Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

L'uomo dal mare, Arrivo di Killion Jones

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Vermilion
view post Posted on 7/9/2014, 19:43




L'uomo del mare

Le nubi cariche di tempesta si ammassavano le une sulle altre come a voler rispondere alle onde del mare. Aria e acqua si sfidavano a chi creava volute e suoni più temibili: il fragore delle onde che rispondeva al rombo dei tuoni come in un conflitto tra due grandi eserciti naturali. A confronto, quella piccola barca di legno non era altro che un sasso sul campo di battaglia, e gli sventurati che si trovavano a solcare quel tratto di mare sarebbero stati calciati e calpestati da tale violenza.
CAPITANO! urlò uno degli uomini cercando di farsi udire sopra l'ennesimo onda che si infrangeva sul legno l'albero maestro sta cedendo, il timone è ingovernabile e dalla prua si sentono strani rumori! Finì la frase barcollando e attaccandosi con entrambe le braccia all'impavesata. Che il Dio del mare ce la mandi buona, se riusciremo ad attraccare non salperemo per almeno sei mesi! Un colpo secco chiuse la frase dell'uomo, e la nave per un momento parve fremere come un animale colpito a morte. Sul volto di tutti si disegnò una maschera di terrore, sapevano già cosa sarebbe accaduto e la voce di un mozzo non fece altro che confermare il tutto. IMBARCHIAMO ACQUA! Tutti gli uomini disponibili si gettarono sotto coperta per cercare di arginare la falla, ma solo i pochi rimasti poterono dire di aver visto la morte in volto. L'acqua che cadeva come una cascata dal cielo parve aprirsi come una tenda, il rumore delle onde si fece improvvisamente più acuto da un orecchio solo e scogli aguzzi come denti di una bestia leggendaria si avventarono sulle fragili assi di legno ancor prima che un singolo fiato di voce potesse prender forma come grido.

Quello omo...dood! morto stecchito! Lascia li. Hoof no vuole dood! Disse agitando un braccio al vento uno dei due pelleverde vestiti di stracci e reti da pesca. Cosa vuoi sapere di Omi! Muove! Lewe! ribattè l'altro spostando con malgrazia il corpo del capitano su un fianco e salvandogli senza volere la vita. Tossì l'acqua di mare e i suoi polmoni ripresero a nutrirsi d'aria. Lewe! Tu vede, Dom? Incalzò contento della propria vittoria il secondo orco, mentre l'altro si allontanava sproloquiando nella loro lingua mentre riordinava ciò che avevano ripescato dalla tempesta. Tu, Omo....sta bene?! si rivolse in fine l'immenso energumeno al naufrago, scuotendogli la spalla con una mano grande come il suo intero torace.

Se dovesse ringraziare i suoi dei per essere stato salvato, o maledirli per essere stato salvato proprio da quegli individui, beh, questo si sarebbe visto.


Benvenuto!
Mi prenderò carico del tuo arrivo nel corso del quale verrai valutato per capacità narrative, scelte fatte e risoluzione di eventuali problematiche in-game. Al termine di questa giocata ti verrà assegnata una delle tre fasce: Bianca, Gialla o Verde e potrai ufficialmente iniziare a ruolare! Questo è il primo passo del tuo personaggio, e molto spesso è il più importante quindi prenditi tutto il tempo necessario e dai il massimo!
Per chiarimenti, c'è il bando del tuo arrivo e non esitare a chiedere qualunque cosa: non sono qua solo per giudicarti, ma per aiutarti a cominciare questa nuova esperienza al meglio!
Buon Gioco! ^^

Note: come concordato la nave è naufragata e hai carta bianca nel descrivere ogni cosa dal momento della tempesta in poi, a patto che il tutto termini con il tuo svenimento e successivo rinvenimento nele circostanze sopracitate. Concludi pure il post con qualche domanda agli orki se vuoi, l'ambiente che ti trovi innanzi è la cima di una scogliera, su di uno spiazzo circondato da quelli che possono ricordarti i resti delle provviste della tua nave recuperati con reti e corde dai due.
 
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view post Posted on 10/9/2014, 16:20
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morpho
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L'uomo dal mare
« Killian Jones »

I

Nubi e onde parevano unirsi lungo la linea d'orizzonte, giunte in una danza apparentemente senza fine. Cielo e mare si tingevano dei toni più scuri, grigio e blu si mescolavano come fossero pigmenti sulla tavolozza di un pittore, creando sfumature che ricordavano a fatica quegli azzurri tenui della mattina precedente, quando la Ninth Tide e il suo equipaggio salparono diretti verso l'Akeran.
La nave viaggiava nella tempesta ormai da qualche ora, onde sempre più grandi si schiantavano contro lo scafo e le fiancate, scalfendo le assi di duro legno che componeva l'imbarcazione come fossero nient'altro che fuscelli.
Rombi e scrosci si facevan eco l'un l'altro, unici orchestranti di quello spettacolo funesto.
Di tanto in tanto qualche fulmine faceva capolino strappando il velo di nubi e mostrandosi a quel pubblico incredulo che osservava con sgomento il crescere del cataclisma attorno a sé. I pirati tentavano di arginare i danni che lentamente stavano colpendo ovunque.
Un boato più lungo e profondo dei precedenti scoppiò attirando l'attenzione di chiunque stesse a bordo. La nave fu attraversata da un forte tremore che fece perdere l'equilibrio a gran parte degli uomini, ognuno fradicio, bagnato fino ai piedi.
« CAPITANO! » le parole di un uomo spiccarono oltre tutto, la voce in un misto fra rabbia e paura.
Killian si voltò immediatamente verso poppa, sapendo già cosa gli sarebbe stato detto. Cercò di gestire al meglio il suo equipaggio tentando di far rimanere stabile la Ninth Tide; rassicurava ogni marinaio riguardo all'approdo sempre più incerto, spartiva ordini, tirava funi e forzava nodi; per poi correre al timone.


Il turbinare del vento faceva muovere nubi e onde, danzatrici incombenti, portatrici di terrore.
Il sudore dei mozzi che formava un'unica umida patina insieme all'acqua del mare e della pioggia.
« L'albero maestro sta cedendo, il timone è ingovernabile e dalla prua si sentono strani rumori! »
Riuscì a non cadere in acqua per miracolo, si resse giusto all'ultimo istante all'impavesata vicino alla passerella.
« Che il Dio del mare ce la mandi buona, se riusciremo ad attraccare non salperemo per almeno sei mesi! »
Terminò -affannato come non mai- proprio quando l'ennesimo boato assordò la ciurma intera, violente onde intaccarono ancora lo scafo; la nave tremò così forte che parve quasi volersi ribaltare e dimostrare a tutti che l'acqua del mare non era poi così umida rispetto al ponte. Un'altra onda si schiantò; la schiuma salì talmente che parve quasi volesse accompagnare le gocce di pioggia in quella rapida e mortale discesa.
« IMBARCHIAMO ACQUA! »

Un orda di uomini si fiondò sotto coperta munita di secchi e di paura della morte. Qualcuno parlava, o meglio, ci provava; il rumore prodotto dalla tempesta e dall'oscillare dell'imbarcazione era così forte da coprire ogni altro suono.
Il vento divenne improvvisamente più forte, il timone scappò di mano al capitano roteando all'impazzata. I pochi uomini rimasti sul ponte rimasero immobili, consapevoli della fine imminente.
Killian camminò lungo il ponte, il rumore muto degli stivali, la bocca che si muoveva senza emettere alcun suono.
Per un attimo l'acqua smise di scendere, e fu silenzio. Forse un minuto, forse una frazione di secondo.
Chi piangeva, chi chiudeva gli occhi o chi si buttava in acqua cercando una disperata salvezza.
E gli scogli azzannarono la barca come un mostro squarta la sua preda, prima che potesse emettere un lamento.
Silenzio. Soffiare del vento, tuoni in lontananza. Rumore di pioggia sul mare.
Silenzio.


Assi di legno e pezzi di corde galleggiavano cullati dall'acqua del mare. Movimenti lenti e prolungati che portavano le onde a spezzarsi dolcemente contro la scogliera. Un sole pallido si circondava da candide nuvole, il cielo azzurro si specchiava sulla superficie marina; chiunque guardasse quello spettacolo dubiterebbe della tempesta avvenuta poco tempo prima.
I resti della Ninth Tide erano ammassati fra gli scogli e l'acqua del mare, alcuni portati via dalle onde, altri raccolti da un piccolo gruppo di pescatori e portati sulla cima della scogliera.
Annaspando e tossendo acqua Killian tornò a respirare, stupito riguardo al suo essere ancora vivo.
Ricordando l'infrangersi dei suoi averi e del sogno di una vita -letteralmente- contro la roccia degli scogli, si chiese istintivamente se fosse realmente salvo; se potesse ancora permettersi di definirsi vivo.
Si chiese se fosse il fato, a volere ciò; se la sua vita da pirata dovesse terminare.
Accettò quell'idea, realizzando dove si stesse trovando.

« Lewe! Tu vede, Dom? » sorrise un pelleverde voltandosi verso un altro. Entrambi vestivano stracci e utensili per la pesca ormai distrutti, reti di vario tipo e dimensioni; uno dei due addirittura impugnava una canna da pesca con attaccato ancora un amo.
Il secondo orco si voltò lamentandosi nella sua lingua incomprensibile, gesticolando con le sue enormi mani si portò a sistemare gli scarti ripescati dal naufragio. Osservava ogni oggetto con cura e lo raggruppava in una zona differente, appoggiandolo bruscamente.
« Tu, Omo... sta bene? » chiese la voce gutturale del primo pescatore con un tono misto fra curiosità e preoccupazione mentre lo stesso scuoteva fastidiosamente il capitano. Le dita che toccavano la spalla provenivano da una mano grande come l'intero sterno umano, e quando il pirata alzò la schiena per osservare con i suoi occhi l'energumeno, la sua grandezza lo lasciò a dir poco sorpreso.

« Aye, aye, ma dubito che scuotermi in quel modo possa aiutare la ripresa. »
Rispose con voce scocciata, ignorando la pessima pronuncia della lingua comune e posando la mancina adornata di anelli sulla spalla torturata dalla mano dell'orco, per poi massaggiarsela lentamente mentre si guardava attorno.
Nel mucchio notò immediatamente Dalga, la sciabola, per poi cercare addosso a sé stesso il pugnale e il set di coltelli da lancio; trovandoli con eterna gioia. Si alzò barcollando e fissando i due pelleverde, avvicinandosi alla sua arma, per raccoglierla e metterla al suo posto, nella cinghia. Sporgendosi dalla scogliera il relitto galleggiante non poté che amareggiarlo un minimo.
Tossì non ancora ripresosi totalmente e sputò di sotto, per poi rivolgersi a quelli che gli parvero salvatori, se così potevano definirsi degli omuncoli verdi vestiti di stracci. Appena si voltò sentì un gracchiare con la seguente sensazione di un peso alla spalla, conosceva già quella sensazione; il suo pappagallo si accorse del suo risveglio, anch'egli reduce dalla tempesta.
« Spugna! Vecchio mio! Mi stavo giusto per chiedere dove fossi finito; noto con piacere che sei un po' ammaccato ma tutto intero! » Killian abbozzò appena una risata mista a dei colpi di tosse, mentre Spugna saltellava sulla giacca esibendo il piumaggio investito da colori caldi, per poi ripetere con la sua voce stridula « Tutto intero, tutto intero! »

« Signori! Sapete forse dirmi dove io e.. » si scambiò un occhiata con il pennuto per poi indicarlo « .. il mio equipaggio! » rise all'idiozia della sua stessa battuta, sicuro di avere l'attenzione degli orchi, per poi continuare « Dicevo, sapresti mica dirci dove ci siamo ritrovati? Eravamo diretti all'Akeran, ma è evidente che il Dio del mare ha in serbo una sorte differente per noi. »
E che il Dio del mare ce la mandi buona.

Un gabbiano volava in cerchio sopra di loro forse credendosi un avvoltoio, strillò sbattendo le ali e guardando di sotto con quegli occhi lucidi come perle. Qualcuno si godeva lo spettacolo di un uomo di mare a presa con dei selvaggi, pensò Spugna guardando l'altro volatile. Picchiettò il cuoio del vestito del capitano con il becco striato.
« Equipaggio, equipaggio! » fece eco tristemente.




Edited by Roseleen - 10/9/2014, 17:37
 
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Vermilion
view post Posted on 11/9/2014, 22:58




L'uomo dal mare

Il pelleverde guardò con estremo interesse il piccolo pennuto colorato che si posò sulla spalla del Capitano, e non trattenne una smorfia sorpresa facendo cadere la mascella quando l'uccello parlò. Alzò l'indice in uno scatto impulsivo, mosso dalla curiosità e dalla frenesia del momento. Parla! voël! Saltellò sul posto continuando a ripetere quelle due parole, mentre si avvicinava al suo compagno. Caricò una manata, e con uno schiocco simile a quello di una frusta menò un colpo alla spalla del collega. Un grugnito di dolore si sollevò dal secondo, che di tutta risposta si girò sferrando un gancio dritto alla mascella al povero esuberante pescatore. La stazza dei due era proporzionata alla loro forza -per fortuna- e questo fece si che il colpo provocò nell'orco un tentennamento all'indietro e uno sbollirsi repentino dell'entusiasmo. Rimasero in silenzio entrambi qualche secondo, l'uno con gli occhi fissi in quelli dell'altro, uno a massaggiarsi il pungo, l'altro la mascella. Perché fatto? chiese il primo biascicando. perché fatto tu?! replicò il secondo. voël...parla. Il silenzio cadde di nuovo sui due, e non vi erano dubbi sul fatto che avrebbero potuto continuare così fino a notte fonda se il capitano non avesse aperto bocca. Dicevo, sapresti mica dirci dove ci siamo ritrovati? Eravamo diretti all'Akeran, ma è evidente che il Dio del mare ha in serbo una sorte differente per noi. Il primo orco, quello con la mascella dolorante, si voltò verso l'uomo ma non prima di aver sbuffato dalle narici contro il suo compare. Qui no Akeran. Akeran di la esordì lanciando un dito verso il sud. Akeran dopo groot sand Si avvicinò lentamente, non provando nemmeno a nascondere l'interesse per il pappagallo. Si abbassò sulle ginocchia, allungando il volto verso il pennuto e annusando l'aria. Meditò qualche istante, e dopo essersi ritratto di scatto posò lo sguardo sul Capitano. Tu baratta. disse secco accennando all'animale. Io da Dom concluse secco indicando col pollice l'orco alle sue spalle. WAT?! gridò l'oggetto di scambio alzandosi di colpo in piedi e gettando all'aria una cassa. Gebroke! Noi torna da Hoof! Sbuffò spazientito, caricandosi in spalla una rete da pesca piena di tutto ciò che avevano saccheggiato. SKUIF! gridò con voce gutturale, ottenendo uno sbuffo annoiato del primo, che risollevandosi in tutta la sua statura prese svogliatamente un'altra rete, e facendo cenno all'uomo di seguirlo si diresse a seguito del suo simile. Barattiamo dopo. Ora tu viene da Hoof.


Scusa il titolo, refuso mio. Ora come ora i due orchi -dopo una breve scenetta- si incamminano con tutta la merce di saccheggio verso l'entroterra, e uno di loro ti "chiede gentilmente" di seguirli. Ovviamente sei libero di agire come preferisci, l'esito della scena si evolverà attorno al personaggio e qualunque strada tu decida di prendere non pregiudicherà in alcun modo il mio giudizio. A te la penna dunque, e spero ti stia divertendo con i simpatici -e verdi- pescatori. :v

Note: al solito, domande/chiarimenti nel topic. =D
 
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view post Posted on 17/9/2014, 17:25
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morpho
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L'uomo dal mare
« Killian Jones »

II

Una brezza salmastra saliva rinfrescante dal fondo della scogliera, smuovendo la base della giacca e i capelli di Killian.
Il primo pelleverde sbuffò ancora nervoso per il breve scontro avvenuto con il compagno -in vero gesto più simile a quello di un toro che a quello di un uomo- per poi rispondere con voce gutturale « Qui no Akeran. Akeran di la. » dopo aver mancato pienamente l'ultimo accento voltò un braccio indicando lontano; quasi colpendo il viso del secondo orco; il dito che quasi tremava dalla tensione, adornato con quello che sembrava il torace di un piccolo pennuto modificato al fine divenire un anello. Il capitano ringraziò il suo passato da marinaio e le sue capacità d'orientamento per aver reso quell'imprecisa indicazione utile: l'Akeran era verso sud; almeno ora sapeva dove si trovava. « Akeran dopo groot sand » finì avvicinandosi a Spugna, curioso come un bambino.
Per poterlo osservare al meglio si chinò e si avvicinò col viso, per poi annusare con forza come avrebbe fatto un grosso orso prima di fiondarsi su un alveare grondante di miele. Allungò una mano per provare a tastarlo, ma quando il pennuto gracchiò poco prima del tocco il pescatore ritrasse il braccio e barcollò pericolosamente, rimanendo in equilibrio solo grazie a strane leggi fisiche.
« Tu baratta. » disse con convinzione rivolto al pappagallo. « Io da Dom. » terminò bruscamente puntando il grosso pollice ornato dall'ennesimo manufatto verso l'altro orco. « WAT?! » grugnì il secondo, resosi conto di essere appena divenuto un oggetto di scambio; gettando all'aria la cassa che teneva fra le braccia, la quale rovinò su un cumulo d'oggetti in una baraonda senza pari.
Killian, esilarato dalle continue scenette fra i due, scoppiò in una rumorosa risata che stranamente non disturbò nemmeno in minima parte il dibattito fra due orchi. « Gebroke! Noi torna da Hoof! » e dopo essersi caricato addosso tutta la mole di oggetti disposti con disordine in un'enorme rete, sbraitò brandendo la sua canna da pesca e puntandola verso il suo collega « SKUIF! » il primo sbuffò per poi alzarsi sfoggiando la sua colossale altezza; sistemò la cassa rovesciata dall'altro e si caricò in spalla una rete identica alla prima.
« Barattiamo dopo. Ora tu viene da Hoof. » concluse avviandosi e indicando di seguirlo.

« E sia, vediamo di fare la conoscenza di questo Hoof, giusto Spugna? » approvò scherzosamente, seguendo i due poggiandosi una mano contro la schiena dolorante. « E che abbia dei letti, e pure comodi, questo Hoof. » Mentre sentiva gli orchi blaterare qualcosa nella loro lingua non poté fare a meno di immaginare un reale baratto, si chiese quali meraviglie nascondessero queste terre, e quali tesori custodissero queste tribù, magari sottovalutando il loro valore. « Hoof, Hoof! » gracchiò in risposta il volatile.

D'altronde un pirata va sempre dove soffia il vento, o no?
E il vento soffiava, altroché se soffiava, quasi spingeva, in quella direzione.
Forse non sarebbe stata una così pessima esperienza, pensò carezzando le soffici piume dell'uccello.
Dom si grattò volgarmente una natica per poi tirare una pacca al suo amico, poco davanti a lui. Forse.


Diario di bordo; settima luna dopo la partenza verso i porti dell'Akeran.
Guardando il cielo riesco a distinguere chiaramente nubi di pioggia. Il vento si sta alzando e l'equipaggio della Ninth Tide sembra incerto sulla rotta presa. Ormai la tempesta è imminente, ripeto continuamente ai miei uomini; ci resta solo la speranza che il Dio dei mari abbia misericordia di noialtri. Le provviste abbondano, ma sono in molti ormai a chiedersi se saremo in grado di consumarle, se riusciremo ad attraccare.
Fortunatamente le stelle rimangono visibili e la ciurma tenta di risollevarsi il morale poggiando la schiena alle impavesate e cercando le costellazioni. Maledico il mercante che ci suggerì di salpare ormai sette lune fa, e maledico me per avergli dato retta.
Alcuni iniziano ad arrendersi, altri pregano, altri ancora ignorano la situazione. Le onde stanno salendo fin troppo, ormai tornare indietro è improponibile; ed escludendo le alte scogliere che ci affiancano da tempo immemore non vediamo terra da fin troppo.
Forse questa sarà l'ultimo viagg


Una macchia mista d'acqua e inchiostro occupa alcune righe, rendendo la lettura impossibile; alcune parole fanno capolino qua e là mancando però di senso logico.

Purtroppo la nave inizia a tremare eccessivamente, sento il vento turbinare fin dalla mia cabina. La nave oscilla, la ciurma grida, non so se potrò tornare a scrivere altre righe, ma il mio equipaggio ha bisogno del suo capitano. Se questa fosse l'ultima avventura, spero almeno di aver conquistato un minimo di fama, nel grande mondo della pirateria. Sì, spero che quella sia la mia ultima conquista.


Il foglio risulta strappato dopo queste ultime frasi, e segni di piegatura sono presenti ovunque, assieme a gocce d'acqua e sbavature d'inchiostro. Killian accartocciò la pagina strappata prima del naufragio e la gettò alle sue spalle; il vento finì per trascinarla in acqua, dove si sciolse in una pozza di nero e bianco, per poi sprofondare negli abissi pregna d'acqua, lentamente.
Il capitano si dannò per l'ennesima volta, bevendo un sorso di Rum dalla borraccia che teneva nelle tasche.
S'asciugò con la manica e sputò a terra, tornando a guardare avanti a sé.
Ci sperava davvero, in questo Hoof.





Scusa l'enorme ritardo, ho avuto da lavorare per una mostra e non ho avuto tempo per scrivere al meglio, fino ad ora. Mi sono preso la briga di personalizzare un minimo i due orchi, che sìì, ho molto apprezzato; se non va bene o ho scritto qualcosa di errato fammelo presente, non vorrei giocarmi l'arrivo per qualche semplice aggiunta tanto per caratterizzare la scena "a modo mio".
Nulla di che, rispondo brevemente e seguo la coppietta.
 
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Vermilion
view post Posted on 20/9/2014, 11:38




L'uomo dal mare

Camminarono a lungo nel deserto, i due orchi sembravano instancabili bestie da soma a trascinarsi dietro quei pesanti sacchi improvvisati per le aride terre che la loro gente aveva strappato alla civiltà. Giunti sulla cima di una piccola altura, la voce greve dell'orco che aveva taciuto tutto il viaggio si fece risentire. Home. disse levando un braccio ad un opera architettonica decisamente tribale ma molto complessa. Era si fatta di cataste di legno e pezzi di metallo, mattoni ogni tanto e scarti di navi come chiglie ormai divelte che completavano le mura, ma aveva un senso tutto suo. Certamente non era assolutamente paragonabile alle imponenti fortezze degli uomini, o le raffinate costruzioni elfiche, ma quel misto di funzionale e grottesco le dava il suo perché. Costruita di forma ellittica lasciava intravvedere dalla distanza che solo i bordi erano disseminati di abitazioni mentre al centro un cerchio più o meno regolare si innalzava come una grossa arena. Muggì un paio di volte il pelleverde, facendo cenno con la mano di proseguire. Da dentro non era certamente più raffinato quell'insediamento, dozzine di orchi che parlavano grattando le corde vocali in lingua molto meno comprensibile dei due, e non erano certo rare scene di litigi e mani che volavano. I due razziatori -perché di pescatori avevano solo le reti- depositarono la merce in un piccolo tugurio e scambiata qualche parola con un orco più anziano si rivolsero nuovamente al Capitano. Viene Hoof. Si destreggiarono tra i vicoli creati solo per l'impossibilità di ammassare una casa sopra l'altra, spingendosi sempre più verso il centro della città, verso quella che da lontano sembrava il grande cerchio. Ampie arcate davano all'ingresso della gigantesca costruzione, e quelle che potevano essere vista come guardie -solo per il vestiario simile e asce alla mano- sorvegliavano alcune di queste. Un pelleverde si avvicinò ad un armigero, sussurrandogli parole della sua lingua ad un orecchio. Un ghigno seguito da qualche verso d'approvazione si dipinse sul volto solcato da qualche cicatrice del secondo, che afferrando in malo modo per un braccio l'uomo di mare lo scortò dentro. Viene omo. Tu vede Hoof. Girarono qualche svolta e passarono lunghi corridoi in quello che sembrava un labirinto vero e proprio. Piccole torce illuminavano sporadicamente quella costruzione massiccia e il tanfo si faceva man mano più pungente. Dalle ombre ai lati del cunicolo in cui si trovarono alla fine, dietro pesanti gabbie, rauchi ruggiti e respiri affannosi lasciavano la mente spaziare tra i più terribili incubi. Qua. disse secco spingendo il capitano dentro una cella e chiudendo le sbarre subito dietro di lui. Hoof chiama te dopo. e condendo il tutto con una risatina divertita sparì.
Passarono una manciata di secondi, giusto il tempo per Kilian di abituarsi al buio e al tanfo prima che un'ennesima voce profonda si udì dalle tenebre. Tu Omo, hm? disse la voce, più vellutata delle altre ma sempre bassa e tetra. Una figura di stazza anche più grossa degli sciacalli si alzò in piedi, dimostrando come la stessa cella gli stesse piccola al massimo della sua statura. Le pelle non era olivastra, ma tendeva a qualche sfumatura di rosso chiaro. Cicatrici si alternavano a disegni sulla pelle, che raffiguravano in modo molto schematico animali o semplici greche. Si protese in avanti, lasciando che la luce gli colpisse il volto. Una striscia orizzontale di pittura rosastra gli copriva entrambi gli occhi, quasi volesse imitare un lembo di tessuto usato come maschera e un ciuffo di capelli viola alla moicana gli tagliava in due il cranio. Io Pedro. Io qua perché diverso. Tu vuole amico di Pedro? La voce si fece più calda, quasi languida e nostalgica mentre l'orco si ritraeva nuovamente nelle tenebre della cella.

Ultimo turno di puro ruolo, poi si comincia a menare. I due ti portano al loro villaggio, che da lontano non è dissimile ad una gigantesca arena attorno alla quale è stata costruita una città fatta di scarti e pezzi di recupero. Vieni condotto dentro la suddetta, e tra ringhi e rumori di vario tipo non ti sfugge -a te che sei pirata- come quello sia un commercio bello e buono di schiavi e animali. Vieni rinchiuso in cella con un orco diverso dagli altri: molto massiccio ma dai colori di pelle e capelli insoliti per la loro razza. Descrivi pure il tutto e concludi parlando -se ti aggrada- con questo pedro. Pare essere li da più tempo di te, e pare essere abbastanza socievole.

Scusa per l'attesa, giorni di fuoco ^^"
 
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