Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

~ Poh., figlio del gelo

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view post Posted on 20/8/2014, 22:31
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Nome: Poh
Appellativo: Figlio del Gelo ~ Servo degli Abissi
Battesimo Divino: Pohrrient, Tappeto di Gelo
Divinità: Kjed, la Gelida
Luogo d'Origine: Erynbaran
Età: 131 anni
Razza: Fauno (Inumano)
Territorio: Edhel
Classe: Alto Servitore del Gelo
(Guerriero/Cacciatore)
Grado: Viandante dell'Edhel
Talento: Fattucchiere
Pericolosità: B
Fascia: Rossa
Conto: ~

Capacità Straordinarie: 10 (3 alla Forza, 3 all'Agilità, 2 all'Intuito, 2 alla Saggezza)
Linguaggi: Comune, Gergo delle Bestie, Lingua del Nord
Sinossi: Selvaggio, Marmoreo, Antico ~ Devoto, Decadente, Desueto




Sono figlio del Gelo.
Non uno dei tanti, ma l'unico, il vero figlio del Gelo. Kjel è mia madre, il freddo mio padre. Ella ha dato alla luce l'essere che configuro come la mia persona tanto, tanto tempo fa. Da allora mi parla, mia madre, ella è così buona con me, paziente al punto tale da ascoltare ciò che le dico, nonostante i suoi interminabili impegni. Così buona da carezzare il mio corpo nei momenti di disagio, quando sento di non poter più sopportare il mondo, un posto così eterogeneo e pericoloso che mi fa paura anche il solo nominarlo. Mia madre vuole cambiarlo, questo mondo, vuole fare in modo che sia più adatto ai figli del Gelo, a quelli come me.. io credo in lei. L'ho sempre fatto, anche quando sembrava essere sparita. Lo faccio ancora, anche se non riesco a sentirne la voce da così tanto tempo che mi sembra di averla dimenticata. La Gelida è sparita nel freddo del suo cuore e non ha mai fatto ritorno, ma io continuo a cercarla. So che vorrebbe che io continuassi a cercarla, anche dovessi attendere un'altra eternità per trovarla. Lei è mia madre, mi ha accudito per così tanto tempo.. è ora di ripagare il mio debito. Non mi stancherò di cercarla, perché l'amore che ci lega è troppo grande e troppo forte per essere reciso da un concetto così effimero come il tempo. Per lei non esiste, non è mai esistito. E ciò che lei desidera sia, lo desidero anche io. La troverò, l'ho promesso a me stesso e agli altri fratelli del Gelo. Sono l'unico che può farlo; mia madre mi ha detto, una volta, che sono il "prescelto". Non capivo cosa potesse significare, ai tempi, eppure adesso ne comprendo tutti i caratteri. Mi ha scelto. Sono io che devo trovarla, sono io che devo rivelarne l'essenza ed auspicarne il nome, così che tutti possano conoscere la magnificenza della sua opera. Ella è paziente ed attenderà per la mia venuta, lo so, ne sono certo. Me lo ha detto nei sogni, scritto sulla neve delle montagne dell'Edhel, disegnato sulle acque torbide consacrate dagli Elfi. La troverò.

Sono un Fauno.
Sapete cos'è, un Fauno? Molti lo descrivono come un semidio, una sorta di creatura dedita alla caccia, alla preservazione dei boschi e delle foreste; a volte ho sentito dire che quelli come noi sono in realtà degli spettri che viaggiano lungo i raccolti per benedirli - così tante volte mi sono state offerti sacrifici affinché potessi davvero benedire i raccolti degli uomini. Altri ancora ci considerano come delle bestie assetate di desiderio, pronti a detrarre dei figli alle famiglie per utilizzarli in macabri giochi erotici che riescano a soddisfare la nostra insaziabile voglia. Ho sentito addirittura di storie che ci descrivono come figure legate ad un passato ormai inesistente, così etereo da apparire irragiungibile. Nessuno ha mai visto un Fauno, dicono, mentendo a loro stessi per riuscire a dormire la notte. I più sono incapaci di vederci, è tale è una verità, ma molti altri.. loro fingono. Fingono di non sapere, fingono di non conoscere l'esistenza della nostra specie, ben più di un semplice connubio tra uomo e capra, più delle semplici immagini che ci ritraggono come creature affabili e cordiali, sempre pronte ad intonare una leggiadra melodia in grado di risanare l'animo degli uomini. Non siamo questo, non lo siamo mai stati, se non nelle loro storie. Non apparteniamo al mondo degli animali, né a quello degli uomini o della vegetazione. I Fauni sono un nuovo mondo, una prospettiva di vita che muta radicalmente - e mette in discussione ciò che l'uomo ha sempre dato per scontato: lo stereotipo, il modello. Il Fauno è eccezione, è linea fuori dagli schemi, è punto fuori dalla circonferenza. Viviamo, prima di essere qualcosa; sfuggiamo all'omologazione dell'uomo, devastiamo i concetti che fanno parte della sua natura. Siamo Dèi e cenere allo stesso tempo.

A volte sento delle voci.
Sì, di quelle fastidiose, che continuano a tormentarti tutta la giornata, pizzicando la tua fantasia, creando ricordi che in realtà non sono mai esistiti. Non sono pazzo, so di non esserlo. Mia madre.. è lei che mi parla. Lo fa quasi sempre nel sonno, durante i miei sogni, lì dove la sua opera può arrivare con tanta facilità da apparire naturale e scontato, ovvio. In quella dimensione ella può stare con me per tutto il tempo di cui dispone, perché sono suo figlio e lei mi ama, al pari o più degli altri suoi figli. A volte, però, le sue necessità raggiungono la dimensione terrena, luoghi ben più reali nei quali mi sussurra parole all'orecchio, trasportate dal vento gelido delle foreste del Talamlith. Mi dice come comportarmi, mi spiega quali siano i meccanismi che mettono in funzione il cuore delle persone, mi invita a farle aderire alla sua parola. Mi sorveglia, insomma, lasciando però alla mia persona l'ultima scelta, così che io possa essere in grado di discernere il bene dal male, anche sbagliando. Delle volte non si limita solo a parlarmi - ha bisogno di una misura ben più vicina ai miei sensi - e crea delle immagini, evoca spiriti in grado di guidarmi o di mettermi in allerta; svaniscono, al tocco, tornando al gelo cui erano originati. Riesco a malapena a sopportare l'incertezza del mio mondo, a volte; porto le mani alla testa, carezzo le corna scure e mi ripeto che non devo dubitare, nemmeno per un secondo, della sua opera. Sono suo figlio. Un figlio deve credere alla propria madre, deve instaurare con ella un rapporto che si basi sulla fiducia più estrema, cieca.

Un giorno le bestie avranno il posto che meritano.
Umani, Elfi, Nani. Nessuno di loro merita di abitare Theras più di quanto potremmo meritarlo noi. Si fregiano di titoli che non gli spettano, ponendosi a capo di regni che non hanno mai creato, ma solo occupato con la forza, distruggendo e sottraendo alle creature dell'ombra o a quelle dei sogni. Manigoldi, ladri, assassini ed usurpatori; la maggior parte di loro non è altro che questo: un mucchio di inetti che seguono ideali senza alcun fondamento. Hanno relegato le bestie al confine delle foreste o nei sotterranei del continente, lì dove l'oscurità e l'oblio aspettano di divorare la tua anima. Ma non sarà così, ne sono certo. Le bestie ritorneranno a stabilire la propria supremazia, diverranno nuovamente padroni indiscussi dell'intero continente, rispedendo gli uomini - e gli Elfi, e i Nani - nell'inesistenza dalla quale tutti provenivano. Kjed lo farà, ne sono certo, ella ha a cuore gli interessi di tutti i suoi figli; il Gelo ci libererà, quando arriverà il giorno, riportando il mondo all'antico stato delle cose, salvandoci e proclamando titoli che ci spettano di diritto. E allora le bestie potranno dunque liberarsi della crudeltà e dell'aggressività a loro indotta dall'opera dell'uomo, tornando ad essere perfette creature di misericordia e giustizia, pronte a fare il bene del loro mondo. Quando ciò accadrà, credetemi, sarò ancora qui a raccontarlo, al fianco di mia madre, sotto la neve che colorerà i nostri corpi e nasconderà le ferite di guerra, risaltando solo l'onore e la gloria che per troppo tempo ci sono stati sottratti ingiustamente.

Ho visto e ho raccontato storie infinite.
La mia esistenza parte da così lontano che ne ho dimenticato gli albori. Ricordo a malapena ciò che i miei occhi hanno visto quando il mio corpo non era che un piccolo ramoscello d'ulivo alla ricerca della propria madre. Sono memorie offuscate e dallo schermo opaco, indefinite ed irrealizzate. Per quanto possa sforzarmi, infatti, non ricordo che la figura di mia madre incarnata in quella del ghiaccio che mi faceva da casa; una caverna, nemmeno ricordo dove potesse trovarsi - forse nell'Erydliss, ma di questo non sono affatto sicuro. Sono stato in quel posto a lungo, prima di aprire gli occhi per guardarmi attorno, realizzando quanto poco avessi visto di quel mondo ostile che mia madre tanto desiderava cambiare. Viaggiando, ho appreso così tante informazioni da poterle trasmettere agli altri figli del Gelo, a coloro che seguono la parola di mia madre, Kjel. L'Edhel, ciò che è al nord del continente di Theras, non ha segreti per me. Conosco perfettamente la storia degli elfi e delle loro popolazioni, della città che sorge come roccaforte degli uomini a sud, delle fiere, delle ombre e dei demoni che risalgono Bathos attraverso il passaggio di Samarbethe. Conosco tutto, anche la storia della Torre che canta, di colei che ne ha fattola sua casa, dei contendenti che hanno provato a spodestarla dal suo trono e del drago che la baciò, prima che potesse cadere vittima di un sonno eterno che avrebbe poi dato vita al Crepuscolo e all'assedio dei Leoni. Li conosco tutti, li ho visti cadere innanzi alla forza e alla volontà d'esistenza della Torre, uno dopo l'altro. Poi, quando le guerre sembravano essere ormai giunte al loro termine, essa era crollata da sola, senza l'intervento di nessun guerriero. Aveva esaurito il suo scopo. Conosco queste e tante altre storie, mia madre me le ha raccontate attraverso i suoi occhi; ciò che devo fare è solo continuare ad annotare per lei, così che possa realizzare la propria opera.



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Figlio dei boschi, figlio del gelo,
servo del ghiaccio, servo del velo,
danza e ripeti, senza divieti,
crea e trasforma, ma non lasciar orma.


Il Cerchio della Luna.
le sei prove del gelo


danza al plenilunio; La prima prova del Cerchio della Luna è molto semplice: rapire ed uccidere tre umani durante la luna piena. Un uomo adulto, che simboleggia la forza, un bambino, che simboleggia la lotta contro il tempo ed un vecchio, che simboleggia la saggezza e l'esperienza. Tre doti di fondamentale importanza per gli appartenenti al culto del Gelo, un ordine sacro che non lascia spazio ad errori o inaccortezze, che punisce anziché addestrare. Inutile dire che la prima prova del Cerchio è stata per me estremamente semplice; non mi era nuovo l'ordine di uccidere umani, tanto meno provai alcun tipo di vergogna o biasimo. Al contrario, distruggere quelle vite e dilaniare i loro corpi non fu mai così gratificante come quella volta. Riuscii a stordire senza problemi la donna che viveva con loro, dunque uccisi senza pensarci due volte l'anziano e l'uomo adulto, poi rapii il neonato, lo portai nella foresta e piantai i miei artigli nella sua tenera carne, all'altezza del cuore. Poi mangiai il corpo.
Fu allora che il Gelo mi disse che avevo superato la prima prova.

scivolo dell'insofferenza; Rimanere immobile all'interno di una foresta per tredici giorni e dodici notti, senza poter bere o mangiare alcunché, senza poter avere contatti con nessuno, nemmeno con le bestie dell'ambiente circostante, senza potersi muovere per nessuna ragione al mondo. Divenire una statua, una sorta di figurante che osserva senza realmente partecipare con lo sguardo, che ascolta senza registrare il suono delle informazioni recepite, che impara senza conservare la conoscenza acquisita. Una prova che tempra il corpo, senz'altro, ma più di tutto, lo spirito, che deve rimanere immobile, saldo, impossibile da scalfire, qualsiasi sia la situazione. Riuscire in una prova del genere non è facile, non lo è per niente; nemmeno per il prescelto, nemmeno per me. Ho dovuto ripetere la prova più e più volte, riuscendo infine, al sesto tentativo, a rimanere immobile per più di quattordici notti. Al termine dell'ultima notte chiusi gli occhi una volta di troppo, risvegliandomi cinque giorni dopo.
Attorno a me il Gelo si compiaceva della mia prestazione, rassicurandomi. Avevo superato la seconda prova.

cristallo dell'avvenire; Un rombo sovrastato da linee perpendicolari che, unendosi, disegnano una gemma di ghiaccio che si posa sul terreno. Un sigillo, un anatema, una sorta di promessa - pegno che ricorda a tutti coloro che affrontano il Gelo per divenirne figli che la strada di ghiaccio, a partire dal Cerchio della Luna, non è una strada facile, non lo è per niente. Come un marchio indelebile che ti ricorda sempre, ovunque tu sia, qualsiasi cosa tu stia facendo, che il Gelo fa parte di te e tu fai parte del Gelo a tua volta, lo respiri come fosse l'aria che riesce a darti sostentamento. Questa è la terza prova: marchiarsi del simbolo del Gelo e trattare quel simbolo come fosse la propria bussola, un disegno che ci indirizza nei momenti di sconforto e confusione, che ci spinge a realizzare. A realizzarci. Non ho lasciato ad altri il compito di inciderlo sulla pelle per mio conto, no, il simbolo del Gelo doveva essere inciso da me, l'unico, il prescelto. Ho semplicemente raccolto una pietra ben levigata e ho iniziato a scavare, modellandone le forme fino a renderlo perfetto.
E guardandolo, realizzai della sua magnificenza. Anche la terza prova era superata.

diniego vitale; Non importa chi tu sia, sia stato o sarai. Agli occhi del Gelo, inizialmente, tu non sei nulla se non un nuovo adepto, uno sventurato che ha scelto la via del freddo agli agi della propria esistenza, che ha scelto la sofferenza ed il sacrificio alla facilità e al mondano esistere. Il Gelo non fa discriminazioni, in tal senso, non da requisiti specifici per i quali puoi o non puoi diventare suo adepto; devi solo volerlo, ciò basta per darti una possibilità - ma solo una possibilità, bada bene - di entrare a far parte dei figli del Gelo. E nel momento stesso in cui lo desideri, ecco che devi spogliarti di qualsiasi tuo avere terreno, beni, proprietà, licenze. Tutto deve bruciare nel fuoco freddo dell'indifferenza, perché nel momento in cui desideri il Gelo esso ti entra dentro, mutando radicalmente la tua persona. E così ciò che prima ti apparteneva ora è cenere, ciò che spettava a te di diritto svanisce tra le tue mani. Ecco dunque la quarta prova del Cerchio della Luna: svestirsi di ogni bene terreno. Mai prova fu più facile per la mia persona, già spogliata di tutto dalla sua nascita.
La superai senza neanche accorgermene, la quarta prova.

scatto dell'incoscienza; Per quanto tu possa desiderarlo con ardore, non tutti sono in grado di superare le prove del Cerchio della Luna. E anche chi vi riesce, non ha accesso garantito all'interno dei Figli del Gelo, perché il Gelo, nel tempo, ha perso il suo splendore, riducendo la propria fiamma fredda ad un misero accenno di bagliore che risplende nell'oscurità. Divenuta debole, dunque, la fiamma non può accogliere le anime di tutti coloro che ne richiedono il potere, semplicemente non può farlo. Al termine delle precedenti prove, dunque, ecco che si presenta la prova forse più ostica di tutte: uccidere e prendere il posto di uno degli attuali Figli del Gelo. Solo dieci infatti, possono essere nominati dopo le prove del Cerchio; tale limite rappresenta quindi una sfida per coloro che vogliono entrarvi e un rischio per coloro che già sono al suo interno. Il mio problema non è stato tanto quello di uccidere uno dei membri, quanto più quello di trovarlo. I Figli del Gelo non hanno dimora fissa, essi vagano per il continente di Theras senza sosta, con l'irrefrenabile desiderio di realizzare il proprio scopo. Ma pregando sempre mia madre, Kjed, ho infine trovato il più debole dei vecchi Figli del Gelo. L'ho ucciso e ho superato la quinta e penultima prova senza ostacoli. Non rimaneva che l'ultima.

ragione dell'essere; Non c'è una vera e propria regola che possa descrivere efficacemente questo tipo di prova. Essa, infatti, è mutevole, specifica per ogni persona e la sua intensità varia al variare del successo presentato nelle precedenti prove. Nel momento in cui ho scoperto di questa prova ho provato una sensazione di felicità mista ad uno strano senso di inquietudine. Mia madre aveva creato un ordine così facile da abbattere?
No. Non lo aveva fatto.
La voce del Gelo sussurrò alle mie orecchie, rivelandomi infine la mia prova. Di semplice spiegazione, senza troppi fronzoli ed adatta ad un essere solitario come me. Dovevo trovarla, mia madre. La mia prova consiste nel trovare Kjed la Gelida.
Ed è qui che inizia il mio racconto, dunque.
Sì, avete capito bene. Non ho ancora completato il mio Cerchio della Luna.



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Viaggi senza fine, mete senza arrivi,
pensieri di miti lontani e tempi tardivi,
casi di ingiustizia, scorci di legami,
passa il vento, spazio di dettami.


Le Monete del Fauno.
l'agire della bestia



L'uomo è così debole che deve servirsi di strumenti ed armi costruite su misura per combattere; lame di splendida forgia, armature placcate in ornamenti di minerali preziosi, cinture in grado di contenere tutti gli oggetti di cui necessitano. Sono così deboli da sacrificare un'intera vita, pur di apparire forti, pur di possedere oggetti dal valore inestimabile o dall'indomita pericolosità. Eppure - e lo sanno, in cuor loro - sono e rimangono delle apparenze. Sotto quei loro bei vestiti in seta rimangono delle aberrazioni, schifosi insetti che credono di poter dominare l'intero mondo. Allo stesso modo, incapaci di utilizzare le loro lame, rimangono pur sempre dei perdenti, incapaci ed inefficienti macchine da produzione e riproduzione. Il numero, in fondo, è ciò che li lascia ancora in vita. Proprio come piccoli insetti basano la loro forza e appoggiano la loro supremazia sul fatto che siano tanti, troppi da ridurre in brandelli, anche se rimangono creature estremamente inefficienti, provocando guerre intestine che tendono ad indebolirli e a sfoltire il loro vasto numero. Si uccidono tra di loro e nonostante ciò, sono ancora troppi. Ma la loro debolezza e la loro stupidità sarà infine la ghigliottina che calerà sulle loro teste, quando il tempo verrà.


Al contrario, noi non abbiamo bisogno di armi o armature che possano renderci più belli o che possano farci apparire forti, perché lo siamo. Siamo la forza della natura che con più efficienza si dirige verso la riconquista del continente, per riottenere ciò che è nostro e confiscarlo agli usurpatori. Non abbiamo bisogno di orpello alcuno, perché il nostro corpo è di per sé fonte di forza, arma di distruzione invincibile. Quando sono in combattimento, infatti, non ho altro che il mio corpo per uccidere il mio avversario, tagliando la sua gola con i miei letali artigli o rompendo le ossa del suo corpo con gli zoccoli. Per i più meritevoli, poi, ci sono le mie corna, arma consacrata alla divina Kjed. La soddisfazione di impalare il mio avversario e lasciare che il suo sangue scivoli lento lungo il mio corpo immortale è sicuramente una delle più belle sensazioni al mondo. Nessun tranello uscirà mai dai nostri zaini, nessuna trappola verrà mai piazzata in precedenza, perché ciò di cui abbiamo bisogno ci è fornito dalla natura stessa, nella sua perfetta complessità. Siamo macchine perfette, noi bestie, creature dell'abisso pronte ad assalire il corpo degli usurpatori in nome della nostra regina di ghiaccio. Li distruggeremo, tutti.



♪ Bivacca e s'accascia, il corpo si ghiaccia
la vita lo lascia, preda della caccia
vive per il sangue, precipita all'inferno
il cacciatore esangue, traditore dell'inverno ♫


All'imperversare della tormenta rispondeva il ritmico rintocco delle persiane sbattute dal vento.
L'interno della casa di legno tremava ad ogni sobbalzo, sbattuto e contratto dalla furia degli elementi. La neve aveva ricoperto interamente le finestre e perfino il fuoco del camino si stagliava tremulo, sobbalzando ad ogni rimbombo - quasi tremasse di paura. Il giovane ciondolava le gambe ritmicamente, provocando sinistri cigolii della grossa sedia in legno massello, ormai rovinata dal tempo, che pareva reggersi quasi soltanto con la forza della propria inerzia. Eppure, la sua espressione sembrava serena, quasi gioviale. Teneva il grosso cucchiaio con la paffuta mano sinistra, portandoselo alla bocca e succhiando energicamente il denso brodo giallastro raccolto dal fondo della scodella.
Dopo l'ennesimo sorso, riprese a dondolare sulla sedia, ripetendo il ritornello con intonazione ancor più divertita: « Bivacca e s'accascia, il corpo si ghiaccia... ♫ »
« Smettila...! » disse la donna seduta poco distante, sbattendo i pugni sul tavolo « non sopporto quella canzone... »
« Ma- » ribatté il giovane, visibilmente deluso. « Finisci il brodo. »
Il ragazzo sbatté con violenza il cucchiaio nella ciotola; il brodo scivolò dai bordi, sporcando il tavolo. « Il brodo fa schifo! » sbottò, frignando.
« E va bene » aggiunse la donna, alzandosi di scatto « allora andrai a letto senza cena! » Afferrò il giovane per un braccio e lo trascinò ai bordi della stanza.
Lo tirò per diversi metri, trascinandolo nel buio corridoio, per poi scaraventarlo sul materasso imbottito di piume.
Il giovane pianse un pianto nervoso, ricadendo sul letto con un sordo tonfo.
« Sei una strega... » urlava ancora il ragazzo, afferrando il materasso con le mani e strappandone alcuni pezzi « perché odi tanto quella canzone...? »
La donna ansimò, trattenendo le lacrime « ...è il canto dei guardiacaccia » rispose. « Era la preferita di papà...! » ribatté il giovane, piangendo ancora.
« E' una canzone maledetta...! » urlò la donna, ribattendo a sua volta « serve per esorcizzare la furia dell'inverno. »
« Ma papà- » il ragazzo balbettò qualcosa, tirando su col naso. « Tuo padre è morto cantando quella canzone... »
« ...è morto perché cacciava per fame » aggiunse, mentre una lacrima le rigava la guancia contratta dalla stanchezza « è stato ucciso dall'ira della signora d'inverno. »
« Papà... » farfugliò il ragazzo, pallido di terrore « ...è stato ucciso da... »
La donna si passò una mano sul volto, asciugandosi le lacrime. « Adesso basta, dormi » disse, tirando su le coperte del figlio
« alla signora d'inverno non piacciono i bambini capricciosi. »
« Se non dormi, Pohrrient ti verrà a prendere » aggiunse, spegnendo la candela di fianco al letto.
« Poh-pohrrient? » disse il ragazzo, ormai terrorizzato.
« Si, Pohrrient » concluse la donna, socchiudendo la porta « il boia maledetto. »

♪ Bivacca e s'accascia, il corpo si ghiaccia
la vita lo lascia, preda della caccia
vive per il sangue, precipita all'inferno
il cacciatore esangue, traditore dell'inverno ♫




Örlög ~ il marchio di Pohrrient
boia d'inverno • cacciatore del gelo • maledetto da kjed


Varðmann. La soglia dell'inverno comincia nei cuori ansanti di chi si staglia nel gelo della valle. Ove l'orizzonte scompare con contorni frastagliati di brina ed empietà, il vissuto dei mortali è caduco e perentorio, vittima di un giudizio inumano e divino che prende le forme dell'ostile rigore della natura e giudizio severo delle creature della foresta. Il messo di vita attraversa il sentiero, stentando un passo dopo l'altro. L'arsura si placa nel bivacco della neve, trangugiando boccate di gelo sporco nella gola e trascinandoselo in pancia come fosse acqua fresca; nient'altro che un pretesto. Poi cade, mancando il passo successivo in una flessione del terreno. Ove il fango, misto a neve, maschera una depressione, il piede inciampa e si riversa per terra. Piange ed è debole; ha ucciso un coniglio innocente e l'ha divorato crudo, tenendoselo tra le mani ed assaporando il sangue ancora caldo. Ha riso, mentre lo mangiava; mentre le sue labbra si sporcavano di rosso. Sono ancora sporche, in realtà. E' il simbolo del peccato, della debolezza e della caducità della sua depravazione. Non merita l'inverno e l'inverno non merita di sopportarlo. Il suo momento giunge quando il fauno gli si para innanzi, con la maledizione alle sue spalle. Aggrotta la fronte, rivelando il simbolo stilizzato della dama d'inverno, che brilla sulla pelle rugosa. Al suo pari, gli si rivela il gemello bianco ed opaco sulla fronte dell'ometto tozzo, riverso sulla neve tra le proprie debolezze. Si piscia addosso, quando Pohrrient gli sorride. E' una preda; è una caccia. E' il tributo per la sua dama, che non sopporta gente come lui. E' il primo dei diciasette tributi che le offrirà: uno per ogni nome della dama del gelo. Uno per ogni preghiera con cui potrà invocarla. L'ometto si leva rapido, fa pochi metri ed inciampa nuovamente. Fa quasi pena. D'altronde, non potrebbe fuggire lontano: lui sa dov'è; lui saprebbe dove fugge. Quelli come lui non sfuggono al suo giudizio, tanto meno a quello tedioso della signora d'inverno, che fissa con orrore il suo patetico passo far pressione sulla neve fresca. Pohrrient lo irride e con un balzo gli è davanti. Afferra la sua testa tra le mani; la scuote. L'ometto grasso urla pietà, chiede perdono, ma - nel farlo - sputa resti di coniglio misto a sangue. Un liquame rosso gli gocciola dalla bocca e si mischia al bianco della neve. Pohrrient ha perso già troppo tempo: sotterra la sua testa. E muore, tributo a Kjed. [Nulla, attiva: Poh marchia un pg come "tributo" a Kjed, imprimendogli il simbolo sulla fronte; solo lui vedrà il simbolo; abilità puramente interpretativa; gli effetti collegati al "marchio" permangono, per Poh, anche dopo il termine del duello / giocata in cui questo è stato impresso. Malus, l'abilità può essere utilizzata un massimo di 17 volte in totale; l'abilità non può essere utilizzata più di una volta in duello o quest. / Passiva, Poh può sapere dove si trovino i tributi che ha marchiato in ogni momento, potendone finanche percepire le emozioni. Passiva quando un tributo è nelle immediate vicinanze di Poh, questo guadagna 2 CS aggiuntivi alla forza.]

Veiðimaður. Preda degli eventi non si riscopre mai. Chi caccia in inverno è sempre in cima alla montagna, scrutando la placida quiete di un mondo che non si quieta mai davvero. Pohrrient rammenta il monito che non ha mai udito, sentendo sulla sua pelle il bisogno, nonché il dovere, di vibrare nel gelo al di là della propria immobile presenza. E' spirito e natura, passione e furia; non perché la sua indole - forse - lo brami davvero, ma perché il legame empatico con la madre che non ha volto gli ha indotto una fame ed un dovere che si mischia al proprio bisogno, riverberando nella sua pelle come l'effluvio di un feromone femmineo cui non sente di poter resistere. Un brivido che trascende la normalità e si mistifica come un incantesimo cui nessuno può sottrarsi; il lascivo sentimento che rammenta un bisogno primordiale, a metà tra il dovere ed il piacere. E caccia, come una qualunque creatura in inverno farebbe: si sottrae alla vista, infiltrandosi nei pertugi della terra, tra i rami della foresta od oltre gli arbusti dei monti, al fine di trovare la preda e lambirla ove fa più male. In questa forma, Pohrrient può sostare a lungo e condursi entro sentieri remoti, lasciando che l'occhio poco attento lo confonda come nient'altro che un animale ignobile e disarmato, ma trascinando la propria vittima entro l'illusione profonda di una vita lunga e spavalda. Nient'altro che una preda, un sangue da raccogliere o un urlo da ascoltare. Nient'altro che un cacciatore che si finge una preda. O una preda che si maschera da cacciatore. Nient'altro che il ritmico ciclo della vita che viene invertito, guastato e strapazzato dall'ingordigia dell'uomo e dalla flebile capriccio della dama d'inverno. Lei vuole il suo tributo, ma non le importa come. [Media, attiva: Poh può assumere le fattezze di un animale di media taglia, che sia un piccolo uccello, una volpe, una fiera di medie dimensioni o finanche un pesce, potendo volare, nuotare, respirare sott'acqua o correre come se fosse un esemplare di questa specie; la forma prescelta può variare ad ogni utilizzo dell'abilità; abilità magica, della durata di un turno. Passiva, l'abilità precedente, se usata in una quest o - comunque - al di fuori di un duello, non avrà durata e Poh potrà mantenere la forma diversa fino a quando non verrà attaccato fisicamente; ove dovesse venir attaccato fisicamente, tornerà immediatamente alla sua forma originaria. Malus, la passiva precedente non si applica quando Poh utilizza l'abilità Media in un'ambiente tropicale, torrido o - comunque - eccessivamente caldo.]

Vetur. Lo scherzo perdura come la risata grassa di un occhio fine. Uno scherzo troppo bello perché si liquidi con un sorriso di circostanza. E' la neve che cade; la brina stilizza l'orizzonte in piccoli crepitii freddi, ricoprendo di un bianco sommesso qualunque ombra o alone si frapponga sul sentiero impervio. Una notte scura si veste di sposa, assurgendo alla purezza virginea che quasi non credeva avrebbe avuto mai, strascinata di fiamme d'inverno che la rivestono di gelo, di freddo, di vento e di rigore. Ma non è completamente male, in verità. E' il rigore candido dell'inverno, che strozza la gola senza farla soffrire. Abbraccia il cuore con le proprie tenue mani, frapponendosi nel costato prima ancora che se ne possa avvertire la doglianza. E' quasi un'ebbra vibrazione di virtù: un vino troppo gelido che uccide, prima di inebriare. Che non sia vero, poi, non è davvero importante. Inverno o estate, primavera o autunno, per colui che caccia i tributi non è davvero importante se sia stagione di verdi siepi o spogli cipressi. E' importante che ci sia un terreno da imbiancare, ed un pennello che lo sappia dipingere di acceso candore, lasciando che l'occhi si fermi a fissarlo come un quadro bellissimo. Perché non parli, inverno? Che sia vero o finto, non importa a nessuno. D'altronde, Pohrrient se ne cura poco dei dettagli. E' l'insieme di quella canzone gelida che gli riempie lo spartito. Così come l'occhio indistinto non mira la sua rude pelle, quando calca il sentiero gelido. Ma può vedere altro, riconoscendolo altrimenti. Può vedere l'illusione di una principessa bionda, vestita di candido abito - rassomigliante ad una sposa dagli occhi chiari. La pelle pallida gli sfiora la guancia, sussurrandogli un bacio o una carineria, mentre il piede affusolato calca la nave lasciando un'orma che è il doppio della sua. Questa è l'aggraziata somiglianza dell'incubo col sogno; un'afflizione mentale che scambia l'invereconda visione del fauno mortale, per il passionale desiderio di una donna bellissima. Questo è Pohrrient, che si finge ciò che non è - ma lo fa, come se fosse naturale. Questa è la sua mano, nella quale si concentra l'aria gelida e si plasma la sfolgorante crudeltà di una spada di ghiaccio, lama tagliente e filo ghiacciato. L'arma s'arma di sangue e vendetta, così come la donna lasciva tradisce ogni suo amante. D'altronde non è altro che Pohrrient che brama le proprie prede e paga i propri tributi. E se un amore fugge? Per un passo che scappa, c'è l'inverno che fa il resto. La lama azzurra si spande nell'aria gelida ed ogni soffio di vento si trasforma in una replica di se, come un'eco lontana che si ripete per chilometri. La distanza non è un problema, quando c'è da sacrificare un tributo. Kjed concede l'aiuto dell'inverno. E l'inverno, alla sua signora, non esita mai a rispondere. [Nulla, attiva: Poh può far calare l'inverno in un'area; l'effetto dura fino a fine duello o un giorno intero, in scene / quest; l'effetto non provoca vantaggi diretti a Poh, ed è considerato puramente scenico. Passiva: Ogni volta che Poh si trova in una zona invernale, può scegliere di apparire agli altri come una donna umana, dalla pelle bianchissima, vestita con un abito lungo di colori chiari, apparentemente irresistibile; l'abilità agisce come un effetto illusorio magico. Alta, attiva: Nella mano di Poh si materializza una spada completamente di ghiaccio, capace di infliggere un totale di danno Alto in un turno; se si trova in una zona invernale, la spada potrà colpire anche bersagli lontani, ma il colpo andrà difeso comunque come un attacco in mischia.]

Varnaraðili. Poi l'inverno finisce, un giorno caldo. Quando Kjed sarà soddisfatta, il suo giogo crudele si riverserà su tutti coloro che credono d'aver potuto parlare in suo nome, o uccidere per suo conto. Sono tanti i tributi che Kjed chiede, ma molto pochi i momenti in cui chiede conto degli stessi. Anzi, solitamente è un solo momento. Un ricordo che si frappone tra realtà e fantasia, trasformando le sfere del cielo in due occhi vitrei che parlano al cacciatore e fissano il fauno. E gli chiedono: "Mi sei fedele, figlio mio?". Ma non le rispondono le parole, bensì i fatti. Tanti sono i tributi, quanti sono i patti d'amore per la signora d'inverno, che altro fiore non ammette che il sangue arido di un traditore del gelo. Il sangue strappato di un tributo, che ella ammette come unico dono di nozze. E se i tributi son sufficienti, allora Pohrrient avrà il più aggraziato e trionfale dei matrimoni. Il suo aspetto diverrà l'ombra di se stesso, con tenue sfumature di bianco e di nero a lambirne un corpo opaco, quasi trasparente, assuefatto e conformato con la tenue e soffusa intensità del candore della neve. Gli chiamano araldi, si dicono "schiavi". Son, per loro, innumerevoli mariti di una sola moglie: l'unica, però, che desiderano come tale. Pohrrient assurge ad un rango semi divino, giurando fedeltà alle uniche labbra che vorrà mai baciare. Diversamente, se i tributi non son sufficienti, il suo lascito immortale si scioglierà col sopraggiungere della primavera. Il suo corpo di fauno perderà robustezza, rivelando una cute mortale e terribilmente fragile, non diversa da quella dei tributi cacciati durante l'inverno. Eppure, questa sarà la forma del libero arbitrio, della libertà dalla dama d'inverno, del risorgimento del proprio orgoglio. Uno schiavo libero ed uno schiavo non più destinato ad esser cacciatore, bensì preda. Preda della furia di Kjed, che non mancherà mai di cacciarlo e di attentare alla sua vita. Ma che lo renderà libero, contro ogni sua volontà. D'altronde, il binomio dell'inverno è proprio questo: una vita arida, frapposta nelle catene del proprio dominio, o una vita libera, condotta ovunque, ma destinata a spegnersi per mano di quello stesso gelo dal quale non ci si è voluto proteggere. Che farai, Pohrrient? Sarà un bacio o sarà una fuga? Finché morte non vi separi. O finché morte non vi ricongiunga. Decidi tu. [Consumo Nullo, potenza Mortale, attiva: per attivare l'abilità, Pohrrient sacrifica l'artefatto; dopo aver marchiato 17 tributi, Kjed giudicherà l'operato di Poh; se i tributi uccisi saranno pari o superiori a quelli ancora in vita, Poh aggiungerà alla sua una seconda razza, quella di "ombra", trasformandosi in un essere traslucido, come un'ombra dai riflessi bianchi e guadagnando tutti i benefici correlati (una nuova passiva razziale, un ulteriore CS, una nuova lingua); inoltre, acquisterà una passiva che renderà la sua pericolosità come fosse quella di un "Fuori scala" e lo renderà noto a tutti come "Pohrrient - ombra di kjed" divenendo, di fatto, un araldo del Daimon Kjed; infine, guadagnerà una seconda passiva che gli consentirà di incutere timore in tutti coloro che lo circondino, sotto forma di malia psionica. Invece, se i tributi risparmiati saranno la maggioranza, Poh aggiungerà alla propria la razza "umana", cambiando forma in un umano a scelta, e guadagnando tutti i benefici di razza (nuova razziale, ulteriore CS, nuova lingua); inoltre, Pohrrient acquisirà una passiva che lo renderà in grado di ispirare fiducia in chiunque lo circondi; infine, come ulteriore passiva, Pohrrient sarà generalmente ricordato come una persona di animo buono e tutti i suoi crimini precedenti dimenticati, in quanto non più a lui attribuiti. Tutte le nuove abilità acquisite saranno riunite come passive sotto il nome di un nuovo artefatto chiamato "il tributo di Kjed". Malus: se Pohrrient dovesse diventare un araldo di Kjed, sarà odiato da chiunque sia avverso a Kjed ed a divinità collegate, o sfere d'influenza afferenti. Invece, se Pohrrient diventerà umano, si trasformerà in un tributo di Kjed (con apparizione del simbolo in fronte) e qualunque creatura legata a Kjed sentirà sempre un istintivo bisogno di ucciderlo ogni volta che gli sarà vicino. ]



Senza una risposta, continui senza sosta,
spinto dal desiderio, servo, invero,
di ciò che ho nascosto, elemento trasposto.

Poh, ecco il tuo nome.
Cercami, cercami in ogni dove.


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Poh è un personaggio di Yuu per Asgradel GdR.
Vietata la copia, anche parziale, senza aver chiesto al legittimo proprietario.
Ringraziamenti ai soliti noti. Menzione particolare per Janz, che ha creato un artefatto semplicemente fantastico.



Edited by Y u - 27/9/2014, 12:07
 
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view post Posted on 20/8/2014, 22:32
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La leggenda del Fauno.
storie & eventi



Ymchwil. Crisalide di Sabbia. Il mio viaggio verso il completamento del mio obiettivo - trovare la madre Kjed - sembra non avere fine; ho raggiunto Pieta, nelle fredde montagne dell'Erydlyss, ma del Gelo nessuna traccia. Solo un piccolo insetto sembra potermi condurre da mia madre. Lo seguirò, verso l'Alcrisia.

Ymchwil. Sobborghi deinvestiti di vitalità. Il deserto è estremamente vasto; al suo interno ho incontrato una creatura spettrale, un mucchio d'ossa in grado di sfruttare i miei ricordi. Mi farà da guida nel deserto, sembra conoscerlo molto bene.

I Figli del Gelo.
conoscenze del fauno



Caelibarh

La storia eterna.
cronologia & modifiche



20.08.2014 ~ Scheda postata.
23.08.2014 ~ Aggiornata la scheda con una scena free.
27.09.2014 ~ Aggiornata la scheda con l'aggiunta dell'artefatto Orlog.
15.11.2014 ~ Aggiornata la scheda con una scena free.


Pohrrient.
riassunto tecnico



1/10 Abilità Personale Natura Fisica; Poh riesce ad avvertire la presenza di altre figure nelle vicinanze grazie al suo olfatto. Conta come un auspex passivo. (Passiva)
2/10 Abilità Personale Gli attacchi fisici di Poh causano metà danno al fisico e metà alla mente, sotto forma di terrore nei confronti di Poh. (Passiva)
3/10 Abilità Personale I colpi inferti da danni fisici da parte di Poh infliggono più dolore del normale, arrivando il colpo in profondità, fino a raggiungere i muscoli e le ossa. (Passiva)
4/10 Abilità Personale Le tecniche offensive ad area non dimezzano il loro potenziale. (Passiva)
5/10 Abilità Personale Le tecniche difensive ad area non dimezzano il loro potenziale. (Passiva)
6/10 Abilità Personale Natura magica; per un turno, Poh riesce a portare alla mente la conoscenza di tutte le lingue del continente, riuscendo a decifrare dunque qualsiasi messaggio, senza però poter parlare la lingua in questione. (Nulla)
7/10 Abilità Personale Natura Fisica; Poh strappa il cuore al suo avversario, poi lo polverizza, sacrificandolo a Kjed. (Nulla di PK)
8/10 Abilità Personale Natura Magica; Poh annulla un effetto magico di potenza Media sul campo di battaglia ed evoca una ghigliottina di ghiaccio che si scaglia verso il nemico, causando danni Medi. (Alto)
9/10 Abilità Personale Natura Fisica; Poh può sferrare potenti attacchi fisici la cui potenza varia dipendentemente dal consumo speso. Conta come una variabile di attacco fisica ad Area. (Variabile)
10/10 Abilità Personale Natura Fisica; Poh può sfruttare il proprio corpo - rinvigorendolo o facendo crescere rovi o tronchi - per difendere sé stesso ed i propri alleati da eventuali offensive nemiche. Conta come una variabile di difesa fisica ad Area. (Variabile)

Attiva primo livello Fattucchiere Natura Psionica; Poh può indirizzare il proprio indice verso il nemico, depotenziandolo di una CS. (Basso)
Attiva secondo livello Fattucchiere Natura Psionica; Poh può indirizzare il proprio indice verso il nemico, depotenziandolo di due CS. (Medio)
Attiva terzo livello Fattucchiere Natura Psionica; Poh può indirizzare il proprio indice verso il nemico, depotenziandolo di quattro CS. (Alto)
Passiva primo livello Fattucchiere Le attive del dominio causano anche una malia psionica passiva che si materializza sotto forma di un forte senso di disorientamento. (Passiva)
Passiva secondo livello Fattucchiere Le attive del dominio depotenziano di un CS in più. (Passiva)
Passiva terzo livello Fattucchiere Quando Poh utilizza un'attiva del dominio guadagna 2 CS in Destrezza fino alla fine del turno. (Passiva)

Frantuma Scudi [Guerriero] Natura Fisica; Poh caricherà gli artigli di una retina appiccicosa e proverà a colpire un pezzo d'equipaggiamento nemico. Se riesce a colpirlo, tale oggetto sarà inutilizzabile fino alla fine della giocata. (Basso)
Balzo [Cacciatore] Natura Fisica; Poh può torcere i muscoli delle proprie gambe per spiccare un salto ben più in alto del normale, raggiungendo vette altrimenti irraggiungibili. (Basso)
Cieco [Cacciatore] Natura Fisica; Poh può lanciare verso gli occhi dell'avversario della resina appiccicosa che impedirà al suddetto di vedere per l'intero turno. (Basso)
Doppio [Cacciatore] Evocazione; Poh può creare una copia di sé stesso perfettamente identica all'originale, che potrà simulare azioni e fingere attacchi senza mai procurare danno. La copia rimane in campo per due turni se non subisce un danno Basso. (Medio)
Trappola Adesiva [Cacciatore] Natura Fisica; Poh può ricreare una trappola di resina sotto i piedi dell'avversario, che ostacoleranno i suoi movimenti fino alla fine del suo turno. (Medio)
Spirito del Fabbro [Guerriero] Natura Fisica; Poh potrà utilizzare la sua saliva come una sorta di collante per riparare armi o qualsiasi pezzo di equipaggiamento distrutto. (Medio)
Pelle di Drago [Guerriero] Natura Fisica; Poh potrà inspessire la propria pelle, rendendola dura come il ferro ed evitando così qualsiasi attacco fisico portato con le CS per due turni. (Medio)
Inafferrabile [Cacciatore] Natura Fisica; Poh potrà compiere un singolo scatto ad una velocità impressionante per evitare un'eventuale offensiva nemica. Conta come una difesa assoluta. (Medio)
Colpo Disarmante [Cacciatore] Natura Fisica; Poh potrà caricare il proprio colpo con della retina appiccicosa e proverà a colpire un pezzo d'equipaggiamento nemico. Se riesce a colpirlo, tale oggetto sarà inutilizzabile fino alla fine della giocata e l'avversario riceverà un danno Basso al fisico. (Medio)
Ruggito di Guerra [Guerriero] Natura Psionica; Poh potrà emettere un urlo che spaventerà e disorienterà tutti i presenti, causando danni pari al consumo speso. (Alto)
Lama Piumata [Guerriero] Natura Fisica; Poh potrà, per due turni, maneggiare qualsiasi oggetto, indipendentemente dalla sua grandezza o dal suo peso. (Basso)
Muoversi al Buio [Cacciatore] Natura Fisica; Poh è in grado di affidarsi, in caso di oscurità o altri ostacoli visivi, all'olfatto e alla vista per orientarsi e per compiere le sue azioni. (Passiva)
Tattiche di Combattimento [Guerriero] Natura Fisica; Poh è in grado di sfruttare il campo di battaglia a proprio vantaggio. Inoltre, egli riuscirà a vincere gli scontri a parità di CS. (Passiva)
Irriducibile [Pergamena Vuota] Natura Fisica; Poh è in grado di combattere fino alla morte, nonostante le ferite e i danni subiti. Non è immune al dolore fisico. (Passiva)
Taglio Lacerante [Guerriero] Natura Fisica; Poh potrà individuare e colpire un punto nevralgico dell'avversario, causando danni Medi al fisico e danni Medi alla psiche. (Alto)
Frantuma Ossa [Guerriero] Natura Fisica; Poh potrà caricare il proprio colpo per colpire e fratturare le ossa del suo avversario, causando inoltre un danno Alto al Fisico e un depotenziamento di 4 CS per tutta la giocata. (Critico)
Trappola del Comando [Cacciatore] Natura Magica; Poh potrà creare una trappola di resina sul terreno che avvelenerà eventuali Evocazioni o Compagni Animali dell'avversario e li farà rivoltare verso il loro padrone. Per controllare un'evocazione è necessario spendere il suo costo originale, per controllare un compagno animale è sufficiente un Basso. (Variabile)
Conoscenza Anatomica [Cacciatore] Natura Fisica; Poh è in grado di individuare il punto debole degli esseri immortali, potendo così fronteggiare qualsiasi creatura.(Passiva)
Autocontrollo [Pergamena Vuota] Natura Psionica; Poh è in grado di schermare la propria mente da eventuali attacchi psionici nemici, rendendo i propri pensieri impenetrabili. (Variabile)
Dominio della Mente [Pergamena Vuota] Natura Psionica; Poh è in grado di rievocare nella mente dell'avversario un episodio della sua vita spaventoso o estremamente doloroso, in grado da piegarlo al suo volere. (Variabile)

Passiva Razziale Gli animali selvaggi non saranno ostili nei confronti di Poh, che avrà con loro una vera e propria empatia selvaggia. (Passiva Razziale)
Amuleto Razziale Poh potrà sempre capire se un altro individuo è più o meno forte di lui - in base alla pericolosità -. (Passiva Razziale)
Amuleto del Poliglotta Poh può parlare la Lingua del Nord.
Diamante [6] Poh ottiene sei CS.
Miscela Debilitante Per due turni gli attacchi portati con un'arma a scelta di Poh sottrarranno un CS per tutta la giocata se andati a segno.
Miscela Atrofizzante Per due turni gli attacchi portati con un'arma a scelta di Poh renderanno inutilizzabili i pezzi d'equipaggiamento colpiti a causa di una resina appiccicosa che li renderà impossibili da utilizzare.
Miscela Logorante Per due turni gli attacchi portati con un'arma a scelta di Poh sottrarranno il 5% delle energie all'avversario colpito.
Cristallo del Talento Poh accede al terzo livello del dominio Fattucchiere.
Diadema della Trasformazione Per due turni Poh sarà in grado di mutare parti del proprio corpo. Conta come un'illusione psionica.
Erba Ricostituente Masticando quest'erba, Poh recupererà il 5% delle energie.
Biglia Fumogena Bacca dal colore purpureo. Se gettata a terra, esploderà rilasciando una nube di fumo che coinvolgerà tutto il campo da combattimento.
Biglia Deflagrante Bacca dal colore rossastro. Se gettata a terra, esploderà causando danni da esplosione ai soggetti antestanti.

Artigli Mano Destra Arma Naturale.
Artigli Mano Sinistra Arma Naturale.
Corna Arma Naturale.
Zoccolo Destro Arma Naturale.
Zoccolo Sinistro Arma Naturale.



Edited by Y u - 15/11/2014, 20:57
 
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view post Posted on 21/8/2014, 12:01
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