Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Vigilo Confido - Voice of the Brave, Capture - Infiltrare, Catturare, Estorcere.

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Vermilion
view post Posted on 1/10/2014, 23:16




VIGILO CONFIDO
INFILTRARE CATTURARE ESTORCERE

Nessuno sapeva chi fossero. Alcuni sostenevano che fossero li da mesi, altri dicevano che erano pochi giorni e certi addirittura tiravano in ballo stregonerie e divinità. Nessuno sapeva quale fosse la verità, se erano tutte menzogne o meno, se erano addirittura loro stessi a mettere in giro certe voci in una perversa logica di creare il dubbio che fossero solo voci e coprirsi le spalle. Vero o meno, fantasmi o spie, in quella casa c'erano occhi di troppo.
□□□QM POINT
Mi scuso intanto per la schifosissima qualità del post, ma purtroppo non si sono risolti i problemi di Kita tanto che la vedremo assente tutta la settimana. Per non tardare oltre faccio io le sue veci per questo turno schifandovi con la mia pessima interpretazione del tutto. (capitemi, vi prego :v )Voi siete la squadra di infiltrati, a voi le modalità di come questa è avvenuta: se ad esempio spiate di nascosto o molto più platealmente avete soggiogato le menti dei presenti illudendole che foste li da sempre. Usate l'immaginazione, e se volete osare con tecniche particolari o altro, chiedete e se il tutto è plausibile ve le accorderemo. Per voi dunque un primo post di presentazione dove sceglierete una "vittima" e vi insinuerete alle sue calcagna. Essendo un gruppo furtivo seguirete il metodo del sospetto descritto in confronto. Ricordo che il vostro scopo ultimo è l'estorcere il maggior numero di informazioni dalle vostre vittime.

Vittime:
-Generale di una delle armate.
-Nobildonna, moglie di un Capitano.
-Bambini, figli di nobili.
-Servitù di una ricca famiglia.

Ognuno dei personaggi sarà contestualizzato in un ambiente a lui consono, quindi presumibilmente l'ala adiacente ad una caserma per la prima, case nobiliari per seconda e terza e piani bassi della casa per la quarta. Usate la fantasia, e se avete dubbi chiedete in confronto.

Finisco col dire che le scene sono si in topic differenti, ma NON perchè siano slegate, anzi. Separare i vari gruppi serve per permettervi meglio di seguire le azioni nel vostro PoV per organizzarvi e imbastire una strategia migliore e meno caotica. Questa giocata è molto incentrata sulla cooperazione, che riveste una parte fondamentale. Verrà spiegato bene in confronto come saranno le modalità di svolgimento, e vi ricordo che a termine di ogni turno verrà postato, sempre nel confronto ad-hoc un riassunto di tutto quello che hanno fatto i vari Team, così da darvi una risposta immediata di cosa sta succedendo e cosa inserire/fare nel post successivo.
Se avete domande, sapete dove porle. Avete tempo una settimana, buon lavoro! ^^
 
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view post Posted on 8/10/2014, 16:47

Competitore
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« Questa città è infetta! Una lebbra la consuma, ne dilania le carni, la rende una vergogna agli occhi di Dei ed uomini! Essa si insinua strisciante, lenta ma inesorabile. Così come il corpo del lebbroso si fa dapprima insensibile al dolore, allo stesso modo l’Ingiustizia manifesta i primi sintomi con l’indolenza alla morale … Nella malattia segue la marcescenza virulenta delle membra, nelle città infette dalla mancanza di giustizia la progressiva, perseverante lesione delle più basilari norme della civile convivenza. Guardatela la vostra città e piangete genti! »



Già un capannello di persone si erano riunite intorno alla figura predicante. In molti si avvicinavano per pura curiosità di vedere come il chiacchierone sarebbe andato a finire, vista la poca simpatia dei soldati di Lorch per i predicatori, ma poi rimanevano avvinti dal fervore delle immagini evocate.

« L’ingiustizia regna sovrana in quella che era la città del Re e che oggi dovrebbe essere l’esempio fulgido della Democrazia! Le strade pullulano di infami balordi che non fanno distinguo nelle loro bravate di sesso, rango od età! Proprio oggi ho visto una vecchia gettata nel fango, derubata, picchiata e poi insultata! I vicoli luridi dei quartieri poveri sono diventati ricettacolo di feccia, la sacralità domestica violata dal mestiere meretricio, la dignità delle magistrature cittadine infangata dalla corruzione e … »



Qualcosa costrinse la folla a fuggire. Il passo pesante di soldati, le urla, le bestemmie gridate per spaventare e disperdere i civili. Il predicatore rimase così con il braccio alzato, l’indice teso verso l’alto.
Il soldato che prima si fece avanti per arrestarlo in attesa che qualcuno ai piani alti decidesse cosa farne sentì il cuore farsi pesante. Era giovane, un giovane idealista frustrato dalla vita. Stringeva pateticamente il suo libro di leggi, appuntato al petto aveva il simbolo della sua professione. Doveva essere uno di quegli avvocatuncoli o arbitri di campagna, infarciti di nozioni ed ideali e poi abbandonati alla crudeltà dell’esistenza. In molti dopo la caduta del Tiranno erano stati scacciati dai loro stessi concittadini ed ora andavano a leccare i piedi dei nuovi padroni in cerca di dignità e un posto di lavoro nella burocrazia cittadina.
Peccato – pensò il soldato – che quel particolare giovane avesse iniziato davvero con il piede sbagliato.
Gli posò una mano sulla spalla, non c’era bisogno delle maniere dure presto qualcun altro le avrebbe usate al posto suo.

«Vieni con me Fustigatore dei Costumi, hai scelto il giorno sbagliato per la tua arringa … »



Il giovane lo guardò con uno sguardo altezzoso.

« Lasciami! Come osi! Io sono un araldo della legge! Non puoi toccarmi, tu cane vuoi abbaiare contro il pastore ?! Ritorna a spaventare le tue pecore! »

Il soldato scosse la testa. Ci aveva provato ad essere gentile ma, come gli avevano insegnato in caserma anni prima, ad essere gentili ci guadagni solo uno sputo in un occhio.

«Datti una calmata o … »

Non gli diede il tempo di concludere la minaccia. Iniziò ad urlare e divincolarsi. Il Sovrano qua, un insulto la …Insomma si stava comportando da vero stronzo. Il buon vecchio veterano perse la pazienza, afferrò il manganello e colpì. Preciso, pulito e senza troppi danni, un colpo da maestro.

«Goditi il sonno, nelle celle i topi non ti faranno dormire … »



Mormorò. Ma tanto l’idiota non poteva sentirlo. Se lo caricò sulle spalle e lo portò in Caserma, li il Generale avrebbe deciso quale sventura gli sarebbe piovuta addosso.
Un popolano, uno che evidentemente non era spaventato dalla divisa della guardia cittadina lo fissava.
Era anziano e il suo sguardo di disapprovazione si mescolava alle rughe profonde facendolo sentire a disagio. Non era mai stato irrispettoso con i vecchi ma quella volta le parole gli sfuggirono di bocca.

«E tu che guardi ?! »



Il vecchio strinse i pugni. Sputò a terra e senza mezzi termini sentenziò.

«Guardo un cretino dare ragione al primo uomo che dice cose sensate da quando il tuo dannato padrone ha messo il culo sul Trono … Ora che fai arresterai anche me ? »


Il soldato sentì la faccia infiammarsi. Un commilitone gli si avvicinò chiedendo se c’erano problemi.
Avrebbe tanto voluto rispondere di si, che il problema erano loro ma sarebbe finito alla gogna più veloce di una scheggia. Inghiottì la pressante sensazione di imbarazzo e si diresse verso la caserma.
Qualcuno, intanto, che si fingeva svenuto sghignazzava senza ritegno; dentro di se, ovvio.


Se non fosse stata già chiamata in mille altri modi differenti Basiledra avrebbe potuto portare il titolo di città dalle mille caserme. La monumentale, fastosa, capitale del Regno non manca mai di mostrare ai suoi cittadini come è riuscita a diventare il fulcro di un impero: con il suo esercito.
In ogni, strada, piazza, viottolo o quartiere sorge un edificio militare. I posti di guardia non si contano e lo stesso vale per le caserme che affollano la città quasi come se la metà dei suoi abitanti fossero soldati.
Quella in cui io fui portato dopo la mia impeccabile interpretazione era una di quelle riservate agli ufficiali di alto rango. La pietra con cui era stata costruita era di ottima qualità, sebbene priva di ornamenti la sua struttura architettonica squadrata e dai tratti puliti dava l’idea di trovarsi dinnanzi ad uno dei polmoni del potere. Dall’interno l’idea di ordine e disciplina che doveva ispirare le condotte dei soldati era rimarcata dalla precisa disposizione delle sale e dei corridoi.
L’atrio era costituito da un enorme stanza quadrata sorvegliata da più uomini di quanto fosse necessario.
Una scrivania in solido legno di quercia trionfava al centro. Dietro il gigantesco tavolo affollato di cartigli e rapporti un paio di uomini addetti all’amministrazione dell’edificio annotavano senza sosta ingressi e uscite.
Il soldato che ancora mi portava in spalla come se fossi un sacco di patate si avvicinò ad uno dei burocrati identificandosi e dichiarando il motivo del suo precoce ritorno in caserma. Quello che, a giudicare dal tono altezzoso, sembrava coordinare le questioni amministrative si limitò a fare un cenno agli uomini di guardia i quali aprirono una porta che dava su una ripida scalinata in pietra che puzzava di muffa.
Non c’erano dubbi sulla mia prossima destinazione: le celle della caserma.
Giunti in fondo alla scala ci ritrovammo in un ambiente squallido, umido e stranamente silenzioso.
Il militare si girò intorno bestemmiando per l’assenza del carceriere. Mi buttò a terra senza troppi complimenti e corse a perdifiato risalendo la gradinata e chiudendo la porta.
Tornò due minuti dopo con un mazzo di chiavi che lo facevano tintinnare come un maledetto becchino della peste. Afferrò una brocca d’acqua putrida e me la versò sulla testa per risvegliarmi.

«Benvenuto a Basiledra stronzo! »


Mi mormorò con scarsa convinzione, spingendomi a suon di pedate in una delle celle e chiudendomi dentro. Stette a guardarmi un attimo scuotendo la testa, poi si decise a rivolgermi di nuovo la parola.

« Sei fortunato, hai un paio d’ore per riflettere su come salvarti la pelle ….Il Generale è fuori, ma quando tornerò inizierà a sbrigare le noiose faccende giudiziarie. Cerca di non fare lo stronzo con lui, ha potere di vita e di morte sui suoi prigionieri! »


Finsi una voce impastata, quasi tremolante.

« I-io non ho fatto niente …»

«Raccontalo a lui … »

Il silenzio calò tra noi due quasi fosse un muro di cinta. Io ero un prigioniero e lui il mio carceriere, non c’era spazio per le interazioni.

« Voglio parlare con un tuo superiore tu non sai chi sono io …»

«Sei uno stronzo, ecco cosa sei! Per colpa tua mi tocca stare in questo schifo fino a quando non arriva Sua Grazia! »


Quelle furono le ultime parole che ci scambiammo per più di due ore. Poi il rumore di numerosi passi ci destò entrambi dal sonno leggero in cui eravamo caduti per la noia. Il mio giudice era arrivato e aveva ordinato di portarmi sopra affinché potesse decidere del mio futuro. Mentre venivo fatto uscire con i piedi e le mani accuratamente incatenati sorridevo, tutto andava come previsto.


Edited by Malzhar Rahl - 9/10/2014, 01:13
 
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Il Senzanome
view post Posted on 12/10/2014, 18:51




Lo guardò.
« ... »
Lo guardò malissimo.

« ...ti prego, per la mia sanità mentale, fammi ricapitolare per capire se ho sentito bene- »
-o se il mio cervello ha fatto i bagagli e in questo momento si gode un cocktail in spiaggia.

Bjarni Herjólfsson, monolitico nordico tranquillamente in grado di fare sollevamenti pesi con un menhir, gli lanciò un perfido sorriso da stregatto e si sbivaccò sul ceppo avanti al pentolone di zuppa. « Prego. » disse, chiaramente sforzandosi di non scoppiargli a ridere in faccia. « Fai pure. »

« Il giorno in cui siamo scappati di prigione... quello in cui Yusuf s'è finto una Guardia Insonne e poi ho scoperto che era una Guardia Insonne che poi ha disertato assieme all'intera compagnia... quel giorno noi ci siamo fatti largo con la spada e con le stronzate mentali di Yusuf attraverso tutta la Città Alta, poi abbiamo recuperato le nostre cose, poi siamo scesi di nuovo nelle fogne, poi abbiamo schivato l'inevitabile plotone di soldati spediti strada per strada... »

Bjarni alzò un singolo sopraciglio.

« ...e per tutto il tempo Yusuf aveva una dannatissima candela magica teletrasportante?! » terminò Jason, a voce leggermente più alta.

« Ottimo riassunto. » Bjarni, splendidamente suicida, applaudì. « Esatto. »

...

Jason Bourict inspirò profondamente.

parecchi, sconvolgenti minuti dopo...

« ...e per inciso, questa... » sussurrò alfine Jason « ...questa faccenda non finisce qui. »

E, voltatosi con un immenso sforzo di volontà, camminò a passo ingannevolmente tranquillo ove aveva lasciato la sacca con le sue cose
lasciandosi dietro un nordico coi capelli improvvisamente mossi.

~

Nascosti dietro un cespuglio, ben nascosti alla vista, tre membri della compagnia mercenaria di Yusuf si guardarono con occhi sgranati, attoniti di fronte all'accaduto. Nessuno più di loro conosceva l'incredibile potenza dei polmoni di Bjarni Herjólfsson, più che sufficiente a disarcionare un uomo da cavallo con un singolo rimbrotto. Nessuno di loro, tuttavia, si sarebbe mai aspettato quello.
« ...oh cielo. » sussurrò Joseph.
Gerarth esalò un respiro stupefatto. « Questo è stato... »
« Sono sempre i più quieti. » asserì Korinski con aria di saggezza. « Colpiscono sempre quando meno te lo aspetti. »

Città Alta, il giorno dopo...

« Guardia alta! » grdò Markus Joetun, precettore

La spada di legno colpì duramente l'avambraccio del piccolo lord, strappandogli un gridolino di dolore. L'arma del precettore s'infilò dentro la guardia del pargolo, ingaggiando il legno dell'altra all'altezza del forte e scalzandola dalle mani del giovane Cousland. Un istante dopo la lama smussata era posata sull'incavo poco sopra lo sterno, colpita dal delicato e frenetico battere della vena giusto sotto la pelle.

« Non aspettarti pietà da queste genti. » Gli occhi del precettore, freddi e implacabili come il ghiaccio dei monti del Nord, intrappolarono quelli del fanciullo al pari di un cobra. « Non vi è limite alle barbarie compiute in questo luogo. Fallisci, e troverai la morte ad aspettarti. »

Johannes Cousland lo guardò ad occhi sgranati, ansimando paralizzato dalla paura. Markus Joetun ritirò la lama con un movimento sinuoso e si girò, dirigendosi verso il pozzo al lato del cortile. « Cinque minuti di pausa, poi riprendiamo. » gridò alle sue spalle. Due stupefatti istanti dopo sentì il rumore dei piedi del ragazzo affrettarsi là dove una serva lo attendeva. Markus Joetun invece intinse da solo l'asciugamano nel secchio d'acqua già presa, usandolo per

Fu allora che il nobiluomo parlò.

« Interessante. » commentò sottovoce Lord Aionel Cousland, padre di Johannes. « Lo stile che avete utilizzato non è quello insegnato all'Altaloggia. »
« Non sono le Guardie Insonni che vostro figlio dovrà uccidere. » grugnì Markus, spugnandosi la faccia con l'asciugamano.
« E tuttavia, per quanto alcune tecniche mi sembrino familiari, non riesco ad inquadrare le vostre mosse. »
« Le parate di terza e quinta sono quelle che insegnavano ai soldati di Basiledra. » Passò l'asciugamano sulla gola, mosse lente e deliberate. « Fendenti e sgualembri dai territori ad est. Affondi e spostamenti laterali dal sud, e così via. Non sta bene che il ragazzo si focalizzi nel combattere uno specifico stile. Troppo facile trovare un avversario cui si è impreparati, così. »
« Siete davvero esperto come mi è stato detto, allora. »
« No. » Per la prima volta gli occhi di Markus Joetun incontrarono quelli di Lord Cousland. « So quel tanto che basta per sapere che ho ancora molto da imparare. »
« Un punto di vista interessante. Ancora una volta. » Lord Aionel sorrise, guardandolo come un intenditore di cavalli osserverebbe una buona giumenta da riproduzione. « Sono molto contento che le circostanze l'abbiano portato da me, Joetun. »
« Anche io. » rispose Markus Joetun. E lo era, nonostante la sua espressione corrucciata.
Dopotutto era stato lui ad occuparsi del precedente precettore.

Markus Joetun, noto anche come Jason Bourict, si girò a guardare il ragazzo con cui aveva appena duellato. Non sapeva per quale ragione Lomerin Volkoff gli aveva consigliato di prendere il posto del precettore di quel particolare Cousland, ma non dubitava che fosse la scelta migliore. Quell'uomo era... tormentato, sentiva di dire, e a meno che Jason non avesse equivocato la cattura di Fanie l'aveva scosso più di quanto egli desse a vedere.
Nonché reso più determinato che mai.

"Markus Joetun" finì di bagnarsi il viso con l'asciugamano e lo posò sul bordo del pozzo, dove l'aveva trovato. Parte del suo travestimento era fisico; una combinazione di tinte, solette, rialzi, lenti e protesi posticcie che camuffava i lineamenti del viso e ricreava la sua immagine. Markus Joetun era lo stereotipo del guerriero del nord: silenzioso, il viso scavato dal sole e dalle intemperie, letale con la spada. Da Lomerin aveva assorbito ogni informazione sul funzionamento della Guardia Insonne, sulle relazioni fra i casati nobiliari e fra membri del medesimo casato. Lord Aionel Cousland era una persona importante nella gerarchia alimentare politica, ma non così importante che un 'incidente' al precettore del suo figlio primogenito risulti sospetto. Sopratutto se il poveretto era malamente caduto quando, ubriaco e senza pantaloni, aveva cercato di scendere le scale di un postribolo dall'assai dubbia reputazione.

Era vero che Lord Aionel aveva cercato un sostituto per il suo pargolo.
Era vero che il sostituto era un certo Markus Joetun.
Era vero che Markus Joetun aveva un aspetto estremamente simile al suo.

Ma questo il vero Markus Joetun non lo sapeva. Il vero Markus Joetun era legato come un salame in una delle tante sale di controllo delle fogne cittadine, nudo come un verme.
E Jason Bourict, che lo impersonava, tornò ad addestrare Johannes Cousland.


Utilizzo (previa autorizzazione del qm) la Candela di Babilonia a consumo nullo per apparire direttamente in città Alta, più lo slot gettone a consumo basso per assimilare le informazioni ottenute dal pg di Oblivion (il cui nome risulterà perennemente impronunciabile senza l'aiuto del copia-e-incolla, ahimé) e impersonare l'epitome del precettore per i pampini della GI.


Edited by Il Senzanome - 12/10/2014, 20:11
 
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K i t a *
view post Posted on 20/10/2014, 11:20




VIGILO CONFIDO
INFILTRARE CATTURARE ESTORCERE



~ Basiledra ( Generale )
Malzhar Rahl.




«Cosa c’è di tanto importante da necessitare la mia presenza?» domandò l’uomo con tono spazientito. Era ricoperto da un’armatura d’acciaio, accanto al fianco era trattenuta da una cinta in cuoio una grossa spada. Un mantello nero ricadeva lungo la sua schiena, e sul petto erano incise i simboli che rappresentavano il suo grado: un generale della Guardia Insonne. Aveva i capelli corti, un tempo di un fulgido corvino, resi ora brizzolati dal tempo che aveva vissuto, e un leggero accenno di barba lungo le guance e sul mento. Le sopracciglia scure erano arcuate in un’espressione infastidita, le labbra strette come a trattenere ulteriori improperi. «Signore, le chiedo scusa. Un pazzo stava aizzando la folla, e quelli sembravano dargli fin troppo ascolto. Ho ritenuto fosse necessario il suo intervento per capire fino a che punto possa essere una minaccia». L’uomo ascoltò il soldato, godendo tra sé del terrore che vedeva dipinto nei suoi occhi. «Bene, allora… Andiamo a conoscere questo… individuo».

Erano quasi arrivati all’ingresso della caserma, quando avvertirono delle forti esplosioni giungere lontano, alle loro spalle, seguite dal levarsi di alte colonne di fumo. Merda, pensò il generale a quella vista. Non era proprio il giorno giusto per avere problemi. Si voltò verso la piccola scorta di soldati semplici che lo seguiva: «Voi andate verso le colonne di fumo, voglio sapere cosa sta succedendo!» ordinò imperioso, gli occhi che si dilatarono tra rabbia e preoccupazione. Sapeva che il Re avrebbe seguito la gerarchia anche per le punizioni. «Io cercherò di sbrigare il prima possibile questa faccenda.» terminò, per poi affrettarsi verso il luogo stabilito.
Incontrò il soldato di guardia, che non appena lo ebbe riconosciuto, scattò in piedi, chinando brevemente il capo in avanti, in segno di saluto e rispetto. Il Generale annuì, per poi accennare al percorso appena affrontato con la mano: «Puoi andare, ci penso io qui. Segui i tuoi compagni, e tornare a fare rapporto quanto prima». Quello parve confuso: «Non capisco signore…». Gli occhi dell’uomo si strinsero feroci, per poi replicare: «Credimi, una volta che sarai uscito da qua capirai».
Il soldato scattò un’ultima volta diritto, per poi correre verso l’uscita, senza ancora avere chiari i propri ordini. Il Generale lo osservò uscire, e poi lentamente si avvicinò alle sbarre che lo separavano dal prigioniero. Vide all’interno dell’abitacolo un vecchio coperto da pochi stracci e la sua prima reazione fu di ridere: spalancò la bocca in una risata sguaiata e derisoria. Che razza di pericolo doveva rappresentare un povero vecchio per la città e per la Guardia Insonne. Meglio così, comunque. Se la sarebbe cavata in fretta.
«Allora vecchio. – cominciò – Sono curioso. Ripetimi quello che stavi condividendo con il popolo qualche ora fa. Fammi aprire la mente.» gli disse, trascinando una sedia di legno davanti alle sbarre e lasciandosi cadere sopra, incrociando le braccia al petto e allungando le gambe di fronte a sé, poggiando lo stivale sinistro su quello destro.


~ Basiledra ( Figli dei Nobili )
Jason Bourict.




A un tratto, un soldato semplice dall’aria impettita raggiunse Lord Aionel, intento a squadrare con estrema soddisfazione la nuova educazione militare di suo figlio. Dagli occhi del soldato trapelava l’emozione delle notizie che portava; era evidente si trovasse alle sue prime mansioni, e quella di fornire una comunicazione importante a un rispettato Lord Cousland era un compito che lo faceva sentire molto fiero e inserito nella Guardia Insonne. Certo, il cammino sarebbe stato lungo, ma lui si sarebbe mostrato umile e devoto, ed era sicuro che sarebbe riuscito ad avanzare di carriera prima di quanto si aspettasse.
Si avvicino all’uomo, sbattendo i tacchi tra loro e spingendo fuori il petto, in una posizione di saluto. Il Lord si voltò a guardarlo, incuriosito. Fece un piccolo cenno con il capo, accordandogli il permesso di parlare. «Signore, è richiesta la sua presenza per i preparativi al Cuore di Marmo.» snocciolò il soldato in un solo fiato, una frase che si era ripetuto più e più volte nella sua mente, in modo che non ci fossero errori. L’uomo annuì e spostò lo sguardo sugli altri presenti, allargando le braccia in segno di scuse. «Domando scusa, ma dovrò assentarmi per qualche tempo. Joetun, le lascio l’educazione di mio figlio, ne faccia buon uso.» terminò con un sorriso compiaciuto.
Fu proprio il ragazzo a interrompere il silenzio, avvicinandosi al padre, i grandi occhi sgranati per l’emozione. «È arrivato il momento dell’esecuzione di quella donna cattiva, padre?» gli chiese. Il Lord annuì, sorridendo: «Tra poche ore figliolo il suo nome sarà solo un ricordo, un’onta che la pronta e sicura mano del nostro Re avrà ripulito a dovere» gli rispose. «Ti prego padre, portatemi con voi!» l’uomo scosse la testa: «No, figliolo, non oggi. Forse quando riuscirete a colpire a dovere Ser Joetun». Il ragazzo parve deluso, e abbassò lo sguardo verso il terriccio polveroso. L’uomo sembrò rabbonirsi, e posò le mani sulle spalle del figlio: «Non preoccuparti, Johannes. Sono sicuro che ci saranno innumerevoli occasioni cui potrai assistere. Dopo aver estirpato il loro capo, anche gli altri membri di questa cosiddetta resistenza cadranno dall’albero, come i frutti marci che sono». A quelle parole il ragazzo sembrò rincuorarsi e sollevò lo sguardo, annuendo fiducioso verso il padre, per poi voltarsi e correre verso la serva cui aveva lasciato a sua attrezzatura. La donna aveva ascoltato la conversazione in silenzio, senza muovere un muscolo, rigida, lo sguardo fermo davanti a sé. Sembrava estranea a quelle parole, ma uno sguardo più attento si poteva capire che le aveva recepite una per una, e che non ne condivideva alcuna.
«Bene, mi devo congedare. A più tardi, ser Joetun.» salutò il Lord, dedicando al precettore un breve inchino di commiato, per poi calcare lo spiazzo fino alla porta, sparendo alla vista del gruppo.

□□□QM POINT


CITAZIONE
Non credo di dovervi dare troppe indicazioni:

Malzhar: Ti trovi in compagnia del Generale. A te la mossa successiva.
Senzanome: Il Lord Cousland si è allontanato dall'abitazione, diretto al Cuore di Marmo. In questo momento ti trovi in compagnia di suo figlio e della serva. A te la mossa successiva.

Ricordate che avete due slot disponibili, tra cui il gettone variabile. Buona fortuna!

 
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Il Senzanome
view post Posted on 26/10/2014, 22:45




« Prima forma. » abbaiò Markus Joetun, brandendo nuovamente la spada.

Si misero in guardia, uno davanti all'altro. Il ragazzo aveva i piedi troppo ravvicinati e la lama protesa più in là del necessario. Lo corresse, aggiungendo una sfumatura d'imbarazzo alle sue guance rosse. Poi cominciarono a combattere, mosse lente e coreografate, punteggiate da correzioni. E mentre danzavano l'uno attorno all'altro, mimando l'atto di uccidersi a vicenda, Markus fece qualcosa che nel duello precedente non aveva fatto.
Iniziò a parlare.

« Arco e lancia ti permettono di cacciare. Un coltello è indispensabile per costruire strumenti. Tu impugni una spada. » Interruppe con un gesto il duello per alzare la lama di Joetun. Il ragazzo la teneva sempre troppo bassa: perché? « Una spada non serve a cacciare. Una spada non serve a costruire. Una spada serve per uno e un sol scopo: combattere. »

La lama smussata del ragazzo si levò in una parata di seconda - corretto, contro il suo sgualembro.

« Gli uomini combattono per vendetta. Denaro. Gloria. Sete di sangue, persino. » Colpì lievemente il polso del suo studente con la punta arrotondata, poi gli impose di rimettersi in guardia. Una vera guardia. « Non tu. »
Erano di nuovo uno davanti all'altro, maestro e studente.
« Allora, per cosa combatti? »

Non se l'aspettava, Johannes, questo no. In fondo era ancora un ragazzino: cosa ne sapeva lui della bruttura della guerra, dei morti ammazzati e dei feriti mutilati? Il conto del macellaio per lui era solo un quantificatore della gloria della Guardia Insonne, privo di un vero legame con la realtà effettiva del sangue e delle tombe. Così la risposta, quando venne, fu un entusiastico « Per rende onore al nome Cousland! »

« Una buona risposta. » grugnì Markus. « Ma non è sufficiente, non da sola. »

Scattò all'attacco, questa volta non mimando un bel niente. Il ragazzo fece una buona parata di terza e arretrò... un po' troppo legnosamente per i suoi gusti, ma comunque in modo accettabile... e Markus Joetun lo incalzò, con le parole e con l'acciaio.

« I ribelli non combattono per l'onore. Combattono per quello che l'elfa ha detto loro di combattere. Credono che noi siamo invasori, aggressori. Ciò li rende motivati. »
La sua lama scardinò momentaneamente la guardia del ragazzo e gli sibilò davanti agli occhi, veloce e improvvisa come un bombo, prima di ritirarsi a guardia del suo petto.
« Una lama affilata e muscoli allenati ti porteranno solo fino ad un certo punto. Per eccellere serve la volontà. Dimmi, dunque, dove si sbagliano i ribelli? Dov'è il loro errore? »

L'espressione del ragazzo si fece più concentrata mentre iniziava a pensare con la sua testa. « ... sbagliano perché eseguono gli ordini di quell'elfa? »

Markus sorrise - un sorriso affilato su di un volto duro e incavato, « Anche quello, si. » rispose. E reinfoderò la spada. « Ma non solo. »
Il suo sguardo si conficcò negli occhi del ragazzo come la punta di una lancia.
« Noi non siamo Corvi o Re. Noi siamo la Guardia Insonne. Non biechi 'aggressori', bensì salvatori. »

Con un cenno del capo avvertì la serva che per il momento aveva finito e andò a prendere un sorso d'acqua dal secchio, sfruttando l'azione per controllare con paranoica attenzione che nessun occhio curioso fosse in proncinto di carpire le sue prossime azioni. Lanciando un ultimo sguardo di sottecchi all'ambiente circostante, ritornò dal tenero Johannes e dalla sua servitrice.
Questa sarebbe stata la parte più rischiosa.

Perché Markus Joetun non possedeva, né avrebbe mai posseduto, quell'abilità.
adesso
Ma l'Altro si.

Un gioco di prestigio. Semplice, puro, divertente esperimento di prestidigitazione. Un oggetto appare nella mano, poi scompare. Qualcosa di divertente, il trucco di un circense di strada fatto per ammaliare le persone e catturare l'attenzione del suo pubblico - la serva che tanto scorno aveva mostrato alle parole del lord Cousland.
E farle vedere, ovviamente di nascosto dal ragazzo, uno stralcio di un manifesto.
Uno stralcio recante lo stemma della Resistenza.

E mentre il ragazzo -ignaro- continuava ad essere accudito dalla buona donna, lui - nella persona di Markus Joetun - continuò ad istruirlo come da suo padre desiderato.

« Siamo qui per aiutare queste genti, non opprimerle. Ranier, Caino, Julien e la loro infinita schiera di leccapiedi sono stati come un cancro in queste terre. Simurg Lorch lo ha asportato. Ma la devastazione della malattia rimane ancora. Questo è il ruolo di Mathias Lorch. Questo ciò che deve muovere la tua spada. Allora la tua motivazione non sarà pari, ma superiore a quella dei ribelli: perché tu avrai la giustizia dalla tua parte, loro invece solo vuote bugie. »
« Ecco il perché di queste domande. »

Retorica della Guardia Insonne mischiata con qualcosa in cui lui credeva realmente, affinché il ragazzo sentisse la passione nella sua voce e attingesse alla sua convinzione.
Giustizia, non bugie: in questo credeva lui, e la forza del suo ideale avrebbe attratto Johannes Cousland come la fiamma di una candela nei confronti di una falena.

« Dimmi... tuo padre ha iniziato ad insegnarti come condurre uomini in battaglia? » disse casualmente.
« Non ancora... » disse il giovanotto, incupendosi. « Sono giovane e lui è un uomo importante... Però ha detto che la prossima volta mi permetterà di assistere a un'esecuzione dei ribelli! » L'entusiasmo accese ancora una volta gli occhi del giovane Johannes. « Peccato non abbia voluto già oggi... Ma immagino sia impegnato per badare anche a me... »
« Più un uomo diventa importante, più il suo tempo diventa moneta da spendere per il bene del regno. » concordò Markus. « Ma credo che si possa impiegare il
...in questa particolare circostanza.
» aggiunse rapidamente, corredando le sue parole con uno sguardo più severo all'indirizzo del ragazzo. Non voleva certo essere uno di quei precettori che si lasciano rigirare attorno al dito dal proprio protetto! « Ciò significa che, circostanze permettendo, nelle prossime ore approfondiremo i rudimenti di tattica militare sul campo. »

L'angolo delle labbra di Markus s'incurvò d'un millimetro, conferendo un'aria sottilmente maliziosa all'altrimenti sterna espressione del precettore.

« Nominalmente, effettueremo un'operazione di infiltrazione e ricognizione allo scopo di trovare una località favorevole all'osservazione di una qual certa esecuzione. » Sorridendo alla reazione del ragazzo, Markus si voltò verso la serva e chiese: « Signora...? »
« Mira. » rispose lei, un po' stranita... e a ragione, naturalmente.
« ...signora Mira, qualora non abbia altri impegni per la giornata, ritiene di essere disponibile per la missione? » domandò Markus.

Era un ribelle, si, ma non contro la cortesia.


Tutta la conversazione prima è il gettone a consumo Alto per circonscrivere il ragazzo e indurlo a fidarsi di me.

Inoltre: dopo aver controllato che nessuno stia a guardare, mostro senza farmi vedere dal ragazzo un lembo del manifesto di Fanie con lo stemma della resistenza alla serva e faccio sparire il materiale incriminante.
CITAZIONE
Ingannare
    Perchè giocare onesti quando si può giocare sporco?
    Molti ladri fanno uso di trucchetti: giochi di prestigio, illusioni ottiche, polverine dagli effetti più strani, oppure pura e semplice destrezza con le mani. Tutto ciò che può essere utile a lasciare che il fesso *coff* la preda di turno veda ciò che si vuole che veda, senta ciò che si vuole che senta, capisca ciò che si vuole che capisca. Di solito c'è molta poca sostanza dietro a questo genere di cose - ma se il tuo avversario ci casca...
    » Consumo basso: illusione fisica ≈ Personale «

_______

Dopo essersi assicurato la collaborazione della serva, il mio pg fa ai due tutte le domande che permettono di capire come compiere al meglio l'Operazione Sbirciata, fra cui (ma non solo):

  1. Dove si tiene l'esecuzione?

  2. A che ora precisa?

  3. Programma della festa? Discorsi di ospiti? Presenza di intrattenimenti (giullari, banchetti di cibo)?

  4. Il percorso che farà la prigioniera? (casomai fosse impossibile raggiungere il luogo dell'esecuzione, almeno assistere al passaggio fra

In poche parole, ogni cosa serva a pianificare lo sgattaiolamento di ragazzo, precettore e fedele (?) serva fino ad un luogo ove sbirciare.

Ho messo la cosa un po' generica perché gdr-off non conosco i dettagli della cosa (esecuzione pubblica o meno, luogo, ora, ecc. ecc.), mentre è plausibile che il mio pg conosca eccome tali informazioni causa pubblicità da parte della GI del grande e importante evento.

_______________

Mana:
    Turno 1: 100% -0% -5% = 95%
    Turno 2: 95% -20% - 5% = 70%
 
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view post Posted on 27/10/2014, 14:57

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Basiledra - Il Sigillo Spezzato.

Il Sigillo era rimasto uguale nonostante tutto. Come poteva un luogo come quello cambiare?
Puzzava di malaffare da miglia e miglia e una volta aperta la porta ed entrato dentro la sensazione che quello fosse il luogo sbagliato in cui trovarti non faceva che diventare certezza. Un ambiente pulito, devo ammetterlo, ma buio. I tavoli erano disposti affinché non ci fosse promiscuità tra la clientela, lo scopo era chiaro: far rimanere tali i segreti che gli avventori si sussurravano con aria complice davanti un calice di birra scadente. Già ai tempi del vero Re quello era il posto ideale per chi voleva assoldare una lama discreta, una mano lesta o un paio di orecchie in grado di percepire perfino lo stormire delle foglie di un cortile. Insomma il Sigillo Spezzato era il mercato in cui cercare o offrire lavoro non propriamente lecito.
La locandiera era rimasta uguale fin dal primo giorno in cui aveva aperto. Un sorriso furbo, una massa serica di capelli rosso fuoco agghindati grazie al supporto di uno spillone fin troppo aguzzo, labbra rosse come il sangue che scorreva nei vicoli bui della capitale e una voce che sapeva far rabbrividire di piacere come solo il contatto della pelle sul velluto sapeva fare.

«Era un po' di tempo che non venivi ...»


Urlò quasi dall'altro lato della stanza. Molte persone smisero di parlottare e intessere intrighi per rivolgere l'attenzione su di me.
Capii che quello era un avvertimento. In un solo gesto Emma, la proprietaria del Sigillo, aveva avvertito i suoi ospiti "speciali" del mio arrivo e me della loro presenza. Mi avvicinai al bancone senza indugiare ma mentre passavo per uno dei tavoli ebbi la spiacevole impressione di udire il suono di una lama che scorreva lungo la sua guaina. I miei timori furono ben presto confermati.

« ...e fidati sarebbe stato meglio se avessi atteso qualche altro anno prima di tornare. »


Il tono della donna si fece cospiratore, puntò i suoi occhi color verde bottiglia nei miei mentre mi versava un calice di vino aromatizzato e bollente.

« La nuova gestione cittadina non ci ama e molti dei miei clienti abituali hanno fatto una brutta fine. Non sto dicendo che c'è una taglia sulla tua testa ma stai sicuro che in molti ti ucciderebbero anche gratis. A nessuno piacciono i traditori. »


«Non sembri pensarla allo stesso modo.»


Parlavo con cognizione di causa. Riesco a capire quando qualcuno ha cattive intenzioni e lei sembrava più curiosa che ostile, cauta indubbiamente, ma per niente intenzionata a lasciarmi morire nella sua locanda.

«Il fatto che tu sia vivo dopo il primo sorso sembra confermare la tua ipotesi. »

- rispose facendo comparire un sorriso malizioso sulle labbra piene e lanciando un occhiata alla coppa da cui stavo bevendo

«Cosa vuoi?»


«Scambiare due chiacchiere»


Quello era il segnale: quella frase significava che stavamo per parlare di affari.

«Ti ascolto.»


« Voglio parlare direttamente con lui ...»


Ora dovete sapere che il Sigillo Spezzato da un po' di anni aveva rivoluzionato il suo modo di operare. In passato non esisteva un codice morale: il denaro non puzza era l'unica regola. Poi a Basiledra era apparso uno strano personaggio, nessuno si sognerebbe mai di chiamarlo un eroe visti i suoi metodi poco convenzionali e a volte spregiudicati, che riusciva a riscuotere un notevole successo tra le classi umili. Era ovviamente un criminale, un ladro. Per molti mesi, ogni notte qualcuno con la coscienza poco pultia veniva derubato, minacciato e "rieducato". La mattina successiva la vedova vessata dal creditore senza scrupoli, il mercante strozzinato, il popolano maltrattato ricevevano una cospicua donazione. Sul luogo del "delitto" la sua firma: una piuma.
Lo avevano chiamato la Gazza e per molto tempo le autorità cittadine avevano come priorità metterlo in gabbia. Dopo svariati e fallimentari tentativi conclusisi sempre con qualche morto o ferito, alla Gazza fu' offerto da un gruppo di gentiluomini interessati di affiliarsi a quella che chiamavano "La Gilda". Avrebbe lavorato per loro e in cambio poteva star sicuro di agire protetto dalle interferenze dei noiosi tutori della legge.
La Gilda, infatti, era considerata un male necessario da moltissimi esponenti di spicco della Corte che non esitavano a richiederne i servigi quando la persuasione e la contrattazione politica fallivano. La Gazza accettò e li avvenne la rivoluzione. Il Sigillo Spezzato, quartier generale della Gilda, iniziò a dividersi in fazioni: la prima affezionata alle tradizioni non aveva intenzione di uscire dal sentiero precedentemente imboccato, la seconda invece credeva che i principi morali fossero indispensabili per distinguersi dai comuni tagliagole e ladri. Vinse la seconda linea di pensiero e la Gilda vide aprirsi dinnanzi a se un periodo di florida collaborazione con partner inaspettati. Questo non cambiava ciò che facevano: erano e rimanevano ladri, assassini e spie ma mentre nel passato erano un gruppo di cani sciolti in cerca del miglior offerente, con il cambio di prospettive erano diventati una vera e propria organizzazione che si muoveva in un solco tracciato a suon di ideali. Tutto qui, le differenze tra prima e dopo si riducevano a questo. La Gazza, ovviamente, aveva assunto una posizione influente. Se la Gilda avesse avuto una gerarchia differente lui sarebbe stato il capo, ed in un certo senso lo era anche se amava definirsi una guida morale.
In tutto ciò la Gazza era diventato invisibile, irraggiungibile da chiunque eccetto pochi fedelissimi. La fama derivante da certe imprese del passato e i rancori di alcuni nostalgici della vecchia Gilda lo avevano costretto a ritirarsi dal mercato. La mia richiesta giungeva quindi inopportuna, vista e considerata la mia fama di traditore.

«Sapeva del tuo ritorno in città e voleva conoscerti già da un po' ...Credo che se non avessi chiesto tu di lui avrebbe cercato di contattarti a modo suo. »


« Quindi ho fatto bene a venire con le mie gambe. »


«Ti preoccupi delle gambe quando in gioco c'è la tua testa? »

- mi disse torturandomi crudelmente con il suo fascino da donna fatale -

« Seguimi.»




_________________________________________________________________________



Basiledra - Caserma

Tipico, perfettamente conforme al modello. Arrogante, spregiudicato, tronfio.
Come avrebbe reagito quando la sua armatura scintillante, la sua spada costosa come un gioiello, il suo bel mantello di raso e l'aria che lo gonfiava di inopportuna autostima non la avrebbero protetto dal collaso inevitabile delle sue certezze? Cosa sarebbe rimasto di uomo di quella fattura dopo il mio intervento? O di me, se tutto fosse andato storto? Avrei avuto le risposte a queste domande ben presto, si trattava solo di aspettare.

« Perché ripetere ciò che ovvio? »


Esordii avanzando verso le sbarre. Non avevo ancora deciso di levarmi di dosso gli stracci cenciosi che mi avvolgevano, no non era giunto il momento di apparire per ciò che ero realmente.

« Quando posso mostrarti cose che non avresti mai pensato di vedere? »


Quella mia affermazione doveva farmi apparire ancora più folle di quanto constato in precedenza.

«Non voglio offendere nessuno, ma sappiamo entrambi che noi due siamo su un livello più elevato rispetto al popolino ignorante. A loro bastano un paio di parole, un pizzico di buona demagogia e un discorso pieno di immagini truculente e visivamente efficaci. Ma noi, noi siamo animali politici, noi annusiamo l'ipocrisia della retorica e sappiamo come difenderci ... Vuoi che ti apra la mente? Ti accontenterò, anzi devo essere sincero, non vedevo l’ora!»


Strinsi le mani intorno le sbarre e avvicinai il viso in modo che lui potesse guardarmi in faccia. Di certo avrebbe notato la natura insolita dei miei occhi. Nessuna persona normale possedeva occhi come i miei, erano un segno, un marchio, un avvertimento.

_________________________________________________________________________



Basiledra - Il Sigillo Spezzato.

« Eccoci, puoi accomodarti, ci raggiungerà tra un attimo.»


Le cantine del Sigillo tutto avevano fuorché l'aspetto di sotterranei umidi e colmi di merce. L'ambiente era arredato con gusto sebbene con una nota di sobrietà che non lasciava dubbi sul modo di pensare del padrone di casa. Qui e lì, coperti da teli, potevi trovare oggetti preziosi, statue, armature ed armi di ottima fattura, tele e dipinti.
Al centro della stanza un tavolo circolare affollato di cianfrusaglie e cartigli. Mi accomodai come mi era stato detto ed attesi. Emma, la locandiera, rimase al mio fianco infliggendomi l'ennesima delusione: speravo fosse lei la Gazza, ci conoscevamo da tempo e in un certo senso provava affetto per me. Avrebbe accettato la mia offerta di lavoro senza pensarci un attimo, ne ero certo.

« Lui ...Com'è? Insomma le storie sul suo conto sono vere?»


Lei rise di gola gettando indietro il capo e scoprendo il collo. Un atto di fede in contesti del genere.

« Potrei farti la stessa domanda, sono vere le storie su di te?»


Con un gesto improvviso avvicinò la sedia alla mia e mi posò la testa sulla spalla. Riuscivo a sentire il suo profumo, il suo calore. Cercava di sedurmi, ovvio, ma il perché mi rimaneva oscuro.

« Dipende da quale versione della storia hai sentito.»


Mentre lei proseguiva il suo rituale di corteggiamento sentimmo aprirsi una porta ed apparire un uomo che era la versione maschile della donna al mio fianco.
Capelli rossi, un aspetto seducente e un fascino a cui l'età non toglieva nulla, semmai aggiungeva.

«Se volevi appartarti potevi scegliere un altra stanza, sorellina ...»


Lei non si allontanò di un millimetro, anzi si avvinghiò con maggior forza a me piantandomi le unghia laccate nel braccio.

« Ti stavo solo tenendo in caldo la cena ...»


Rispose lei con fare malizioso. Mi sentivo a disagio come poche volte prima di allora.
Non era lei ad inquietarmi, né le sue esplicite attenzioni ma la sensazione che quelle servissero a proteggermi. Lui infatti smise di sorridermi e mi scoccò un occhiata di disgusto.

«Potevi scegliere meglio gli ingredienti, questi puzzano di marcio e tradimento.»


Lei stava per replicare qualcosa quando senza troppi complimenti l'allontanai e alzandomi dalla sedia decisi di smetterla con le pagliacciate. Non avevo tempo da perdere.

« So difendermi da solo, grazie. »


Le dissi semplicemente quando lei stava per alzarsi per mettersi tra me e il fratello.

«Se sono qui e sono vivo c'è una ragione.»


«Non farti illusioni, Emma si stufa presto dei suoi giocattoli.»


« Per favore, sono molto di più del divertimento di una notte, concedimi questo almeno. Traditore o no sono un uomo dalle molte capacità e si da il caso che oggi i miei interessi e i tuoi coincidano.»


«Questo lascialo decidere a me.»


Annui con calma, il ghiaccio era stato rotto.

« Oggi rappresento un gruppo di uomini e donne interessati al bene comune, ci chiamiamo la Resistenza. Il nostro obiettivo? Deporre Lorch al più presto e riportare Basiledra all'ordine. »


«Prosegui.»


«Non farti illusione non sarà semplice. Tutti noi siamo scesi a compromessi, ci siamo alleati con personaggi decisamente sgradevoli, abbiamo rinunciato ai nostri principi morali. Il fatto stesso che io sia qui, lo dimostra. »


«Questo è un modo per dirmi che mi ritieni sgradevole o sei solo abituato a fare così tanti complimenti a chi chiedi aiuto?»


«Non intendevo dire questo. Sto solo dicendo che abbiamo alleati che prima non avremmo considerato nemmeno di lasciare in vita. Non possiamo essere schizzinosi, la situazione non ce lo permette. Giungo dritto al punto: uno dei nostri, la nostra guida morale, è stata catturata e se non agiamo in fretta verrà giustiziata. »


«Parli dell’Elfa?»


Annui, chiudendo il capitolo Fanie prima che arrivassero commenti sulla sua rigidità morale e l'affiliazione alla Schiera che non la rendevano propriamente un amica della Gilda.

«Lei è un simbolo, il collante che unisce la Resistenza. Se lei muore, l'intera resistenza collassa. »


« Se è così importante come dici la sua morte potrebbe cambiare le carte in tavola a vostro favore, potrebbe diventare una martire. »


«Come lo è diventato Medoro? Non possiamo rischiare che la morte di una persona scateni un ondata di panico. »


« E' solo questo? O c'è altro? Tra voi due intendo. »


«Soffri la competizione sorellina?»


«Fanie non è niente di tutto questo, anzi prima della Resistenza la consideravo un intralcio e sarei stato ben contento se qualcuno me l'avesse levata di torno! »


Probabilmente mentivo, ma non mi andava di spiegare con dovizia di particolari il nostro controverso modo di collaborare riuscendo sempre ad essere in disaccordo su tutto.

«Cerchiamo di non perderci e andare dritti al punto. Mi serve una rivolta, deve essere ben organizzata, devono sapere esattamente quando, se e come muoversi e soprattutto devono sapere quando è il momento di farsi da parte.»


«E esattamente a cosa ci porterebbe tutto ciò? Quali vantaggi dovrei ricavare da una simile offerta di lavoro? »


Sospirai e mi preparai al difficile compito che mi attendeva: convincerli.

_________________________________________________________________________



Basiledra - Caserma

«Lascia che ti spieghi, Generale, come le cose stanno per evolvere. Presto, molto presto i soprusi che la povera gente ha dovuto subire da quando Lorch è al potere produrranno i loro frutti e non sarà per niente piacevole raccoglierli. Mentre noi parliamo, un gruppo di onesti cittadini sta riunendo la popolazione dei quartieri umili e la sta conducendo di fronte questa caserma cavalcando il malumore dilagante in città. Tra poche ore, qui fuori, si scatenerà l'inferno e se tu e i tuoi colleghi non farete qualcosa in proposito ... Beh credo che non sarà facile mantenere quell'espressione così controllata quando Lorch ti farà divorare dai suoi mastini.»


Allargai le braccia le lasciai che i cenci che indossavano cadessero rivelando l'abito sottostante. Un monile dorato era appuntato sulla stoffa nera, brillando ancor di più per il contrasto provocato dalla differenza cromatica. Il gioiello rappresentava una bilancia, simbolo di giustizia, simbolo del potere della Legge su ogni cosa.

«Ho sentito delle esplosioni poco fa ... Sembra che la fortuna non giri a tuo favore. I tuoi uomini sono impegnati altrove, suppongo, non hai tempo e non hai i mezzi per fermare quello che sta per succedere. Non senza il mio aiuto. »


Nel silenzio della cella interrotto solo dalla mia voce e dalla monotona scansione del tempo prodotta dal cadere di una goccia, il rumore di una finestra che andava in frantumi sembrò quasi assordante. In un attimo un vociare diffuso, rabbioso, concitato ci invase le orecchie, raccontandoci ciò che stava accadendo fuori. Tra le molte cose che potevi rimproverare alla Gazza non c'era di sicuro la mancanza di tempismo.

«E' già iniziato ... »


Sussurrai con fare estatico. Mi piaceva mascherarmi da pazzo, rendeva le menti dei miei bersagli impreparate a ciò che stavo per fare.

«Ma abbiamo qualche minuto ancora ... Si peno sia sufficiente a ...Come hai detto? Giusto, giusto aprirti la mente! »


Lasciai che la visione che avevo con cura preparato erompesse nelle nostre menti.
C'era una possibilità per il Generale di difendersi dalla manipolazione delle sue emozioni, pensieri, paure, sogni, ma speravo che gli mancasse la prontezza per farlo.
Io riuscivo a vedere ciò che avrebbe visto lui e mi crogiolavo nella consapevolezza di aver creato un sogno meraviglioso, un'opera d'arte per i cultori del settore.
Se tutto fosse andato come previsto gli occhi del generale avrebbero dovuto riempirsi con immagini di gloria. Basiledra sarebbe apparsa nel fulgore maestoso della Città dei Re. Il palcoscenico era quello offerto dalla piazza antistante il Cuore di Marmo.
Due file di guardie vestite con i colori della Guardia Insonne attendevano l'arrivo del Governatore. La città era in festa, la folla esultava, lanciava petali di rosa e le numerose bancarelle di mercanti, accorsi per l'occasione, sembravano traboccare di merci e pile di monete d'oro. Fin dove lo sguardo era capace di spingersi si poteva vedere una metropoli utopica in cui ogni strada era linda, ogni casa ragionevolmente confortevole, ogni singolo volto possedeva un sorriso stampato sulle labbra.
E poi sarebbe arrivato il pezzo forte: lui, proprio lui il Generale appariva dalla balconata da cui soleva tenere i suoi discorsi Caino. Indossava ancora gli abiti da militari ma la corazza, il mantello erano di fattura decisamente migliore. Anche il Generale era diverso, si sarebbe visto più alto, più possente, circondato da un'aura di fascino irresistibile. E poi le acclamazioni della folla, gli onori resi dai soldati e dai generali ...
Quando fui certo che il sogno ad occhi aperti si era ormai concluso mi accinsi a spiegare cos'era appena successo. Speravo con tutto me stesso di aver avuto successo al primo tentativo, di non essere costretto a spingermi più in là ...

«Questa città ha bisogno di giustizia. Lo vedi anche tu Generale, la gente è stanca e presto queste piccole sommosse si trasformeranno in una rivolta ... Tu ricordi perché Basiledra è caduta non è così? La città è stata vostra nel momento in cui il popolo ha scelto di arrendersi alle vostre promesse, alle promesse di Sigrund Lorch. Quando tempo credi ci metterà il popolo a consegnarvi alla Resistenza? Quanta approvazione speri di trovare nel Consiglio quando tu e tutti gli altri generali tornerete indietro con due condottieri uccisi da un ribelle qualunque e i vostri sforzi vanificati dall'ambizione di un solo uomo? Io ho il potere per calmare le acque, per portare ordine in questa città e tu devi solo scegliere di fidarti di me. Liberami, lascia che faccia il mio lavoro, lasciami ripulire le strade dal crimine, dal malcontento, lascia che ti presenti come l'eroe che ha salvato Basiledra da se stessa ... Permettermi di offrire alla città un governante migliore di un avanzo di canile, permettimi di proporre te ...»


Mi allontanai dalle sbarre e mi immersi nella confortante oscurità della cella. Ora toccava a lui la mossa successiva. Toccava a lui parlare e chiedermi cosa volevo in cambio.

CITAZIONE
Note: Uso il gettone a consumo Alto per provocare la rivolta, il secondo slot invece lo sfrutto utilizzando la pergamena Visione Estatica ( in spoiler). Mi risparmio lo specchietto riassuntivo ma se necessario lo aggiungo con l'indicazione di energie rimanenti e passive attive.

Visione estatica: Il ladro si insinua nelle menti dei suoi avversari, intrappolandoli in una visione paradisiaca che saranno restii ad abbandonare
La tecnica è una emanazione ad area di natura psionica. Queste rivivranno in un momento l'attimo più felice della sua vita o, eventualmente, una visione paradisiaca instillata dal caster. Nel primo caso, ciò a cui assisterà sarà a discrezione del bersaglio; nel secondo, a discrezione dell'utilizzatore della tecnica. La visione sparirà dopo qualche istante, e ad essa seguirà una profonda pace dei sensi e sensazione positiva che durerà finché non si subiranno danni o massimo sino al termine del turno in cui la si è subita. La tecnica ha potenza media e provocherà danni medi alla mente di tutte le vittime coinvolte.
Consumo di energia: Alto

 
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view post Posted on 27/10/2014, 18:46
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Ala adiacente alla caserma. Borgo Alto.


Siete decisamente splendida oggi milady, come sempre del resto. Una pace per questi occhi così pieni della mediocrità e della testardaggine di questi meridionali, i quali non sanno ancora rassegnarsi al loro destino evidentemente.
Lo sguardo del giovane nobile Lloyd si accese di una fredda ironia mentre indicava con un gesto vago verso la parte bassa del Borgo, ove colonne di fumo indicavano che qualcosa stava avvenendo. Poi, repentinamente, sorrise nel riportare lo sguardo sulla donna che sedeva accanto a lui, un sorriso un po’ sghembo e sicuramente intrigante, neanche minimamente preoccupato per quanto stava accadendo al di fuori di li. Perché avrebbe dovuto del resto? Pochi cenciosi cittadini morti di fame e senza armi, ribellati per disperazione, non sarebbero durati neanche un’ora sotto l’attacco dei soldati esperti della Guardia Insonne e l’occasione per stare da solo con la sua amata era troppo ghiotta per essere sprecata, vista l’assenza del marito di lei.
Ovviamente se fosse stato il vero Gareth Llyod.
Anche se doveva ammettere che la giovane signora aveva il suo fascino, cosa che indubbiamente non aveva mancato di notare.
Oh, vi prego non siate così severo nei vostri giudizi. Che vi è successo di recente per farvi detestare così tanto quella gente?
Un improvviso gelo si fece strada nel cuore di Shimmen mentre distoglieva lo sguardo senza tuttavia permettere alle sue labbra di abbandonare il sorriso, un gelo unito però da una sorta di senso di sfida dato che giocare sul filo del rasoio, provare quell’eccitazione sublime dell’avere la vita appesa ad un filo era una costante dei suoi ultimi anni di vita. Così aveva colto l'occasione per chiedere ad un suo contatto, un'ex taverniera che ora lavorava come cuoca in quella casa, di aiutarlo ad infiltrarsi per scoprire certe informazioni e lei gli aveva suggerito che la sua padrona aveva un amante, un certo nobile della casata Llyod a cui sembrava molto legata ...
In fondo la colpa non è del loro popolo ma dei loro capi, gli stessi che hanno ucciso vilmente il Comandante Lorch alla fine dell’assalto.
Respirò, sollevato. Ora aveva un piano.
Le prese la mano, accarezzandola con un lieve bacio che fece scorrere un brivido involontario di piacere nel braccio della donna. Un segno che era sulla strada giusta.
Forse avete ragione milady, forse mi sono fatto influenzare troppo da certe voci che girano ...
Confessò con un altro sorriso malizioso.
E di quali voci si tratterebbe? Lei gli sorrise complice di rimando, chiaramente stando al suo gioco. Non è che per caso tutto questo è un trucco per attirare la mia attenzione, tutte queste lusinghe ad esempio ... sono quantomeno sospette non è vero?
Lui si ritrasse lontano, portandosi una mano al cuore come se fosse offeso, esclamando con finta indignazione: come potrei mai tentare un simile, vile, trucco? Inconcepibile, così mi ferite!
Scoppiarono entrambi in una risata che echeggiò fin sulla piazzetta dalle finestre aperte, facendo voltare all’insù la guardia che, poco distante, sorvegliava l’ingresso della caserma.
In realtà le voci hanno a che fare con la promessa esecuzione dell’elfa catturata a Palazzo, come si chiamava? Fanie Eleb ... Elebeth? Eboleth? Non ricordo. Dicono che presto verrà giustiziata anche se non si sa bene ancora né dove né quando. Dicono che sia una pericolosa criminale. C’è chi sussurra che sia stata catturata da Lorch in persona e rinchiusa nella più profonda cella del Cuore di Marmo, anche se davvero non ho idea di quanto ci sia di vero in questi discorsi. Voi che ne dite?
Chiese in tono allusivo.
Potrei ampiamente ricompensarvi per aver soddisfatto questa mia futile curiosità ...


Post molto terra-terra e impaginato davvero male, scusatemi. Purtroppo mi sto riprendendo solo ora da un raffreddore e questo è davvero il massimo che riesco a fare per il momento.
La strategia è virtualmente molto semplice: presentandosi grazie alla Gemma della Trasormazione come il Liyod amante della moglie del capitano (eh si, gli Umani sono veramente tutt'altro che puri di cuore e di intenti nella stragrande maggioranza dei casi :ghgh:) Shimmen la "corteggia" un pò, oscillando tra il galante ed il malizioso giusto per assicurarsi che lei perda un poco la testa, per poi portare l'argomento su ciò che gli interessa: fondamentalmente data, ora e luogo dell'esecuzione ed eventualmente luogo nel quale potrebbe essere rinchiusa Fanie al momento.
Mi sembra un piano carino, considerato che essendo lui stesso un nobile Shmmen dovrebbe reggere la parte a meraviglia senza destare troppi sospetti: ho volutamente inserito una piccola "gag" all'inizio, quando "disprezza" il tentativo di rivolta a Borgo Basso (immagino che si veda il fumo da Borgo Alto) dato che è un pò quella la visione che Shimmen al momento ha dei nobili della GI: insensibili ed arroganti con quelli che reputano a loro inferiori, dato che li hanno vinti in battaglia e li tengono soggiogati ed in miseria.
 
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view post Posted on 6/1/2015, 19:08
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Un segreto sviscera tra le mani tremule, librandosi come una verità di cui si ha paura.
Il terrore di rivelare il male, di esser complici di un grave peccato. Come se il tempo ed il sangue non fosse già sufficientemente gravoso per gli animi di chi soffre e patisce i tormenti del Regno, si acuisce la pietà dei presenti, affondandogli nell'atroce dubbio di dover custodire o urlare al mondo qualcosa di grave, che fa male. Ma che è altrettanto pericoloso rivelarlo, rendendosi complici di un peccato che non è stato compreso in pieno.

Per questo lo si lascia al caso. Sussurrato tra parole stentate, o singhiozzato tra grosse lacrime.
Mani tremanti stringono un foglio di pergamena spiegazzato, sgusciato fuori da un ordine ufficiale del Cuore di Marmo.

"Si procede ad una illustre esecuzione.
Entro la piazza antistante il Cuore di Marmo, su ordine diretto di sua Eccellenza Mathias Lorch.
E' obbligata la presenza di tutte le truppe disponibili, onde evitare turbamenti dell'ordine pubblico
".

Poche parole, molto significative. Che siano nelle mani dei ricchi di Basiledra, di un anziano Generale o della moglie di un facoltoso nobile, poco importa.
Importa che siano chiare agli occhi di vuol capire.



Come scritto, questa quest - insieme alle altre tre - viene chiusa di ufficio dallo staff. Le quattro giocate di "Vigilo Confido" si concludono virtualmente in un nulla di fatto, venendo però ricompensate per il lavoro svolto fino a questo punto. La trama proseguirà in un'altra sede, di cui verrete avvertiti. La decisione in merito è ancora in corso, dovendosi valutare taluni elementi fondamentali. Per il resto, semplicemente i vostri personaggi vengono a scoprire che le prigioni sono "vuote", ovvero Fanie non è lì, ma è stata portata in piazza per una pubblica esecuzione.
In questo specifico caso, tutti i partecipanti trovano un biglietto nelle mani della persona / persone che stanno interrogando. Parla di un'esecuzione eccellente.

Malzhar Rahl, il Senzanome guadagnano 200 gold. Vulcano1, Vermillion e Kita 100 gold.

 
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