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A-normale - Cripple, Contest di Giugno - Normale

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DanT&
view post Posted on 27/6/2014, 08:27




A-normale
Cripple






Provò ad allungare la mano verso la candela.
Merda...
Crollò all'indietro con un tonfo attutito dal materasso imbottito di paglia. La candela poggiata sul comodino affianco al letto rimase lì a spargere il suo alone luminoso nella stanzetta che quella notte gli offriva riparo.
Staccò l'occhio dalle travi scure del soffitto e lo posò sulla fiammella che oscillava impercettibilmente. La odiò con tutto se stesso. Un odio profondo, viscerale. Avrebbe voluto estinguerla, spegnerla per sempre, così come una vita.
Soffiò forte, l'ovale allungato ballonzolò mutando forma per un istante per poi stabilizzarsi. Era sopravvissuta, intatta.
Maledizione...
Si voltò dall'altra parte verso la porta chiusa, fatta da assi inchiodate e un pomello giusto sbozzato nel ferro. L'espressione sul viso è contratta, sofferente. Trattiene a stento fiumi salati con le palpebre minacciate da un'esondazione, improvvisa e violenta.
Il motivo di quella rabbia, di questa reazione, sono semplici ed intuibili anche ad una prima occhiata. Un Tuttofare che non è in grado di afferrare una candela perché privo di un braccio, che pretese ha di poter fare, appunto, tutto? Ironico.
Qualcuno poi, una volta, gli aveva parlato di arti fantasma. Si tratta di una sensazione di prurito che colpisce la parte che non c'è più e cresce fastidiosa, perché impossibile darci sollievo con una bella e sana grattata. Non ci aveva creduto liquidando l'informazione come una fandonia e bocciandola con una grassa risata. Doppiamente ironico.
Il Faccendiere mosse il moncone che ormai non gli faceva nemmeno più male. Si sentì simile ad un uccellino che ancora non riesce a volare. Due cose quindi: stupido e soprattutto inutile.
Pensò a cosa avrebbe potuto fare da ora in avanti. Chiedere la carità in quella condizione sarebbe stato facile, certo. Un braccio e un occhio in meno fanno pena a chiunque. Sarebbe riuscito a tirar su un bel gruzzoletto ogni giorno stando anche solo immobile all'angolo di una via trafficata. Con un po' di sporco avrebbe completato il quadretto perfetto. Avrebbe suscistato nei suoi benefattori pena e ripudio, ma sarebbe vissuto, e bene anche.
Morse il cuscino soffocandoci un urlo di sperato.
No, no!
Non voleva diventare un parassita, si sarebbe odiato. Per una vita aveva lottato: aveva sgomitato a più riprese per entrare di diritto in quella società in cui, per nascita, non era incluso in quanto orfano e pezzente. Guardò disperato il punto che prudeva. Il palmo della mano sinistra lo sentiva come se fosse ancora al suo posto. Serrò il pugno come se ce l'avesse ancora e gli parve quasi di provare le dita che si stringono sull'interno calloso.
Portò la mano destra al viso e non ce la fece più a trattenersi, invaso dal fatidico ricordo ancora una volta costretto a riviverlo.

Il promontorio bagnato dalla luna.
Una bambina da proteggere.
Un'elfa da fiancheggiare ed un'altra, più oscura, da uccidere.
Era tutto molto, molto, molto più semplice allora. Prima di iniziare il calvario che ogni singolo storpio deve affrontare ogni giorno, la vita del Tuttofare sembrava rose e fiori. Non riusciva a credere a quanto tutto fosse così semplice, così facile.
Era avventato, socievole, simpatico. Aveva voglia di vivere e godersi ogni istante come fosse l'ultimo.
Si vedeva con chiarezza come in un'immagine bloccata nel tempo, ormai distante. Ricorda anche che non capiva un cazzo della lingua che quelle due parlavano. Coglieva solo il tono solenne, ma non è che gliene fregasse poi tanto allora, e a dirla tutta neanche adesso, ma lo aveva irritato.
Sulla superficie rocciosa dove quella notte era iniziata la sua tragedia personale, Mickey si era trovato di fronte però, poco dopo, all'incubo incarnato in una donna. Sì, perché l'elfa oscura aveva perso le sue sembianze femminee in favore di altre vesti, ben più...mostruose.
I disperati attacchi, la rabbia, l'impotenza. Tutta l'azione si sussegue adesso in flash luminosi che lasciano uno dopo l'altro l'amaro in bocca fino ad arrivare al culmine.
Una trappola, delle radici contorte, delle fruste, delle urla.
Qualcosa si lega al braccio sinistro, qualcosa di forte e duro, qualcosa di impietoso che però si accinge al suo compito in maniera per certi versi delicata.
Tira quasi con eleganza, infatti, ed a quel punto, come una bambola di pezza, il Tuttofare semplicemente si sfalda lasciando intravedere al mondo la sua imbottitura. Com'è fatto dentro in un modo mai mostrato prima.
Da lì non ricorda nulla, o quasi.
Si era risvegliato dentro un burrone. Probabilmente ce lo avevano scaraventato dentro credendolo morto. Cibo per animali.
Del braccio, degli altri, nessuna traccia.
Era come in un sogno che era riuscito a trovare la via di casa perdendo sangue ad ogni passo. Ogni metro più vicino, ma alla morte.

I primi giorni erano stati terribili.
Ricorda che riusciva a stare in piedi in maniera strana e che persino l'equilibrio risentiva della mancanza di una parte del corpo così consistente. Improvvisamente, poi, si rendeva conto in ogni piccolo gesto quotidiano quanto, nonostante non fosse mancino, usasse la sinistra per compiere ogni singola, fottuta, azione. La cosa più banale, ma forse anche più fastidiosa era che non riusciva ad accendersi la sigaretta in un solo gesto, che accompagnava la sua vita da tempo immemore. Cambiare quella singola, stupida, abitudine gli era costato più sforzo di qualunque altra cosa. Ogni giornata diveniva così puntellata da scoppi d'ira immotivati, crisi isteriche, pianti e soprattutto tanta, tanta frustrazione.
La sensazione di esser diventato qualcosa di profondamente inutile a sé stesso ed a tutto ciò che lo circondava lo faceva impazzire.
Quando aveva bisogno di prendere un po' d'aria e faceva un giro la gente lo guardava con commiserazione e questo, più di tutto, lo feriva nel profondo.
La sua disperata lotta durata anni per essere considerato da tutti normale, si era conclusa quella notte su quel promontorio per opera di una mostruosa elfa assassina.

Riaprì l'occhio e si asciugò il rivolo che bagnava la guancia e si perdeva nella barba ruvida.
Si sollevò massaggiandosi la faccia e, ancora una volta, mosse il moncone in direzione della candela che si ostinava a rimanere accesa nonostante gli spifferi e i suoi patetici tentativi.
Nella vita, l'esperienza gli aveva insegnato che c'era solo una cosa in grado di smuovere il mondo e poter fare qualsiasi cosa.
Il denaro.
Si rispose da solo ad una domanda non posta anche se la risposta, in ogni caso, era corretta.
Con il denaro poteva fare qualsiasi cosa.
Con il denaro potevi comprare la magia e con la magia potevi forse fare qualcosa.
Qualcosa per riavere il proprio braccio, o quello di un altro, non è importante, ma un braccio, sano e forte, robusto, che gli permetta di afferrare una stupida candela e scaraventarla dall'altra parte della stanza come fosse una piuma.
Si voltò di scatto verso la fiammella, racchiudendola tra le dita e facendo piombare l'oscurità più completa nella stanzetta. La lieve sensazione di dolore che invase i polpastrelli lo fece sentire vivo ed il nuovo pensiero lo animò.
Sprofondò ancora una volta sul materasso, la palpebra sollevata a fissare il buio. Sul volto, per la prima volta da tanto tempo, un ghigno che non lasciava presagire nulla di buono.
Perché sì, aveva deciso.
Doveva trovare quanto più possibile e poi, poi avrebbe trovato a chi rivolgersi.
Non avrebbe badato a spese.
Avrebbe pagato qualsiasi cifra pur di tornare ad essere...normale.






CITAZIONE
Questo contest descrive il punto di passaggio in cui Mickey, in seguito alla quest Cimitero dei Mondi - Lama del Tempo, perde il proprio braccio in battaglia. La menomazione gli causa un handicap non da poco che va a minare sia il suo aspetto psicologico (appunto come può un Tuttofare fare tutto senza un braccio?) che quello prettamente fisico perché possiamo solo immaginare quali siano le difficoltà per una persona che si trova davanti all'impossibilità di fare le stesse azioni e gli stessi movimenti di una persona, appunto, normale. Sta in questo, quindi, la sua perdita della normalità e, in seguito al flashback in cui viene riassunta la scena in cui diventa una storpio, Mickey viene poi raggiunto dall'illuminazione che lo porterà a cercare di accumulare denaro per ovviare con la magia alla sua anormalità. Scelta qui esplicata che, più avanti, lo porterà all'acquisto del nuovo artefatto ora in suo possesso: il Sinistro Peccatore.
 
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