Time Lost Centurion (3dh Economic Crisis Edition) ····· - Group:
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Hooglans, Campo di Battaglia
"Nun è che nun sei bravo è che certe vorte pensi prima co a spada e poi co a capoccia". Me lo diceva sempre Attilio, non caricare a testa bassa, analizza sempre la situazione prima di agire, rifletti e soppesa ogni tuo gesto. Ho sempre avuto questo vizio, non per pigrizia non vorrei essere frainteso ma tendo sempre ad agire prima di riflettere. Nell'arena non è mai stato un gran problema anzi chi agisce rapidamente tende a fare sua la vittoria ma adesso non sono più nell'arena, nuove regole. La notte incombente si fa beffe della mia vista al punto di impedirmi per sino di riconoscere chi mi si para davanti, all'apparenza sembravano due ombre ma in realtà e con mia grande sorpresa ho trovato esattamente ciò per cui sono venuto. I barbari delle Hoolgans. Ben più dei due che adesso si trovano dinanzi a me, ce ne erano parecchi tutt'intorno e probabilmente ero troppo occupato a cercare le loro tracce per notare la loro presenza. Piuttosto ironico a pensarci ma è la verità. Finalmente il chiaro di luna mi garantisce una vista più chiara sul mio interlocutore, un uomo alto e robusto col volto dipinto di nero così come quello del suo compagno. Viene da pensare ad un semplice trucco per mimetizzarsi nella notte ma solo udendo i lamenti intorno a me comprendo cosa sta succedendo e dove io mi sia appena infilato. Non mi ci vuole molto a capirlo e non è solo per i macabri canti mormorati nel buio, ne per il chiaro dissenso dei miei interlocutori. Semplicemente so già che aspetto abbia un funerale barbaro...
Cosa volere tu, vreemdeling.
Taanach, Arena di Ferro 9 Anni orsono
Un altro giorno di cruente battaglia si conclude sull'Arena di Ferro ormai divenuta il principale punto di intrattenimento per ogni cittadino della grande urbe. I gladiatori sopravvissuti entrano con passo lento e affaticato all'interno del vestibolo, sporchi di sangue e sudore con nuove cicatrici a segnare il loro successo e la loro capacità di sopravvivenza. Ed è tra questi orchi, uomini ed elfi messi in catene per espiare una colpa o per la mere crudeltà del fato che uno si dirige solitario verso l'ala destinata all'addestramento, menando fendenti con una spada più grande di lui. Nessuno si avvicina, nessuno disturba quello strano mezzodemone, nessuno tranne un nano burbero e tozzo che si avvicina spavaldamente al ragazzo sghignazzando divertito.
Anvedi anvedi, pensavo che contro l'ogre ce saresti morto de sicurò. Vedi che se dai retta a Attilio riesci a sarvarte er culo, regazzì? Se insomma potresti pure rilassate ogni tanto, mica te fa male.
Rilassarmi? Non sei stato tu a dirmi che una pratica costante è l'unico modo per migliorarsi? Non vorrai mica rimangiarti le tue stesse parole così presto.
No no, c'hai raggione, pe carità. Però se nun te riposi prima o poi er corpo te ce manna affanculo, nun so se me spiego. Dai su che se te fermi te racconto na cosa che volevi sap+è già da un po.
Sarebbe?
I barbari dell'artipiani.
Come se avesse pronunciato una formula magica il giovane gladiatore si fermò nell'udire le ultime parole del nano. Senza scomporsi egli poggia l'enorme spadone contro le fredde mura del vestibolo e si siede al suolo, gli occhi bianchi fissi sulla figura del vecchio nano che si siede accanto a lui. Il vecchio Attilio si prende il suo tempo per mettersi comodo sul duro pavimento, prendendosi gioco del ragazzo con la sua finta goffaggine e ridacchiando ancora una volta prima di poggiare il capo contro il muro ed incominciare il suo racconto.
Ehhhh... i barbari dell'artipiani so gente strana, nun so come l'artri umani. Se dicessi che so na razza a parte nun direi na stronzata, davero. Nun fraintende, pe certi versi so morto meglio dei fii de mignotta che ho conosciuto, però so particolari, ve devi sapè parlà.
Cosa hanno di tanto diverso dagli altri esseri umani?
Hehehehe, me ce vorrebbe n'libbro per di tutta sta robba. Ma pe falla breve so libberi, non libberi come i cittadini de Basildera che stanno sempre a pregà er sovrano o qualcunque fregnaccia ie passano quee cornacchie incappucciate. No no, questiso popo omini libberi in tutto e per tutto, nun rispondono a nessuno e pure l'orchi se so imparati a avecce paura del loro. Che in effetti co l'orchi ce vanno abbastanza d'accordo quanto nun se gonfiano de mazzate tra de loro, un po ce somigliano pure ma so sempre meno scazzati dei verdi. Ma se c'è na cosa che i barbari sanno fa bene è forgià, pensi ce l'elfi so bravi a fa spade co quei stuzzicadenti che te tirano fori? HAHAHAHAHA! Nun te crede un nano sara sempre n'fabbro miore de chiunque altro ma sti barbari vengono subito dopo de noi, che mica forgiano per vende, quelli fogiano pe campà! E come dico sempre io la necessità e troia all'ingegno, ne conoscevo uno de barbaro in fatti.
Tu? Conoscere un barbaro? Normalmente ti darei del pazzo ma dopo tutto questi anni posso dire con certezza che non sei un bugiardo e di certo non ti metteresti mai a scherzare su certe cose. Come l'hai conosciuto?
Eh questa è na storia a parte regazzì. Sarà stato quaranta... no cinquant'anni fa. Me ne stavo tutto tranquillo sull'artipianoa famme i cazzi miei e a caccià basilischi quando a na certa sento n'urlo che mano un drago co la bronchite. Me rigiro e me vedo sti dieci orchi, ncazzati come n'demone che se bevuto na boccia d'qcqua santa che me caricano contro asce alla mano. Li pe li me so detto "so fottuto, ho finito de campà" e proprio in quer momento sento n'arto urlo che pareva un vorcano co la gastrite e dietro me vedo sto tizio arto du metri e na montagna co sta barba nera come er carbone e i capelli lungi fino a e spalle. Pure questo ncazzato nero tanto che pia e se finna contor l'orchi co sto spadone grosso quasi quanto er tuo e continuav a urlà. E l'orchi se so cacati sotto appena l'anno visto n'faccia e se ne so scappati urlando "Scoruge, scoruge"! Bianchi come n'lenzolo, fino a quer giorno nun l'avevo mai visto n'orco spaventato. Me ce metto a paarlà n'po e me prende subito n'simpatia, pensa che c'avevamo i nomi che erano quasi uguali!
Ah si? E lui come si chiamava?
Se chiamava Attila ma da e parti sua o chiamavano er Flaggello, che quello significava scoruge, flaggello. Si insomma c'aveva na fama come ammazza orchi però nun era malaccio come persona, quando je dico che stavo a caccià basilischi me dice che pure a gente sua li caccia e che se volevo potevò fermamme ar villaggio. Si insomma so rimasto li per quasi cinq'anni e ho imaprato n'sacco de robba su de loro. Come t'ho dettto so tipo l'orchi, so semplici e je devi dimostrà de sapè combatte se voi fatte prende n'simpatia però se te guadagni la fiducia loro se staccherebbero pur en'braccio pe aiutatte. ma se ce na cosa che m'ha corpito è come trattano i morti.
Hmmm? Non li danno in pasto alle bestie come fanno quì?
No no, ma che stai fori?! Guarda che fori da quì è diverso, se mori te portano ar cimitero coi fiori e n'corvo che te fa er rpedicone finale e tutt agente che piagne intorno, no sbattimento de palle nsomma. Ma loro so diversi, c'hanno na curtura strana pe i morti. Pe fatte nn'esempio, se morì in battaglia nun spostano er corpo, te seppelliscono li sennò dicono che o spirito se perde e vaga come n'ombra fino aa fine d'eternità. Inorte nun piagne nessuno, che se piagni ce sta er rischio che o spirito se dispiace e poi nu nriesce a annassene. Ho visto nì'paio de funerali sur campo, se vestono tutti de nero e se dipingono pure a faccia de nero così so sicuri che i spiriti nun li vedono de notte e se ne ponno anna n'pace. Normarmente nun ce credo a ste stronzate sui spirit e i fantasmi, però te posso di che durante sti funerali l'aria c'aveva quarcosa de strano... nun so, quasi mistico.
Detto da te sembra quasi una presa in giro.
Ao o sai che nun mento! Vabbè, comunque se fatto tardi a n'gladiatore che nun dorme è n'gladiatore stanco. E-..
-e un gladiatore stanco è un gladiatore morto. Lo so, lo so.
E bravo er ragazzo mio! Però ricorda, se mai incontrassi n'barbaro ricordate de esse rispettoso, ce tengono n'sacco ar rispetto quelli la.
Il vecchio nano da una vigorosa botta sulla spalla del giovane che in ritorno gli offre un ghigno orgoglioso ma al contempo felice prima di alzarsi e stiracchiare ogni articolazione del suo corpo, dirigendosi verso le sue stanze per riposarsi in vista di un nuovo giorno nella grande arena. Ma quei racconti avevano fatto nascere un'idea nella mente del giovane mezzodemone, un giorno se mai fosse divenuto libero egli avrebbe abbandonato Tanaach per dirigersi fino ai grandi altipiani ove i barbari abitano, Ed avrebbe appreso il loro modo di vivere così da comprendere come fosse quella vera libertà di cui il vecchio Attilio gli aveva parlato.
Hooglans, Campo di Battaglia
Jakkals? O tu essere perso?
Il vecchio Attilio non mi ha mai mentito, nemmeno una volta e per questo so che un semplice fraintendimento potrebbe trasformarsi rapidamente in uno scontro. Il rispetto prima di tutto, mi sono comportato con arroganza senza sapere nemmeno dove mi trovavo e nonostante non capisca il termine con cui mi definiscono dalla loro voce non sembra essere nulla di buono. Sono nervosi e forse anche alterati, non posso fargliene certo una colpa gli sono piombato in mezzo alla cerimonia funebre. Non devo agitarmi, ripongo la lama con calma nel suo "fodero" che in realtà sono solo due cinghie di cuoio per tenerla attaccata alla schiena e adesso è tutta una questione di diplomazia. Sarà un gladiatore ma non per questo uno stupido, rifletti per un attimo e poi parla in maniera convincente. Non è difficile, soprattutto perché se sbaglio una parola questi mi ridurranno ad uno spezzatino. Magari meglio usare termini semplici, non sembrano amsticare il comune molto bene.
Tu risponde straniero. Jakkals?
No, non Jackaals, perso in Hooglans. Cercare voi, barbari di Hooglans. Me non sapere di Cerimonia di morti, me dispiaciuto, buio ingannato mio sguardo. Me attende fine cerimonia, morti in battaglia onorevole meritano rispetto.
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CITAZIONE Costituzione Fisica: Ottimale
Status Mentale: Lucido
Energia: 100%
CS
Determinazione: 1 Costituzione: 1 Capacità Passive[size=3]Inarrestabile - L'Arena è capace di forgiare un uomo fino a renderlo una vera e propria arma senziente e una delle prerogative di un'arma è quella di non arrendersi mai al dolore, di qualunque tipo esso sia. Il Gladiatore di Tanaach è una vera e propria leggenda per questo, non importa quante frecce si conficcassero nel suo petto o quanti assalti mentali i fetidi negromanti rivolgessero contro di lui, egli continuava a caricare inarrestabile contro di loro come se il suo corpo non sentisse minimamente i danni subiti. La verità è che il dolore lo sente fin troppo bene ed è proprio questo a renderlo inarrestabile, il dolore nutre la sua furia di battaglia e l'avvicinarsi alla morte lo rende solo più furioso e determinato, nutrendo il suo spirito battagliero come una tigre nutrita dalle sue stesse carni. [Passiva/Razziale+Personale] Reattività - L'arena è come una severa maestra, non perdona mai i fallimenti dei suoi allievi e molti non sono mai giunti all'esame finale. C'è chi dice che la miglior difesa sia un buon attacco, ma un Gladiatore sa che una difesa serrata è l'unico modo per studiare il tuo avversario sino a cogliere il momento opportuno per colpire rapidamente e ferocemente. Non importa quanto rapidamente si possa colpire un Gladiatore questo troverà sempre un modo per deflettere ogni attacco, deviare ogni incantesimo e annullare ogni subdolo trucco mentale. Persino gli assassini della Gilda dei ladri di Tanaach hanno imparato a temere e rispettare gli incredibili riflessi dei combattenti nell'Arena di Ferro. [Passiva/Talento] EquipaggiamentoArmatura Nanica - Sotto l'arena di ferro molti nani venivano resi schiavi per lavorare incessantemente sulle fucine, forgiando giorno e notte armi e armature di ogni sorta fino a stremare i loro corpi. L'armatura che ha indosso Lucious è uno di questi capolavori, composta da una giubba in cuoio complete con tanto di stivali e guant1 che seguono perfettamente la figura del Gladiatore senza intaccarne la mobilità alla quale sono state applicate delle placche metalliche per coprire le parti più importanti senza intralciare in alcun modo la mobilità del combattente. Alcune parti della corazza sono state forgiate per rappresentare teschi o volti demoniaci al fine di inquietare l'avversario, donandole uno stile unico e distintivo, in fondo come schiavi l'unica libertà che rimaneva ai fabbri dell'Arena era quella di modellare le loro opere come meglio volevano.
Maglio Nanico - Una delle chiare prove della superiorità tecnologica dei nani è probabilmente questo maglio, connesso direttamente al sistema nervoso del Gladiatore grazie ad una complicata serie di trattamenti tanto tecnologici quanto magici Attilio ha richiesto la forgiatura di questo pesante guanto da guerra per rimpiazzare l'avambraccio sinistro del gladiatore in seguito ad una grave ferita subita durante la fuga dall'Arena. Composto interamente in acciaio nanico questo pesante strumento si dimostra ottimale tanto per incassare colpi quanto per restituirne grazie alla sua forma compatta e alle sua dita artigliate capaci di dilaniare la carne altrui come le zanne di una fiera.<
Devoratrix - Nessuno sa da dove provenga questa larga Zweihander, alcuni dicono che fosse all'interno dell'armeria il giorno steso in cui l'arena venne costruita ma che nessuno sia mai stato in grado di brandirla. Chiunque usava la lama in combattimento finiva con l'essere tormentato da incubi di orribili massacri e genocidi che finivano col far perdere il lume della ragione anche al più sano di mente. Questo finché Lucious non adocchiò l'arma il giorno del suo primo scontro e la prese senza sapere la storia che si celava dietro alla lama maledetta ma, con la sorpresa di tutti, il ragazzo non subì il triste fato che aveva accomunato i precedenti proprietari della spada. Nessuno sa di preciso cosa avesse lui che gli altri non possedevano, fatto sta che adesso la lama famelica serve incondizionatamente il Gladiatore consapevole che il sangue continuerà a scorrere abbondante sulla sua strada.
Tecniche Attive
Riassunto Lucious comprende rapidamente la grande entità del suo errore non appena il chiaro di luna illumina i volti dei barbari e nel cercare un modo per rimediare al suo sciocco errore ricorda il giorno in cui Attilio gli ha parlato dei barbari sotto forma di flashback. Concluso il flashback egli si scusa con i barbari per aver disturbato la loro cerimonia funebre dopoa verglid etto che lis tava cercando e decide di scansarsi, attendendo la fine dei riti prima di poter parlare con loro.
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