Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Erdkun ≈ vangelo secondo Caino

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view post Posted on 31/8/2014, 20:01
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Il passo cadenzato si levava a stento sul terriccio smosso dal vento.
I soffi delle lande aride scuotevano il selciato appena, sporcando qualunque ipotetico sentiero ed incrociando le vie in un infinito misto di camminare caotico e disorientato. Nonostante ciò, lo stivale avanzava sicuro, seguendo l'unico punto di riferimento plausibile; l'unica cosa che l'arsura, la sete e l'indefinito panorama gli avrebbero consentito un benché minimo orientamento.
Invero, lo fissava da giorni e da altrettanto tempo ne studiava la conformazione, riverberandone la presenza alla luce del sole, della luna e di qualunque particolare atto a mistificarne l'improbabile presenza. Invero, era tutto inutile: ovunque e comunque la fissasse, quell'immensità indistinta seguitava a stagliarsi oltre l'orizzonte con l'arroganza di un pertugio scoperto nello scafo che non vuol smettere di imbarcare acqua.
Il Sultanato.

I primi tempi era rimasto confuso, ma non scosso; aveva mosso indistinte verità ed infiniti cuori in quei giorni, al punto che gli parve finanche plausibile dover recuperare i sensi e - con essi - l'orientamento. Poteva esseri perduto, esser tornato nei Quattro Regni ed aver confuso la terra brulla dell'Akeran per qualche rossiccio angolo del Deserto dei See. Poi, però, divenne inquieto. Il passare dei giorni gli regalarono segnali evidenti della sua presenza oltre il Deserto e, tanto più che la domanda gli rimbalzava secca nella mente, altrettanto con violenza gli sprofondava il cuore ogni volta che udiva la risposta.
Cos'è quella? Chiedeva, con innocenza e presunzione. Davvero non lo sai, straniero?
Quella è Qashra.

Sorrideva; sogghignava. Rimbrottava a se stesso una nenia infinita di negazioni, perdendosi nel profondo gorgo dei sinonimi di non può essere vero conosciuti.
La sua mente negava quelle mura, quei palazzi imponenti e quello stucco smaltato di bianco che brillava al sole. Il suo cuore negava il vociare indistinto che udiva da lontano, oltre che le infinite storie che si prodigavano sulle sue ricchezze, sui suoi nobili e sui suoi cortigiani.
Storia, letteratura ed opulenza. Che, però, derivavano da una terra morta che di storico, letterato ed opulente avrebbe potuto avere soltanto le tombe.
Quantomeno, per ciò che lui rammentasse.

« Cos'è quello... » ripeteva, con tono cadenzato ed uniforme, rimembrandolo a se quasi fosse una litania fastidiosa « cos'è quello. »
« Parli da solo, uomo? » La voce profonda parve partire dal centro della terra. Aveva un tono gutturale ed astioso, ritmato coi battiti del cuore. Si librò d'improvviso, al punto che - per un attimo - lo stesso Caino sussultò un momento. Alle sue spalle fece capolino il corpo scuro, con le lunghe gambe di folto pelo ed il volto caprino. Il demone che l'aveva accompagnato fino a quel giorno ed al fianco del quale aveva combattuto la battaglia. Parve serioso, fermo e per nulla perplesso di ciò che udiva.
« No » rispose Caino, dopo qualche istante « parlavamo con te. »
Attese, sbuffando una latente frustrazione che si sforzava di nascondere, benché la poca pazienza non gli consentisse di farlo.
« Sono giorni che ti chiamiamo » disse, alterando di poco il tono in uno poco più irato « e che ti poniamo la stessa domanda. »
« ...la domanda? » Rispose il demone, con un fastidio malcelato. Caino sbuffò con violenza, ripercorrendo la sommità della rupe; aveva fatto quella strada per giorni, ribadendo a se stesso - più che ad altri - che lo scenario sarebbe presto cambiato. Si sarebbe risvegliato da un incubo, innalzando al cielo tutta la gioia per la ritrovata lucidità.
Ed invece nulla: era sempre uguale. Inarcò il corpo ed indicò con l'indice il facoltoso palazzo nello sfondo.

« ماذا سيكون...? »
Cos'è quello...?

Il demone rimase impassibile, vibrando quasi impercettibilmente di un tedioso fastidio. Caino lo percepì, scorgendo con attenzione il volto che si contraeva appena di un disappunto velato.
« Un altro regno dei mortali » disse, dissimulando una certa indifferenza. Il Priore sorrise appena, di una risata nervosa. « Ah, certo... »
« E' molto strano, però » asserì il Priore, tamburellandosi il volto con i polastrelli « perché fino a ieri non ricordiamo ci fosse un fottutissimo regno nanico oltre questa rupe! »
Il demone scrollò le spalle, rimarcando una propria improbabile indifferenza. « Non è importante come o cosa sia sorto oltre quella rupe, uomo »
« ...le formiche scavano formicai ogni giorno, creando infinite gallerie ove fino alla notte precedente non c'era nulla » aggiunse, laconico « eppure, non ci soffermiamo ad ammirarle... »
« li distruggiamo e basta »

Il demone fissò il Priore intensamente, lasciandosi qualche istante. Gli occhi di Caino avevano assunto una tonalità gialla intensa, quasi arancione e si contraevano in un'espressione di rabbia.
La creatura non trattenne un leggero scossone, facendo soltanto un passo indietro. Parve contrarsi, ricercando una propria integrità: « li abbiamo distrutti una volta, lo faremo ancora. »
« Certo » ribatté Caino, mentre le sopracciglia presero a vibrargli « cosa ne sai tu - stupida capra - di memoria storica e pensiero politico...? »
« Me-memoria... storica? » La voce del demone prese a tremare appena.

Caino fece pochi passi, portandosi a breve distanza da lui.
« COSA NE SAI TU DI DOGMA, POLITICA E CULTURA » urlò, rinfacciando all'altro una ormai montante frustrazione « O DELL'EREDITA' DI UN POPOLO CHE SI TRASMETTE IN UN LIBRO O IN UN PENSIERO »
« E CHE SOPRAVVIVE PER MILLENNI A QUALUNQUE REGNANTE CHE L'ABBIA GENERATO, O A QUALUNQUE MURO CHE L'ABBIA CUSTODITO...? »
Gli occhi bruciavano d'ira e le mani presero a distendersi, contrarsi e distendersi ancora, come lame artigliate che si preparavano ad una stretta mortale.
« Fino a ieri i nani vantavano una cultura storica ed una dottrina politica propria di un gruppo di maiali che sguazzano nel proprio sterco....! »
Poi si voltò, indicando nuovamente l'enorme palazzo alle sue spalle: « Oggi, invece, hanno una tradizione apparentemente radicata; sorta, peraltro, nell'arco di una notte! »
Lambì la terra con uno strappo di collera; la scostò col piede, librandola nel vento. « Dove c'era il caos ora c'è un inaspettato ordine. »
« Un ordine che non si cancellerà mai. »

Il demone fece alcuni passi indietro, sforzandosi di mantenere un controllo che - però - non gli nego qualche goccia di sudore.
Caino rimase immobile, arrancando nella sua rabbia. La bestia allargò le braccia, tentando una improbabile difesa « No-non importa, comunque... »
« Noi siamo liberi, ora » disse, battendosi il petto con le mani « e siamo ovunque; con la nostra alleanza potremo soggiogare qualunque popolo. »
Caino tornò a fissarlo, ancora irato. « La nostra alleanza...? » commentò, sollevando un velo di ironia. « Voi siete soltanto stupide bestie »
« ...e di stupide bestie il mio Regno ne partorisce già abbastanza! »

Dunque, si mosse d'istinto. Prese a levare il braccio sinistro, lambendolo nell'aria, come per afferrarlo. Eppure, la distanza, la potenza e l'agilità che li divideva non avrebbe consentito al Priore di arrivarvi.
Caino realizzò e, in cuor suoi, quasi si scosse per quell'istintivo tentativo di aggressione. Eppure, quando il braccio ebbe terminato il proprio volteggio, il demone si alzò in aria, apparentemente terrorizzato. Il Priore lo vide portarsi le mani al collo, come se una forza invisibile lo stesse stritolando, sollevandolo in aria e tenendolo prigioniero. Una forza misteriosa che - improvvisamente - si liberò in tutta la sua terrificante imponenza. Attorno al demone, infatti, ove fino a qualche istante prima non v'era nulla, apparve un braccio di dimensioni colossali, dalla pelle scura e dall'imponente muscolatura.
Il braccio terminava con una gigantesca mano artigliata, che teneva stretto il demone nel pugno. E lo stritolava, con violenza.
Caino rimase immobile, esterrefatto dal suo stesso potere.

« T-tu... » biascicò il demone con le ultime forze « ...t-tu controlli il Titano; com'è possibile...? »
Invero, Caino mosse l'altro braccio ed accanto al primo colossale arto ne apparve un secondo, uguale ed altrettanto terrificante, che rinsaldò la presa sul demone.
« A quanto pare non siete stati del tutto inutili » commentò il Priore, infine, nuovamente rinfrancato da una sottile ed innata ilarità.
Ora, infatti, percepiva la presenza di una colossale creatura invisibile alle sue spalle, che - per qualche motivo - rispondeva al suo controllo. Un legame rafforzato da una forza misteriosa; forse il prezzo pagato da qualcuno - o da qualcosa - per aver ribaltato le sorti della storia e della logica. In ogni caso, era un prezzo alquanto dolce da pagare.
Dunque, il Priore mollò la presa ed il demone ricadde al suolo, riverso in una pozza di sangue nerastro, morente.
« Non mi servite più » commentò, camminando oltre la carcassa nerastra della bestia « la nostra alleanza è come te, ormai »
« morta » disse.
Il demone tossì, sputando un grumo di sangue sul terreno arido dell'Akeran. Poi, si lasciò andare ad un'ultima risata sofferente.
« Sei solo un uomo » disse, con le ultime forze « e noi siamo ovunque. »
« Non arriverai vivo alle mura sicure del tuo regno » aggiunse, tossendo « non ci saranno strade sicure per te... »

Caino fissò un punto imprecisato del terreno. Per qualche ragione, ora poteva sentire qualcosa.
L'apertura di Baathos aveva generato un legame ed asservito a lui un potere enorme. Un potere che doveva gestire con saggezza e dal quale non doveva farsi controllare.
Dunque, i piedi presero a distaccarsi dal suolo, consentendogli di librare a qualche metro da terra.
« Strade? » commentò, con alterigia « chi ha detto che abbiamo bisogno di... strade? »
E scomparve.



CITAZIONE
Colpevolmente con qualche mese di ritardo, arriva la scena conclusiva di Erdkun.
Volevo scriverla da tempo, ma diverse circostanze mi hanno costretto a rimandarla. Semplicemente, finisce l'alleanza tra Caino ed i demoni.
Inoltre, l'occasione è ottima per contestualizzare anche l'artefatto ottenuto in seguito al torneo, che provvedo ad aggiungere in scheda. Lo cito di seguito, per completezza e - nel farlo - ringrazio Paracco, per averlo redatto e pensato, nonché Ray per aver contribuito. Grazie <3




IWjm15v
Simit el Iblis

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Patto اتفاق
Caino aveva fallito. Aveva viaggiato fin nel profondo Sud, attraversando difficoltà e asprezze del territorio, e con il solo scopo di eliminare la minaccia costituita dalla razza nanica. Erano stati così piccoli, eppure ora sembravano così grandi agli occhi di tutta Theras: minuscoli, insignificanti, non più importanti di una colonia di formiche agli occhi dorati di Caino, ma avevano resistito, rocciosi contro le asperità che gli si riversavano contro, afferrando e indossando quella libertà che in molti di loro agognavano. Quel Regno che per molti era stato un sogno e per il Corvo solo una minaccia alla stabilità dei suoi domini. Per questo aveva fallito. Però, spesso nelle zone più buie nascono i fiori più belli, e dalla sconfitta era nata un'alleanza che nemmeno un essere tanto lungimirante aveva previsto: i Demoni erano stati ricacciati nelle profondità di Baathos, ma il portale era ancora aperto. Un qualcosa di insignificante per gli uomini, abituati a vivere alla luce calda del sole; un dono inestimabile per coloro che sempre avevano vissuto sguazzando nella propria oscurità. Il loro Signore, Demone di mille facce e infinita pazzia, decise di fargli un dono. Alto decine di metri, orrendo in ogni sua forma e portatore di sventure; Caino lo avrebbe odiato, insultato e maledetto, ma mai avrebbe negato la sua utilità. Che il Primo dei Corvi non dica che il potere non serve a niente.
[Passiva: ogniqualvolta Caino evocherà uno o più arti del Titano, essi rimarranno sul campo di battaglia per aiutarlo, salvo che il Corvo non decida diversamente; Malus: ogniqualvolta Caino dovesse evocare una o più parti del Titano, le parti corrispondenti del suo corpo diventerebbero insensibili e inutilizzabili finchè il Gigante si troverà in forma stabile al fianco del Corvo; Malus: se il Titano dovesse essere riformato completamente, Caino ne perderebbe immediatamente il comando, lasciando che la sua furia si abbatta sul continente intero senza poterlo più controllare.]


Forma شكل
Era successo durante l'assedio di Qashra, il Priore mai lo avrebbe dimenticato. Aveva visto il Titano sopra di loro, calpestare con i propri arti tutto ciò che incontrava sul suo cammino. Ne ricordava la pelle squamata, le facce urlanti dipinte sul suo volto muscoloso, il suo costante divenire: sempre più orrendo, sempre più potente. Lo aveva controllato, legando con la sua sola mente quell'essere al suo corpo: perchè seguisse i suoi scopi lo aveva sacrificato contro le mura delle città, trafitto da innumerevoli dardi. Eppure qualcosa era rimasto, perchè in Baathos niente muore o esiste davvero: tutto ritorna o muta in un vortice di eterno disfare e divenire. La forma non importa, quando ciò che conta è sempre al suo posto. Qualcosa che avrebbe scardinato dal loro posto le semplici menti mortali, troppo legate alla loro vita immutabile da capirlo. Qualcosa che invece Caino avrebbe sicuramente apprezzato.
[Passiva: Caino potrà levitare e, se lo desidera, volare alla stessa velocità con cui si muoverebbe a terra normalmente; Passiva: ogni movimento del Titano è controllato perfettamente da Caino, che su suo desiderio potrà causare con ogni attacco o tecnica danni ingenti al paesaggio circostante, devastandolo; Passiva: le parti del corpo del Titano, se tangibili, possono difendere il corpo di Caino dagli attacchi fisici senza incorrere in penalizzazioni sportive; Malus: se il corpo del Gigante venisse usato per difendersi da tecniche, le ferite subite apparirebbero invece sul corpo del Corvo.]


Essenza جوهر
Poteva sentirlo ad ogni suo respiro, ad ogni sua parola, ad ogni suo pensiero. legati nel corpo e nell'anima, la sua più grande benedizione e maledizione. Eppure un sorriso malizioso era apparso sul volto normalmente austero del Priore di Acque Perdute. Perchè oltre a ciò che torreggiava sopra di lui avvertiva anche uno spazio sconfinato sotto di sè. Flussi di magia impazziti, demoni urlanti e strade mai calpestate da uomo mortale. Con la giusta guida e la vera autorità sarebbero potuti essere così utili, così interessanti. E se, portato sul palmo della mano della sua maledizione, ne avesse cavalcato le onde di pazzia? Cosa sarebbe successo a Caino in quell'istante? Sarebbe svanito, dissolvendosi nella notte più oscura, o avrebbe camminato con passi sicuri, lasciando impronte luminose alle sue spalle? Ne era certo, il potere che ne derivava valeva il rischio, poichè si sa che il Destino odia i codardi.
[Attiva, consumo Nullo, natura magica: la mano del Titano si materializzerà per un istante, avvolgendo completamente Caino e sparendo di nuovo nel nulla. In questo modo, attraverso il potere del portale di Baathos Caino sarà in grado di muoversi istantaneamente in qualunque luogo di Theras egli desideri, tuttavia è un'abilità che potrà essere usata solo in scene free o previo consenso del gestore della giocata; Passiva: il Titano è normalmente invisibile e intangibile, tuttavia chiunque sarà in grado di vedere le auree vedrà Caino e il Gigante demoniaco come un'unica sfolgorante entità, e il solo guardarlo direttamente gli causerà smarrimento e confusione; Passiva, le parti del Titano evocate ottengono le stesse capacità del corpo di Caino, compresa la durezza e le CS. Possono essere impiegate per attaccare e come tramite delle tecniche, come se fossero il corpo stesso del Corvo.]


Braccia يد
Lo aveva visto camminare solo nei suoi rarissimi sogni, eppure non credeva che fossero solo storie. Se pensava di poterlo fare, il Titano, la sua arma, lo faceva per lui. E se pensava che fosse impossibile, invece diventava reale, tangibile, concreto. Eppure così orrendo da terrorizzare qualunque mortale, e da sconfiggere i più temerari. Coloro che avevano sempre visto il Priore come una minaccia, facendosi danzare sulla lingua parole come Libertà e Indipendenza. Ma Caino non li avrebbe affrontati direttamente, poichè il Conduttore non si abbassa a suonare per il suo pubblico, ma agita le sue mani per portarlo lì dove vuole che vada. E Caino, sorridendo nell'estasi del suo nuovo potere, avrebbe divorato quelle parole, sputando ciò che ne rimaneva sul corpo dei suoi nemici. Poichè il suo Regno mai avrebbe accettato traditori e malpensanti, soprattutto se minacciavano la sua persona.
[Attiva, consumo Basso più autodanno Basso, natura fisica: un braccio del Titano diventerà tangibile, difendendo completamente per due turni il corpo di Caino da tutti gli attacchi fisici a lui rivolti; Attiva, consumo Medio, natura fisica: le braccia cercheranno di schiacciare il nemico con un gesto lento e prevedibile, ma potenzialmente devastante: esse saranno schivabili con una difesa Bassa, ma se andranno a segno toglieranno il 20% di energie al corpo del nemico colpito.]


Gambe الساقين
Ogni volta che camminava, gli sembrava di sentire come un terremoto ad ogni passo, un Tum Tum che andava al ritmo del suo cuore. Gambe titaniche per reggere un corpo possente ma invisibile, piedi larghi come carri che si muovono al solo scopo di schiacciare e rendere polvere tutto ciò che esiste. Passi che amplificano quelli di Caino, li rendono pesanti, saturi dei ricordi di ciò che ha fatto nel suo passato, e delle imprese che svolgerà in futuro. Finchè non sarà egli stesso libero dal suo giogo, spezzando le catene che lo ossessionano e lo intrappolano a metà strada tra la realtà e la finzione, tra il vero e il falso, tra Theras e Baathos. E nessuno mai piangerà lacrime amare per lui, perchè nessuno lo conosce e vorrebbe farlo. Solo un labile Tum Tum in lontananza, come il suono appena udibile di un cuore acerbo, già spezzato dalla crudeltà della vita.
[Attiva, consumo Medio, natura fisica: una delle gambe del Colosso apparirà dal nulla, attaccando un nemico a scelta del Corvo, che se colpito subirà un danno Basso da impatto e verrà azzoppato per un turno; Attiva, consumo Alto, natura fisica: entrambe le gambe appariranno e calpesteranno violentemente il terreno, causando un danno Medio a tutti i nemici sul campo.]


Corpo الجسم
Un vento caldo e umido, fastidioso come uno sciame di mosche attirate dal sangue fresco. Sentiva il suo respiro sul collo, una presenza costante che avvertiva quand'era troppo nervoso o concentrato. Il Titano fissava il suo padrone, dall'alto del suo corpo gigantesco, attendendo un gesto, una parola, un sacrificio. Qualunque cosa potesse strapparlo da quell'irrealtà in cui il suo Signore e Padrone lo aveva gettato, impedendogli di servirlo direttamente. Nel suo pensiero completamente alieno, ambiva il tocco di quella nauseante aria fresca, solo per il desiderio di avvelenarla e renderla più amica. Bruciava sulla sua pelle incostante, pizzicava e liquefaceva zanne e unghie che rigenerava continuamente, in un ciclo infinito a cui nessuno avrebbe mai potuto dare una fine. Ogni tanto fissava il suo nuovo Signore, desiderando di poterlo divorare un giorno, quando anche l'ultima spoglia di sanità nella sua mente fosse svanita come fumo nel vento. E quel giorno sarebbe tornato, i suoi muscoli possenti si sarebbero tesi allo spasmo, e il mondo avrebbe conosciuto una nuova Rovina.
[Attiva, consumo Medio, natura magica: il busto del Titano si materializzerà sul campo di battaglia, emanando un denso fumo violaceo in direzione di un singolo nemico: chiunque inali questo gas subirà danni Bassi alla mente da confusione e perderà 1 CS a sua scelta; Attiva, consumo Alto, natura magica: assieme al busto apparirà anche la testa del demone, che dalla bocca sputerà una colonna di fuoco direttamente sul nemico, infliggendogli ustioni di livello Medio e un dolore tanto grande da causargli un danno Medio alla mente.]


 
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