Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Attesa - Promessa, Contest di Luglio - Attesa

« Older   Newer »
  Share  
DanT&
view post Posted on 20/7/2014, 14:20




Attesa
Promessa





*plic plic*



E la goccia scende a ritmo scandito, ben definito, delineato, sembra un attentato ché turba la psiche di un uomo dall'attesa lentamente divorato.
Mickey sta sulla sedia sbilenca, piegato, i gomiti sulle ginocchia e le dita intrecciate come chi aspetta. Nei suoi pensieri immerso pare annegato, ci prova a stare calmo ma quel plic plic gli smuove l'animo come miliardi di gocce smuovono il largo di un mare agitato.
Da dietro la porta chiusa giungono tonfi, rumori. Alena grida come se qualcuno gli stesse estirpando il cuore, da fuori. Sua moglie soffre preda di indicibili dolori e lui lì immobile a scoprire la propria inutilità, lo sguardo fisso su quell'uscio che spera prima o poi si aprirà. Ogni urlo finirà, è quello che si augura. Ha voglia di abbracciarla e consolarla, un po' di piangere. Non credeva sarebbe stato così dura averla a due passi e non vederla. Inutile guardare al dopo, adesso è il presente che lo opprime. Si sente incredibilmente solo e si deprime.

E pensare che questo era il culmine di nove mesi. Tutto cominciato quando in una notte d'amore qualcosa era sbocciato. Trenta giorni ed il ciclo naturale si interrompeva per dare il via ad un altro.
Quanti sorrisi, e quanti baci. Quanti sguardi felici incrociati e cercati. Gli occhi di un ragazzo che trovava il senso della vita ogni giorno in sua moglie, gli occhi di un uomo che non sentiva la fatica della vita che gli pesava sulle spalle, ma si crogiolava nella felicità di un angolo di paradiso che una sola persona era in grado di regalargli. Ogni giorno, ogni notte.
Nel paesino la voce s'era già sparsa, veloce come un gatto. Gli sposi novelli avrebbero presto avuto un figlio, ché la pancia di lei già cominciava a gonfiarsi.
Pacche sulle spalle aveva ricevuto.
Sorrisi, battute, gli uomini lo preparavano. Aveva idea di quanto un marmocchio gli avrebbe cambiato tutto? No? Lo avrebbe imparato a sue spese. Poi ridevano, ma quello che allora non era ancora Mickey il Tuttofare non vedeva l'ora di impararlo.
I giorni, le settimane, i mesi. Tutto passava ed Alena diventava sempre più tonda, aveva sempre più difficoltà nelle operazioni quotidiane. Mickey la guardava, la amava, le sorrideva e la aiutava. Cucinava per lei, puliva per lei anche quando rientrava dal lavoro completamente esausto, si fermava semplicemente a guardarla mentre lei si rilassava e non riusciva a smettere di accarezzarle il pancione, aspettando e guardando il cielo, insieme.
Maschio o femmina, non avrebbe avuto importanza, no. Sarebbe stato il suo bambino a trasformarlo in padre, in genitore, a cambiarlo. Sarebbe stato quello che lui mai aveva avuto. Aveva paura, certo, ma sarebbe andato alla grande perché già di base era un passo avanti al vagabondo che probabilmente lo aveva generato: era presente.

La levatrice e la sua assistente gli avevano imposto di rimanere fuori.
Mickey voleva assistere, voleva tenere la mano di sua moglie, era disposto a farsi stritolare ogni falange pur di alleviarle un po' di dolore, ma gli avevano imposto di restare fuori.
Erano mesi che aspettava quel momento, le aveva fatto una promessa, ma non riusciva a mantenerla, come spesso gli succedeva.
Sentire la chiave girare nella toppa gli aveva causato una fitta allo stomaco, così come ogni grido straziante che rimbombava nella casa attraversando la barriera di legno che lo separava dalla sua metà.
Alena pareva avesse il diavolo in corpo. Quando la levatrice era arrivava era già pallida, tremante, urlava in preda alle contrazioni e le lenzuola tra le sue gambe erano già tinte di rosso.
Mickey le aveva dato dell'acqua, le aveva bagnato la fronte, ma le sue competenze si erano esaurite proprio nel momento in cui le due donne irrompevano nella stanza armate di secchi di acqua calda e numerosi panni dall'aria morbida.
Doveva andare, e le sue proteste erano valse a nulla.
Adesso sorrideva forzatamente alla porta. Sentiva il plic plic che pareva non aver voglia di smettere e lo innervosiva. I lamenti avevano perso intensità e Mickey non si rendeva nemmeno conto di avere il viso completamente bagnato dalle lacrime.
Le mani gli stroppiarono il viso mentre il silenzio si impadroniva delle mura e della sua anima.
.
.
.
Un pianto.
Un pianto di donna.
Il pianto di sua moglie.
Scattò in piedi. Non era quello che aspettava, non era quello che un padre attendeva dopo nove mesi. Non doveva essere quello il rumore che sentiva, doveva essere più acuto, quello di un bambino, doveva essere meno disperato, più felice, più emozionato.
Abbattè pugni e caldi sulla porta che rispose col chiavistello che girava, dando il via libera tanto agognato.
Si bloccò subito sulla soglia, però.
Il letto bianco era zuppo di sangue. Alena gemeva disperata col volto contratto e scosso dai singulti.
La levatrice arrotolava un fagotto immobile e lo portava via mentre gli occhi del ragazzo incontravano quelli del suo giovane amore.
Mickey scosse la testa, incontrando gli occhi di sua moglie. Lei gemette ancora più forte.
Io...io...Singhiozzava.
Il biondino la raggiunse senza una parola. Si sedette accanto a lei accogliendola tra le braccia, muto, incapace di reagire con qualsivoglia parola.
Il pianto incontrollabile e silenzioso che gli attraversava il viso parlava per lui. Il gelo che gli ricopriva il cuore sarebbe durato per l'eternità e niente, da lì in poi, l'avrebbe mai sciolto.
L'attesa tanto attesa culminava in un drappo rosso scuro portato via da un'estranea. Gettato chissà dove senza nome né storia, senza presente né futuro, lasciandosi alle spalle solo vuoto e dolore. Un'attesa che era stata inutile, che non era valsa a niente. Una promessa di felicità, una speranza mai adempiuta.
Se ne avesse avuto la forza avrebbe riso, ironicamente.
Cosa s'era mai aspettato?
Cosa mai, la vita, gli aveva riservato se non sofferenza?
Il gioco, l'attesa, non gli era mai valso la candela.
Quindi, meglio tutto e subito, come al solito.
Meglio godersi il presente.
Meglio non aspettare il futuro.
Meglio cogliere tutto subito.
Meglio non aspettarsi, mai, niente.





CITAZIONE
Questo contest l'ho scritto con un mal di testa atroce ed un motivetto nella testa. Non si tratta di uno scritto ragionato vero e proprio, ma più di un flusso di coscienza che ho provato immedesimandomi nel background di Mickey, del periodo in cui non era ancora un Tuttofare ma solo un ragazzo innamorato di sua moglie che ha coltiva, come tutti, il desiderio di avere una famiglia. Non so sinceramente cosa ne sia venuto fuori, totalmente incapace di giudicarmi. In ogni caso, spero sia piaciuto. Male che vada, chiedo scusa per avere rubato del tempo al lettore.
 
Top
0 replies since 20/7/2014, 14:20   40 views
  Share