Gli occhi azzurri dello stregone si chiusero, facendoli piombare in una fitta oscurità. Era la prima volta che provava davvero quella cosa, il suo nuovo dono. Si sentì come sciogliere ed affondare nella terra, cadere in una voragine che si era appena aperta sotto i suoi piedi, la vertigine lo fece sussultare e quasi aprì le palpebre.
" Vergilius, nell'Alcrisia, ad un paio di giorni di cammino da Gilth'alas. "
Il marchio serpeggiò come una biscia lontano dalla nuca dove riposava tranquillo e s'avvinghiò al suo braccio come una fascia di seta, per diventare attimo dopo attimo sempre più concreto, se mai si poteva usare quella parola per un'ombra. Jace si sentì strattonare, come se una mano lo tirasse via, e smise di precipitare per iniziare a galleggiare nel vuoto, poi qualcosa come una corrente od un forte vento lo spinse lontano. A quel punto l'uomo si concesse uno sguardo al paesaggio che sfrecciava attorno a lui. Era come trovarsi al centro di un arcobaleno che si estendeva in lungo e largo attorno a lui. Vedeva fasce di colori turbinare sotto a lui, vorticare in ampi cerchi e mischiarsi come se fiumi diversi scorressero fianco a fianco, sebbene questa definizione fosse riduttiva. Effettivamente alcuni di essi stavano sopra, altri sotto, altre fasce colorate sfrecciavano perpendicolari l'una all'altra; e la coppia si muoveva su di loro, altre volte le attraversava in schizzi freschi che si solidificavano in mille schegge di vetro. Non aveva mai visto nulla di simile, né aveva mai viaggiato ad una velocità così elevata, quella dei sogni. Capelli e manto svolazzavano dietro di lui, piegandosi ad ogni movimento sospinti da quell'impeto, e l'uomo urlava in parte per la gioia ma anche per la sorpresa e la paura mentre Ífhyng si contorceva sotto il suo sguardo. Tutto ad un tratto il mondo si fece nero, come qualcosa avesse assorbito ogni colore ed anche l'urlo del cartomante si perse nel vuoto, risucchiato da quell'oscurità. L'uomo chiuse le palpebre come per addormentarsi; e così poté svegliarsi fra i campi del Dortan. S U P R E M A Z I A
~ DAYS OF BETRAYAL ~
Jace pensava, riempendo così l'eco fra un passo e l'altro. La sua mente però non si rivolgeva ad Afrah, che preferiva evocare per scacciare il freddo notturno, ma si lasciava guidare dal paesaggio tutto intorno a lui. L'Alcrisia era un mare giallo, di erba e spighe che riflettevano la luce solare, dorato. Ed era proprio quella parola ad ingombrare il suo cervello, sulla quale rimuginava peggio di un filosofo dalla lunga barba canuta. Quell'insignificante aggettivo poteva infatti adattarsi sia al colore del grano, la coltivazione più diffusa in tutta Theras, ma anche a quello del più prezioso fra i metalli; e la cosa era davvero singolare. Forse quel colore simboleggiava qualcosa di importante nei piani degli Dei che ingombravano i cieli, o magari dietro tutto c'era solo un grande sbaglio e i primi uomini avevano dato a quell'inutile metallo una grave importanza, quasi fosse il sovrano di questi, perché aveva la stessa tinta delle spighe e del mattino. Ed allora chissà quante vicende e storie si erano susseguite ed intrecciate dietro ad un fraintendimento, al credere l'uno più importante dell'altro per un confondersi di linguaggi, perpetrato chissà dove da chissà chi. Erano tutte considerazioni parecchio interessanti, sopratutto per un uomo che dal cuore dell'Edhel era giunto ai confini meridionali del Dortan solo per spendere qualche moneta. O magari non erano solo le commissioni ad averlo attirato così lontano ma la voglia di lasciare quelle terre brulle per quante belle ed immergersi dopo mesi nella civiltà, anche se solo in questo breve soggiorno. Gilth'alas, che si stagliava a pochi passi da lui, era magnifica da mozzare il fiato nelle sue evoluzioni verticali, come una montagna fatta di case e mura. Rivaleggiava con Gerico, e perdeva il confronto con Taanach soltanto perché non aveva quel folle tocco esotico che la metropoli dell'Akeran possedeva; rimaneva comunque una vista capace di lasciare di stucco chiunque. Solo chi abitava lì da tempo smetteva di accorgersi della sua monumentalità. Tuttavia il sole era alto in cielo e sistemò lo zaino in spalla e percorse quegli ultimi metri che lo separavano dalla civiltà. Trivaz Gambalunga Dean stava seduto fra le bancarelle, fumando spensieratamente la sua pipa. Si stava sinceramente annoiando dopo una mezza giornata passata fra mercanzie di scarso valore, o mediocrità fin troppo care. Non che stesse realmente cercando qualcosa, stava solo aspettando che l'ispirazione lo fulminasse per poter iniziare un nuovo progetto. Ma si sa che non basta invocarla perché quella capricciosa signora si faccia vedere, anzi più si sta a lisciare la sua sottana meno si riuscirà a sfilargliela. Come tutte le donne consce della propria bellezza le si doveva bistrattare per ricevere un briciolo della sua attenzione; alla soglia dei quarant'anni credeva di aver almeno capito quella verità. Aveva dunque smesso di guardare ciò che veniva acquistato per dedicarsi a colore che compravano. Ora si era soffermato su di un giovanotto dalla vistosa cappa azzurra, che passava il suo tempo a saltare da campioni di roccia a erbe medicinali, per non disdegnare occhiate furtive alle ragazze che scivolavano vicino a lui. Non poteva certo biasimarlo visto che pur avendo il doppio della sua età, nemmeno Gambalunga aveva perso quell'abitudine; anzi talvolta lo deridevano chiamandolo Occhiolungo per questo suo vizietto. Forse per il suo modo un po' goffo e privo di spacconeria, gli stava simpatico, o magari perché quegli occhi azzurri e quella frangia castana facevano sembrare quel ragazzetto smilzo come suo fratello Roomash. Lo vide prendere il borsello per pagare quello che all'alchimista sembrava un pessimo affare. " Non comprate quell'olio. I mercanti usano le bottiglie opache per nascondere le alterazioni. L'odore è buono perché han aggiunto dell'essenza di orchidea che però colora il liquido di porpora anziché il tipico bianco " " Mi scusi? "
Il Cartomante si voltò, distraendosi dalla bancarella che stava ispezionando. Inizialmente non notò chi stava parlando con lui, poi si accorse del piccolo ometto agghindato per bene come un alchimista, che stava lucidando un piccolo monocolo. Per un attimo sussultò, pensando di trovarsi di fronte ad un Nano molto alto, ma l'assenza di baffi e tanti altri tratti lo convinsero che si trattasse di un umano; facendogli tirare un notabile sospiro di sollievo.
" Lo so, al prezzo a cui lo vendono sembra un vero e proprio affare, ma quando si aspira alla perfezione è meglio non accontentarsi di merce di seconda scelta. "
" Ehm, si si. E magari conoscete un posto dove comprare buon materiale ad un prezzo onesto? "
Trivaz sorrise, non per prendersi gioco dell'altro ma perché pur sforzandosi di essere duro e scorbutico prima o poi la sua vena di zietto gentile veniva fuori; sopratutto quando incontrava dei giovanotti così simili a suo fratello. Vero, quel ragazzo era di parecchio più alto e aveva la faccia coperta da uno strano tatuaggio argenteo, ed era molto più carino e pulito di quel bastardo di Roomash; che aveva un grosso porro sul naso e i denti giallissimi. Gli mancava troppo quell'idiota, tanto che la nostalgia lo stritolava sempre più, sopratutto in questo periodo dell'anno, durante il quale da ragazzini erano soliti andare a recuperare le primule. Non perché fossero estimatori delle piante, ma perché ci facevano un bel gruzzoletto da spendere in dolcetti prima, e vinaccio quand'erano cresciuti un pochetto. Era la parte dell'anno in cui erano più uniti e si divertivano di più. Così mosso da quella stretta malinconica costrinse Jace a seguirlo, facendosi raccontare di tutto e di più, con tono affabile e passo malfermo.
" Ecco vedete, io un tempo stavo nell'Akerat, tra Plakard e Taanach, ma poi per motivi, ehm, personali mi sono trasferito a settentrione. Avevo imparato a fare tanti decotti e lozioni, ed altri utili intrugli alchemici ed ora sono un po' sperduto perché gli ingredienti che uso non sono tipici dei boschi dove vivo. Son venuto qui a fare scorta. " " Giovanotto, a me non mi freghi. Inutile che fai il campagnolo sperduto, io sono furbo sai? L'ho capito subito che non sei un alchimista da quattro soldi, e che hai parecchio talento, sia per come sei agghindato che per le cose che cerchi. Ti ho visto al mercato e non cercavi intrugli da cavallaro o per curare qualche montone. No, ti servivano esplosivi, fumogeni, acidi corrosivi, e droghe allucinogeni. " " Ehm forse mi sono confuso e guardavo le cose sbagliate. " " No, a me non mi fai fesso. Ho visto, hai occhio e di cose ne sai. Vieni con me e non solo ti procuro una scorta degna di un Beik, ma magari ti faccio capitare anche qualche buon gruzzoletto. " " Non saprei... " " Non ti interessano i segreti degli elementi? O di come si possa battere il metallo fino a dargli vita? - batté la mano sulla gamba e si sentì un forte metallico - Io e i miei colleghi siamo eccentrici forse, ma ti assicuriamo che lavoriamo al massimo per il progresso. Vieni a dare un'occhiata e potrai scoprire che vuol dire lavorare per la perfezione. Attento che il biglietto però costa caro. " Va bene. Ma se vedo qualcosa che non mi piace giro i tacchi. Non mi preoccupa lavorare duro, ma salvare la pelle. " E detto questo s'inerpicarono su per la città, verso un grosso complesso di fucine e laboratori che sminuiva qualsiasi forgia lo stregone avesse visto in vita sua. Quello era un luogo dove il fuoco veniva addomesticato, il metallo si piegava ad ogni capriccio, l'acqua e il fulmine non avevano più segreti per nessuno; ma aveva anche un che di inquietante. Bruciature di esplosioni, segni di lavori e restauri quasi ovunque, ma sopratutto la gente sembrava star lontano da quel posto, spaventata a morte da quello che poteva accadere ad avvicinarsi troppo. L'Inventorum dei Liz'zeth.
CS:5 | Intelligenza 2 Prontezza 1 Determinazione 1 Maestria con le armi 1 Critico 26 | Alto 18 | Medio 9 | Basso 5 Stato Fisico: Illeso, Stato Psicologico: Illeso, Energia: 100%
Mastigos: I Mastigos sono più potenti ingannatori. Essi possono lanciare le sue tecniche di illusione, infatti, anche nel caso in cui fosse completamente immobilizzato ed imbavagliato: non avrà necessità di alcun movimento per ricorrervi né di pronunciare alcuna parola. Sono in grado di modificare a piacimento il tono, il volume e il luogo di provenienza della propria voce. Potrà farla suonare blasfema e cavernosa come quella di un demone; potrà ingigantirla al punto da assordare i propri avversari; potrà farla sembrare un sussurro proveniente da poco distante alle orecchie dei suoi alleati, e molto altro ancora. I più potenti possono inoltre fondersi nelle loro stesse illusioni. Fintanto che sul campo di battaglia sarà presente un'immagine richiamata da lui, infatti, egli potrà modificare a sua volta anche il suo aspetto, assumendo qualsiasi forma e dimensione desideri. Questa mutazione - seppur ingannando tutti i sensi dell'avversario - sarà tuttavia soltanto un'illusione e non donerà al possessore del dominio alcuna capacità aggiuntiva rispetto alle sue. Infine essi non svengono una volta raggiunto il 10 % dell'energia sebbene muoiano una volta esaurita la riserva energetica. Inoltre la sua aura risulta invisibile agli auspex di natura magica. [ Passive di Talento (I, II, III) e Razziale e Personale ]
Circolo di protezione dalla Magia: Questo sortilegio gli permette di affrontare facilmente altri incantatori, non perché protegge la sua pelle dagli incantesimi, bensì lo rende capace di contrattaccare più facilmente. Ogni volta che un avversario utilizzerà una tecnica di natura magica, per la durata di quel turno lo stregone guadagna 2 CS in Intuito. [ Pergamena Discendenza Arcana ]
Cappa degli Eterni: Il più appariscente degli indumenti del Cartomante, un enorme drappo azzurro ricoperto di simboli argentei che cinge le sue spalle e lo copre fino alle caviglie, sotto la quale è però celato un robusto corpetto di strisce di cuoio, tinte del medesimo colore. L'armatura lo copre dalle spalle alla vita, lasciando però libere le braccia, garantendo così una completa mobilità ed una moderata protezione al busto. Quando la indossa tutte le tecniche offensive scagliate da Jace ad area saranno di potenza equivalente al consumo speso per castarle. Inoltre una volta che il cartomante avrà accumulato un danno Critico al fisico, guadagnerà 2 CS in Istinto fino alla fine della giocata. Una delle gemme incastonate nella cappa dona a Jace 1 CS in Maestria con le Armi. [ Armatura leggera al busto, Artefatto epico di caratterizzazione + Diamante ]
Sigillo dell'acchiappasonni: Un ninnolo di capelli intrecciati delle tribù dello Xuraya che racchiude all'interno uno spirito maligno dei sogni. L'essere intrappolato al suo interno non solo è innocuo per il suo portatore, ma anzi lo fortifica. La potenza magica sovrannaturale della creatura gli permette di essere pari ai più grandi Illusionisti, aumentando i poteri del suo Dominio di un livello. L'essere inoltre conferisce la capacità di vedere l'invisibile, sotto forma di auspex di potenza passiva. Inoltre forte delle memorie e delle capacità dello spirito Jace è inoltre capace di utilizzare le pergamene della Classe Ladro. [ Cristallo della Conoscenza e Tomo Furtivo e Tomo magico e Amuleto dell'Auspex - Cucito sulla cappa ]
Frusta: Dalla rigida maniglia color terra bruciata nasce il corpo vero e proprio dell'arma fatto in un cuoio molto più chiaro intrecciato per due metri e mezzo alla cui estremità termina con una piccola lama curva, come un minuscolo kama, in ferro brunito, quasi nero; questa testa può essere rimossa. [ Arma da corpo a corpo - Legata al ventre ]
Vergilius: Un intricato disegno di glifi e rune in perenne movimento sulla spalla sinistra. In realtà il marchio è una creatura vivente, che può assumere l'aspetto di un'ombra dalle forme umanoidi, muta e cangiante, che si impegnerà a difendere il suo Portatore. [ Tatuaggio/Compagno animale, Artefatto d'ambientazione ]
Carreg o Wythïen:Il Becco del Colibrì è una lancia ricavata da un'unico tronco di legno lungo quasi due metri, fasciato con stringhe di cuoio sia all'estremità inferiore che a quella superiore. L'arma termina con un una testa in osso, ricavata da quello che sembra il teschio di un grosso volatile, ma nonostante le apparenze dimostra una resistenza pari a quella dell'acciaio. Sebbene l'arma possa essere scagliata con forza verso la preda, è stata ideata per il combattimento in corpo a corpo, portentosa per gli affondi e per mantenere la distanza dal nemico. [ Arma da corpo a corpo, Artefatto d'ambientazione - Legata sulla schiena ]
Le petites Thriompes: Il secondo mazzo dei Tarocchi è composto da Cinquantadue carte divise in quattro semi, come molti mazzi da gioco, che forse hanno ispirato o da cui han tratto ispirazione. Esse sono di qualità altissima e nascondono un segreto: Venti di esse nascondono sotto una leggera sfoglia cartacea un'anima metallica e sono appositamente bilanciate per essere scagliate. Inoltre esse possiedono alcuni poteri magici.[ Arma da lancio, Artefatto epico d'ambientazione - Tasche interne della cappa - 20/20 ]
Riassunto Post: Penso che il post sia molto chiaro. Come scritto in confronto Jace utilizza l'abilità Ífhyng_ per arrivare nei pressi della città. Viene avvicinato da un alchimista Liz'zeth durante le commissioni e poi lo segue all'Inventorum, attirato dalle promesse di ricchezze e conoscenze, ma sopratutto dalla buona fede dell'uomo.
Note: Buona giocata a tutti! Edit: corretti degli errori e presentato per esteso equipaggiamento e passive. |