Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

A Nation of Thieves - take what is ours

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view post Posted on 31/8/2014, 16:28




( Dorhamat, spiaggia di Tessaria - Akeran )
pov - ???

« Io non riesco a comprenderti, Xari. »

Xari non vi fece caso; il pirata continuò a giocare con la corta lama, Litigio, cercando di tenerla in equilibrio sulla punta dell'indice destro. Dopo qualche oscillante tentativo, vi riuscì. Sorrise soddisfatto, tendendo appena le labbra sul volto: pareva più il ghigno di uno squalo, ed era capace di mettere sulle spine chiunque - ma non Jericho "l'Annegato".
A differenza dell'amico - che se ne stava mezzo sdraiato su due sacchi di iuta colmi di cotone - Jericho era rimasto in piedi sin dall'inizio dell'incontro. Non si era mosso di un millimetro, come incapace di camminare o allontanarsi da quel singolo quadrato di sabbia grigia.
« Di che parli? », domandò oziosamente Xari lanciando una fugace occhiata al compagno; sapeva perfettamente ciò che intendeva con quella dichiarazione, ma lui aveva sempre amato le lunghe, inutili discussioni. Gli piaceva sentire la propria voce e lo divertiva spingere il taciturno Jericho a parlare controvoglia.
Le sue aspettative vennero disattese dal silenzio del suo interlocutore. Questo, ed il suo totale immobilismo, per qualche istante lo fecero quasi sentire solo: volse lo sguardo prima verso il falò, vivace e determinato, che bruciava alla sua sinistra consumando assi di legno e botti marce. Le fiamme ricaldavano l'ozioso bivacco sulla larga spiaggia di Tessaria, due miglia dalla città di Dorhamat: due promontori cadevano a picco nel mare proteggendo la corta insenatura dentro la quale la giungla lasciava ampio spazio alla sabbia, prima di scendere dolcemente verso l'acqua. Xari seguì con lo sguardo il fuoco alzarsi verso il cielo notturno, così scuro da essere capace di confondere l'orientamento. Le stelle erano numerosissime, ma il manto marino era così cristallino che esse venivano riflesse perfettamente su di esso creando una magnifica coperta di gioielli tutt'attorno a loro.
Jericho osservò freddamente il suo ex capitano, cercando di indovinare ciò che frullava nella sua testa - impresa davvero impossibile, persino per lui. Nessuno era mai stato capace di sciogliere l'enigmatico pirata, e se l'Annegato non era in grado di riuscirvi, allora era improbabile che qualcun'altro ce la facesse.
« Stai perdendo tempo. », disse invece il nuovo capitano della Prigione Cobalto, rompendo il silenzio. « Ti ostini a cercare qualcosa che non esiste e di cui non hai neppure necessità. Hai delle responsabilità. »
« No, non ne ho. Sei tu il capitano della Cobalto - è per questo che ti ho lasciato il comando. » Xari riprese a giocare con Litigio, sereno. « Magari me ne sono andato proprio per sfuggire a queste responsabilità... », commentò poi, gettando lì una spiegazione del tutto plausibile.
Jericho non vi cascò: « No. Sei troppo ambizioso ed avido » e qui Xari gli fece un'occhiolino di ringraziamento « per lasciare i tuoi uomini e la tua impresa nelle mani di qualcun'altro. »
« Sono i tuoi uomini e la tua impresa, ora. Ho sentito dire che gli affari non sono mai andati tanto bene e che hai creato contatti fino allo stretto di Qatja e persino a Taanach... L'Annegato è un eccellente comandante di flotta. »
Jericho s'inchinò lievemente, accettando il complimento del vecchio amico. La sua espressione, tuttavia, non era cambiata. Xari capiva che l'altro stava indagando sul suo conto e sui suoi spostamenti, cercando informazioni dagli scampoli di discussione che intavolavano durante i loro incontri. Non lo biasimava: lui avrebbe fatto lo stesso (in effetti lo faceva, cacciando notizie sugli affari della Prigione e del suo nuovo capitano); tra i due amici esisteva un certo grado di fiducia, ma esso era stemperato dalla conoscenza della natura reciproca e annacquato dall'opportunismo. Nessuno dei due si sentiva offeso: l'amicizia era una cosa, il libero mercato un'altra. Tutto ciò che contava era il profitto - a qualsiasi costo.
« Mi accompagnerete in quest'impresa, dunque? », decise di chiedere Xari, arrivando al nocciolo della questione. La secca risposta dell'Annegato lo fulminò. « No. I Prigionieri hanno deciso che il gioco non vale la candela. »
Quella risposta apparantemente infuriò Xari: il suo carattere mutevole e falso trasformarono il suo volto placido in una maschera di rabbia. Il pirata balzò in piedi, ponendosi dinanzi a Jericho; questi non si mosse, ovviamente, ma aveva già pronti una lunga serie di incantesimi di protezione ed attacco per dare del filo da torcere all'ex capitano. I suoi occhi truccati lampeggiavano di sorda, fredda furia ed il fuoco tingeva la sua elegante (ma disparata) armatura dei colori del tramonto. Persino l'alta coda, di un verde slavato, pareva in fiamme come tutta la sua chioma.
I due si squadrarono per qualche terribile istante, poi Xari sorrise inaspettatamente e pose la sua mano destra (quella priva di bracciali, perle e anelli) sulla spalla del compagno.
« Ho scelto bene. »
Ed era vero: serviva una mente calcolatrice e gelida come quella di Jericho per comandare la Prigione ed i suoi Prigionieri, frenando la travolgente ambizione di Xari quando egli si fosse rifatto vivo per chiedere un favore. La sua fantasia avventurosa avrebbe potuto portare tutti loro alla rovina, e il nuovo capitano non era disposto a mettere a rischio tutte le loro risorse per un enorme "se". Jericho era un'assicurazione che lui stesso aveva posto contro di sè per proteggere ciò che aveva creato.
L'Annegato si inchinò ancora, mostrando però un volto sempre privo di emozioni. « Questo non significa che non ti aiuteremo. » Nelle sue mani apparve un libro, vetusto e consumato, che porse all'amico. « Come avevi richiesto. »
Xari lo aprì, cercando con gli occhi un punto ben preciso. Quando lo trovò, annuì visibilmente compiaciuto.
« Ci è costato molto. », ricordò Jericho. « Vi ho pagato molto. », rispose Xari, restituendo il libro. « Sai a chi consegnare questa mappa. »
« Muoverò le leve adeguate, ma questo è tutto l'aiuto che riceverai dai Prigionieri, Xari. »



Questa volta fu il turno dell'ex capitano di inchinarsi, senza smettere di sorridere.
« Basterà - mi serve soltanto un passaggio, dopotutto. »

A NATION OF THIEVES
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( Dorhamat, Porto Occidentale "dello Squalo" - Akeran )
pov - Ged; Vaalirunah; Floki Noctis



Cleomenes scorse con gli occhi stanchi la lunga pergamena in carta di canapa, leggendo tutte le annotazioni di Barthèz. Anche solo sfiorare con lo sguardo la lista di approvvigionamenti scritti con la calligrafia del quartiermastro lo infastidiva immensamente. Barthèz non si era visto sul ponte, però, quindi toccava a lui quell'incombenza.
Alzò il mento, guardando oltre la lunga banchina: nonostante cercasse in tutti i modi di ignorare il baccano che lo circondava, non poteva ignorarlo. La folla più confusa e variegata che avesse mai visto si era assiepata attorno al palco improvvisato dal Governatore, acclamando i coraggiosi esploratori che stavano per cimentarsi nell'impresa nautica più grande che l'Akeran avesse mai visto dai tempi di Zar.
Cleomenes sospirò piano, tornando al suo lavoro e sbraitando secchi ordini ai marinai che caricavano merce nella stiva. Lui aveva vissuto quasi cinquanta estati e da molti era considerato tra i più abili nocchieri del sud di Theras, ma una follia come quella non gli aveva mai sfiorato il cervello. Sapeva dentro di sè che anche lui avrebbe voluto trovarsi laggiù, sulla banchina, a ricevere gli onori degli emissari del Sultanato e del governo di Dorhamat. Non si trattava di invidia, nè di ambizione: lui la descriveva più come "la giusta retribuzione". Tutti loro - chi più chi meno - erano stati pirati; a Dorhamat era davvero raro trovare qualcuno che non si fosse mai dato al saccheggio almeno una volta nella vita. Pochi arrivavano a solcare i mari all'età di Cleomenes, perchè i più o si trovavano un lavoro (quasi) onesto o morivano di malattie, guerra o povertà. Il fatto che a Dorhamat imperasse un clima di libertà e sregolatezza non significava che questa fosse la realtà. Cleomenes era convinto che non sarebbe sopravvissuto a quel lungo viaggio esplorativo: voleva essere l'eroe del giorno, almeno per qualche minuto... ma lui era lontano da quel palco.
Il nocchiero, commissario di bordo e vicecomandante della Orgoglio stava invece ritto sul parapetto, procedendo all'inventario del materiale (un compito che avrebbe dovuto svolgere il quartiermastro Barthèz) e gettare rapide occhiate di rimpianto verso l'uomo che invece stava ricevendo quegli onori.
Quell'uomo era Ortiz Lopes de Santos, comandante e proprietario della Orgoglio.
Ortiz non era un grand'uomo; i più lo rispettavano semplicemente per i suoi agganci con il governo ed il Sultanato, o lo adulavano per il suo patrimonio. Era un nobiluomo alle prime esperienze come comandante di vascello, la cui famiglia aveva antiche radici nella regione ed umili origini: con i decenni si erano trasformati da piccoli pescatori a vero e proprio motore commerciale, comprandosi con il denaro una patente di nobiltà che il sangue tecnicamente non gli dona. Ortiz era supponente ed ambizioso, e ciò traspariva da ogni suo gesto. Cleomenes riusciva quasi a vederlo accarezzarsi i lunghi baffi arricciati e fumare la lunga pipa, scintillante nella sua armatura leggera da parata. Si inchinava in continuazione, annuiva severamente e poi tornava a tirare una boccata da quella pipa infernale. Era viscido e un dilettante, e se a Cleomenes non fosse stato ordinato di salire a bordo della sua grande caracca lui non avrebbe mai partecipato alla spedizione verso il Nuovo Mondo, come la gente di Dorhamat aveva preso a chiamare il continente al di là dell'oceano.
« Signor Padro - PADRO! - smettila di perdere tempo e aggancia i paranchi alle funi. Questa roba deve essere stivata prima della fine della cerimonia. » e non manca molto, pensò il nocchiero. Si passò una mano sulla zazzera un tempo bionda e folta, guardandosi attorno e cercando altri lavativi. Padro ed i suoi compagni - Liam, Jèrome, Theo... non ricordava tutti - erano "mezzo-pirati", come li chiamavano a Dorhamat: bucanieri di scarsa fama o perizia arruolati stagionalmente da un capitano o da un altro per colmare i buchi nell'equipaggio di una nave. Erano pirati a mezzo servizio che trascorrevano troppo tempo a terra e poco in mare, e sulla Orgoglio ne erano stati reclutati un'infinità. La caracca dei de Santos era un vascello magnifico, un possente quadrialbero manovrato da quasi centocinquanta uomini e dotato di una doppia batteria per fianco di dodici colubrine, per un totale di quarantotto cannoni. Era un'imbarcazione capace di combattere chiunque - meno i grandi galeoni ed i vascelli di prima classe del Sultanato -, praticamente nuova. Era stata utilizzata solamente per manovre d'addestramento nelle acque attorno all'arcipelago di Dorhamat: essa era il vero e proprio "orgoglio" della famiglia de Santos messa a disposizione del Governatore.
Il problema era proprio l'equipaggio: c'erano troppi volti freschi, troppi volti nuovi. Mercenari di tutte le razze erano arrivati dall'intero continente, ingrossando le fila dell'Orgoglio di gente abile con le lame, ma principiante con le vele.
Aveva visto qualche personaggio piuttosto noto, ma anche un mezz'orco, un tizio del regno di Dortan e persino due Stirpe dei Draghi. Il nocchiero imprecò a bassa voce: la multietnicità di Dorhamat aveva reso il razzismo pressochè debellato (nel nome del glorioso Denaro e della prodigiosa Razzia), ma in un viaggio che poteva impiegare mesi non si poteva mai sapere.

« Signor Ged, lei è un sacerdote. Noi siamo lontani dalla festa, », disse Cleomenes, indicando il molo. « ma un po' di aiuto divino non farà male. Una preghiera, per favore. »

Il nocchiere non attese che il draconide recitasse le sue sacre parole, ma fece un cenno del capo al suo simile, il signor Vaal (davvero non riusciva a pronunciare il suo nome per intero) e, poco più in là, al signor Floki. Di quest'ultimo aveva sentito parlare parecchio, ed era un elemento valido da avere sulla nave - per quanto inquietante potesse essere.
La sua attenzione venne però catturata da Ortiz, finalmente libero dalle incombenze politiche. Salutato da un mare di folla, il trentacinquenne rampollo dei de Santos salì a bordo attraverso una robusta passerella che entrava nella pancia della nave. Vedendolo più da vicino, Cleomenes notò i teschi di scimmia legati come ferma mantello sulla spalla destra e l'enorme teschio di Pelleverde che pendeva dal suo fianco sinistro (presumibilmente come contrappeso per la scintillante scimitarra ingioiellata sull'altro lato. Quindi Ortiz non solo è mancino (il che porta male), pensò, ma è pure un cacciatore di orchi.
« Belu-Maz non la prenderà bene. », commentò piano parlando a se stesso, riferendosi all'agile e possente mezz'orco mercenario che stava terminando le azioni di carico.
Con estremo disappunto, il nocchiero osservò Barthèz seguire compunto il comandante della Orgoglio; scuotendo il capo avvilito, Cleomenes si incamminò sottocoperta in direzione del suo capitano.
« Finalmente, signor Cleomenes. Pensavo che non avreste mai terminato i preparativi: non sapevo più come scusarmi, con il Governatore... »
Anche la sua voce è fastidiosa, pensò il nocchiero. Invece si inchinò per scusarsi di un errore che non aveva mai commesso, ricevendo un rimprovero del tutto fasullo ed inventato al solo scopo di denigrarlo dinanzi a tutta la ciurma.

« Chiedo perdono, comandante. La Orgoglio è sua e pronta a partire.
Il capitano Urrka e la sua Garmurath sono alla fonda fuori dal porto e attendono il segnale.
»

« Sì, sì. Quel nano pirata. Brutto affare, la sua presenza. Ma immagino non si possa fare a meno del loro ingegno, giusto? Questi nani sono così intelligenti... »
Cleomenes tossì, cercando di deviare l'attenzione di tutto l'equipaggio dai commenti men che lusinghieri del comandante. Urrka era un corsaro al servizio del Governatore da anni, ma ai suoi tempi era stato un pirata estremamente famigerato. La sua nave era una fregata che si diceva non fosse mai stata sconfitta e non avesse mai dovuto ritirarsi dalla battaglia, il che faceva della sua ciurma un monolite imbattile e temuto. Dubitava che Ortiz sarebbe stato così sarcastico se si fosse trovato faccia a faccia con il capitano Urrka.
La cosa lo fece peraltro riflettere sul luogo della partenza: non sapeva come fosse accaduto, ma all'ultimo momento la spedizione era stata ritardata dalla necessità di cambiare molo di partenza. Il porto Occidentale di Dorhamat (chiamato "dello Squalo" per via dell'enorme mercato da cui prendeva il nome - alla cui entrata svettava la gigantesca mandibola irta di fauci di un megalodonte) era piuttosto piccolo: la Garmurath aveva dovuto rinunciare alla cerimonia e attendere fuori dall'insenatura. Le malelingue dicevano che questo contrattempo fosse stato provocato dall'imbarazzo di Ortiz, che non voleva mostrare la propria debolezza in pubblico accanto ad Urrka, ma Cleomenes era più dell'idea che i Grandi Pirati di Dorhamat (che gestivano l'intero arcipelago con la complicità del Governatore) avessero tirato un brutto tiro agli ufficiali governativi. Quella spedizione poteva spostare tanti equilibri, soprattutto se fosse andata a buon fine, e il pericolo di eventuali sabotaggi era molto reale.

Salirano sul castello di poppa; Ortiz lasciò che Cleomenes prendesse il timone, dirigendo le operazioni della partenza.
Non pronunciarono alcun discorso, per quanto quello fosse un momento storico per tutto l'Akeran. Erano già state spese troppe parole a terra, mentre ora stavano inoltrandosi nel regno dell'acqua e del mare. Ogni marinaio a bordo della Orgoglio aveva sete di avventura e fame di gloria e bottino: raccontare qualche favola sull'importanza della loro missione non avrebbe motivato nessuno.

« Avanti, uomini! Sollevate gli ormeggi e preparate a remare!
Il vento è dalla nostra parte oggi! ISSATE LE VELE DI TRINCHETTO E MEZZANA!
SI SALPA!
»


QM POINT ::
Benvenuti al primo capitolo di A Nation of Thieves!
Primo turno molto semplice: tutti e tre fate parte dell'equipaggio di Ortiz Lopes de Santos a bordo dell'Orgoglio, un'enorme caracca a tre alberi. La nave è nuova e l'equipaggio non è proprio dei più addestrati nè disciplinati, ma assieme a voi ci sono anche altri mercenari provenienti da tutto Theras. Alla spedizione partecipa anche una seconda nave, la Garmurath del capitano corsaro Urrka - figura nota e temuta in tutta Dorhamat: essa funge da scorta della Orgoglio e da appoggio in caso di problemi (senza contare che Urrka è uno dei più competenti navigatori della regione).
Questo primo turno è puramente di presentazione. Sentitevi liberi di organizzare qualcosa tra voi o fare conversazione in Confronto. Se volete ulteriori informazioni sull'equipaggio chiedete pure, ma in questo turno non avrete modo di parlarci direttamente.
Avete tempo fino al giorno 05/09/14 compreso. Buon divertimento!
 
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Wolfo
view post Posted on 2/9/2014, 22:34





A Nation of Thieves
take what is ours


Z18bS


- Haydi gidelim! GIT! GIT! -

Il carrettiere urlava con foga alla coppia di stalloni che aggrediva il terreno, trainando un grosso carro in direzione di una delle città libere dell'Akeran.
I due animali vantavano un bellissimo manto nocciola, macchiato da diverse chiazze bianche in prossimità del muso. Il cocchiere, invece, era un nano grezzo e primitivo di nome Dlum, vestito di stracci e con una cicatrice che gli tagliava a metà il volto. Era furente, probabilmente per il ritardo che aveva accumulato rispetto al resto della carovana.
I passeggeri non sembravano stupiti dal comportamento del loro conducente: Dlum doveva essere uno di quei nani che erano riusciti ad accaparrarsi un lavoro subito dopo la nascita del Sultanato; dopo quell'evento, molti reietti erano riemersi dalla loro fossa con una nuova identità e tanti buoni propositi.
Ged era seduto in fondo al carro, di fianco a una anziana donna che non faceva altro che sussurrare strane parole mentre si accarezzava gli unti capelli color cenere.
- ...manca molto? - chiese il sacerdote, incapace di nascondere la sua preoccupazione. Temeva di non riuscire ad arrivare a Dorhamat in tempo. Dalle sue ultime ricerche, la piratessa Anne Hogback era in procinto di salpare per raggiungere le sue terre, la cui posizione era ignota e avvolta da numerose leggende e misteri. Secondo la cultura popolare, la giovane donna-pirata proveniva da una terra lontana, situata al di là di Theras, e non c'erano mappe o carte di navigazione a riguardo.
- Kapa çeneni, rahip! - gridò il nano. Questo, intuendo che il giovane pastore non capiva la sua lingua, si schiarì la voce e ripeté in lingua comune: - Quasi arrivati, la città è vicina. -.
Il pastore non rispose, conscio del fatto che la risposta del nano era stata data con il solo scopo di zittirlo. Sbuffò preoccupato, tornando a posare gli occhi sull'avviso di taglia che teneva in mano, dove era raffigurata l'attraente piratessa.
- Al di là di Theras... - sussurrò, senza riuscire a mascherare la propria curiosità.

─ ─ ─


- ...partita?! -, l'oste studiò la reazione dello straniero, rimanendo basito dal suo improvviso cambio di umore. Prese uno straccio da sotto il bancone e, sbuffando, iniziò a pulirne la superficie con vigore. - È quello che ho detto. -, disse il locandiere senza nascondere una nota di tensione, - Anne Hogback ha preso il mare qualche giorno fa, e dubito che ritornerà a Dorhamat molto presto. -.
Il sacerdote rimproverò se stesso per non essere arrivato in tempo. Fece ricadere la propria testa tra le mani, abbozzando un lamento stridulo, come se fosse sul punto di mettersi a piangere. Una volta ripreso il controllo di sé, si limitò a fissare l'oste con uno sguardo vuoto, come se gli stesse chiedendo cosa avrebbe dovuto fare. Accigliato, ringraziò in fretta e furia il taverniere, per poi dirigersi verso l'uscita della locanda. Mentre camminava, non poté ignorare lo stato delle sue vesti, logore dal lungo viaggio; il brillante colore del mantello era come appassito. Le vesti di Ged erano completamente ricoperte di polvere, e nascondevano ogni segno di regalità con macchie e strappi di ogni tipo.
Si dice che le azioni di Dio accompagnino gli uomini giorno dopo giorno e, in molte culture, queste manifestazioni vengono attribuite alla "Divina Provvidenza", con cui si intende l'operato concreto di un essere divino. Fu proprio in quel momento che Ged ricordò una nota del libro sacro dell'Aurum, in cui si raccontava come il drago Śiva discese su Theras per aiutare un suo discepolo. Sussurrando, il sacerdote ripeté: - Nos immanes et feras beluas nanciscimur venando... -, si fermò e, sgranando gli occhi, si voltò rapidamente verso l'oste che, nel frattempo, stava intrattenendo un cliente con la sua parlantina.
- ....hey! -, urlò al locandiere che, scocciato, si limitò a imprecare, fulminando il pastore con lo sguardo. Ged, ignorando l'etichetta, continuò: - Sai se in città c'è qualcuno disposto ad attraversare l'oceano? -. La domanda fu così folle che tutti i presenti si voltarono verso il pastore; alcuni scoppiarono a ridere, altri rimasero senza parole.
L'oste, ansioso di scacciare lo straniero, apostrofò: - Se vuoi morire, vai al molo e cerca l'Orgoglio. Partirà tra poco per una spedizione verso la terra al di là dell'oceano. La chiamano il Nuovo Mondo. -; alzò la voce e concluse: - Unisciti pure a quel branco di idioti! -. Sul volto del sacerdote si dipinse un'espressione di pura gioia; la piratessa era partita alla volta delle terre al di là di Theras e, casualmente, presto una nave avrebbe salpato verso la stessa direzione. Lasciò la locanda velocemente e si incamminò in direzione del molo.
Nel profondo del suo cuore, sentiva che la trīnĭtas gli stava mostrando la via.

─ ─ ─


- Signor Ged, lei è un sacerdote. Noi siamo lontani dalla festa, -, disse il nocchiero della nave, indicando il molo. - ma un po' di aiuto divino non farà male. Una preghiera, per favore. -.
Ged era fiero di far parte dell'equipaggio; era un'occasione d'oro. Avrebbe potuto trovare qualche traccia della giovane Anne Hogback e, forse un po' egoisticamente, avrebbe ammirato con i propri occhi i misteri al di là dell'oceano.
Pensare che, oltre a Theras, non esistevano altre terre, era inconcepibile e stupido.
Qualche attimo dopo, il nocchiero si allontanò dal sacerdote che, in un primo momento, non riconobbe i viandanti che salutò con un semplice cenno del capo (probabilmente anch'essi membri dell'equipaggio).
Ged decise di seguire la volontà di Cleomenes e, allontanatosi dalla bolgia dei preparativi, impose le proprie mani verso la prua della nave, esibendosi in svariati gesti atti a disegnare strane forme nell'aria. Dopo qualche secondo, una lenta e delicata nenia scaturì dalle labbra rosee del predicatore.


- Domine Deus,
spero per gratiam tuam remissionem omnium peccatorum,
et post hanc vitam aeternam felicitatem me esse consecuturum: quia tu promisisti,
qui es infinite potens, fidelis, benignus, et misericors.

In hac spe vivere et mori statuo.
-


Concluse la funzione con un sorriso, fiero si sé.

- Vedo che non sono l'unico ad essere stato attirato dalle promesse di questa spedizione. - Con stupore, il sacerdote incrociò lo sguardo di un vecchio amico: Vaalirunah, un draconide dal cuore d'oro. I due rimasero per diverso tempo a ricordare gli eventi che avevano dato inizio alla loro amicizia. Qualche istante dopo, fece la conoscenza di una donna di nome Lirin, compagna di viaggio di Val. Avrebbe voluto restare a parlare per molto tempo, ma dovette congedarsi.

Varcò la soglia dell'Orgoglio e lo vide.
Riconobbe gli occhi assetati di sangue e quel suo sguardo penetrante.
- Sempre pronto a benedire qualsiasi cosa. Non ti stufi mai di blaterare quelle stupide frasi cerimoniali? - disse Floki Noctis, l'assassino. Ged digrignò i denti e strinse i pugni con forza, ricordando la terribile notte in cui incrociò per la prima volta quegli occhi di tenebra. Volle rispondere, ma era lambito da una furia ceca, che gli impediva di concretizzare qualsiasi parola.
- Non sapevo ti fossi comprato un animaletto da compagnia così insolito -, aggiunse lo Spettro, indicando questa volta Val e rimanendo comodamente appoggiato al parapetto della nave.
Mosso da un istinto animale, il pastore afferrò rapidamente la propria arma, pronto a scattare verso l'Ombra. In pochi istanti consumò la distanza che lo separava dal suo obiettivo. - Maledetto! -, urlò prima di esibirsi in un rapido fendente.


legenda

basso: 5% - medio: 10% - alto: 20% - critico 40%

Stato fisico: indenne;
Stato psicologico: indenne;
Energia: 100%;

CS: 3 (1 istinto / 2 astuzia);

Equipaggiamento: Lancia, armatura naturale;

Note: Buona quest a tutti!
Per non appesantire il post, ho preferito non riportare interamente il dialogo con Val (concordato in confronto). Ovviamente, tutte le interazioni sono state definite con Fatal e Az.

A scopo informativo, Ged benedice la nave con il canto della speranza (in dragoniano), utilizzato dall'Aurum (il culto del mio PG) come buon auspicio; viene di norma cantato prima di un'impresa ardua, per infondere coraggio e speranza.
Off-gdr, è la versione latina dell'Atto di Speranza, una preghiera cristiana.

Qui di seguito le traduzioni nella prima parte del post (sono entrambe in nanico):
- Haydi gidelim! GIT! GIT! = Andiamo! Vai! Vai!
- Kapa çeneni, rahip! = Stai zitto, prete!


- - - - - - - - - -


Passive:

- Ged ha ereditato dalla prestigiosa razza dei draghi un intelletto sorprendentemente acuto, che gli permette di ricordare anche i più infimi dettagli del suo passato.

- Nel caso in cui Ged si dovesse trovare innanzi ad una illusione, indipendentemente dalla natura di quest'ultima, sarebbe sempre in grado di discernerla come tale, pur non dissolvendola né distruggendola. Non si lascerà ingannare dalle più banali illusioni, riuscendo a distinguerle sempre per ciò che sono.

- Il sacerdote vanta di una normale difesa psionica passiva.

- Qualsiasi difesa ad area richiamata da Ged - che sia magica, psionica o fisica - vanterà di un potere difensivo pari al consumo speso.


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view post Posted on 3/9/2014, 19:41
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Dorhamat; nei pressi del Paiolo (pomeriggio)
PoV: Lirin



Emerse dalla taverna in una zaffata di fumo puzzolente.
Mentre le porte si richiudevano alle sue spalle, sigillando fortuitamente le grida e le risate all'interno, Lirin si allontanò velocemente dal piazzale poco fuori dal Paiolo. Il locale era più affollato di un vespaio quel giorno, e dentro regnava il caos. Non si rammaricava di essersene dovuta andare in fretta. Odiava quel genere di posti, e non tanto perché avesse dei problemi con la gente ma perché non poteva mai fare neppure due passi prima che avesse su di sè le attenzioni di ogni singolo uomo. Entrare ed uscire da una di quelle cloache senza essere molestata almeno una volta, verbalmente o fisicamente, era un'impresa da cui ancora non era tornata vittoriosa, ma si consolava spesso ripensando al prezzo che gli impavidi palpeggiatori pagavano per un assaggio del suo fondoschiena. Non si faceva illusioni però: era altrettanto convinta che molti di loro erano più che a posto con il barattare qualche dente o un naso rotto per l'impresa.

Tra un colpo di tosse e l'altro, si inoltrò in un piccolo vicolo lì vicino e si fermò dinanzi ad un figuro slanciato coperto da una tunica rosso scuro. Aveva il cappuccio calato, ma riusciva comunque a vederlo in faccia dal basso di quei cinquanta centimetri che li separavano in altezza, e lo sguardò che gli riserbò fu tutto fuorché amichevole.

« Questa è l'ultima volta che lo faccio, te lo dico. Sono stanca di districarmi tra pervertiti dalle mani appiccicose. »
esclamò puntando l'indice sinistro in sua direzione e sventolando la destra - ancora dolorante - per aria
« Potevi andarci direttamente tu a chiedere informazioni, che ti costava? »

Il figuro incappucciato sospirò e rimase in silenzio per diversi secondi. Lirin, che lo conosceva abbastanza per capire che cosa significasse, si innervosì ulteriormente e fece per rincarare la dose, ma lui dovette accorgersene e l'anticipò parlando per primo.

« Te l'ho già spiegato, Lirin. Nessuno sembra particolarmente desideroso di condividere informazioni su questa spedizione, se fossi andato io lì dentro non ne avrei cavato niente. Al contrario, dei marinai ubriachi sono certamente più propensi a sciogliere la lingua quando è una bella e giovane ragazza a chiedere. »

Si preoccupò di sottolineare quei due aggettivi in maniera adeguata, e lei in tutta risposta non riuscì ad evitare di arrossire. Un complimento era pur sempre un complimento, e quella vecchia lucertola era decisamente avida quando si trattava di dispensarne. Fece per aprire bocca e rispondergli in qualche modo, ma alla fine non trovò le parole e tacque. Il suo interlocutore ne approfittò per tagliare corto.

« Allora, hai scoperto qualcosa? »

Lirin incrociò le braccia sotto al petto e lo squadrò ancora risentita.

« Sì, mi hanno detto che a quanto pare gli organizzatori della spedizione hanno una mappa con una rotta valida per superare l'oceano. Dicono che ci sia un continente ancora inesplorato oltre lo Zar, una terra che intendono colonizzare. »

Cercò di cogliere dalla sua espressione eventuali indizi su cosa ne pensasse a riguardo, ma tanto per cambiare la totale inespressività di quel muso squamato la mise in seria difficoltà. Lei da parte sua non aveva idea se credere o meno alla faccenda, ma era più che sicura che non le sarebbe dispiaciuto affatto intraprendere un viaggio simile. Avevano già viaggiato qualche volta su una nave, seppur per brevi tragitti, e l'esperienza era stata di suo gradimento; e se poi avessero realmente trovato una terra vergine aldilà dei confini dell'oceano ci sarebbe stato da guadagnare parecchio.

« Mi hanno anche detto... »
affermò con una piccola pausa, sufficiente ad attirare nuovamente su di sè l'attenzione del Kushaja
« ...che cercano gente qualificata per un po' di protezione aggiuntiva. Temono interferenze da parte della concorrenza. »


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Dorhamat; porto Occidentale (prima della partenza)
PoV: Vaalirunah



L'arringa del capitano appollaiato sopra al suo palco scivolava in sottofondo mischiandosi al chiacchericcio della folla privo di qualsivoglia attrattiva per le orecchie del mezzodrago, che di discorsi ne aveva sentiti abbastanza da sentirsi più vecchio di quel che in realtà era. Se ne stava piuttosto già sulla via per il ponte dell'Orgoglio, percorrendo la passerella senza particolare fretta e con qualche pensiero per la testa. Stava riflettendo per l'ennesima volta sulle voci che circolavano sulla spedizione e sulle possibilità che i pirati progettassero un sabotaggio, in particolar modo alla luce dei misteriosi ritardi sulla partenza - il genere di cose che spesso passavano come dettagli per la gente comune ma che tendevano a destare l'attenzione di un individuo che aveva fatto della prevenzione e della risoluzione dei problemi il proprio mestiere. A tal proposito aveva anche un po' chiesto in giro sugli organizzatori e ciò che ne aveva ricavato non era stato particolarmente confortante. Ortiz Lopes de Santos aveva tra i marinai la pessima reputazione del giovane ricco e raccomandato privo di quel genere di rispetto che ci si guadagnava servendo sul campo. Certo possiedeva una nave di ragguardevoli dimensioni e di un certo prestigio: facendo scorrere lo sguardo lungo la banchina e il fianco della nave, considerata da molti un'imbarcazione ben attrezzata per affrontare un pericoloso viaggio in mare aperto, non si poteva dubitare della robustezza della caracca, nè della sua potenza di fuoco - gli svariati cannoni non passavano inosservati; tuttavia bisognava considerare che se al cuore del vascello si trovava un comandante senza virtù e del tutto inesperto, le qualità della nave non significavano niente. Il viaggio sarebbe stato lungo, e a bordo non sarebbero mancati mercenari e pirati di bassa lega. Non poteva fare a meno di chiedersi se Ortis sarebbe stato in grado di gestire la sua ciurma nei momenti difficili che li aspettava.
Ma forse si stava preoccupando troppo.

Messo piede sul ponte, Vaalirunah individuò in fretta il vicecomandante e - con una certa sorpresa - anche un volto noto. Qualche istante per rammentarsi il nome del biondo e carismatico sacerdote, e si incamminò in sua direzione per salutarlo.

« Vedo che non sono l'unico ad essere stato attirato dalle promesse di questa spedizione. »
commentò facendo un breve cenno con il capo e un mezzo inchino
« Messer Ged, vero? Sono contento di vedere qualche faccia conosciuta in mezzo a questa folla. Confido che quella faccenda con l'assassino a Loc Muinne si sia conclusa bene, visto che siete ancora in circolazione. »

« Val! Non mi aspettavo di trovarti qui. Sono felice di sapere che stai bene ...non mi fido di quello stregone. Forse non esiste alcun assassino. Forse voleva soltanto usarci. »

Nel rievocare quelle vicende per un attimo la mente del lucertoloide si liberò dai pensieri circa la spedizione e tornò a ritroso nel tempo, per le strade della cittadina dimenticata. Ricordava tutto alla perfezione, come fosse ancora alla portata dei sensi. L'odore delle spezie nell'aria, le risate di divertimento, il calore della festa e - come una nota stonata in mezzo a una piacevole melodia - la proposta dell'Arcistregone che desiderava levare di mezzo il suo ex-allievo. Aveva poi fatto delle ricerche a riguardo, e aveva scoperto che il tale che aveva nominato era davvero un rinomato tagliagole di Tanaach, ma anche ne fosse stato a conoscenza nelle circostanze dubitava seriamente che avrebbe accettato di eliminarlo basandosi esclusivamente sui desideri di un vecchio manipolatore. Ad ogni modo si risparmiò dal rivelare la cosa al prete. In fondo non era più di alcuna rilevanza.

« Cosa ti porta a Dorhamat? »
incalzò lui, al che Val rispose prontamente
« Sono già stato a Dorhamat in passato a dire il vero, principalmente per lavoro. Ed è per la medesima ragione che mi trovo qui oggi. A quanto pare non sono in pochi in città a prevedere problemi nel nostro viaggio, dunque non mi sorprendo che gli organizzatori abbiano richiesto un po' di protezione aggiuntiva. Ma devo dire che anch'io non sono qui solamente per denaro. Sono affascinato dai possibili risvolti di questa spedizione. »

Fece appena in tempo a concludere la frase che venne raggiunto dalla sua accompagnatrice, precedentemente persa di vista in mezzo a tutta la gente sparsa per il molo. Colse l'occasione per presentarla a Ged, facendole cenno di avvicinarsi.

« Oh giusto, tu non hai ancora conosciuto Lirin. Posso darti del tu, vero? Era anche lei a Loc Muinne, ma quando mi ha raggiunto te ne eri già andato. Mi accompagna nei miei viaggi da diverso tempo ormai, si può dire che sia la mia apprendista. Lirin, lui è Ged. »

La ragazza sorrise ampiamente e tese la mano a Ged.

« Piacere mio, Ged. Pronto a salpare per il nuovo mondo? »
« Ciao Lirin. Non sono mai stato così ansioso di partire! »

L'entusiasmo non pareva mancare a bordo, e la cosa era di suo gradimento. In particolar modo per quanto riguardava Lirin, era felice di constatare che una volta tanto non apparisse scocciata per il lavoro che l'attendeva. La prospettiva di un viaggio per mare alla ricerca di una nuova utopia doveva averne stuzzicato parecchio le fantasie. Meglio così, concluse fra sè e sè. Il viaggio poteva insegnarle molto.

« Sempre pronto a benedire qualsiasi cosa. Non ti stufi mai di blaterare quelle stupide frasi cerimoniali? »

L'attenzione di Val si raccolse inevitabilmente su un nuovo individuo, non di sua conoscenza. Ad una prima occhiata pareva un sicario, uno dei tanti ingaggiati per la missione, ma non poteva esserne sicuro.

« Non sapevo ti fossi comprato un animaletto da compagnia così insolito. »

In tanti probabilmente si sarebbero adirati ad una simile affermazione, da quelle parti avrebbero persino messo mano alla spada. Val non battè ciglio, neppure rispose: rimase semplicemente fermo dov'era a fissare l'uomo, come a volerlo studiare. E fece lo stesso persino quando Ged sfilò la sua lama e si lanciò su di lui. Sotto lo sguardo incuriosito di Lirin, il Kushaja cacciò fuori la pipa da una delle tasche della casacca e se la infilò tra le zanne. Aveva intenzione di osservare gli esiti della situazione e comprendere che genere di rapporto legasse quei due. Del resto, almeno fino a che non fossero stati sul punto di ammazzarsi a vicenda, non aveva motivi di intervenire. Non conosceva la natura del conflitto e di conseguenza non aveva strumenti con cui trarre un giudizio.
Almeno per il momento.



Vaalirunah ~ Starlight Shard
▌Stato fisico: ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ (perfetto)
▌Stato mentale: ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ (perfetto)
▌Energia residua: 100%

Passive:
— Memoria fotografica
— Resistenza psionica
— Immunità al dolore psionico
— Percezione delle Illusioni
— Conoscenza geografica/culturale dell'Akeran
— Affinità naturale con le bestie
— Percezione di punti critici vitali (anti-immortale)


Note: Niente di particolare da segnalare, auguro una buona quest a tutti i partecipanti. Le parti che riguardano altri personaggi son state concordate in confronto.




 
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.Azazel
view post Posted on 3/9/2014, 21:07




A Nation of Thieves
take what is ours, Atto I
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b6a4op


~


« Hai fatto tutta questa fatica per uccidermi e alla fine sei stato catturato. »
Rise sguaiatamente poi avvicinò il boccale traboccante di vino a quella maschera grottesca di pelle e ossa: le sottili labbra assaggiarono il pregiato liquido e parvero soddisfatte tant'è che si piegarono in un lieve sorriso compiaciuto e soddisfatto, sia per la qualità del prodotto che per aver catturato l'individuo pagato per ucciderti. Lo studio era nella penombra e seduta dietro la scrivania si stagliava la figura esile e rachitica dello schiavista, intenta a decifrare il volto impassibile di Floki, disarmato e legato ad una sedia dall'altro capo della scrivania. Era stato profumatamente pagato per uccidere Gathos, il trafficante di schiavi ma quest'ultimo sembrava avere il pieno controllo della situazione, o così appariva: le sue guardie intercettarono lo Spettro, lo disarmarono e lo scortarono presso la stanza privata del ricco uomo di Dorhamat.
« Domani salperò con i miei uomini a bordo dell'Orgoglio, con l'intenzione di ritornare a Dorhamat più ricco di prima e con più schiavi da vendere mentre tu, sì, tu misera feccia, verrai torturato e ucciso dai miei uomini questa notte! »
S'alzò in piedi con fare trionfante mentre la destra si muoveva per portare il boccale alla bocca. Poté osservare il liquido che veniva tracannato avidamente scendergli per la gola: un accenno di sorriso comparve sul volto di Noctis ma lo fece scomparire immediatamente, voleva godersi i deliri di un uomo che pensava di aver vinto, voleva dargli l'illusione del trionfo. Ma la cosa che lo divertiva maggiormente era che Gathos non aveva ancora capito di essere già morto da diversi minuti.

« Basta così. »
Il rumore delle corde che cadevano a terra e regalavano rinnovata libertà all'assassino risultò diabolicamente terrificante alle orecchie dello schiavista che si irrigidì e sbiancò in volto.
« Quello che salpa domani sono io, se vuoi potrai venire con me. L'unico problema è accordarsi col capitano per vedere se c'è spazio per del carico ulteriore. »
Il volto di Gathos divenne una maschera di paura e stupore, terrore e disorientamento, le parole di Floki e la situazione completamente capovolta lo rendevano nervoso e teso come una corda di violino. Intuì che non aveva ancora afferrato il concetto così cerco di essere più diretto.
« Quanto mi costerà caricare una cassa da morto verso una spedizione oltre l'Oceano di Zar? »
Sorrise in direzione della vittima, girò i tacchi e lentamente si diresse verso l'uscio, ad ogni passo assaporava lo sbigottimento nell'aria, la paura, il fiato dell'altro accorciarsi e divenire affannoso per la tensione.

« Stai delirando?! Guardie! GUARDIE!! »
La voce divenne stridula e acuta come quella di una donna spaventata, il calice che teneva in mano cadde sul pavimento riversando il liquido e macchiando il pavimento.

« Questa sera le tue guardie non ti ascolteranno. L'unico rumore che potranno udire sarà il tintinnio dell'oro che ho messo nelle loro tasche. »
Aveva raggiunto l'uscita ma si fermò per guardare Gathos un'ultima volta.
« Sei già morto da quando hai iniziato a bere il mio veleno » con un lieve cenno del capo indicò la bottiglia di vino illuminata cupamente dalla fioca luce delle candele poste sulla scrivania « lo chiamo Bacio della Puttana. »
Perché prima allieta e riscalda come le tiepide labbra di una donna ma dopo ti chiede il conto.
Tali parole ridussero in frantumi completamente la sicurezza dello schiavista che iniziò a vacillare vistosamente, il veleno inoltre era già entrato in circolo, aveva un interessante modo di agire: come ogni veleno ematico in grado di intaccare il sangue, uccideva le vittime tramite multiple e dolorose emoraggie interne, il Bacio della Puttana, però, faceva prima marcire il sangue rendendolo viscoso e denso come l'inchiostro. O si moriva per la perdita di sangue o per asfissia. Ogni volta che lo impiegava gli piaceva tentare di indovinare quale fosse il modus operandi più veloce in grado di scatenare la morte della vittima.

« Che tu sia maled--!! »
Questa volta è soffocamento.
Lo schiavista cadde sulle ginocchia in preda agli spasmi e a violenti colpi di tosse. Il sangue si fece nero e gli rendeva difficile la respirazione, tentò di liberare le vie respiratorie sputandolo sul pavimento ma era come tentare di espellere della colla puzzolente, il veleno aveva intaccato ogni fibra del suo corpo e corrotto la linfa vitale dell'uomo destinandolo ad una morte lenta e dolorosa.
Floki rimase in silenzio e incrociò le braccia mentre la pianta dello stivale sinistro batteva con fare ritmico sul pavimento come per scandire il tempo che ci voleva per vedere esanime il corpo del trafficante di schiavi.
Dopo diversi interminabili secondi smise di picchiettare le assi di legno e abbandonò lo studio lasciandosi alle spalle il corpo privo di vita di Gathos, soffocato dal suo stesso sangue divenuto marcio e putrido come il suo stesso animo.
E come quello di Floki, d'altronde.


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Il giorno seguente molti parlarono della morte del noto schiavista ma oramai Dorhamat - come del resto Taanach - fatti di cronaca del genere erano divenuti all'ordine del giorno e Floki non dovette preoccuparsi di mantenere un basso profilo: si diresse con serenità verso il punto in cui l'Orgoglio era attraccata. L'intera città sembrava euforica e pervasa dall'adrenalina, era un grande giorno. Tutta la popolazione sembrava stipata nei pressi del porto solo per veder salpare le navi che come missione avevano quello di inoltrarsi nel pericoloso Oceano di Zar; coraggiosi li avrebbero definiti alcuni, pazzi li avrebbero chiamati in molti.
Lo Zar era sconfinato e pericoloso quanto il ventre di una puttana, molti scommettevano su un viaggio di sola andata per coloro che osavano addentrarsi nell'Oceano senza fine.
Salì a bordo con nonchalanche e si mise comodo appoggiando i gomiti lungo il parapetto della nave, dando le spalle al mare aperto, gli piaceva guardare quei rozzi marinai - addirittura alcuni osavano definirsi pirati - lavorare di gran lena e faticare come bestie da soma per sbrigare le ultime faccende prima della fatidica partenza. Poi una cantilena famigliare gli giunse alle orecchie e in lui s'accese incosciamente una fiammella di sadismo e malsana cattiveria prim'ancora di dare un volto a quella voce.
Voltò lo sguardo verso la prua dell'Orgoglio e lo vide: fiero e contento di poter ciarlare una preghiera propizia prima del leggendario viaggio, Ged, il sacerdote era a pochi metri da lui, a pochi passi da lui una lucertola troppo cresciuta in compagnia di una donna. Un sorriso beffardo gli si stagliò in volto mentre con un colpo di tosse si schiarì la voce.

« Sempre pronto a benedire qualsiasi cosa. Non ti stufi mai di blaterare quelle stupide frasi cerimoniali? »
Gli uomini di fede, agli occhi di Noctis, avevano lo stesso valore delle parole che pronunciavano citando i loro sermoni: valevano quanto una spada smussata in mano ad uno storpio.
Inutili.
« Non sapevo ti fossi comprato un animaletto da compagnia così insolito. »
Con lo sguardo oltrepassò la figura del sacerdote e focalizzò la sua attenzione sull'uomo-lucertola e la donna al suo fianco. La lingua del sicario era troppo pungente e tagliente per molti ma le parole cariche di derisione non sembrarono intaccare minimamente l'essere che aveva dinanzi: non batté ciglio e non proferì parola. Riuscì, fortunatamente, a fare breccia nell'animo di Ged il quale appariva come un vulcano in procinto di eruttare. Lo vide tremare dalla rabbia e afferrare la propria arma poi scattare in avanti pronto a colpirlo. L'assassino con tutta la calma del mondo non si scompose fino a che l'arma dell'altro non gli fu a pochi centimetri: con agilità diede un calcio in avanti, al vuoto, e l'aria al suo comando sembrò divenire solida e utilizzabile come punto d'appoggio. Eseguì un agile e spettacolare salto mortale all'indietro, l'unico problema era che alle sue spalle non c'era nulla se non l'acqua marina. Molti marinai si voltarono a guardare, incuriositi dal baccano e rimasero alquanto stupiti nel vedere la figura di Noctis starsene comodamente in piedi nel vuoto oltre il parapetto dell'Orgoglio, trascurato dalla gravità stessa.

« Istintivo e poco razionale, non sei cambiato, Ged. »
Il sardonico sorriso si era impossessato del suo volto e pareva restio ad abbandonarlo; l'acrobazia eseguita poc'anzi l'aveva portato in una posizione sopraelevata rispetto il livello del ponte della nave, decise dunque di raggiungere nuovamente l'Orgoglio scendendo tramite scalini invisibili composti dall'etere stesso.
Quando poggiò entrambi i piedi sul legno della nave riaprì bocca.

« Suvvia, mettiamo da parte i vecchi rancori, ora siamo sulla stessa barca: siamo compagni d'avventura. »
Il tono appariva conciliante ed accomodante ma nessuno era in grado di comprendere veramente le vere intenzioni di Noctis, ogni sua parola poteva risuonare come veritiera o menzognera a seconda dei contesti. Intuire le sue macchinazioni risultava pressoché impossibile e questo rendeva chi aveva attorno diffidente e circospetto, sempre sul chi vive.
Perché fidarsi è bene, non fidarsi di un'Ombra può salvarti la vita.


Floki Noctis
lo Spettro

CS 8 ~ Agilità 1 - Destrezza 3 - Intelligenza 4

~ Basso 5% ~ Medio 10% ~ Alto 20% ~ Critico 40% ~

Energia: 100%
Status Fisico: Indenne.
Status Psicologico: Indenne.

Equipaggiamento in uso

Spada d'acciaio__ Inutilizzata.
Pugnale__ Inutilizzata.
Crepuscolo__ Inutilizzato. [º º º º º]
Veleno Necrotico (Miscela Necrotica)__ Inutilizzato.
Veleno Logorante (Miscela Logorante)__ Inutilizzato.
Liquido del Camaleonte (Gemma della Trasformazione)__ Inutilizzata.


Abilità in uso

filius umbra__Impossibile da individuare attraverso i suoni o gli odori.
Nessuna vibrazione prodotta e non produrrà tracce sul terreno.
Annullamento completo dell'aura.
{Passiva Lvl.1, 2 e 3 Talento Assassino}

ante gradum__Non sarà possibile per gli altri personaggi intuire che cosa stia macchinando.
Si confonderanno le sue bugie con la verità e viceversa.
+ 2CS al campo "Intelligenza" ogniqualvolta il nemico usa una tecnica magica.
{Razziale Ombra "Allineamento Imperscrutabile" + Pergamena Discendenza Arcana - Mago}

aranae__Capacità di camminare ovunque, dalle pareti e ai soffitti
all'acqua, persino usando l'aria come appoggio.
{Pergamena Sostegno - Ladro}

oculi noctem__Le tenebre non ostacolano la sua vista, né il fumo o la nebbia.
{Pergamena Scrutare nelle Tenebre - Mentalista}

cerebrum inviolabilem__Difesa psionica passiva.
{Pergamena Mente Impenetrabile - Mentalista}


Attive Utilizzate

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Drag.
view post Posted on 4/9/2014, 21:54




( Arcipelago di Dorhamat, estremo sud - Akeran - Orgoglio )
pov - Ged; Vaalirunah; Floki Noctis





« Te he visto el otro dia / llegando del boticario / bailando por bulerias »

Olivia Herrera cantava come rapita dal ritmo, ballando sopra il tavolo di legno della mensa del secondo ponte sottooperta. La ladra era accompagnata dal frenetico battito delle mani di alcuni marinai, dagli abilissimi colpi di percussioni di Belu-Maz e dalla chitarra barocca di Drenthe. Il mezz'orco colpiva il cajòn con rapidità ed esperienza, seguendo l'amica e compagna mercenaria nella danza. Nessuno poteva negare che Belu-Maz avesse sangue Pelleverde - anzi, molti dubitavano avesse persino una goccia umana. Al di là della carnagione, il guerriero era fisicamente imponente, dei muscoli d'acciaio e il muso che pareva strappato direttamente dal deserto dei See. L'espressione sul suo volto (il mento sporgente, le zanne appena accennate e le sopracciglia cespugliose) era tuttavia sorridente e gentile. Buona parte della ciurma lo conosceva già: Belu-Maz non era un mezzo-pirata. Veniva arruolato stagionalmente come guardia del corpo su molti mercantili ed era rinomato sia per la sua abilità per mare che per la sua maestria nelle armi.

« Me quieres y no hay lugar / que nunca lo que te sobra / te falta a la boca »

La voce passionale di Drenthe rubò la stanza ad Olivia, la quale rimase per qualche istante interdetta. Evidentemente non si aspettava che l'uomo che accompagnava la danza improvvisasse un duetto: la ragazza sorrise selvaggiamente, accettando la sfida. Battendo gli stivali neri sul desco di legno di cipresso, la ladra tese una mano all'uomo di Dortan.
« Ay oye prima / »
« No tiene buena persona / »
« Buona persona corazon / »
« Ay! »

L'intera mensa scoppiò a ridere; Drenthe offrì la chitarra innanzi in segno di resa, ritirandosi dalla lotta. Olivia s'inchinò cortesemente, scendendo dal tavolo; qualche marinaio fischiò il proprio disappunto, sperando in un nuovo spettacolo. Per fortuna qualche buon'anima prese subito a rimare "Il Soldato e la Cameriera" catturando subito l'attenzione del pubblico.
Il morale dell'equipaggio era alto: avevano navigato per due giorni senza incontrare problemi o vento sfavorevole. Il tempo teneva le nubi lontane ed il sole pareva intenzionato a benedire la spedizione esattamente come aveva fatto Ged alla partenza; tra i marinai era nata questa superstizione: finchè vi fosse stato sereno ed un cielo pulito, il sole del dio del sacerdote-drago avrebbe protetto l'intero vascello. L'invito di Cleomenes ad esprimere una preghiera per il viaggio era stata, dunque, un'idea saggia (soprattutto perchè il gesto era stato notato da molti uomini a bordo della Orgoglio).
Le vettovaglie a bordo erano numerose e persino gli spazi sembravano accettabili; la caracca dei de Santos era stata progettata per interminabili traversate ed era stata costruita dal meglio che l'ingegneria navale potesse offrire. La mensa stessa dentro la quale stavano svagandosi era abbastanza capiente da ospitare un quarto della ciurma; la turnazione per entrare e desinare era estremamente rigida e severa, ma chi aveva la fortuna di capitare all'ultimo giro aveva la sala tutta per sè ed i propri compagni - proprio come quella sera. Si cenava tardi, ma non si aveva l'obbligo di ritirarsi in branda sino a quando Cleomenes, di ritorno dal banchetto con il comandante Ortiz, non avesse ordinato di spegnere le luci.
Olivia prese posto accanto a Lirin, sedendo e accavallando le gambe con fare malizioso. Herrera era una donna affascinante e piena di spirito che si portava sulle spalle una reputazione molto poco lusinghiera (il che, a Dorhamat, era un gran complimento): si diceva che nessuno fosse capace di baciare come lei, proprio come nessuno pareva in grado di accorgersi di essere stato derubato dei propri averi. Era una ladra avida di denaro ed avventure che non lasciava avvicinare altri uomini che non fossero Belu-Maz, con il quale aveva un rapporto di stretta amicizia professionale. Il mezz'orco stesso l'aveva seguita al desco dei draconidi, salutando rispettosamente sia Val che Ged con un cenno del grosso capo. Aveva provato a intavolare una discussione con il sacerdote, il primo giorno: voleva saperne di più sulla preghiera che aveva recitato alla partenza. La sua iniziativa, però, si era scontrata con la scarsa capacità dialettica con cui padronava la lingua comune - così lontana dall'aardens - ed aveva mollato l'argomento. Nessuno dei presenti, però, aveva mancato di notare le occhiate di puro interesse che Olivia lanciava a Floki: il tentativo di Ged di attaccare l'assassino era stato visto da molti e la cosa aveva sollevato tante chiacchiere - soprattutto perchè il sicario godeva di una certa sinistra reputazione, ormai.

« UN BRINDISI! »
Drenthe aveva alzato il calice nel momento preciso in cui "Il Soldato e la Cameriera" era terminata; sulla nave era un crimine giocare d'azzardo, ma bere e cantare erano occupazioni pià che benvenute. Il mercenario di Dortan, che sfoggiava incredibili occhi azzurri e occhi dal taglio vagamente a mandorla (tipico della gente del regno dei Cavendish), stappò con i denti una bottiglia di vino scuro e denso. Molti marinai protestarono veemente: il vino era normalmente una bevanda per gli eventi importanti e veniva bevuta comunemente solo dagli ufficiali; come Drenthe fosse riuscito a procurarsela era difficile da dire, ma questo non significava che anche gli altri non ne volessero un sorso.
Trenta persone riempirono l'aria della mensa con i propri bicchieri levati, pronti a buttar giù il buon augurio.
« Al Nuovo Mondo! »

« FERMI TUTTI! Nessuno beva! »
La voce imperiosa ed autoritaria di Cleomenes gelò l'intera mensa; l'unico suono che ancora si udiva era il rollìo lento della caracca che continuava a muoversi lentamente nelle acque tranquille dell'oceano. Per qualche istante l'aria divenne irrespirabile: un marinaio sfidò l'immobilismo generale per alzarsi ed aprire una finestrella sulla fiancata, lasciando passare un filo d'aria fresca all'interno del locale chiuso, colmo di fumo ed odori di cibo ed alcool.
Il gesto spezzò l'incantesimo che il secco latrato del nocchiero aveva gettato su tutti loro. Dietro di lui stava Barthèz, il quartiermastro, che si tormentava le maniche della camicia color terra con fare nervoso. Cleomenes, invece, aveva un'espressione tetra e grigia dipinta sul volto.

« Il signor Padro è morto gorgogliando dopo aver bevuto dalla riserva di vino del Comandante. », annunciò, indicando la bottiglia che Drenthe teneva in mano. « Vi sconsiglio di fare altrettanto. »

La notizia ribaltò completamente la mensa: decine di uomini lasciarono cadere sul tavolo i propri calici, alcuni sputando addirittura ciò che stavano bevendo (benchè nessuno avesse parlato di avvelenamento delle riserve di spirito della ciurma). Molti cominciarono ad imprecare, addirittura andando con le mani alle spade.

« Calma, signori. Calma! La situazione è sotto indagine.
Per il momento avete ancora mezza clessidra di libertà, poi tutti in branda - meno chi è di servizio sopracoperta.
»

Cleomenes sembrò guardare tutti uno ad uno, ma fu sui due draconici, la ragazza ed il famigerato sicario che si soffermò più a lungo.

« Voglio delle risposte, e le voglio entro domani mattina. »


QM POINT ::
Eccoci al secondo turno... e c'è già un morto!
Questo turno è molto semplice: si procede in Confronto per un giro rapido di indagini sulla questione, dove potete sentire le chiacchiere del resto dell'equipaggio o interagire con i png descritti fino adesso. Sempre in Confronto potete domandare altre informazioni o dettagli sui suddetti png oppure sfruttare i vostri CS "sociali" per sbrigliare la situazione.
Al momento di riportare il tutto in un post NON SARA' NECESSARIO riscrivere precisamente come avete agito in Confronto: potete limitarvi ad un riassunto (purchè il post abbia al suo interno il succo delle informazioni che riuscite a raccogliere).
Se lo desiderate, potete persino ignorare l'intera faccenda ed andare dritti a dormire.
Avete 4 giorni di tempo per preparare il post DAL MOMENTO IN CUI VI DIRO' "STOP" in Confronto. A voi!
 
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Wolfo
view post Posted on 7/9/2014, 23:57





A Nation of Thieves
take what is ours


Z18bS


- Voglio delle risposte, e le voglio entro domani mattina. -

La voce di Cleomenes fece tacere anche il più impercettibile dei rumori, obbligando ogni uomo e ogni donna a volgere l’attenzione sullo sguardo tetro del nocchiere. Il sacerdote non riuscì a nascondere il suo stupore e, preoccupato, abbandonò la carne secca che stava per addentare, appoggiandola con cura sul vecchio tavolo della mensa.
Qualche minuto prima, perso nei festeggiamenti e nella bolgia dell’equipaggio, il timore più grande di Ged consisteva nella paura di non riuscire a resistere al senso di disgusto e di ansia dovuto al lungo viaggio. Purtroppo il sacerdote non era un amante delle lunghe traversate e, per la maggior parte del viaggio, aveva combattuto il suo malessere rimanendo il più possibile all’aria aperta, lontano dai solidi parapetti dell’Orgoglio. Tuttavia, in quel frangente era talmente preoccupato - e spaventato - che riuscì persino a dimenticarsi del mal di mare.
Per quanto sembrasse coraggioso, Ged difficilmente riusciva a tenere i nervi saldi nelle situazione pericolose; sfortunatamente, pur di fare del bene, era solito buttarsi a capofitto anche negli affari che non lo riguardavano.
Un uomo era appena morto. Sebbene la maggior parte dei presenti sembrava più preoccupato per la propria incolumità, Ged non dimenticò neanche per un secondo il punto della situazione. Ricordava con chiarezza il volto stanco e spensierato di Padro che, fino a qualche giorno prima, si stava dando da fare per i preparativi del viaggio. Non sembrava una persona pericolosa; almeno non così pericolosa da ucciderla. Probabilmente il giovane pirata era deceduto “per sbaglio”, e questo straziò l’animo del pastore. Subito i suoi occhi saettarono verso Floki, il qualche sembrava del tutto indifferente.
Era opera sua. Era stato lo Spettro. Se lo ripeteva in continuazione, consapevole che Cleomenes avrebbe voluto delle prove per la sua tesi.

- Un complotto, te lo dico io! - Urlò uno dei marinai al suo compare, guardando in cagnesco il gruppo di pirati. In molti annuirono alla sua affermazione, mentre altri si limitarono a zittirlo con una grossa risata.
Fu in quell’istante che Ged lo notò.
Mentre tutti erano impegnati a ipotizzare le più efferate cospirazioni, il sacerdote scorse negli occhi di Liam una scintilla di timore; di paura.
Si avvicinò a lui rapidamente, intendo a scoprire qualcosa di più sull’intera faccenda. Sicuramente Floki aveva avvelenato le riserve del capitano, tuttavia non bastava. Lo Spettro era soltanto una pedina; lui doveva trovare il re.
Parlò con Liam per diversi minuti, ma questo lo fece soltanto agitare. Il giovane pirata si mise a urlare, convinto che l’omicidio del povero Padro era dovuto alla terribile maledizione del Kraken, un leggendario pirata le cui tracce sono avvolte nella più fitta nebbia.
Da Liam non avrebbe scoperto altro.

Qualche istante dopo, Ged incrociò lo sguardo con Belu-Maz. Si rammentò di come il mezz’orco aveva tentato di rivolgergli la parola, e volle ricambiargli la gentilezza.
I due parlarono per poco tempo, e il sacerdote apprese delle leggende che giravano sul terribile pirata Laurens de Graaf, e di come questi riuscì ad accumulare decine di manufatti dai poteri magici. Il pastore scoprì anche della rivalità che c’era tra il capitano dell’Orgoglio e Urrka - il nano al comando della Garmurath -. Con queste informazioni, Ged iniziò a pensare che il vero assassino - probabilmente - non era nemmeno sulla nave. Forse, la spedizione per il Nuovo Mondo era solo una copertura; forse le due navi erano alla ricerca di qualcosa; forse erano alla ricerca del lascito del Kraken.
Colto da un improvviso malore, il sacerdote preferì allontanarsi. Si congedò dal mezz’orco, mettendolo in guardia su Floki che - nel frattempo - aveva lasciato la mensa con Olivia.

─ ─ ─

Il ponte della nave era per Ged il posto migliore in cui stare.
Sentiva la nausea che lo abbandonava lentamente e un paio di boccate d’aria gli erano sufficienti per stare meglio. Almeno la maggior parte delle volte.
Quella sera era troppo agitato, e un paio di onde fecero traballare la nave più del dovuto. Fu costretto a correre verso il bordo della nave, e a sporgere la testa verso le acque bluastre. Non riuscì a trattenersi e, dopo aver gettato la sua cena nelle profondità marine, si voltò verso l’albero dell’Orgoglio, inarcando le spalle e mantenendosi ben stretto al parapetto.

- ...d-detesto questa nave. -


legenda

basso: 5% - medio: 10% - alto: 20% - critico 40%

Stato fisico: indenne;
Stato psicologico: indenne;
Energia: 100%;

CS: 3 (1 istinto / 2 astuzia);

Equipaggiamento: Lancia, armatura naturale;

Note: -


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Passive:

- Ged ha ereditato dalla prestigiosa razza dei draghi un intelletto sorprendentemente acuto, che gli permette di ricordare anche i più infimi dettagli del suo passato.

- Nel caso in cui Ged si dovesse trovare innanzi ad una illusione, indipendentemente dalla natura di quest'ultima, sarebbe sempre in grado di discernerla come tale, pur non dissolvendola né distruggendola. Non si lascerà ingannare dalle più banali illusioni, riuscendo a distinguerle sempre per ciò che sono.

- Il sacerdote vanta di una normale difesa psionica passiva.

- Qualsiasi difesa ad area richiamata da Ged - che sia magica, psionica o fisica - vanterà di un potere difensivo pari al consumo speso.


Attive:

-

 
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.Azazel
view post Posted on 8/9/2014, 10:42




A Nation of Thieves
take what is ours, Atto II
___ _ ___


~


L'intera ciurma, riunita nella mensa, cantava, brindava e ballava rumorosamente, senza freni, una vera e propria orgia composta da canti marinareschi e boccali che si levavano alti verso il cielo. Il morale era alle stelle: avevano solcato le tetre e sinistre acque dello Zar da due giorni e tutto filava liscio, nulla faceva presagire che quell'avventura avrebbe riservato oscuri ostacoli posti a bloccare la buona riuscita della loro leggendaria missione. La convinzione era che la blaterata religiosa di Ged sembrava servita per supportarli nel viaggio affiancati dal continuo bel tempo. Ma d'altronde Floki sapeva che i marinai non erano persone molto intelligenti, perlomeno quelli più comuni ed evitò di infrangere le loro false credenze comunicandogli che era semplicemente fortuna e non meritò della mano gigante ed invisibile di un Dio che spostava le nuvole lasciando spazio ad un cielo sereno. Nel baccano generale notò immediatamente le seducenti occhiate che Olivia gli lanciava ogni tanto e lui prontamente rispondeva con un lieve sorriso carico di complicità.

« UN BRINDISI! »
La voce di Drenthe risuonò per tutta la mensa e richiamò facilmente l'attenzione di tutti gli astanti. Stappò con i denti una bottiglia di vino, il che fece borbottare alcuni: era una bevanda che solo gli ufficiali potevano avere e destinata soprattutto a momenti speciali e per le ricorrenze più importanti. Nonostante tutto nessuno avvertì la necessità di rifiutare un boccale colmo di buon vino e i brontolii cessarono in un baleno.
« Al Nuovo Mondo! »

« FERMI TUTTI! Nessuno beva! »
Il grido autoritario di Cleomenes si levò alto, più in alto dei calici stracolmi e in procinto di venir svuotati, la voce imperiosa del nocchiero parve cristallizzare il tempo e tutti sembrarono congelarsi. Floki inarcò un sopracciglio e voltò pigramente lo sguardo verso l'uomo dall'espressione tetra e completamente opposta all'ambiente festoso e goliardico. Dietro Cleomenes vi era un Barthèz notevolmente nervoso e che non la smetteva di tormentarsi le maniche della camicia. L'assassino inspirò il profumo acre di guai e problemi.

« Il signor Padro è morto gorgogliando dopo aver bevuto dalla riserva di vino del Comandante. », comunicò, indicando la bottiglia che Drenthe aveva appena stappato. « Vi sconsiglio di fare altrettanto. »
Il morale di tutti si capovolse e le espressioni gioiose erano ormai un lontano ricordo. Le reazioni dei marinai furono molteplici e delle più disparate: alcuni, all'udire la mera notizia, persero l'equilibrio e caddero all'indietro, altri sputarono ciò che avevano in bocca e altri ancora iniziarono ad imprecare e addirittura a mettere le mani sulle spade. Il clima stava per riscaldarsi.
« Calma, signori. Calma! La situazione è sotto indagine.
Per il momento avete ancora mezza clessidra di libertà, poi tutti in branda - meno chi è di servizio sopracoperta. Voglio delle risposte, e le voglio entro domani mattina.
»
Lo sguardo del nocchiero si soffermò su Floki, sul sacerdote e sul lucertolone, le sue richieste erano chiare e dirette: avevano il compito di scoprire chi aveva avvelenato il vino e tentato di uccidere l'intero equipaggio. Floki, però, era di tutt'altro avviso: annoiato dalla situazione sbadigliò sonoramente e attese qualche istante prima di alzarsi ed andarsene, voleva sentire quali domande avrebbero mosso gli altri.
I quesiti fioccarono velocemente e la mensa si trasformò in una grande sala degli interrogatori dove le domande trovavano risposte anche se, quest'ultime, non risolvevano il caso in questione, anzi, a volte lo complicavano maggiormente.

« La maledizione! La maledizione! »
« Io l'avevo detto! L'avevo detto! E' la maledizione dell'Oceano Zar!! Il Kraken non ci vuole nel suo regno! »
Come una malattia sfociata dentro le mura cittadine e pronta ad espandersi a macchia d'olio, il terrore stava prendendo piede sempre più come una gigantesca palla di neve che scendeva lungo un pendìo acquistando velocità e dimensioni man mano che macinava metri. Alcuni dell'equipaggio iniziarono ad innvervosirsi sentendo tali frasi mentre altri iniziarono a pregare le proprie divinità affinché li proteggessero. Stanco di vedere così poca intelligenza, Floki alzò gli occhi al cielo e trattenne una bestemmia: dell'omicidio gliene importava ben poco, figuriamoci della maledizione dello Zar. S'alzò con noncuranza, muovendo qualche passo verso l'uscita della mensa, si fermò e guardò intensamente Olivia.

« Questa notte il Kraken udirà le tue grida di piacere, mi troverai nel mio alloggio se lo vorrai. »
Non uscì una parola dalla bocca dell'assassino, sapeva solo che l'attraente donna aveva sicuramente ricevuto il messaggio. Con ciò girò i tacchi e se ne andò definitivamente, lasciando che fossero gli altri a sbrigliare la matassa e a risolvere il problema. Dovette ammettere che, nonostante il suo menefreghismo generale, era alquanto curioso di scoprire l'identità del colpevole: avrebbe, magari, mosso qualche domanda ad Olivia, in intimità.

Come tutte le donne, anche Olivia amava far ribollire gli uomini nel proprio brodo e Floki dovette aspettare parecchio prima di vederla entrare nel proprio alloggio. La guardò e il suo corpo reclamava la carne, affondare le mani nei fianchi dell'altra e baciarla come mai aveva baciato nessuna. Era fin troppo abituato a fottersi le puttane di Taanach - che per'altro non lo soddisfavano nemmeno granché -, quella sera invece avrebbero fatto scintille e incendiato l'aria sopra lo Zar, poteva leggerlo negli occhi verdi della donna che aveva davanti, non era come le altre. Nessuno dei due aprì bocca, entrambi sapevano cosa l'altro voleva, si spogliarono e s'adagiarono sul modesto giaciglio. Il corpo di Olivia era quello di une Dea e i suoi capelli rossi apparivano come il bacio di fuoco di un'antica forgia. Indomabile come una fiera e passionale come l'amante perfetta, Floki si lasciò andare. Per lui i sentimenti erano privi di significato, non vi era amore ma solo il puro e semplice godimento derivante dall'atto sessuale in quanto tale, per questo riusciva a rimanere lucido e mantenere la mente attiva e accesa come una macchina in perenne lavoro. Tentò, tra un bacio e l'altro, di domandarle cosa sapesse a proposito dell'omicidio ma Olivia riusciva sempre a sviare o a sfoderare un sorrisetto enigmatico in grado di non lasciar trasparire nulla: il sicario aveva trovato pane per i suoi denti ma non se ne rammaricò, alla fine voleva solo sfogare i suoi istinti.
« Non sai proprio niente allora. »
Affermò standole sopra e afferrandole il collo con la mano destra per poi morderle un seno.
« Shh... sei testardo come un mulo. »
Sussurrò liberandosi dalla stretta alla gola e capovolgendo la situazione con forza e vigore; gli strappò le redini del gioco: era lei che stava sopra e Floki l'assecondò di buon grado. A letto era una furia e Floki dovette dare il meglio di sé per non sfigurare: sia mai che la sua reputazione possa venir infangata per colpa di una deludente scopata con una piratessa.
Al risveglio, il mattino seguente, era pronto ad un secondo round ma vide che Olivia aveva abbandonato il suo loculo lasciandolo solo e nudo.
Fece spallucce e si rivestì.
« Che donna. »
Parlò fra sé e sé, sorridendo maliziosamente.


Floki Noctis
lo Spettro

CS 8 ~ Agilità 1 - Destrezza 3 - Intelligenza 4

~ Basso 5% ~ Medio 10% ~ Alto 20% ~ Critico 40% ~

Energia: 95%
Status Fisico: Indenne.
Status Psicologico: Indenne.

Equipaggiamento in uso

Spada d'acciaio__ Inutilizzata.
Pugnale__ Inutilizzata.
Crepuscolo__ Inutilizzato. [º º º º º]
Veleno Necrotico (Miscela Necrotica)__ Inutilizzato.
Veleno Logorante (Miscela Logorante)__ Inutilizzato.
Liquido del Camaleonte (Gemma della Trasformazione)__ Inutilizzata.


Abilità in uso

filius umbra__Impossibile da individuare attraverso i suoni o gli odori.
Nessuna vibrazione prodotta e non produrrà tracce sul terreno.
Annullamento completo dell'aura.
{Passiva Lvl.1, 2 e 3 Talento Assassino}

ante gradum__Non sarà possibile per gli altri personaggi intuire che cosa stia macchinando.
Si confonderanno le sue bugie con la verità e viceversa.
+ 2CS al campo "Intelligenza" ogniqualvolta il nemico usa una tecnica magica.
{Razziale Ombra "Allineamento Imperscrutabile" + Pergamena Discendenza Arcana - Mago}

aranae__Capacità di camminare ovunque, dalle pareti e ai soffitti
all'acqua, persino usando l'aria come appoggio.
{Pergamena Sostegno - Ladro}

oculi noctem__Le tenebre non ostacolano la sua vista, né il fumo o la nebbia.
{Pergamena Scrutare nelle Tenebre - Mentalista}

cerebrum inviolabilem__Difesa psionica passiva.
{Pergamena Mente Impenetrabile - Mentalista}


Attive Utilizzate

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view post Posted on 9/9/2014, 00:13
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h e l l i s n o w
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L'Orgoglio; mensa (sera)
PoV: Lirin



LIRIN2_zps3a43f024

Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
La capacità di certe danzatrici di comunicare emozioni e sensazioni con il proprio corpo superando la barriera delle parole l'aveva sempre affascinata. E Olivia ci sapeva davvero fare. Una bella donna con le curve tutte al posto giusto in grado anche di usarle nel modo giusto. Lirin non ne aveva mai parlato con nessuno, un po' per mancanza di orecchie a cui confidarsi - un po' per timore di sembrare ridicola, ma le sarebbe davvero piaciuto imparare quel genere di movenze.

Chissà, forse se avesse trovato il coraggio di chiedere...

Quando lo spettacolo terminò e la piratessa se ne tornò a sedere, scegliendo proprio il posto di fianco a lei, dovette impegnarsi molto per evitare di palesare in maniera eccessiva la sua ammirazione. Le sorrise e si portò un bicchiere alle labbra, giusto per darsi una scusa per non aprir bocca. Non ebbe mai modo di ingollarne il contenuto, tuttavia, perché l'istante successivo il vicecapitano irruppe nella sala rivelando a tutti che le bevande degli ufficiali erano state avvelenate. Nessuno aveva detto nulla circa quelle della ciurma, ma Lirin sputò comunque tutto dalla bocca senza ragionarci su e senza preoccuparsi troppo di chi le stesse davanti. Fortunatamente non pochi avevano replicato, e nella sala vi era sufficiente sgomento da far passare in secondo piano mancanze di classe.

« Ma che diavolo?! »

Imprecò ad alta voce, unendosi al coro di bestemmie volanti. E mentre fra i marinai cominciavano a circolare leste voci di maledizioni e pirati leggendari, l'unico che sentì farsi avanti a chieder spiegazioni fu Val. Non che si aspettasse niente di diverso.

« Come è successo? Chi è che aveva accesso alle riserve? »
« Solo noi ufficiali. »
« Il signor Padro non era un ufficiale. Come ha fatto ad avere accesso al vino avvelenato? »
« Deve aver scassinato la porta. Qualcuno avrebbe dovuto chiuderla meglio... »

« Già, qualcuno avrebbe dovuto! »

Rincarò la dose lanciando un'occhiataccia incendiaria al quartiermastro, probabilmente senza neanche esser tenuta molto da conto. La verità era che le era preso uno spavento fottuto, e non si sentiva in posizione di poter essere biasimata. Diamine, per colpa dell'incompetenza di quell'idiota avrebbe anche potuto anche rimetterci la pellaccia!

« Con il suo permesso, signor Cleomenes, chiederei di poter esaminare il corpo e la stanza in cui è stato ritrovato. Può accompagnarmi se lo desidera, ovviamente. »
« Vengo anch--- »

Un cenno piuttosto eloquente da parte del lucertoloide troncò sul nascere qualsiasi possibilità per lei. Non la voleva tra i piedi. E quando mai! Solo quando c'era da faticare si curava bene di tenerla a portata di mano. Sfogò la sua frustrazione tirando una sonora manata sul tavolo, e quando si rimise a sedere notò anche che Olivia era già sparita. Ulteriormente innervosita, non trovò altre buone motivazioni per restare in mensa, quindi alzò i tacchi e si affrettò ad uscire a prendere una boccata d'aria. Forse la brezza sarebbe stata fresca abbastanza da sedarle i bollori.



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L'Orgoglio; cambusa riservata (sera)
PoV: Vaalirunah


Il silenzio era rotto solamente dal cigolio della lampada ad olio.
Il tetro fascio di luce pennellava a chiazze la stanza di colore seguendo il ritmo delle oscillazioni della nave, sagomando sulle pareti ombre dalle forme sempre differenti. Non vi era nulla di particolare che saltasse all'occhio in quella cambusa: solo casse, rifornimenti, bottiglie di vino organizzate su una griglia in legno a parete. Il cadavere che giaceva a terra nel sudario era l'unica ragione per la quale nessuno pareva in vena di parlare; e in tutta sincerità, non si poteva far altro che condividere una certa preoccupazione: rinvenire una tossina mortale fra i viveri degli alti ufficiali era un fatto molto grave, che avrebbe anche potuto destabilizzare pericolosamente la fiducia dell'equipaggio se non adeguatamente gestito. Proprio il genere di problematiche che sperava di non dover affrontare nella traversata, ma visto che ormai il disastro si era consumato, tanto valeva che se ne occupasse in prima persona e tentasse in ogni modo di mettere un tampone alla situazione.

Attese pazientemente che scoprissero il volto del marinaio, dunque si inginocchiò e allungò la mano destra in direzione del suo collo. Si mosse come a voler studiare i devastanti effetti del veleno, le tumefazioni che si era lasciato dietro sul volto e la gola dello sventurato Padro; in realtà ciò che stava facendo era ben più complesso che esaminare una salma.

Un flusso di pensieri e ricordi frammentati si riversò dalla mente del mezzo pirata a quella del draconide, che per qualche istante ebbe dinanzi a sé la visione del morto - dei suoi ultimi istanti di vita. Dalla sua prospettiva non notò nulla di differente rispetto all'attuale stato della stanzetta, ma fra i residui delle emozioni legate a quei fotogrammi percepì una certa soddisfazione: forse era contento di essere riuscito a intrufolarsi? Eppure l'operazione non era andata così liscia, Padro era stato scoperto. "A buon rendere, compare", gli aveva detto una voce familiare alle sue spalle, la voce di un uomo che il ladruncolo era stato capace di corrompere con una buona bottiglia di vino del comandante. Poi vi fu il suono di un tappo che saltava, il sapore di un buon rosso sulla lingua... e infine la morte.

Val si destò dal breve viaggio onirico trattenendo sulla propria mente un'impronta del dolore atroce che aveva colto il ragazzo prima di spirare. Digrignò i denti e attese che sfumasse via, prima di rimettersi in piedi e avvicinarsi alla riserva. La guardò per qualche istante cercando di intuire quante bottiglie mancassero, ma il disordine che regnava nel ripostiglio lo fece dubitare sulla rilevanza di un simile dettaglio. La cosa che più lo inquietava, a dire il vero, era che non riusciva in alcun modo a collegare la voce che aveva sentito alla faccia del suo proprietario, a dispetto dell'eccellente memoria di cui disponeva. Sapeva tuttavia che con tutta probabilità i ricordi che aveva assimilato erano troppo corrotti perché fosse in grado di sezionarli con la dovuta cura. Capitava di sovente quando effettuava quella pratica sui morti.

« Signor Cleomenes, come avrà notato anche lei la serratura della porta non presenta segni di scasso, dunque Padro deve essere stato fatto entrare da qualcun'altro, a meno che non abbia rubato le chiavi. Ma in tal caso si sarebbero dovute trovare sul corpo quando è stato rinvenuto. »
affermò continuando a scrutare la parete, le mani strette dietro alla schiena
« Oppure il signor Padro era uno scassinatore professionista e noi non ne avevamo idea. Quella serratura può essere aperta con la giusta attrezzatura ed una decina di minuti di tempo - come detto, andava chiusa meglio. »

Vaalirunah non se ne intendeva troppo di tecniche di scasso, dunque si limitò ad annuire alla contestazione del nocchiero, anche se quest'ultimo non sapeva ciò che aveva visto attraverso gli occhi di Padro. Era pur vero, d'altro canto, che l'altro individuo - ancora senza identità - si fosse potuto trovare coinvolto nella faccenda per puro caso. Altrimenti perché regalargli del liquore in cambio del suo silenzio? Si volse in direzione del quartiermastro, e senza lasciar trasparire alcuna emozione chiese un suo parere.

« Lei come spiega la presenza del signor Padro qua dentro, Barthèz? »

L'uomo aveva dato l'impressione di non riuscire a trattenere un certo nervosismo sin da quando era giunto in mensa accompagnato da Cleomenes, ma per qualche ragione Val non pensava fosse coinvolto in qualche modo nell'omicidio. Barthèz aveva l'aria di un codardo leccapiedi, e le sue successive parole non fecero altro che confermare quell'intuizione.

« C'è un agente dei grandi corsari a bordo. Ve lo dico io! In combutta con quel capitano Urrka, sicuramente. Vogliono impedire che il nostro nobile comandante si conquisti l'ammiragliato nel Sultanato. Padro ha evitato suo malgrado che tutti noi finissimo dimenticati negli abissi: è un eroe! »
il lucertoloide lo squadrò con aria severa, ma non si disturbò a commentare la malcelata accusa di tradimento
« Idee o informazioni di cui vuole renderci partecipi, signor Val? »

Il Kushaja si grattò il mento squamato riflettendo per alcuni istanti. Poteva dire di essersi fatto una buona idea del nocchiere, ma non lo conosceva ancora abbastanza per sapere fino a che punto fosse saggio fidarsi di lui. Non aveva idea se potesse o meno essere coinvolto nella vicenda, senza contare che era consapevole dei rischi che accuse parziali potevano comportare, quindi preferì tenere per sè le informazioni che aveva ricavato all'oscuro di tutti. Almeno per il momento.

« Qualche idea, sì. »
affermò lasciando qualche istante di silenzio che gli consentisse di osservare la reazione dei due uomini
« Ma le supposizioni sono pericolose quando mancano delle certezze, e ho idea che siate tutti troppo stanchi per continuare ad indagare a quest'ora. Domani potremo discuterne meglio, signor Cleomenes. Per il momento posso solo suggerire di chiudere questa stanza e di raccomandare al capitano e agli ufficiali di questa nave di non consumare nessuno dei viveri riservati. Per quel che ne sappiamo potrebbero essere stati tutti avvelenati. »

Una raccomandazione scontata, ma l'unica che si sentisse di dare al presente.

« Molto bene; grazie, signor Val. Domani riprenderemo le indagini. »

Annuì in risposta senza aggiungere altro. Aveva già qualche idea su chi interrogare, ma il tempo delle domande era scaduto e una notte di riposo era ciò di cui tutti avevano indistintamente bisogno.




Vaalirunah ~ Starlight Shard
▌Stato fisico: ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ (perfetto)
▌Stato mentale: ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ (perfetto)
▌Energia residua: 95%

CS:
— 1 in Istinto
— 2 in Saggezza
— 1 in Intelligenza


Passive:
— Memoria fotografica
— Resistenza psionica
— Immunità al dolore psionico
— Percezione delle Illusioni
— Conoscenza geografica/culturale dell'Akeran
— Affinità naturale con le bestie
— Percezione di punti critici vitali (anti-immortale)


Attive utilizzate:
COMUNIONE/RECISIONE

[...] Non solo: come il medico è in grado di esaminare un corpo e determinare le cause della sua malattia, allo stesso modo Val è capace di intuire il problema con la mente di chi soffre. Tramite un contatto fisico - generalmente nell'area del capo - e un consumo Basso, sarà in grado di assimilare rapidamente tutti i ricordi del soggetto, aiutandosi nella ricerca delle ferite invisibili da sanare. La tecnica, benché indubbiamente più sfruttata a tale scopo dallo sciamano fino ad oggi, può andare ben oltre le semplici applicazioni mediche, dal momento che le informazioni così acquisite possono rivelarsi utili in tante maniere diverse. È anche in grado di sfruttare la tecnica su corpi deceduti, ma tanto più tempo sarà trascorso dalla morte del bersaglio, tanto più confuse e imprecise saranno le informazioni ricavate, sino a diventare completamente incomprensibili se prelevate da salme ormai distrutte dal tempo.

Note: La sezione è stata svolta quasi tutta in confronto quindi non ho molto da segnalare, se non che ho inserito anche le CS nel riquadro riassuntivo (può sempre servire).




 
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Drag.
view post Posted on 10/9/2014, 14:06




( Arcipelago di Dorhamat, estremo sud - Akeran - Orgoglio )
pov - Ged; Vaalirunah; Floki Noctis

Padro non era un uomo di fede; i suoi amici a bordo della Orgoglio avevano spiegato al vicecomandante come nessuno di loro fosse legato ad una particolare religione: lo sfortunato marinaio sarebbe stato gettato nell'oceano con una collana di corallo nella mano della spada, un remo per navigare sul fiume dell'oltretomba ed un coltello di legno per mostrare agli dèi la sua vita piratesca.
Il corpo era stato completamente avvolto nel sudario ed era impossibile vederne il volto. La macabra scena alla quale Vaalirunah aveva assistito nella piccola cambusa degli ufficiali venne risparmiata a tutto l'equipaggio nel tentativo di non alimentare superstizioni e malcontento. Il sospetto aveva cominciato a serpeggiare all'interno della ciurma e si erano formati svariati gruppetti più o meno coesi che si squadravano l'un l'altro; le ipotesi più accreditate erano l'invidia dei corsari e dei nani di Urrka, ma la sottaciuta paura che si trattasse davvero della malevolenza del Kraken stava scavando dentro i cuori di molti marinai.
« Forse è stato uno sbaglio. », si sentiva sussurrare. « Forse non esiste una rotta. Forse lo Zar non ci vuole, qui. »
« Forse Padro è solo il primo; forse de Graaf ucciderà anche noi, se non torniamo indietro. »

Consapevole del problema, Cleomenes aveva deciso di tenere occupata la ciurma con una breve esercitazione mattutina ed un rapido controllo di tutto l'arsenale. Barthèz aveva dato ordine allo sbandieratore di segnalare le operazioni alla Garmurath, che seguiva di conserva. Poichè volevano evitare incidenti o incomprensioni, il nocchiero aveva suggerito ad Ortiz di invitare Urrka a bordo e fargli assistere all'esercitazione. Il comandante aveva ignorato il consiglio semplicemente liquidandolo con un gesto della mano: era palese come le chiacchiere del quartiermastro avessero catturato la convinzione del nobile di Dorhamat, convinto che i nani della fregata stessero cercando di assassinarlo e sabotarlo. Invitarli a bordo, secondo il suo modo di vedere, era poco meno di un suicidio. Nonostante le remore del comandante, però, Cleomenes si era preso la responsabilità di procedere comunque. Nessuno della Garmurath aveva risposto al messaggio.

Le esercitazioni durarono poco meno di due giri di clessidra: il sole era ben lontano dal suo apice quando il nocchiero decise di officiare i funerali di Padro.
Spinto dall'intuito - che già in partenza aveva funzionato -, Cleomenes aveva proposto a Ged di procedere con la cerimonia secondo il suo rito religioso: l'equipaggio di Dorhamat era sempre curioso nei confronti di nuovi culti ed avido di belle speranze, quindi la presenza di un sacerdote avrebbe allontanato tetri spettri dalle menti degli uomini.

« Affidiamo questo fratello agli abissi, », disse alla fine del rito. « che ci danno vita, cibo e scopo. »
Buona parte della ciurma circondava la salma riposta trasversalmente sulla murata di babordo; c'era grande silenzio, interrotto solamente dallo sciabordìo delle onde e dallo scricchiolare del sartiame imbrogliato a festone per sottrarlo all'azione del vento.
Ritto in piedi sulle scale di sinistra che portavano al castello di poppa c'era anche Ortiz Lopes de Santos. Era vestito esattamente come il giorno della partenza, colmo di ornamenti e pomposità - teschio di Pelleverde compreso. Belu-Maz non aveva espresso alcun commento a riguardo, nè degnato più di un'occhiata il capitano della spedizione. Questi osservava gravemente il corpo di Padro, arricciandosi di tanto in tanto gli aristocratici baffi.
Cleomenes in persona spinse la salma oltre l'impavesata, lanciando il povero marinaio nelle acque nere del mare.

« Che il Kraken abbia pietà di quest'uomo. »
La preghiera pronunciata a mezza voce da Hoomer risuonò stranamente alta alle orecchie dei presenti. Hoomer era un mezzo-pirata come molti, un uomo dimesso sia nel carattere che nell'aspetto che desiderava solamente la sua fetta di gloria in una vita che in trent'anni aveva regalato solo stenti. Aveva una vista eccellente, e poteva distinguere i particolari anche da molto lontano: era stato naturale lasciargli il ruolo di vedetta sulla coffa dell'albero maestro. Ciò che il semplice Hoomer tuttavia non aveva immaginato era quanto sensibile fosse Liam, l'amico di Padro: lui non poteva tollerare che qualcuno pregasse l'entità soprannaturale che, secondo lui, era l'origine di tutti i mali che presto sarebbero caduti sopra di loro.
« FOLLE! Invocare il Kraken in queste acque è pazzia! »
Trattenuto a stento da Theo e Jeròme, Liam aveva estratto la sciabola e aveva tentato di farsi largo tra l'equipaggio raccolto per colpire la vedetta. Il marinaio superstizioso continuava a sbraitare e bestemmiare, disprezzando l'incauto Hoomer per aver attirato sopra tutti loro l'ira del guardiano dell'Oceano Zar.
« Lasciatemi! Lasciat-- »
« Ora basta. » Il comando di Cleomenes fu così glaciale e pieno di minaccia da fermare all'istante ogni belligeranza. Troppi uomini nell'equipaggio stavano prestando ascolto alle farneticazioni di Liam: le leggere parole di Hoomer stavano per scatenare un linciaggio in piena regola. La paura e la paranoia gettano strane ombre sulla ragione delle persone, obnubilando il raziocinio in favore di un cieco tentativo di espiazione collettiva.
« Questo omicidio è opera di un singolo uomo, ed il signor Val è già ad un passo dal smascherarlo. », mentì, senza tuttavia guardare il draconiano in faccia. La notizia parve lasciare a bocca aperta molti marinai, che si guardarono l'un l'altro come per intuire le reciproche reazioni e scovare per primi il colpevole.
« Comunque, poichè la cambusa era della responsabilità del quartiermastro... »
Inaspettatamente, Cleomenes estrasse la pistola a pietra focaia e la puntò dritta su Barthèz.
« ... Sarà sua premura assaggiare ogni singola bevanda e pietanza a bordo per assicurarsi che nient'altro sia corrotto. »
Se possibile, il brusìo dell'equipaggio dinanzi a quella decisione incredibile venne sovrastato dal frenetico balbettare di Barthèz, incredulo e terrorizzato.
« Siete d'accordo, comandante? »
Barthèz cercò con lo sguardo il superiore, sperando nella sua clemenza. Posto dinanzi all'evidenza (ed al fatto che il nocchiero teneva ancora puntata la sputafuoco sul naso del quartiermastro), Ortiz serrò la mascella in una rigida espressione di comando.
« Era ciò che stavo per ordinare, signor Cleomenes. »
Più sotto, Barthèz gemette.

( Arcipelago di Dorhamat, estremo sud - Akeran - Orgoglio )
pov - Hoomer

Hoomer era piuttosto intirizzito e sconsolato; in un battito di ciglia era diventato l'uomo più disprezzato della nave - salvo forse il quartiermastro ed il comandante, che pochi rispettavano. La baraonda che si era creata quel mattino al funerale di Padro era stata pagata con una lavata di capo e l'ordine di saltare la cena con i compagni per un turno prolungato sulla coffa. Liam aveva avuto una punizione simile, pulendo l'intera batteria di colubrine del secondo ponte sottocoperta. Forse, in cuor suo, Hooomer avrebbe preferito quell'incarico: osservare il buio totale a diciotto metri d'altezza, in una notte umida e ventilata e con il morale sotto i tacchi, era tra i compiti più umilianti che esistessero. La vedetta, immersa nei suoi tristi pensieri, continuò a scrutare nelle tenebre.
Barthèz non era morto, quel giorno. Riluttante, aveva assaggiato tutto ciò che di commestibile c'era a bordo sotto lo sguardo attento dell'assassino, Floki Noctis. Il sicario non sembrava aver preso male quell'incarico - per sadismo, immaginò Hoomer. Certe persone mettevano i brividi.
Avevano navigato spediti verso sud, seguendo le ultime rotte traversabili prima del grande vuoto mai mappato nella storia di Theras. La tensione nell'equipaggio era palpabile, percepibile in ogni respiro, occhiata e parola sussurrata: sembrava di trovarsi sull'orlo di un baratro con la consapevolezza di essere in procinto di lanciarsi, e sperare che vi sia qualcosa sul fondo per attutire la caduta - ed uscirne vivi.
Hoomer si avvolse maggiormente nella coperta. I suoi occhi castani cercarono il profilo luminoso della Garmurath, dinanzi a loro (aveva preso la testa della conserva durante il meriggio). Le lanterne di poppa, insieme al lucernario sull'impavesata sotto l'albero di mezzana, la rendevano una figura ben visibile.
Per contrasto, tutto ciò che la circondava pareva completamente nero. Per qualche istante, Hoomer non riuscì a distinguere il mare dal cielo velato e senza stelle - perduto in un velo d'ombra.
Poi udì le campane d'allerta della Garmurath ed intravide un nano segnalare il pericolo con le bandiere.

« ALL'ARMI! ALL'ARMI! SIAMO SOTTO ATTACCO! »


QM POINT ::
Il funerale di Padro avviene durante il mattino seguente agli eventi dello scorso post, e a Ged viene consentito di officiare una cerimonia secondo la sua religione prima del lancio della salma in mare. Nonostante abbia citato alcuni di voi siete liberi di presenziare al funerale o meno, così come di descrivere le vostre reazioni o meno.
La seconda parte del post avviene durante la notte dello stesso giorno (tutti recuperate le energie al 100% dopo una notte di buon riposo): è mezzanotte, e Hoomer, la vedetta, scorge i segnali di pericolo della Garmurath. Qualcosa sta attaccando anche la Orgoglio, entrando dai boccaporti e saltando direttamente sul ponte come missili d'acqua. Sembrano tritoni, armati di spade d'osso e di ghiaccio. Hanno un aspetto squamoso e viscido, ma sono terribili e senza pietà. Hanno limitate capacità magiche (per lo più elementalismo dell'acqua e del ghiaccio).
Dovete imbastire un autoconclusivo contro queste creature che attaccano la nave, tenendo presente che sono alcune decine (ma non attaccano solo voi! Ci sono quasi 150 marinai a bordo della Orgoglio) ed hanno pericolosità D. Avete libertà di partenza e movimento sulla nave (potete quindi decidere che stavate dormendo in branda oppure che eravate già sul ponte, oppure in mensa), ma non potete manovrare i png - specialmente quelli importanti. Se desiderate particolari sulle loro azioni, ve le descriverò in Confronto. Prestate particolare attenzione ai danni che riceverete: poichè si tratta di un singolo "viaggio", le ferite che soffrirete non si cureranno automaticamente, ma verranno trascinate anche nella prossima quest.
Avete 5 giorni di tempo (fino al 15/09/14 compreso). A voi.
 
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Wolfo
view post Posted on 11/9/2014, 21:55





A Nation of Thieves
take what is ours


Z18bS


- Rèquiem aetèrnam, dona eis, Domine, et lux perpètua lùceat eis.
Requiéscant in pace...
-


La voce del sacerdote era avvolta da un manto di tristezza e - tra un parola e l’altra - i più acuti avrebbero notato una sfumatura di rabbia. Il pastore era furioso. La morte accidentale di Padro era un segno; una inevitabile conseguenza della scarsa attenzione che Ged aveva prestato all'intera faccenda. Immerso tra i suoi pensieri e perso nella curiosità di vedere il Nuovo Mondo, Ged aveva completamente ignorato la presenza di Floki sulla nave. Un assassino del suo stampo non sarebbe mai rimasto tranquillo, prima o poi avrebbe commesso qualche errore. Tuttavia, in cuor suo Ged sperava che lo Spettro non esercitasse le proprie arti a così pochi giorni dalla partenza.
Durante il rito funebre, il sacerdote cercò di soffocare i propri sentimenti, rimanendo distante e ignorando quell'impulso irrefrenabile che gli suggeriva di catturare Floki e rinchiuderlo finché l’Orgoglio non avesse fatto ritorno a Dorhamat.
L’intero rito si concluse in un modo decisamente poco tradizionale. Il corpo fu gettato in mare con una serie di oggetti che - tra i pirati e i marinai - dovevano avere un significato profondo. Il sacerdote non fu totalmente d’accordo, ma preferì assecondare gli amici del defunto, dal momento che conoscevano Padro da molto più tempo di lui.
Cleomenes spinse la salma in mare, abbandonando il povero marinaio nelle acque scure dell’oceano.

- Che il Kraken abbia pietà di quest'uomo. - disse Hoomer, la vedetta della nave, alla fine del rito, scatenando l’ira di Liam. Quest'ultimo, furioso, impugnò la sciabola per ferire il povero marinaio.
Fu Cleomenes a calmare gli animi, obbligando i presenti a tacere.
Dopo aver convinto l’equipaggio che il buon Val aveva quasi scoperto il nome dell’assassino, il nocchiere obbligò Barthèz ad assaggiare tutte le vivande.
La mattina trascorse velocemente e, a fine giornata, l'equipaggio sembrava più tranquillo.

Poi venne la notte.

─ ─ ─

Il sacerdote giaceva sulla propria branda, abbandonato nell’abbraccio di Morfeo e con il viso appoggiato al guanciale (se così si può definire una serie di pezzi di stoffa accatastati l’uno sull’altro). Nel silenzio si poteva udire il suo respiro profondo che, con un ritmo altalenante, accompagnava il lento moto della nave. L’Orgoglio sussultò, ma Ged era così stanco che non se ne accorse. Nemmeno udì le urla di Hoomer, la vedetta; continuava a vagare nell’oblio della sua mente, ignaro di cosa stesse accadendo attorno a lui.
Qualche minuto più tardi, il sacerdote venne strappato dal proprio sogno e riportato alla realtà. La nave ondeggiava pericolosamente ma - forse per qualche strano meccanismo di difesa - il corpo del pastore respinse la nausea. Non ci volle molto ad impugnare la lancia, il cui manico argenteo riluceva alla fioca luce delle candele.
Corse repentino verso il ponte, dove udiva numerose urla che si sovrapponevano; gli sembrò addirittura di sentire altri suoni, quasi gutturali, che sovrastavano le parole dei marinai causando una inquietante cacofonia senza senso.

Arrivò sul ponte e quello che vide fu terribile.

Decine di esseri stavano assaltando la nave; ridevano, urlavano e si muovevano come delle bestie immonde, guidate solo dal proprio istinto. Il loro corpo era ricoperto di squame e combattevano con delle armi grossolane, perlopiù spade e coltelli fatte di osso e ghiaccio.
Nella bolgia Ged riuscì a notare che le creature - in qualche modo - sembravano senzienti. I loro movimenti e i loro sguardi non erano mossi soltanto dall’istinto, sembrava che stessero collaborando per far cadere l’Orgoglio. Tuttavia, quelle furono per Ged soltanto delle sensazioni; sensazioni che dovette abbandonare quando uno di quei mostri incrociò il suo sguardo.
Incapace di fuggire, il sacerdote si fiondò nella mischia, pronto ad aiutare i suoi compagni. Attorno a lui le bestie si stavano avvicinando; erano riuscite ad accerchiare il sacerdote e una manciata di marinai e pirati; questi, cercando di difendersi, arretravano sempre di più, fino a quando furono talmente vicini da rendere impossibile qualsiasi via di fuga. Ged, intuendo che il panico stava consumando i suoi compagni, cercò di rivoltare la situazione.
- FORZA! Uniti vinceremo! - urlò con forza, ma questo gesto sembrò divertire quelle folli creature. Non riusciva a scorgerne con chiarezza le forme; la notte avvolgeva la nave con il suo mantello e il sacerdote dovette stringere gli occhi per poter individuare nell’ombra le sagome del nemico.
- Rogh, pta pta. Rogh! -, numerosi versi si udivano nell’ombra. Ged e i suoi compagni rimasero immobili, troppo spaventati per abbandonare la loro posizione. Poi, dal nulla, le bestie saltarono verso il piccolo gruppo; i marinai non riuscirono a trattenere le urla ma, in quelle grida di terrore, si udì una lenta sinfonia di sottofondo.
- lux protectores, lux defendunt, lux protectores, lux defendunt... - il corpo di Ged era ricoperto da una strana pellicola dorata e luccicante, come se una stella risplendesse direttamente dal suo cuore. - LUX! - urlò, e dal suo corpo esplose una gigantesca onda d’urto che, con la sua potenza, fece da scudo al sacerdote e ai suoi compagni, respingendo le creature nelle ombre da cui provenivano.
Avvolti da un’aura di coraggio, i marinai si dispersero. Alcuni iniziarono a combattere, altri fuggirono terrorizzati. Alcuni vinsero, altri morirono.
Il sacerdote non si mosse.
Restò immobile al centro del ponte, mentre la battaglia infuriava attorno a lui.
- Ti vedo, bestia... - sussurrò alle tenebre - ...e non ho intenzione di fuggire. -

La bestia non gli dava tregua. Ged riusciva a stento a difendersi dai rapidi fendenti del suo avversario. La spada di ghiaccio del nemico era quasi invisibile; la fioca luce impediva al sacerdote di intuire la direzione dei colpi. Riuscì a scansare un paio di fendenti con la lancia ma, dopo diversi minuti, la sua nemesi riuscì ad affondare la propria lama nella carne del pastore. Ged gemette e, alla vista del suo braccio insanguinato, la sua mente iniziò a ospitare un piccolo focolaio di paura.
La bestia rideva del sacerdote, disprezzandolo. Sembrava che stesse soltanto giocando con lui, come se non lo ritenesse un pericolo.
Colto dall’ira, il pastore non riuscì più a trattenersi e, stringendo con forza la lancia, sussurrò qualche parola con la sua flebile voce. Ancora una volta il corpo di Ged si illuminò e, qualche istante dopo, un’onda d’urto investì la bestia, la quale non riuscì più a muovere un muscolo. Sembrava intrappolata nel suo stesso corpo e dai suoi occhi vitrei iniziò a emergere uno spiraglio di terrore.
- Perché?! - gridò il pastore, senza ottenere alcuna risposta. - Chi siete voi? È dunque questa la maledizione del kraken?! - A quel punto il sacerdote sferrò un veloce fendente, consapevole che il suo bersaglio non sarebbe riuscito a difendersi. La lama di Ged non arrivò a toccare il corpo della vittima, ma si fermò qualche istante prima, liberando un fulmine che - repentino - si infranse sul petto della bestia, atterrandola.
- Andate via! - disse disperato - ANDATE VIA!! -; ma la bestia si rialzò, ansimando, e dalle sue fauci sputò un pericoloso getto d’acqua nera. Il sacerdote riuscì a eludere il colpo per miracolo, evocando in un istante una piccola cupola d’oro, che lo ammantò nella sua luce. Tuttavia, una volta esaurita la difesa, la bestia scattò vero il sacerdote e infilzò nuovamente la sua spada nella carne di Ged, questa volta nel fianco.
- Basta, BASTA!! - gridò con forza, non riuscendo a ignorare il dolore; afferrò il suo avversario - non voleva lasciarlo andare - e abbandonò la lancia a terra. Perso in una spirale di rabbia e furore, il sacerdote strinse con forza la mancina, evocando al suo interno una piccola sfera dorata. In quell’istante guardò il suo avversario negli occhi ma, accecato dalla collera, non riuscì a riconoscere alcun segno di resa. Chiuse gli occhi e abbozzò un violento gancio allo stomaco del nemico, facendo esplodere tutta l’energia che aveva raccolto.

La bestia cadde al suolo, priva di sensi.
Con timore, Ged si avvicinò. Accostò il suo viso alla creatura, ed ebbe un sospiro di sollievo quando udì il suo cuore battere.


legenda

basso: 5% - medio: 10% - alto: 20% - critico 40%

Stato fisico: danni alti corpo (taglio di entità media al braccio destro / taglio di entità media al fianco sinistro);
Stato psicologico: indenne;
Energia: 45%;

CS: 3 (1 istinto / 2 astuzia);

Equipaggiamento: Lancia, armatura naturale;

Note: Eccoci qua, riporto in breve un riassunto tecnico delle abilità utilizzate:
1) - Difesa ad area per difendere Ged e i suoi compagni dal primo assalto delle creature, consumo basso, difesa bassa (grazie alla passiva).
2) - Tecnica di “paralisi” ad area per bloccare la bestia, consumo medio, danno basso.
3) - Attacco elementale (fulmine), consumo medio, danno medio.
4) - Difesa ad area per difendere Ged dall’attacco elementale della bestia, consumo medio, difesa media (grazie alla passiva).
5) - Attacco elementale (fulmine) per mettere ko l’avversario, consumo alto, danno alto.

Per il resto, so di avere usato parecchie energie. Tuttavia, le creature hanno una pericolosità più alta di quella di Ged, di conseguenza ho preferito rendere le cose più realistiche.


- - - - - - - - - -


Passive:

- Ged ha ereditato dalla prestigiosa razza dei draghi un intelletto sorprendentemente acuto, che gli permette di ricordare anche i più infimi dettagli del suo passato.

- Nel caso in cui Ged si dovesse trovare innanzi ad una illusione, indipendentemente dalla natura di quest'ultima, sarebbe sempre in grado di discernerla come tale, pur non dissolvendola né distruggendola. Non si lascerà ingannare dalle più banali illusioni, riuscendo a distinguerle sempre per ciò che sono.

- Il sacerdote vanta di una normale difesa psionica passiva.

- Qualsiasi difesa ad area richiamata da Ged - che sia magica, psionica o fisica - vanterà di un potere difensivo pari al consumo speso.


Attive:

[...] Una volta investito dalla benedizione dei draghi, Ged sarà in grado di manipolare l’elemento sacro, edificando fulmini e saette direttamente dal proprio corpo. Queste avranno una traiettoria precisa e potranno rivolgersi soltanto a un singolo bersaglio. La tecnica, di natura magica e variabile, avrà lo scopo di bruciare letteralmente il bersaglio, causando ustioni più o meno gravi a seconda del consumo speso.
Allo stesso modo, il sacerdote potrà usare questo potere per generare una difesa ad area, creando una barriera attorno sé (e ai suoi alleati) al fine di contrastare un’offensiva nemica. Questa tecnica, come la precedente, è di natura magica e prevede un consumo di energia variabile. La difesa eretta avrà le sembianze di una semplice e abbagliante cupola (dal diametro di circa dieci metri), e proteggerà - per una sola azione - tutti quelli che staranno all'interno di essa.

Ged, con un consumo medio di energia, potrà creare una sorta di campo magnetico (dalle sembianze di una cupola trasparente, visibile soltanto per la leggera distorsione dell'aria) avente un diametro di circa dieci metri. Ad eccezione del sacerdote e dei suoi alleati, i bersagli presenti nell'area rimarranno paralizzati, incapaci di muoversi all'interno della cupola di energia.
In termini di gioco, si tratta di un attacco ad area di natura magica che genera, su tutti i bersagli, una costrizione di livello basso e dalla durata di un turno.

 
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.Azazel
view post Posted on 12/9/2014, 20:29




A Nation of Thieves
take what is ours, Atto III
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La serpe del sospetto s'era insinuata nel ventre della Orgoglio e i suoi effetti avevano colpito tutta la ciurma: dopo il caso di avvelenamento - e morte - di Padro, ogni singolo marinaio aveva mutato il proprio atteggiamento divenendo più guardingo e diffidente nei confronti dei compagni. Che fosse per l'identità ancora sconosciuta del sabotatore della missione o per la maledizione del Kraken che, come una nebbia venefica aleggiava su tutti loro mettendoli sul chi vive, l'unica certezza era l'apprensione palpabile nell'aria. Anche Floki iniziava a dubitare della sua scelta di partire visto che le cose non stavano prendendo la piega migliore: ogniqualvolta gironzolava solitario per la nave - poche volte visto il numero di uomini presenti -, doveva sempre tenere la guardia alta, memore che un uomo aveva perso la vita per colpa di un calice che non conteneva proprio vino.
Un assassino prudente nei confronti di un altro misterioso assassino.
Gli parve un paradosso ma dovette conviverci; dopo la notte di sesso con Olivia dovette cambiare atteggiamento e risultare meno menefreghista, non voleva certamente morire in un posto come lo Zar. Gli ufficiali, se non altro, sembrarono saper il fatto loro e cercavano in tutti i modi di tenere la mente dei propri uomini lontana da certi pensieri facendoli esercitare e controllare gli armamenti più spesso del solito. Durante il funerale, Floki se ne stette in disparte, nelle retrovie, assistendo malvolentieri all'ennesimo inutile cerimoniale: zitto e immobile osservò la salma venir gettata nei flutti sottostanti, immersa nel silenzio generale di tutti. Cleomenes dovette intervenire per sedare gli animi di Liam, amico del defunto, e di Hoomer la vedetta che pregò il Kraken di avere pietà di Padro. Liam era andato su tutto le furie: pregare l'entità che, secondo lui, stava causando tutti i quei problemi era un'assurdità, un affronto.
« Questo omicidio è opera di un singolo uomo, ed il signor Val è già ad un passo dal smascherarlo. Comunque, poichè la cambusa era della responsabilità del quartiermastro sarà sua premura assaggiare ogni singola bevanda e pietanza a bordo per assicurarsi che nient'altro sia corrotto. »
Il comandante parve d'accordo e acconsentì dinanzi l'evidenza dei fatti.
Floki, inoltre, era stato incaricato di tener d'occhio Barthèz mentre svolgeva il suo dovere di "assaggiatore" ufficiale di tutte le vivande presenti sulla nave, compito piuttosto pericoloso e che certamente non ingolosiva nessuno, per non parlare che il sicario metteva a dura prova la sopportazione dell'uomo sorridendogli sadicamente ogniqualvolta mandava giù un boccone di cibo, curioso di vedere se poco dopo fosse crollato a terra in preda a spasmi o direttamente privo di vita.

Il viaggio proseguì e le due navi s'inoltravano sempre più nel cuore dello Zar, solcando acque che nessuno aveva mai osato solcare prima e tale pensiero aumentava la tensione e le preoccupazioni degli uomini. Floki se ne stava sul ponte e camminava avanti e indietro, amava stare all'aria aperta e cercava di ritornare il più tardi possibile sottocoperta.

« ALL'ARMI! ALL'ARMI! SIAMO SOTTO ATTACCO! »
Hoomer, la vedetta lanciò un grido e il sicario alzò la testa, incredulo.
Attacco?
Erano in un tratto del continente sconosciuto, chi diavolo poteva mai attaccare due navi nel bel mezzo dello sconfinato oceano?
E poi li vide.
Proiettili squamosi che schizzavano dalle acque e atterravano sulle assi di legno dell'Orgoglio mettendo mano ad armi fatte d'osso e di ghiaccio e iniziando ad attaccare i marinai presenti i quali reagirono sfoderando spade e sciabole. Floki sguainò la spada con la destra mentre il ponte diveniva letteralmente un campo di battaglia che vedeva scontrarsi due eserciti differenti. Due tritoni si fecero avanti, zampettando con i loro arti viscidi verso l'assassino mentre lo studiavano con i loro grandi occhi lattiginosi e producendo suoni indecifrabili fra loro in una lingua sconosciuta.

« Fatevi sotto. »
Poteva sembrare allucinante o fuori luogo ma Floki non chiedeva altro: un pò di movimento per tenere in allenamento muscoli e mente ma soprattutto affondare il metallo della propria spada nel ventre di qualcuno, che fosse umano o un pesce aveva poca differenza.
Sputò a terra e fece gesto alle due creature di attaccare.
Non se lo fecero ripetere due volte.
Il tritone di sinistra scattò in avanti mentre l'altro cercava di aggirare Floki per colpirlo da dietro: l'assassino schivò prontamente il fendente portato dal primo tritone ma non poté far nulla da quello proveniente alla schiena che lo ferì al braccio sinistro delineando lungo l'arto una lunga e dolorosa lacerazione che inzuppò ben presto la manica di sangue. Nonostante avesse letto le intenzioni offensive della seconda bestia ne uscì comunque ferito e la cosa lo fece andare su tutte le furie: parevano molto agili e veloci anche fuori dal loro elemento naturale. Contrattaccò con violenza raggiungendo velocemente il tritone che aveva tentato di colpirlo alle spalle: finse di volerlo colpire con un affondo diretto alla pancia ma in realtà il colpo vero e proprio era un montante sinistro diretto a colpire il volto della creatura. Lo colpì in pieno e lo mandò a gambe all'aria, rimase a terra diversi istanti, visibilmente stordito e dolorante dal colpo appena incassato. Era una situazione alquanto pericolosa, oltre ad essere in due contro uno, i due nemici sembravano mettere in difficoltà l'assassino, uno cercava di colpirlo alle spalle mentre l'altro lo teneva occupato. Come tattica sembrava dare i suoi frutti e Floki dovette giocare ben presto le proprie carte dopo l'ennesima schivata. Cercò di ripagarli con la stessa moneta. Alle spalle del tritone che stava affrontando apertamente evocò una creatura nera e fumosa, armata di una lunga spada identica a quella del proprio padrone: con un secco sibilio la lama si mosse e troncò di netto la testa del tritone mentre il corpo acefalo ricadeva a terra con un tonfo sordo e la testa rotolava via attraversando alcune schermaglie limitrofe. Il servitore scomparve dopo aver attaccato e il secondo tritone non pareva affatto intimorito, tutt'altro, motivato come non mai ad uccidere Floki la creatura marina evocò in una mano una letale lancia di ghiaccio che lanciò con violenza verso la schiena del sicario.
Iniziò a ridere sguaiatamente mentre il corpo del sicario diveniva pura e intangibile tenebra.
Ora che era solo contro un unico nemico poteva giocarsela al meglio e dopo esser stato già colpito alle spalle non avrebbe dato altre possibilità all'altro di rifarlo. La lancia di ghiaggio lo attraversò come un proiettile che attraversa un banco di nebbia e si conficcò nel ventre di un marinaio, a pochi metri dietro, il quale cadde a terra urlando di dolore. Iniziò a leggere negli occhi primitivi del nemico un primo barlume di tensione e un principio di terrore dopo che l'assassino fece sfoggio delle sue abilità nelle arti delle ombre. Ma oltre alle capacità legate alle tenebre vi erano abilità ancor più subdole e legate alla misteriosa magia che azzannava e lambiva la mente. Smise di ridere di botto e sgranò gli occhi fissando il proprio bersaglio.
Il tritone iniziò a tremare e cominciò a guardare il proprio corpo, lasciò la presa sulla spada d'osso e urlò disperatamente in preda al terrore mentre col passare dei secondi orripilanti necrosi ed escrescenze infette e ricolme di pus ricoprivano tutto il corpo squamoso della creatura la quale cercò di rimettersi in piedi per tuffarsi e trovare rifugio nelle acque dello Zar dalle quali era giunta. Floki, entrato nel vortice più estremo del sadismo, raggiunse la creatura barbollante e le tranciò via di netto entrambe le gambe con un fendente di spada, all'altezza delle ginocchia.
Altre urla disumane.
Altro sangue.

« Orsh ushro Kraken, sikras unhimash buts Umbras. »
Che le Ombre abbiano pietà della tua anima, non il Kraken.
Afferrò il capo della creatura agonizzante con la mancina e con violenza e crudeltà inaudita iniziò a sbattere il volto ricoperto di piaghe del tritone sulle dure assi lignee dell'Orgoglio.
Una.
Due.
Tre volte.
Ad ogni colpo il muso della creatura mutava divenendo sempre più una maschera di sangue e deforme mentre il cranio si ridusse a poco più di una poltiglia disgustosa e viscida. Dopo il cruento sfogò alzò il corpo tumefatto e mutilato dell'essere con la mancina, lo scrutò per qualche istante, come per vedere il risultato finale dei suoi attacchi e valutarne l'efferatezza e, con sguardo compiaciuto, lo gettò nelle acque come fosse uno straccio sporco.
Lo Zar aveva così conosciuto l'empietà celata nel ventre sotterraneo di vecchia Taanach.


Floki Noctis
lo Spettro

CS 8 ~ Agilità 1 - Destrezza 3 - Intelligenza 4

~ Basso 5% ~ Medio 10% ~ Alto 20% ~ Critico 40% ~

Energia: 50%
Status Fisico: Danno medio sotto forma di lacerazione (braccio sx).
Status Psicologico: Indenne.

Equipaggiamento in uso

Spada d'acciaio__ In uso.
Pugnale__ Inutilizzata.
Crepuscolo__ Inutilizzato. [º º º º º]
Veleno Necrotico (Miscela Necrotica)__ Inutilizzato.
Veleno Logorante (Miscela Logorante)__ Inutilizzato.
Liquido del Camaleonte (Gemma della Trasformazione)__ Inutilizzata.


Abilità in uso

filius umbra__Impossibile da individuare attraverso i suoni o gli odori.
Nessuna vibrazione prodotta e non produrrà tracce sul terreno.
Annullamento completo dell'aura.
{Passiva Lvl.1, 2 e 3 Talento Assassino}

ante gradum__Non sarà possibile per gli altri personaggi intuire che cosa stia macchinando.
Si confonderanno le sue bugie con la verità e viceversa.
+ 2CS al campo "Intelligenza" ogniqualvolta il nemico usa una tecnica magica.
{Razziale Ombra "Allineamento Imperscrutabile" + Pergamena Discendenza Arcana - Mago}

aranae__Capacità di camminare ovunque, dalle pareti e ai soffitti
all'acqua, persino usando l'aria come appoggio.
{Pergamena Sostegno - Ladro}

oculi noctem__Le tenebre non ostacolano la sua vista, né il fumo o la nebbia.
{Pergamena Scrutare nelle Tenebre - Mentalista}

cerebrum inviolabilem__Difesa psionica passiva.
{Pergamena Mente Impenetrabile - Mentalista}


Attive Utilizzate

servus tenebras__La tecnica ha natura magica, consumo Alto. Noctis richiama in campo una creatura nata dall'oscurità stessa che potrà assumere qualsiasi aspetto umanoide o animale, imitando anche equipaggiamento, voce, odore e aura del bersaglio (compreso il caster stesso); altrimenti può manifestarsi come una creatura nera e fumosa, dagli occhi simili a braci incandescenti. Il servitore potrà eseguire un singolo attacco (o una rapida serie) che avrà una potenza effettiva pari al consumo della tecnica -Alto- infliggendo un danno dello stesso livello. Il servitore rimane attivo solamente nella fase di attacco, svanendo dopo aver compiuto l'azione offensiva nei confronti dell'avversario o chi per lui.
{Pergamena Servitore di Tenebra - Ladro}

corporis umbram__Il legame instauratosi tra le ombre è Noctis è inscindibile e intenso come quello connaturato fra una madre e il proprio figlio. Proprio per questo sarà in grado di richiamarle e sfruttarle per difendersi dalle offensive nemiche che tenteranno di ferire la sua persona, inutilmente. Tramite questo dono oscuro ogniqualvolta lo riterrà opportuno, Noctis potrà trasformare il proprio corpo, o parte di esso, in pura tenebra, intangibile e incosistente, e si farà attraversare completamente dalle offensive nemiche, magiche o fisiche che siano, uscendone incolume. In termini di gioco la tecnica è una difesa di natura magica a consumo Variabile.
{Abilità Personale 3/10 - Consumo Medio}

necrosis animi__La tecnica ha natura psionica, consumo Alto. In seguito ad un'onda mentale emanata dal caster, la vittima inizierà ad osservare gravi e orride ferite aprirsi sul proprio corpo. Tagli infetti, necrosi veloci, e quanto di più cruento l'assassino sia in grado di immaginare. La mente della vittima percepirà questi danni in modo tanto reale e concreto da rifletterli sul corpo, che verrà ferito esattamente allo stesso modo della visione. Sebbene la tecnica sia di natura psionica, provocherà danni fisici pari ad Alto.
{Pergamena Necrosi Mentale - Mentalista}






Edited by .Azazel - 21/9/2014, 10:03
 
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view post Posted on 14/9/2014, 10:08
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LIZARDMAN3_zps1051d33e

« E così questo è l'unico modo. »

Le parole si dispersero nell'ampia sala come grano nel vento, lasciandosi dietro solamente silenzio. Vaalirunah stanziava nei pressi di una delle grosse aperture nella roccia, finestre grezzamente scolpite che davano sulle distese della Roesfalda - in quei frangenti bruciate da un tramonto cremisi. Fissava un punto distante, indefinito, in mezzo all'ardente sagoma solare.

« Talvolta la via più facile è anche la più ingiusta. »

Una voce gravata dal peso degli anni gli fece eco in risposta da qualche parte sul fondo, ma lui non si voltò. Rimase in piedi, composto, mani serrate dietro la schiena. Non lasciava mai andare troppo di sè agli altri. Neppure quando aveva dentro un dolore così intenso da straziare l'anima, o quel che gliene restava. Avrebbe voluto trovare la forza di infuriarsi, lasciare andare quella sofferenza nel modo più semplice e spontaneo; urlare a quel vecchio che da quando aveva aperto gli occhi in quel mondo, niente era stato giusto. Ogni cosa fuori posto, ogni frammento privo di collegamento. Eppure egli sapeva nella sua saggezza che non avrebbe così risolto il suo problema, e che nelle parole dell'uomo vi era molta verità.

« Capisco. »

Non riuscì a dire altro. Sapeva che una sola parola in più sarebbe stata troppo, e forse il vecchio riuscì a percepire meglio di quanto avesse creduto il suo stato d'animo.

« Le due parti di te si chiamano a vicenda, Vaalirunah. Sono come magneti tenuti prigionieri, che impossibilitati a toccarsi non possono far altro che orbitare l'uno attorno all'altro in attesa del momento in cui potranno riunirsi. La pazienza, dunque, deve essere la tua virtù in questa impresa. Il tempo guarirà la tua ferita. »

Chiuse gli occhi cercando la pace, ma trovò solamente altra irrequietezza nei propri pensieri, indecisione e rabbia. Ancora una volta, l'anziano parve in grado di leggerne la mente.

« Se preso della frustrazione - » incalzò l'uomo « - dovessi decidere di affrettare le cose, potresti causarti una ferita di gran lunga più terribile di quella che grava ora sul tuo spirito. Una di quelle che neppure gli anni saranno mai in grado di rimarginare. »



-------------------------------

L'Orgoglio; ponte
PoV: Vaalirunah



Riaprì gli occhi destato dalle urla di allarme.
In un breve istante riprese pienamente coscienza del luogo dove si trovava, degli ultimi eventi passati e delle circostanze presenti, e quasi senza rendersene conto si trovò a impugnare l'asta del guan dao. Fece scorrere rapidamente lo sguardo per il ponte, ove si era soffermato a riflettere incapace di prender sonno, ma nelle tenebre sferzate appena da alcuni strali di luce artificiale riuscì a scorgere esclusivamente dei frammenti. Marinai che correvano spaventati, scivolando sul sangue e sull'acqua, pirati che combattevano ferocemente con creature umanoidi dalle strane movenze. Tuttavia, seppure tutto attorno imperversasse il caos, non si lasciò prendere dal panico e a guardia alta si avvicinò al gruppo più vicino per comprendere meglio la natura dei nemici che avevano abbordato la nave. Fece giusto qualche passo prima che la sua avanzata venisse bruscamente interrotta da un cadavere che - rotolando - giunse ai suoi piedi: Val ne scrutò i lineamenti, deformati dal terrore dell'ultimo istante, e rialzò poi lo sguardo incrociando quello del suo assassino.

La creatura era ricoperta di squame viscide, armata di un tridente dalle punte smussate e di due occhi liquidi traboccanti malvagità. Grugniva e latrava versi incomprensibili per il mezzodrago, ma da come agitava il corpo e menava la lingua non gli riuscì difficile comprenderne l'intento. In un attimo il ricordo dei rituali della razza infame che l'aveva richiamato sul Theras - le stesse spoglie in cui era ora imprigionato - gli trafisse vividamente la mente, ma si sforzò di scacciarlo con una prova di volontà. Non poteva lasciare che la rabbia annebbiasse i suoi pensieri, ora.

Non fece commenti, sapeva che sarebbero stati superflui, e si preparò al duello.

Il tritone balzò in avanti dando sfoggio di sorprendente agilità, sufficiente - suo malgrado - a prenderlo in contropiede; Vaalirunah non si aspettava infatti una reazione così pronta, e seppur riuscì a deviare in tempo l'affondo di tridente evitando il peggio, una delle punte aguzze si impigliò tra le scaglie del fianco destro strappandole dalla pelle assieme a lembi di tessuto. Serrò la mascella e passò al contrattacco calando in verticale l'alabarda sulla spalla dell'avversario, ora esposta a causa dell'azione precedente. La lama tuttavia cozzò sulle squame della bestia come fossero roccia, senza riuscire a penetrarle neppure di qualche centimetro, costringendo il lucertoloide ad un rapido disingaggio. Deviò con un colpo simmetrico la successiva offensiva, e fece un paio di saltelli all'indietro per mettere nuovamente un po' di spazio tra lui e il nemico, che dal canto suo non pareva intenzionato a dargli tregua. Preceduto da un grottesco grido di guerra, fra le dita palmate del selvaggio si condensò uno spuntone di ghiaccio che si premunì di scagliare immediatamente in sua direzione. Ma quella volta il Kushaja fu pronto: richiamò in proprio aiuto delle lingue di sabbia, che materializzatosi dal terreno si impennarono in fretta verso l'alto schermandolo dall'assalto. Le due manifestazioni magiche si divorarono a vicenda, disgregandosi infine in un festone di coriandoli luminosi.

« VAL! »

Il grido di una voce familiare lo costrinse a dirigere lo sguardo verso l'entrata per la sottocoperta, da dove una visibilmente agitata Lirin era appena emersa ad armi in pugno. Lui esibì una smorfia in tutta risposta: aveva sperato che fosse rimasta di sotto, coricata sulle brande, ma evidentemente il trambusto doveva averla svegliata.

La distrazione quasi gli costò la vita.

In un impeto di furia omicida il tritone si scagliò ancora su di lui, con veemenza tale che nonostante il Kushaja fosse dotato di una stazza decisamente maggiore, riuscì appena ad arrestare un paio dei rapidi affondi prima che il terzo impattasse con così tanta forza sulla sua guardia da disarmarlo. Per un colpo di fortuna, in quell'ultimo assalto l'arma del tritone - in già precarie condizioni - si frantumò definitivamente, costringendolo ad abbandonarla e a passare alle mani. Facendo leva sul vantaggio che si era costruito grazie alla sua aggressività, balzò addosso al mezzodrago travolgendolo e buttandolo a terra. Così, nel giro di pochi secondi, quello che era iniziato come un duello all'arma bianca si era trasformato in una zuffa animalesca, dove ogni parte cercava in qualche modo di liberarsi dall'altra a furia di gomitate e graffi. Quel che il mostro marino non poteva sapere era che in quei frangenti quello che aveva un vantaggio non era lui. Vaalirunah lo azzannò al collo strappando con una sola morsicata una buona fetta della carne nauseabonda della creatura; questa gridò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, mentre zampilli di sangue chiaro sgorgavano dall'ingente ferita che tentava disperatamente di coprire con le proprie mani. Sfruttando l'occasione, Val assestò un diretto nelle costole del suo nemico e se ne liberò scagliandolo sul pontile.

Si rimise prontamente in piedi, sputò i rimasugli organici che gli restavano in bocca e si ripulì come poteva. Mentre l'umanoide si dimenava urlante sul pavimento spruzzando sangue ovunque, Val lanciò rapidamente un'occhiata in direzione della sua apprendista per verificare che stesse bene. Dopo pochi attimi riuscì ad individuarla impegnata in un duello assieme ad altri mercenari della nave. Fu silenziosamente grato al destino per averle risparmiato la vista di quello scontro ferale.

« Avete scelto la nave sbagliata da abbordare. »

Affermò a denti stretti, quasi in un grugnito, consapevole che probabilmente quella bestia neppure poteva sentirlo ora. Allungò il braccio destro in avanti e l'alabarda rispose al richiamo, catapultandosi nuovamente tra le sue dita come fosse stata attirata da un magnete invisibile.

« Ma per tua fortuna, non sono privo di pietà. »

La coda squamata guizzò rapidamente in direzione dell'uomo-pesce, attorcigliandosi attorno alla sua caviglia; con un secco strattone, Val lo attirò a sé e lo finì con un colpo alla gola, dando poi immediatamente le spalle al cadavere per allontanarsi - lievemente zoppicante - in direzione della schermaglia, pronto a dar manforte ove necessario.


Vaalirunah ~ Starlight Shard
▌Stato fisico: ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ (danno da lacerazione al fianco; graffi e ferite superficiali sparse)
▌Stato mentale: ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ (perfetto)
▌Energia residua: 55% (100% - 10% - 5% - 10% - 20% - 0%)

CS:
— 1 in Istinto
— 2 in Saggezza
— 1 in Intelligenza


Passive:
— Memoria fotografica
— Resistenza psionica
— Immunità al dolore psionico
— Percezione delle Illusioni
— Conoscenza geografica/culturale dell'Akeran
— Affinità naturale con le bestie
— Percezione di punti critici vitali (anti-immortale)


Attive utilizzate:

STILE DELLA FALCE BASTARDA Usato a consumo Medio
Si tratta di uno stile di combattimento ibrido che integra diverse discipline nell'utilizzo di armi di fanteria, che siano a due mani, come lance, picche e alabarde, falci, o a presa singola come sciabole, scimitarre e asce da guerra, e le unisce ad alcuni incantesimi di base utili nella schermaglia. Se fornito di un'arma da taglio che rientri nelle categorie sopracitate, Val sarà in grado di effettuare attacchi rapidi e precisi mirati alle zone vitali dell'avversario, infliggendo danni di natura fisica pari al consumo speso (Variabile). [...]


DOTI DEL CACCIATORE
Un corpo abituato a muoversi tra i rami, a inseguire la preda più debole come un segugio e a fuggire da quella più forte con agilità: Val ha ereditato dallo sciamano Kushaja questo genere di forza, che seppur non trovi più applicazione frequente come un tempo, è talvolta tornata utile nei viaggi intrapresi assieme alla sua compagna. Con un consumo Basso, l'uomo lucertola sarà in grado di eseguire balzi poderosi, che gli consentiranno di raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili o di evitare attacchi non troppo rapidi - e non superiori al consumo speso - diretti alla sua persona [...]


DOMINIO DELLA SABBIA Usato a consumo Medio
Un insieme di arti magiche incentrate sul controllo e la manipolazione della sabbia (o terriccio, a seconda delle zone dove viene impiegato), affinato da Val sfruttando alcune delle conoscenze dello sciamano Kushaja. Per esempio, spendendo un obolo di energie Variabile, masse di sabbia vorticante si verranno a formare in difesa della Scaglia o di eventuali alleati, assumendo le forme più disparate a seconda della necessità del caso e arrestando offensive di pari o inferiore potenziale.[...]


CITAZIONE
Possiedono un muso allungato, denti spessi e aguzzi e una mandibola in grado di sprigionare una forza sufficiente a smembrare un comune uomo con un singolo morso.[...]

Pergamena Morso della Tigre (B), Sciamano: Con un consumo Alto, Val è in grado di mordere l'avversario con ferocia inaudita, infliggendo un danno di pari potenziale. La tecnica ha natura fisica.


STILE DELLA FALCE BASTARDA
[...] Infine, dovesse perdere la presa sulla propria arma nel corso dello scontro, gli sarà possibile richiamarla in proprio pugno semplicemente desiderandolo (consumo Nullo - non si applica ovviamente se la perdita dell'arma deriva da un danno all'equipaggiamento).

Sequenza:
1. Il tritone si lancia su Val tentando un affondo di tridente (attacco fisico), e data la sua superiore agilità riesce ad andare parzialmente a segno, nonostante l'uomo lucertola riesca a deviarne la traiettoria con l'alabarda. Val incassa dunque una lacerazione ad un fianco (orientativamente un medio di danno).

2. Val contrattacca sfruttando Stile della Falce Bastarda (maestria in combattimento, guerriero) a consumo Medio, offensiva da cui il tritone si protegge completamente sfruttando una difesa di pari potenziale (qualcosa di simile a tempra di ferro del guerriero). I due hanno un altro breve scambio, dopodiché Val utilizza la pergamena Balzo per mettere un po' di distanza fra lui e il nemico, nel tentativo di gestirsi meglio la superiore destrezza dell'avversario.

3. Il tritone continua con una manipolazione elementale del ghiaccio di livello medio (lo spunzone), arrestata da parte di Val grazie all'ausilio dalla variabile difensiva Dominio della Sabbia (alias: dominio della terra dello sciamano), a pari consumo.

4. Val viene distratto dal grido di Lirin e il tritone ne approfitta per tagliare nuovamente la distanza e attaccare. Sfruttando i suoi cs mentali, Val è questa volta però in grado di reagire meglio di prima (dal momento che ha osservato già i movimenti del nemico), e riesce a non farsi ferire, benché nel processo venga disarmato. A questo punto l'arma del tritone si spezza (ci ha messo troppa foga nell'assalto ignorandone le pessime condizioni), e preso dall'ira balza letteralmente addosso al lucertolone atterrandolo. Tutto lo scambio è di esclusivi attacchi fisici.

5. Dopo una breve colluttazione, in cui Val rimedia qualche graffio (ricordo che ha un'armatura naturale di squame che lo aiuta a mitigare questo tipo di danni), il Kushaja utilizza la pergamena Morso della Tigre per azzannare il tritone al collo e provocargli una ferita molto seria (consumo Alto). A questo punto gli è relativamente facile disfarsene.

6. Val si rialza da terra e richiama la propria alabarda con la personale Nulla (compresa sempre in Stile della Falce Bastarda), dopodiché usa la sua coda prensile (arma naturale) per attirare a se il nemico agonizzante e finirlo con un colpo da taglio.


Note: Ho tagliato la parte sul funerale per due ragioni: è già stata adeguatamente descritta dai miei compari, e non desideravo scrivere un wallpost esclusivamente per non tralasciare nessuna scena. Al suo posto ho preferito inserire un breve spaccato di un'avventura passata del personaggio, volutamente ambigua, giusto per non lasciare esclusivamente la parte del duello (che ho cercato di sintetizzare il più possibile). A tal proposito, ho preferito non coinvolgere Lirin in questo scontro per evitare di renderlo troppo caotico, ma come si evince dal testo anche lei è impegnata in un altra frazione del ponte a dare manforte agli altri marinai. Non è che resta a guardare insomma!




 
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view post Posted on 16/9/2014, 18:53




( Arcipelago di Dorhamat, estremo sud - Akeran - Orgoglio )
pov - Ged; Vaalirunah; Floki Noctis

Per qualche istante, le creature umanoidi simili a tritoni sembravano essere in grado di sopraffare la resistenza dei marinai a bordo della Orgoglio. La notte scura ed il pavimento scivoloso del ponte non aiutavano affatto i combattenti, i quali lottavano tenacemente raggruppati là dove il nemico li aveva colti di sorpresa; le piccole sacche di resistenza, però, sembravano destinate a soccombere. I mostri dell'oceano erano potenti e abili nella magia dell'acqua e del gelo, facendo terribile banchetto degli sprovveduti che non avevano avuto la prontezza di sguainare le proprie lame ed armarsi contro l'inevitabile. Hoomer, in cima alla coffa, osservava inorridito i suoi compagni sotto di lui: la vedetta continuava a suonare la campana d'emergenza per chiamare alle armi tutti gli uomini a bordo, sperando di sconfiggere con il numero quei demoni degli abissi. La notte, però, era fitta e maligna: il lucernario di poppa e le torce fissate sugli alberi della caracca illuminavano appena il campo di battaglia. Persino la vista acuta di Hoomer faticava a capire cosa stesse accadendo là sotto.
Il sonoro schiocco di una pistola a pietra focaia risolse però ogni suo timore: i rinforzi erano finalmente giunti dal ventre della nave. Ortiz de Santos in persona aveva sparato dritto sul muso di uno di quei terribili tritoni mentre questi lottava contro un marinaio, e gli dava le spalle.

« AVANTI, UOMINI! RESPINGETE QUESTE BESTIE NEL BAATHOS! »

Ortiz sguainò la scimitarra ingioiellata, sferrando dei rapidissimi fendenti alla schiena del mostro al quale aveva sparato. Il nobiluomo di Dorhamat combatteva co uno stile piuttosto strano - rigido nelle movenze del busto, ma sinuoso ed agile con le braccia. Compìto ed altero, Ortiz guidava il reparto di pirati che si era trascinato dietro dal primo ponte sottocoperta. Il ponte superiore aveva retto solamente grazie al coraggio di Floki, di Ged e di Vaalirunah: nessun altro aveva combattuto con altrettanta ferocia da annientare completamente il nemico e spaventare gli altri assalitori. Persino Lirin era riuscita a dare manforte ai pirati con i quali si era per caso trovata, respingendo uno ad uno gli attacchi e lottando per ogni asse di legno.

« Ben fatto, marinai! », si congratulò Ortiz, affiancando i tre che si erano distinti nella battaglia. Il volto del nobile era imperlato di sudore e fin troppo pallido per un uomo avvezzo al combattimento, ma bisognava dargli atto che si stava ben comportando durante la prima difficoltà cui la spedizione andava incontro.
Alle sue spalle, il mercenario di Dortan chiamato Drenthe stava finendo un tritone con una serie di giravolte e movimenti eccessivamente larghi ed inutili. Nonostante paresse più un artista circense che un guerriero, la sua wakizashi apriva dozzine di fori sulla sua pelle viscida. Alla fine, il mostro cadde a terra nel momento in cui Drenthe si inchinava ai presenti. In un battito di ciglia, l'uomo tornò nella mischia, seguendo Belu-Maz e Olivia.
Questi due, in particolare, lottavano in perfetta e terribile sincronia: il mezz'orco mulinava una coppia di larghe sciabole affilate con estrema forza, troncando di netto le armi di ghiaccio degli assalitori. La sua pelle verde, però, era costellata di piccole ferite: l'unico segno di cedimento che si intravedeva sul suo volto era una smorfia che accentuava ancor più il suo retaggio orchesco. Olivia Herrera, invece, danzava saettando da un punto all'altro colmando i buchi del compagno meticcio, scagliando uno sciame apparentemente infinito di pugnali e bruciando con violente fiammate che prorompevano dalla sua mano destra.

« Balliamo insieme, Lirin! »
Olivia offrì una mano alla giovane ragazza dell'Akeran, invitandola a combattere fianco a fianco. La ladra sembrava capace di sincronizzarsi alla perferzione con il proprio partner (abilità che anche Floki aveva potuto apprezzare), e nel combattimento colpiva e difendeva con la stessa passione dimostrata nella danza e nel canto. Era selvaggia ed irresistibile: seguiva le mosse di Lirin assecondandone i gesti per raggiungere laddove lei non poteva, mentre Belu-Maz si preoccupava di tenere il sentiero pulito dai nemici. Tutti e tre parevano una strana macchina assassina, e sebbene pochi si sarebbero dimenticati del modo in cui Vaal e Floki avessero ucciso i propri nemici (o di come Ged avesse salvato tutti con le sue barriere protettive), molti si convinsero che il maggior numero di uccisioni fossero state compiute proprio dalla figlia adottiva dell'uomo-lucertola.

In pochi minuti, le poche decine di mostri vennero sconfitte o messe in fuga.
Il numero e la tempestività dei rinforzi, giunti mentre gli altri tenevano salde le difese del ponte, ebbero la meglio sulle creature marine. Ortiz levò in alto la scimitarra, sfolgorante di luce e bagliori per via delle fiaccole sugli alberi. Incurante dei molti uomini caduti, il comandante della Orgoglio gonfiò il petto e si erse con tutta l'autorità alla quale poteva fare appello:
« ABBIAMO VINTO! HUZZAH! »
« HUZZAH! » « HUZZAH! » « HUZZAH! »

« Comandante! » Hoomer era sceso tempestivamente dall'albero maestro, unendosi ai festeggiamenti. « La Garmurath segnala di avere avuto la meglio sui mostri! »
Ortiz annuì gravemente, nascondendo molto bene il proprio rammarico per quella notizia. Liam, però, non riuscì ad accettare altrettanto dignitosamente la presenza della vedetta; memore della preghiera invocata dal marinaio durante il funerale dell'amico, il mezzo-pirata ora vedeva un singolo, preciso colpevole.
« Se siamo salvi non è certo per merito tuo, cane! », esclamò, irrompendo nel cerchio dinanzi al comandante e puntando il dito su Hoomer. « Oggi hai chiamato il Kraken ed egli ha risposto! Quanti di noi dovranno ancora morire per saziare la sua collera e liberarci della tua stupidità? »
La vedetta, che evidentemente nè si aspettava di essere aggredita a quel modo nè comprendeva appieno ciò che stava accadendo, osservò stupefatto il marinaio che ora si rivolgeva direttamente ad Ortiz.
« Quest'uomo porta sventura a tutti noi, comandante. Hoomer è la cancrena che infetta la mano: non possiamo perdere il corpo per un singolo dito! »
Il silenzio tra la ciurma divenne teso e nervoso, come carico d'odio. Improvvisamente Hoomer era divenuto un facile bersaglio, un capro espiatorio per le superstizioni (vere o presunte) di tutti - un ruolo che pretendeva la sua testa.
Ortiz non mostrò alcuna emozione; si limitò a rinfoderare la scimitarra, accarezzando nuovamente i baffi arricciati. Il suo sguardo si concentrò sul sicario, su Ged e su Vaal: un lampo di astuzia balenò nei suoi occhi castani.
« Il signor Cleomenes è stato ferito ed il quartiermastro non è ancora stato trovato. », annunciò. Effettivamente nè il nocchiero nè Barthèz erano sul ponte.
« Occupatevene voi, signori, nel modo che più riteniate opportuno. »

Senza proferire altro, Ortiz girò i tacchi e tornò nel castello di poppa.
La sua mente già ragionava sulle implicazioni di quell'aggressione e sulla necessità di lasciare quella zona al più presto. Presto avrebbe segnalato alla Garmurath di levare l'ancora e ripartire, anche a costo di muoversi nel buio per qualche giro di clessidra. Cleomenes era stato colto al costato proprio mentre lo stava proteggendo da due creature, ed era stato sopraffatto nel gesto. Una vera fortuna che quel Drenthe fosse nei paraggi.
Sotto sotto, poi, sperava che Urrka fosse stato ucciso dai tritoni.

Liam si avvicinò a Floki, indicando con la punta della spada un sempre più impaurito Hoomer.
Attorno alla vedetta si era creato il vuoto, e fin troppi marinai ora incrociavano le mani sul petto scoccando occhiate d'odio e di risentimenti nei suoi confronti. Secondo il loro modo di vedere, era davvero colpa sua.

« Aiutami a togliere di mezzo questo iettatore. », sibilò il mezzo-pirata al sicario.


QM POINT ::
Ortiz se ne lava le mani e vi incarica di decidere il fato di Hoomer, la vedetta. A dispetto di quel che può sembrare, questa è una scelta molto importante ai fini di una sottotrama e legata ad un evento che avverrà nella prossima quest. Liam invita Floki ad aiutarlo nel gesto per ovvie ragioni: tutti sanno che Noctis è un assassino, e le sue gesta nell'autoconclusivo non sono passate inosservate. La decisione, però, coinvolge tutti. Siete liberi di discuterne tra voi e parlarne in Confronto.
Avete 4 giorni (fino al 20/09/14 compreso). Vi prego di scusarmi per eventuali errori ma i numerosi esami a cui sto sottoponendo gli occhi stanno riscuotendo il loro tributo sulla mia vista.
 
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view post Posted on 20/9/2014, 17:05
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h e l l i s n o w
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L'Orgoglio; ponte
PoV: Vaalirunah



Quando il furore della battaglia si quietò, fra cadaveri e sciabole insanguinate i due si ricongiunsero.
Si scambiarono un lungo contatto di sguardi, da una parte il mezzodrago leggermente zoppicante - mano sul fianco ferito - dall'altro la ragazza, sudata, ancora visibilmente euforica per quanto era capitato, e allo stesso tempo sostanzialmente illesa. Una visione che diede al primo un certo conforto, e alla seconda la spinta per rompere il silenzio.

« Stai bene? Sei ferito? »

Gli si avvicinò con fare concitato per esaminare lo squarcio sanguinolento che si apriva tra le scaglie e il tessuto della tunica, ma lui la rassicurò poggiandole una mano sulla spalla e invitandola a farsi indietro con gentilezza.

« Non ti preoccupare, non è niente.
Hai fatto un buon lavoro.
»

Come di consueto la vide arrossire per il complimento, ma quando Lirin volse il capo e incrociò i cenni d'approvazione e i sorrisi dei sopravvissuti quell'imbarazzo lo vide mutare in orgoglio, in soddisfazione, e si sentì felice per lei. Per quanto sventurato fosse stato l'avvenimento, la battaglia aveva forgiato per lei un nuovo gradino verso la maturazione. A Vaalirunah sarebbe invece rimasta solamente una cicatrice e una certa repulsione per l'odore del pesce marcio. Quando tuttavia si accinse a recuperare la sua roba per dirigersi sottocoperta - magari in cerca di attenzioni mediche - il lucertoloide si rese conto che in realtà gli strascichi della battaglia non si erano ancora completamente spenti. Nell'aria vi era gioia, certo, per la battaglia vinta e per i mostri uccisi nella mischia, ma dimenticare i morti era sempre difficile. Per Liam, accettare la scomparsa di Padro come una fatalità pareva essere un'impresa fuori dalle sue possibilità.

Iniziò a inveire contro la vedetta, colpevole di aver pronunciato delle parole di troppo durante il funerale, affibiandogli colpe che qualunque uomo non strangolato nel suo intelletto da sciocche superstizioni non avrebbe esitato a considerare delle assurdità. Sapeva tuttavia che un capro espiatorio era quanto di più ideale vi fosse per sfogare le frustrazioni e i malumori, e che la maggiorparte delle persone a bordo non doveva avere una cultura sufficiente a realizzare quanto stupida potessere essere una decisione del genere. Quindi decise di prender parola nel tentativo di sedare il focolare prima che fosse troppo tardi.

« Che diavolo state facendo? »
grugnì ad alta voce il lucertoloide per attirare l'attenzione
« Abbiamo appena evitato una strage grazie all'ineccepibile lavoro del signor Hoomer, e voi avete il coraggio di chiederne il linciaggio basandovi esclusivamente su sciocche superstizioni? Quella del Kraken è una leggenda, e le leggende non uccidono. »

Si fece avanti in maniera tale da mettersi proprio al centro dello spazio che si era venuto a creare attorno al pirata, e piantò con forza l'estremità dell'asta sul pavimento. Stava fissando Liam dritto negli occhi, non per intimidirlo ma per mettere in chiaro che non aveva timore di fronteggiarlo faccia a faccia sull'argomento, a dispetto di quanti nella ciurma potessero supportarlo.

« Signor Liam, il vostro amico non è stato ucciso da un fantasma. È stato ucciso da un assassino che ha avvelenato le riserve del comandante, e che con tutta probabilità ancora si trova su questa nave, a meno che la sorte oggi non ci abbia arriso decretando la sua fine per mano di una di queste bestie. »
punzecchiò con la punta della coda uno dei cadaveri degli uomini-pesce, come a voler attirare l'attenzione su di loro
« E queste creature mi sembrano tutto fuorché spettri partoriti da una maledizione. Sono fatti di carne e di sangue, e come avete ben potuto constatare, sono perfettamente in grado di morire. Non posso saperlo per certo, ma potrebbero essere creature dell'oceano che con il nostro passaggio abbiamo inavvertitamente disturbato. Vi ricordo che da queste parti di navi non ne passano molte, e se le altre hanno ricevuto la nostra stessa accoglienza non è da escludere che si trovino ora sul fondo del mare - assieme al loro equipaggio. »

Intravide il volto di Lirin nella folla che si era radunata lì vicino, e notò che sembrava indecisa sul da farsi. Cercava più volte lo sguardo della mercenaria con cui aveva combattuto nel corso della schermaglia - Olivia - probabilmente perché intenzionata a capire che cosa ne pensasse lei della questione. A Val non interessava. In un modo o nell'altro non avrebbe comunque permesso che quella vedetta venisse massacrata sotto i suoi occhi per una ragione così stupida.

« Comprendo che la perdita del vostro amico vi abbia scosso, ma cercate di ragionare.
Quest'uomo non ha nessuna colpa, e abbiamo bisogno dei suoi talenti nel corso della traversata.
»



Vaalirunah ~ Starlight Shard
▌Stato fisico: ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ (danno da lacerazione al fianco; graffi e ferite superficiali sparse)
▌Stato mentale: ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ (perfetto)
▌Energia residua: 55%

CS:
— 1 in Istinto
— 2 in Saggezza
— 1 in Intelligenza


Passive:
— Memoria fotografica
— Resistenza psionica
— Immunità al dolore psionico
— Percezione delle Illusioni
— Conoscenza geografica/culturale dell'Akeran
— Affinità naturale con le bestie
— Percezione di punti critici vitali (anti-immortale)


Note: Niente da segnalare, Val cerca di impedire il linciaggio difendendo la vedetta come può.




 
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.Azazel
view post Posted on 21/9/2014, 09:04




A Nation of Thieves
take what is ours, Atto IV
___ _ ___


~


La battaglia infuriava lungo tutto il ponte dell'Orgoglio fino a quando non ci fu un forte scoppio: tra il generico cozzare di spade, che fossero di metallo o di ghiaccio aveva poca importanza, spuntò l'arma da fuoco del capitano Ortiz che dal nulla eliminò uno dei tritoni devastandogli il muso.
Finalmente i rinforzi erano arrivati.
Non ci volle molto tempo per vedere le pochi decine di mostri marini venire o abbattuti o messi in fuga dalla furia dei pirati e dei marinai che con sangue e sudore erano riusciti a non farsi sconfiggere dall'ondata viscida proveniente dallo Zar.

« « ABBIAMO VINTO! HUZZAH! » »
Tra i corpi dilaniati di tritoni e membri dell'equipaggio, il capitano della nave decretò la fine degli scontri e la vittoria dell'Orgoglio sui suoi nemici. Floki ripose la spada nel fodero ma non esultò, anzi, si stava innervosendo parecchio per essere stato ferito in quel modo da un nemico decisamente inferiore alle sue abilità. Hoomer, non appena vide che la situazione era sotto controllo, scese e raggiunse tutti gli altri sul ponte comunicando ad Ortiz che anche la Garmurath era riuscita a respingere l'assalto mostruoso. La presenza della vedetta fece fioccare nuovamente sentimenti come collera, rabbia e ira nei cuori e nei pensieri di molti, soprattutto in Liam che si fece avanti e, additandolo, accusò Hoomer di essere la fonte di tutti i guai che erano accaduti sino a quel momento. « Oggi hai chiamato il Kraken ed egli ha risposto! Quanti di noi dovranno ancora morire per saziare la sua collera e liberarci della tua stupidità? »
La vedetta rimase interdetta: non s'aspettava certamente di venir aggredita in quel modo; ai cinici occhi di Floki veniva vista come un cucciolo di gatto lasciato in mezzo ad un branco di iene affamate.
« Quest'uomo porta sventura a tutti noi, comandante. Hoomer è la cancrena che infetta la mano: non possiamo perdere il corpo per un singolo dito! »
Il breve lasso di tempo dove tutti urlavano vittoriosi - scaricando così tensione e adrenalina accumulatesi durante il combatimento - mutò drasticamente stendendo sull'intera nave un sudario di odio e nervosismo indirizzati verso Hoomer e amplificato dai discorsi di Liam.
« Il signor Cleomenes è stato ferito ed il quartiermastro non è ancora stato trovato. Occupatevene voi, signori, nel modo che più riteniate opportuno. »
Ad Ortiz non pareva interessare granché della situazione che era venuta a crearsi tra le fila dei suoi uomini nei confronti della vedetta e lasciò la gatta da pelare a loro. L'assassino, rimasto nelle retrovie e ben distante dal gruppetto creatosi attorno ad Hoomer, vide Liam avvicinarsi e con la punta della spada indicare l'uomo che per lui era la fonte di tutti i loro problemi e che con la sua presenza poteva compromettere gli esiti della loro missione e mettere a rischio le vite di tutti gli uomini partiti dal porto di Dorhamat.

« Aiutami a togliere di mezzo questo iettatore. »
Floki lo guardò di sbieco, fulminandolo con lo sguardo.
« Pensi forse che prenda ordini da uno come te? »
Il veleno che gli scorreva nelle vene sfociò in parole e il suo tono non era affatto dei più amichevoli e questo Liam l'avrebbe ben inteso: ci avrebbe pensato su due volte prima di avvicinarsi e fare richieste a Floki, in futuro.
« Che diavolo state facendo? »
La voce del lucertolone si fece forte e sovrastò con facilità l'allarmante silenzio che si era creato.
« Abbiamo appena evitato una strage grazie all'ineccepibile lavoro del signor Hoomer, e voi avete il coraggio di chiederne il linciaggio basandovi esclusivamente su sciocche superstizioni? Quella del Kraken è una leggenda, e le leggende non uccidono. »
C'era qualcuno che la pensava come lui sulle leggende, finalmente.
Sciocchezze e puttanate per menti deboli e irrazionali.
Non intervenne, lasciò spazio a Vaal che nel frattempo si frappose fra Hoomer e i sostenitori della teoria di Liam e Liam stesso.
« Comprendo che la perdita del vostro amico vi abbia scosso, ma cercate di ragionare.
Quest'uomo non ha nessuna colpa, e abbiamo bisogno dei suoi talenti nel corso della traversata.
»
Era completamente d'accordo con il lucertolone e la cosa lo infastidiva alquanto ma non poté fare a meno di dare atto al rettile troppo cresciuto di essere bravo con le parole e soprattutto di saper ragionare con un minimo di buonsenso, elemento che, da quel che trapelava, scarseggiava tra la ciurma in generale.
Una persona normale si sarebbe fatta avanti, avrebbe mosso qualche passo verso colui con il quale condivideva le stesse idee o opinioni e avrebbe affiancato Vaal nel difendere la vedetta.
Floki, però, non era normale.
E non era neanche una persona.
Con sorriso disteso afferrò Crepuscolo con una mano e il piumaggio di una freccia con l'altra, non proferì alcun verbo e si limitò ad incoccare il dardo e tendere la corda: puntava chiaramente ad Hoomer.
Condivideva appieno i pensieri di Vaal e non vedeva in Hoomer una sorte di maledizione reincarnata, tuttavia, paradossalmente, le sue azioni parevano dimostrare il contrario. Il sangue gli imbrattava le vesti e il dolore alla ferita era divenuto quasi insignificante, oramai, tutto ciò che attirava la sua attenzione era la situazione che si era venuta a creare, credenze e leggende che potevano decidere la vita di un uomo.
Il punto era soltanto uno: Floki era un portatore di discordia e non gli dispiaceva affatto iniettare massicci dosi di ostilità nell'ambiente in cui era per diversi motivi.
Il primo era che riusciva a muoversi meglio fra persone costantemente annebbiate dai dissidi intestini e quindi poco lucide e interessate ad altre faccende, magari più importanti. La seconda motivazione era incentrata perlopiù nello scoprire quali soggetti supportassero le idee e i pensieri di Vaal - che peraltro anch'egli condivideva - per comprendere maggiormente i vari schieramenti: i difensori di Hoomer e i seguaci di Liam.
Il terzo motivo era il più semplice e naturale di tutti.
Floki era un cinico bastardo.
Scoccò la freccia verso il volto della vedetta.


Floki Noctis
lo Spettro

CS 8 ~ Agilità 1 - Destrezza 3 - Intelligenza 4

~ Basso 5% ~ Medio 10% ~ Alto 20% ~ Critico 40% ~

Energia: 50%
Status Fisico: Danno medio sotto forma di lacerazione (braccio sx).
Status Psicologico: Indenne.

Equipaggiamento in uso

Spada d'acciaio__ Riposta.
Pugnale__ Inutilizzata.
Crepuscolo__ In uso. [º º º º º]
Veleno Necrotico (Miscela Necrotica)__ Inutilizzato.
Veleno Logorante (Miscela Logorante)__ Inutilizzato.
Liquido del Camaleonte (Gemma della Trasformazione)__ Inutilizzata.


Abilità in uso

filius umbra__Impossibile da individuare attraverso i suoni o gli odori.
Nessuna vibrazione prodotta e non produrrà tracce sul terreno.
Annullamento completo dell'aura.
{Passiva Lvl.1, 2 e 3 Talento Assassino}

ante gradum__Non sarà possibile per gli altri personaggi intuire che cosa stia macchinando.
Si confonderanno le sue bugie con la verità e viceversa.
+ 2CS al campo "Intelligenza" ogniqualvolta il nemico usa una tecnica magica.
{Razziale Ombra "Allineamento Imperscrutabile" + Pergamena Discendenza Arcana - Mago}

aranae__Capacità di camminare ovunque, dalle pareti e ai soffitti
all'acqua, persino usando l'aria come appoggio.
{Pergamena Sostegno - Ladro}

oculi noctem__Le tenebre non ostacolano la sua vista, né il fumo o la nebbia.
{Pergamena Scrutare nelle Tenebre - Mentalista}

cerebrum inviolabilem__Difesa psionica passiva.
{Pergamena Mente Impenetrabile - Mentalista}


Attive Utilizzate

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Note: forse non ve l'aspettavate ma Floki sostiene appieno le parole di Vaal e obbiettivamente Liam gli sta alquanto sulle palle. Il problema però è solo uno: Floki è uno stronzo e ama crear zizzania anche nei confronti di coloro con i quali condivide certi pensieri. Oltre alla bastardaggine che impregna Floki c'è un altro motivo per il quale decide di attaccare Hoomer: vedere chi, oltre a Vaal, deciderà di farsi avanti e proteggere la vedetta. Diciamo che la sua è una sorta di prova anche se di mezzo c'è una vita umana, ma è inutile dirvi quanto gliene può importare :v:



 
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