Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Bellum - initium, Combattimento contro mostro

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Emelianenko
view post Posted on 22/7/2014, 10:55




"Sergey, sei tu?"
"Oh, è un onore vedere che conosci il mio nome. Di grazia, con chi sto parlando?"
"Sì, sei proprio tu.
Il mio nome è Sila; ma questo non ti interessa. Posso darti, però, informazioni assai più importanti di quanto non immagini."

"Inizi ad incuriosirmi, davvero. E dunque, ti ascolto."
"Si tratta di Yana, tua figlia. È ancora viva."
"Come... Come fai a saperlo? Chi sei?"
"..."
"Dov'è lei?"
"A due notti di cammino da qui, verso nord. Ti spiegherò tutto lì, vai dunque."
"Aspetta, dimmi qualcos'altro! Come posso fidarmi?"


Troppo tardi.




Caldo secco, irritante.
Il sole coceva in maniera incredibile, tant'è che neanche una nube osava oscurarlo, né un albero poteva donar ombra ai pochi uomini che si avventuravano in quel deserto.
E d'altronde, quale folle oserebbe mai invischiarsi in un luogo tanto ostile? Quanto stupido doveva essere chi si illudeva di poter traversare indenne una landa del genere?
Beh, Sergey non era affatto stupido; forse in lui c'era una vena di follia, ma nulla che non potesse essere estirpato dalla razionalità.
Eppure si trovava lì, in quel deserto; teneva la giacca con una mano, mentre l'altra stringeva forte una borraccia d'acqua semivuota. Il viso grondante di sudore era diverso dal solito: pareva quasi che qualcuno vi avesse dipinto sopra una smorfia di dolore.
Ma non era dolore che sentiva; né stanchezza – almeno non quanta ne mostrava provare.
Sergey, semplicemente, cominciava a disilludersi.
I suoi occhi vagarono lungo tutta la zona. Rocce, sabbia, resti di qualche costruzione; ed ancora rocce, ed ancora sabbia.

Nessuna traccia di quell'uomo.

Nessuna traccia di quell'individuo che – soltanto pochi giorni prima, aveva promesso che gli avrebbe parlato di sua figlia.
Più simile ad un fantoccio che ad un uomo, quell'essere aveva un'aria familiare, pur restando avvolto dal mistero.
Chi era? Come lo aveva trovato? Come faceva a sapere di sua figlia?
Oh, quanto doveva essere patetico, Sergey, per avergli creduto.
Mai, in circostanze normali, avrebbe dato credito alle parole di un tizio del genere. Probabilmente si sarebbe limitato a canzonarlo e berci su. Forse avrebbe riso con lui, o magari lo avrebbe picchiato. Ma di certo non sarebbe sceso dal proprio piedistallo per dare ascolto alle sue parole, prendendole per vere così, senza nessuna prova.
E invece, menzionando Yana, quell'uomo si era portato al suo stesso livello. Anzi, si era eretto ben oltre: lo teneva in pugno, quasi stringesse tra le mani un animale, o un infante che nulla poteva fare se non seguire i suoi ordini.
Ma quanto ancor più patetico doveva apparire Sergey nel continuare a stare in quel luogo, ormai sicuro che nessuno si sarebbe presentato?



E invece le circostanze tradirono le sue aspettative.
In un istante una figura gli si accostò. Pareva comparsa dal nulla, o addirittura che fosse una sterile illusione. Ma no, non era così. Era un uomo piuttosto alto, con indosso un grosso cilindro, un paio di lenti rotonde ed una lunga veste consumata.
Si trattava proprio della persona che stava aspettando; ma c'era qualcosa di strano, qualcosa di diverso.

"Ero sicuro che saresti venuto."

Pronunciò. Aveva una voce leggera, delicata, quasi incantevole. La voce di un uomo, d'un vecchio, di un ragazzino; la voce di un saggio, o forse quella di uno stupido. Sergey non era in grado di comprenderlo. Ciò che riusciva facilmente a fare era accettare quanto ammaliante fosse.

"Chiedo scusa per averti fatto aspettare tanto, ma presto ne capirai il motivo."

Aggiunse, togliendosi il cappello in un gesto di inaspettata eleganza e facendo scorgere quei pochi capelli neri che – sciatti – ricoprivano il capo.

"Non devi scusarti; sono curioso, piuttosto, di sapere cosa sai su Yana. Se il tuo intento era destare la mia attenzione, beh, ci sei riuscito."

Sergey cercò di mostrarsi il meno ostile possibile, ma ebbe dei dubbi circa la riuscita del suo intento. Infondo il suo interlocutore era un estraneo i cui modi davano facilmente adito a dubbi.
Sila, di tutta risposta, sorrise.

"Ti spiegherò tutto durante il tragitto; ma prima, lascia che ti presenti Radiy."

Si scostò e dietro di lui – nascosto dalle ingombranti vesti – un ragazzino tese nervosamente la mano.

"È un onore fare la vostra conoscenza!"

Disse in maniera un po' impacciata. In effetti ogni suo movimento era goffo ed il fatto che portasse sulle spalle uno strano zaino, grosso quanto lui ed all'apparenza piuttosto pesante, non aiutava.
Sconcertato, Sergey si limitò a stringergliela.

"Quale tragitto? Dove dobbiamo andare?"

"Non molto lontano, seguimi."

Sergey era spazientito dalle troppe stranezze, ma non voleva rivolgersi a Sila senza un minimo di reverenza; infondo – per quanto l'atteggiamento dell'interlocutore lo infastidisse, non intendeva renderselo nemico; beh, almeno non finché non gli avesse rivelato tutto ciò che sapeva su Yara.
Attaccò la borraccia alla cinta ed estrasse una sigaretta dalla sacca; la accese.
Inspirò, espirò.
Poi si incamminò nella stessa direzione di Sila e disse:

"È da quando abbiamo parlato, l'altro giorno, che ti esprimi in maniera ambigua, senza mai dirmi qualcosa di pratico. Insomma, è nell'interesse di entrambi che inizi ad essere più chiaro."

Disse.
Sila, di tutta risposta, cominciò a ridere. Una risata leggera, che divenne via via sempre più forte, forse fino ad apparire un po' forzata; e mentre rideva guardò Radiy, che ricambiò con un sorriso impacciato. Poi si rivolse a Sergey, notando l'espressione sorpresa che si era dipinta sul suo volto.

"Noi non abbiamo parlato l'altro giorno. Vedi, questa è la prima volta che ci incontriamo."





I tre procedettero lungo la loro strada per quasi un'ora. E mentre camminarono, parlarono. O meglio, Sila parlò, e molto. Spiegò a Sergey che quando in passato si erano "incontrati", non era stato altro che un sogno; o un'illusione, o meglio ancora una blanda forma di telepatia. Sergey non conosceva l'argomento e non comprese molto bene ciò che gli venne detto; capì invece che era effettivamente stato Sila a mettersi in contatto con lui. E questo gli bastava.
I motivi? Non certo per fare una buona azione. I due avevano un nemico comune.
La stessa persona che aveva ucciso Arina ed Igor, e che ora teneva Yana prigioniera, era in guerra contro Sila e la sua gente. E si sa, il nemico del tuo nemico è tuo amico.
Sila aveva scoperto tutto questo perché era riuscito a catturare ed interrogare uno degli uomini del suo avversario e subito si era messo in cerca del potenziale alleato.

"Chi è? Dimmi il nome di chi ha ucciso Arina e dove posso trovarlo!"

Sergey aveva perso la calma.
Sentì la collera riemergere con una ritrovata forza; era come se avesse finalmente liberato ciò che per tanto tempo aveva confinato in se stesso. Ed insieme alla rabbia, un'emozione assai più forte cresceva in lui: l'eccitazione. Per molto tempo si era sentito impotente, non conoscendo il suo nemico; in quel momento aveva smesso di rimurignare. Sì, perché poteva finalmente reclamare la sua vendetta.
E dunque la frenesia scorse imponente nel suo corpo, tanto da fargli mettere in secondo piano – per un attimo – persino il salvataggio di sua figlia, in favore di una veloce vendetta. In effetti il desiderio era così forte che gli impedì anche di mettere in dubbio le parole dell'interlocutore: le accettò come vere senza pensarci due volte.
Non ebbe il tempo di continuare a lambiccarsi il cervello, però, che Sila interruppe le sue fantasie.

"Oh, non te lo dirò, non ora. Prima devi fare qualcosa per me; devi dimostrarmi che puoi essere un valido alleato."

"Cosa vuoi che faccia? Dillo ora e sbrighiamoci."

Irritato, Sergey, lo assecondò. Non era solito scendere a compromessi, non così facilmente. Ma in quel momento c'era troppo in gioco: non voleva perdere tempo.
Ironico notare quanto valore desse ora al tempo. Voleva terminare la questione il prima possibile ed ogni secondo che passava era quasi un'agonia.
Appena qualche giorno prima, invece, non faceva altro che passare le giornate di locanda in locanda, in attesa che una rissa lo facesse sfogare o che l'alcol lo aiutasse a dormire; di tempo, prima, ne aveva da vendere, ma non gli importava.
Eppure le cose non erano cambiate di molto, la situazione non era alle strette; salvare sua figlia nel minor tempo possibile non era più importante di quanto non lo fosse prima.
Semplicemente, era cambiato il suo approccio alla faccenda.
Infondo era impulsivo e banale alla stessa stregua degli uomini che tanto odiava.

"Fermati, siamo arrivati."

Fu Sila a parlare, con un sorriso piantato sul volto – ignorando le parole di Sergey.
Ma intorno a loro non c'era nulla, se non sabbia e rocce.

"Mi dispiace molto, davvero."

Intervenì Radiy. Aveva lo sguardo basso, quasi non riuscisse a reggere quello dell'uomo che aveva di fronte.

"Cosa intendi... Cosa intendete dire?"

Ribatté Sergey confuso.
Né Sila, né Radiy risposero. Il primo si dileguò in un istante – proprio come era apparso prima – per ricomparire una ventina di metri più avanti; il secondo poggiò lo zaino a terra e cominciò ad estrarre uno strano marchingegno.

"Cosa diavolo sta succedendo?"

Un alito di vento soffiò leggero e parve quasi distorcere le parole che di volta in volta venivano pronunciate. Fu in quell'istante che Sergey si rese conto che il caldo estremo di poco prima era cessato, in favore di una temperatura più mite.
Passò la mano sulla fronte e tirò indietro i capelli; poi strinse forte i denti, tanto da sentire persino un po' di dolore. Ma non gli importava: l'unica cosa che lo interessava – in quel momento – era il nome del suo nemico, ma le uniche persone che lo conoscevano continuavano a tergiversare!

"Te l'ho detto, siamo arrivati."

Schioccò le dita, Sila, e subito l'illusione scomparve. Sì, perché non si trovavano ancora in aperto deserto, ma in un'accampamento semiabbandonato. Tutt'attorno vi erano numerose baracche costruite alla bell'e meglio, mentre ad un centinaio di metri si poteva intravedere il mare. Sergey e Radiy si trovavano in un ampio spiazzale recintato da una rete; ma non erano in trappola, anzi: la rete non pareva essere particolarmente resistente ed in ogni caso vi erano ben tre passaggi in cui era assente.
Sila si trovava più avanti, vicino alla baracca che sembrava essere in condizioni migliori.

"Sconfiggi Radiy e risponderò alla tua domanda.
Battilo e saremo alleati."


"È solo un ragazzino! Cosa avrà, dodici anni?"

L'idea di scontrarsi con qualcuno per dimostrare il proprio valore non dispiaceva Sergey. O meglio, aveva accettato il fatto che doveva sottostare a Sila per il momento: era lui ad avere il potere. E dunque, nonostante comprendesse che dover dimostrare di essere degno della sua alleanza era una soggezione, sapeva di non avere scelta.
Doveva lottare.
E lo avrebbe fatto di buon grado, se solo l'avversario non fosse stato un ragazzino.

"Ne ho quattordici, signore."

Ribatte Radiy, mentre aveva già piazzato a terra quello strano marchingegno. Si trattava di una sorta di macchinario alto quanto lui ed all'apparenza piuttosto complicato.

"Quando volete, iniziate pure."

Aggiunse infilando il braccio sinistro in una cavità di quella macchina.

"No, non lo colpirò. Portami un avversario degno! O meglio, affrontami tu stesso."

Sergey ignorò del tutto Radiy, rivolgendosi – con un certo sdegno – a Sila.

"Sbagli a sottovalutarlo e te ne accorgerai; Radiy, attaccalo pure per primo."

Lastre metalliche si strinsero al braccio del ragazzino, quasi come se lo stessero intrappolando all'interno del macchinario. E subito quest'ultimo si illuminò di una strana luce.

Radiy, obbedì subito alle parole udite; a dispetto della timidezza mostrata fin'ora, non ebbe la benché minima esitazione.
Ed in fondo come biasimarlo? Sila era un padre, un fratello, un mentore, una guida. Era tutto per lui, era la sua famiglia, nonostante non avessero legami di sangue; mai prima d'ora fidarsi di lui si era rivelata una scelta sbagliata.





"Ed il giorno si tinse di rosso, la città era in festa! E uomini e donne, bambini ed anziani, accorsero in piazza felici."

Pareva che il ragazzino stesse pronunciano una filastrocca, ma a mano a mano che le parole uscivano dalla sua bocca, il marchingegno cominciava a proiettare una strana luce. E subito il giorno si spense, ma non calò la notte: una luce cremisi rendeva ancora possibile vedere.

"Il Bianco e l'Augusto erano lì, a far divertire la gente tutta."

Dalla macchina si intravide una mano bianca; poi un'altra, ed infine una testa. Un pagliaccio si tirò fuori, quasi stesse uscendo da una botola. Era vestito di bianco, con un cappello a punta ed aveva un'aria assai più seriosa di quanto ci si potesse aspettare. Subito dopo scivolò letteralmente fuori un altro pagliaccio: questa volta le vesti fuori misura ben più si adattavano al personaggio;

"Ma che diavolo significa? Volete forse deliziarmi con uno spettacol-"

Non ebbe il tempo di finire la frase, Sergey, che uno dei due pagliacci – il primo, il Bianco – gli afferrò la mascella ed affondò le unghie nel suo addome. Affondò, sì, perché quelle unghie erano simili a delle lame.
Il secondo, l'Augusto, invece arrivò alla sua sinistra e gli morse la spalla: non aveva dei denti normali, ma lunghe e sottili zanne gialle, affilate proprio come gli artigli del Bianco.

Gridò di dolore, Sergey, mentre il sangue copioso scorreva dalle ferite; ed insieme al dolore sentì la paura crescere in lui. Estrasse velocemente la pistola e sparò un colpo all'Augusto: la paura divenne terrore, quando i suoi occhi spalancati constatarono che quel coso aveva evitato il proiettile senza fatica.
Ed ancora non riuscì ad opporre resistenza, mentre l'Augusto sferrò un calcio all'arma, facendogliela cadere.
Era in balia di quei due pagliacci. Che patetico!
Una delle poche doti che si attribuiva era quella di essere un ottimo guerriero. Ed in effetti aveva trascorso buona parte della sua vita ad allenarsi; allora, come poteva essere più debole di quegli esseri?
Come poteva farsi sconfiggere da un ragazzino?
Forse per orgoglio, forse per salvarsi la vita, Sergey, si convinse a fare ciò che andava fatto. Non era ai pagliacci che doveva mirare, ma a Radiy.
Si convinse abbastanza facilmente, in effetti; aveva già esitato abbastanza: ciò era più che necessario per dimostrare a se stesso ed agli altri che non era malvagio. Era già riuscito ad ingannare la sua coscienza.
E così estrasse rapidamente il fucile e sparò un colpo al ragazzino.
Il proiettile, però, non giunse a destinazione.
Il capo di un'altro pagliaccio spuntò dalla macchina e bloccò il colpo; subito dopo cadde in terra, privo di vita.
E nel frattempo il Bianco si rivolse a Sergey:

"Posa quell'arma, non senti quanto brucia?"

Ed in effetti bruciava, tanto che Sergey non riuscì più a tenerla tra le mani e la lasciò cadere.
Poi una testata dell'Augusto lo colpì in pieno volto e lo fece indietreggiare: subito il Bianco lo colpì con una ginocchiata alle costole.
Riuscì a vedere entrambi i colpi, ma quei due erano troppo veloci per lui.

Quei due pagliacci lo stavano sconfiggendo. Radiy stesso, in effetti, stava vincendo. Era appena un ragazzino e stava battendo un uomo, no, un guerriero che sarebbe potuto essere suo padre.
Eppure non pareva felice.
Lo sguardo era serio, fisso nel vuoto. La sua mente seguiva lo scontro alla stessa stregua di uno spettatore del tutto esterno alla questione: pareva quasi che la cosa non gli importasse.
Ma tra sé e sé farfugliava strane parole.

"I pagliacci sono buoni; loro fanno divertire. Non farebbero mai del male a qualcuno; no, non lo vorrebbero. E poi, Sila non glielo permetterebbe."

Orfano di madre, figlio di pirati e pirata lui stesso, o meglio mozzo sulla nave di genitori, questo ragazzino aveva perso tutto ciò che aveva durante un naufragio. Solo la vita gli fu risparmiata, e questo lo doveva a Sila. Era per questo che Sila non poteva essere cattivo.
Se gli stava facendo fare del male a Sergey, era perché se lo meritava.

... tac...





Si udì un rumore metallico. Poi una densa nube nera si espanse lungo tutta la piazza.
Sergey non era ancora fuori gioco. Nessuno, lì, riusciva a vedere al di là del proprio naso; nessuno, a parte Sergey stesso. Neanche lui sapeva se ciò era dovuto ai suoi occhi o al fatto che sin dall'infanzia era stato esposto a fumi simili. Ma fatto sta che poteva vedere e muoversi liberamente.
Ed allo stesso tempo non provocava alcun rumore; quando ancora era un bambino – persino più piccolo di Radiy – si era allenato tantissimo ad agire nell'ombra ed evitare di farsi scoprire: in fondo era obbligato ad eseguire gli ordini dei proprietari del bordello in cui era nato, e ciò implicava anche l'omicidio; certo, in genere le sue vittime erano vecchi che non avevano i soldi per pagare l'amore che prendevano, ma l'allenamento aveva sortito comunque i suoi effetti.

E così giunse facilmente alle spalle di Raidy e, senza esitazione alcuna, affondò la mano destra nella sua schiena; sentì il sangue caldo scorrere tra le dita, ma non fu turbato affatto. Sapeva che ciò che aveva fatto – ed ancor di più ciò che stava per fare – gli avrebbe presto fatto provare i più penosi sensi di colpa, nonostante tutte le motivazioni che poteva scegliere per ingannare se stesso. Si trattava, comunque, di un prezzo che era dispoto a pagare.
E sferrò un gancio sinistro alla nuca, poi un calcio al viso.
Radiy incassò tutti i colpi e barcollò vistosamente, ma riuscì a non cadere, tenendosi alla macchina.

"Arrenditi, ragazzino."

Pronunciò.

"Non puoi vincere."

Ma Radiy non lo ascoltò. Non si voltò neanche, in realtà.
Il suo viso prima inespressivo, quasi triste, pareva ora lasciar trasparire il terrore che provava. Passò la mano destra dietro la schiena, poi sulla parte del volto colpita.
La spostò d'avanti agli occhi e fissò il sangue fresco che ora la macchiava.

"No."

Sussurrò.

"No, no, no, no!"

Continuò a bassa voce.

"No, non può essere, No!"

Aggiunse urlando.

"Mamma! Come è possibile? Papà!"

Gridò infine.
Era spaventato; non aveva idea di cosa significasse subire dei colpi e, da quel che ricordava, non aveva mai visto il proprio sangue. E così, per la prima volta dopo tanto tempo, non chiese aiuto a Sila, ma invocò i suoi genitori.
E suo padre giunse.





Emerse dal macchinario proprio come avevano fatto il Bianco e l'Augusto prima. Era anche lui vestito da pagliaccio, in effetti. Ma era diverso dagli altri due; c'era qualcosa di strano in lui, qualcosa di sbagliato.

E la luce rossa della festa svanì, e con essa il Bianco e l'Augusto; ma rimase la nube di fumo generata dal fumogeno di Sergey. Il Padre, però, non pareva esserne infastidito. Si diresse spedito verso Sergey stesso, con una foga inaudita. La sua bocca, no, le sue fauci grondavano saliva, mentre gli artigli lacerarono la carne di colui che aveva fatto del male a suo figlio.
E Sergey non riuscì a capire di che creatura si trattava, mentre le unghie penetrarono nel suo petto e le zanne lacerarono le gambe.
Il Padre era diverso dagli altri pagliacci. Non era vivo, lui. Era un corpo vuoto che attaccava e distruggeva ciò che aveva avanti, spinto dalla sola brama di morte.
Era un demone.

Ed il dolore s'impossessò di Sergey; per un attimo quasi pensò di arrendersi: era l'unica soluzione, la sola maniera per far cessare subito ciò che stava provando.
Così, il giorno dopo sarebbe tornato alla sua patetica vita. Solo e triste, sì, ma quantomeno non avrebbe provato quella pena.
E tutto sarebbe svanito, così, come un sogno.
Un sogno.
Sferrò un pugno, ma andò a vuoto; e di nuovo si ritrovò quegli artigli nel ventre, mentre una testata lo costrinse a fare un passo indietro.
Ancora una volta il dolore divenne insostenibile.
Chiuse gli occhi per un istante.

Gli tornò in mente Arina; pareva quasi che stesse rivivendo le lunghe giornate passate in città con la moglie. Andare a lavoro, preparare la cena, pulire la casa. Quanto era bella, Arina, quando era a casa; e quando usciva, e quando stava con lui, quando era triste, quando era felice. Era bella, sempre. E stare con lei era il meglio che poteva auspicarsi.
Arina... Da quanto tempo non ripensava a lei? Troppo, probabilmente. Si rese conto, in quegli attimi, di quanto gli mancassero sua moglie e sua figlia.
Arina e Yana erano tutto per lui.
E non c'erano più.

Riaprì gli occhi.
Se quel coso che aveva di fronte era un demone, allora Sergey sarebbe diventato il diavolo in persona.
Aveva la mente lucida, ma a governarlo era una rabbia immane.
Non aveva più la sua famiglia, e di fronte a lui c'era un'ennesimo ostacolo che gli impediva di riabbracciare sua figlia.
Doveva eliminarlo.
Diede un calcio alla gamba del Padre e lo fece cadere; subito dopo lo sorpassò – quasi ignorandolo – e si diresse verso Radiy.
Il fumo era ormai svanito del tutto e quest'ultimo, che era stato fermo tutto il tempo come se avesse sostenuto una fatica immane, poté finalmente guardare negli occhi il suo avversario, di nuovo. Ma questa volta, ciò che vide gli gelò il sangue: non fu neanche in grado di preoccuparsi del genitore, che la sua attenzione fu attratta dalla mano tremante di Sergey che tendeva verso di lui.
Poi qualcosa lo scaraventò lontano: andò a sbattere sulla rete che confinava quello spiazzale, rompendola.
Era stato Sergey a colpirlo; il suo palmo aveva generato un'onda d'urto così potente da saettare il ragazzino ed il macchinario di una decina di metri.
Nel frattempo il Padre si era rialzato: tentò di colpirlo alle spalle, generando dalle dita numerosi proiettili scuri, maledetti proprio come la sua anima.
Ma fallì.

Sergey aveva ormai accettato la sua natura e si era posto su un altro livello. Sì, perché da sempre sentiva che in lui c'era qualcosa di strano, di malvagio; e lo temeva. Odiava, in un certo senso, questa parte di sé e mai aveva voluto accettarla. In quel momento, però, abbracciare la sua natura demoniaca era un compromesso più che accettabile se avrebbe significato poter ritrovare Yana.
Ed ecco che i colpi del Padre, per quanto fossero indirizzati al nemico e parvero persino colpirlo, si persero nell'ombra della sua corruzione.
Ironico notare quanto simili fossero i due. Entrambi padri, entrambi demoni; entrambi avevano perso tutto.
Ma solo uno dei due era ancora vivo.

Sergey scaraventò lontano anche quell'essere – che ormai considerava alla stregua di uno specchio di se stesso, solo più vecchio e con meno speranze – con un'ennesima onda d'urto: questa volta, però, il Padre non si sarebbe rialzato.
Più di una goccia di sudore scese dal suo viso e sul suo corpo; e nel farlo si mischiava col sangue delle ferite ancora aperte. Era stanco, Sergey, e dolorante; gli arti gli tremavano, ma nella sua mente l'idea di salvare sua figlia lo costringeva ad andare avanti.
E tentò di riutilizzare la tecnica contro Radiy; ma ora il ragazzino riuscì a pronunciare qualcosa.

"Aiutami, mamma; ti prego!"





Ed anche la Madre giunse.
Dal macchinario che ancora cingeva il braccio del ragazzino, un'ennesima figura fece la sua apparizione. Era una donna, vestita da pagliaccio proprio come tutti gli altri. Ma non aveva un corpo, lei. Solo un paio di braccia ed un viso truccato, uniti da un busto fluttuante.
E non appena la Madre si mostrò, giunse in soccorso del figlio, afferrandolo al volo ed impedendogli di subire altri danni.

Fu in quel momento che Sergey capì. Avrebbe dovuto eliminare Radiy lì dove la Madre ed il Padre non potevano proteggerlo. Nella sua mente.
Ed ecco che lacrime nere scorsero copiose dai suoi occhi; e dalla bocca, e dalle unghie.
Un liquido denso, inodore, ma che facilmente lasciava intendere la sua corrotta natura. Nessuno poteva vederlo però, se non Radiy stesso.
E Radiy aveva paura; tremava. Eppure sul suo volto era dipinto un sorriso.
Temeva la morte, temeva il dolore, ma sapeva di essere con sua madre: non poteva succedergli nulla.
Il liquido si accumulò tra le mani di Sergey, fino a formare un'enorme falce. La stringeva con entrambe le mani, quest'ultimo, prima di avvicinarsi e tranciare di netto la spalla sinistra del ragazzino.
E la Madre non poté far nulla.
Nessuno, in effetti, avrebbe potuto capire cosa era successo, ma tutti avrebbero visto una scena raccapricciante: il braccio sinistro di Radiy giaceva ancora all'interno del macchinario, mentre il suo corpo cadde in un lago di sangue, silenziosamente.
Per poter riabbracciare sua figlia, Sergey, stava distruggendo un'altra famiglia.

Si avvicinò al corpo del ragazzino; lo scontro stava per terminare, ne era convinto.
Non ci fu un solo istante di esitazione; avrebbe presto ucciso Radiy, e ciò non era che la naturale continuazione dello scontro. Non aveva neanche considerato l'idea che in effetti il duello era appena terminato e qualsiasi azione svolta sarebbe stata ormai superflua.
Si inginocchiò di fianco al corpo del ragazzino ed avvicino la mano destra alla gola per tranciargliela una volta per tutte; solo in quel momento notò una profonda ferita sulla spalla del suo avversario: era quella che gli aveva appena inflitto.
Allora chi era stato a mozzargli l'arto?
Sentì qualcuno trattenergli il braccio.
Era la Madre.





Quanto tempo era passato dal naufragio che costò la vita ai genitori di Raidy?
Tre anni? Forse quattro?
Non lo ricordava in quel momento, il ragazzino. Eppure fino a qualche mese prima, non passava giorno che non pensasse a loro. Ricordava a mala pena le giornate passate in mare, quasi come se qualcosa gli bloccasse la memoria. Ma era ben vivida nella sua mente l'immagine di coloro che lo avevano messo al mondo; ed allo stesso tempo ricordava i suoi sogni: aspirava a diventare il più grande dei pirati, più forte persino di suo padre e sua madre. E dopo la loro morte il desiderio non cessò d'esistere, anzi acquistò una forza maggiore; in effetti realizzandolo avrebbe reso onore alle loro vite nel modo migliore.
Ma come poteva farlo se era rimasto solo?
Beh, il fato volle che fu Sila a trovarlo e prendersi cura di lui. Fece costruire apposta per Raidy persino la "lanterna", quello strano marchingegno che lo avrebbe aiutato a realizzare il suo sogno.
E così, grazie a Sila, in Raidy si riaccese la speranza; e cominciò ad allenarsi per poter padroneggiare al meglio il suo strumento. Mai, prima dello scontro con Sergey, era però riuscito ad evocare sua madre o suo padre.
Era incredibilmente felice: finalmente ce l'aveva fatta! Purtroppo, però, non riuscì a dir loro nulla, non ne fu in grado. Il grosso potere della "lanterna" era quello di dare vita alla fantasia dei pochi che erano in grado di utilizzarlo; Raidy era incredibilmente bravo a farlo, tanto da poter creare guerrieri estremamente potenti. Ed ora era riuscito persino a superarsi, facendo tornare i suoi genitori – seppur per poco tempo – dal regno dei morti; ma se l'evocazione del Padre gli era costata una fatica immane, quella della Madre aveva richiesto un tributo ancora maggiore: il suo braccio sinistro.
Ed ora giaceva fermo in un lago di sangue, in attesa del termine dello scontro in cui da protagonista era diventato un mero spettatore.
In attesa che sua madre lo salvasse per l'ultima volta, perché in effetti non era ancora in grado di realizzare il suo sogno: aveva ancora bisogno dei suoi genitori.


Sergey sentì puzza di carne putrefatta: era il suo braccio ad emetterla. A partire dal punto in cui la Madre lo cingeva, la sua pelle cominciò a marcire.
Si liberò con uno strattone, forte della sua maggiore mole, ma subito un pugno nello stomaco gli fece sputare sangue e saliva.
Si accasciò a terra, tremante. Era stanco e le ferite cominciavano a farsi sentire.
Alzò lo sguardo e fissò per qualche istante il viso del suo nuovo avversario. Era un volto inespressivo, in effetti, ma a Sergey parve notare un leggero disprezzo verso di lui.
E si sentì offeso, persino a disagio. Se era vero che quella donna era la madre di Raidy, se era vero che provava dei sentimenti e che era viva, beh, allora forse era davvero lui il cattivo in quella storia.
Ma poteva forse comportarsi altrimenti? Doveva abbandonare sua figlia proprio quando era finalmente in grado di salvarla?
No, se aveva un certezza nella vita, era che non avrebbe mai lasciato Yana al suo destino.
La avrebbe salvata, a qualsiasi costo. Ed il prezzo, in questo caso, si era dimostrato estremamente caro.
Si alzò.
Le gambe e le braccia tremavano, la vista cominciava ad annebbiarsi. Ma nel volto si dipinse una nuova determinazione. Non si sarebbe trattenuto, ma avrebbe dato fondo a tutte le sue energie pur di vincere quello scontro.
Ed ecco che il corpo si ricoprì di grosse vene pulsanti, mentre gli occhi persero ogni traccia di colore.
Sferrò un sinistro al viso della Madre, poi un'altro all'addome ed in fine un calcio alla gamba. Il primo fu schivato, il secondo bloccato, ma il terzo la colpì in pieno. Eppure non ebbe l'effetto sperato.
La madre era un nemico più temibile di quanto pensasse.
Parò un calcio diretto al suo viso, Sergey, e ricambiò con una ginocchiata che però venne fermata dalle braccia dell'avversario.
E parò un altro pugno, ed un altro ancora, ma la stanchezza ed i danni subiti erano troppi e non riusciva più a contrattaccare: era in balia del suo avversario.
Una ginocchiata lo colpì alla bocca dello stomaco e per un istante tutto divenne buio.
Appena gli occhi tornarono a vedere, si ritrovo accasciato sul corpo della Madre. Fu in quell'istante che capì cosa stava succedendo: non era più in grado di combattere, sarebbe morto.

Poi qualcuno lo tirò dietro con una forza inaudita.

"Basta così, ti dirò tutto."

Era stato Sila.

"A rapire Yana, dodici anni fa, è stato Fedor Golumbev"

Aggiunse.

"Tuo padre."

Furono le ultime parole che Sergey riuscì ad udire, prima di svenire.

"E ti sei dimostrato un degno figlio."




Sergey

Energia:
10%

Status fisico/Psicologico:
01/16 / 16/16

Cs:
2 Destrezza

Armi:
L'arto sinistro di Sergey è simile a quello di un qualsiasi altro uomo; eppure è incredibilmente duro e possente, al pari dell'acciaio. [Arma naturale]
Allo stesso modo, la tibia destra e la tibia sinistra, hanno una consistenza pari all'arto.
L'arto destro ha invece un'anomalia che consiste nello spessore esagerato delle vene, e nelle unghie estremamente affilate; esse sono infatti lunghe circa il doppio del normale ed in grado di tener testa persino alla lama più tagliente. L'uomo è solito coprire la mano con delle bende, che ne celano malamente le anormità. [Arma naturale]
L'intero corpo, in realtà, è estremamente resistente, al pari delle armature più leggere. Nonostante ciò, non presenta particolari anomalie. [Arma naturale]
Le uniche armi che in effetti possiede, sono una pistola antica dalla lunghezza di 37 cm e l'altezza di 11 cm [Pistola – (5-1) 4 colpi disponibili], ed un archibugio della lunghezza di 70 cm, l'altezza di 15 cm ed il peso di 3,5 kg [Fucile – (3 -1) 2 colpi disponibili].

Consumi:
B:5 M:10 A:20 C:40

Abilità passive:
Зло:E Sergey non avrà bisogno di percepire il pericolo: la sua natura demoniaca penserà a tenerlo in vita; ciò si tradurrà nella capacità di potersi difendere anche inconsciamente, senza essere effettivamente consapevole dell'attacco. Si tratta di una tecnica passiva. [Abilità personale III]
Непроходимые ум: Fin da quando era piccolo, Sergey è sempre stato poco influenzabile dagli eventi esterni, forse per la sua natura, forse per il modo in cui è cresciuto. In termini tecnici, possiede una difesa psionica passiva. [C: Pergamena Mente impenetrabile]
Убийца: Sergey ha sviluppato la capacità di muoversi senza far alcun rumore ed al contempo riesce a non emettere alcun odore, impedendo a chiunque di percepire la propria presenza attraverso l'udito o l'olfatto. Inoltre il suo passaggio non crea alcuna vibrazione, e non lascia traccia alcuna sul terreno.[I e II Effetto passivo del dominio Assassino]
Неутомимый: Le lunghe giornate di allenamento hanno permesso a Sergey di sviluppare una resistenza fuori dal comune. In termini tecnici, raggiunto il 10%, non sverrà, pur avvertendo la stanchezza al 20% e morendo allo 0%[Abilità razziale Audacia]

Note e riassunto:

Innanzitutto, spero che la lettura sia piaciuta.
Ecco ora una pseudo-scheda di Raidy.



Talento: Evocatore; Cs: 3 intelligenza, 1 tenacia; Sinossi: giovane, gracile, basso – timido, fantasioso, determinato; Classe: lanternaio (negromante); Pericolosità: D; Energia: Verde; Razza: Umano.

Energia
10%

Status fisico/psicologico
1/24 / 8/8

Passive:
I Passiva talento: possibilità di evocare in tempi brevissimi.
II Passiva talento: un cs in più alle evocazioni.
III Passiva talento: codivide i sensi con le evocazioni.
Passiva personale: possibilità di resistere ad un critico fisico in più (status fisico 24/24), ma ad un critico psionico in meno (status psionico 8/8)
Passiva personale: possibilità di utilizzare le proprie evocazioni come tramite delle proprie tecniche.
Passiva razziale: Audacia; non sviene raggiunto il 10% delle energie.

Passiamo alla parte più difficile.
Allora, cosa è successo?
Raidy inizia utilizzando la pergamena
CITAZIONE
Notte: Il negromante richiama i poteri dell'oscurità, trasformando il campo di battaglia in modo che gli sia più congeniale e affogandolo nel buio.
La tecnica ha natura magica. Il caster richiama l'oscurità, trasformando il giorno in notte in pochi istanti. A seconda delle circostanze o della caratterizzazione è possibile personalizzare la tecnica in modo che non richiami le semplici circostanze di una sera normale, ma che colori il cielo di rosso, che spenga lune e stelle o altro ancora. Durante l'attivazione, i demoni potranno andare in forma demoniaca, e le creature evocate dall'utilizzatore guadagneranno 1 CS ad una capacità a scelta agilità (da decidere al momento dell'inserimento in scheda). La tecnica dura per due turni totali, svanendo al termine del secondo o prima, al desiderio del caster.
Consumo di energia: Medio

(Energia Raidy 100 – 10 = 90%) e due volte il primo effetto attivo del dominio
CITAZIONE
» Effetto attivo: spendendo un consumo pari a Medio, il personaggio è in grado di sfruttare la propria capacità per richiamare una creatura di esigua potenza, che avrà la funzione di suo spirito guardiano personale. La creatura richiamata, quindi, si genererà attorno a se, o comunque ad una breve distanza. Il suo aspetto potrà essere il più vario, ma confacente alla specie, o alla razza, prescelta al momento dell'inserimento del talento in scheda. Pertanto, essa potrà rispecchiare la tipologia di creature fantastiche come fate, o creature mostruose come arpie e draghetti, sino ad animali reali, o esseri umanoidi. L'importante è che rappresenti un'entità di bassa potenza della specie, tipo o razza prescelta. Il numero delle creature evocate contemporaneamente dipenderà direttamente dalle dimensioni del guardiano - più l'evocazione sarà grande, meno di essa sarà possibile richiamarne con uno stesso consumo; viceversa, più sarà piccola, più se ne potranno richiamare. La forza della somma degli spiriti evocati è pari a 2 CS, e resteranno sul campo per un totale di due turni compreso quello d'evocazione, svanendo al termine del secondo, se non richiamati in precedenza. Non vanno trattati autoconclusivamente. La tecnica ha natura di evocazione.

(Energia Raidy 90 – 10 – 10 = 70%)
Queste due evocazioni – il Bianco e l'Augusto – avranno 4 CS (2 + 1 della pergamena notte + 1 della passiva) in agilità ed attaccheranno Sergey: il Bianco gli graffierà il viso cagionandogli un danno basso (16-1= 15/16 Status fisico Sergey), l'Augusto gli morderà la spalla e causerà un altro danno basso (15-1=14/16 Status fisico Sergey).
Sergey estrae la pistola e spara all'Augusto, che forte delle sue CS superiori, evita il colpo e lo disarma facendo da tramite alla tecnica
CITAZIONE
Disarmare: Il mentalista compie un gesto molto rapido con la mano, colpendo l'arma del proprio avversario ed impedendone l'utilizzo.
La tecnica è un danno all'equipaggiamento di natura fisica. Il caster colpisce l'arma dell'avversario, applicandogli un effetto tale che impedisca al bersaglio di utilizzarla. Il disarmo è applicabile a qualunque arma, che sia da mischia, da tiro, da fuoco, che sia uno scudo o qualsiasi altra cosa trattenga in mano in quell'istante. L'armamento o l'oggetto così disarmato subirà un effetto totalmente personalizzabile (l'arma si arrugginisce, si rompe, diventa incandescente, ecc.) che dovrà avere, però, come scopo quello specifico di impedire al bersaglio un recupero rapido e sicuro dell'arma/armamento, oltre che il suo utilizzo. La tecnica applica un danno all'equipaggiamento della vittima di livello Basso: il danno potrà essere "curato" solo da tecniche apposite in grado di ripristinare "danni all'equipaggiamento". L'arma che subisce tale danno non potrà essere utilizzabile fintanto che permarrà il danno all'equipaggiamento.
Consumo di energia: Bass

(Energia Raidy 70 – 05 = 65%).
Sergey estrae allora il fucile e spara a Raidy, che si difende con una variabile difensiva a consumo basso che usa i pagliacci come scudo (Energia Raidy 65 – 5 = 60%).
Il Bianco allora danneggia anche il fucile facendo da tramite alla tecnica
CITAZIONE
Maledizione inferiore: Il negromante si insinua nella mente dell'avversario, manipolandola e costringendolo ad abbandonare le proprie armi.
La tecnica un danno all'equipaggiamento di natura psionica. Per castarla è necessario percepire l'avversario, anche solo visivamente. Il bersaglio, nel caso in cui subisca la tecnica, vedrà la mano con cui impugna l'arma bruciare o essere preda di un pericolo generico. In realtà si tratta di una insidiosa afflizione psionica che lo costringerà a disarmarsi. La tecnica non provoca altri danni alla mente della vittima, ha potenza Bassa e può essere personalizzata perché alla maledizione siano associate illusioni innocue e inoffensive, che colpiscano il nemico al momento dell'attivazione.
Consumo di energia: Basso

(Energia Raidy 60 – 05 = 55%).
Poi il Bianco gli da una ginocchiata alle costole e l'Augusto una testata in pieno volto: gli cagionano un danno basso per uno ( Status fisico Sergey 14 -1 -1 = 12/16).
Allora Sergey usa la tecnica
CITAZIONE
туман: Sergey porta con se numerose biglie che - se infrante - generano una densa nube nera che impedirà a chiunque di vedere attraverso, anche a chi - in termini tecnici - possiede una passiva apposita. L'unico a non risentire minimamente di questo fumo sarà Sergey stesso. La tecnica è un'illusione di natura fisica a consumo medio che dura 2 turni.[I: Pergamena Nebbia]

(Energia Sergey 100 – 10 = 90%) e si porta alle spalle di Raidy, forte delle sue passive. A questo punto usa
CITAZIONE
Быстрый атака: Sergey è anche in grado di sferrare un colpo con una velocità inaudita: l'arto penetrerà la carne del bersaglio, infliggendogli una ferita relativamente profonda - per quanto circoscritta. Si tratta di una tecnica fisica a consumo e potenza media.[I: Attacco furtivo]

(Energia Sergey 90 – 10 = 80% / Status fisico Raidy 24 – 2 = 22/24) seguito da un gancio sinistro alla nuca ed un calcio destro al volto: tutti i colpi vanno a segno, ma i fisici cagionano solo un danno basso totale (Status fisico Raidy 22 – 1 = 21/24).
Le due evocazioni di prima e la pergamena "notte", svaniscono, mentre la nebbia di Sergey è ancora attiva. Raidy usa quinidi una tecnica personale a consumo basso che consiste in un auspex passivo per due turni (Energia Raidy 55 – 5 = 50%) ed una tecnica personale di evocazione a consumo alto, potenza media per due turni e 5 Cs in agilità (4 + 1 della passiva) che ha in più una passiva che fa in modo che i danni cagionati da quest'evocazione causino più dolore del normale – controbilanciata dal fatto che l'evocazione stessa richiede più fatica del normale (Energia Raidy 50 – 20 = 30%).
Come spero si sia capito, quest'evocazione è il Padre, che sferra subito due attacchi fisici: uno al petto e l'altro alle gambe; Sergey li subisce entrambi (Status fisico Sergey 12 – 1 – 1 = 10/16).
Sergey tenta di contrattaccare con un pugno, ma il Padre lo evita e lo colpisce con altri due attacchi fisici: uno al ventre e l'altro alla testa. Entrambi vanno a segno (Status fisico Sergey 10 – 1 – 1 = 8/16).
Allora Sergey usa
CITAZIONE
низкий удар: Sergey è in grado di far perdere l'equilibrio all'avversario e farlo cadere - ponendosi in vantaggio - semplicemente con un calcio, una leva, o persino con l'utilizzo di qualche arma. Si tratta di offensiva fisica di potenza e consumo basso, che fa cadere l'avversario.[I: Pergamena Colpo basso]

(Energia Sergey 80 – 05 = 75%) contro il Padre, colpendolo, cagionandogli il danno basso e facendolo quindi cadere. Poi colpisce Raidy con
CITAZIONE
Психокинез: Sergey non necessita di toccare l'avversario per potergli causare danno. Basterà un lieve movimento della mano, o anche solo un cenno, e potrà scaraventare l'avversario in qualunque direzione voglia con un'onda d'urto. Si tratta di una tecnica di natura magica a consumo e potenza variabile. [Abilità personale I]

a consumo medio (Energia Sergey 75 – 10 = 65% Status fisico Raidy 21 - 2 = 19/24).
Il padre nel frattempo si rialza ed attacca Sergey con la pergamena
CITAZIONE
Proiettili neri: Il negromante allunga il palmo della propria mano contro l'avversario, generando una serie di sfere di energia negativa che si schianteranno contro di lui, bruciandolo e danneggiandolo.
La tecnica ha natura magica, elemento sacrilego. Il caster lancerà un'emanazione energetica sotto forma di piccoli proiettili contro il proprio avversario, che lasceranno sulla vittima una serie di ustioni nei punti colpiti. A seconda della personalizzazione è possibile modificare la forma, il colore e l'aspetto della manifestazione. Con un solo slot è possibile lanciare una scarica di numerosi colpi contemporanei, ma la loro potenza totale sarà Media. Contro le progenie dei draghi la potenza è Alto, contro le progenie dei demoni la potenza è abbassata a Basso.
Consumo di energia: Medio

(Energia Raidy 30 – 10 = 20%).
Sergey, aiutato dalla passiva che gli permette di difendersi da attacchi di cui non è consapevole, para l'attacco utlizzando la variabile
CITAZIONE
Непобедимый: Le tenebre e l'oscurità, insite nella natura di Sergey, possono essere la sua arma più potente. O meglio, una difesa impenetrabile. Ed ecco che il corpo di Sergey sarà difficile da colpire, proprio come se fosse composto dalle ombre del suo cuore. E gli attacchi sferrategli vonyto colpiranno solo una figura che evaporerà, quasi fosse solo fumo. In termini tecnici si tratta di una difesa fisica di potenza variabile, la cui portata difensiva varierà in base al consumo utilizzato. [U: Pergamena Fondersi con le ombre]

a consumo medio (Energia Sergey 65 – 10 = 55%). Poi colpisce il padre con l'abilità personale I, già citata, a consumo basso (Energia Sergey 55 – 05 = 50%) e lo elimina.
E Sergey riusa la stessa tecnica, a consumo medio, stavolta, (Energia Sergey 50 – 10 = 40%) contro Raidy, che però si difende con la variabile difensiva già citata all'inizio – questa volta però il pagliaccio che lo difenderà avrà le sembianze della madre (Energia Raidy 20 – 10 = 10%).
Sergey allora utilizzerà la pergamena
CITAZIONE
Сила демона: Gli occhi sanguineranno; e così la bocca, e le unghie. Ma il sangue sarà incredibilmente denso e cadrà in maniera estremamente copiosa. Sergey potrà utilizzarlo come meglio crede: in pochi attimi potrà creare armi, sfere, generare raggi e tutto ciò che gli viene in mente. Tutto questo non accadrà nella realtà, ma solo nella mente della vittima. I danni subiti, però, saranno reali. Si tratta di una tecnica psionica che cagiona però danni fisici. Il consumo e la potenza sono variabili e per essere castata, la tecnica, necessita di una percezione visiva, o anche di un auspex. [U: Pergamena Prestigio]

a consumo alto (Energia Sergey 40 – 20 = 20%) e colpirà Raidy (Status fisico Raidy 19 – 4 = 15/24).
Raidy utilizzerà allora una tencica di evocazione a consumo nullo ed autodanno critico – si amputa il braccio – per evocare la Madre, che durerà 2 turni ed avrà 9 CS in agilità ( 8 + 1 della passiva) e resistenza alta. (Status fisico Raidy 15 – 8 = 7/24).
La madre fa da tramite ad un'offensiva a consumo nullo, autodanno e potenza alti, e colpisce Sergey al braccio (Status fisico Raidy 7 – 4 = 3/24 Status fisico Sergey 8 – 4 = 4/16); gli sferra poi una ginocchiata che lo colpisce in pieno e gli causa un danno medio (Status fisic Sergey 4 – 2 = 2/16).
Sergey usa la tecnica
CITAZIONE
Сильное присутствие: Se, semplicemente, Sergey si abbandona alla sua natura, o si impegna per avere maggiore potenza, la sua sola presenza sarà difficile da sopportare per l'avversario. Questi si sentirà debole, impotente di fronte a Sergey ed il suo fisico confermerà la sua impressione: subirà un danno alle Cs. La tecnica è di natura psionica, ha potenza e consumo variabili e causa danni alle Cs. [Abilità personale II]

a consumo medio, (Energia Sergey 20 – 10 = 10%) che farà diminuire i Cs della Madre di 2 (9-2=7).
A questo punto usa l'oggetto
CITAZIONE
Внезапное прочность: A volte la rabbia, la frustrazione, i sensi di colpa e qualsiasi altra sensazione penosa diventano estremamente forti in Sergey, al punto da sembrare insostenibili. In questi momenti, una parte nascosta della sua natura esce allo scoperto: lungo tutto il corpo le vene iniziano ad ingrossarsi e gli occhi diventano completamente bianchi. In termini tecnici riceve un power up di 4 Cs in forza per la durata di un turno.[Rubino]

che lo porta a 7 Cs totali.
Comincia ora uno scambio di colpi tra Sergey e la Madre, che non riporterò ora perché mi pare abbastanza chiaro: mi limiterò a dire che entrambi subiranno un danno basso (Status fisico Sergey 2 – 1 = 1/16).
A questo punto Sergey sta per essere sconfitto perché non riesce a continuare quello scontro altrimenti alla pari, per via dei troppi danni e delle troppe energie usate, ma viene salvato da Sila.
Sviene effettivamente pochi secondi dopo.
 
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view post Posted on 25/7/2014, 01:08
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GIUDIZIO

Introspezione e ragionamento: La mente di Sergey emerge limpidamente dal tuo scritto, ma rimane ancora abbastanza lineare - poco sfaccettata. Le forze motrici che alimentano il tuo personaggio sono, com'è naturale, la vendetta e la ricerca della figlia, talmente veementi da annichilire ogni altro pensiero. Ci sono però dei punti chiave in cui emergono invece le altre facce della psicologia dell'uomo: soprattutto la lotta interiore tra la necessità di salvare la propria famiglia, o quel che ne rimane, e le nefandezze che è costretto a fare per perseguire questo obiettivo: attaccare un ragazzino e distruggere una famiglia proprio come è stato fatto a lui, in questo caso. Ma avresti potuto creare anche altri momenti di lotta interiore anche in merito all'ironica vicinanza delle condizioni di Sergey e del padre-pagliaccio, entrambi in lotta per difendere i propri cari, o la rabbia dovuta alla totale impossibilità dell'uomo a opporsi a quanto Sila gli impone di fare, tematiche a cui fai solamente rapidi accenni. Non dico certo di imporgli di rinnegare il suo obiettivo: dico solo di approfondire queste sfaccettature della psicologia del tuo pg rimanendo all'interno della sua mente. Dato che alla fine fuori da essa lui agirà sempre e costantemente per ritrovare sua figlia, indubbiamente.
Lo scontro è ben collocato nel suo background. Notevole il colpo di scena in cui si scopre che l'avversario non è Sila, bensì il ragazzino; drammatica anche la conclusione, in cui Sergey si scontra con la figura che paradossalmente non potrà mai essergli restituita, la madre di sua figlia. Anche Radiy è un personaggio ben caratterizzato, insieme alle sue evocazioni, per quanto sia vincolante dipingere il carattere di un ragazzino di quattordici anni che ha perso i genitori. Interessantissimo il suo set di abilità basato interamente sui clown.
Voto: 7

Movenze e descrizioni: Vesti lo scontro di uno stile lineare e scorrevole, facile alla lettura, ma non superficiale. In nessun punto ho trovato la lettura troppo pesante: un narrato privo di eccessi in entrambi i sensi, insomma. Per quanto i movimenti e le azioni siano sempre estremamente chiari, così come le descrizioni del pensato del personaggio, mi pare che tu abbia poca confidenza con lo spazio. In alcuni momenti ho avuto difficoltà localizzare spazialmente i personaggi, sia in senso assoluto sia tra di loro. Anche il paesaggio ne risente, visto che la descrizione dello stesso è molto poco dettagliata, direi limitata all'essenziale.
Nessun errore di sintassi o grammatica da notare. Mi è rimasto in mente, però, una frase in cui ti riferisci alla figlia di Sergey come Yara, e non Yana. Un errore tragicomico, oserei dire.
Voto: 6

Abilità e lealtà: Il tuo punto debole, in questo scontro. Dal punto di vista prettamente strategico, lo scontro è lineare, troppo lineare. Sergey incassa senza difendersi la maggior parte degli attacchi, pur avendo una passiva che lo aiuta a difendersi in maniera inconsapevole. Non mi sembra però che questo sia dovuto alle sue incertezze nell'attaccare un ragazzino, visto che durante lo scontro è sempre più deciso a salvare sua figlia. Inoltre gli attacchi erano portati dai pagliacci, e mi sono sembrati evitabili. Paradossalmente l'avversario usa più tecniche difensive del tuo personaggio.
Nel mezzo dello scontro Sergey è protagonista di due epifanie: una la sfrutti egregiamente, preferendo concentrarti su Raidy anziché sulle sue evocazioni per vincere lo scontro. L'altra, invece, non tanto. Tu scrivi "Fu in quel momento che Sergey capì. Avrebbe dovuto eliminare Radiy lì dove la Madre ed il Padre non potevano proteggerlo. Nella sua mente." Lì ho pensato che avresti cominciato ad attaccare la mente di Raidy, ed effettivamente lo fai: ma usi una tech che gli cagiona danni fisici. Quando la passiva che gli hai dato lo rendeva debolissimo alle offensive psioniche pure. Ovviamente Sergey non conosce la scheda di Raidy, però una volta che lo fai rendere conto (senza neanche forzare le cose) del suo punto debole almeno potresti andare fino in fondo.
Veniamo alla lealtà. Mi ha fatto storcere il naso la questione degli autodanni. Complessivamente Raidy subisce un autodanno totale pari ad un quasi Mortale (critico+alto), più del doppio dei danni che Sergey gli ha inflitto. Si tratta di una scelta mirata, ne sono consapevole, visto che il png ha una passiva che gli fa sopportare due mortali; però semplicemente non sei stato tu a portarlo in quelle condizioni; bensì è stato lui a spingersi in fin di vita... e questo rende il tuo avversario assolutamente poco realistico. Avrebbe potuto sconfiggerti senza portarsi in condizioni critiche, considerando la sua pericolosità superiore. Alla fine l'autodanno si riduce dunque ad un handicap che pone l'avversario al tuo stesso livello. Se si trattasse di uno scontro ufficiale il tuo avversario sarebbe uno stupido, ma in questo caso visto che sei tu a gestirlo è la lealtà che va penalizzata. Perché la tua sconfitta appare poco sensata, a questo punto.
Infine, per concludere, devo ammettere di non aver ben compreso la "tecnica personale di evocazione a consumo alto, potenza media per due turni e 5 Cs in agilità (4 + 1 della passiva) che ha in più una passiva che fa in modo che i danni cagionati da quest'evocazione causino più dolore del normale – controbilanciata dal fatto che l'evocazione stessa richiede più fatica del normale (Energia Raidy 50 – 20 = 30%)". Più fatica in che senso? Nello scontro di questa fatica non viene fatta menzione; forse intendevi in senso di tempo, dal momento che le evocazioni dell'Evocatore sono di per sé instantanee, ma non viene fatta menzione nemmeno di quello. Non è un'abilità regolamentare, ma qui vado a penalizzare la strategia dal momento che si tratta sempre del tuo avversario.
Voto: 4

Giudizio complessivo: Nel complesso è un combattimento gradevole, ma in alcuni punti è inevitabile non notare le necessità narrative offuscare per un momento il realismo e limitare le possibilità di far emergere l'estro del giocatore nel campo strategico, e non soltanto in quello instrospettivo/narrativo. Sono sicuro che le critiche sottolineate porteranno esiti costruttivi per il futuro.
Voto complessivo: 5.6
Guadagni 275G, mentre io 125G per la correzione. Alla prossima ;)


 
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