Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Danza della pioggia - Silenziosa morte, Arrivo di Null

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view post Posted on 15/7/2014, 22:42

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Danza della pioggia - Silenziosa morte

La pioggia scrosciava al terreno, fitta s’abbatteva sulla città di Dorhamat. I pochi abitanti che avevano sfidato quel tempo impervio, s’aggiravano per le strade della città portuale indossando vesti e cappucci che li proteggevano, alla bene e meglio, dall’acqua che oscurava la città. Tuoni e fulmini saettavano dal centro di nubi neri cariche d’elettricità e d’acqua. Il perpetuo ticchettio delle gocce d’acqua era l’unico rumore che si potesse sentire in quel momento, era come un tamburellare ritmato e veloce, o come il rumore di ceci che s’agitano all’interno d’un tubo. V’era una strana sinfonia quel dì a Dorhamat, quel rumore era quasi piacevole, piacevolmente silenzioso. I lupi di mare, impossibilitati a sfidare l’oceano, s’erano raggruppati, per la maggior parte, nelle bettole e nelle locande della città. Tra fiumi di alcol e donne, i marinai sperperavano i loro guadagni della settimana. V’era cagnara in quelle bettole, v’era l’antitesi di ciò che fuori s’animava. Se all’esterno v’era solo il silenzioso rumore della pioggia, l’interno era tutto uno strepitare di urla e grida, di canti da lupi di mare e di calici sbattuti. Ogni fuorilegge che si rispettasse brindava quel giorno, brindava brandendo i calici come se fossero armi e tracannandone il contenuto come se non fosse null’altro che banale acqua.

Barlik “Occhio nero”, chiamato così per una tumefazione evidente sull’occhio destro, era seduto da solo in angolo buio della bettola più lurida e sporca di tutta Dorhamat: “I tre polipi”. La bettola si presentava come una locanda marcescente e di scarsa qualità, la classica locanda in cui il legno, infestato dalla salsedine e dall’umidità, stava diventando d’un folto color verde. Intorno a Barlik, una moltudine di feccia e marinai festeggiavano quella giornata d'inatteso riposo, brindando agli sfortunati che in mattinata avevano intrapreso la via del mare e che, con molta probabilità, non avrebbero mai fatto ritorno. Nella locanda si ballava e si cantava, si beveva e si fumava avidamente, gli uomini allungavano le mani sulle cameriere e le cameriere, donne forti, ricambiavano gli sguardi e poi menavano con forti sberle. Era un giochino che eccitava tutti. L’oste della locanda era quanto di più ordinario ci si potesse aspettare lì dentro, come se fosse la rappresentazione stessa d’un cliché stucchevole: un uomo alto e grosso quanto un armadio, dal petto villoso, dalla canotta bianca perennemente sporca, pelato, con un pizzetto nero ispido e dai toni e atteggiamenti non molto giovali. Berik sorseggiava, da una sporca caraffa, una birra di pessima qualità, di tanto in tanto s’accarezzava la barba nera e folta, guardando, con i suoi intensi occhi verdi, l’entrata della locanda. Nella mano sinistra Occhio nero reggeva un volantino sgualcito, ingiallito e sporco. L'uomo, tamburellava nervosamente il piede contro le assi di legno del pavimento della locanda.
Barlik era in attesa di un assassino di qualche setta a lui sconosciuta, il denaro era pur sempre denaro non contava chi glielo versasse, questa setta stava cercando il capo degli ShadowRunner, e lui sapeva dove trovarlo.


CITAZIONE
Benvenuto a te e buon arrivo nell'Akeran!

In questa scena o miniquest riceverai una valutazione sulla base delle tre S ovvero: Scrittura, Strategia e Sportività. In caso di una buona prova, potrai essere promosso alla Fascia Gialla o Verde, altrimenti rimarrai Bianca. Riceverai inoltre una ricompensa in Gold a seconda del tuo risultato, mentre a me andrà una ricompensa fissa di 400 Gold al termine del mese. Non badare ai miei post che potranno essere scarni e di bassa qualità, ma pensa a dare sempre il massimo. Per dubbi, domande e quant'altro, il thread della tua richiesta sarà quello in cui confrontarci.

Note: L'arrivo a Dorhamat e quello nella locanda, sono a tua totale discrezione, come avrai intuiro Barlik, il tuo contatto, ti sta attendendo seduto in disparte all'interno della locanda "I tre polipi" sta a te decidere come e se relazionarti a lui. Buona fortuna.
 
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view post Posted on 16/7/2014, 10:26




L'acqua cadeva incessante in quella che si poteva definire 'una giornata ideale', almeno per l'assassino protagonista di questo piccolo frammento di esistenza.
Null adorava la pioggia in quanto una magnifica alleata per ogni abitante delle tenebre che si rispetti: il rumore incessante copriva anche i passi più goffi, le urla più acute e il fragore di spade che si incrociavano in battaglia... cosa era se non un intervento divino per aiutare i poveri disgraziati che portavano giustizia a questo mondo? E quella sera non vi erano dubbi che quella pioggia era lì per lui.
L'assassino procedeva con disinvoltura per le strade di quella corrotta città. Le vesti aderenti e scure lo facevano quasi sembrare un'ombra sfuggente, non vi erano eccessi di tessuto o difetti di alcun tipo, rispettavano perfettamente il suo corpo e la sua forma, fatta eccezione per il cappuccio, forse troppo grande e troppo ingombrante, con l'unica preziosa funzione di coprire quelle cicatrici nel suo volto che simboleggiavano un trauma ancora non del tutto superato.
Era diretto verso la taverna 'I tre polipi', il suo contatto lo stava aspettando. Nonostante le strade erano buie e insidiose, illuminate solo dai lampi e dai tuoni che tratteggiavano il cielo, trovarla non fu affatto difficile: le urla, i canti e il fracasso che ne derivavano facevano da richiamo per tutti gli altri viandanti che si aggiravano per quelle strade.

Una volta entrato fu piuttosto scontato quello che vi trovò: perdizione. In queste bettole maleodoranti gli uomini perdevano ogni briciolo di dignità e di amor proprio, inutile era pensare che in qualche modo quella feccia poteva ancora salvarsi dal castigo divino. Che brindassero pure, alla loro stoltezza.
Null rimase per qualche frazione di secondo all'ingresso, finché non individuò quello che doveva essere il suo contatto: seduto solitario in un angolo, "Occhio nero" difficilmente si distingueva dal resto della marmaglia che popolava il locale, se lo aveva riconosciuto lo doveva alla descrizione minuziosa che gli aveva fornito la setta e, bisogna ammetterlo, anche al suo occhio decisamente 'originale'. Non perse tempo, e ancora zuppo si avviò verso quest'ultimo, sedendovi proprio difronte.

Non mi far perdere tempo, questo luogo non è di mio gradimento.

Gli disse appena seduto, la voce rauca e profonda come quella di un ottantenne fumatore quasi veniva inghiottita dal fragore circostante. L'assassino non aveva tempo da perdere, men che meno in quella bettola popolata da imbecilli. Intimò quindi l'uomo a spicciarsi, per poi poter fare quello per cui era nato: uccidere.

Su parla, dove posso trovarlo?
 
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view post Posted on 22/7/2014, 20:40

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« A ec stamo a Dorhamat, stat accort a gna parl, giuvinò! »

La voce dell'uomo, nel tipico dialetto della costa, uscì dura e minacciosa, non sopportava quei forestieri che arrivavano lì, pensavano di poter comandare quella città, di venire e dettare legge. Ma persino i nani avevano fallito in quest'intento, Dorhamat era una città in cui l'unica legge valida era quella che non c'era, quella dei pirati e dei banditi, quella dei contrabbandieri e dei mozzi. Dorhamat era la legge del mare.

Barlik alzò il dito indice verso il proprietario del locale, richiamandolo vistosamente.

« Osté, portami nu bicchier di ber, a lu furestier caccos di forte, così calma i bollori. »
Urlò l'uomo, ma i presenti non parevano dargli più di tanto conto.
« Va buon, messeré Barlìk. »

A quel punto "Occhio nero" si avvicinò al volto dell'assassino, cercando di parlare il più piano possibile. Il silenzio, il fatto che due uomini stavano solitari in un angolo buio a parlottare sotto voce, avrebbe soltanto insospettito i presenti, mentre quella cagnara, messa in scena dall'uomo, avrebbe distolto le attenzioni da loro, sarebbero apparsi come nient'altro che due amici. Due buoni vecchi amici che non si vedevano da molto.

« Si chiama Gart l'uomo che stai cercando. Questa notte assalteranno una nave schiavile al molo 17, non posso dirti altro. »

Gart e suoi, avevano l'intenzione di derubare quella nave della merce che aveva a bordo, ovvero qualche schiavo di sesso femminile che avrebbero poi rivenduto a qualche casa di piacere della città. Barlik, finito a parlare, si ritirò rapidamente al proprio posto, dopo qualche secondo l'oste, con in mano una birra e un bicchiere ricolmo di uno strano liquido color ambra, giunse dai due.

« Ecco a voi messeré. »
Il corpulento oste sorrise, sembrando più buono di quello che in realtà fosse.
« Grazie Marco, tieni lu rest. »
Disse Barlik dando all'uomo una dozzina di monete d'oro, poi afferrò il boccale di birra e lo alzò verso l'uomo che aveva di fronte.

« Lunga vita a noi, vecchio mio! »

Cercando di farsi sentire in tutta la locanda.



CITAZIONE
Note: Perfetto, proseguiamo. Dopo aver interagito con Barlik dirigiti verso il molo. Descrivilo come più preferisci, la coerenza con l'ambientazione verrà valutata. Ti posso solo dire che ci sono diverse navi, ma al momento, oltre non sapere qual'è quella che vogliono assaltare, nel molo non c'è nessuno. Tutto calmo.

*Qui stiamo a Dorhamat, statti attento a come parli ragazzino.
**Oste portami una birra e allo straniero qualcosa di forte per calmare l'agitazione.
 
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