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| Ardeal, centro città Giorno Aveva trascorso l'intero viaggio da Basiledra ad Ardeal in cassetta, assieme al cocchiere, sobbalzando ad ogni buca ed irregolarità del terreno che il carro incontrava. Dubitava che la donna all'interno di esso ne patisse in qualche modo il disagio: come le era capitato di vedere qualche volta, quando un nobile si spostava lo faceva con ogni comodità possibile, attorniandosi di servitori, soffici sete e cuscini, lasciando ad altri il compito di faticare al proprio posto. E difatti anche il gigante rosso non se la doveva passare tanto meglio di loro, stando in sella al suo stallone e facendo da vedetta per scorgere eventuali pericoli lungo la strada.
Una volta giunta in paese, su ordine dell'Oracolo, si erano subito dovuti recare a palazzo per apporre i propri nomi sul registro cittadino. Non fidandosi di ciò che questo avrebbe potuto comportare e temendo che in futuro qualcosa potesse trapelare riguardo la loro missione attuale, però, Deirdre firmò con il nome della propria madre, Gwendolyn, unendo a questo un cognome di fantasia, Whitemoon. Poi, proprio mentre camminava qualche passo indietro ai propri accompagnatori, nel vasto salone marmoreo fece la sua comparsa il Conte, che iniziò un gioco di domande dirette e celate con Ainwen; inaspettatamente, tuttavia, il discorso si concluse con l'apparente forzatura scatenata da una qualche capacità psionica, che convinse l'interlocutore della donna e gli astanti che lo circondavano a lasciar cadere la questione, cedendo il passo all'eterogeneo terzetto, senza ulteriori indugi. Poi, una volta fuori dall'edificio, Deirdre poté finalmente accomiatarsi dai suoi due compagni e fare un girò per la cittadina, prima di dirigersi verso i bassifondi, con l'idea di fare un salto in qualche bettola e taverna a raccogliere informazioni. Voleva essere ben preparata a ciò l'aspettava, benché ancora non potesse sapere quanto quelle certezze sarebbero presto venute meno.
______________________ Sera
Vide i due seduti ad un tavolo ai margini della sala da pranzo de La Luna Pigra e, quando incrociò lo sguardo di Akela, questo le fece cenno di avvicinarsi. Cercando di apparire normale si mosse a passo sicuro, sfoggiando un sorriso radioso; e mentre si districava tra i tavoli chiese ad uno dei garzoni che le sfrecciò accanto di portarle qualcosa di caldo da mangiare, assieme ad un boccale di birra scura. Poi, presa una sedia libera, la aggiunse alle due già presenti, dando solo uno sguardo all'onnipresente bambola, ora vestita con un abito diverso: le pareva piuttosto strano che una donna di nobili natali -o presunti tali- si portasse sempre appresso un oggetto del genere, quindi -avendo ormai da tempo imparato a diffidare dei comportamenti degli umani- questo doveva avere una qualche importanza che ancora non si sapeva spiegare. Ma si premurò di tacere i propri dubbi, almeno per il momento. « Il pomeriggio è stato abbastanza fruttuoso. » A differenza di quella che pareva esser divenuta un'abitudine, questa volta non si rivolse solo al gigante rosso: d'altronde, sebbene non avesse un parere positivo sull'utilità di quella donna nella missione, per attuare il piano che aveva ideato aveva bisogno anche di lei. « Come pensavate, il cimitero è poco frequentato e sorvegliato, il che ci tornerà comodo quando sarà il momento di agire. E sembra che il maggior afflusso di visitatori permanenti sia dato dalla commistione di una qualche malattia con la Piaga, ovvero la moltitudine di creature demoniache che stanno tormentando la regione. A detta degli abitanti, la colpa di ciò sembra imputabile all'ultimo conte, sebbene siano stati elusivi sull'argomento. » Si concesse un mezzo sorriso al pensiero che i villici avrebbero potuto tranquillamente ritenerla uno di quegli abomini che tanto temevano. Poi aspettò un momento prima di riprendere, in modo da concedere al ragazzo appena arrivato di servirle una porzione di arrosto sugoso, adagiata su una fetta di pane nero spessa un dito e ritirarsi poi di fretta verso il bancone, a prendere altri ordini. Nel mentre Deirdre bevve anche un sorso di birra, trovandola piacevolmente fresca e forte, in modo da scacciar la polvere che le si era accumulata in gola dopo un giorno di vagabondaggi per i bassifondi. « L'attuale governatore di Ardeal, invece, viene dipinto dai più come un eroe che combatte la Piaga; da altri invece come un nobile più interessato a godersi le feste ed il lusso che derivano dal suo rango. E qui entrate in gioco voi, Ainwen. » C'era voluto un po' di tempo per elaborare quell'idea, ma dopo l'incontro avvenuto la mattina e le voci raccolte dai cittadini non aveva più dubbi sul da farsi. Avevano bisogno di lei per creare una sorta di diversivo. « Se vogliamo distrarre il più possibile l'attenzione dal nostro obbiettivo, dovete sfruttare la vostra influenza ed il vostro denaro per fare in modo che venga organizzata una festa in paese. Ed Akela vi dovrà accompagnare ad essa, come vostra guardia d'onore per rendere la messinscena più credibile. Inutile dire che più sarà abbondante di pietanze e più persone attirerà; e più sarà facile agire indisturbati come saccheggiatori di tombe. » Passò lo sguardo da uno all'altra, cercando di sondarne i pensieri. Nemmeno all'inumana aveva fatto una buona impressione il conte, ma non aveva trovato altro modo per compiere la missione che le era stata affidata. « Ho pensato anche a come andarcene con il nostro carico senza essere linciati. Dovrete comprare un carretto ed un carico di letame, con cui ricoprirò i cadaveri dopo averli caricati su di esso: l'olezzo sarà sufficiente a celare quello della putrefazione, o almeno credo. » Potevano esserci mille imprevisti in un piano di questo tipo, ma ciò che aveva ideato garantiva anche vantaggi non irrilevanti alla sua mandante: se l'impresa fosse riuscita, sarebbero tornati a Basiledra con i corpi che tanto le interessavano; se fosse fallita, nessuno avrebbe potuto formalmente associarla alla donna che aveva depredato il cimitero. In entrambi i casi avrebbe vinto, uscendone illesa. « Se non avete niente di meglio da proporre, questo è tutto. Voi assicuratevi solo che alla festa anche le guardie cittadine abbiano abbastanza da bere. »
Akela e Ainwen interruppero la cena nel momento in cui l'inumana iniziò a parlare. Mentre l'uomo, improvvisamente fattosi serio, la ascoltò con attenzione evidente, la ragazza tenne sempre il capo chino verso il tavolo, nascondendole sguardo ed espressione del viso. Solo quando infine espose il suo piano, inaspettatamente, sollevò il capo e fissò su di lei gli occhi ciechi. E mentre Akela stava per aprire la bocca, forse per ribattere, lei lo precedette, poggiando la propria mano su quella imponente di lui che a propria volta era immobile sul tavolo. « Faremo ben più che dare una semplice festa. Inviteremo il conte e la sua corte, con tutte le loro guardie e il loro sciocco, vanesio seguito, a una festa in questa stessa taverna. Il liquore e la birra avranno ragione di loro prima che possano pensare di uscire. » Akela aggrottò la fronte, come perplesso. « Credevo non stimassi quell'uomo. E' insignificante quanto la sua stupida contea, è proprio necessaria anche la sua presenza? » A quelle parole, Ainwen concesse al mercenario un sorriso tristemente sarcastico, ma ben presto il suo volto tornò ad essere quello caparbio di poco prima. « Affitteremo l'intera locanda, concedendo le camere ai nobili che parteciperanno alla festa. E tu sorveglierai che nessuno se ne vada. » Strinse un poco di più la mano dell'uomo, posando lo sguardo cieco su di lui. La bambola, invece, continuava ad essere rivolta verso la guardia nera. Con una dolcezza di cui non l'avrebbe creduto capace, il mercenario roscio scostò una ciocca di capelli dalla guancia della propria protetta. Dopo di che annuì lentamente. Ainwen non rivolgeva il viso verso l'altra donna, continuando a tenerlo proteso verso l'uomo; eppure era chiaramente a te che si rivolse quando riprese a parlare. « La nostra festa sarà un successo. Bada che anche la tua piccola spedizione lo sia. » La sua voce era gelida.
Mentre esponeva loro il piano, Deirdre notò con piacere che pareva aver suscitato l'interesse del gigante rosso, il quale la ascoltava in silenzio, soppesando le implicazioni di quanto aveva intenzione di fare. Ma, proprio quando quest'ultimo stava per esprimere il proprio parere, venne anticipato dalla ragazzina cieca, che propose di usare quella stessa taverna per la festa, suscitando alcune perplessità nella sua guardia del corpo. La ragazzina impiega poco tempo a convincerlo, o meglio ad imporre la propria autorità per sottolineare ancora chi è che comanda, ma non manca di concludere lo scambio di battute con una minaccia affatto velata nei confronti dell'inumana. « Voglio ben sperare che la vostra festa sia un successo: considerati i vostri natali, dovreste essere abituata. » Non era diversa dal Conte ed i nobili che lo attorniavano; o qualsiasi altro aristocratico del continente, esperto nel gozzovigliare e vivere nel lusso. Pertanto, almeno per questa volta, poteva concederle fiducia. « Per domani pomeriggio fatemi avere un carretto ed il necessario per scavare e poi nascondere i corpi. Dopo il tramonto, a festa iniziata, mi muoverò anche io. » Con la mancina raccolse l'ultimo pezzo di pane, intinto nel sugo della carne, e se lo portò alle labbra: il pasto non era stato affatto male, ma per la buona riuscita della missione sarebbe stato più saggio andarsene subito e non farsi vedere oltre in compagnia della sua mandante. Rivolse quindi un cenno di commiato con il capo, prima di districarsi tra i tavoli ed uscire nuovamente in strada: il cielo stellato era perfettamente limpido ed il clima non si era ancora troppo irrigidito per impedirle di dormire all'aperto, come per anni era stata solita fare. E poi aveva ancora uno scrigno da aprire.
Con la luce degli astri, distesa in un prato fiorito sufficientemente distante dagli altri edifici del villaggio, Deirdre riuscì a leggere le pergamene rinvenute nello scrigno sottratto al locandiere di Basiledra; erano pressapoco un resoconto di vendite ed acquisti -soprattutto alimentari- che l'uomo aveva compiuto negli ultimi mesi, con l'eccezione di un foglio bruciacchiato in più punti, che mostrava le tracce di una lettera piuttosto datata, vergata con una calligrafia minuta ed allungata, presumibilmente di una donna che aveva ricevuto una notevole istruzione. Buttò via i fogli, con l'eccezione di quest'ultimo che mise da parte in una tasca delle vesti; non aveva senso che un semplice popolano avesse contatti di questo tipo con una nobildonna, ma al momento non riusciva -e non poteva- pensare a ciò, pertanto, giratasi supina, diede un ultimo sguardo al cielo stellato prima di chiudere gli occhi e sprofondare in un sonno senza riposo, tormentato dagli incubi che ormai affliggevano da anni le sue notti.
______________________ Giorno
Al mercato non era riuscita a trovare nulla che valesse la pena comprare: l'unico acquisto che aveva compiuto -giacché la colazione non l'aveva pagata, rubando una mela da una delle bancarelle dei contadini- era stato quello del carico di letame che le sarebbe servito quella notte e per il quale aveva sborsato un paio di monete d'argento. Rimase d'accordo con il venditore di farselo consegnare nel tardo pomeriggio alle stalle de La Luna Pigra, dove avrebbe trovato un carretto su cui caricarlo. E fino ad allora, sarebbe stata libera di muoversi e trascorrere il tempo come più le aggradava: in fondo, se fosse stata scoperta, quelle sarebbero potute diventare le sue ultime ore di vita. « Proprio quello che ci voleva. » Mentre spinse la porta di legno alzò gli occhi verso l'insegna I Tre Boccali, decisa a bersi qualche birra ed a fare un pranzo sostanzioso nell'attesa di aspettare l'ora convenuta. E forse, tra canti e schiamazzi, le sarebbe pure riuscito di apprendere qualche notizia in più sulla Piaga.
Alla taverna aveva dovuto offrire più di qualche boccale di birra per scucire una storia, o presunta tale, dalle bocche di un paio di avventori abituali. Tra una battuta e l'altra, aiutati dall'alcool in corpo, questi le avevano spiegato come secondo loro -e diversi altri cittadini- il vecchio ed avaro conte fosse stato la causa della Piaga e delle creature che essa vomita nella regione. Secondo i racconti che circolavano in giro, difatti, il precedente reggente aveva stretto un patto con un qualche diavolo degli inferi, in modo da aumentare il proprio potere; com'era prevedibile, però, fu ben presto evidente che il patto non sarebbe stato a suo vantaggio e che, anzi, per colpa delle sue scellerate azioni ci avrebbero rimesso tutti. Ovviamente quel racconto andava preso con tutte le remore del caso, ma rispetto al non avere una spiegazione, era pur qualcosa. C'era solo da augurarsi che nulla fuoriuscisse dalla Piaga proprio durante la loro breve permanenza ad Ardeal. Ardeal, periferia della città Notte
Mentre transitava con il proprio carro tra i vicoli della cittadina, scansata per via del suo carico maleodorante, Deirdre osservò i nobili a bordo delle loro sontuose carrozze dirigersi verso il palazzo dove si sarebbe tenuta la festa indetta da Dama Ainwen. File di popolani si accalcavano per vedere di persona la mecenate dell'evento, dimenticando per qualche ora le pene e le preoccupazioni che ogni giorno attanagliavano il loro cuore; anche nugoli di servitori e domestici si affaccendavano con zelo in prossimità delle porte, intenti a soddisfare le esigenze più bizzarre dei propri padroni o a terminare gli ultimi preparativi di una festa che sarebbe rimasta negli annali del villaggio. Dal canto suo, la ragazza non poteva che esser lieta di questo trambusto: era il diversivo di cui aveva bisogno per giungere al cimitero ed entrare al suo interno senza essere vista; persino il guardiano, a quanto pareva, aveva lasciato la propria postazione in favore dell'evento mondano della serata. « Sembra proprio che abbiano fatto un bel lavoro. » Varco i grigi cancelli con un cupo senso di soddisfazione. Smontò dalla cassetta, lasciandosi agilmente cadere sulla terra secca del sentiero del camposanto. Un lieve sbuffo di polvere si sollevò intorno ai suoi piedi, ma -ad eccezione di ciò- nessun movimento o rumore parve provenire da quel luogo di riposo eterno. Con l'arto mostruoso prese una vanga, mentre con la mano libera afferrò le briglie del ronzino da tiro, conducendolo verso la prima schiera di lapidi: scelse quelle meno consumate dal tempo, di cui si leggeva perfettamente il nome e -soprattutto- la data di morte. Non sapeva chi fosse l'uomo che giaceva sotto quello strato di terra, non sapeva cosa avesse fatto in vita e come fosse deceduto; tutto sommato non le importava affatto: rivolse un ultimo sguardo alla via da dove era venuta, prima di abbassare la pala e cominciare e scavare. « Disotterrare non sarà più difficile che seppellire. » Fu appena un mormorio, ma nella sua mente quella frase riecheggiò con forza più e più volte, riportando a galla ricordi e sentimenti ormai lontani.
Aveva appena iniziato a scaldarsi, con il respiro che si condensava in piccole volute, quando un gatto -nero come la notte- si mosse di corsa tra le lapidi, probabilmente a caccia di qualche insetto o lucertola da mangiare. Gli rivolse giusto un ultimo sguardo prima di sollevare e conficcare nuovamente la pala nel terreno davanti a sé, per profanare la seconda tomba: ad ogni affondo avvertiva uno spiacevole fastidio, una morsa allo stomaco mentre riportava alla luce ossa e carni marce. Il primo cadavere che aveva disseppellito era stato quella di una donna e, seppur solo per un breve attimo, quel corpo ormai consumato dai vermi e dal tempo le aveva ricordato quello di sua madre, la cui immagine si era sovrapposta a quello della sconosciuta. Dovette ammettere con se stessa che aveva pensato che sarebbe stato più facile.
Era trascorso appena qualche momento quando udì la bestiola di prima miagolare con una vocina stridula e spaventata, per poi soffiare e raspare il terreno dando colpi secchi con le zampe. Per un attimo l'inumana non ci diede peso, ritenendo che avesse trovato un serpente o qualche altro animale inaspettato. Poi, mentre stava per rimettersi al lavoro e scrollarsi di dosso quei pensieri, alle sue orecchie giunse un suono diverso, un basso gorgoglio che proveniva proprio dalla direzione in cui si era lanciato il gatto; e questo, doveva ammetterlo, non era molto normale. Guardinga, Deirdre poggiò quindi a terra la vanga e mise mano all'elsa dell'Agland: era convinta che dopo aver percorso i pochi metri che la separavano dall'origine di quel rumore non avrebbe trovato nulla di strano, ma tutti i racconti che aveva sentito sulla Piaga le avevano instillato il dubbio che ad Ardeal potesse succedere qualsiasi cosa - e quasi mai piacevole. Pertanto impugnare un po' di robusto ferro avrebbe potuto rivelarsi una scelta saggia. « Ora vediamo cosa c'è qui. » Con un acuto stridio metallico, la spada bastarda venne sguainata e la ragazza procedette ancora qualche passo in avanti, alla ricerca della fonte di quel suono che l'aveva interrotta.
Poi lo vide, illuminato dalla luce della luna, mentre divorava rapidamente il gatto di poco prima: ingobbito, appollaiato su una lapide come une bestia pronta a scattare, vi era un essere umanoide calvo e dall'epidermide cinerea, con iridi cremisi e zanne quasi animali. Sembrava stupito di incontrare qualcuno -o forse solo di trovare così in fretta un'altra preda- ma per nulla intimorito della fanciulla né della spada che questa impugnava, tanto da abbandonare prontamente i resti della sua cena e lanciarsi giù con un balzo, correndo a zig zag verso di lei. Deirdre glielo poteva leggere negli occhi: quell'essere fremeva per un altro pasto ed avrebbe fatto tutto il possibile per ottenerlo. « Io sarò anche un mostro, ma lasciati dire che tu sei messo ben peggio di me. » Cambiò la presa sull'elsa appena in tempo per spostare l'Agland in posizione difensiva e far richiudere sul freddo metallo le fauci acuminate del necrofago, mentre i muscoli delle braccia le si tendevano per lo sforzo, tanta era la forza cui era costretta a resistere. Le zanne stridettero sulla lama mentre il ghoul tentava di spezzare con ferocia l'arma della ragazza, che si trovava bloccata in una morsa da cui non riusciva a divincolarsi; all'improvviso, inoltre, un liquido nero come la pece e dall'odore pungente prese a fuoriuscire da quella bocca mostruosa e colare lungo il filo dell'Agland. Spaventata dal fatto che potesse trattarsi di un acido od un veleno, d'istinto l'inumana reagì sferrando un calcio alle zampe del mostro, compiendo un movimento a mezza luna che mirava a sbilanciarlo; o quanto meno distrarlo quel tanto che bastava per potersi districare da quella posizione che altrimenti non avrebbe retto tanto a lungo. E funzionò, sebbene l'impatto fu più duro di quanto si fosse aspettata: come se avesse colpito un nodoso tronco di legno, una scossa le risalì lungo tutta la gamba, che presto cominciò a pulsare. Ma tanto era bastato per distogliere l'attenzione della creatura e permetterle di estrarre la spada dalle sue fauci gorgoglianti; purtroppo, però, non lo colse alla sprovvista due volte: appena liberata l'Agland fece un passo indietro e tentò un fendente che sprigionò un'ondata di vapore diretta verso il torace del ghoul, ma questo adotto una posizione quadrupedica e sfruttò i suoi arti possenti per spiccare un balzo che gli permise di evitare l'attacco, il quale si infranse sulle lapidi alle sue spalle, che crepitando si spaccarono in più punti, sollevando nubi di polvere. Di nuovo, in quegli occhi sanguigni scorse l'avido baluginio di voracità che poc'anzi aveva preannunciato l'assalto, pertanto Deirdre si preparò a fronteggiare la nuova offensiva, allargando la propria base d'appoggio e piantando bene i piedi nel terreno, mentre con la mancina diede un leggero scatto del polso verso il basso, che innescò la trasformazione della lama: come se fosse fatta di metallo liquido, infatti, questa prese a mutare forma, abbandonando la rigida compattezza che la contraddistingueva per assumere un aspetto più flessuoso ed elastico, simile ad una frusta. E mentre il mostro si lanciava in avanti per ghermire la propria preda, la ragazza riuscì ad eseguire una scudisciata che fendendo l'aria colpì la creatura ad un arto, bloccandone l'assalto a mezz'aria; poi, mettendoci tutta la propria forza, strattonò l'impugnatura dell'arma e, sfruttando il peso del proprio corpo, direzionò il movimento di lato ed in basso, facendo abbattere il ghoul contro altre tombe. Seppur ansimando per lo sforzo appena compiuto, gli lasciò appena il tempo di risollevare il capo dalle macerie prima di scatenare su di lui un'illusione: eteree radici, spesse e contorte, cominciarono ad emergere dal terreno dissacrato, avvolgendosi l'una sull'altra, intrecciandosi in una trama talmente fitta da non permettere di scorgere oltre, fino a richiudersi a cupola su loro stesse. Pur tuttavia, Deirdre era ben conscia del fatto che non sarebbe riuscita ad ingannarlo a lungo, pertanto con fatica iniziò ad avanzare verso la prigione che aveva appena creato, per dare il colpo di grazia a quell'essere immondo; purtroppo per lei, però, fu troppo lenta e questo, con un ruggito animalesco ed agghiacciante, eruppe fuori dalla trappola, artigliando le radici e schiumando di rabbia. Si scagliò nuovamente in avanti, ma questa volta sembrava diverso: era più veloce, più determinato ed i suoi artigli, che si illuminarono anch'essi di una luce cremi, l'avrebbero squartata senza problemi, dilaniando carne ed ossa come se fossero carta. Era paura quella che stava provando? Se ne rese conto troppo tardi: quando riuscì a riprendersi, aveva già la spalla sinistra ed il fianco destro in fiamme, da cui colava una copiosa quantità di sangue; si era forse riuscita a spostare quel tanto che bastava per non finire sbudellata, ma il successivo assalto avrebbe potuto esserle fatale. Per questo, mentre socchiudeva gli occhi ed il suo corpo iniziava a mutare e scomporsi, sentì il ringhio sommesso del mostro avvicinarsi, il suo olezzo farsi più intenso: prima di dividersi in una moltitudine di schegge color ossidiana, avvertì l'aria innanzi a sé spostarsi, mentre la creatura fendeva il vuoto. Un istante dopo ricomparve alle sue spalle e, cogliendolo totalmente di sorpresa e facendo colare il proprio sangue sull'Agland, le riuscì di mutare nuovamente l'essenza della spada, corrompendola con il suo animo oscuro: nera come la notte, la lama prese ad emanare un'aura malvagia, ben più terrificante di quella del ghoul o di tanti orrori partoriti dalla Piaga. Con dolori lancinanti che le annebbiavano la vista, facendo comparire decine di punti luminosi, l'inumana strinse i denti e conficcò metà della lunghezza dell'arma tra le scapole della bestia, passandolo da parte a parte: eppure, benché fosse mortalmente finito, si dimenava con una forza innaturale. Se non l'avesse fermato, prima di spirare sarebbe riuscito a portarla con sé negli Inferi. « BRUCIA! » E con un cono di fiamme, che incendò diversi metri di terreno innanzi a sé, pose fine ad ogni resistenza. Poi ebbe appena le forze di estrarre l'Agland dal corpo esanime e salire sul carretto, spronando la cavalcatura ad incedere, prima di perdere i sensi. Sperò solo che l'animale non la conducesse nel bel mezzo della piazza in festa.
Deirdre Blackwood
Capacità Straordinarie Forza Due - Destrezza Due - Intelligenza Due - Istinto Uno Status fisico - Danno medio da lacerazione alla spalla sinistra, danno medio da lacerazione al fianco destro. Status psicologico - Danno medio alla psiche; svenuta. Energie residue - 80%-10%-10%-10% -10%-20%-10%= 10% Equipaggiamento - Agland-u-ragh, Il Segno del Male, Elmo dell'inganno Oggetti usati - //
Passive in uso Brace eterna - Capacità di non morire, a meno che non venga ferita mortalmente al cuore. Gene illuminato - Capacità di comunicare telepaticamente con un individuo che si trova entro il raggio visivo. Maestria nanica - Capacità della spada di provocare gravi ustioni assieme al normale danno fisico; inoltre si aggiunge la capacità di emanare un'aura di paura. Passi invisibili - Capacità di essere invisibile se completamente immersa nell'oscurità. Speranza insanguinata - Capacità della spada di far sanguinare maggiormente le ferite da questa inflitta, inducendo un senso di stanchezza crescente nella vittima. Visione dannata - Capacità di vedere ovunque il sangue dei propri nemici, se versato attraverso ferite causate dalla spada.
Attive utilizzate Soffio infuocato Capacità di creare, a costo Variabile, un cono di fiamme lungo quattro metri. Parole persuasive Capacità di forzare l'avversario, a costo Alto, a rispondere con assoluta verità a qualunque domanda. Radici imprigionanti Tuttavia, non è solo il muro invalicabile di tronchi e fronde spoglie a contraddistinguere il casato di Deirdre. Ogni membro della famiglia difatti, semplicemente osservando il proprio nemico, può richiamare a sé parte di quella vegetazione morta: illusorie radici di alberi neri, la cui corteccia appare corrosa dal tempo e dalle intemperie, potranno dunque emergere improvvisamente dal sottosuolo, grosse e nodose, per avvolgersi l'una con l'altra e formare intricati viticci. Evocate a costo medio, i Blackwood le usano -o meglio le usavano, dato che da decenni gli esponenti del casato non hanno più necessità di combattere- per circondare i propri avversari, fino a formare attorno a loro una sorta di gabbia, atta a convincerli di essere in trappola. Se non contrastate, tali eteree radici causano alla vittima un danno mentale di entità bassa a causa della paura ed uno di pari potenziale al corpo, a causa del soffocamento. [Pergamena sfera oscura] Scaglie nere Tra i tanti poteri demoniaci risvegliati dal marchio della possessione, ve n'è uno che permette a Deirdre -a costo medio- di ricoprire la propria pelle di scaglie nere -identiche a quelle normalmente possedute dai Vis Teng- in grado di assorbire qualunque attacco. Difatti, se la ragazza venisse colpita in questa forma, il suo corpo verrebbe diviso in tanti frammenti scuri come l'ossidiana, per poi ricomporsi poco distante perfettamente illeso; sebbene conti come una difesa assoluta, le è possibile utilizzare questo potere anche per compiere semplici spostamenti. [Pergamena passo nero] Speranza avvelenata Infine, il potere più subdolo della lama è quella di corrompere il suo stesso sangue. Come ultima capacità, infatti, Deirdre ha imparato che la lama può trasformare il suo sangue in una letale arma. Sarà, infatti, sufficiente bagnare la lama con un pò del suo sangue, ammesso che ne abbia già versato a sufficienza, per vederlo riempirsi dell'oscuro potere della dea. Il sangue versato sulla lama, infatti, diverrà sempre più oscuro, fino a raggiungere una tonalità molto simile al nero, e si espanderà, circondando totalmente il ferro della lama. In questo modo il sangue diverrà un letale veleno e la lama potrà infettare la carne del suo avversario, tormentandolo nel tempo coi danni dell'infezione e sottraendogli per sempre ogni speranza di liberarsi di quel male devastante. Perché non è detto che le verità così cagionate guariscano mai: non è affatto detto. [Attiva, consumo alto, potenza alta, tecnica magica - Deirdre riempie la lama di una parte del suo sangue; il sangue diventa nero e riempie tutta la spada come fosse un veleno; il successivo colpo sferrato con la lama cagiona all'avversario un danno medio immediatamente ed un ulteriore danno medio nel turno successivo; il veleno rimane sulla lama soltanto nel turno in cui il sangue viene versato. Malus la tecnica è utilizzabile solo se Deirdre ha già subito almeno un danno nella giocata. Effetti permanenti In post autoconclusivi, scene free o comunque su accordo tra gli utenti, può aggiungersi un ulteriore effetto permanente: la ferita causata da questa tecnica, infatti, può lasciare una cicatrice permanente sul corpo della vittima.] Speranza corrotta La lama potrà sempre chiamare a se il proprio potere per snaturare gli elementi del reale, asservendoli alle proprie necessità. E' evidente, infatti, che il potere corrotto che soffoca ogni desiderio e verità è tanto potente da piegare la volontà del vento, della natura, dei minerali e di ogni altro elemento utile a costruire il proprio destino oscuro. In questo modo, infatti, la lama è divenuta oggetto della corruzione indotta dal potere oscuro della Dea: il metallo stesso di cui è composta si contrae a seconda delle necessità e si plasma così come la sua anima nera desidera, di modo da raggiungere agevolmente il cuore dei nemici e colpirli anche quando costoro si possano ritenere ormai al sicuro. Rispondendo alle necessità di Deirdre, infatti, il ferro della lama può allungarsi e stringersi, divenendo molle e flessibile come fosse una frusta. In questa forma, però, non sarà meno perversa del normale: anzi, laddove la carne del nemico dovesse divenire vittima della morsa fatale di questa frusta amorfa, questa soccomberà e sanguinerà più rapidamente del solito, non potendo comunque sfuggire al suo potere. [Attiva, consumo medio, tecnica magica, la lama diventa sottile, lunga e flessibile come una frusta per pochi istanti: il singolo colpo sferrato in questa forma cagiona un danno medio alla vittima; subito dopo la lama torna alla forma normale.] Vapore ustionante Nella propria forgia, Tharkul impiegò trenta lunghi giorni a fondere il ferro argenteo, batterlo, trazionarlo, comprimerlo e batterlo ancora; si dice che le fornaci lavorarono a pieno regime, consumando tanta legna quanta ne avrebbe potuta produrre l'abbattimento di un bosco. Ciò che è certo, però, è che -come detto in precedenza- il metallo dell'Agland si impregnò dei vapori prodotti dai suoi stessi ripetuti raffreddamenti, tanto da divenire parte di essa: con stupore del Piccagemme, difatti, la lama -se correttamente maneggiata- poteva rilasciarlo, ancora ustionante, nell'ambiente circostante. E pare che re Garlan, combattendo valorosamente a Piana Oscura, riuscì così a mietere decine di vittime tra gli orrori partoriti da Demetra, senza nemmeno bisogno di affrontarli in corpo a corpo. Deirdre ora, in qualità di nuova custode e portatrice dell'arma maledetta, spendendo un consumo basso e menando un fendente a vuoto è in grado di generare dalla spada una bordata di vapore caldissimo, in grado di ustionare la pelle di chi ne entra in contatto -e le narici e la gola, in caso questo venisse respirato- producendo complessivamente un danno eguale. A costo medio, invece, le è possibile variare di un poco l'offensiva, che si manifesterà sotto forma di un'ondata di vapore, avente direzione similare a quella impressa al movimento compiuto dall'arma; il danno, in maniera analoga, sarà pari al consumo energetico speso. [Abilità attive di dominio]
Riassunto Facciamo che, per maggior chiarezza, inserisco nello spoiler successivo le abilità passive ed attive entrate in gioco (ed in che ordine ciò è avvenuto). Il resto, tra la parte svoltasi in Confronto e quella subito antecedente il combattimento, direi che non necessita di maggiori chiarimenti.
Note Oddio, oddio, oddio. Quanto sono arrugginito con i combattimenti. Faccio più pena che in passato. D: Ghoul - Passiva, veleno applicabile ad ogni morso. Ghoul - Passiva, armatura naturale che impedisce ai semplici attacchi fisici di fare un danno reale. Deirdre - Vapore ustionante, attiva; cerca di bruciare le carni della creatura. -10% Ghoul - Balzo straordinario, attiva [variabile]; schiva il fendente di energia. -10% Deirdre - Speranza corrotta, attiva; la lama dell'Agland diventa una frusta con la quale cerca di buttare a terra il ghoul. -10% Deirdre - Radici imprigionanti, attiva; cerca di imprigionare il ghoul. -10% Ghoul - Passiva, si rende sempre conto quando è sotto effetto di un'illusione. Ghoul - Attiva [media], la ferocia che lo contraddistingue gli permette di spezzare qualsiasi illusione facendo appello alla propria fame ed al desiderio di uccidere la vittima. -10% Ghoul - Attiva [media], l'urlo del ghoul può paralizzare di terrore la vittima, rallentandone i movimenti e le reazioni per qualche attimo. -10% Ghoul - Attiva [variabile], la ferocia del ghoul si trasmette ai suoi artigli, che diventano molto più resistenti ed affilati, cagionando un danno proporzionale al consumo speso. -20% & -20% [Usata due volte in rapida successione] Deirdre - Scaglie nere, Attiva; difesa assoluta, che divide il corpo della ragazza in scaglie nere. -10% Deirdre - Speranza avvelenata, Attiva; il sangue della ragazza si trasforma in un potente veleno, che cagiona danno immediato ed in ritardo. -20% Deirdre - Soffio infuocato, Attiva; fiamme che soffiate dalle labbra si estendono in un vasto cono, infliggendo un danno di un livello inferiore al consumo speso. -10%
Ghoul [30%] - Danno di media entità ad un arto inferiore. Danno alto da perforazione&taglio al torace. Ustione di livello basso alla parte superiore del corpo. Morto.
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