La Lunga e Fredda Notte
Dagli abitanti delle terre del Sud il freddo Nord riceve critiche di ogni sorta: il suo clima è spietato, i suoi abitanti sono dei barbari senza padrone, le lande sono infestate da spettri e mostruosità di ogni sorta. Tutte queste persone non hanno certo torto nel dire queste cose ma tutti loro cadono nell'ignoranza quando dicono ciò come una critica o un difetto mortale. Chi abita queste lande nevoso lo sa fin troppo bene. il clima è freddo ed ostile per chi non vi è familiare ma le genti del luogo hanno imparato a proteggersi dietro le possenti mura di antichi bastioni scavati nelle montagne. I suoi abitanti possono essere invero rozzi ma non errate nel giudicarli per questo, il freddo ha forgiato i loro corpi e i loro spirito per sopravvivergli e sono in pochi a poter dire di aver conosciuto veramente un uomo del nord. Ed invero gli spettri e i mostri che attraversavano quelle lande potevano scuotere nel profondo l'animo del Paladino più coraggioso, ma non tutti i mali vengono per nuocere e tra questi spettri vi sono spiriti benevoli capaci di offrire ai pochi fortunati svariati doni: illuminazione, redenzione, verità e... in alcuni casi... ricordi. Eppure per molti dei visitatori che si inoltravano coraggiosamente per quelle lande senza padrone quegli spiriti offrivano una sola cosa: morte.
Magellan sapeva che non v'era motivo di temere quegli spiriti, in parte per consapevolezza ed in parte perché semplicemente non sapeva per certo a quale mondo appartenesse. Egli era conscio della sua esistenza e nella sua forma fatta di carne, muscoli, tendini e ossa molti riconoscevano un essere vivente. Eppure quelle sensazioni ed emozioni ricche di calore, compianta pace e riposo ormai non facevano più parte di lui, il pungente freddo del nord era per lui solo una lieve brezza e nonostante il suo corpo non emanasse più calore egli non riusciva nemmeno a sentire l'aria gelata che fluiva e defluiva dai suoi polmoni. Però una forma di pace ancora gli apparteneva, una sinfonia silente che i viventi non potevano udire, la sola grazia che era stato in grado di trovare nella sua incessante sofferenza, il canto dei fuochi fatui. Azzardare anche solo a descriverlo sarebbe un insulto, non vi sono parole adeguate per definire qualcosa di così puro e perfetto, come descrivere una fiamma fredda. Nel vederla penseresti che essa ti ridurrà in cenere mentre al contrario di avvolgerà in un freddo pacifico e spesso eterno, il fuoco color cobalto dei defunti che accoglie ogni anima pia o corrotta senza differenza alcuna. Ed in una radura innevata situata al centro di un'antica foresta della Ystfalda una sagoma ammantata di nero con un lungo cappuccio coperto di neve sedeva contro una roccia. quella figura era Magellan che, cullato dall'amorevole sinfonia cantata dai fuochi fatui, aveva deciso di riposare non tanto il suo corpo quanto il suo spirito spezzato. La realtà era una triste dannazione ma almeno in sogno egli poteva assaporare ancora un minuscolo boccone di immeritata pace. Sogni pacifici o forse memorie di una vita passata, una terra non fredda e cupa ma colorata di una calda luce ambra come solo il crepuscolo sa offrire, non neve ma una soffice erba ricca di vita che si estendeva verso un'orizzonte privo di alberi o montagne. Se quello fosse il passato o solo un piacevole sogno non gli era dato saperlo, ma se non altro gli garantiva un momento di conforto. "Si potrebbe definire come un vizio, non una necessità. No forse non è corretto, l'abitudine potrebbe condividere parte della colpa nel mio dormire. Non ne ho più bisogno ormai, dopo aver affrontato il riposo eterno il "sonno dei giusti" diviene nulla più che una vuota formalità a cui nessuno si interessa. Eppure di tanto in tanto nel mio ramingo girovagare tra le fredde lande della Ystfalada mi concedo un po di sonno, non ristoratore, non pacifico ma se non altro rivelatorio. I sogni sistemano tutti i dettagli che non tornano, qualcuno mi ha detto queste esatte parole una volta, anche se non ho idea di chi fosse questa persona. Il sonno più di ogni altra cosa mi ha aiutato nel mio viaggio-... no, forse vagabondare sarebbe più appropriato. Non è passato nemmeno un mese dal mio "risveglio" e per qualche oscura ragione non riesco a trovare al volontà per allontanarmi dal freddo Nord, chiamatelo istinto se volete ma so che c'è qualcosa di molto importante qui, un compito a cui devo adempiere senza esitare. Vorrei solo sapere in cosa questo compito consista... " Di tutti i momenti della giornata il crepuscolo era quello che Magellan apprezzava più di tutti, il momento in cui i fuochi fatui vagavano nei boschi per cantare la loro macabra sinfonia ed il momento in cui lui in qualche modo riusciva a rispecchiarsi. Ne giorno ne notte, ne vivo ne morto, perso nel mezzo e senza una via da seguire. In quel lungo periodo nessuno lo aveva visto, nessuno lo aveva anche solo veduto per quanto si era inoltrato nella fitta foresta di aghiformi coperti di neve. Anche vedendolo, nessuno avrebbe osato avvicinarsi ad una figura tanto macabra ed insolita poggiata contro una roccia quasi fosse un cadavere privo di vita. Eppure con la notte ormai prossima a reclamare per se i boschi c'era una singola anima che aveva osato addentrarvisi con una tranquillità quasi allarmante, una figura gobba e smagrita che sedeva comodamente su una roccia ad appena un paio di metri di distanza da dove il Cavaliere aveva deciso di concedersi quel flebile istante di pace.
« Oh, sei sveglio - infine? » Una voce vispa ma al contempo affaticata raggiunge le orecchie del dannato che dal canto suo non sembra essere troppo sorpreso, egli semplicemente si scrolla di dosso la neve con un paio di colpi vigorosi sugli spallacci prima di alzarsi, volgendo il suo sguardo verso il vecchio intento a fumare la sua pipa legnosa. Il lungo cappuccio nasconde un sopracciglio inarcato in segno di sorpresa per la calma con cui il vecchio si confronta a lui, tanto che per un attimo egli addirittura si domanda se il suo interlocutore non fosse semplicemente cieco, possibilità improbabile ma non del tutto impossibile. "Non sono in molti ad essere a conoscenza di questo luogo, vecchio. Ed ancora meno quelli che oserebbero avvicinarsi ad un Abominio. Comunque, smettila di darmi del tu, non mi sembra ci siamo mai incontrati prima d'ora." Il Vecchio dal canto suo sembrava essere quasi divertito dalla risposta di Magellan, per nulla spaventato o intimorito dalla sua presenza. « Come so di te, mi chiedi? » dice l'anziana figura pacatamente "Una risposta sarebbe apprezzata." controbatte Magellan mantenendo le distanze da quel curioso vecchietto. « Non ho molti amici da queste parti, ma i defunti mi hanno fatto dono delle loro preziose confidenze. » Magellan non sembra battere ciglio o reagire in alcun modo al discorso del vecchio, semplicemente ascolta quelle che alle sue orecchie sembravano nulla più che farneticazioni di un vecchio pazzo perso nelle boscaglie della Ystfalda. « Ascolto il loro tempo, il loro spazio ed il loro viaggio e loro mi lasciano ascoltare, semplicemente. » Nel concludere quella frase la sola risposta che il vecchio ricevette da Magellan fu una risata sarcastica, carica di diffidenza atta quasi a prendere in giro quello che ormai il cavaliere aveva identificato come nulla più che un folle. "Oh, certo, posso immaginare quante confidenze i morti possano aver condiviso con un vivente." disse Magellan mentre la sua risata scemò rapidamente in una smorfia tra l'annoiato e l'irritato "Sono certo che sapranno esserti di grande compagnia perché, se non ti dispiace, ho cose migliori da fare che stare a sentire le farneticazioni di un vecchio contadino." Con quelle dure parole prive di qualsiasi empatia o compassione Magellan diede rudemente le spalle al suo interlocutore, avviandosi per il sentiero che stava seguendo da quasi tre giorni ormai. In fondo perché restare li, cosa aveva quel vecchio che potesse carpire in qualche modo l'interesse del cavaliere? "Niente, solo un vecchio perso tra i boschi che in preda ai deliri della febbre e prossimo alla morte ha deciso di infastidirmi trovandomi per puro caso nella radura innevata."
« Dunque, il tuo nome... Magellan, giusto? » Un passo sordo e pesante sul ciottolato ghiacciato del sentiero segna l'improvviso arresto del Cavaliere il quale ,per pochi interminabili secondi, viene colto completamente alla sprovvista dalle parole di quel vecchio che da pazzo era diventato insolito, quasi preoccupante. Magellan pensava che fosse un caso fortuito, una mera coincidenza o magari un nome detto nel sonno ad alta voce con il quale quel vecchio voleva farsi gioco di lui. Le parole che seguirono, però, smontarono quella teoria come un colpo di catapulta rade al suolo una palizzata. In parte esterrefatto ed in parte infastidito dalle parole del vecchio, Magellan si volta guardando diritto nei suoi occhi mentre con passi lenti ed inesorabili scanditi dallo scricchiolare della neve farinosa sotto i suoi stivali si avvicina nuovamente al suo interlocutore. « Infiniti padroni, infiniti motivi per cui dare la vita o il proprio spirito » il Cavaliere fa per scostare con la mano sinistra il lungo mantello, rivelando l'elsa della sua spada bastarda « Infinite storie da ricordare, che si perdono nella tua mente e si mischiano tra verità, leggende e mere bugie. » lo sguardo sul volto di Magellan si fa sempre più collerico mentre afferra saldamente la lama e la estrae dal suo fodero, stringendola in pugno con un intento quantomeno evidente mentre come un tristo mietitore pronto a mietere un'altra vita si avvicina all'uomo che dal canto suo non mostra la ben che minima preoccupazione « E nessuna che abbia risposto al tuo più grande dubbio. » con la sola mano sinistra Magellan afferra l'anziana figura per la collottola e lo solleva bruscamente a mezz'aria, la spada bastarda puntata sotto il suo collo rugoso mentre i suoi occhi incrociano quelli spettrali del cavaliere. "Cosa pensi di sapere tu di me, vecchio?! Non so a quale trucco tu abbia ricorso per scavare tra i miei ricordi ma puoi stare certo che questo sarà il tuo ultimo errore della tua miserabile esistenza..." Ormai era questione di pochi attimi, la spada bastarda avrebbe trapassato il collo di quel vecchio senza nome la cui morte sarebbe stata ignota a tutti fuorché il suo carnefice, eppure quello scaltro vecchio volpone ferma la lama del cavaliere con quattro semplice parole. « Chi sei realmente, Magellan? » quasi avesse pronunciato una formula magica o una frase prestabilita il cavaliere d'un tratto si ferma, rimane perfettamente immobile senza proferire parola e come la neve che cade da un pino la sua rabbia sembra come scivolargli di dosso « E' la tua forma o il tuo ego che stai cercando, tanto da servire tanti signori quante sono le tue paure...? » "Come fa? Non è un ciarlatano da quattro soldi ne sembra possedere alcuna sorta di abilità-... e se stesse dicendo il vero? In fondo chi se non gli spiriti dei caduti possono sapere... che lui sappia più di quanto io stesso non abbia rimembrato? Possibile che questo vecchio sia la mia sola chance per trovare una nuova via? Voglio veramente affidare il mio futuro ad uno straniero senza nome?" Il cavaliere mise giù con grande cura il vecchio chiacchierone e rinfoderò la sua lama, voltandosi e mettendosi a sedere sulla roccia che fino a poco fa aveva fatto da appoggio per il suo riposo. Il vecchio dal canto suo non sembrava per nulla infastidito o infuriato dalla reazione di Magellan, anzi in un certo senso sembrava avere compassione per il non morto, forse egli comprendeva ciò che turbinava nella sua mente e la confusione che lo aveva flagellato in quei pochi mesi di libertà.
« Vieni con me, Magellan - camminiamo insieme... percorriamo il sentiero verso i monti.» » l'uomo fa per porgere una mano a Magellan ma egli si limita a guardarlo per un mero istante prima di alzarsi dalla roccia e seguire il sentiero come il vecchio aveva suggerito. Non che in fondo vi fosse un'altra strada da seguire ormai. "Sai almeno dove porta questo sentiero?" chiede Magellan mentre cammina con passo calmo e rassegnato verso la sua destinazione finale « Dove porta, dici? Non credi che la domanda sia ovvia...?» il cavaliere dal canto suo non rispose, il vecchio aveva ragione su tutta la linea « Porta al Bastione, dove tutto è cominciato, l'unico luogo che, forse, ti aiuterà a ricordare. » nell'udire queste parole il cavaliere volge una rapida occhiata verso il vecchio "E sentiamo, cosa dovrei ricordare secondo te?" ed il vecchio prontamente rispose « Ricordare chi sei veramente. »
Perché in fondo era sempre di questo che si era trattato, questo era tutto ciò che Magellan voleva sapere: chi era veramente? Ricordava il suo nome ma poteva essere sicuro che quello fosse veramente il suo nome? Ricordava una vita passata in un grande bastione di marmo nelle fredde lande della Ystfalda ma quei ricordi non erano altro che sagome confuse nelle fitte nebbie della sua mente. Quel tormento lo aveva perseguitato a lungo, lo aveva tenuto lontano da tutto e da tutti, ormai egli si chiedeva se forse tutto questo non fosse altro che frutto della sua mente. Forse egli era morto e quello che stava vivendo non era altro che una sorta di purgatorio, il vecchio nient'altro che il tristo mietitore che guidava un'altra anima verso il suo ultimo viaggio. "Eppure voglio osare e scegliere di sperare. Sperare che questo strano vecchio abbia veramente le risposte che cerco, sperare che qualunque cosa mi attenda alla fine di questo sentiero abbia quantomeno un frammento delle mie memorie racchiuso tra le sue antiche mura. Sperare che forse non tutto sia andato perso." Senza altra strada da seguire Magellan prosegue per il sentiero in rovina, i fuochi fatui come spettatori silenti sembrano seguire i due mentre danzano leggiadramente nell'oscurità delle fronde ghiacciate, al suo fianco un vecchio che da stranboide era divenuto la sua sola guida in quell'oscurità. |