielo terso e sugli alberi che circondavano la radura come silenziosi protettori. Il Gufo camminava svogliatamente, sorridendo appena. Il suo abito verde svolazzava placidamente nella brezza fresca di resina e fiori. Aveva volto lo sguardo alle cime degli abeti, al cielo, alle nuvole ed infine ai capelli della mezz'elfa. L'aveva osservata con nostalgia, con una sorta di segreta amarezza. La sua pelle era perfetta e candida come le nuvole, le sue labbra sottili e meravigliose, curvate in quel sorriso sereno. Si sorprese ad amare ancora una volta il suo grazioso viso. Eppure non avrebbe potuto averla. Non in quella vita, almeno. Il viso di Noctua divenne una smorfia di dolore e delusione. Senza pensarci, si era avvicinata alla mezz'elfa con un'espressione strana, compassionevole forse. Allungando un braccio pallido verso le sue guance improvvisamente rosee, aveva improvvisato una sorta di carezza. Così distante, così fredda. Quell'attimo era durato infinite eternità, accompagnato dall'intreccio di occhi delle due ragazze. Le dita che si tendevano stiracchiando i muscoli, la distanza che si accorciava lentamente, quasi dolorosamente. Le leggerissime ed impercettibili scariche di elettricità create dalla vicinanza della pelle del viso e della mano.
E tutto era perfetto ed idilliaco.
Ma quando finalmente i morbidi polpastrelli di Noctua avrebbero dovuto sfiorare le sue gote, Eloise si era come svegliata, fuggendo involontariamente dal paradiso. Nemmeno se n'era resa conto di piangere, quella volta. Anche lei era una ragazza ingenua, talvolta. E quando si trovava davanti a quegli occhi, non poteva fare nulla per cambiare quelle che sarebbero state le sue azioni.

··~··



La ragazza candida riemerse da quel ricordo improvviso, mordendosi il labbro come per punirsi di quella mancanza di concentrazione momentanea. Il duello continuava, non poteva permettersi nemmeno una distrazione di fronte ad un'avversaria del genere. Se anche si fosse trattato solo di apparenze, la statura non l'aiutava.
La grande figura davanti a lei allucinava ancora le voci, sorridendo. Ma d'un tratto cambiò espressione, mutando la soddisfazione in fastidio, poi in rabbia ed infine in odio. La mezz'elfa la osservò stupita, ritraendosi appena un poco. Non stava andando nel solito modo. Avrebbero dovuto distrarla, non infastidirla. Non si allarmò troppo, in fondo, non era lei a decidere cosa avrebbero detto le voci; e se avesse potuto farlo, se avesse saputo come, ora la vita sarebbe stata più facile e spensierata. Ma non era in grado, sfortunatamente, ed ormai anche la freccia era stata scagliata, forse senza pensarci abbastanza. La ragazza davanti a lei divenne un mostro, spalancando la bocca ruggì ferocemente, facendo tremare la sola gamba del leggio dietro di lei. I suoi occhi divennero opachi, poi bianchi, donandole un aspetto spaventoso. Per un attimo, osservandola, Eloise perse la percezione di qualsiasi cosa la tangesse. Sbatté le palpebre più e più volte, cercando di togliersi prima possibile da quello strano limbo. Tutto ciò che riusciva a vedere era il viso della mezz'orca e la sua gigantesca bocca frastagliata di denti aguzzi. Persino il grande felino sembrava essere caduto in quella sorta di illusione, ma non abbastanza per sferrargli un graffio fulmineo seppur non troppo ben assestato. Parve una serie di eventi senza senso, senza un filo che potesse unirli. La mezz'orca schivò sia la freccia che gli artigli fulminei del gatto semplicemente saltando, spostandosi di lato. La ragazza candida aprì piano la bocca, lasciando scivolare la mascella in un muto ed incredulo stupore. I suoi occhi divennero pozzi pieni di meravigliato spavento. Poi, come al rallentatore la vide staccarsi dal suolo ed iniziare a correre in direzione del grande gatto. Cercò di gridare, ma le uscì solo un rantolio soffocato, così stette a guardare, inorridita. La mezz'orca mulinò il mazzafrusto selvaggiamente e lo chinò con rapidità sorprendente sul muso del felino. La bestia uscì dalla trance che la attanagliava e saltò indietro, soffiando con rabbia alla ragazza ed alla sua arma ora insanguinata. La fulminò con ostilità e disappunto, ringhiando sommessamente e mostrando le zanne lucide. Ma la mezz'orca non parve avvedersene, e riprendendo a correre ed a roteare il mazzafrusto si diresse verso la mezz'elfa. Con un altro balzo, il gatto fu accanto alla ragazza candida, che con un enorme sforzo si svegliò ed evitò il secondo attacco della mezz'orca issandosi sulla schiena dell'animale. Il mazzafrusto si infranse sul pavimento mentre il gigantesco felino si ergeva solo per un secondo sulle zampe posteriori per poi cambiare direzione ed allontanarsi con un trotto leggero. Ma quel momento, quel baleno, il battito di ciglia in cui la ragazza candida aveva estratto le spade e le aveva incantate, seduta sulla schiena del felino rampante, l'aveva fatta sentire una paladina. Baciata dalla luce d'oro. Una dea.

··~··



E la scena era divenuta improvvisamente più buia, più piena. Eloise si era guardata attorno, gli occhi di smeraldo guizzanti e circospetti cercando la fonte di quell'oscurità parziale. Le servì solo un attimo, la trovò. Si sorprese a sorridere, soddisfatta. Dentro di lei, il Gufo aveva ridacchiato, sadica e divertita. Probabilmente lo stava facendo per difendersi, probabilmente per puro e semplice orgoglio. Di sicuro era piacevole sentirsi inondare di adrenalina ad ogni passo, ad ogni occhiata verso l'avversaria. Ad ogni occhiata verso l'essere nero al margine della penombra. Ghignò segretamente, compiaciuta di quella crescita miracolosa.
Poi, il gatto tornò rapidamente sui suoi passi, la rabbia che alimentava la sua corsa inesorabile e letale. Sfrecciò davanti alla mezz'orca, descrivendo un semicerchio che permise alla ragazza candida di chinarsi verso di lei, le lame ormai due protesi delle braccia sottili. Fischiando appena si sarebbero abbattute in rapida sequenza, una dopo l'altra su un fianco e su una spalla della mezz'orca. E non appena le ferite fossero state inferte, la bestia avrebbe usato il suo turno nel migliore dei modi. Si sarebbe abbassata, avvicinando il muso imbrattato del suo stesso sangue per afferrare tra le zanne affilatissime una gamba della mezz'orca, probabilmente senza nemmeno il desiderio di ferirla. Non subito, no. L'avrebbe trascinata nell'oscurità della biblioteca, lontano dalla luce dorata e dalla possibilità di vedere i suoi nemici in faccia. E forse, le avrebbe fatto solo un grande favore.


50%


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illesa

PFNBWB5


danno Alto + danno Basso



Status del compagno animale


PFNBWB5


danno Alto da contusione

PFNBWB5


danno Basso






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Camminare, vedere, respirare, vivere.
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2 (destrezza)

Tutto ha un altro... sapore, odore, un'altra sensazione. Ecco tutto. È ciò che sento, con le orecchie, con il naso, con la lingua, con le dita. È ciò che vedo. Adoro toccare, sfiorare le cose. Adoro la sensazione che provoca, la leggera scarica di elettricità che attraversa le dita, chiudere gli occhi e percepire il tremore della terra sotto i passi di qualcuno. Tendere un dito e godersi le vibrazioni dell'aria al passaggio di qualcuno, cercare anche le più minuscole tracce del battito d'ali di una farfalla che generando microscopici fremiti nell'aere immobile si disperde come una goccia in un grande lago. [passiva razziale, sensi sviluppati]


Silenzio. Buio totale. Mi prodigo ogni giorno in questa abilità. Muoversi senza creare suoni, senza disperdere odori, senza poter essere individuata. In un certo senso lo trovo divertente. Voglio dire, apparire improvvisamente alle spalle di qualcuno è dannatamente spassoso, soprattutto se poi ci si ferma ad osservare la sua reazione. E vedere dalla mia posizione i miei inseguitori annaspare nel buio, rantolare bestemmie e frasi sconnesse mentre si rendono conto di avermi persa di vista. Divertente. [talento assassino, passiva di primo e secondo livello]


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Intoccabile. Ecco cosa sono. O almeno cosa mi sforzo di essere. So schivare molto bene gli attacchi fisici. Mi riesce particolarmente bene spostarmi all'ultimo secondo, saltare via, defilarmi sinuosamente, smaterializzarmi il più in fretta possibile, lontano da armi che possano toccarmi. Ci sono voluti anni, ma ora me la cavo bene, notevolmente bene. Ed anche questo è divertente, faticoso ma divertente. [abilità personale variabile, difensiva, consumo variabile: il caster riesce a schivare quasi qualsiasi attacco fisico o magico di potenza pari o inferiore al consumo speso]

yg7FA9F

Oppure se, venendo colpiti dalle Lacrime di Luna provaste solo profonda desolazione e nostalgia, se la vostra mente venisse offuscata dalla paura di non farcela, se veniste schiacciati dalla consapevolezza dei vostri bei ricordi che mai torneranno, ma il vostro corpo non ne soffrisse minimamente, sarà perché le mie lame erano state precedentemente da me incantate. Ho sviluppato tempo fa questa abilità che ritengo ammirevolmente degna di nota. Saper incantare Lacrime di Luna è stata una svolta. Una svolta particolarmente utile, devo dire. [tranquillizzare, pergamena inizale mentalista, consumo alto, danno medio + medio alla psiche, difendibile solo fisicamente]




Beh, che dire... Eloise ed il gatto subiscono la psionica. Il gatto subisce anche l'attacco fisico, mentre Eloise lo schiva. Successivamente usa Tranquillizzare e cerca di colpire Alaria due volte (medio + medio). Il gatto cerca di afferrare Alaria per una gamba e di trascinarla in un corridoio dove non ci sia luce.
(riguardo allo specchietto, difficoltà con lo scanner per il numero del mana, lo uploaderò al più presto, se mi sarà permesso. Pardonnez-moi!)
Ri-buona giocata e buona lettura ancora!

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zis
view post Posted on 6/7/2014, 13:22





Il mio nome è Alaria e questo corpo non mi appartiene:
io sono una fata.




Il vento soffiava su quel mare erboso che si distendeva fino all'orizzonte.
Sembrava quasi che si formassero delle onde, mentre l'aria piegava leggermente gli steli verde smeraldo.
Mille fiori coloravano quella distesa uniforme, interrotta solo da qualche piccola collina di terra.
Il profumo emanato da quel luogo era immensamente inteso, entrava con forza nelle mie narici e vi permaneva senza diminuire, continuando a stimolare i miei sensi.
La pace regnava in quel mondo immaginario in cui il mio spirito si rifugiava mentre non poteva risiedere nel mio corpo.
Era il paradiso.
Mi sporsi titubante verso lo specchio d'acqua, vicino al quale ero seduta.
Nonostante il vento, il lago era completamente tranquillo e rifletteva perfettamente le grandi nuvole soffici e candide del cielo.
Volevo osservare il mio volto che tanto odiavo, volevo vedere le cicatrici e le pustole che devastano la mia immagine, il brutto colore della mia pelle e gli orrendi unti capelli che non riuscivo mai a lavare a fondo.
Ero proprio sul piccolo specchio d'acqua con gli occhi chiuso, spaventata all'idea di guardare... ma poi alzai le palpebre e mi vidi.
I miei lineamenti erano diversi, più gentili e raffinati, i miei capelli erano ricci e soffici come le nuvole del cielo, la mia pelle risplendeva di un rosa acceso e le mie gote erano accese... delle grandi ali traslucide e luminose risplendevano sulla mia schiena.
Il cuore iniziò a battermi forte, la mia vista si annebbiò per le lacrime di gioia che scendevano rapide dal mio volto andando a cadere nel lago e increspando l'immagine che rifletteva.
Perché potevo essere così solo in questo luogo?
Perché solo nel mio paradiso e non nel mondo di tutti i giorni?
Cosa stava succedendo al mio corpo all'interno della biblioteca, ora?
Sapevo solo che dovevo sconfiggere la mia avversaria, la ladra, perché il mio futuro potesse realizzarsi.
Nessuno doveva impadronirsi del mio libro.
Avevo sentito le parole di Volly; le ultime lettere scritte, che ancora a malapena si leggevano prima che tutto sbiadisse, erano: "E diventerai una fata".
Per quanto labili e volatili queste speranze, per quanto esse fossero quasi solo una remota possibilità, io dovevo crederci e difenderle.
Il mio scopo nella vita ormai era ben chiaro a tutti quelli che mi avevano conosciuto e anche a me stessa.
In questa landa paradisiaca non potevo accontentarmi di ottenere questo aspetto, mentre nel mondo reale il mio corpo combatteva con una forza inumana... tutti dovevano poter ammirare la mia anima.

[...]

L'avversaria si era ben sottratta dalle mie offensive ed elegantemente si era issata sul dorso del grande gatto alto tre metri.
Il muso della bestia sanguinante rendeva la sua figura particolarmente spaventosa, anche se non più orrenda delle mie fattezze.
I miei muscoli ormai pulsavano tanto era l'immensa quantità di energia che il mio corpo stava bruciando, per mantenere quello stato alterato.
Il respiro di faceva affannoso a ritmi sempre più veloci.
Forse sarei riuscita a mantenere l'ira e la forza che ne conseguiva ancora per pochi attimi, forse giusto per qualche trentina di secondi e non era sicuramente il momento per dilitare i tempi delle azioni.
Non che potessi realmente scegliere cosa avrei potuto fare, questa possibilità mi era stata negata nel momento in cui la mia coscienza aveva abbandonato il suo santuario in questo mondo.
La ladra sulla schiena del suo immenso animale raggiungeva altezze inimmaginabili e la carica veloce del felino presagiva un'incombente raffica di attacchi verso l'alto.
La sua traiettoria a mezzaluna permise all'avversaria di chinarsi in modo sinuoso e portare le lame verso la mia spalla e il mio fianco.
Esse risplendevano sotto la luce dorata che scendeva dal soffitto e apparivano magnifiche.
L'eleganza delle movenze della ragazza erano pari a quelle di una ballerina, se non superiori.
Ma un attacco dall'alto era banale e prevedibile in quelle condizione, infatti già la mia spalla e parte del mio collo si ricoprivano una corteccia nera di alberi.
Dura e resistente, molto più del legno comune, questi erano i poteri derivata dalla comunione con la natura, che possedevo in quanto fata.
Ma la seconda lama trapassò il mio fianco, come una fantasma che attraversa il corpo senza ferirlo, ma lasciando segni ben più profonde.

[...]

I fiori bianchi di questa mondo immaginario si colorarono di rosso. Il cielo azzurro diventò arancione e l'aria serena che prima aleggiava per questo mare verde cambiò improvvisamente.
Sentii un dolore al fianco e poggiandoci la mano vidi essa impregnarsi di una sostanza rossa e densa.
Perché tutta questa violenza doveva essere emanata, tanto da raggiungere anche i remoti luoghi tranquilli della mente delle persone?
Sentii un senso di stanchezza invadere il mio corpo, chiusi gli occhi sofferente e mi addormentai.
Volevo solo un po' di pace... perché dovevo combattere per ottenere il mio semplice desiderio?

[...]

Nessuna ferita fisica sembrava mi fosse stata arrecata, ma barcollai leggermente sentendo un senso di spossatezza che la mia ira riusciva a tenere a malapena a bada.
Proprio in quell'istante il felino si abbassò verso di me cercando di afferrare la mia gamba; sentivo il suo alito puzzolente raggiungere il mio viso.
Forza, Alaria! Era per il tuo futuro che stavi combattendo.
Quanto credi nei tuoi ideali? Dimostralo!
Piegai le gambe sentendo la fatica pesare sul mio corpo, ma dalla mia parte possedevo ancora una velocità fuori dal comune.
Saltai indietro proprio un solo istante prima che le fauci di quel grande mostro si chiudessero a un centimetro dalla mia pelle.
Dovevo sfruttare l'attimo seguente l'attacco andato a vuoto: era finalmente giunto il momento della mia controffensiva.
Volly ormai era diventato molto grande, carico di tutti i miei sentimenti e della mia volontà di combattere.
Anche lui tremava dal desiderio di inserirsi in quello scambio di colpi così appassionato.
Lo vidi concentrarsi e un'onda psionica si materializzò nella direzione dell'avversaria.
L'aria tremò solo per qualche istante prima che l'incantesimo avesse luogo.
Se la ladra non si fosse difesa, avrebbe visto decine di piccole fate volarle addosso come uno stormo, pronte a farle perdere l'equilibrio, preparate a difendere il mio futuro.
Le loro ali avrebbe riflesso la luce del soffitto e l'avrebbero rifratta in mille colori come potrebbe fare un cristallo che genera un arcobaleno.
In quelle luci dalle mille tonalità differenti si sarebbe compiuto un miracolo, una strage.
Balzai lateralmente rispetto al muso del grande animale e con il mazzafrusto cercai di colpire le sue zampe, nella speranza di rompere le articolazioni ed impedirne il movimento.
La stanchezza si faceva ancora sentire e i miei movimenti, seppur mantenessero quasi la stessa tempestività, mi richiedevano molta più concentrazione e fatica.
Dopo aver portato la mia offensiva contro il felino, piegai le gambe e saltai, sfruttando la forza che mi era concessa dall'ira.
Urlavo, con tutto il fiato che avevo in corpo: per spronarmi, per incutere timore, trovare la forza e la grinta in modo da finire il mio avversario.
Tentai di abbattere il mazzafrusto contro il petto della ladra.
Avrei difeso il mio futuro, anche se la mia forza stava svanendo, anche se il dolore iniziava a pungere le mie membra.
L'effetto dell'ira stava svanendo, mancava poco, pochissimo e sarei tornata consapevole delle mie azioni.
Non riuscivo a sopportare oltre quell'immenso sforzo, già sentivo delle ferite dentro di me che si aprivano, i muscoli contratti dal dolore, ma avrei dovuto resistere ancora per poco.
Anche se non lo sapevo, ero sospesa in aria decine di altre fate e seppur erano un'illusione... avrei voluto esser al posto dell'avversaria per potermi vedere.
Io con la gente della mia razza.
Io, Alaria, la futura fata.



Pensato Alaria. Parlato Alaria.
Parlato d'altri.


Alaria
Mana: 100%-20%-20%-10%-0%-10%-0%=40%
Cr 40%|Al 20%|Me 10%|Ba 5%
Stato fisico: 2/16 Media di dolore ai muscoli e organi interni.
Stato Mentale: 3/16 Un basso alla mente. Un medio di spossatezza.
Cs: 1 [Resistenza]

Attive:

Parti del mio corpo possono diventare resistenti come l'acciaio per alcuni istanti, proteggendomi da svariati pericoli che mi potrebbero minacciare. [Pergamena Iniziale del Guerriero: Tempra di Ferro - consumo Medio]


Tecnica usata dall'ombra. Pergamena del Mentalista.
Stormo illusione: Il mentalista induce nella mente della vittima l'illusione di essere investito da un gruppo di volatili, facendogli perdere l'equilibrio.
La tecnica ha natura psionica. In seguito ad un'onda mentale emanata dal caster, la mente della vittima svilupperà la convinzione di essere aggredita da un gruppo di volatili inferociti liberamente personalizzabili. Il trauma dell'aggressione causerà un danno Medio alla psiche, e una malia da perdita dell'equilibrio. E' personalizzabile nelle forme e nelle tipologie dello "stormo": possono essere altri volatili, o altri animali (anche insetti, ratti, o altro). La tecnica può essere personalizzata al fine di rendere l'effetto psionico non come frutto di un potere mentale proprio del mentalista, ma attraverso l'uso di droghe, gas, stupefacenti o veleni di sorta.
Consumo di energia: Medio



Passive:


Abilità razziale: Sangue guerriero ~ I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia


Guaritore: la principale capacità dei possessori di questo talento è quella di sopperire alle normali debolezze delle tecniche di cura utilizzate da qualsiasi altra persona. Se infatti normalmente - in termini tecnici - una tecnica di guarigione allevia un danno pari ad un livello inferiore alla potenza della tecnica, per chi possiede questo talento non sarà così: il danno curato dalle suddette tecniche sarà sempre pari al consumo e alla potenza della tecnica stessa.


Armi
Mazzafrusta
Scudo
Arco [15/15 munizioni]

Riassunto.
Uso tempra di ferro per proteggermi dal primo medio psionico di natura fisica.
Il secondo lo subisco.
Balzo indietro schivando l'attacco del gattino, forte del fatto che possiedo ancora lo stato di berserk.
L'ombra usa stormo illusione generando uno stormo di fate. Natura Psionica, pergamena del Mentalista.
Porto un attacco fisico alle gambe del felino e poi salto e attacco Eloise al petto.
Dopo subisco i danni di Berserk: un medio.

Note.
Uso il giorno di proroga.
Ho lasciato volontariamente un vuoto descrittivo, nel senso che ti attacco saltando sia nel caso in cui dovessi perdere l'equilibrio, sia nel caso in cui difendenti riesci a rimanere in sella al tuo gatto.
Grazie per il duello. ^^


 
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view post Posted on 9/7/2014, 21:41
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koneko no baka
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La biblioteca non trovava più la pace ed il silenzio che l'avevano caratterizzata all'inizio da quando il duello fra le due ragazze era iniziato. Nessuna delle due accennava a fermarsi ed arrendersi, anche se la vista di Eloise iniziava a velarsi di fastidio; avrebbe voluto andarsene dal momento che ignorava persino le ragioni che avevano spinto la mezz'orca ad attaccarla. Ma ormai aveva oltrepassato il punto di non-ritorno, che fosse per orgoglio o per vendetta personale, avrebbe portato fino in fondo quell'insulsa battaglia. E ne sarebbe uscita vittoriosa.
Si tenne stretta al pelo del grande felino, per non rischiare di cadere. Scosse forte la chioma candida nell'aria stantia dello stanzone, sbuffando. Il suo attacco era appena andato a segno per metà, bloccando per un attimo l'avversaria e facendola piegare leggermente, una mano posata sul fianco colpito. Il gatto, invece, non nascose la stizza del non essere riuscita ad azzannare le gambe della mezz'orca. Soffiò ferocemente nella sua direzione, fermandosi poco distante.



··~··




Eloise la guardò ancora una volta, trovandola strana, come persa in un mondo suo. Scosse la testa, abbassando la guardia. L'irritazione stava crescendo, facendola sentire presa in giro. Si guardò attorno, cercando di far scemare il nervosismo. Quello non l'avrebbe certo aiutata a pensare razionalmente.
All'improvviso qualcosa catturò la sua attenzione. Voltandosi rapidamente verso l'avversaria fece appena in tempo a notarla guardare l'essere nero, ora di considerevole grandezza. D'un primo momento non riuscì a capire, poi realizzando si allontanò leggermente. L'essere si voltò, incontrando gli occhi verdi della mezz'elfa.
Eloise si pietrificò, sentendosi fissata dall'ombra. Ma nessun'offesa fisica le venne inferta. Uno sciame di piccoli esseri luccicanti le venne incontro, a velocità considerevole. La mezz'elfa frappose le manine fra l'ondata di fate ed il suo viso, agitando le braccia come per scacciare dei fastidiosi insetti. Si sbilanciò e precipitò a terra, mentre il felino cercava di attutirle la caduta abbassandosi.
Rialzò la testa, puntellando le braccia sottili sul tappeto scarlatto, appena in tempo per scorgere l'enorme arma che saettava verso di lei. Fu rapida questa volta, e riuscì ad evitarla rotolando all'indietro. Si ralzò rapidamente e cercò di non concentrarsi sulla fitta che le attorcigliava prepotentemente le gambe.



··~··




La ragazza fissò la mezz'orca con uno sguardo truce. Fate. Minuscole, insulse ed inutili fate. Sbuffò, quasi deridendo l'avversaria. Lei aveva dalla sua parte alleati di gran lunga peggiori. Intercettò lo sguardo vuoto dell'essere, iniettando nella sua mente semplice una dose massiccia di incubi e facendolo tremare sotto il peso di essi.
Le bastò un'occhiata. L'ombra si voltò verso la mezz'orca, spalancando un'inaspettata enorme bocca. Fu un secondo, il tempo in cui l'essere inspirò profondamente per poi urlare contro la mezz'orca. Un urlo acuto ed agghiacciante, disumano.
Ed Eloise stette semplicemente a guardare, sogghignando appena, compiaciuta. Appoggiò una mano su una zampa del felino, in segno di gratitudine.




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-10, -0

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illesa

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danno Alto + danno Basso



Status del compagno animale


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danno Alto da contusione + danno Basso da contusione

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danno Basso






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Camminare, vedere, respirare, vivere.
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2 (destrezza)

Tutto ha un altro... sapore, odore, un'altra sensazione. Ecco tutto. È ciò che sento, con le orecchie, con il naso, con la lingua, con le dita. È ciò che vedo. Adoro toccare, sfiorare le cose. Adoro la sensazione che provoca, la leggera scarica di elettricità che attraversa le dita, chiudere gli occhi e percepire il tremore della terra sotto i passi di qualcuno. Tendere un dito e godersi le vibrazioni dell'aria al passaggio di qualcuno, cercare anche le più minuscole tracce del battito d'ali di una farfalla che generando microscopici fremiti nell'aere immobile si disperde come una goccia in un grande lago. [passiva razziale, sensi sviluppati]


Silenzio. Buio totale. Mi prodigo ogni giorno in questa abilità. Muoversi senza creare suoni, senza disperdere odori, senza poter essere individuata. In un certo senso lo trovo divertente. Voglio dire, apparire improvvisamente alle spalle di qualcuno è dannatamente spassoso, soprattutto se poi ci si ferma ad osservare la sua reazione. E vedere dalla mia posizione i miei inseguitori annaspare nel buio, rantolare bestemmie e frasi sconnesse mentre si rendono conto di avermi persa di vista. Divertente. [talento assassino, passiva di primo e secondo livello]


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Dopo tutti questi anni, dopo la sofferenza, la potenza di ciò che dorme nella mia testa, seppur in un'infinitesimale parte, mi appartiene. Schierando le anime, schermo la mia mente, proteggendola da offensive ed intrusioni di chiunque. Ma non sempre riesco; ho ancora molta strada da fare. [abilità personale, natura psionica, consumo variabile]

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Terrore: Il negromante si insinua nel proprio nemico, scatenando in lui una sensazione di imprescindibile paura ed orrore, risvegliando in lui le fobie più acute. La tecnica ha natura psionica. Il caster ammalia il proprio avversario, scatenando nel bersaglio una sensazione di paura crescente, di cui l'utilizzatore della tecnica è l'origine. A seconda del consumo impiegato, la vittima potrà dirsi solo inquietata o letteralmente terrorizzata dal caster. La potenza è di un livello inferiore al consumo speso per utilizzare la tecnica, che lascia anche un uguale ammontare di danni alla mente del proprio avversario in caso di successo. Può essere utilizzata solo ad area. Consumo di energia: Variabile




Ecco l'ultimo post, anche se un po' corto ci tenevo a farlo. Sono in polonia al momento, e non mi è facile scrivere quindi mi scuso per la ristrettezza.
Eloise si difende dal danno psico di Stormo illusione, ma cade lo stesso dal gatto, anche se non si fa un danno rilevante ai piedi. Il felino subisce un danno basso per la mazzata, ma la mezzelfa non lo vede poiché a terra. Lei invece schiva il suo grazie al cs in più. Poi utilizza il Servo della volontà per lanciare Terrore a consumo medio, e basta così.
Grazie di questa mia prima vera giocata, mi sono divertita molto anche se è stato più difficile di quanti immaginassi ^^

 
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view post Posted on 18/7/2014, 00:07
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And...bla..Bla..BLA
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zis vs aki

» zis

Scrittura. 6.33 /10

Alaria risulta un personaggio vivo, ben caratterizzato, ma soprattutto risulta un personaggio con una psicologia ben delineata, che lascia spazio ad espedienti narrativi molto interessanti - come il non saper leggere del primo turno. Tale psicologia è presente in ogni post in maniera abbastanza chiara, anche se alle volte commetti errori di coerenza - l'inizio del post e la fine del post corrispondono a momenti praticamente contemporanei di psicologia, eppure i loro caratteri assumono accezioni quasi opposte, che distraggono e disorientano il lettore. La lettura è abbastanza scorrevole, anche se devo dire che lo stile risulta a tratti molto criptico; il problema principale è che separi i periodi con il punto fermo con troppa frequenza. Questo tipo di scrittura è un'arma a doppio taglio, perché se è vero che molti concetti risultano meglio esplicitati - proprio per il loro essere isolati dagli altri - questo corrisponde anche ad un continuo spezzare le parti del discorso che non da un senso d'insieme dello scritto, tanto che lo rende frammentato, come tanti pezzi di un puzzle che non riescono però a legarsi tra di loro. Dovresti cercare di amalgamare meglio il testo, cercando di spezzare solo le parti che ritieni davvero importanti e significative, in questo modo sfrutteresti solo la parte positiva di questo stile di scrittura. Per il resto, ho notato una buona cura nell'uso di termini e concetti, che stonano un po' con alcuni errori di punteggiatura - in particolare le virgole, spesso utilizzate con troppa frequenza -. Espediente narrativo molto carino è stato quello di - in accordo con l'avversario - prendersi tempo, perdersi in questa enorme biblioteca non solo fisicamente, ma anche mentalmente, iniziando a spaziare in luoghi di pensiero che mai avreste pensato di raggiungere. Molto carina anche la presenza del Servo della Volontà, sfruttato narrativamente e tecnicamente - per "spiegare" i malus del torneo, in pratica -. Cerca di migliorare le descrizioni degli ambienti, spesso troppo sommarie.


Strategia. 7.00 /10

Hai dominato sotto il punto di vista strategico. Nonostante la differenza di pericolosità, riesci a portarti in vantaggio sin dal primo turno - con un pizzico di esagerazione per quanto riguarda l'alto + alto - procedendo poi con combinazioni di tecniche ed attacchi fisici che mettono abbastanza in difficoltà il tuo avversario. Solo verso la fine del duello Eloise sembra riuscire a rispondere in maniera degna, peccato però che non abbiate terminato con un ulteriore turno di combattimento, quindi per quello che ho letto, non posso che assegnarti la vittoria sotto questo campo. Molto buona è stata l'idea di utilizzare la pergamena del guerriero Berserk, che ti ha permesso di dominare sotto il punto di vista delle CS, il che ti ha permesso di infliggere ingenti danni all'avversario - e al suo compagno animale - ma soprattutto di evitare gran parte dei suoi attacchi fisici, facendoti risultare quasi indenne al termine del duello - se non per l'autodanno inflitto, praticamente -. In definitiva sono soddisfatto dell'utilizzo che hai fatto del tuo parco tecniche, anche se avrei preferito, forse, che utilizzassi un pochino di più l'ambiente del duello; le strategie, infatti, pur se efficaci, sono risultate un po' "piatte". Cerca di sfruttare anche il campo di battaglia la prossima volta.
Dominato. Hai fatto tanti dannni e te ne sei presi pochi, utilizzando per bene quello che hai. Buona la cosa delle Cs che ti ha portato vantaggio.


Sportività. 5,75 /10

Qui ci sono un paio di errori. Partiamo da quello comune al tuo avversario, cioè i tempi di postaggio. Come per Aki, anche tu posti quasi sempre sul filo del rasoio e ciò comporta una perdita in termini di qualità dei post, che risultano spesso affrettati e poco ragionati. Un'altra azione poco sportiva è stata sicuramente quella di utilizzare due alti nel primo turno, sfruttando il fatto che fossi tu ad iniziare il duello. Non posso nemmeno premiarla nel campo strategico, in quanto, per aver speso tutte quelle energie - 40% in un sol turno - sei stato costretto nei turni successivi a dosare meglio le tecniche da lanciare, così da compromettere, in un certo senso, anche strategie più elaborate. Un ultimo errore riguarda la pergamena Berserk che hai usato nel secondo turno attivo; fondamentalmente, sei stato poco chiaro, in quanto la tecnica dice chiaramente che dura due turni - e hai sfruttato la cosa nel terzo post attivo - mentre tu, nello specchietto dell'ultimo post - il terzo attivo - hai scritto di avere una sola CS, mandando in confusione il tuo avversario, ma soprattutto i lettori e me come giudice. Devi fare più attenzione nella stesura dello specchietto. Anche se sembra una parte poco importante del post, essa è fondamentale per capire cosa gli sfidanti fanno nel duello.


Voto finale: 6.36 /10

aki «


Scrittura. 6,25 /10

Ciò che si nota subito leggendo i tuoi scritti è la cura per i dettagli che imprimi in ogni post, che sembra essere ricco di concetti e spunti ben descritti, ma soprattutto ben contestualizzati e che seguono un filo narrativo e sintattico molto intelligente. Le descrizioni, siano esse per gli ambienti o per le azioni svolte, risultano infatti chiare, cristalline, senza però perdere il loro lato "poetico", che ti permette di apparire, agli occhi del lettore, come un'ottima scrittrice per quanto riguarda la pura descrizione di contesti ed azioni. Lo stile è infatti molto interessante, le parti del narrato separate con maestria ed i termini ben si legano al testo. Il problema fondamentale è l'assenza di una chiara psicologia di Eloise, che sembra quasi essere la narratrice della situazione, colei che descrive molto bene cosa succede nella vicenda, ma che sembra non esserne coinvolta. Ella dovrebbe invece essere il carattere fondamentale della narrazione, il punto dal quale partire per esplicitare ogni dettaglio chela circonda. Ti limiti infatti a piccoli scorci, cenni di psicologia che si riflettono in impressioni, in piccoli interventi fuori campo che descrivono la situazione psicologica del tuo personaggio. Non una parola, non un pensiero che sia ben costruito e che dia davvero risalto a quello che è l'interno di Eloise, una ragazza che avrebbe ben più da dire che un semplice: le fate non mi piacciono. Come per il tuo avversario, ho apprezzato il tentativo da parte vostra di perdervi nella biblioteca, spiritualmente e fisicamente, facendovi divorare dalla sua immensità. Poco caratterizzante il rapporto che Eloise ha avuto con l'ombra, praticamente inesistente ai suoi occhi. Cerca di approfondire di più e meglio i pensieri del tuo personaggio, perché solo così potrai renderlo vivo agli occhi del lettore.


Strategia. 5.75 /10

La strategia del tuo avversario è stata chiaramente dominante sulla tua, costringendoti a chiuderti a riccio e ad adottare una strategia fondamentalmente difensiva, puntata sul rispondere alle iniziative del tuo avversario, più che ad attuarne di tue. In particolare, la differenza di CS scatenata dalla pergamena Berserk ti ha messo in seria difficoltà, specialmente nei confronti del gatto, che è stato praticamente inutile - e ha preso molti danni - e ti portato in una condizione di svantaggio sin dal primo post. Per il resto, cerchi di utilizzare tutto il tuo parco tecniche come puoi, cercando di effettuare combinazioni di tecniche/attacchi che ti permettono di arginare lo svantaggio verso la fine del duello - una fine che non è stata realmente una fine, non avendo raggiunto i dieci post -.


Sportività. 6.33 /10

Ho due appunti da farti in questo campo. Il primo riguarda il tempo di postaggio; mandi il post sempre sul filo del rasoio. Se è vero che disponevi dell'intera giornata, questo non significa che tu debba postare alla fine, perché, come ho avuto modo di notare - ma anche tu lo hai notato, del resto, come da te accennato nello spoiler dell'ultimo post - gli scritti perdono in termini di qualità. Altro appunto riguarda l'ultimo turno di combattimento, nel quale schivi il colpo fisico dell'avversario; pur non avendolo ben specificato nel suo specchietto - e di questo ne parlo nel suo giudizio - la pergamena Berserk dura due turni, quindi anche nell'ultimo turno Alaria disponeva di 5 CS, il che portava la differenza tra le sue CS e le tue ad un valore di 3, che difficilmente ti avrebbero permesso di schivare il colpo. Allo stesso modo, nel calcolo dei danni del felino, hai tenuto conto di una sola CS, mentre la differenza era pari a 5, il che avrebbe dovuto causare un danno ben più alto di un semplice Basso al fisico per il gatto. Cerca di fare più attenzione la prossima volta - anche se il tuo avversario sarà penalizzato maggiormente, per la sua poca chiarezza.


Voto finale: 6,11 /10


Il vincitore del duello è zis!
Il vincitore ha diritto ad un post conclusivo di vittoria, con player killing non attivo.


Correttore Yu
 
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9 replies since 7/6/2014, 16:52   468 views
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