| K@til |
| | CITAZIONE N a r r a t o « Parlato Enoch » « Parlato altrui » (altri colori) "Pensato" Basiledra - Taverna I l sole era sorto da pochi istanti quando il giovane mezzo demone venne colpito in pieno viso dai suoi penetranti, seppur caldi, raggi di luce mattiniera. Aprì gli occhi con inspiegabile fatica e sconforto, il suo sangue infetto preferiva l'oscurità alla luce e si sarebbe svegliato molto meglio sotto il freddo abbraccio della Luna. Ciò, però, non sembrava importargli minimamente: nonostante avesse ormai accettato la sua “condizione”, la sua mente ed il suo cuore erano ancora umani e non si sarebbe mai e poi mai atteggiato a demone, creatura della notte, portatrice di caos e distruzione. Alzò il busto goffamente a causa del dolore muscolare provocato dall'allenamento del giorno precedente e si mise seduto. Usò entrambe le mani per scuotersi il viso e cercare di svegliarsi completamente mentre i capelli spettinati si muovevano qua e là come avessero vita propria. Sin dal suo arrivo a Basiledra, alloggiava da qualche mese in una squallida taverna, testimone delle scarse possibilità economiche del giovane. La sua stanza, tuttavia, nonostante potesse fare pena all'umiltà stessa, non era poi così male: la vernice, un tempo forse bianca delle pareti, era chiaramente vecchia e si sgretolava anche per la minima vibrazione mentre vistose crepe decoravano l'intera stanza; il pavimento era interamente in parquet, un parquet graffiato e macchiato in svariati punti ed ingiallito in altri, forse a causa del vomito di qualche ubriacone che aveva alloggiato lì prima di lui. Erano presenti anche un paio di mobili: una modesta toeletta con lo specchio frantumato per il settanta percento e un sasso messo sotto uno dei piedi distrutto per reggere il tutto. Dall'altra parte della stanza era presente un comò che il giovane non osò neanche aprire a causa dell'orrendo tanfo che proveniva da uno dei cassetti. Il letto sembrava l'unica cosa passabile in quella stanza: nonostante le basi in legno mostrassero anche loro i segni del tempo, il materasso e le lenzuola erano inspiegabilmente pulite e abbastanza nuove, non comprate l'altro ieri, sia chiaro, ma abbastanza da permettere ad un essere umano di poter dormire una tranquilla notte di sonno. Il mezzo demone si alzò di botto mentre numerosi scricchiolii uscivano da ogni suo arto. Ai piedi del letto era presente il suo zaino: non lo avrebbe mai e poi mai messo da nessun altra parte in quel lerciume di stanza. Tirò fuori da esso una camicia bianca, una giacca nera non troppo pesante ed un paio di pantaloni larghi, anch'essi neri, ottimi per permettere il movimento libero. Ormai completamente vestito, si avvicinò alla toeletta e si pettinò con le mani specchiandosi nei residui dello specchio ancora attaccato alla base. Uscì dalla stanza e si fiondò giù per le scale senza neanche prestare attenzione al resto della fatiscente taverna. I corsi universitari erano in pausa ed il giovane studente era in una vacanza che non desiderava minimamente; il suo era uno spirito che amava avere sempre qualcosa da fare e tenere la mente impegnata. Riluttante, si avvicinò alla bacheca nella piazza della città: essa raccoglieva, oltre che notizie, anche incarichi e offerte di lavori patetici. Il problema è che tali missioni erano quasi sempre sciocche e inutili, come cercare un gatto scomparso, spostare oggetti pesanti da un posto all'altro. Senza neanche bisogno di dirlo, la paga era qualcosa di esilarante e tali manifesti restavano appesi anche per mesi interi senza che nessuno li prendesse in seria considerazione. Oggi però era diverso: un incarico spiccava tra gli altri e non sembrava neanche troppo male. Enoch si avvicinò e lesse a bassa voce, non voleva certo attirare l'attenzione di qualche altro avventuriero che gli avrebbe potuto rubare tale occasione. “Cercasi guardie del corpo per convoglio merci diretto a Talamlith, nella regione dell'Edhel. Buona paga.”. Era sconcertante la carenza di informazioni su quel manifesto eppure Enoch appariva visibilmente intrigato. Lesse l'indirizzo e si avviò verso di esso senza farsi troppe domande mentre l'idea di intraprendere una nuova avventura gli infiammava l'animo di puro entusiasmo. Raggiunse la periferia e notò tre carovane trainate da innumerevoli cavalli mentre un uomo molto paffuto urlava ordini a destra e a manca. Il guerriero gli si avvicinò, « Chiedo scu- » Chiese rispettoso il mezzo demone, « Cosa c'è?! Non ho monete, vai a chiedere l'elemosina da qualche altra parte! » Rispose sgarbato l'uomo, interrompendo il giovane, mentre poneva nuovamente l'attenzione alla forza lavoro. Persa la pazienza e mettendo da parte la gentilezza, poggiò la mano sulla spalla dell'omone e cominciò a stringere con forza provocando un urlo effeminato di quest'ultimo. « Ripeto: Chiedo scusa. Ho letto il vostro annuncio, siete in cerca di una guardia per il convoglio merci? » Chiese apatico il guerriero senza lasciar trasparire nessuna emozione dal suo viso, « Ah! V-Vi chiedo umilmente perdono! Non avevo notato che foste qui per l'incarico. Si... Si, certo. Vorreste prendere parte alla spedizione, messere? » Rispose visibilmente scosso l'omone mentre si girava nevroticamente i pollici come fosse una mosca. Il viaggio non fu troppo degno di nota: il convoglio merci trasportava semplici provviste, come cibo, acqua e altri beni di prima necessità. A quanto pare, una delle guardie precedentemente assegnata aveva abbandonato improvvisamente senza avvertire, lasciando così un posto vacante. La meta era, come già detto nel manifesto, nell'Edhel, in un curioso crocevia della tortuosa Talamlith chiamato Primofuoco. Qui, convergono mercanti e compratori da ogni dove in cerca di merci interessanti e, possibilmente, anche redditizie alla rivendita.
Primofuoco (Via di sinistra)
Era a dir poco incredibile il numero di bancarelle e saltimbanchi presenti nella via di sinistra, il cui forte vento soffiava spietato in quell'insenatura. Le altissime pareti di quel crepaccio erano decorate da manifesti, insegne, cartelloni, ma anche disegni e graffiti di bambini. L'aria era satura dei più disparati odori che il mezzo demone non faticò troppo a distinguere grazie al suo olfatto ultra sviluppato: profumi di cibi appena sfornati e aromi ma anche puzza di concimi, metalli e sostanze chimiche. Il brusio e le urla della gente, misto al fortissimo sibilo del vento, rendevano davvero difficoltosa la comunicazione all'interno del convoglio che si strinse per evitare di perdere membri nella folla. A quanto pare, le strade che convergono al cuore di Primofuoco erano tre: quella centrale, la più corta e ampia ma, a causa dell'enorme quantità di individui più o meno disonesti, il convoglio aveva preferito evitarla come fece per la Via delle Armi, la strada forse più ostile del crocevia, piena zeppa, senza neanche bisogno di dirlo, di spade, coltelli, archi e tutto ciò che è poteva essere stato congegnato per fare del male al prossimo. No, la spedizione scelse la via di sinistra, la strada apparentemente più “tranquilla” di Primofuoco, dedita esclusivamente al puro commercio. Quella pace e serenità, però, erano soltanto un velo che nascondeva una malvagità forse superiore a quella della Via delle Armi: ad un occhio poco allenato, quella poteva sembrare una zona di armonia e genuina compravendita... niente di più falso! I mercanti erano e sempre saranno delle bestie senza cuore che venerano un solo e unico dio: il denaro. E' vero: nella Via delle Armi e in quella centrale si poteva rischiare la vita in ogni istante, ma almeno lì era una verità nuda e cruda sotto gli occhi di tutti. Qui, invece, ogni mercante, ogni venditore, perfino il più povero senzatetto era pronto a svuotarti le tasche e lasciarti sul lastrico senza il minimo segno di rimorso. Non troppo lontano si poteva scrutare anche una grande taverna, apparentemente il più prestigioso tra gli edifici dell'intera via ma che non attirò più di tanto l'attenzione del giovane dai capelli corvini che passò avanti senza dargli conto. Diversamente dalle numerose e fatiscenti baracche, quella taverna mostrava una struttura solida e allo stesso tempo molto curata, quasi regale. Tantissime erano le finestre che si affacciavano sulla strada, alcune di queste erano aperte ma, essendo parecchio in alto, non lasciavano scrutare l'interno, le altre, invece, erano chiuse con delle meravigliose persiane in mogano, sicuramente roba d'alta classe. All'entrata erano presenti numerose persone con lo sguardo spento, quasi fossero storditi, che fosse opera dell'alcol o di qualche droga? Dopo pochi minuti, il convoglio raggiunse finalmente la piazza centrale e, subito dopo aver ricevuto il compenso per l'incarico svolto dal capo della spedizione, il guerriero cominciò a girare a casaccio tra le bancarelle, curioso di quello che potesse trovare. Era un'occasione più unica che rara fare acquisti di merci venute dall'Edhel ed Enoch non voleva di certo farsela scappare!Oh... ed ecco qui il mio post introduttivo mi scuso per il ritardo di un giorno ma come detto nel confronto, ultimamente ho avuto pochissimo tempo libero
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