Basiledra - Il Sigillo Spezzato.
Il Sigillo era rimasto uguale nonostante tutto. Come poteva un luogo come quello cambiare?
Puzzava di malaffare da miglia e miglia e una volta aperta la porta ed entrato dentro la sensazione che quello fosse il luogo sbagliato in cui trovarti non faceva che diventare certezza. Un ambiente pulito, devo ammetterlo, ma buio. I tavoli erano disposti affinché non ci fosse promiscuità tra la clientela, lo scopo era chiaro: far rimanere tali i segreti che gli avventori si sussurravano con aria complice davanti un calice di birra scadente. Già ai tempi del vero Re quello era il posto ideale per chi voleva assoldare una lama discreta, una mano lesta o un paio di orecchie in grado di percepire perfino lo stormire delle foglie di un cortile. Insomma il Sigillo Spezzato era il mercato in cui cercare o offrire lavoro non propriamente lecito.
La locandiera era rimasta uguale fin dal primo giorno in cui aveva aperto. Un sorriso furbo, una massa serica di capelli rosso fuoco agghindati grazie al supporto di uno spillone fin troppo aguzzo, labbra rosse come il sangue che scorreva nei vicoli bui della capitale e una voce che sapeva far rabbrividire di piacere come solo il contatto della pelle sul velluto sapeva fare.
«Era un po' di tempo che non venivi ...»
Urlò quasi dall'altro lato della stanza. Molte persone smisero di parlottare e intessere intrighi per rivolgere l'attenzione su di me.
Capii che quello era un avvertimento. In un solo gesto Emma, la proprietaria del Sigillo, aveva avvertito i suoi ospiti "speciali" del mio arrivo e me della loro presenza. Mi avvicinai al bancone senza indugiare ma mentre passavo per uno dei tavoli ebbi la spiacevole impressione di udire il suono di una lama che scorreva lungo la sua guaina. I miei timori furono ben presto confermati.
« ...e fidati sarebbe stato meglio se avessi atteso qualche altro anno prima di tornare. »
Il tono della donna si fece cospiratore, puntò i suoi occhi color verde bottiglia nei miei mentre mi versava un calice di vino aromatizzato e bollente.
« La nuova gestione cittadina non ci ama e molti dei miei clienti abituali hanno fatto una brutta fine. Non sto dicendo che c'è una taglia sulla tua testa ma stai sicuro che in molti ti ucciderebbero anche gratis. A nessuno piacciono i traditori. »
«Non sembri pensarla allo stesso modo.»
Parlavo con cognizione di causa. Riesco a capire quando qualcuno ha cattive intenzioni e lei sembrava più curiosa che ostile, cauta indubbiamente, ma per niente intenzionata a lasciarmi morire nella sua locanda.
«Il fatto che tu sia vivo dopo il primo sorso sembra confermare la tua ipotesi. »
- rispose facendo comparire un sorriso malizioso sulle labbra piene e lanciando un occhiata alla coppa da cui stavo bevendo «Cosa vuoi?»
«Scambiare due chiacchiere»
Quello era il segnale: quella frase significava che stavamo per parlare di affari.
«Ti ascolto.»
« Voglio parlare direttamente con lui ...»
Ora dovete sapere che il Sigillo Spezzato da un po' di anni aveva rivoluzionato il suo modo di operare. In passato non esisteva un codice morale: il denaro non puzza era l'unica regola. Poi a Basiledra era apparso uno strano personaggio, nessuno si sognerebbe mai di chiamarlo un eroe visti i suoi metodi poco convenzionali e a volte spregiudicati, che riusciva a riscuotere un notevole successo tra le classi umili. Era ovviamente un criminale, un ladro. Per molti mesi, ogni notte qualcuno con la coscienza poco pultia veniva derubato, minacciato e "rieducato". La mattina successiva la vedova vessata dal creditore senza scrupoli, il mercante strozzinato, il popolano maltrattato ricevevano una cospicua donazione. Sul luogo del "delitto" la sua firma: una piuma.
Lo avevano chiamato la Gazza e per molto tempo le autorità cittadine avevano come priorità metterlo in gabbia. Dopo svariati e fallimentari tentativi conclusisi sempre con qualche morto o ferito, alla Gazza fu' offerto da un gruppo di gentiluomini interessati di affiliarsi a quella che chiamavano "La Gilda". Avrebbe lavorato per loro e in cambio poteva star sicuro di agire protetto dalle interferenze dei noiosi tutori della legge.
La Gilda, infatti, era considerata un male necessario da moltissimi esponenti di spicco della Corte che non esitavano a richiederne i servigi quando la persuasione e la contrattazione politica fallivano. La Gazza accettò e li avvenne la rivoluzione. Il Sigillo Spezzato, quartier generale della Gilda, iniziò a dividersi in fazioni: la prima affezionata alle tradizioni non aveva intenzione di uscire dal sentiero precedentemente imboccato, la seconda invece credeva che i principi morali fossero indispensabili per distinguersi dai comuni tagliagole e ladri. Vinse la seconda linea di pensiero e la Gilda vide aprirsi dinnanzi a se un periodo di florida collaborazione con partner inaspettati. Questo non cambiava ciò che facevano: erano e rimanevano ladri, assassini e spie ma mentre nel passato erano un gruppo di cani sciolti in cerca del miglior offerente, con il cambio di prospettive erano diventati una vera e propria organizzazione che si muoveva in un solco tracciato a suon di ideali. Tutto qui, le differenze tra prima e dopo si riducevano a questo. La Gazza, ovviamente, aveva assunto una posizione influente. Se la Gilda avesse avuto una gerarchia differente lui sarebbe stato il capo, ed in un certo senso lo era anche se amava definirsi una guida morale.
In tutto ciò la Gazza era diventato invisibile, irraggiungibile da chiunque eccetto pochi fedelissimi. La fama derivante da certe imprese del passato e i rancori di alcuni nostalgici della vecchia Gilda lo avevano costretto a ritirarsi dal mercato. La mia richiesta giungeva quindi inopportuna, vista e considerata la mia fama di traditore.
«Sapeva del tuo ritorno in città e voleva conoscerti già da un po' ...Credo che se non avessi chiesto tu di lui avrebbe cercato di contattarti a modo suo. »
« Quindi ho fatto bene a venire con le mie gambe. »
«Ti preoccupi delle gambe quando in gioco c'è la tua testa? »
- mi disse torturandomi crudelmente con il suo fascino da donna fatale - « Seguimi.»
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Basiledra - Caserma
Tipico, perfettamente conforme al modello. Arrogante, spregiudicato, tronfio.
Come avrebbe reagito quando la sua armatura scintillante, la sua spada costosa come un gioiello, il suo bel mantello di raso e l'aria che lo gonfiava di inopportuna autostima non la avrebbero protetto dal collaso inevitabile delle sue certezze? Cosa sarebbe rimasto di uomo di quella fattura dopo il mio intervento? O di me, se tutto fosse andato storto? Avrei avuto le risposte a queste domande ben presto, si trattava solo di aspettare.
« Perché ripetere ciò che ovvio? »
Esordii avanzando verso le sbarre. Non avevo ancora deciso di levarmi di dosso gli stracci cenciosi che mi avvolgevano, no non era giunto il momento di apparire per ciò che ero realmente.
« Quando posso mostrarti cose che non avresti mai pensato di vedere? »
Quella mia affermazione doveva farmi apparire ancora più folle di quanto constato in precedenza.
«Non voglio offendere nessuno, ma sappiamo entrambi che noi due siamo su un livello più elevato rispetto al popolino ignorante. A loro bastano un paio di parole, un pizzico di buona demagogia e un discorso pieno di immagini truculente e visivamente efficaci. Ma noi, noi siamo animali politici, noi annusiamo l'ipocrisia della retorica e sappiamo come difenderci ... Vuoi che ti apra la mente? Ti accontenterò, anzi devo essere sincero, non vedevo l’ora!»
Strinsi le mani intorno le sbarre e avvicinai il viso in modo che lui potesse guardarmi in faccia. Di certo avrebbe notato la natura insolita dei miei occhi. Nessuna persona normale possedeva occhi come i miei, erano un segno, un marchio, un avvertimento.
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Basiledra - Il Sigillo Spezzato.
« Eccoci, puoi accomodarti, ci raggiungerà tra un attimo.»
Le cantine del Sigillo tutto avevano fuorché l'aspetto di sotterranei umidi e colmi di merce. L'ambiente era arredato con gusto sebbene con una nota di sobrietà che non lasciava dubbi sul modo di pensare del padrone di casa. Qui e lì, coperti da teli, potevi trovare oggetti preziosi, statue, armature ed armi di ottima fattura, tele e dipinti.
Al centro della stanza un tavolo circolare affollato di cianfrusaglie e cartigli. Mi accomodai come mi era stato detto ed attesi. Emma, la locandiera, rimase al mio fianco infliggendomi l'ennesima delusione: speravo fosse lei la Gazza, ci conoscevamo da tempo e in un certo senso provava affetto per me. Avrebbe accettato la mia offerta di lavoro senza pensarci un attimo, ne ero certo.
« Lui ...Com'è? Insomma le storie sul suo conto sono vere?»
Lei rise di gola gettando indietro il capo e scoprendo il collo. Un atto di fede in contesti del genere.
« Potrei farti la stessa domanda, sono vere le storie su di te?»
Con un gesto improvviso avvicinò la sedia alla mia e mi posò la testa sulla spalla. Riuscivo a sentire il suo profumo, il suo calore. Cercava di sedurmi, ovvio, ma il perché mi rimaneva oscuro.
« Dipende da quale versione della storia hai sentito.»
Mentre lei proseguiva il suo rituale di corteggiamento sentimmo aprirsi una porta ed apparire un uomo che era la versione maschile della donna al mio fianco.
Capelli rossi, un aspetto seducente e un fascino a cui l'età non toglieva nulla, semmai aggiungeva.
«Se volevi appartarti potevi scegliere un altra stanza, sorellina ...»
Lei non si allontanò di un millimetro, anzi si avvinghiò con maggior forza a me piantandomi le unghia laccate nel braccio.
« Ti stavo solo tenendo in caldo la cena ...»
Rispose lei con fare malizioso. Mi sentivo a disagio come poche volte prima di allora.
Non era lei ad inquietarmi, né le sue esplicite attenzioni ma la sensazione che quelle servissero a proteggermi. Lui infatti smise di sorridermi e mi scoccò un occhiata di disgusto.
«Potevi scegliere meglio gli ingredienti, questi puzzano di marcio e tradimento.»
Lei stava per replicare qualcosa quando senza troppi complimenti l'allontanai e alzandomi dalla sedia decisi di smetterla con le pagliacciate. Non avevo tempo da perdere.
« So difendermi da solo, grazie. »
Le dissi semplicemente quando lei stava per alzarsi per mettersi tra me e il fratello.
«Se sono qui e sono vivo c'è una ragione.»
«Non farti illusioni, Emma si stufa presto dei suoi giocattoli.»
« Per favore, sono molto di più del divertimento di una notte, concedimi questo almeno. Traditore o no sono un uomo dalle molte capacità e si da il caso che oggi i miei interessi e i tuoi coincidano.»
«Questo lascialo decidere a me.»
Annui con calma, il ghiaccio era stato rotto.
« Oggi rappresento un gruppo di uomini e donne interessati al bene comune, ci chiamiamo la Resistenza. Il nostro obiettivo? Deporre Lorch al più presto e riportare Basiledra all'ordine. »
«Prosegui.»
«Non farti illusione non sarà semplice. Tutti noi siamo scesi a compromessi, ci siamo alleati con personaggi decisamente sgradevoli, abbiamo rinunciato ai nostri principi morali. Il fatto stesso che io sia qui, lo dimostra. »
«Questo è un modo per dirmi che mi ritieni sgradevole o sei solo abituato a fare così tanti complimenti a chi chiedi aiuto?»
«Non intendevo dire questo. Sto solo dicendo che abbiamo alleati che prima non avremmo considerato nemmeno di lasciare in vita. Non possiamo essere schizzinosi, la situazione non ce lo permette. Giungo dritto al punto: uno dei nostri, la nostra guida morale, è stata catturata e se non agiamo in fretta verrà giustiziata. »
«Parli dell’Elfa?»
Annui, chiudendo il capitolo Fanie prima che arrivassero commenti sulla sua rigidità morale e l'affiliazione alla Schiera che non la rendevano propriamente un amica della Gilda.
«Lei è un simbolo, il collante che unisce la Resistenza. Se lei muore, l'intera resistenza collassa. »
« Se è così importante come dici la sua morte potrebbe cambiare le carte in tavola a vostro favore, potrebbe diventare una martire. »
«Come lo è diventato Medoro? Non possiamo rischiare che la morte di una persona scateni un ondata di panico. »
« E' solo questo? O c'è altro? Tra voi due intendo. »
«Soffri la competizione sorellina?»
«Fanie non è niente di tutto questo, anzi prima della Resistenza la consideravo un intralcio e sarei stato ben contento se qualcuno me l'avesse levata di torno! »
Probabilmente mentivo, ma non mi andava di spiegare con dovizia di particolari il nostro controverso modo di collaborare riuscendo sempre ad essere in disaccordo su tutto.
«Cerchiamo di non perderci e andare dritti al punto. Mi serve una rivolta, deve essere ben organizzata, devono sapere esattamente quando, se e come muoversi e soprattutto devono sapere quando è il momento di farsi da parte.»
«E esattamente a cosa ci porterebbe tutto ciò? Quali vantaggi dovrei ricavare da una simile offerta di lavoro? »
Sospirai e mi preparai al difficile compito che mi attendeva: convincerli.
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Basiledra - Caserma
«Lascia che ti spieghi, Generale, come le cose stanno per evolvere. Presto, molto presto i soprusi che la povera gente ha dovuto subire da quando Lorch è al potere produrranno i loro frutti e non sarà per niente piacevole raccoglierli. Mentre noi parliamo, un gruppo di onesti cittadini sta riunendo la popolazione dei quartieri umili e la sta conducendo di fronte questa caserma cavalcando il malumore dilagante in città. Tra poche ore, qui fuori, si scatenerà l'inferno e se tu e i tuoi colleghi non farete qualcosa in proposito ... Beh credo che non sarà facile mantenere quell'espressione così controllata quando Lorch ti farà divorare dai suoi mastini.»
Allargai le braccia le lasciai che i cenci che indossavano cadessero rivelando l'abito sottostante. Un monile dorato era appuntato sulla stoffa nera, brillando ancor di più per il contrasto provocato dalla differenza cromatica. Il gioiello rappresentava una bilancia, simbolo di giustizia, simbolo del potere della Legge su ogni cosa.
«Ho sentito delle esplosioni poco fa ... Sembra che la fortuna non giri a tuo favore. I tuoi uomini sono impegnati altrove, suppongo, non hai tempo e non hai i mezzi per fermare quello che sta per succedere. Non senza il mio aiuto. »
Nel silenzio della cella interrotto solo dalla mia voce e dalla monotona scansione del tempo prodotta dal cadere di una goccia, il rumore di una finestra che andava in frantumi sembrò quasi assordante. In un attimo un vociare diffuso, rabbioso, concitato ci invase le orecchie, raccontandoci ciò che stava accadendo fuori. Tra le molte cose che potevi rimproverare alla Gazza non c'era di sicuro la mancanza di tempismo.
«E' già iniziato ... »
Sussurrai con fare estatico. Mi piaceva mascherarmi da pazzo, rendeva le menti dei miei bersagli impreparate a ciò che stavo per fare.
«Ma abbiamo qualche minuto ancora ... Si peno sia sufficiente a ...Come hai detto? Giusto, giusto aprirti la mente! »
Lasciai che la visione che avevo con cura preparato erompesse nelle nostre menti.
C'era una possibilità per il Generale di difendersi dalla manipolazione delle sue emozioni, pensieri, paure, sogni, ma speravo che gli mancasse la prontezza per farlo.
Io riuscivo a vedere ciò che avrebbe visto lui e mi crogiolavo nella consapevolezza di aver creato un sogno meraviglioso, un'opera d'arte per i cultori del settore.
Se tutto fosse andato come previsto gli occhi del generale avrebbero dovuto riempirsi con immagini di gloria. Basiledra sarebbe apparsa nel fulgore maestoso della Città dei Re. Il palcoscenico era quello offerto dalla piazza antistante il Cuore di Marmo.
Due file di guardie vestite con i colori della Guardia Insonne attendevano l'arrivo del Governatore. La città era in festa, la folla esultava, lanciava petali di rosa e le numerose bancarelle di mercanti, accorsi per l'occasione, sembravano traboccare di merci e pile di monete d'oro. Fin dove lo sguardo era capace di spingersi si poteva vedere una metropoli utopica in cui ogni strada era linda, ogni casa ragionevolmente confortevole, ogni singolo volto possedeva un sorriso stampato sulle labbra.
E poi sarebbe arrivato il pezzo forte: lui, proprio lui il Generale appariva dalla balconata da cui soleva tenere i suoi discorsi Caino. Indossava ancora gli abiti da militari ma la corazza, il mantello erano di fattura decisamente migliore. Anche il Generale era diverso, si sarebbe visto più alto, più possente, circondato da un'aura di fascino irresistibile. E poi le acclamazioni della folla, gli onori resi dai soldati e dai generali ...
Quando fui certo che il sogno ad occhi aperti si era ormai concluso mi accinsi a spiegare cos'era appena successo. Speravo con tutto me stesso di aver avuto successo al primo tentativo, di non essere costretto a spingermi più in là ...
«Questa città ha bisogno di giustizia. Lo vedi anche tu Generale, la gente è stanca e presto queste piccole sommosse si trasformeranno in una rivolta ... Tu ricordi perché Basiledra è caduta non è così? La città è stata vostra nel momento in cui il popolo ha scelto di arrendersi alle vostre promesse, alle promesse di Sigrund Lorch. Quando tempo credi ci metterà il popolo a consegnarvi alla Resistenza? Quanta approvazione speri di trovare nel Consiglio quando tu e tutti gli altri generali tornerete indietro con due condottieri uccisi da un ribelle qualunque e i vostri sforzi vanificati dall'ambizione di un solo uomo? Io ho il potere per calmare le acque, per portare ordine in questa città e tu devi solo scegliere di fidarti di me. Liberami, lascia che faccia il mio lavoro, lasciami ripulire le strade dal crimine, dal malcontento, lascia che ti presenti come l'eroe che ha salvato Basiledra da se stessa ... Permettermi di offrire alla città un governante migliore di un avanzo di canile, permettimi di proporre te ...»
Mi allontanai dalle sbarre e mi immersi nella confortante oscurità della cella. Ora toccava a lui la mossa successiva. Toccava a lui parlare e chiedermi cosa volevo in cambio.
CITAZIONE
Note: Uso il gettone a consumo Alto per provocare la rivolta, il secondo slot invece lo sfrutto utilizzando la pergamena Visione Estatica ( in spoiler). Mi risparmio lo specchietto riassuntivo ma se necessario lo aggiungo con l'indicazione di energie rimanenti e passive attive.
Visione estatica: Il ladro si insinua nelle menti dei suoi avversari, intrappolandoli in una visione paradisiaca che saranno restii ad abbandonare
La tecnica è una emanazione ad area di natura psionica. Queste rivivranno in un momento l'attimo più felice della sua vita o, eventualmente, una visione paradisiaca instillata dal caster. Nel primo caso, ciò a cui assisterà sarà a discrezione del bersaglio; nel secondo, a discrezione dell'utilizzatore della tecnica. La visione sparirà dopo qualche istante, e ad essa seguirà una profonda pace dei sensi e sensazione positiva che durerà finché non si subiranno danni o massimo sino al termine del turno in cui la si è subita. La tecnica ha potenza media e provocherà danni medi alla mente di tutte le vittime coinvolte.
Consumo di energia: Alto