Dans van geeste - II
Hooglans, Dortan
La nuova ombra che si avvicina non interrompe il lavoro del pelleverde, che continua nella sua lenta opera. Quando l'ombra si ferma nei suoi paraggi e pronuncia parole in una lingua inusuale, l'anziano orco si lascia andare in una strana risata, un misto indecifrabile di suoni gutturali. Il vento aumenta d'intensità e accentua il suono di quell'ilarità incomprensibile.
Quando termina di ridere il vecchio pelleverde volge lo sguardo verso l'ombra e pronuncia poche secche parole.
... gees... geskop... vreemdeling...
Torna a impilare le pietre, mentre il vento prende a soffiare con notevole intensità intorno a lui e tra le altre pile di pietre.
L'ombra passeggera di alcune nuvole raffredda bruscamente l'aria e la polvere dell'altopiano si solleva sotto la spinta del vento. Quando il sole torna a splendere sul pelleverde e i suoi sassi, una nuova presenza compare dalle volute polverose.
La figura avanza tra le pietre, i suoi contorni si delineano man mano che si avvicina, il suo aspetto si concretizza a ogni nuovo passo. Ha un volto familiare, viandante? Anche il suo sorriso di scherno lo è?
Quando il nuovo arrivato supera l'anziano orco, questi libera una nuova strana risata. Chi è questo vecchio?
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note ›
... gees... geskop... vreemdeling...: ... spirito... cacciato... straniero.
I pelleverde, come da ambientazione, parlano l'Aardens, che non ha corrispondenze con le altre lingue di Theras. Questo non impedisce al vecchio orco di averti capito, ma ora si limita solamente a risponderti nella sua lingua madre.
Arrivo di Faust
Dortan