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Vigilo Confido - Voice of the Brave, Freedom - Trovare, Liberare, Vincere.

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Vermilion
view post Posted on 1/10/2014, 23:17




VIGILO CONFIDO
TROVARE LIBERARE VINCERE

L'acqua putrida lambiva le ginocchia in un verde malato e torbido a tal punto che la mente giocava strani scherzi su ciò che si aggirasse tra le caviglie. Uno scrosciare lento, passo dopo passo il gruppo capitanato da Ryellia si avvicinava alle segrete del Cuore di Marmo. Stava in testa al gruppo con una flebile fiammella sull'indice, un'espressione disgustata trattenuta dalla sua regale compostezza era tutto ciò che il suo volto comunicava in quel primo tratto della missione. Un gruppo selezionato di soldati, ognuno legato in qualche modo alla figura dell'elfa ma tutti egualmente pronti a sacrificarsi per lei.
L'indice si richiuse nel pugno, che a sua volta mutò nella mano aperta in segno di stop. La luce si spense e il silenzio calò sovrano. Una grata sul soffitto separava i valorosi dal loro obiettivo, l'inizio del loro viaggio. Tirò le maniche leggermente sopra l'avambraccio, e con le mani curate del tutto aliene ad una guerriera afferrò con forza il ferro arrugginito e sporco. Chiuse gli occhi per un istante, e in quel minimo frangete di tempo il ferro si fece rosso come il fuoco stesso. Come due serpenti di fuoco le sbarre sciolte si staccarono dal terreno attorcigliandosi su loro stesse come private della loro dignità. Un sorriso soddisfatto adornò il viso della giovane, che con un cenno d'assenso alla squadra abbandonò le fognature.
QM POINT
Mi scuso intanto per la schifosissima qualità del post, ma purtroppo non si sono risolti i problemi di Kita tanto che la vedremo assente tutta la settimana. Per non tardare oltre faccio io le sue veci per questo turno schifandovi con la mia pessima interpretazione del tutto. (capitemi, vi prego :v )
Passando al lato tecnico della faccenda, nulla di più di quanto non c'è scritto. Potete iniziare il post direttamente dalle fogne, separandovi in un bivio dal gruppo 2 e procedendo per conto vostro. La situazione poi evolve come scritto sopra e potrete concludere il post con l'arrivo in una stanza sporca e illuminata solo da una torcia, il cui unico scopo è quello di gettare gli scarti in quella grata che ora ha le sbarre fuse e divelte.

Finisco col dire che le scene sono si in topic differenti, ma NON perchè siano slegate, anzi. Separare i vari gruppi serve per permettervi meglio di seguire le azioni nel vostro PoV per organizzarvi e imbastire una strategia migliore e meno caotica. Questa giocata è molto incentrata sulla cooperazione, che riveste una parte fondamentale. Verrà spiegato bene in confronto come saranno le modalità di svolgimento, e vi ricordo che a termine di ogni turno verrà postato, sempre nel confronto ad-hoc un riassunto di tutto quello che hanno fatto i vari Team, così da darvi una risposta immediata di cosa sta succedendo e cosa inserire/fare nel post successivo.
Se avete domande, sapete dove porle. Avete tempo una settimana, buon lavoro! ^^
 
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view post Posted on 5/10/2014, 18:37

Lamer
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Quando gli era stata assegnata quella missione il cuore di Lhotar aveva esultato. Finalmente poteva riparare totalmente alle parole che aveva detto all'elfa la prima volta che l'aveva vista. Si ricordava troppo bene le frasi dispregiative che gli aveva rivolto pensando che fosse debole, inutile alla battaglia e indifesa.

Eppure da quel momento Fanie gli aveva rivelato che era esattamente l'opposto di quello che il nano aveva pensato quella volta. L'ultima della Schiera era forte, coraggiosa, altruista e sopratutto aveva quella capacità che gli permetteva di farsi amici ed alleati a una velocità sorprendente.

Ora però non gli importavano le caratteristiche che l'avevano portato a stingere quell'amicizia con l'elfa bensì la possibilità di rivederla viva. A quanto aveva capito, era stata catturata durante una missione di massima importanza e sarebbe stata giustiziata da qualche parte lì a Basiledra.

Il suo gruppo, di cui facevano parte la Lancaster, il redentore e Kirn, aveva il compito di salvarla e di portarla in al sicuro. I quattro si erano divisi da un'altro gruppo a un bivio nelle fogne. I liquami di Basiledra gli arrivavano fino a metà coscia per colpa della sua piccola statura, ma ciò non gli impediva di stare al passo con il gruppo.

L'unica cosa che gli dispiaceva era che non aveva potuto portare con se Bolg per via delle sue grandi dimensioni. Il drago appena aveva saputo la notizia del non poter seguire il gruppo si era opposto a Lhotar con tutte le sue forze minacciandolo con qualche fiamma che gli aveva bruciacchiato i capelli e la barba.

Eppure la voglia di combattere, di aiutare l'amico nella sua missione, avevano piegato il nano che si era ritrovato a promettergli che appena ne avrebbe avuta l'occasione, lo avrebbe chiamato a combattere. Nonostante la promessa però il "Doppielame" aveva paura che le dimensioni del compagno lo avrebbero reso un bersaglio troppo facile. Era per quello che si era ripromesso di chiamarlo solo quando il gruppo si fosse trovato in estrema difficoltà.

Fu a quel puto che Lhotar si fece strada tra i liquami affiancando Kirin. Il ragazzo probabilmente stava già pensando a come salvare la sua amica, ma nonostante quel pensiero due chiacchiere avrebbero sicuramente alleggerito la tensione che aleggiava nell'aria.

"Kirin, sono felice che Fanie sarà salvata da noi due. Felice di combattere ancora al tuo fianco."

La voce del nano rimbombò lievemente contro le pareti della fogna nonostante avesse usato un tono basso. Passò qualche attimo prima che il ragazzo rispondesse. Era veramente felice di combattere al suo fianco.

"Ti ringrazio per le tue parole, Lhotar. Sai, non è stato facile prendere questa decisione. Fanie è una carissima amica, compagna di numerose battaglie, ma... So che avrebbe preferito che ci fossimo concentrati sul salvare Basiledra. Ha sempre anteposto il bene degli altri al suo."

Quello che Kirin aveva detto era corretto, ma tutti e due sapevano che anche se Fanie gli avesse detto chiaramente di lasciarla nelle mani della Guardia Insonne, entrambi l'avrebbero ignorata.

"Si, sempre. Uniti restiamo, divisi cadiamo. Lei mi ha fatto comprendere che non tutto si può fare da solo. Ormai la considera la mia migliore amica. Sacrificherei anche un braccio per salvarla"

"E' una preziosa amica. E faremo di tutto per portarla in salvo. Non sarà facile. Dovremo mantenere il sangue freddo qualunque cosa accada."

"La libereremo. Ne siamo in grado."

"Lhotar, rispetto la tua visione positiva di questa missione, ma non sottovalutarla. In teoria abbiamo le capacità per farcela, ma in pratica tante cose potrebbero andare storte. E in quel caso dovremo essere molto creativi. Soprattutto avere fiducia nei nostri compagni, in tutti loro, non solo nella nostra squadra."

"Lo so... E voglio fidarmi di loro."

"Cerchiamo di restare focalizzati sull'obiettivo."

"Ok, forza e coraggio."

Appena i due si trovarono abbastanza lontani Lhotar abbozzò un sorriso. Aveva visto la speranza negli occhi del suo amico oltre a un espressione di felicità e quello aveva fatto diventare la sua speranza certezza. Il gruppo camminò ancora per qualche minuto fino a quando la Lancaster non fuse delle sbarre di una grata e ci salì.

Tutto il gruppo la seguì, probabilmente chiedendosi cosa sarebbe successo da lì in avanti. La stanza dove erano capitati era illuminata solo da un a piccola torcia che permetteva una visibilità accettabile. Fu a quel punto, dopo qualche secondo che i quattro furono tutti entrati nella stanza, che la voce del nano riecheggiò silenziosamente nella stanza.

"Bene, siamo nel Cuore di Marmo. Ora, Lancaster, dove andiamo e sopratutto come facciamo a rintracciare Fanie se l'altro gruppo fallisce?"

 
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Stella Alpina
view post Posted on 8/10/2014, 14:28




Vigilo Confido

-Voice of the brave-














Basiledra, fogne, tempo attuale


Aaron avanzava spostando rassegnato le gambe in mezzo a quel liquido che del tutto liquido non era. La cosa che lo rendeva triste era il fatto che non era la prima volta che si ritrovava immerso fino alle ginocchia nello schifo delle fogne. Per il suo lavoro quel luogo assomigliava quasi all'idea di casa vista la frequenza con cui vi tornava. Il tanfo che riempiva le narici era insopportabile. Scarti corporei di ogni tipo, umani e non, galleggiavano sulla superficie rendendo la traversata ancora meno piacevole di quanto si potesse sperare. Ogni tanto qualche topo si affacciava da buchi scavati nel tempo o da svolte buie squittendo e osservando il gruppo di stranieri che attraversava quel luogo silenzioso con passo pesante. Reggere l'equilibrio era il loro primo obiettivo, un tuffo in quella melma avrebbe irrimediabilmente rovinato la giornata sia per il disgraziato che per i suoi compagni, costretti a portarsi appresso l'essere ormai terrificantemente appestato. Aaron osservava divertito il nano camminare davanti a lui, immerso per sua sfortuna fin quasi alla cintola e un sorriso comparve sul suo viso teso. La situazione era tutt'altro che divertente e l'odore nauseante avrebbe dovuto rimarcare la questione, ma si sa: non c'è nulla di più comico dell'infelicità umana, o nanica in questo caso.
Gli occhi del redentore spaziarono intorno cercando di cogliere più dettagli possibili che lo distraessero dalla sua penosa situazione. Non era mai stato in quel punto del sistema fognario poiché in quel momento si trovavano proprio sotto il cuore di marmo. Il suo lavoro solitamente lo portava nella parte più disastrata delle fogne, quella del borgo basso, quella assegnata alla peggior feccia della città: i poveri. Ma ora che camminava negli escrementi dei signorotti poteva allegramente notare come la merda nobile puzzasse tanto quanto quella povera, forse di più.
Una carcassa di un indistinto animale gli galleggiò affianco alla caviglia e Aaron si spostò di lato per entrarci in contatto. Non si era mai schifato più di tanto dei suoi viaggi nelle fogne, ma doveva ammettere che ne avrebbe fatto volentieri a meno. Davanti a lui il nano e Kirin parlavano tra di loro riguardo qualcosa a proposito di Fanie. Non si sforzò di ascoltare, aveva già troppi pensieri sull'elfa nella testa e altra ansia non era la cosa di cui più avesse bisogno. La donna invece camminava davanti facendo loro strada, illuminando fiocamente il percorso con una fiammella magicamente sospesa sull'indice. Ancora non si fidava pienamente della Lancaster, non aveva dimenticato la divisa della Guardia Insonne indossata il giorno della riunione quando Fanie era ancora tra di loro. Ricordava bene il dubbio che gli era passato per la mente vedendola lì vestita a quel modo. Aveva la sensazione persino di averla intravista in mezzo alla battaglia dell'assedio di Basiledra ma non poteva esserne certo e sperò davvero non fosse così.
Il gruppo giunse infine ad una grata che Ryellia fuse liberando il passaggio verso la salvezza dalle fogne. Uno ad uno i componenti del gruppo si issarono all'interno della stanza portandosi appresso il tanfo insopportabile della melma che fino a quel momento aveva albergato sui loro pantaloni. Aaron estrasse la lama dal fodero accovacciandosi ad un lato della stanza in attesa. Ora non potevano che aspettare, toccava ad altri la prima mossa.


 
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view post Posted on 10/10/2014, 06:28
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Suzushikei
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Dalle nebbie del passato...

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Vigilo Confido
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Atto I


La vita può sembrare a volte un insieme di frasi fatte, di eventi predeterminati, di scelte insite nel proprio destino, eppure volevo credere che ognuno di noi fosse quel singolo battito di ali in grado di scatenare una tempesta, capace di accendere la scintilla nei cuori di chi aveva sperimentato sulla propria pelle la perdita di ogni speranza.

«Parlato (Umano)» «Parlato (Avatar)» Pensato Narrato



Quel giorno alla casa sull'albero la Resistenza era stata chiamata all'azione da coloro che avevano raccolto l'eredità di Fanie. Dubbi, sospetti, ogni sentimento negativo doveva essere lasciato indietro. Non potevamo permetterci di avere attriti tra le nostre fila.
Dopo la caduta di Basiledra sarebbe stato giustificabile provare odio, risentimento per coloro che avevano militato nelle fila della Guardia Insonne. Il sangue versato durante l'assedio aveva macchiato le loro divise, il loro animo, ma il tempo per espiare sarebbe venuto in seguito. Ognuno aveva fatto la sua scelta credendo in diversi ideali, facendo sventolare in alto il proprio vessillo, ma con la salita al potere di Mathais Lorch, nulla era stato più come prima. Trovavo difficile credere che le persone seguissero quel simbolo insanguinato per pura devozione; più accettabile era pensare che ne fossero terrorizzati. In fondo la vita aveva perso valore e potevamo biasimare chi cercava di preservarla?
Probabilmente no, ma per il bene supremo ci stavamo arrogando il diritto di essere i giudici e carnefici, se quelle persone si fossero trovati sulla nostra strada. Per loro non ci sarebbe stata alcuna pietà.
Ideali nobili, vessilli di libertà, uomini coraggiosi... Un giorno qualche menestrello avrebbe cantato di questa nostra impresa, nel bene o nel male, ma in quelle ore che precedevano l'alba non mi sentivo così valoroso come avrei dovuto apparire. Per riprenderci ciò che ci era stato strappato, per restituire ad un popolo la sua patria, altro sangue sarebbe stato versato e mi domandavo quanti sarebbero stati i martiri involontari da sacrificare al successo della missione.
Quattro erano gli obiettivi, quattro le squadre concatenate tra di loro.
Il tempismo, la freddezza, la nostra creatività, nulla doveva essere trascurato, niente affidato al caso per quanto possibile.
E su quell'albero, dove avevo trovato temporaneo rifugio, ripensavo alla mia conversazione con Dama Ryellia. Le avevo chiesto informazioni sulla Guardia Insonne, cercando di imprimere nella mia mente quante più nozioni possibili. In caso di necessità volevo giocare anche quella carta, pur sapendo che sarebbe stato rischioso impersonare uno di loro.
Ad un occhio esterno poteva sembrare strano che mi fidassi delle parole di chi era stato nostro nemico, ma erano tempi in cui un nemico poteva rivelarsi un prezioso alleato,… un amico...
«Mi fido del giudizio di Fanie, Milady, ma non è soltanto per questo che vi seguirò. Rispetto il vostro coraggio. Non deve essere stato facile per voi, per Messere Scorch, convocarci qui sapendo che lei non ci sarebbe stata. Non siete Fanie, è vero, ma questo non deve avere importanza per le nostre scelte. Non devono esistere paragoni. Dama Ryellia, siate voi stessa e lasciate che gli altri imparino a conoscervi. Siamo stati forgiati attraverso le esperienze vissute in passato, non possiamo cambiare ciò che è stato neanche volendo, ma questo è un nuovo inizio, una seconda occasione per tutti noi. Sarò al vostro fianco, al fianco dei nostri compagni per dare una possibilità a questo mondo corrotto dalle tenebre.»
Probabilmente era stato un discorso un po' sconclusionato, scaturito dall'istinto più che dal raziocinio. Se fossi sopravvissuto alla missione, forse, mi sarei sotterrato dalla vergogna.
Ci mancò poco che non precipitai dal ramo su cui ero seduto, al solo ricordo.
In quelle parole vi era la fiducia verso qualcuno a cui stavo affondando la mia vita, i miei ideali, le mie speranze.

Il nauseabondo olezzo, che contaminava l'ambiente circostante, aveva intriso ogni fibra del mio essere.
Se da una parte ero grato alla sorte che le fogne non fossero andate distrutte durante l'assedio della città, non potevo essere altrettanto felice di respirare quegli effluvi che provenivano dal liquame in cui eravamo costretti nostro malgrado a muoverci. Cercai di non pensare alla melma che lambiva le mie ginocchia, concentrandomi sulla missione. Odorare di cadavere era preferibile al diventarlo. Non era una via sicura, ma era la meno rischiosa. Puntavamo sulle probabilità e dovevamo proprio avere sfortuna di imbatterci in una pattuglia lì sotto. Non che non fosse plausibile ordinare a qualche malcapitato di controllare le fogne, ma non era detto che ci avessero pensato.
Inoltre eravamo un gruppo piccolo che cercava di mantenere un basso profilo, seguendo Dama Ryellia in quei cunicoli maleodoranti.
Durante il tragitto le parole di Lhotar mi riportarono alla mente il mio conflitto interiore.
Il nano era felice di avere la possibilità di liberare Fanie e di combattere al mio fianco, ma io...

...io mi sentivo in colpa.


Lei era la mia preziosa amica, ma era davvero quello che avrebbe voluto da me, da tutti noi? Salvare il singolo perché a noi caro? Non era egoismo quello che stava muovendo le nostre azioni? Certo Fanie era un simbolo, un baluardo, una voce che accendeva gli animi, ma era anche la fanciulla che aveva sacrificato ogni cosa per gli altri.
«Ti ringrazio per le tue parole, Lhotar. Sai, non è stato facile prendere questa decisione. Fanie è una carissima amica, compagna di numerose battaglie, ma...» sospirai, assumendo un'espressione malinconica «...so che avrebbe preferito che ci fossimo concentrati sul salvare Basiledra. Ha sempre anteposto il bene degli altri al suo.»
Se ero lì, se avevo scelto di compiere quella missione era perché avrei fatto di tutto per salvarla, anche se me l'avesse rinfacciato per gli anni a venire. Noi stavamo cercando di evitare che venisse giustiziando, ma non potevamo liberarla da quella profonda sofferenza che le aveva lasciato ferite difficili da rimarginare.
Ascoltai le parole del nano, replicando a mia volta. Invidiavo il suo entusiasmo, quella sicurezza che guidava il suo cuore. Lui credeva che ce l'avremmo fatta, io ero più dubbioso al riguardo. C'erano troppi se e tante incognite. Non potevamo escludere di dovercela cavare da soli una volta dentro. Non riuscivo a dimenticare come anche il migliore dei piani, potesse fallire davanti l'imprevisto.
«Lhotar, rispetto la tua visione positiva di questa missione, ma non sottovalutarla. In teoria abbiamo le capacità per farcela, ma in pratica tante cose potrebbero andare storte. E in quel caso dovremo essere molto creativi. Soprattutto avere fiducia nei nostri compagni, in tutti loro, non solo nella nostra squadra.»
Volevo credere in loro, dovevo credere in loro, ma avevo paura, anche se detestavo ammetterlo.
C'era così tanto in gioco...
Non potevamo permetterci di fallire.
La speranza doveva ardere con forza e non tramutarsi ancora una volta in un'effimera illusione.

Le fogne erano state la nostra via d'accesso, ma ora ci attendeva la parte più difficile: l'attesa.
Eravamo nascosti in una stanza anonima, immersi nelle nostre riflessioni fino a quando il nano non diede voce ai suoi pensieri.

 
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K i t a *
view post Posted on 20/10/2014, 11:27




VIGILO CONFIDO
TROVARE LIBERARE VINCERE

~ ~ ~

Erano riusciti a infiltrarsi nelle fondamenta del Cuore di Marmo. Non senza difficoltà, visto il fastidioso olezzo che li accompagnava, ma sicuramente era il male minore che avrebbero dovuto affrontare quella giornata. C’erano voluti diversi giorni per individuare quella strada, ed era particolarmente fiera di se per la scoperta e il vantaggio che gli aveva fornito. Ora arrivava la parte più difficile, ma erano tutti carichi e pronti ad affrontare ciò che li attendeva.
Giunti nelle segrete, Lhotar fu il primo a parlare. Lei lo guardò per poi fare un profondo respiro; le aveva posto una domanda difficile, di cui non era sicura di conoscere la risposta. Decise di essere sincera, ognuno di loro se lo meritava. «Non ho risposte sicure alla tua domanda, doppielame. Immagino dovremo affidarci a noi stessi e alle nostre capacità. So dirti però dove ci dirigeremo: sempre più in alto.» dopo queste parole criptiche cominciò ad avanzare, aspettandosi che il resto del gruppo la seguisse.

Arrivarono di fronte a delle scale di pietra, che risalivano brevemente fino a delle grate. Percorrendole e sporgendosi appena potevano vedere dove erano arrivati: le prigioni. La grata era posta all’altezza del pavimento, ma era sufficientemente grande per farli passare. Ciò che videro preoccupò Ryellia, pur sapendo che quello era solo l’inizio: poco lontano, volti verso l’ingresso principale, c’erano due guardie. Avevano l’aria annoiata e poco attenta, di certo non si aspettavano disordini in quel lato del palazzo. Erano costretti a sostare la, mentre le persone più importanti si occupavano di proteggere il Cuore di Marmo da assalti esterni o di proteggere il loro Re. Qualcuno doveva rimanere in quei luoghi a badare ai prigionieri, nonostante fossero personalità di poco conto, almeno secondo il giudizio. Tre celle erano infatti occupate: in una potevano vedere una vecchia signora, poco più alta di Lhotar, il viso che pareva quasi accartocciato su se stesso tante rughe aveva. Indossava delle vesti povere, che coprivano ogni lembo della sua pelle, e si limitava a stare seduta, guardando un punto lontano di fronte a sé, come se i suoi occhi, dall’aspetto appannato dovuto alla vecchiaia, potessero oltrepassare lo spesso muro in pietra. In un’altra c’era un giovane ragazzo dall’aria agitata, che continuava a muoversi come se il pavimento fosse incandescente, incapace di trovare pace. Percorreva continuamente lo stretto spazio che il cubicolo gli metteva a disposizione, cambiando continuamente direzione, avvicinandosi alle sbarre e inveendo contro di esse, per poi tornare a spostarsi, senza uno schema ben preciso. L’ultimo ospite di quei luoghi era un grosso uomo, scuro e taciturno, che sedeva nella sua cella; la sua imponenza era talmente tanta da rendere la stanza ancora più piccola a occhio umano, parendo una fiera bloccata in una gabbia. Non si lamentava, non emetteva alcun suono. Teneva lo sguardo basso, i grossi pugni stretti, in attesa.

Ryellia si voltò verso il resto del gruppo, lasciando che il suo sguardo si posasse sugli occhi di ognuno di loro. Era chiaro cosa dovevano fare, e soprattutto come andasse fatto: silenzioso, veloce, efficace.

QM POINT

CITAZIONE
Bene ragazzi, ecco la nostra situazione: dalle segrete, che sono le fondamenta stessa del Cuore di Marmo, siamo risaliti verso le prigioni. I nostri personaggi le conoscono bene, avendo partecipato al Destino dei Re è stata la nostra dimora per qualche tempo. Al loro interno ci sono due guardie, ciascuna di loro è una pericolosità F. Ciò che dovete fare per questo turno è metterle fuori gioco, in modo da poter proseguire oltre nella nostra risalita.
Come potete vedere nel mio post, le celle non sono vuote, ma ci sono tre occupanti: una vecchina, un ragazzo e un uomo. La loro presenza la non è un caso, avete infatti la possibilità di liberarli alla fine del turno. Per farlo dovrete usare il vostro gettone variabile a consumo Nullo. Questo significa che non lo potrete utilizzare per assalire le guardie, ma non temete, avrete comunque a disposizione due slot. Se deciderete di liberarli, il gettone sarà uno slot extra.
Quindi, ricapitolando: dovete mettere fuori gioco le due guardie, entrambe pericolosità F, avete a disposizione 2 slot a testa per farlo, avete a disposizione anche il gettone che se usato contro le guardie conta come uno slot normale, se invece usato per liberare i prigionieri sarà uno slot extra (cioè un terzo slot a consumo Nullo). Ognuno di voi può liberare una sola persona, perciò se scegliete in questo senso, dovrete spartirveli. Fate attenzione alle vostre azioni, e a ciò che ho sottolineato alla fine del post.
Buona fortuna.

 
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Stella Alpina
view post Posted on 25/10/2014, 22:02




Vigilo Confido

-Silenziosamente-














Basiledra, fogne, tempo attuale


La mano si mosse velocemente in avanti cercando di raggiungere il suo bersaglio prima di ogni possibile reazione dell'altro. L'aria sibilò minacciosa trapassata dalla lama bramosa di sangue. La spada passò attraverso la carne morbida e rilassata del malcapitato che crollò a terra senza vita, come privo di peso. Affianco a lui un altro tonfo, come il primo. Due figure riverse a terra con gli occhi sbarrati, due vittime necessarie per un obiettivo più grande.
Due occhi dolci e severi al tempo stesso si aprirono nel buio fissando la scena, due occhi che Aaron conosceva bene e che non vedeva da molto tempo ma che avrebbe voluto ammirare una volta ancora. Due occhi che lo fissavano speranzosi, due occhi che si allontanavano lentamente da dove erano apparsi.
Il redentore prese a correre in avanti alla ricerca di quella visione che tanto desiderava, che tanto bramava. Il buio circostante si strinse sul suo desiderio nascondendolo alla sua vista e lasciandolo nuovamente solo con le due figure a terra. Una risata crudele risuonò nelle sue orecchie per poi espandersi tutto intorno. Qualcuno si prendeva gioco di lui. Aaron alzò gli occhi al cielo, le stelle erano coperte dalle tetre nuvole, la luna non rifletteva abbastanza luce da trapassare quella coltre così spessa. Era solo. I suoi compagni spariti nel nulla. La ragazza, Kirin, il nano, erano tutti spariti. Le due guardie giacevano ancora a terra ricordandogli il prezzo di quella missione. Era un redentore lui, il suo lavoro era quello di perseguitare il male, nelle sue svariate forme. Cosa stava facendo? Aveva smarrito la strada? Da quando aveva perso di vista l'obiettivo vero e proprio? Stava seguendo il suo cuore o era davvero una missione connessa in qualche modo al suo lavoro? Affianco a lui comparve l'immagine di Fanie, la donna a cui appartenevano gli occhi che prima aveva tentato di inseguire, ma non quella appartenente alla schiera del Drago Nero, quella fragile e delicata che aveva incontrato a Basiledra in un giorno di lutto. Non l'elfa con l'armatura addosso e la spada sguainata, ma la ragazza dolce che con le sue mani aveva guarito in un attimo la ferita che gli era stata inferta da Medoro. Ricordò la piccola pantera tenuta vicino al grembo e in quell'istante l'animale comparve affianco alla padrona scodinzolando felicemente. Ad ogni pensiero i dettagli crescevano e l'immagine si riempiva sempre più di vita. Gli occhi stanchi e vigili del redentore si poggiarono sul viso candido dell'elfa ammirandone la purezza mentre cercava in qualche modo di ricordare il profumo particolare della sua pelle. Gli occhi della ragazza però non restituivano lo sguardo, fissavano un punto nel vuoto oltre le sue spalle. Aaron se ne accorse. Fanie non si era mai veramente accorta di lui, ma come avrebbe potuto? La freddezza del redentore era pari solo alla sua voglia di condurre al meglio il suo lavoro. I suoi sentimenti soppressi il più a fondo possibile dell'animo non avevano trovato alcuno spiraglio nella corazza della sua insensibilità. Ma ora urlavano forti alla ricerca di un varco da cui passare, un piccolo buco ancora inesplorato. Nel cielo uno squarcio si era aperto nelle nuvole lasciando intravedere appena una sola stella, bella, lontana, luminosa abbastanza da poter essere ammirata da tristi occhi speranzosi. L'immagine di Fanie però era sparita di nuovo nel nulla, immersa nel buio assoluto, quell'oscurità gelida che si stringeva sempre di più attorno al cuore del redentore.
Aaron si voltò di scatto e poi di nuovo alla ricerca di un piccolo indizio, un segno, qualunque cosa potesse fargli capire dove fosse andata l'elfa ma nulla. Buio più totale. I corpi stesi erano spariti anch'essi, ora era rimasto solo lui. Una pesantezza mai provata prima d'ora cominciò a gravare su di lui. La solitudine del suo mondo, la voglia di urlare al cielo che non era giusto, che anche lui meritava una vita piena. Le nuvole si squarciarono ancora di più permettendo ad una parte di luna di comparire tra le loro pieghe. Aaron lasciò cadere la lama e si liberò della bandoliera con la pistola, lanciò di lato il cappello a tesa larga e si levò gli stivali. Di fronte a lui si aprì un prato buio, l'erba appena visibile. Il redentore prese a correre in avanti, senza una meta, senza un perché. Continuò finché non cominciò realmente a sentire qualcosa di diverso. I suoi polmoni brucianti imploranti aria, il vento fresco sulla sua pelle, il sudore umido lungo la schiena e il cuore nel pieno del battito più frenetico. Sentiva la stanchezza nelle gambe ma continuava a correre verso ciò che non comprendeva ma che sapeva doveva raggiungere. Al momento giusto si fermò di colpo e alzò lo sguardo. Le nuvole erano alle sue spalle e davanti a lui riluceva un cielo limpido e pieno di stelle. La luna piena illuminava la valle con la sua luce dorata. Davanti a lui di nuovo Fanie, questa volta però il suo sguardo lo trapassava. Lo stava davvero guardando. Aaron rimase qualche istante immobile perdendosi in quegli occhi che desiderava cogliere una volta ancora, poi annuì quasi solennemente chiudendo gli occhi. Aveva capito. Aveva colto il messaggio.
Quando li riaprì intorno a lui tutto era tornato normale. I suoi compagni erano lì in attesa di agire, le guardie erano ancora in piedi, girate di spalle e ignare della loro presenza. Nelle celle erano chiusi tre prigionieri: una vecchia, un ragazzo e un uomo. Tutto sembrò finalmente avere un senso agli occhi del redentore, tutto prese ad andare nel verso giusto. Aaron doveva salvare Fanie, l'avrebbe fatto per lei, per il suo cuore e per la Resistenza. Era quello ora il suo lavoro. Era quello ora il suo desiderio.
La mano si mosse velocemente in avanti cercando di raggiungere il suo bersaglio prima di ogni possibile reazione dell'altro. L'aria sibilò minacciosa trapassata dalla lama bramosa di sangue. La luce e il buio si scontrarono una volta ancora, ma questa volta con uno scopo più grande.



Riassunto Tecnico

Energia rimasta: 90%
Energia consumata: 10%
Stato Fisico: Ottimale.
Stato Mentale: Deciso.
Armatura: Intera.
Armi: Pistola - 5 colpi, spada estratta.
CS: 3CS all'Intelligenza 1CS all'agilità.
Consumi: Basso 5% ~ Medio 10% ~ Alto 20% ~ Critico 40%

Abilità passive


"Sono ore che questi ragazzi si esercitano senza pausa. Li vedo portare in gruppo tronchi di alberi grossi più di loro su e giù per la collina con il solo scopo di migliorare la resistenza. Sono esausti, lo vedo nei loro occhi, vorrebbero mollare i tronchi, sdraiarsi e non rialzarsi per un giorno intero. La fatica li sta divorando ma loro non cedono, non possono, non gli è permesso. Continuano la loro marcia, ancora e ancora e ancora."

[Razziale umana - non sviene sotto il 10%]




"Oggi ho assistito fratello Hugo nel primo addestramento alle illusioni. Come previsto molti adepti non avvicinano minimamente il più basso grado di maestria, ad eccezione di Aaron. Lui, al contrario degli altri, sembra trovarsi a suo agio nel mettere in atto gli inganni. Gli viene quasi naturale e per di più riesce a creare le immagini in un solo istante e senza il benché minimo movimento. Inoltre ha una conoscenza innata dell'uso della voce. Può controllarla a tal punto da modificarne il tono, il volume e il luogo di provenienza a suo piacimento. Come se non bastasse, quando sul campo è presente un'immagine da lui creata, può decidere di modificare il suo aspetto in qualunque cosa e di qualunque dimensione gli occorra. In realtà si tratta soltanto di un'illusione, un velo che ricopre la realtà, ma riesce comunque ad ingannare tutti i sensi degli avversari. Quel ragazzo è pieno di sorprese."

[Passiva talento I, II e III illusionista]




Abilità attive utilizzate

"In uno scontro ravvicinato è molto più difficile mantenere la concentrazione e il controllo della situazione. Per questo mi sto allenando nell'effettuare un unico rapido affondo di precisione. Se fatto bene, alla giusta velocità e accuratezza, sorprenderà l'avversario procurandogli una ferita profonda di entità media. Con un consumo Medio potrei riuscire a portarmi immediatamente in vantaggio."
[Pergamena Affondo Furtivo]


Commenti

Una piccola parte introspettiva e poi l'azione vera e propria. Aaron si getta silenziosamente in avanti sulla guardia scelta usando attacco furtivo alla schiena per poi estrarre la lama e tentare uno sgozzamento il più velocemente possibile per evitare reazioni della guardia.
 
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view post Posted on 26/10/2014, 15:19

Lamer
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La Lancaster aveva risposto alla sua domanda, ma ciò che aveva udito non era certo ciò che avrebbe voluto sentire; risalire il Cuore di Marmo, quel luogo che lo aveva cambiato drasticamente. Ripercorse velocemente quel giorno mentre il gruppo iniziava a salire verso le prigioni.

Aveva percorso i corridoi di quel posto dopo aver ricevuto un'amara sconfitta e aver quasi rischiato la pelle, eppure dentro di lui qualcosa gli suggeriva di non pensarci. Nonostante quella voce però, il desiderio di continuare il suo duello con Iohan, di vendicarsi e portare giustizia gli continuavano a ronzare in testa.

Voleva rivedere il bastardo Lancaster e trafiggerlo con le sue spade e con le sue frecce, combattere fino alla morte di uno dei due, fino allo stremo delle forze, ma in quel momento non poteva permettersi di sperare di rivederlo, il suo obbiettivo era salvare Fanie. In quel momento Lhotar si avvicinò alla Lancaster e sussurrando iniziò a parlare con lei.

"Scusa la domanda Lancaster, quanti piani del cuore di marmo dobbiamo setacciare? E soprattutto sai se Astrid e Iohan Lorch sono all'interno dell'edificio?"

Quella domanda avrebbe dovuto porgliela prima, ma perso nei suoi pensieri gli era totalmente sfuggita di mente. Sapere come moderare le forze e se dovevano affrontare i generali della Guardia Insonne erano informazioni preziose e se Ryellia ne sapeva qualcosa era giusto che anche lui e gli altri ne fossero informati.

Il gruppo continuò ad avanzare fino a quando non giunsero nei pressi delle prigioni. Si ricordava bene il suo dialogo con Fanie avuto in quel luogo. L'elfa non aveva accettato la scoperta che il suo capitano fosse morto e lui si era sentito inutile quando aveva rivisto nella sua mente il corpo di Raymond senza vita ai piedi del guerriero in armatura e del bastardo.

Si era sentito debole quel giorno, eppure quell'incontro lo aveva mutato a tal punto che era totalmente cambiato. Lhotar aveva sempre preferito combattere da solo e invece anche in quell'istante si ritrovava a cercare la sua amica insieme ad amici e conoscenti che come lui non avevano rinunciato a salvare l'ultimo guerriero della schiera del drago nero.

Fu mentre pensava al tragico destino di quell'esercito che la Lancaster si fermò facendo capire a lui, a Kirin e al redentore che davanti a loro si trovava il primo ostacolo da superare. Non lontano da loro due soldati facevano da carcerieri a tre umani; una vecchietta, un ragazzino e un uomo possente.

Quest'ultimo lo attirò particolarmente. Sembrava troppo calmo per essere chiuso in una cella della Guardia Insonne come se per fosse totalmente ininfluente dove si trovasse. Fu a quel punto che il redentore fece la sua mossa e iniziò ad avviarsi verso la prima guardia in modo furtivo.

A quel punto il nano estrasse l'arco e incoccò due frecce mentre Kirin spiegava cosa avrebbe tentato di fare, anche se lui non provò nemmeno ad ascoltare. Sbuffo silenziosamente, come se fosse seccato da quel primo imprevisto. Sentì la tensione sopra le sue spalle diventare pesante e un qualcosa stingergli lo stomaco. Il suo colpo non doveva fallire.

A quel punto uscì allo scoperto mirando a una delle guardie e scoccando le due frecce che sibilarono nella stanza. In quel momento, per un solo istante Lhotar ebbe l'impressione che se il suo colpo fosse andato a segno ne avrebbe tratto godimento, ma fortunatamente non successe.

Prima ancora che la guardia potesse fare qualcosa le due frecce furono davanti al torace dell'uomo esattamente davanti ai due polmoni. Il soldato sembrò spiazzato e ciò fece capire al Doppielame che doveva continuare ad incalzarlo.

Una terza freccia fu incoccata nell'arco che si tese fino al limite estremo e che scagliò il colpo in direzione della guardia. La punta metallica untò dritta verso la trachea dell'uomo che sembrò cercare di urlare senza successo.

A quel punto Lhotar estrasse le spade e cariò l'uomo. La sua spada cercò l'avambraccio dell'avversario come un lupo brama la carne della sua preda. A quel punto, stingendo i denti, estrasse la lama dal braccio dell'avversario e con entrambe le armi creò un affondo diretto alla cassa toracica.

A quel punto il nano ebbe un momento di tregua e velocemente guardò i suoi compagni cercare di rendere inoffensiva l'altra guardia. Fu in quel momento che si ricordò dell'uomo dall'aspetto possente chiuso nella cella a pochi passi da lui. A liberarlo ci voleva poco, ma forse quell'umano non gli avrebbe aiutati. Tentare però non gli costava nulla.

"Io ti libero, tu ci aiuti. che te ne pare della mia idea?"




Lhotar:

Corpo : Tot: (0\16)
Mente :Tot (0\16)
Energia rimanente: 80%

CS : 2
Costi: Basso = 5% | Medio = 10% | Alto = 20% | Critico = 40%



Armi:
spade (x2), arco e frecce (x12)

Oggetti: ametista (x2)




Passive :

Talento(I):capacità di utilizzare ogni oggetto come un arma
Raziale nanica: Immunità alla sete, alla fame e alle fatiche fisiche. Ciononostante sverrà sotto il 10%
Abilità nanica (IV):I compagni\il compagno animale sarà in grado di utilizzare le pergamene e le abilità personali del pg. (non in uso, come detto nel post precedente
Tattiche di combattimento: capacità di vincere gli scontri a pari di cs


Attive:

Destrezza nanica (I): Variabile di natura fisica, provoca danni fisici
Lhotar potrà compiere in simultanea due attacchi portati con delle arimi (anche freccie) di potenza complessiva pari al consumo.
Consumo medio

Colpo duro: il guerriero esegue un attacco più potente del normale, in grado di ferire gravemente l'avversario.
La tecnica ha natura fisica. Consente al guerriero di eseguire una singola azione offensiva più pericolosa della norma. L'azione in questione potrà essere personalizzata con differenti stili o modalità di esecuzione, ma in ogni caso consisterà in uno ed un solo attacco - sia esso a mani nude o portato con un'arma bianca. La tecnica dura infatti solo il tempo necessario a portare a termine il colpo successivo al momento in cui è stata attivata. Andrà considerata come tecnica fisica di potenza Media e fronteggiata in quanto tale.
Consumo di energia: Medio

gettone: nullo
Apro la porta della cella dell'uomo.


Attive dal turno precedente:nessuna


Oggetti usati: nessuno


Riassunto:
Attacco con destrezza nanica a medio mirando i polmoni e subito dopo uso colpo duro mirando alla trachea dell'avversario. Dopo ciò attacco con le spade cercando di colpire l'avambraccio dell'avversario, infine provo a finire lo scontro mirando a trapassargli cuore e aorta. Inoltre uso il gettone per liberare l'uomo dalla cella.


Note:
Corretto ciò che dovevo. Scusate la mia incompetenza.



Edited by kremisy - 27/10/2014, 21:34
 
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view post Posted on 28/10/2014, 05:32
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Suzushikei
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Dalle nebbie del passato...

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Vigilo Confido
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«Parlato (Umano)» «Parlato (Avatar)» Pensato Narrato



Con un profondo sospiro osservai tristemente le vesti intrise di quella disgustosa melma, il cui pungente tanfo continuava a salire su per le narici.
Per quanto nauseabonda quella puzza era un compromesso accettabile, visto che la via fognaria ci aveva permesso di raggiungere indisturbati uno degli ingressi del bastione. Eravamo riusciti ad infiltrarci nel livello più basso di Cuore di Marmo, in una delle zone probabilmente meno sorvegliata. Un vantaggio senza alcun dubbio, ma la strada per raggiungere Fanie non sarebbe stata semplice.
Dovevamo mettere in conto la possibilità di dovercela cavare da soli, esplorando la fortezza alla ricerca di indizi, qualora non ne avessimo ricevuti dai nostri alleati. La stessa Ryellia non poteva fornire certezze alla domanda di Lhotar. Troppe le incognite da tenere in conto. D'altra parte il commento finale della donna mi diede da pensare.

« So dirti però dove ci dirigeremo: sempre più in alto. »

Le scoccai un'occhiata interrogativa. Cosa ci stava nascondendo? Perché avevo la sensazione che la liberazione della nostra amica non fosse l'unico obiettivo della missione?
Non sapevamo dove fosse tenuta prigioniera Fanie: poteva trovarsi nelle segrete come in una stanza riccamente arredata, ma accuratamente sorvegliata. Tutto dipendeva dall'estro creativo dei suoi carcerieri, di Lorch.
Quella frase, pronunciata da Ryellia, non sembrava relazionarsi alla cerca, alla mancanza di informazioni. Non mi piaceva restare all'oscuro, d'altra parte il tempo era un alleato estremamente capriccioso. Fermarsi a disquisire riguardo i miei sospetti, avrebbe rallentato soltanto la missione e non potevamo permettercelo.
Il nano continuò a discorrere con la giovane, volgendo l'argomento della conversazione alla ricerca di informazioni su due Lorch in particolare: Astrid e Iohan. La richiesta di Lhotar poteva sembrare quasi un'ossessione e, forse, lo era. Ma non spettava a nessuno di noi giudicare. Ognuno conviveva con i suoi personali spettri, combattendo contro i fantasmi del passato per andare avanti. Non doveva essere facile per lui ritornare in questo luogo. Io stesso, se non mi fossi sforzato di mantenere il sangue freddo, avrei riportato alla mente l'orrore di quei giorni, la prigionia, la morte di un'amica.
Il flusso dei pensieri, cullato dall'inquietante silenzio di quell'ala dell'edificio, fu bruscamente interrotto quando ci ritrovammo nella zona delle prigioni.
Per essere corretti dovevano trattarsi di celle per prigionieri di poco conto, considerando la coppia di guardie dall'aria profondamente annoiata, il cui compito era sorvegliare gli unici tre ospiti presenti. Un'anziana donna, minuta nel fisico, la cui età era scolpita nelle rughe che creavano profondi solchi sul viso. Lo sguardo era rivolto verso un'immagine, che soltanto lei era in grado di vedere; un punto oltre le mura che la confinavano in quei luoghi. Un ragazzo, probabilmente più piccolo di me, considerando la mia età apparente, dall'animo irrequieto. Un uomo dalla corporatura così imponente da rendere angusta la stanza dove si trovava. Sembrava come fosse stato pietrificato in quella posizione, ma sotto quella scorsa di immobilità si poteva quasi percepire una diversa verità. Sembrava in attesa di qualcosa...
Un cambio degli eventi, noi... la rottura della monotonia.
Chi erano quei misteriosi prigionieri? Per quale motivo erano stati relegati in questa particolare ala?
Tante domande, ma un'unica certezza: la loro liberazione, sperando non si trattasse di un'ingegnosa trappola architettata ad arte per accogliere ospiti non desiderati.
Feci cenno ai miei compagni di spostarci indietro di qualche passo per potermi rivolgere a loro senza attirare l'attenzione.
Per maggior cautela abbassai il tono della voce fino a sembrare un sussurro lieve e flebile.
«Posso tentare di intrappolare le guardie sfruttando una malia psionica. In caso di successo, dovrei essere in grado di fornirvi un buon diversivo per portare a compimento i vostri attacchi. In quella condizione mentale saranno occupate a liberarsi da catene illusorie, che cercano di costringerli a terra.» In teoria la mia idea era di lasciare in vita almeno una delle due per cercare di avere qualche informazione. Di diverso parere sembravano essere Aaron e Lhotar, il cui compito sarebbe stato di finire il lavoro da me cominciato. A dirla tutto non ero sicuro che entrambi avessero prestato attenzione alle mie parole. Il nano sembrava fin troppo impaziente di cominciare. Per ogni evenienza Ryellia sarebbe stata di guardia.
Saremmo dovuti essere rapidi, silenziosi e letali per impedire loro di dare l'allarme.
Se tutto si fosse svolto come previsto, una volta eliminate le sentinelle, mi sarei occupato di liberare il ragazzo. Non c'era alcuna logica in quella scelta, solo una sensazione, cui non riuscivo a dare forma.
Raggiunto il punto ideale da cui osservare le due guardie, rivolsi contro di loro un'ondata mentale nella speranza di distrarli quel tanto che bastava per supportare l'attacco dei miei due compagni.

Il resto sarebbe dipeso da loro...



D7g4Hgy
Kirin Rashelo

CS
[Riflessi 3, Intuito 1], «Kirin l'umano»
[Intuito 2, Intelligenza 2], «Zeross l'Incubus»


Energia: 80% = [100 - 20, Opprimere]%
Danni Fisici: //
Stato Emotivo: Concentrato

Equipaggiamento

Flintlock: 3/3 [non estratta]
Schiavona [nel fodero]
Ali Oscure 20/20 [piume da lancio]

Erba ricostituente 1/1
Mutaforma I 1/1 [Gemma della Trasformazione]

Amuleto Lunare, Gemma della Sapienza [Cristallo del Talento], Pietra Lunare della Percezione [Amuleto dell'auspex]

Passive

Mutaforma II
Personalizzazione dell'abilità razziale "Forma demoniaca" della Progenie dei demoni

Arcanista I
Kirin è in grado di a manipolare la magia per creare delle pallottole di puro potere arcano.
In termini tecnici questi attacchi a distanza possono essere utilizzati liberamente,
ma rappresentano comunque dei semplici colpi non tecnica.


Arcanista II
Le abilità magiche possedute da Kirin saranno così elevate da superare qualsiasi processo che intercorre fra intenzione e azione,
permettendogli di utilizzare tutte le proprie tecniche di natura magica in tempi di concentrazione pressoché nulli,
generandole istantaneamente e in qualsiasi condizione psicologica.


Arcanista III
Affinando l'intelletto con l'aiuto della “Gemma della Sapienza”, Kirin ha raggiunto lo stadio ultimo dei suoi studi: la “Visione della Magia”.
Non importa come si definisca tale capacità, auspex, sesto senso, intuito, quello che conta è il poter “vedere” gli effetti arcani comprendendone la loro natura intrinseca.


Telecinesi
Taanach: quel giorno segnò la fine di quasi tutte le mie abilità "Esper".
L'unica capacità, che è sopravvissuta, consiste nel riuscire a muovere il mio equipaggiamento con la sola forza del pensiero,
senza alcun dispendio energetico, ma a distanze limitate rispetto alla mia posizione.


Tattiche di combattimento
Kirin potrà riuscire ad elaborare strategie e tattiche che sfruttino a suo favore il terreno circostante. La tecnica conferisce la capacità passiva di trarre vantaggio del terreno e delle circostanze in qualsiasi situazione di battaglia: strategie, tattiche, intuizioni. In uno scontro ciò potrà anche tradursi nell'abilità di vincere scontri fisici a parità di CS, grazie alla superiore conoscenza del terreno di scontro da parte di Kirin.

Sostentamento Arcano
Kirin è in grado di cancellare le limitazioni fisiche che conseguono dalle ferite inflittegli. Il dolore sarà sempre presente e lui morirà comunque una volta accumulata una serie di danni pari a Mortale. Eventuali mutilazioni parziali possono però essere ignorate nel loro handicap pratico (ferite alle gambe che non impediscono di muoversi, mano ferita che continua ad impugnare la spada, occhio accecato che non impedisce di prendere la mira con l'altro sono solo alcuni esempi). Personalizzazione: Fiamme azzurre eteree che ricoprono le parti lese.

Volo Telecinetico
Ai fini tecnici la passiva donerà a Kirin la capacità di volare, ma si muoverà alla stessa velocità che avrebbe sul terreno.

Vista dell'Incubus
Scrutare nelle tenebre,
Il dono della sua ascendenza demoniaca. Kirin ora è in grado di scrutare attraverso il buio senza alcuna difficoltà, proprio come un animale notturno. Allo stesso modo potrà scrutare attraverso nebbie, nubi, fumi o altri impedimenti visivi di potenza passiva. La tecnica non avrà alcun effetto contro tenebre di tipo illusorio, agenti direttamente sulla sua mente, indipendentemente dalla loro potenza.


Attive

Opprimere
In seguito ad un'onda mentale emanata da Kirin, tutti i nemici nelle vicinanze verranno indotti a credere di venire schiacciati verso il terreno, come se pesanti catene si avviluppassero attorno al loro corpo. Tale illusione impedirà a chiunque ne sia colpito di muoversi dalla propria posizione per il singolo turno di cast, e inoltre subiranno un danno Basso alla mente per la malia, e Basso al corpo per la costrizione fisica.
Tecnica di natura psionica.
Consumo di energia: Alto


Gettone bonus:
Utilizzato per liberare il ragazzo, appena sarà possibile.

Riassunto:
Semplicemente Kirin tenta di colpire le due guardie con una malia psionica in modo di costringerle a terra e dare la possibilità ai due compagni di portare a termine il loro compito.


 
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view post Posted on 6/1/2015, 18:59
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La rappresaglia fu rapida e violenta.
Gli occhi dei prigionieri presenti si illuminarono, scorgendo in ogni rapido fendente, in ogni sussulto, un lascito di vita che scorreva nuovamente nelle loro mani. Gli arti appesantiti dalle catene di ferro sporco, a stento si levavano in un timido gesto di emozione che rasentava il grottesco, sopratutto se proporzionato all'effettiva difficoltà dei presenti di lasciarsi andare a qualsivoglia esultanza che non fosse il lieve scintillio delle lacrime di commozione.

Le guardie, dal canto loro, non avevano proferito parola.
Troppo ignare o troppo stupide, la rapidità del gruppo colse di sorpresa tutti: in particolar modo loro.
E se per un attimo negli stretti corridoi delle prigioni si erano dimenati sussulti, urla strozzate e clangori fugaci di lame che trapassano la carne ancora calda, ben presto era tornato il silenzio.
Atavico, insopportabile silenzio, lambito appena dal gocciolio del sangue che rifluiva per i canali ai margini del passatoio.
E la libertà diveniva una preda preziosa, ardendo come fiamma imperitura dinanzi agli sguardi vuoti dei soldati che ormai fissavano nient'altro che il vuoto. Che soffrivano in un lampo di tutti i patemi e le sofferenze che avevano causato a quei prigionieri. A loro, così come a tutti coloro che non erano arrivati vivi per vedere quel giorno.
Il ragazzino strisciò fino alla cintola della prima guardia, rubando le chiavi ed aprendo le catene. Stette qualche istante a massaggiarsi i polsi, singhiozzando la propria felicità in un ritmico rintocco di parole stentate tra i denti. Poi, prese a liberare tutti gli altri.

« A-aspetta...! » disse l'uomo, quasi spaventato « a--arriveranno gli altri...! »
Balbettava visibilmente scosso, indicando col dito tozzo l'uscio delle prigioni dal quale, presto o tardi, sarebbero arrivati i rinforzi.
« Non arriverà nessuno » tagliò corto una voce gracchiante « non è rimasto nessuno qui. »
La vecchia se ne stata a gambe incrociate in un angolo. Una catena le stringeva il polpaccio smunto, rasentando l'osso; se ne stava aggrovigliata, massaggiandosi i lunghi capelli bianchi che le scendevano fino alle ginocchia, aggrovigliandosi in grembo in una matassa sporca ed unta. Li smuoveva, attorcigliandogli quasi fossero un gomitolo da ordinare e con cui cucire un maglione.
Un riflesso condizionato della vita passata, tramandata nella cattività di una condizione in cui l'ordinario pensiero era l'unico modo rimasto per non sfociare nella follia.
Nonostante tutto, però, le sue parole non sembravano così folli. D'altronde, nonostante passassero i minuti, né un passo, né un richiamo. Nulla venne dall'uscio delle prigioni.
« Ve l'ho detto » aggiunse, sogghignando « non c'è nessuno qui. »

Poi alzò lo sguardo. I suoi occhi erano bianco pallido, con pupille grigiastre che sembravano penetrare nell'animo dell'interlocutore.
Schiudeva la bocca in una smorfia raccapricciante, smuovendo le labbra violacea in una risata storta. Le erano rimasti pochi denti ai lati, anneriti e rovinati dal tempo.
Per il resto, c'erano solo gengive scure che battevano le une contro le altre in un tintinnio spaventoso. Una risata isterica, a metà tra il distorto ed il raccapricciante.
« Voi cercate l'elfa...? » aggiunse, poi « non è qui... la uccideranno in piazza »
« avete fatto tutto questo per niente »
Concluse, tornando a fissarsi i capelli e lasciando che lo spettro del fallimento divorasse tutti loro come l'ombra nella sera che si dimenava nei corridoi delle prigioni, inglobando mura, pianti, rimpianti ed atavico silenzio.



Come scritto, questa quest - insieme alle altre tre - viene chiusa di ufficio dallo staff. Le quattro giocate di "Vigilo Confido" si concludono virtualmente in un nulla di fatto, venendo però ricompensate per il lavoro svolto fino a questo punto. La trama proseguirà in un'altra sede, di cui verrete avvertiti. La decisione in merito è ancora in corso, dovendosi valutare taluni elementi fondamentali. Per il resto, semplicemente i vostri personaggi vengono a scoprire che le prigioni sono "vuote", ovvero Fanie non è lì, ma è stata portata in piazza per una pubblica esecuzione.

Per questa giocata lo staff assegna: 200 gold a Stella Alpina, Shinodari e kremisy. 100 gold a Kita e Vermillion.

 
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8 replies since 1/10/2014, 23:17   234 views
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