Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Pedine, Astrid vs Montu

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Ashel
view post Posted on 12/6/2014, 17:09




Astrid (gialla, F) vs Montu (bianca, E)



~



Tipologia: duello ufficiale
Primo post: Astrid
Player Killing: off
Premio in palio: Biscottini
Durata: 1 post di presentazione e 4 post di combattimento
Tempi di risposta: nessun limite di tempo





Luogo: Shiraz
Piccolo avamposto di quello che fu il clan Goryo, dista diverse miglia da Taanach. Si tratta di un insediamento di guerrieri e di mercanti d'armi utilizzato dai membri del clan infernale per esercitare il controllo sui territori circostanti.
Frequentato un tempo da mercenari in cerca di lavoro, commercianti itineranti, nomadi e prostitute è oggi diventato una sorta di rifugio per chi, a Taanach, non ha mai scelto da che parte stare in seguito alla sparizione della Purgatory e alla sollevazione dei nani nell'Akeran.
Qui circola la peggior feccia della città: disertori, criminali, ladri o semplicemente opportunisti.
E' possibile, per gli scaltri mercanti o per i guerrieri più abili, fare ottimi affari e scovare incarichi convenienti.
Le orecchie del Beik hanno riferito tempo addietro che potrebbero annidarsi persino delle spie delle fazioni nemiche, perciò è bene fare sempre attenzione a ciò che viene detto, anche per sbaglio, o ci si potrebbe ritrovare circondati di nemici in men che non si dica.
I partecipanti possono personalizzare liberamente l'arena di gioco.


 
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Ashel
view post Posted on 12/6/2014, 17:31






"C'era la guerra, e tutti ne eravamo presi,
e ormai sapevo che avrebbe deciso delle nostre vite.
Della mia vita; e non sapevo come."



Le notizie che giungevano dal fronte non erano rassicuranti, ma spesso venivano riportate in modo confuso, facendo nascere la speranza che tutto sommato potessero essere, almeno in parte, false.
Interi eserciti si erano spostati attraverso i territori inospitali del Plakard e ora, gradualmente, quelle che chiamavano se stesse Città Libere stavano cercando di schiacciare la ribellione dei nani con ogni mezzo che avevano a disposizione.
Uomini e donne venivano mandati al massacro come carne da macello.
I disertori venivano trovati, uccisi ed esposti al pubblico ludibrio.
I civili subivano le ingiustizie di ogni fazione che, a dispetto degli orrori che commetteva in nome della bandiera che portava, credeva di agire secondo giustizia.
Di possedere ideali più alti.
Ma erano tutti colpevoli.
Astrid se ne rendeva conto.
Alla fine, ciò che muoveva ognuno di loro non era altro che la cupidigia.
Quello era il motore che muoveva il mondo, che aizzava gli eserciti uno contro l'altro. Che faceva insorgere gli insoddisfatti, che risvegliava mostri dimenticati da secoli negli anfratti più bui del Plakard.
Poteva permettersi di pensare quelle cose persino ora, intenta a maneggiare il sacchetto di monete che aveva appena ricevuto in cambio di un lavoro.
Aveva dovuto lasciare la città, ma ciò non le aveva procurato alcun fastidio.
Anzi.
Taanach era completamente allo sbando. La città che aveva visto al suo arrivo non sembrava nemmeno più la stessa, fagocitata dagli intrighi delle spie che i Beik inviavano ovunque sotto false spoglie, amici che ora semplicemente vendevano se stessi e i loro vecchi compagni per una manciata di monete, più spesso per la promessa di ottenere favori, o un po' di quel potere che non avevano mai avuto e che ora desideravano ardentemente.
Cupidigia.
Tutti erano nemici di tutti. In quel caos ognuno pensava a se stesso e ora che non c'era più nessun Goryo a pattugliare i vicoli dei bassifondi, a incutere un po' di timore ai criminali e alle bande di disperati, quello che era da sempre stato l'Inferno aveva assunto connotati, se possibile, ancora peggiori.
Eppure Shiraz era ugualmente pericolosa.
Parlare troppo poteva significare inimicarsi qualcuno che aveva combattuto o che simpatizzava per la fazione opposta.
Imbattersi nelle spie, orecchie che i potenti maneggiavano a loro immagine e somiglianza, era un rischio sempre presente, anche in quell'avamposto dimenticato del Goryo, ora solo un ammasso di disperati dove fioriva il mercato nero e gli unici a fare ottimi affari erano i tagliagole.
Shiraz si trovava nei pressi di una piccola oasi nel deserto di sabbia e roccia, ma l'afa premeva sulle sue tende e sulle sue baracche con non minore crudeltà.
Di lì a poche ore sarebbe scesa la notte e probabilmente Astrid avrebbe fatto meglio a tornare da Gurz, che l'aspettava nella bettola in cui avevano affittato una stanza molto modesta. Talmente modesta da avere le stesse comodità di un pisciatoio.
Eppure la giovane non aveva nessuna voglia di partire. Persino quel villaggio di mercenari senza padrone le sembrava migliore di Taanach.
Senz'altro il clima che si respirava era meno soffocante.
Per la verità, nulla la tratteneva laggiù. Dopo la battaglia di Ghuthir avrebbe tranquillamente potuto andarsene dove voleva, non aveva nessun obbligo con il Goryo né tantomeno con quello scemo di Gurz.
Tanto, non sarebbe mai venuto a cercarla per riscuotere un debito che la giovane aveva già pienamente onorato.
Eppure, il ricordo di un amore lontano esercitava su di lei un controllo a tratti quasi patologico. Per giorni aveva battuto tutti i bordelli dei bassifondi - e a Taanach ce n'erano tanti - e ogni volta che otteneva solo di sentire un rifiuto veniva assalita da un'ansia incontrollabile.
Irrequieta, si chiudeva nel primo buco che trovava e cominciava a ingurgitare quanta più birra potesse permettersi.
La sua vita, poteva dirlo, faceva schifo.
Passò davanti a una piccola locanda arrangiata e provò la tentazione di entrarvi; ma poi qualcosa la trattenne e decise di proseguire.
Si fermò sotto un ampio tendone purpureo, dove un mercante dalle fattezze orchesche blaterava qualcosa in un linguaggio a tratti un po' maccheronico.

- Tu serve questo? Questo veleno per frecce.

La giovane lo guardò un istante, distratta.

- Ottimo per uccidere demoni. O nani.
Demoni... molti da dove vengo io. aggiunse, sussurrando.

- Zitto, stupido. Qui non è saggio dire certe cose.
Non puoi sapere chi potrebbe sentirti.


Egli subito si tacitò.
Lanciò uno sguardo interrogativo ad Astrid, ma non disse nient'altro.
Chi aveva parlato era un uomo che aveva tutta l'aria di essere un mercenario, armato di tutto punto ma privo di qualunque nobiltà nell'aspetto e nei modi di fare.
Un vero e proprio colosso, il viso segnato da profonde ferite ormai cicatrizzate e caratterizzato da un folto paio di baffi scuri.

- Chi ha detto qualcosa contro i nani?

- Contro i nani? Chi ha parlato di nani?

- Lui, è stato lui!

Tre nani dall'aspetto trasandato emersero, tra gli altri, brandendo dei pesanti martelli.
L'uomo che aveva parlato li guardò sogghignando.

- Tornate dalla mamma, nanerottoli.

Si gonfiò d'orgoglio e si fece grosso, forte dell'appoggio di qualche compagno che lo stava raggiungendo.
Le cose si mettevano male. Alcuni nani avevano combattuto per il loro popolo e ne erano usciti sconfitti, sparpagliandosi quindi per il vasto territorio dell'Akeran.
Ma alcuni di loro erano anche Goryo - o almeno lo erano stati prima che la Purgatory sparisse nel nulla.

- Che razza di Goryo sei se hai combattuto contro Taanach?

A quel punto i nani assalirono il tronfio soldato levando i loro magli a destra e a manca. Altri accorsero, alcuni si aggiunsero per menare le mani da una parte o dall'altra, i più rimasero a guardare in disparte, supportando l'una o l'altra fazione.
In breve, era scoppiata una rissa.
Nulla di serio, probabilmente ci sarebbe scappato il morto ma poi ognuno sarebbe andato per la sua strada.
La verità era che a nessuno importava di quella guerra. Lì a Shiraz non esistevano ideali.
Chi peccava di una simile ingenuità veniva deriso e schernito.
Perché in fondo ognuno di loro era stato un mercenario e se a volte combattevano gli uni contro gli altri era solo perché i guerrieri, spesso, non sono capaci di tenere le armi nella cintola troppo a lungo.
Alcuni erano solo frustrati. Delusi dalle sorti della guerra che aveva cambiato le vite di tutti, anche se non tutti ancora lo sapevano.
Astrid si allontanò. Alla fine, decise di lasciare la città e perdersi nel deserto, anche se stava per calare la notte.
Ripose il suo compenso nella bisaccia e guadagnò l'uscita della cittadina. Il portale di mattoni cotti si ergeva, al pari di una rovina antica, su di lei, disegnando un'ombra lunga e densa che di lì a pochi minuti sarebbe sparita, divorata dalle tenebre.
Anche Astrid era delusa. Delusa dalla politica che faceva sempre i conti sulla pelle dei poveracci, di chi veniva mandato a morire per alimentare l'ambizione di pochi.
Potenti che non si sporcavano mai le mani. Onoravano la loro avidità con il sangue degli altri. Ne alimentavano l'ignoranza, li compravano con l'oro.
Provò l'irresistibile impulso di lasciare Taanach.
Si fottesse Gurz, lei voleva solo essere libera.
Ma l'Akerat era vessato dalla guerra e persino a Basiledra, aveva saputo, era in corso una lotta intestina.
I troni e le loro maledizioni.
Le loro promesse.
Le loro tentazioni.
Astrid si sentiva solo schiacciata dagli eventi, mortificata dall'evidenza che senza volerlo si era macchiata di una colpa che tuttavia non riteneva giusta nei suoi confronti, annichilita dal legame che la tratteneva ancora laggiù quando invece avrebbe potuto farsi beffe di tutti e andarsene per sempre.
Che anche lei, in fondo, non covasse dentro di sé sentimenti che aveva sempre disprezzato?
Che anche nel suo cuore giacesse, in fondo, l'ambizione di ottenere qualcosa di più di quello che aveva sempre posseduto?
Era facile per lei cadere in simili tentazioni.
Non aveva mai avuto nulla.
O forse credeva solo di poter essere qualcosa di diverso da una pedina.
Qualcosa di migliore.

Astrid



Stato fisico: Ottimo
Stato psicologico: Ottimo
Energia: 100%

Classe: Cacciatore
Talento: Tiratore
Armi: Arco lungo 15/15, Pugnale (nel fodero)
Pericolosità: F
Energia: Gialla

Abilità razziale:
CITAZIONE
~ Sangue guerriero - I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia.

CS: 1 Maestria nell’uso delle armi

Passive attive:
CITAZIONE
Tiratore
» Effetto sulle capacità: i portatori di questo talento godranno di una mira straordinaria. Questa capacità ha il valore di un singolo CS passivo alla Maestria nell'uso delle armi non cumulativo con gli altri livelli del Talento.
» Effetto passivo: la prima capacità che caratterizza i possessori di questo talento è indubbiamente le loro mira ineccepibile in qualsiasi condizione. Essi saranno in grado di scorgere con precisione il proprio bersaglio anche quando quest'ultimo non è che un'ombra fra le ombre, si nasconde fra i rami di una fitta boscaglia o è soltanto una sagoma al di là di uno spesso banco di nebbia. In termini tecnici ciò non significa che i loro colpi andranno sempre a segno, ma che essi sono sempre in grado di prendere la mira sul proprio avversario fintanto che sono in grado di vederne almeno parzialmente la figura, come se nulla possa impedire ai loro occhi di seguire con precisione millimetrica gli spostamenti della preda che ancora possono scorgere.

Attive utilizzate:

Riassunto: Astrid si trova a Shiraz, dove ha riscosso il pagamento per un lavoretto appena concluso. Dopo aver assistito a una rissa, decide di andarsene e si dirige verso l'enorme portale di ingresso alla città.

Note: A te! ;)


 
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view post Posted on 17/6/2014, 16:06
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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Il Goryo aveva abbandonato Taanach, la Purgatory non troneggiava più nei cieli della città. Com'era prevedibile la Città Vecchia era caduta nel Caos.
Quando ancora i Custodi camminavano per le strade di Taanach quello non era di certo un luogo raccomandabile: i poveri, tagliati fuori dalla parte ricca della città da un'imponente cinta muraria, avevano dato vita ad un secondo enorme quartiere fatto di bordelli, arene, commerci illegali. Le case abusive, poco più che baracche la maggior parte, erano aumentate e aumentavano giorno dopo giorno, rendendo quindi la Città Vecchia oggetto di desiderio di mercanti e avventurieri.
A diverse miglia dal quel paradiso clandestino sorgeva Shiraz, un tempo controllata dallo stesso Goryo, che attraverso l'avamposto controllavano il deserto, anche lontani dalla città e dall'inquietante presenza della prigione volante.
Ora, nell'Oasi, si ritrovavano tutti coloro che erano rimasti come spiazzati dalla scomparsa del Clan, specie ora che i nani si erano rivoltati nell'Akerat.
Tutti quelli che erano i commerci della Città Vecchia erano proiettati anche a Shiraz. I mercenari trovavano incarichi, i mercanti trovavano... tutto.

-Il cuore di tutto ciò che può rappresentare la rivolta dei nani è Moeras. Conosci la storia della palude ragazzo?-
Il vecchio mercenario, capelli bianchi e barba incolta, sussurrava. Sapeva che una parola sbagliata sulla delicata questione poteva costare la vita in quel luogo.
Montu si limitò ad annuire, bevendo il pesante liquore tutto d'un sorso.
-Già... La palude della morte. Tutti temono quel luogo. Ma sai... era ovvio che i nani la occupassero. Per così tanto tempo sono stati mandati a morire in quelle paludi, e ora ricambiano il favore.-
Erano seduti sotto la tenda di uno dei tanti bazar, spalla a spalla, a bere per combattere l'afa o forse qualcos'altro. La rivolta del popolo della terra stava flagellando tutto il territorio, e forse anche il Demone sarebbe stato coinvolto in quella guerra. Forse proprio a Moeras, perchè l'idea di dare un'occhiata a quella palude, a ciò che si nascondeva in quelle nebbie, lo attirava in quel momento.
I colori di Shiraz distoglievano gli occhi dal nulla che la circondava, gli accesi tappeti dei mercanti di seta, la scintillante bellezza dei gioielli venduti al miglior offerente, il chiasso dei bazar dove praticamente ogni avventuriero o mercenario si fermava almeno una volta.
-Io sono stanco di tutte queste battaglie, sono troppo vecchio ormai. Penso che mi ritirerò nei Quattro Regni, a nord. La sabbia comincia a farmi schifo, non ho mai visto la neve.-
Oh, ne vedrai tanta lì. Si sta facendo notte, forse è ora che riprenda la mia strada.
L'Eterno fece per alzarsi, ma il vecchio lo afferrò per il braccio, dimostrando un'inaspettata forza.
-Con calma, Demone.-
Montu spostò rapido la mano libera verso la katana; un morto in più, o uno in meno, non avrebbe fatto differenza a Shiraz. Era il modo normale di risolvere le divergenze, la conclusione inevitabile di qualsiasi discussione.
Non so come tu sappia chi sono, ma non andrai a dirlo in giro, te l'assicuro.
-Non è quello che intendo fare. Piuttosto intendo affidarti un compito. Dopo tanti anni ho ancora qualche conto in sospeso, ma sono troppo vecchio per saldarli come facevo un tempo. E qui entri in gioco tu...-
Non mi sembra ti manchi la forza, ma potrei prendere in considerazione la tua offerta, di cosa si tratta?
Un contratto normalissimo, come tanti lì nel deserto. E come per la maggior parte le motivazioni erano sconosciute a chi eseguiva il compito.
Una donna? Non uccido una donna per il divertimento di un vecchio.
-Divertimento? Credi che abbia ancora voglia di divertirmi alla mia età? Uccidi la mezz'orca e avrai la tua ricompensa, o vattene e non farmi perdere tempo.-
Aveva avuto a che fare tempo addietro con qualche Orco, e seppur una sotto razza non poteva non detestare i mezz'orchi. Forse non meritava di morire, ma cosa contava più dell'oro in quel luogo? Chi non era un alleato, era un potenziale nemico. Tanto valeva guadagnarci qualcosa sopra.
Dove la trovo?
-Non ti sarà difficile, sta per uscire da quel portone.-

Il Demone si alzò e corse dietro la donna, molto più alta e muscolarmente prestante di una normale donna umana, con la pelle nera come la notte.
Tentò di afferrarla per la spalla, per farla voltare.
Tu, chi sei?
Voltandosi la mezz'orca avrebbe visto la sua stessa immagine, come riflessa in uno specchio, esattamente identica in ogni dettaglio.
Montu, celato sotto l'illusione della Gemma, sorrideva nell'immaginare il volto basito del suo nuovo bersaglio.



Energia: 100%
Status Fisico: Illeso
Status Psicologico: Illeso
CS Forma Umana: +1 Intelligenza

Armi:
Shokan: Riposta
Pistola: Riposta (5 colpi)

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Dissonante: 1
Biglia Deflagrante: 1
Rubino: Forma Umana: +1 Forza; +1 Velocità; +2 Maestria nell’uso delle Armi. Forma Demoniaca: +2 Forza; +1 Velocità; +1 Intelligenza.
Gemma della Trasformazione

Note: Utilizzo la Gemma della Trasformazione, trasformandomi in Astrid, per dare il via al nostro duello. Nient'altro da segnalare.

Mi dispiace per l'immenso ritardo, come ho detto già ad altri questo periodo sono stato pieno di problemi. Prometto più presenza per i prossimi giri.
Iniziano le danze, a te :lul:
 
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Ashel
view post Posted on 29/6/2014, 18:21






La notte stava lentamente calando sull'immensità del deserto del Plakard, un'enorme distesa di morte e di silenzio.
Astrid procedeva a passo lento, benché non vedesse l'ora di andarsene - per certi aspetti di rimanere sola.
Il portale di Shiraz, in cui non si poteva scorgere alcun segno di maestosità, giaceva tristemente a guardia dell'avamposto del Goryo in tutta la sua solitudine.
La mezz'orca, per una volta, cercava di non pensare a nulla; a mente vuota provava ora ad avanzare verso la destinazione che ancora doveva decidere senza porsi più alcuna domanda, senza lasciare che le sue preoccupazioni e le sue insoddisfazioni la tormentassero.
Ora voleva solo riposare. Giacere nel deserto che conosceva bene, quel deserto vasto e vuoto in cui per molti inverni aveva vagato, sopravvivendo come aveva potuto - talvolta a spese di altri.
Uccidere non le era mai piaciuto, nemmeno quando era stato necessario; ma quando aveva dovuto scegliere tra la sua vita e quella di un altro non aveva mai avuto dubbi.
Molte cose erano cambiate, però, da quando aveva combattuto per la guerra dell'Akeran. Qualcosa si era rotto, dentro di lei: la convinzione che gli individui lottassero tra loro per sopravvivere, che non vi fosse alternativa a quel massacro che si compiva, giorno dopo giorno, ai danni dei più deboli.
Forse ad Erdkun aveva visto più di quanto avrebbe dovuto; aveva sperimentato sulla propria pelle fin dove poteva spingersi la malvagità degli uomini, o magari la pietà che qualcuno, di tanto in tanto, dimostrava di possedere.
Del resto, se era ancora viva non lo doveva certo alle sue capacità o alla sua fortuna, ma alla compassione che aveva mostrato Alaria nei suoi confronti.
Quella guerriera dello schieramento opposto al suo aveva combattuto per espiare le sue colpe e per onorare un eroe in cui credeva con tutta la forza di cui il suo animo era capace; non per cercare la gloria, o per guadagnare il denaro che sarebbe bastato a sopravvivere un'altra settimana.
All'inizio l'aveva odiata perché l'aveva battuta e poi umiliata, salvandola.
Ma poi aveva capito che era stata l'unica, in quella cieca follia che aveva animato i soldati di tutte le fazioni, ad aver lottato per qualcosa che valesse la sua vita.
Forse Astrid avrebbe meritato di morire, a Erdkun. Quando ripensava a quanto era avvenuto alla Riva di Ghuthir cominciava a porsi molte domande. Alle quali, chiaramente, non era in grado di darsi alcuna risposta.
A un tratto, sentendo dei passi dietro di lei, abbandonò il flusso di quei pensieri che di nuovo l'avevano raggiunta; quando sentì che qualcuno l'afferrava per una spalla si irrigidì.

- Tu, chi sei?

Si voltò di scatto, irritata.
Se le cose fossero andate diversamente si sarebbe limitata ad apostrofare il malcapitato e a continuare per la sua strada. Ubriaconi, viandanti e gente di strada chiedevano sempre soldi o cibo a chi passava di lì.
Ma non lo fece. Trovarsi di fronte al proprio riflesso non era un'esperienza che molti avevano avuto la sfortuna - o la fortuna, a seconda dei casi - di provare.
Per qualche istante non fu in grado di aprire bocca, né di muovere un solo muscolo o di elaborare alcun pensiero completo.
Era un inganno. Qualcuno si divertiva a prendersi gioco di lei, probabilmente desiderava approfittare del suo stupore per aggredirla, derubarla o anche ucciderla.
Ma Astrid non ebbe il tempo di fare quelle considerazioni e fece l'unica cosa che era in grado di fare in quelle condizioni: agì d'istinto.
I suoi muscoli si ingrossarono di colpo e il suo corpo acquisì una rapidità notevole, persino per una guerriera avvezza alla battaglia come lo era lei. Si sporse quindi in avanti e cercò di colpire, con una violenta testata, il capo di colei che le stava di fronte.
Se si fosse trattato di un'illusione il suo attacco l'avrebbe trapassata da parte a parte; altrimenti il bastardo che si divertiva a prendersi gioco di lei avrebbe ricevuto un duro colpo alla testa.
Poi cercò subito di allontanarsi in modo da riuscire a imbracciare l'arco nel caso in cui fosse stato necessario difendersi.
Non aveva paura, piuttosto Astrid era turbata da quella visione che era riuscita, per qualche momento, a confonderla. Del resto, dopo quello che aveva visto a Ghuthir - dopo quello che le aveva fatto passare lo spirito di Dell - la fermezza del suo animo era stata messa a dura prova, più di quanto avesse fatto, nel corso degli anni, il deserto inospitale in cui molte volte aveva rischiato di trovare la morte.
Una sola battaglia era riuscita a cambiarla.
Ma a dispetto di tutti quei cambiamenti Astrid continuava ad essere, prima di ogni altra cosa, una guerriera. E avrebbe fatto tutto ciò che poteva per dimostrarlo.
Mentre provava ad allontanarsi di qualche metro, sfruttò l'unica offensiva magica che conosceva; era una magia elementare, forse fin troppo rispetto a quella che aveva avuto modo di sperimentare in guerra, ma sempre efficace.
Il terreno su cui poggiava la sua copia - ammesso che non fosse un fantasma, o un'illusione incorporea - avrebbe cominciato, in pochi istanti, a bruciare. Intrappolare quella creatura e provare ad attaccarla per tastarne la sostanza e la pericolosità le pareva l'unico modo per reagire.

- Bisognerebbe piuttosto chiedersi: chi sei tu?

Quello che aveva di fronte poteva essere uno strano incantesimo, qualcosa con cui non aveva mai avuto a che fare; ma magia o no, avrebbe continuato a combattere fino a quando non fosse riuscita a svelare il mistero di quell'apparizione.
Quando si trovò a circa cinque o sei metri di distanza dalla sua copia perfetta incoccò un dardo e lo scagliò verso di lei, al centro del petto.
Astrid non andava tanto per il sottile: prima attaccava, poi faceva domande, se necessario.
Quella era la sua filosofia.
Ma poteva anche essere che fosse infine impazzita, che ciò che aveva visto a Ghuthir - ciò che Dell le aveva mostrato - le avesse fatto perdere la ragione.
Il suo animo era stato scoperto, denudato; si era ritrovata sola e indifesa di fronte a se stessa, ai suoi ricordi e ai suoi desideri.
Come spesso accadeva durante una battuta di caccia, man mano che aveva proceduto sicura verso la preda si era ritrovata in breve a dover fronteggiare piuttosto le sue paure, la sua fragilità.
E i ruoli si erano subito invertiti.



Astrid



Stato fisico: Ottimo
Stato psicologico: Ottimo, confusa e sorpresa
Energia: 100 - 10 - 20 = 70%

Classe: Cacciatore
Talento: Tiratore
Armi: Arco lungo (14/15) braccio sinistro, Pugnale nel fodero
Pericolosità: F
Energia: Gialla

Abilità razziale:
CITAZIONE
~ Sangue guerriero - I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia.

CS: 1 Maestria nell’uso delle armi, 2 Velocità

Passive attive:
CITAZIONE
Tiratore
» Effetto sulle capacità: i portatori di questo talento godranno di una mira straordinaria. Questa capacità ha il valore di un singolo CS passivo alla Maestria nell'uso delle armi non cumulativo con gli altri livelli del Talento.
» Effetto passivo: la prima capacità che caratterizza i possessori di questo talento è indubbiamente le loro mira ineccepibile in qualsiasi condizione. Essi saranno in grado di scorgere con precisione il proprio bersaglio anche quando quest'ultimo non è che un'ombra fra le ombre, si nasconde fra i rami di una fitta boscaglia o è soltanto una sagoma al di là di uno spesso banco di nebbia. In termini tecnici ciò non significa che i loro colpi andranno sempre a segno, ma che essi sono sempre in grado di prendere la mira sul proprio avversario fintanto che sono in grado di vederne almeno parzialmente la figura, come se nulla possa impedire ai loro occhi di seguire con precisione millimetrica gli spostamenti della preda che ancora possono scorgere.

Attive utilizzate:

CITAZIONE
~ Movimenti fulminei
Il fisico di un cacciatore deve sempre essere allenato. Colpire per primi spesso può significare uccidere prima di essere uccisi. Così come muoversi più velocemente degli altri può voler dire sopravvivere a un nuovo giorno.
Per questa ragione Astrid pare in grado di superare i limiti del suo corpo. Guadagna 2 CS in Velocità per due turni.
[Pergamena Iniziale Cacciatore Fratello del Vento]
Consumo di energia: Medio

CITAZIONE
~ Scotta, vero?
Il terreno sotto i piedi dell'avversario in men che non si dica diventa incandescente per due turni. In questo modo Astrid cerca di intrappolare la sua preda in una sagoma di fattezza e ampiezza variabili a seconda delle necessità.
Sfuggire a questo stratagemma non è per niente facile. Solo una tecnica adeguata può permettere al malcapitato di uscire dall'area di azione della trappola; altrimenti, egli subirà un danno da fuoco Medio per ciascun turno, esteso alle tre dimensioni.
[Pergamena Iniziale Cacciatore Trappola Incandescente]
Consumo di energia: Alto

Riassunto: Prima parte lunga sega mentale: lo stato d'animo di Astrid, i suoi pensieri, le sue frustrazioni e tutto il resto.
Poi l'attacco di Montu: dopo lo stupore iniziale, Astrid reagisce utilizzando la tecnica "Movimenti fulminei" e cercando di dare una testata alla Zidane alla sua copia.
In seguito cerca di allontanarsi e usa la Trappola Incandescente sotto i piedi dell'avversaria. Come al solito la superficie interessata dalla tecnica è circolare, con un diametro di 2-3 metri.
Scaglia quindi un dardo, un attacco semplice, verso il suo petto.

Note: Mi scuso per il ritardo nella risposta ç_ç Cercherò di essere più celere.
Edit: Ho specificato che la trappola ha una durata di due turni.


Edited by Ashel - 30/6/2014, 10:06
 
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view post Posted on 3/7/2014, 17:54
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Di certo non qualcuno con cui si può scherzare.
Ma in fondo le intenzioni del Demone non erano le migliori, e forse la guerriera le aveva intuite. La sua reazione fu quasi immediata, e violenta.
Come immaginato per un momento le si disegnò sul volto un'espressione mista tra stupore e incredulità, poi senza dire una parola portò la testa in avanti, colpendo il Demone che fece appena in tempo ad abbassare la testa e impedire al suo naso di rompersi prematuramente.
La botta, ricevuta sulla fronte, lo stordì un momento e la mezz'orca riuscì a divincolarsi e si allontanò di qualche metro. In un secondo di lucidità Montu afferrò la sua Bambola Voodoo con l'intenzione di usarla contro il suo nemico, ma lei fu più veloce. Una sagoma circolare si sviluppò sotto i suoi piedi, con un diametro di qualche metro, e la donna ne era appena al di fuori. In un secondo si sentì schiacciato sul terreno, che divenne rapidamente ustionante, e nonostante i suoi sforzi non riusciva a muovere un passo. Cambiò immediatamente strategia, capendo che i suoi sensi dovevano affinarsi immediatamente se voleva sopravvivere alla straordinaria velocità della cacciatrice.
Stringeva tra le mani quella possibilità, ma sapeva cosa comportava quella scelta: dolore.
Prima che il suo avversario potesse far altro spinse uno spillo nella gamba sinistra della bambola, e la fitta arrivò immediata al suo cervello. Cadde in ginocchio con le lacrime agli occhi per il lancinante dolore alla gamba che lo attanagliava.
-Bisognerebbe piuttosto chiedersi: chi sei tu?-
La mezz'orca incoccò una freccia, e al Demone sembrò di vedere quel dardo conficcarsi nel suo petto. Lì mirava, ma non avrebbe trovato nessun bersaglio.
Montu si spostò, e la freccia si conficcò nel terreno dietro di lui.
Alzò lo sguardo, e fissò gli occhi, identici, della donna che aveva davanti.
Un altro spillo venne infilzato nella bambola, e una copia animata e assetata di sangue apparve al di fuori della trappola in cui era inchiodato il Demone. Veloce e letale corse verso la mezz'orca, puntando alla sua gola con lo spillo che aveva in mano.

Si alzò, il dolore era insopportabile, il terreno incandescente.
La Gemma sciolse l'illusione, e Montu le si mostrò per com'era veramente -o, perlomeno, com'era il suo guscio umano-.
-Io sono Montu.-
Alzò la pistola e sparò due colpi al petto della mezz'orca.

Gli occhi di Shiraz erano puntati su di loro. Per molti era solo un altro dei tanti regolamenti di conti che ogni giorno tormentavano l'accampamento. Qualcuno rideva, altri scommettevano sul vincitore, ma i più semplicemente li ignoravano.
Come potevano gli uomini essere caduti così in basso? Individualismo. Governati dall'egoismo in un mondo in cui -l'altro- era il nemico, in cui era normale veder morire un uomo, una donna, forse perfino un bambino, nel mezzo della strada. In cui era normale passare accanto ai duellanti, e poi al corpo dello sconfitto, come se nemmeno esistessero, solamente perchè non interferivano con quel ristretto universo che ogni essere si creava autonomamente intorno. I grandi schieramenti erano rari, tutti viaggiavano seguendo la propria strada... Montu compreso.
Poco distante, ancora seduto al bazar, con ancora lo stesso boccale di idromele in mano, il vecchio nemmeno guardava ciò che accadeva alle sue spalle. Eppure quel duello era una sua volontà.




Energia: 100 -10 =90%
Status Fisico: Ustione alle gambe (Medio)
Status Psicologico: Dolore lancinante alla gamba sx (Medio)
CS Forma Umana: +1 Intelligenza [+2 Intuito] = 3CS

Armi:
Shokan: Riposta
Pistola: Riposta (5 colpi)

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Dissonante: 1
Biglia Deflagrante: 1
Rubino: Forma Umana: +1 Forza; +1 Velocità; +2 Maestria nell’uso delle Armi. Forma Demoniaca: +2 Forza; +1 Velocità; +1 Intelligenza.
Gemma della Trasformazione

Abilità Usate:
La bambola è furba.
Dal diario di Leade (madre): Reoh mi ha parlato di questo suo nuovo progetto, qualcosa a che fare con le bambole e con dei riti. Non volevo nemmeno entrarci, ma lui mi ha costretto, ha detto che se uno di noi non avesse partecipato, avrebbero preso le nostre anime, o qualcosa del genere. Mi ha insegnato a costruirle, quelle strane bambole, ma i riti proprio non mi piacciono, sono spaventata. Eppure, ogni giorno che passa, sento di star imparando sempre cose nuove, ad un prezzo; forse aveva ragione, forse la mia anima sta lentamente esaurendosi. Non dovevamo proprio iniziare con tutta questa faccenda. {Tecnica di natura Magica, Nullo. Infliggendosi un danno Medio alla psiche, rappresentato da un senso di dolore lancinante nel punto colpito dallo spillo, il caster godrà di due CS aggiuntive all'Intuito per due turni. La tecnica necessita di uno spillo}

La bambola è dentro di te.
Dal diario di Kugg (primogenito): Ormai ho imparato tutto ciò che c'è da sapere sull'arte Voodoo. Papà è stato un maestro davvero bravo, ha saputo insegnarmi anche i più infidi dei segreti. Sono sicuro che diventerò molto bravo, con il tempo. L'altro giorno l'ho vista, la bambola. Si era animata, ne sono certo; mi ha guardato negli occhi per qualche secondo, poi si è alzata ed è andata a prendere un bottone da mettersi sull'occhio mancante. Forse le lezioni di papà mi stanno facendo impazzire, o forse ho scoperto una cosa che nemmeno lui sa: una volta create, sanno agire da sole. Ho iniziato a controllare la cantina, prima di andare a dormire. {Tecnica di natura Magica, Medio. Evocazione di una piccola bambola voodoo dotata di due CS per la durata di due turni. La bambola sparisce incassato un danno totale pari a Medio o alla fine dei due turni. La tecnica necessita di uno spillo}

Note: Montu si prende la testata sulla parte alta della fronte, ed ha solo un lieve giramento di testa all'impatto. A causa della botta perde la presa su Astrid che si allontana, poi vede materializzarsi sotto di lui la Trappola e subisce il primo Medio. Attiva la Tecnica dell'Artefatto La Bambola è furba e grazie al power up all'Intuito riesce a schivare il dardo scagliato da Astrid. Poi evoca una bambola voodoo con 2CS che attacca Astrid alla gola usando uno spillo che ha in mano.
 
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Ashel
view post Posted on 10/7/2014, 15:29






Come previsto la trappola di Astrid ebbe l'effetto sperato.
La sua copia, dopo aver ricevuto la violenta testata, era rimasta bloccata sotto il terreno incandescente, forse incapace di liberarsi.
Dunque non si trattava di un'illusione.
E Astrid non era affatto pazza. Qualcuno si stava divertendo a prendersi gioco di lei, ma per quale motivo?
Lei a Shiraz non aveva mai avuto affari, non conosceva nessuno e aveva sempre mantenuto una posizione defilata con tutti. Si limitava a svolgere, di tanto in tanto, qualche lavoretto di passaggio, ma era certa che nessuno la conoscesse o sapesse chi fosse.
Che fossero le persone a cui lei e Gurz avevano schiacciato i piedi qualche mese prima, nei bassifondi di Taanach?
Schiavisti, per lo più, implicati nel rapimento del suo compagno. Gente pericolosa, senz'altro; ma da quando la Purgatory era sparita dai cieli della città molte cose erano cambiate e in quel finimondo di certo sistemare quel vecchio debito non doveva rientrare nelle loro priorità.
Forse.
A un certo punto la donna che aveva le sue stesse fattezze cominciò a maneggiare uno strano oggetto, qualcosa di simile a una bambola.
Parve soffrire, ma Astrid non seppe dire se per le ferite subite in seguito alla trappola o per qualche altra ragione che non riusciva a comprendere.
Poi, un'altra bambola apparve accanto alla precedente, dirigendosi verso la mezz'orca con uno spillo.
Una situazione decisamente grottesca.
Le venne quasi da ridere; ma cambiò subito atteggiamento quando, dopo aver alzato un braccio per difendersi, sentì lo spillo che penetrava dritto nelle sue carni, ferendola.

- Ma che cazz...?

Era furibonda.
Estrasse, con un rapido e secco movimento, il pugnale che teneva nel fodero. Cercò quindi, nell'arco di pochi istanti, di infilzare quella bambola dritta nel petto.

-Io sono Montu.

Sciolse l'illusione cosicché lei potesse vederlo.
Un uomo, quindi.
Ma forse non un semplice umano. Un mago, evidentemente.
Qualcuno che praticava una forma di magia di cui Astrid ignorava persino l'esistenza.
Il suo era un odore particolare, diverso da quello degli umani. Forse c'erano altri misteri attorno all'identità del suo aggressore dal fisico robusto e prestante, eppure così avvezzo all'uso di incantesimi e oggetti impregnati di magia.
In breve, la mezz'orca cominciò ad allontanarsi dalla bambola e da lui, precipitando nelle ombre che si allungavano sempre di più, lì a Shiraz, mentre il tramonto lasciava lentamente spazio alla notte del deserto, fredda e silenziosa.
Fu colpita da un proiettile, di striscio, alla gamba sinistra; ma il secondo sibilò nell'aria perdendosi nel vuoto.
Non era un volgare tagliagole. E nemmeno un ubriacone qualsiasi.
Montu era lì per lei.
Un'altra pedina, forse, mossa da chi poteva comprare la vita di un altro sborsando qualche moneta.
Una pedina come le era lei, in quella grande scacchiera in cui i pezzi grossi stavano al sicuro dietro di loro, che venivano sacrificati per ideali più alti.
Favorita dalle tenebre che avanzavano dalle dune e cominciavano a fagocitare l'avamposto dei Goryo, ripose il pugnale e incoccò un dardo, cercando di ignorare il dolore per la ferita subita al braccio.
Quando si trovò a circa cinque o sei metri da Montu, mirò con attenzione al braccio con cui reggeva la sua arma da fuoco. La freccia era cosparsa di un veleno molto potente, capace di paralizzare la zona del corpo colpita.

- E chi ti manda ti avrà detto che non sarà molto facile uccidermi.


Astrid



Stato fisico: 1 Medio all'avambraccio destro, 1 Basso alla gamba sinistra
Stato psicologico: Ottimo
Energia: 100 - 10 - 20 - 10 - 10 = 50%

Classe: Cacciatore
Talento: Tiratore
Armi: Arco lungo (13/15) braccio sinistro, Pugnale nel fodero
Pericolosità: F
Energia: Gialla

Abilità razziale:
CITAZIONE
~ Sangue guerriero - I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia.

CS: 1 Maestria nell’uso delle armi, 2 Velocità

Passive attive:
CITAZIONE
Tiratore
» Effetto sulle capacità: i portatori di questo talento godranno di una mira straordinaria. Questa capacità ha il valore di un singolo CS passivo alla Maestria nell'uso delle armi non cumulativo con gli altri livelli del Talento.
» Effetto passivo: la prima capacità che caratterizza i possessori di questo talento è indubbiamente le loro mira ineccepibile in qualsiasi condizione. Essi saranno in grado di scorgere con precisione il proprio bersaglio anche quando quest'ultimo non è che un'ombra fra le ombre, si nasconde fra i rami di una fitta boscaglia o è soltanto una sagoma al di là di uno spesso banco di nebbia. In termini tecnici ciò non significa che i loro colpi andranno sempre a segno, ma che essi sono sempre in grado di prendere la mira sul proprio avversario fintanto che sono in grado di vederne almeno parzialmente la figura, come se nulla possa impedire ai loro occhi di seguire con precisione millimetrica gli spostamenti della preda che ancora possono scorgere.

Attive utilizzate:

CITAZIONE
~ Battuta di caccia
Astrid è una esperta cacciatrice. Ha imparato ad attendere le sue prede confondendosi con le ombre intorno a lei, negli anfratti più bui, tra il sottobosco selvatico, in ogni angolo che le permetta di celarsi alla vista.
Attendere il momento propizio per colpire è la sua specialità. E mentre gli altri non la possono scorgere, i suoi occhi seguono la preda con interesse mortale.
Astrid si mimetizza sfruttando angoli bui o porzioni d'ombra e di oscurità; non può essere colpita con semplici attacchi fisici per due turni.
[Pergamena Iniziale Cacciatore Mimetizzazione]
Consumo di energia: Medio

CITAZIONE
~ Dardo immobilizzante
Astrid è stata addestrata a sopravvivere anche in terre inospitali e ha imparato a sfruttare ciò che poteva recuperare in questo ambiente ostile.
Il veleno di vipera cosparso sulle frecce si è rivelato in grado di causare nell'avversario una sensazione di paralisi nella zona colpita nel caso in cui il colpo andasse a segno.
[Personale Fisica 1/10]
Consumo energia: Medio

Ancora in uso:
CITAZIONE
~ Movimenti fulminei
Il fisico di un cacciatore deve sempre essere allenato. Colpire per primi spesso può significare uccidere prima di essere uccisi. Così come muoversi più velocemente degli altri può voler dire sopravvivere a un nuovo giorno.
Per questa ragione Astrid pare in grado di superare i limiti del suo corpo. Guadagna 2 CS in Velocità per due turni.
[Pergamena Iniziale Cacciatore Fratello del Vento]
Consumo di energia: Medio

Riassunto: Astrid viene colpita dalla bambola, subendo un Medio all'avambraccio destro.
Poi cerca di infilzarla con il pugnale dritto nella pancia.
A quel punto attiva Mimetizzazione per evitare gli attacchi di Montu - ma subisce comunque un basso alla gamba sinistra perché viene colpita di striscio.
Usa quindi Dardo Immobilizzante su Montu, mirando al braccio con cui regge la pistola.
Note: -


Edited by Ashel - 6/8/2014, 08:52
 
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view post Posted on 3/8/2014, 13:38
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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Il pugnale trafisse la bambola. Un fischio, come un sibilo di morte, uscì dalla bocca cucita dell'abominio Voodoo. Continuava a sferzare l'aria con il suo spillo, ormai troppo lontana dal suo bersaglio, con la lama piantata in mezzo al petto.
Svanì così com'era comparsa. E la mezz'orca fece ancora qualche passo indietro incoccando una freccia.
La ferita al braccio evidentemente non era così grave da impedirle di continuare a sforzare l'arto... Beh, si sarebbe dovuto impegnare ancora un po'.
Il terreno sotto di lui ancora bruciava, e temeva di non riuscire a pensare lucidamente.
Quando la freccia venne scoccata lui era totalmente impreparato: non poteva muoversi, non aveva armi in mano che lo potessero aiutare, e non sarebbe riuscito a resistere all'impatto.

Shiraz sorgeva nel bel mezzo del deserto. L'avamposto era cresciuto intorno all'oasi, e nel corso di centinaia di anni migliaia di carovane e nomadi si erano fermati ad abbeverarsi sotto le palme, e chissà chi aveva pensato bene di renderla ciò che era ora.
Chissà quanti anni erano morti lì intorno, chissà per quali motivi.
Ora le loro ossa fremevano, sentivano il potere del Negromante anche sepolti sotto metri di sabbia, fremevano e volevano uscire, volevano salvare chi poteva piegarle al proprio volere.
Il teschio di un uomo, vecchio di decenni, emerse dalla sabbia. Poi ancora un altro. Apparvero le costole, la tibia, il perone di un cammello. Centinaia di ossa fuoriuscivano dal terreno, si accalcavano l'una sull'altra e si ergevano a difesa di chi le aveva invocate, donandogli nuovo scopo dopo ere trascorse nell'oblio.

Il muro si frappose fra Montu e la donna, e la freccia si conficcò nel mezzo.
La punta, evidentemente cosparsa di un qualche veleno, iniziò a corrodere le ossa più vicine al punto colpito, che si colorarono di un ironicamente affascinante verde acido.
Poi il muro cadde, e le ossa tornarono sotto la sabbia, nell'oblio da cui provenivano... Questa volta, per sempre.
L'unica cosa rimasta, davanti ai piedi del Demone, era la freccia, ormai inoffensiva.
-E chi ti manda ti avrà detto che non sarà molto facile uccidermi.-
Ma il dolore ancora non era finito, una nuova fiammata pervase le membra di Montu, che di nuovo barcollò.
Non poteva permettere che la mezz'orca attaccasse di nuovo. Quindi alzò lo sguardo e la fissò, occhi negli occhi.
Finchè il terreno non gli avesse permesso di muoversi, doveva agire a distanza, manipolando la sua mente.
Le avrebbe mostrato i suoi incubi più profondi, l'avrebbe costretta a combattere le sue paure, i suoi più terribili ricordi.

Credeva molto in sè stessa, forse veramente non sarebbe stato semplice ucciderla, ma il Demone avrebbe messo in serio dubbio quella sua convinzione. Si sarebbe resa conto che aveva davanti un guerriero decisamente più versatile rispetto a quelli che poteva aver incontrato finora.
Aveva ancora molte carte da giocare.



Energia: 90 -10 -5 =75%
Status Fisico: Ustione alle gambe (Alto); Affaticamento per la proiezione dell'Incubo (Basso)
Status Psicologico: Dolore lancinante alla gamba sx (Medio); Affaticamento per la proiezione dell'Incubo (Medio)
CS Forma Umana: +1 Intelligenza [+2 Intuito] = 3CS

Armi:
Shokan: Riposta
Pistola: Riposta (5 colpi)

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Dissonante: 1
Biglia Deflagrante: 1
Rubino: Forma Umana: +1 Forza; +1 Velocità; +2 Maestria nell’uso delle Armi. Forma Demoniaca: +2 Forza; +1 Velocità; +1 Intelligenza.
Gemma della Trasformazione

Abilità Attive:
La bambola è furba.
Dal diario di Leade (madre): Reoh mi ha parlato di questo suo nuovo progetto, qualcosa a che fare con le bambole e con dei riti. Non volevo nemmeno entrarci, ma lui mi ha costretto, ha detto che se uno di noi non avesse partecipato, avrebbero preso le nostre anime, o qualcosa del genere. Mi ha insegnato a costruirle, quelle strane bambole, ma i riti proprio non mi piacciono, sono spaventata. Eppure, ogni giorno che passa, sento di star imparando sempre cose nuove, ad un prezzo; forse aveva ragione, forse la mia anima sta lentamente esaurendosi. Non dovevamo proprio iniziare con tutta questa faccenda. {Tecnica di natura Magica, Nullo. Infliggendosi un danno Medio alla psiche, rappresentato da un senso di dolore lancinante nel punto colpito dallo spillo, il caster godrà di due CS aggiuntive all'Intuito per due turni. La tecnica necessita di uno spillo}

Muro d'Ossa
Consumo: Medio (10%)
Il negromante richiama davanti a sé una barriera invalicabile composta dalle ossa dei suoi nemici, bloccando gli attacchi che gli sarebbero rivolti contro.
La tecnica ha natura magica. Il caster richiamerà un muro di ossa dal terreno per bloccare le offensive rivoltegli contro; a seconda della personalizzazione, la barriera potrà essere composta da ossa, carne, lame o qualsiasi altro materiale solido che possa essere utilizzato per la stessa funzione. La tecnica ha potenziale difensivo pari a Medio e nessun potenziale offensivo. Le dimensioni coperte dal muro potranno essere particolarmente grandi, permettendo di generare una difesa non solo potente, ma anche di grande portata.

Personale 1/10
Genera nella testa dell’avversario immagini del più terribile incubo che attanaglia la sua mente. Provoca un danno Psionico Alto (20%). [Abilità Psionica - Consumo Energetico Basso (5%); Auto danno alla mente Medio (10%); Auto danno al fisico Basso (5%)]

Personale 2/10
Il corpo del Demone si fonde con l'oscurità, la nebbia o il fumo che lo circondano, divenendo quasi invisibile ai suoi nemici. Consentendogli però di individuarli grazie alla perfetta simbiosi con l'ambiente circostante.
[Passiva - Mimetizzazione; Capacità visive in caso di oscurità, nebbia o fumo]

Note: Innanzitutto mi scuso per l'enorme ritardo, come detto in privato ho avuto tanti problemi soprattutto in real.
Ad ogni modo ora assicuro una presenza molto più assidua, e sicura puntualità.
Mi difendo dal dardo usando Muro d'Ossa poi attacco usando la mia Personale 1/10.

Per il futuro correttore: Poichè gli aggiornamenti sono stati effettuati -dopo- il mio primo post attivo continuerò ad usare la vecchia scheda, prima del Riassetto Tecnico effettuato.
Per facilitare il confronto posterò, d'ora in poi, nelle note, un link di rimando al commento relativo al Riassetto Tecnico ---> Link
 
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Ashel
view post Posted on 29/8/2014, 08:17






"Alla nera forca, amabile moncone,
danzano, danzano i paladini,
i magri paladini del demonio"



Un silenzio assordante stringeva Astrid come in una morsa.
Rotolandosi tra gli umori del suo corpo cercava invano di raggiungere la fessura in alto alla disperata ricerca di aria.
Tutto era marcio, stantio, in continua putrefazione.
Il tempo aveva perso significato e lei aveva smesso da settimane di conteggiare i giorni che la dividevano dalla salvezza. Una pena senza inizio e senza fine, come una pioggia che insisteva a scrosciare su di lei senza mai accennare a chetarsi.
E in quel boato insostenibile che era la totale assenza di rumori Astrid vedeva cose che non aveva mai visto prima, o forse sognava solo di vederle; poi sentiva le voci di molti che aveva incontrato, talvolta ne udiva di sconosciute: ma che in fondo non sognasse solo di sentirle?
Che udisse la sua voce scambiandola poi per quella di un altro?
A trascorrere troppo tempo laggiù aveva finito per confondere ogni cosa; così i suoi deliri avevano presto sostituito una realtà dai contorni labili e disomogenei.
Oramai non distingueva più il giorno dalla notte - forse perché non c'era più alcuna differenza - e si limitava a rotolare nel fango per non restare immobile a soffocare nei suoi stessi escrementi.
Era così che si addomesticava un Pelleverde: consegnandolo a un'esistenza privata di tutto e in cui diventava incapace di disgustarsi per il suo stesso stato.
Lo si insudiciava fino ad annichilire la sua innata fierezza, spezzandola per sempre.
Gli si toglieva qualunque dignità.
Sopravvisse digiunando e mangiando quello che riusciva a trovare nella buca. Vermi, per lo più. E ciò che lei stessa produceva.
Quando vennero ad tirarla fuori nemmeno si rese conto di essere uscita. Era più morta che viva e tutti se ne complimentarono. Aveva dato loro del filo da torcere, ma nessuno poteva resistere a quel trattamento, nemmeno i Pelleverde dei clan più selvaggi del Bekâr-şehir.
Nemmeno Astrid degli Ossabrune.
Cosa rimaneva di lei non lo sapevano nemmeno loro.
Quando fu in grado di aprire gli occhi non vide i suoi aguzzini dal malvagio sorriso, ma neri figuri che danzavano davanti a lei.
I magri paladini della morte.
Fu allora che si tastò il ventre. Lo trovò vuoto e freddo.
Scese seguendo le linee del suo corpo raggrinzito fino alla sua intima cavità, scoprendola arida.
Pianse.
Che ne era stato di lui?
Sarebbe stato forse un abominio agli occhi degli umani che l'avevano seviziata, che credevano di possederla solo perché l'avevano comprata con una manciata di monete, perché in fondo erano uomini e lei una donna; ma Astrid lo avrebbe amato con tutta se stessa e sarebbe diventato bellissimo ai suoi occhi.
Ora dal suo grembo freddo e sterile non proveniva alcun rumore.
La sua intimità non poteva che inumidirsi con il sangue che le colava dalle gambe, un sangue scuro, denso, una fanghiglia maleodorante in cui si era imbrattata lei stessa per giorni nella buca.
Il suo pianto dapprima silenzioso non fece che esacerbarsi in un lamento continuo, la sua voce roca raschiava la superficie torbida di un sole cocente.
Danzavano i macabri paladini della morte; risate rauche e sdentate graffiavano le pietre e le ferivano le orecchie.
Non importava che fosse ancora giovane, che fosse la sua prima volta.
Per certe cose una donna non è mai troppo giovane.
La gettarono allora in un angolo, lasciandola in balia di se stessa.
Si chiesero se si sarebbe mai ripresa o se fosse impazzita per sempre; un investimento sbagliato, forse, ma almeno, oltre che una tortura, quella era stata una lezione.
E intanto gli altri ballavano la loro danza oscena davanti ai suoi occhi coperti di lacrime e sudore.

~

"Urrà per i gai danzatori che non hanno più pancia!
Possono fare giravolte, perché il palco è così grande!
Op! Che non si sappia se è danza o battaglia!"



Astrid rivisse quei momenti un numero indefinito di volte.
I suoi ricordi si confusero presto con frammenti dei suoi sogni più intimi e per molto tempo non fu in grado di scacciare dalla sua mente quelle immagini atroci.
Magri cavalieri danzavano brandendo le loro spade e lei, al centro di quella ballata macabra, giaceva inerme e denudata di tutto.
La infilzavano.
La sventravano.
Le sue viscere cadevano a terra con un tonfo sordo e si mescolavano alla polvere; e in quelle viscere credeva di riconoscere il viso di colui che aveva perduto.
Un sole rosso troneggiava su di loro ma non portava alcun conforto né calore.
Solo pietra, fango secco e quell'odore di sangue a riempirle i polmoni.
E la danza si ripeteva all'infinito cosicché lei fosse costretta a rivivere quei momenti ogni volta.
Incubi che credeva di aver dimenticato riemergevano dalle profondità della sua coscienza e si manifestavano a lei con rinnovata crudeltà.
E lei si contorceva, gemeva, forse urlava e piangeva. Ma qualunque cosa tentasse di fare, il suo ventre, alla fine, tornava ad essere nient'altro che un vuoto involucro di morte.

~

"La forca nera mugola come un organo di ferro!
E i lupi rispondono da foreste violette:
all'orizzonte il cielo è d'un rosso inferno...

Alla nera forca, amabile moncone,
danzano, danzano i paladini,
i magri paladini del demonio."



Il latrato di un cane giunse alle sue orecchie sottoforma di lamento. Ma forse erano i coyote della steppa che si chiamavano l'un l'altro per la caccia.
L'avevano violata: gli umani e la loro ingordigia.
Disprezzavano i Pelleverde ma non vedevano quale empietà giaceva nei loro cuori più disumani degli altri.
C'erano ferite che nelle donne, anziché cicatrizzarsi con il tempo, finivano per scavare un abisso nelle carni fino a farle marcire: tali erano le ferite di Astrid.
Nessuno avrebbe potuto sanarle. Impossibile dimenticarle e sfuggire al loro ricordo.
Molte volte rischiarono di inaridirla e forse, in fondo, un po' ci erano riuscite.
Fu colpita in viso dalla sabbia che i venti raccoglievano dai deserti e cercò di aprire gli occhi; non l'avrebbero spezzata, non di nuovo.
Non l'avrebbe mai più permesso.
Il suo animo era provato come se avesse combattuto per giorni, ma forse non erano passati che pochi istanti da quando lo straniero aveva infilzato il suo sguardo con occhi di fiamme.
Mai più.
Non l'avrebbero fatto mai più.
Un tempo forse aveva avuto qualcuno a consolarla; ora era sola. Ma quella vita aveva finito per temprarla e non aveva più bisogno di qualcuno per rialzarsi.
Non avrebbe mai più chiesto aiuto.
Non si sarebbe mai più mostrata debole.

Alzò il capo e squadrò i neri paladini e loro spade affilate, sfidandoli. Non osarono avanzare.
Nessuno poteva sfidare un Pelleverde in una circostanza come quella: un Ossabrune avrebbe preferito morire piuttosto che sopportare una simile vergogna.
Così, levandosi, riservò ai suoi aguzzini l'urlo che anticipava la battaglia: quello che molti umani scambiavano per i lamenti di una bestia e che invece era il canto di guerra dei clan dei deserto.
La realtà finì per dipanarsi dinnanzi a lei come un velo sottile e le macabre figure si dissiparono gradualmente fino a sparire del tutto, inghiottite dai riflessi rossastri del tramonto ormai giunto al termine.
I demoni avevano finito di danzare. Ma la partita era ancora aperta: il Grande Gioco non terminava mai per un Pelleverde. Erano tutti, lei compresa, pezzi disposti su una scacchiera invisibile. E avrebbero continuato quella che da danza si era tramutata in guerra.
La mezz'orca alzò appena il viso e incrociò lo sguardo di Montu con un'espressione folle.
Con il volto quasi tumefatto dalla violenza delle sue visioni lo fissò fino a quando, fuori di sé, non scattò verso di lui con un movimento ferino.
Estrasse il coltello, lo strinse tra le mani e con un balzo cercò di ridurre la distanza che la divideva dal suo avversario.

- TI AMMAZZO!
gli urlò con la schiuma alla bocca.

Cercò di piombare su di lui per colpirlo in pieno petto, all'altezza del cuore, con un rapido affondo.
I suoi muscoli erano tesi e il suo corpo nervoso.

- TI AMMAZZO!!

La sua mente era ancora scossa dal ricordo di una vita che le era stata strappata via per sempre e mentre antichi dolori rinnovavano continuamente se stessi la sua rabbia cresceva e l'animava di un'orgogliosa e tenace ostinazione.
Nessuno sfidava un Pelleverde in quello che sapeva fare meglio.
Nessuno strappava a un Pelleverde ciò che gli era più caro.


Astrid



Stato fisico: 1 Medio all'avambraccio destro, 1 Basso alla gamba sinistra
Stato psicologico: 1 Medio
Energia: 100 - 10 - 20 - 10 - 10 - 10 - 10 = 30%

Classe: Cacciatore
Talento: Tiratore
Armi: Arco lungo (13/15), Pugnale braccio destro
Pericolosità: F
Energia: Gialla

Abilità razziale:
CITAZIONE
~ Sangue guerriero - I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia.

CS: 1 Maestria nell’uso delle armi

Passive attive:
CITAZIONE
Tiratore
» Effetto sulle capacità: i portatori di questo talento godranno di una mira straordinaria. Questa capacità ha il valore di un singolo CS passivo alla Maestria nell'uso delle armi non cumulativo con gli altri livelli del Talento.
» Effetto passivo: la prima capacità che caratterizza i possessori di questo talento è indubbiamente le loro mira ineccepibile in qualsiasi condizione. Essi saranno in grado di scorgere con precisione il proprio bersaglio anche quando quest'ultimo non è che un'ombra fra le ombre, si nasconde fra i rami di una fitta boscaglia o è soltanto una sagoma al di là di uno spesso banco di nebbia. In termini tecnici ciò non significa che i loro colpi andranno sempre a segno, ma che essi sono sempre in grado di prendere la mira sul proprio avversario fintanto che sono in grado di vederne almeno parzialmente la figura, come se nulla possa impedire ai loro occhi di seguire con precisione millimetrica gli spostamenti della preda che ancora possono scorgere.

Attive utilizzate:

CITAZIONE
~ Mente di ferro
La vita da cacciatrice ha temprato la mente di Astrid, che è avvezza a mantenere la concentrazione e i nervi saldi anche nelle situazioni più estreme.
Facendo appello al suo addestramento ferreo è in grado di evitare qualsiasi offensiva di tipo psionico di livello pari o inferiore a Medio. La tecnica può essere usata nei primi momenti in cui la malia nemica colpisce la mente di Astrid per prevenirne completamente i danni.
[Personale difesa psionica 2/10]
Consumo di energia: Medio.

CITAZIONE
~ Ti faccio a pezzi
A volte qualcuno riesce ad arrivare abbastanza vicino ad Astrid per cercare di ferirla con un attacco ravvicinato.
A quel punto non esiterà ad estrarre il coltello e a provare a infilzarlo senza pietà, o a colpirlo con una testata o con un bel montante dritto in faccia.
Nessuno sfida un Pelleverde in quello che sa fare meglio: uccidere.
Tecnica fisica di potenza Media, causa un danno Medio.
[Pergamena Comune Guerriero Colpo Duro]
Consumo di energia: Medio

Ancora in uso:
CITAZIONE
~ Battuta di caccia
Astrid è una esperta cacciatrice. Ha imparato ad attendere le sue prede confondendosi con le ombre intorno a lei, negli anfratti più bui, tra il sottobosco selvatico, in ogni angolo che le permetta di celarsi alla vista.
Attendere il momento propizio per colpire è la sua specialità. E mentre gli altri non la possono scorgere, i suoi occhi seguono la preda con interesse mortale.
Astrid si mimetizza sfruttando angoli bui o porzioni d'ombra e di oscurità; non può essere colpita con semplici attacchi fisici per due turni.
[Pergamena Iniziale Cacciatore Mimetizzazione]
Consumo di energia: Medio

Riassunto: Astrid subisce l'attacco psionico ed è tormentata da una serie di visioni del suo passato; in parte frutto delle insidie di Montu, in parte risalenti ai suoi trascorsi da schiava mescolano rapidamente realtà e finzione ottenendo di soggiogarla mortalmente.
Dal canto suo cerca di reagire con Mente di Ferro, con cui limita gli effetti della tecnica; quindi, ancora scossa, attacca furibonda con Colpo Duro.
Strategicamente è una disfatta ma, date le circostanze, mi sembrava più coerente optare per un'offensiva di questo genere.
Note: Scusami per l'attesa, che tra una cosa e l'altra si è prolungata più del previsto.
Per qualsiasi cosa non esitare a contattarmi!^^
 
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view post Posted on 4/9/2014, 12:30
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Alzò gli occhi verso di lui, occhi iniettati di sangue. Uno sguardo folle si perdeva nei riflessi di fuoco del Demone. Chissà quale folle visione aveva tormentato la sua mente al punto tale da instillarle un tale odio nel cuore.
Montu sorrise, sadico.
Nonostante il dolore alle gambe sapeva che poteva contare sul vantaggio che quelle visioni gli avevano dato. Se esistevano delle regole in guerra, una era sicuramente quella di non agire per rabbia.
-TI AMMAZZO!-
Ed era esattamente quello che la mezz'orca stava facendo. Cadeva preda non tanto dell'istinto, che poteva anche salvarti la vita, quanto del cieco furore. Le azioni diventavano lente, prevedibili, macchinose. Alzò il pugnale, e con un balzo coprì la distanza che li separava. Gli fu addosso in un momento e affondò il pugnale all'altezza del cuore. Se non fosse stata così impulsiva, così ferale, forse quel colpo avrebbe sortito qualche effetto.
-TI AMMAZZO!!!-
La punta della lama cozzò contro il petto del Demone. Un suono metallico riempì l'aria, come un sordo rimbombo, di metallo contro metallo. Il sorriso di Montu si allargò fino a diventare un ghigno divertito, poi scoppiò in una fragorosa risata con il pugnale ancora premuto sul suo petto, all'altezza del cuore, senza che la lama affondasse nella carne.
La mano era già posata sull'elsa della katana.
-Credi veramente di potermi ferire? Ti illudi che la tua lama possa qualcosa contro di me? Guardami negli occhi.-
Lasciò passare un secondo.
-Con chi pensi di avere a che fare?-
Sguainò la spada cercando di dilaniare il ventre della mezz'orca. La lama corse da sinistra verso destra, e concluso il percorso Montu afferrò la katana con entrambe le mani, per portare i successivi affondi con più veemenza.
Ma ad ogni colpo la sua mente sembrava lacerarsi.
Perchè?
Perchè gli uomini uccidevano?
Forse la seconda regola in guerra diceva di non porsi domande. Perchè la guerra è lontana dall'etica e dalla morale, la causa poteva mascherarsi di nobiltà ma la verità rimaneva la stessa. Morte e distruzione. L'aveva inconsciamente scoperto nella palude di Moeras.
L'oro muoveva gli uomini, legati al metallo come marionette al loro burattinaio.
Fili spessi come catene muovevano il mondo.
E muovevano il braccio di Montu che impietoso si abbatteva ancora, e ancora, e ancora sulla sua vittima.
Sapeva solo che tutto sarebbe finito presto, in un modo o nell'altro. Voleva fuggire lontano da Shiraz, o anche solo poter aprire gli occhi e ritrovarsi di nuovo al bancone, per poter rifiutare quel sanguinoso incarico, che lo rendeva partecipe ancora una volta del macabro gioco. Una volta che... avrebbe potuto evitare.




Energia: 75 -10 -20 =45%
Status Fisico: Ustione alle gambe (Alto); Affaticamento per la proiezione dell'Incubo (Basso)
Status Psicologico: Dolore lancinante alla gamba sx (Medio); Affaticamento per la proiezione dell'Incubo (Medio)
CS Forma Umana: +1 Intelligenza

Armi:
Shokan: Impugnata (due mani)
Pistola: Riposta (5 colpi)

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Dissonante: 1
Biglia Deflagrante: 1
Rubino: Forma Umana: +1 Forza; +1 Velocità; +2 Maestria nell’uso delle Armi. Forma Demoniaca: +2 Forza; +1 Velocità; +1 Intelligenza.
Gemma della Trasformazione

Abilità Attive:

Tempra di Ferro Consumo: Medio (10%)
il guerriero rende una parte del proprio corpo resistente come il ferro, in modo da poter parare i colpi.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero rende il proprio corpo o una parte dello stesso, che sia essa il petto, la testa, un arto, o anche solo un dito, resistente quanto il ferro. Questo potrà provocare un parziale mutamento del suo aspetto fisico, ma non al punto tale da renderlo irriconoscibile. In questo modo la parte mutata sarà in grado di parare un colpo ad essa rivolto per un totale di forza pari a Medio o inferiore. Riacquisterà le proprie naturali sembianze subito dopo l'urto.

Furia Consumo: Alto (20%)
il guerriero riesce a scagliare fino ad otto fendenti in successione con la propria arma.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero riesce a scagliare fino ad otto attacchi in rapida successione a mani nude, o con la propria arma. La posizione delle varie offensive cambierà in base al movimento compiuto dal guerriero. Questa tecnica può essere utilizzata anche con le armi da lancio. Non aumenta la velocità di movimento del guerriero, ma solo quella con cui compie gli attacchi. La tecnica va contrastata come un'unica offensiva di portata complessiva Alta, avente natura fisica.

Personale 2/10
Il corpo del Demone si fonde con l'oscurità, la nebbia o il fumo che lo circondano, divenendo quasi invisibile ai suoi nemici. Consentendogli però di individuarli grazie alla perfetta simbiosi con l'ambiente circostante.
[Passiva - Mimetizzazione; Capacità visive in caso di oscurità, nebbia o fumo]

Note: Ed ecco la mia risposta, perdonami se breve.
Mi difendo dal tuo affondo con Tempra di Ferro e poi rispondo al tuo attacco con Furia

Per il futuro correttore: Link di rimando al commento relativo al Riassetto Tecnico ---> Link
 
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Ashel
view post Posted on 12/9/2014, 19:55






Capitava che a volte Astrid facesse dei sogni così reali da apparire veri.
Spesso si svegliava e considerava quei sogni eventi realmente avvenuti; tentava poi di ripescare nella sua memoria il luogo e il tempo in cui aveva visto quelle cose, provato quelle sensazioni...
Ed esse apparivano così potenti, così radicate nella sua mente da sostituire presto la realtà e confondersi con il resto.
Talvolta impiegava un po' a realizzare che invece ciò che aveva visto non era mai accaduto davvero, eppure il sogno le lasciava addosso una sensazione di disagio, impregnava tutta la sua persona e non la lasciava più.
Poteva essere che il sonno le avesse mostrato quei contenuti nascosti nel suo cuore e censurati dal giudizio della veglia. Ricordi che credeva di aver perduto per sempre, sentimenti che la mente vigile sopprimeva per non far emergere le inquietudini ad essi soggiacenti.
Poi capiva che il sogno non le mostrava né la realtà né la finzione; esso costruiva architetture edificate sulla scorta di ciò che da sveglia non poteva controllare. Il sonno non era né luogo né tempo, era solo follia.
... ma quella volta era diverso.
Quella volta nessuno poteva sapere che cosa si consumasse nella sua mente. Forse solo ricordi, oppure nient'altro che immagini sconnesse schiave di una matematica senza numeri e senza leggi.
Sentì il fragore del metallo su di lei, poi uno schianto; non capì cos'era successo, sentì solo delle fauci di ferro che l'afferravano e la respingevano indietro.
Lei rispose come poté, coprendosi il viso con le braccia.
Udì le spade che la cercavano, lame infide forgiate nel fuoco dell'odio - armi che non appartenevano a questo mondo.
Infinite schegge di quell'odio la trafissero e per quanto avesse provato a difendersi non le riuscì di evitarle tutte. Eccole di nuovo, le magre figure della morte che erano giunte per lei e per la vita che aveva in grembo; eccole cercare di fiaccarne i più intimi desideri, le ambizioni, le aspirazioni.
Sentì il suo corpo aprirsi e il suo cuore pulsare violentemente come in un'ultimo, disperato slancio di vitalità, per poi cadere a terra lasciando la sua arma - non le sarebbe servita più a niente - e rotolare nella polvere.
La sua non era mai stata una vita facile; era stata strappata via dalla sua gente per indossare le catene nelle miniere di ferro e quando molti anni dopo era riuscita a fuggire non aveva più un posto dove tornare.
Non aveva più una tribù, né una famiglia.
Non aveva niente.
Non ricordava le usanze del suo popolo, né la sua lingua o la sua religione. Gurz aveva ragione: entrambi avevano passato troppo tempo con gli umani e nessuno tra i Pelleverde li avrebbe più voluti.
E poi c'era il suo aspetto, così simile non solo nei modi ma anche nel corpo a quello di una donna comune.
A quella di una con il sangue sporco.
L'avrebbero guardata con sospetto, l'avrebbero discriminata e poi infine allontanata, o peggio uccisa. Non c'era più posto per lei tra la sua gente. Non c'era più posto da nessuna parte.
Non era più né umana né Pelleverde, non era più schiava ma non era nemmeno libera.
Non era niente.
E li sentiva ridere nella sua testa, li vedeva esibire i loro denti aguzzi come zanne e udiva i loro rantoli che graffiavano le pietre; strinse il suo arco, piangeva o forse gemeva - forse semplicemente non produceva più alcun suono riconoscibile. Afferrò una freccia, cercò la sagoma del suo nemico ma non la vide con certezza, forse a causa delle lacrime o della nebbia nella sua mente.
Provò ad alzarsi quanto bastava, incoccò il dardo e attese un istante per essere certa di spararlo nel punto giusto.
Quanto era diventata debole. In molti l'avevano elogiata per la sua agilità, per la scaltrezza straordinaria con cui afferrava gli uccelli tra le dune del Bekâr-şehir quando era solo una bambina; ora non era altro che un'inetta che provava a difendersi come una bestia in punto di morte.
Ma non voleva morire. Per quanto detestasse la sua esistenza privata di tutto, per quanto si sentisse sola e sapesse di non poter amare più nessuno, Astrid non voleva morire.
Che fosse quell'istinto naturale di ogni essere vivente a perpetuare la sua esistenza ad ogni costo non lo poteva sapere; ma ecco, nella sua mente apparivano anche le immagini di un'epoca felice, un'epoca in cui Astrid non era altro che un'adolescente con tutta la vita davanti, schiacciata tra il cielo azzurro del deserto e la pietra rossa su cui crescevano piante dai fiori variopinti.
Immagini del mare che aveva solcato con Akilah e Jethro, tanto tempo prima; la sua immensa vastità, la sua bellezza cristallina e ineffabile in cui era tentata sempre di perdersi.
C'erano ancora così tante possibilità.
Perciò Astrid voleva vivere: c'era ancora una speranza per lei, anche se Ariel era scomparsa e per tutta la sua vita non aveva fatto altro che inseguire un fantasma - quello della giovane che aveva amato e, attraverso di esso, il suo.
C'erano così tante strade sconosciute da percorrere, tanti mari da navigare e ancora tanti deserti da attraversare. Prima o poi, forse, avrebbe trovato qualcosa per lei.
O forse no, ma non importava: la semplice prospettiva di poter ambire a qualcosa di diverso dal quel meccanismo in cui era rimasta invischiata bastava a riempirla di voglia di vivere; bastava a farla aggrappare alla vita con una forza che non credeva di possedere.
Gli umani uccidevano spesso solo per denaro, accecati da quella particolare forma di ingordigia per la quale non v'era rimedio; ma Montu non era un semplice umano come gli altri: l'aveva capito quando aveva sciolto l'illusione con cui si era manifestato.
Lo sentiva dal suo odore; tutti i suoi sensi si erano acuiti: la risposta del suo corpo all'istinto di sopravvivenza. Vedeva tra le pieghe di quella realtà distorta il profilo del suo aggressore che tentava di nascondersi con arti arcane che lei non conosceva, mescolandosi con la notte calata su Shiraz.
Lo capiva dai suoi occhi di fuoco capaci di penetrarle nell'anima, violarne i misteri più intimi.
Sparò due dardi consecutivamente per non lasciargli il tempo di usare di nuovo le sue abilità diaboliche mirando prima alla testa e poi al cuore. La seconda freccia aveva una punta talmente acuminata che sarebbe riuscita a penetrare qualsiasi sua difesa, persino la sua pelle che pareva fatta di corteccia. Non l'avrebbe ucciso ma di certo ne avrebbe fiaccato la volontà.

- Uccidermi non ti renderà onore.
Nemmeno se... nemmeno se ormai non hai più un padrone da servire.


Astrid lo sapeva perché era come lui.
Tutti in quel mondo governato dalla guerra degli uomini non sapevano più per chi stavano combattendo, se per la loro sete di gloria o per una follia collettiva a cui non avevano potuto che adeguarsi loro malgrado.
Montu non era altro che un assassino come tutti gli altri: un assassino come d'altronde lo era lei.
Ma forse avrebbero potuto trovare un'altra strada. Forse poteva esserci un rimedio, una possibilità...
Astrid era stanca e sentiva che non avrebbe avuto più le forze per continuare a combattere; se lui l'avesse uccisa avrebbe accettato la morte come conseguenza finale della vita a cui era stata consegnata.
Tutto sommato, però, c'era ancora una speranza.
In fin dei conti quel gioco avrebbe continuato benissimo anche senza di loro e benché fossero stati immessi in quel meccanismo spietato avrebbero forse potuto, se lo avessero davvero voluto, trovare scampo dagli ingranaggi perfetti che ne regolavano il corso.
Scegliendo da soli per la prima volta le loro mosse.

- Non sei obbligato a farlo.
Nessuno di noi lo è.



Astrid



Stato fisico: 1 Medio all'avambraccio destro, 1 Basso alla gamba sinistra, 1 Alto tramite ferite diffuse su tutto il corpo
Stato psicologico: 1 Medio
Energia: 100 - 10 - 20 - 10 - 10 - 10 - 10 - 10 - 5 = 15%

Classe: Cacciatore
Talento: Tiratore
Armi: Arco lungo (11/15) mano sinistra, Pugnale
Pericolosità: F
Energia: Gialla

Abilità razziale:
CITAZIONE
~ Sangue guerriero - I mezz'orchi sono nati come una razza di super mercenari. La loro potenza e le loro discrete abilità in qualsiasi campo li hanno resi inevitabilmente una delle razze più popolari fra le fila di un esercito, e le più utili. La stessa razza, intuendo che questo era uno degli unici modi che aveva per poter continuare a vivere senza subire notevoli discriminazioni, si è evoluta in questa direzione, per poter divenire l'unica e vera razza guerriera.
Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia.

CS: 1 Maestria nell’uso delle armi

Passive attive:
CITAZIONE
Tiratore
» Effetto sulle capacità: i portatori di questo talento godranno di una mira straordinaria. Questa capacità ha il valore di un singolo CS passivo alla Maestria nell'uso delle armi non cumulativo con gli altri livelli del Talento.
» Effetto passivo: la prima capacità che caratterizza i possessori di questo talento è indubbiamente le loro mira ineccepibile in qualsiasi condizione. Essi saranno in grado di scorgere con precisione il proprio bersaglio anche quando quest'ultimo non è che un'ombra fra le ombre, si nasconde fra i rami di una fitta boscaglia o è soltanto una sagoma al di là di uno spesso banco di nebbia. In termini tecnici ciò non significa che i loro colpi andranno sempre a segno, ma che essi sono sempre in grado di prendere la mira sul proprio avversario fintanto che sono in grado di vederne almeno parzialmente la figura, come se nulla possa impedire ai loro occhi di seguire con precisione millimetrica gli spostamenti della preda che ancora possono scorgere.

Attive utilizzate:

CITAZIONE
~ La migliore in quello che fa
Astrid è come una bestia. Con il tempo ha appreso ad affinare tutti i suoi sensi per orientarsi meglio nell'ambiente e per scorgere la presenza di prede o di eventuali nemici.
Per due turni assume le parvenze di un animale selvaggio: annusa l'aria come un lupo, acquista la vista di un falco, il suo udito è in grado di percepire i rumori più flebili. Nulla le può sfuggire.
[Pergamena Iniziale Cacciatore Sensi sviluppati]
Consumo di energia: Medio

CITAZIONE
» Effetto attivo: spendendo un consumo Basso il possessore di questo talento è in grado di aggirare o ignorare quelle coperture che l'avversario potrebbe utilizzare per difendersi dai suoi colpi. Egli scaglierà infatti un dardo che avrà la capacità di virare leggermente per aggirare gli ostacoli più sottili, oppure talmente penetrante da bucarli ed attraversarli del tutto, raggiungendo colui che vi si nasconde dietro. In termini tecnici la tecnica ha potenza Bassa e provoca un danno Basso se non ci si difende da essa; ha natura fisica.

Riassunto: Astrid subisce l'attacco avversario, poi attiva Sensi Sviluppati per riuscire a individuarne la posizione e poter mirare eludendo - credo - la passiva di Montu. Poi scaglia due frecce, la prima un attacco semplice mentre la seconda l'attiva del talento.
In questo stato non mi pareva il caso di usare tecniche diverse, più complicate e senz'altro più dispendiose. Mi sembrava più coerente e realistico proseguire così.

Note: Grazie Ramses per avere portato pazienza a fronte di tutti i miei ritardi e del cambio pg; è l'ultimo scontro che faccio con Astrid e probabilmente la penultima giocata, perciò ci tenevo molto a portarla a termine.
:) Ringrazio anche in anticipo il correttore ;)
 
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view post Posted on 20/9/2014, 18:29
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Lo aveva fissato, gli occhi della mezz'orca si erano persi tra le fiamme del Demone.
Per un solo secondo lei aveva fissato quei riflessi rossi che guizzavano come fiamme vive sulle iridi marrone scuro di Montu. E lui era sicuro che l'aveva vista, la sua vera natura. Era sicuro che la donna avessere percepito che c'era più di quanto si potesse vedere in superficie. Ma ancora non sapeva con chi aveva a che fare. E ora l'avrebbe annientata.
Sentiva i suoi colpi sempre più deboli, quasi annusava la sua paura, e la sua rassegnazione.
Si sentiva onnipotente. Le aveva colpito il corpo, fiaccato la mente, aveva messo a nudo i suoi più intimi segreti. Ed ora lei era lì, che sembrava solo aspettare il colpo di grazia. Montu era giudice e boia, padrone della vita e della morte. Quella sensazione inebriava il Demone che albergava nella sua anima. Giudice e boia, si perse nel suo autocompiacimento mentre la donna trovava le forze per incoccare un'altra freccia.
Ancora un tentativo di... No, non poteva sperare di ucciderlo così. Era disperazione. Un ultimo, disperato, tentativo di rendere la sua morte meno immediata. L'unico modo per poter godere ancora qualche istante dell'aria afosa di Shiraz, che in qualunque altro momento avrebbe odiato e trovato opprimente. I suoi occhi fissavano la sagoma del Demone ma sembravano aggrapparsi al notte che incombeva, ai mercanti che assistevano alla scena, ai cavalli legati che riposavano, sembravano voler conservare il più a lungo possibile il ricordo di quella vita.
Montu sentì fluire in lui la potenza che aspettava di poter scatenare, sentì la magia delle gemme pervadere il suo corpo.
La fissava, in piedi davanti a lei, con la spada in pugno aspettando che la donna si arrendesse alla sua inevitabile sorte e gettasse a terra l'arco.
Invece scoccò la freccia.
Guizzò verso la sua testa ma venne deviata da un colpo secco dato con il piatto della lama. La corsa del dardo fu arrestata e cadde inoffensiva nella sabbia a pochi metri dal Demone.
Ma la mezz'orca aveva dato fondo alle sue ultime forze, per estrarre ancora una freccia e scagliarla verso il cuore di Montu, che dovette fare affidamento al suo addestramento e al suo istinto per evitare l'impatto con la punta d'acciaio che avrebbe penetrato le sue carni.

La guardava dall'alto, e accanto alle gambe dell'Eterno apparve la Manticora che avrebbe scritto la parola fine a quel duello.
-Uccidermi non ti renderà onore. Nemmeno se... nemmeno se ormai non hai più un padrone da servire.-
Dalla voce sembrava essersi rassegnata a ciò che stava per succedere.
La Manticora mosse un passo verso di lei, lasciando che le zampe leonine affondassero nella sabbia soffice, scoprì le zanne ma non emise alcun rumore.
Montu non staccava i suoi occhi da quelli della donna, ormai inerme.
Un padrone da servire... Un padrone...
Perchè aveva accettato quell'incarico? Non aveva mai agito così, le motivazioni che muovevano la sua spada erano sempre -ottime- motivazioni. O almeno, anche impegnandosi, poteva sembrare così. Ma quella volta no, quella volta da qualsiasi punto di vista analizzasse la situazione... lui appariva semplicemente folle.
Poteva forse uccidere per un boccale di birra in più? Valeva così poco la vita di un essere vivente? Non era una spedizione a cui aveva preso parte, non era una taglia da riscuotere, quella era... Vendetta.
Sapeva bene cosa si provava.
Ma quella non era la sua guerra.
-Non sei obbligato a farlo. Nessuno di noi lo è.-
Non era obbligato. Non era obbligato a piegarsi al volere del dio denaro. Non era obbligato ad agire senza sapere perchè lo stava facendo.
La Manticora saltò, e spalancò le fauci per dilaniare la sua vittima. Mirava alla gola, agiva come un felino.

Uno sbuffo d'aria arrivò sul volto della mezz'orca. Un leggerissimo vento, quasi fosse un soffio. La Manticora era scomparsa, richiamata dal suo evocatore. Rimaneva solo Montu, in piedi, con la spada che tremava in mano. Era stanco, ma era convinto di aver fatto la cosa giusta. Era stato puro istinto, senza ragione.
Passò la katana dalla mano destra alla sinistra, si avvicinò di un passo e alzò la mano libera verso la donna.
-Come ti chiami?-



Energia: 45 -10 -10 =25%
Status Fisico: Ustione alle gambe (Alto); Affaticamento per la proiezione dell'Incubo (Basso)
Status Psicologico: Dolore lancinante alla gamba sx (Medio); Affaticamento per la proiezione dell'Incubo (Medio)
CS Forma Umana: +1 Intelligenza [+1 Forza; +1 Velocità; +2 Maestria nell’uso delle Armi] =5 CS

Armi:
Shokan: Impugnata (Mano Dx)
Pistola: Riposta (5 colpi)

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Dissonante: 1
Biglia Deflagrante: 1
Rubino
Gemma della Trasformazione

Abilità Attive:
Parata. Consumo: Medio (10%)
il guerriero, muovendo abilmente la propria arma o scudo davanti a sé, può proteggersi da un attacco nemico.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero potrà mulinare la propria arma, o sollevare il proprio scudo dinanzi a sé per bloccare, deflettere o intercettare un'offensiva fisica volta a danneggiarlo. La tecnica consiste in una difesa ampiamente personalizzabile, e può essere attuata anche a mani nude purché nei limiti di buonsenso e sportività. In nessun caso l'attacco parato potrà essere ritorto contro l'avversario. Può bloccare offensive di portata Media o inferiore.

>>Effetto attivo: spendendo un consumo pari a Medio, il personaggio è in grado di sfruttare la propria capacità per richiamare una creatura di esigua potenza, che avrà la funzione di suo spirito guardiano personale. La creatura richiamata, quindi, si genererà attorno a se, o comunque ad una breve distanza. Il suo aspetto potrà essere il più vario, ma confacente alla specie, o alla razza, prescelta al momento dell’inserimento del dominio in scheda. Pertanto, essa potrà rispecchiare la tipologia di creature fantastiche come fate, o creature mostruose come arpie e draghetti, sino ad animali reali, o esseri umanoidi. L’importante è che rappresenti un’entità di bassa potenza della specie, tipo o razza prescelta. Il numero delle creature evocate contemporaneamente dipenderà direttamente dalle dimensioni del guardiano – più l’evocazione sarà grande, meno di essa sarà possibile richiamare con uno stesso consumo; viceversa, più sarà piccola, più se ne potranno richiamare. La forza della somma degli spiriti evocati è pari a 2 CS, e resteranno sul campo per un totale di due turni compreso quello d’evocazione, svanendo al termine del secondo, se non richiamati in precedenza. Non vanno trattati auto conclusivamente. La tecnica ha natura di evocazione.

Personale 2/10
Il corpo del Demone si fonde con l'oscurità, la nebbia o il fumo che lo circondano, divenendo quasi invisibile ai suoi nemici. Consentendogli però di individuarli grazie alla perfetta simbiosi con l'ambiente circostante.
[Passiva - Mimetizzazione; Capacità visive in caso di oscurità, nebbia o fumo]

Note: Mi difendo dalla prima freccia grazie alla differenza di CS, e la seconda la evito attivando Parata. Poi evoco la Manticora, che però non attacca.

Sono stato felice di aver contribuito all'ultima giocata di Astrid, e sono altrettanto felice di averti fornito spunti per concludere in bellezza. Grazie, e perdonami anche tu per i ritardi.
Ringrazio anche il futuro correttore.

Per il futuro correttore: Link di rimando al commento relativo al Riassetto Tecnico ---> Link
 
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view post Posted on 23/9/2014, 13:45
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(Ashel vs RamsesIII)



Astrid


Scrittura: 6.75
Una prova decisamente convincente. Hai una buona padronanza della lingua e i tuoi testi sono quasi completamente privi di errori grammaticali o di battitura, e questo è probabilmente merito dell'esperienza che hai acquisito in questi ultimi tempi sulla piattaforma. Non sarò di certo il primo a dirti che in questo campo non vai affatto male, ma in questa occasione sei stata davvero brava a gestire il tuo personaggio. Sei riuscita a scrivere passi davvero suggestivi e pieni di tensione, legati al background della mezz'orca, che mi hanno piacevolmente sorpreso. Si vede l'impegno che hai cercato di mettere nell'interpretazione - sempre più profonda, per niente scontata o noiosa - ed è lodevole la cura che hai dedicato alla maggior parte dei post, complice il fatto che si tratta di un momento importante e conclusivo per il personaggio e la sua storia.
Commetti qualche errore un po' buffo (duro come la corteccia? Avresti potuto trovare paragoni decisamente migliori, suvvia), fai un uso macchinoso di rari temini un tantino desueti, e approfondisci in modo non propriamente originale il tema "pedine su una scacchiera" o "burattini di un destino crudele". Attenta inoltre a mantenere alta la qualità, anche nei post centrali. Non servono continue elucubrazioni introspettive, ma a volte basta poco per rendere un post piacevole o memorabile, e non solo "di utilità" ai fini dello scontro.
Un appunto un po' più critico, ma che ha influito solo marginalmente sul voto effettivo, è quello dei crediti per le citazioni. Io stesso, quando scrivo, tendo a citare, riscrivere e sfruttare frammenti di opere che non mi appartengono (utilizzo spesso testi di canzoni, ma non solo). Non è un comportamento scorretto dal punto di vista artistico usare testi altrui come arricchimento, senza plagiarli o spacciarli per propri. È sempre buona abitudine citare, nello specchietto, gli autori degli stralci citati (in questo caso Italo Calvino e Arthur Rimbaud). Non leggeranno mai il tuo testo, ma è giusto ringraziarli, non credi?

Strategia: 5.5
E anche qui non sarò io il primo a dirti che non brilli più di tanto. Vieni messa in difficoltà - anche se di poco, ci tengo a sottolinearlo - per una questione principalmente energetica: in un (ahimé) sempre più utopico quinto turno il tuo avversario avrebbe potuto continuare il duello senza troppi problemi, mentre tu saresti stata costretta a subire più del dovuto finendo con meno energie o più danni. L'uso che fai delle tecniche in tuo possesso però non è sciocco, e non commetti azioni non efficaci o poco strategiche. È colpa principalmente dei limiti che il tuo personaggio ha - o meglio, aveva. Le difese di livello medio in tuo possesso, ad esempio, ti espongono ad offensive più consistenti di quel consumo energetico, che Ramses ha astutamente sfruttato in un paio di occasioni.
Inoltre il fatto che, strategicamente parlando, tendi a remarti contro, non ti rende affatto onore. Si tratta di un errore (il più grave che hai fatto) legato anche al campo della sportività, ma il discorso lo riassumo tutto qui. Si tratta del danno Medio + Basso che scegli di subire durante il tuo secondo turno attivo. Subisci un danno medio dall'evocazione di Montu, che ha meno CS di te (non sfrutti quindi questo suo errore di valutazione) ma - e questo è decisamente più grave - scegli di subire parzialmente l'attacco fisico persino dopo aver usato una tecnica che ti rende immune ad essi, vanificando in qualche modo il tuo dispendio di energie e slot. Perché è proprio questo, quel che è successo: hai buttato via uno slot, dato che anche senza l'ausilio di Mimetizzazione avresti potuto benissimo subire nessun danno, o solo qualche graffio, senza risultare affatto antisportiva. La tecnica tu ha poi aiutato leggermente nel turno dopo, ma avresti potuto utilizzare un altro slot per l'attacco, ribaltando la situazione in fase offensiva. Si tratta quindi sia di un errore strategico, sia di una mancata padronanza del regolamento nel conteggio delle CS, forse dovuta ad una tua scelta troppo generosa.

Sportività: 6.5
A parte il disguido nei danni fisici di cui ho parlato poco fa, va tutto sostanzialmente bene, sia nel rapporto tra giocatori, sia nella comprensione delle regole. Questo vale sia per te che per l'avversario. Perché il tuo voto non è più alto, dunque? Ho deciso di penalizzarti, anche se solo marginalmente, per due sviste che non mi sono piaciute affatto.
Una, quella meno grave, riguarda la tua prima abilità personale, il Dardo Immobilizzante. La descrizione è di fatto poco chiara e ingannevole, poché non specifica di che danno si tratta (se al fisico o alla mente). Shivian ti aveva chiesto di indicarlo, ancora quando la tua vecchia scheda stava per essere convalidata! Non solo la sua natura - come giustamente hai fatto - ma anche il danno che cagiona, poiché potrebbe essere diverso, e in questo caso potrebbe essere di entrambi i tipi. Ramses l'ha interpretato come diretto alla mente, mentre ho visto che nei tuoi scorsi duelli altri utenti lo hanno considerato diretto al fisico - penso che questa fosse la tua intenzione. Non è un'errore tuo, ma un vantaggio/svantaggio che dai ai tuoi avversari, ovvero la difficoltà (oppure la possibilità) di scegliere quale danno subire. L'abilità andrebbe pertanto descritta meglio.
Ma veniamo alla cosa più importante: non ho miniamente apprezzato il fatto che tu abbia modificato un tuo post ben tre giorni dopo la risposta di Ramses. Quando capita - e lo so, capita spesso - è il minimo, per correttezza nei confronti dell'avversario, specificare puntualmente quale modifica è stata effettuata. Non costa niente, ed è la prassi quando si eliminano errorini di battitura. Questo andrebbe fatto, ovviamente, anche se il post viene modificato prima della risposta altrui. Voglio pensare che la modifica da te effettuata non sia stata in nessun modo fraudolenta (non ha creato incongruenze col post di Ramses, quindi non penso lo fosse stata). Il voto, come vedi, non ne ha risentito più di tanto. La prossima volta, però, ricordati di specificare bene quel che fai.



Montu


Scrittura: 5.75
Sei stato bravo anche tu, ma non sei riuscito a tenere testa alla tua avversaria in termini puramente stilistici. Una prova comunque sufficiente e che, sommata agli altri voti, ti avrebbe di certo garantito un punto promozione alla fascia superiore - che non ho avuto il piacere di assegnarti poiché sei già salito. Ci tenevo a specificarlo!
Il tuo stile è apprezzabilmente pulito e privo di errori che ne compromettano la comprensione, anche se non ancora abbastanza scorrevole ed equilibrato per risultare qualitativamente superiore alla sufficienza. Sei sulla buona strada per arrivare a scrivere in modo leggero, dinamico e godibile, ma ti manca ancora un po' di lavoro da fare, soprattutto a livello interpretativo e lessicale. Il tuo voto non supera la sufficienza, infatti, per via di una troppo superficiale interpretazione di Montu. Lo sforzo che fai nell'esplicitare i suoi ragionamenti è di per sé lodevole, ma non basta. Le motivazioni che spingono Montu ad attaccare sono un po' fragili (e infatti vengono meno nel corso del duello, com'è giusto che sia), ma non te ne faccio una colpa: piuttosto è l'interpretazione che dai del demone in questo particolare frangente che non mi ha entusiasmato, forse per la sua poca originalità. Oltre che i post, prova a curare anche ciò che racconti. Un racconto deve essere convincente, non solo pulito e piacevole da leggere. Più la storia dietro il duello risulta chiara e credibile, più facile sarà l'interpretazione del personaggio. In questo campo mi aspetto di vedere dei miglioramenti, per il futuro. In sintesi: bene, ma ora punta più in alto e prova a metterci più impegno.

Strategia: 6.5
Qui sei andato bene, anche se soltanto in parte è merito delle tue decisioni. Il duello si avvicina più a un pareggio che una vittoria da parte tua, ma di fatto è Montu che mette in ginocchio Astrid e la risparmia, e questo è un merito innegabile. Partiamo dagli errori, prima di discutere dei pregi del tuo approccio strategico.
Se non fosse stato per la tua avversaria, avresti sostanzialmente sprecato il tuo primo turno attivo. Non ho capito per quale motivo sei ricorso a un'evocazione di quel livello quando sapevi bene che Astrid, per via della tecnica Fratello del vento, avrebbe avuto in ogni caso più CS della bambola. Ti è andata bene che lei non abbia ribaltato la situazione nel modo che le ho fatto notare prima! Invece che un'evocazione, unita al power up per pareggiare i conti, avrei usato una tecnica più concreta. Almeno non ti saresti danneggiato inutilmente. Riguardo a questo primo turno, ti raccomando di leggere anche l'appunto che ti farò tra poco alla voce Sportività.
A parte quanto detto la tua strategia è buona, concreta, anche se leggermente rischiosa e non eccezionale. Risparmi energie utilizando gli autodanni, e questo ti permette di lanciare offensive di potenza maggiore, commettere qualche errore senza particolari ripercussioni a livello energetico e finire il duello da vincitore. Subisci il giusto, ti difendi quanto ti conviene, ed è buffo pensare che più della metà del danno che ti ritrovi addosso te lo sei procurato tu stesso. Quando ricorri a tecniche del genere devi assicurarti di fare più danni di quelli che rischi.
Il secondo e il terzo turno attivo non sono stati un gran che, non essendoti sprecato in tanti attacchi fisici, ma sono stati determinanti per mettere in difficoltà la tua avversaria, grazie alla potenza alta delle offensive in entrambi. Io avrei tentato qualche attacco a distanza con la pistola, combinato con la psionica: Astrid era ancora sotto l'effetto di Mimetizzazione, quindi avrebbe potuto schivarli, ma questo non ti autorizza a non tentare nemmeno di metterla in difficoltà. Avresti sfruttato meglio il tuo power up, che doveva ancora terminare. Sei stato bravo ad utilizzare il rubino per scopi difensivi, sul finale, e mi ha convinto anche l'uso di quell'evocazione, senza però farla attaccare. Dimostri in qualche modo di avere la situazione sotto controllo, ma non ne abusi. Peccato, appunto, per il primo turno un po' opaco, e i molti danni che ti sei auto inflitto.

Sportività: 5.75
Commetti alcuni errori, all'interno del combattimento, che non posso essere ignorati. Ad esempio a scelta di subire soltato un lieve stordimento, dopo una testata a 3 CS contro la tua unica capacità speciale, mi ha lasciato un po' interdetto. Attenzione, eh!
Non è un errore ma nel tuo specchietto, alla voce Abilità Attive, fai riferimento sia alle abilità attive propriamente dette, sia a quelle passive. Si tratta di un'imprecisione, poiché queste ultime hanno sempre effetto, e andrebbero pertanto riportate sempre. Non devi necessariamente dividerle dalle altre tecniche, okay, ma di sicuro se lo facessi il risultato sarebbe più chiaro e funzionale.
La tempistica un po' borderline che descrivi quando evochi il Muro d'ossa invece è ai limiti dello sportivo. Esso comincia a fermarsi quando Astrid scocca la freccia (da una distanza di pochi metri), ma la tua difesa sembra formarsi in tempi decisamente più lunghi. Si tratta di un tentativo apprezzabile di variare le difese, ma l'uso che ne hai fatto è leggermente criticabile.
L'uso della Gemma della trasformazione nel turno di presentazione mi ha spaventato, ti dirò. Sarebbe stato un comportamento estremamente scorretto usarla per avantaggiarsi. Invece si è trattato di un pretesto, un po' ingiustificato dal punto di vista strategico, poiché non seguito da un attacco, o interpretativo; sarebbe stato un elemento carino per incominciare il duello, se non lo avessi un po' sacrificato. Hai fatto bene a sciogliere l'incanto prima possibile. Mi preme però che ti sia chiara una cosa: non farlo mai, e dico mai, con scopi strategici.
Hai fatto bene invece a far scomparire l'evocazione prima del dovuto, dopo l'attacco di Ashel, e sei stato bravo a fermarti, l'ultimo turno, in modo piuttosto elegante e corretto nei confronti della tua avversaria. Questo ti ha fatto guadagnare qualche punto.
Un discorso diverso va fatto per la tua seconda abilità personale. In questo duello non te ne sei avantaggiato più del necessario, ma si tratta di una tecnica non regolamentare poiché multieffetto. Ti manderò un MP, indicandoti come procedere. Ho deciso di graziarti come ho fatto con Ashel per la questione della modifica, non considerando grave come invece dovrebbe essere questa antisportività.




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Siete stati entrambi bravi a gestire il duello. È bello vedere utenti così volenterosi, e non è una frase di circostanza. Sono davvero contento dell'impegno che ci avete messo e di aver avuto l'opportunità di darvi qualche consiglio. Continuate su questa strada!
La matematica non mente: con una media di 6.25 contro 6.0, l'utente vincitore del duello è Ashel! A lei assegno i biscottini e 625 gold, mentre a RamsesIII spettano 300 gold. Infine io, come prevede il regolamento, guadagno 350 gold.
Se qualcosa non vi fosse chiaro potete contattarmi via MP.
 
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11 replies since 12/6/2014, 17:09   242 views
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