Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

~ Il gioco di Alluka.

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view post Posted on 13/11/2014, 19:39
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« Qualcuno ha oltrepassato la porta. Andate ad offrire al nuovo arrivato l'accoglienza tipica della nostra famiglia.
Zon, Son, conto su di voi.
»



La voce della Madre echeggiò più volte nella sala.
Il giullare rosso sussultò per primo, seguito da quello blu. Ogni volta che la Madre li chiamava, sentivano come una sorta di paura, un timore reverenziale che provocava loro delle spiacevoli sensazioni. Allo stesso modo, però, cercavano di prepararsi psicologicamente al lavoro che di lì a poco avrebbero dovuto svolgere; la Madre si fidava di loro - questo lo sapevano - ed è per questo che affidava loro sempre i compiti più difficili. Si guardarono per qualche secondo, uno sorrise, l'altro mugugnò qualcosa di incomprensibile anche al fratello, poi si toccarono sulla spalla l'un l'altro e si esibirono in un breve inchino nei confronti della Madre. Chissà che non si sarebbero anche divertiti, stavolta, diversamente dalle ultime volte - i ricordi dell'incendio ancora echeggiavano nella loro mente.
Fecero per andarsene, gioiosi e con fare goliardico, ma il tonfo del bastone della Madre battuto sul terreno li richiamò all'ordine, facendo sparire tutta l'ilarità dai loro volti. Ancora una volta paura.


« Mi raccomando. Non tollererò fallimenti. »
Il tono si fece assai più cupo.
« Tenete d'occhio Alluka. Non vorrei che ripetesse quel suo "gioco".. »


__ _ __


« Uh..? »



L'espressione di Alluka era visibilmente sorpresa.
Non era raro che qualcuno cercasse di derubare i grandi tesori nascosti all'interno della magione, eppure solitamente la strada che percorrevano non prevedeva la stanza dei giochi. La Sua stanza dei giochi. Osservò i capelli argentei del ragazzo riflettere la luce del sole che filtrava dall'unica finestra della sala, adornata da grandi disegni in cornici dorate; sotto di essi, enormi scaffali pieni zeppi di pupazzi ed altri giocattoli, riposti però con estrema cura e con un ordine quasi maniacale.


« E tu chi sei? »
Senza aspettare la risposta di Bambino, Alluka si alzò dalla sua posizione e si avvicinò all'esile figura che aveva varcato la soglia della magione. Che fosse Alluka l'ombra che lo aveva spinto fin lì? Non ne era certo, Bambino. In quel momento, invero, non era certo di nulla.
« Io sono Alluka, ti va di giocare con me? »
La Madre è qui, ti sta aspettando. Gioca con la bambina e riuscirai a trovarla.
Lo avrebbe potuto dire con certezza: aveva sentito delle parole, ma non erano uscite dalla piccola e cordiale Alluka, no; quel posto sembrava poter sussurrare intenzioni alle persone che lo abitavano.

« Il gioco si chiama "esprimi un desiderio".
Inizi tu.
»


Benvenuto.
Sai già come funziona l'arrivo; dipendentemente dalla tua prestazione, potrai ottenere l'energia Bianca, Gialla o Verde. Verrai valutato nei soliti tre campi di valutazione: Scrittura, Strategia, Sportività.
Passiamo alle spiegazioni..
Mentre vaghi per le foreste del Gwathlaiss, ti imbatti in un enorme portone che si apre non appena ti ci avvicini. La tua curiosità ti spinge a varcarlo, riuscendo ad inoltrarti in un enorme giardino al cui centro è presente una grande magione dalle mura rovinate dal tempo - a prima occhiata ti sembra che, in passato, vi sia stato un enorme incendio -. Avvicinandoti alla magione ti accorgi di una piccola figura ammantata nell'ombra; seguendola, questa ti porta all'interno della costruzione, fino ad una stanza piena di giochi, dove la figura si ferma. La scena continua da qui, come descritto nel post. Hai piena libertà su quello che vuoi fare.
Vediamo di divertirci! :v:
 
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view post Posted on 14/11/2014, 14:48
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« Il gioco di Alluka »
~

Ti sei perso.

(p e r d e r e)
Abbandonare inavvertitamente, non riuscir più a seguire qualcosa che invece si dovrebbe seguire: p. la strada, meno com. la via, smarrirsi; p. l’orientamento, non orientarsi più (e con senso analogo p. la bussola, la tramontana, per lo più fig., non avere più il dominio di sé)

Ti sei perso, Bambino mio, perché nonostante tu non abbia una meta precisa
- solo un nome -
da raggiungere, ti sei totalmente smarrito. Non solo stai errando, ma non sai dire cosa o chi cerchi, perché, come, dove, insomma tutte quelle domande più grandi di tutti noi e di certo più grandi di te
(un giorno forse, devi avere pazienza).
Ma tu, Bambino, a tutte queste cose non pensi. Ti sei perso, ed è tutto quello che sai.


E hai paura.
Ma non hai paura dell'ignoto, no, non hai paura della sera, del sole che si spegne pian piano mentre gli uccelli notturni si svegliano e iniziano a cantare. Non hai paura del fatto che se resterai all'aperto durante la notte chissà quali animali selvatici usciranno dalle loro tane. Non hai paura neanche delle ombre che danzano e degli occhi rossi che ti spiano da ogni parte (sì, forse solo un poco).
Quello di cui hai paura è di dimenticarti di esserti perso. Dimenticarti, e pensare che questa foresta sia la tua casa, che questa la tua condizione naturale, che questo sentimento di mancanza sia fisiologico.
Non ricordare più cosa sia il calore di un camino, di una coperta sulle spalle e di un tetto sopra la testa, seduto sul pavimento ad ascoltare le storie di quelli più grandi.
A volte deve prenderti un poco di tristezza pensando che forse quelle storie non le ascolterai mai più.


Ti guardi intorno.
Attorno a te in qualsiasi direzione non c'è altro che fogliame, alberi, verde. La luce filtra stanca dalle foglie sopra di te, ad ogni passo rametti scricchiolano facendoti venire i brividi. Tu continui a procedere, sai che stare fermo non migliorerà la tua situazione, che anche un avvenimento negativo è preferibile al grande niente.
Hai paura dei mostri, ma hai ancora più paura della noia... come ogni bambino, in fondo.


« Dove siamo, Teddy? »

Chiedi all'orsetto di pezza che tieni in mano. Imbocchi un'apertura tra gli alberi dopo l'altra, scegliendole casualmente.

« Siamo persi in chissà quale foresta del Gwathlaiss, come era ovvio. Te l'avevo detto che era ancora troppo presto per te, per tentare di raggiungere questa fantomatica Maktara. E poi per carità, nessuno l'ha mai neanche vista! »

Dice saccente, con il suo tipico tono da "te l'avevo detto". Tu annuisci senza dargli troppo peso, hai già dimenticato. Un posto vale l'altro quando non hai una casa, un luogo dove alla fine della giornata potrai tornare. Dove qualcuno aspetta impazientemente che tu apra la porta, facendoti le feste o rimproverandoti.
Tu, Bambino mio, non sai più neanche cosa sia una casa.

Ti fermi solo quando arrivi in una piccola radura, uno spiazzo attraverso cui scorre un piccolo ruscello in cui ti precipiti a bere. Prendi l'acqua con le mani e ci affondi la faccia, rinfrescandoti.
Ed è quando alzi la faccia che la vedi. Una gigantesca porta che sorge sul nulla, come impiantata nella terra, unica rovina di un palazzo scomparso.
Ti avvicini, curioso. All'inizio ti limiti a guardare le decorazioni finissime che la ornano, poi prendi coraggio e alzi un dito per farlo scorrere tra esse -
appena poggi la mano il portone si apre senza alcun rumore.


« Non farlo! »

Gracchia Teddy, ma tu sei come accecato da questa tua meravigliosa scoperta, come se stessi giocando a fare l'esploratore. Dietro il varco sembra non cambiare niente - ancora foresta, ancora alberi - ma tu scegli lo stesso di attraversare la porta.

« Visto, fifone? Non è successo nulla. »

Ti prendi trionfante la tua ripicca sull'orsetto. Capisci che non puoi più perdere tempo in quella radura e riprendi il tuo cammino, procedendo diritto.
Eppure qualcosa è cambiato.
Gli alberi si diradano rapidamente facendo spazio a un'altra radura, ma questa volta artificiale: un giardino.
Scorgi chiaramente la mano dell'uomo ma sembra che la natura stia già tornando a ricevere il suo dazio. Qua e là sorgono solitari fiori bellissimi, circondati però da erbacce. Al centro del gigantesco prato vedi in lontananza le mura di una magione, allora accelleri il passo.


Quando ti avvicini alle mura il sospetto che quel palazzo non sia più abitato da qualche tempo si consolida. Anch'esse sono rovinate dal tempo, pensi che forse è stato un incendio la causa di questa decadenza. Qua e là ci sono mattoni mancanti o fortemente rovinati e tutto ha assunto un color cenere. Continui a percorrere la muraglia fino a quando il tuo sguardo non si imbatte in una piccola figura celata in un mantello, dello stesso colore della fortificazione.
Rimane immobile fino a quando non ti fa un cenno col capo di seguirlo, come risvegliandosi all'improvviso. Tu, tra le proteste di Teddy, segui le sue orme.


Attraversi ampi corridoi bui disposti come in un labirinto. Non puoi fermarti a riprendere fiato o a guardare i quadri appesi alle pareti, rischieresti di perdere la tua guida e di smarrirti per sempre in quello strano palazzo.
La figura dopo averti condotto fino a una porta scompare di nuovo nell'ombra, lasciandoti solo con Teddy. Davanti a te, sul legno, è appesa la scritta

stanza dei giochi.
Titubante abbassi la maniglia.

« Uh..? »

La voce è quella di una bambina seduta sul pavimento di una stanza che, effettivamente, è stracolma di giochi di ogni tipo.
Peluches, trenini, soldatini e pupazzi sono tutti presenti, ma ti sembra impossibile che quella sia davvero la stanza di una bambina. I giochi sono tutti riposti in maniera ordinata,
troppo ordinata, in vari scaffali. Inoltre tutti i balocchi sembrano nuovi, mai usati, come appena usciti dalla loro scatola. Ti chiedi perchè quel piccolo essere col mantello ti abbia portato in questa stanza, da questa bambina. Per ora non dici niente, ti limiti a fissarla.

« E tu chi sei? »

Ti chiede alzandosi in piedi e avvicinandosi a te, incuriosita.

« Me lo sono dimenticato. »

Rispondi tu con imbarazzo. Non hai nome, ogni volta che qualcuno te lo chiede è come se riaprisse una vecchia ferita.

« Io sono Alluka, ti va di giocare con me? »
La Madre è qui, ti sta aspettando. Gioca con la bambina e riuscirai a trovarla.

Spalanchi gli occhi. Puoi giurare che la voce che hai sentito non era quella di Alluka. Era una voce che non sapresti descrivere. Pensi di essertela immaginata, ma quelle parole ti si sono impresse nella mente.

Madre...
E' quella la parola che sta guidando il tuo viaggio, l'unica meta che hai. Non sai chi l'abbia pronunciata ma ora sei intenzionato a scoprirlo, qualunque sia il prezzo da pagare.


« Il gioco si chiama "esprimi un desiderio".
Inizi tu.
»
« Scappa, Bambino. »

Le loro voci raggiungono le tue orecchie ma non la tua mente.
Scuoti leggermente la testa. Se la voce vuole che giochi con la bambina, lo farai.


Tvd3Zbt

« Alluka, il mio desiderio è questo. »

Dici, portandoti le mani al volto, quasi a controllare che tu sia ancora tu. Vuoi essere sicuro che Teddy non avesse ragione e che l'attraversare quella porta non ti abbia irrimediabilmente cambiato.
Guardi di nuovo Alluka, quella strana abitante di un palazzo abbandonato. Non sai quale misteriosa ragione ti abbia portato qui, ma sai che il mondo si muove secondo delle regole e che la storia di ogni uomo è già scritta: è inutile farsi troppe domande.
Bambino mio, sono io che ti ho insegnato che bisogna lasciarsi andare, semplicemente
scorrere.

E così, interpretando al meglio il ruolo che il destino ti ha attribuito, sussurri:


« Io vorrei un nome. »

Energia ~ bianca.
CS ~ 1xagilità, 1xintelligenza.
Condizioni ~ normale.
Energie ~ 100%
- - -
Armi ~ Coltellaccio da cucina; un paio di forbici; cerbottana.
- - -
Innocenza ~ Bambino è perennemente circondato da un'aurea di paura, di sgomento... la sua. Nessuno penserebbe a lui come una persona pericolosa, come qualcosa da temere, tutt'altro. Sarà il suo corpicino, quel qualcosa nei suoi occhi, ma è inevitabile quando si viene a contatto con lui provare compassione, pena. In generale chiunque lo veda non può che vederlo come un fratellino, qualcosa da proteggere e a cui è impossibile fare del male, piccolo Bambino indifeso com'è. {Passiva che rende Bambino innocuo agli occhi degli altri}
Inoltre, sempre per questa difficoltà a sondarne l'animo, sarà impossibile capirne l'allineamento o le sue intenzioni. Inoltre ogni sua bugia - e come ogni Bambino, può capitare ne dica parecchie - suonerà come assolutamente verosimile alle orecchie dell'ascoltatore. Sarà dunque impossibile sospettare che sotto questo Bambino si celi qualcos'altro, ma ci si fermerà all'aspetto esteriore: un semplice e gracile Bambino. {Passiva che rende imperscrutabile l'allineamento e le intenzioni di Bambino}
- - -
//
- - -
Riassunto azioni ~ Il desiderio di Bambino è quello di avere un nome.
Note ~ Mi sono preso qualche libertà descrittiva, spero di aver fatto cosa gradita. A scanso di equivoci, la voce di Teddy è udibile solo da Bambino.
Ciao Yu, grazie per l'arrivo e buon divertimento anche a te. A te la penna!
Edit: Corretti vari refusi.



Edited by i am who? - 15/11/2014, 17:54
 
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view post Posted on 21/11/2014, 12:25
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« Un nome, eh? »
Il volto di Alluka mutò radicalmente; enormi solchi tracciavano i suoi zigomi, le pupille erano state sostituite da sfere nere capaci di scrutare l'animo delle persone, la bocca assumeva ora espressioni ben più inquietanti delle precedenti.
Voglio un nome, aveva detto il Bambino, senza alcun timore. Senza chiedere alcuna regola del gioco, come se già lo conoscesse, come se non avesse paura delle conseguenze. Un nome. Voleva un nome per essere riconosciuto dagli altri o per essere riconosciuto da sé stesso? Un nome. Un semplice nome, che agli occhi della nuova Alluka appariva tutt'altro che una richiesta di facile realizzazione. Il prezzo sarebbe stato alto, già se lo immaginava.
« Un nome, dici.. ti chiamerai Io, da oggi in poi. Io.. »
Anche il tono di voce aveva note più sinsitre. Poteva dirlo quasi con estrema certezza, Io; quella non era Alluka. Era qualcun altro, una sorta di demone che riusciva a prendere possesso del suo corpo e della sua anima. Se avesse ascoltato in silenzio il vento, avrebbe sentito pronunciare il nome di quel demone. Nannika.
« Tocca a me, ora. »
Il ghigno del demone riempì l'intera stanza.
« Voglio l'indice della tua mano destra. »
E tra le mani della bambina comparve immediatamente una piccola lama seghettata.
Avrebbe risposto con altrettanta risolutezza, Io, stavolta? O avrebbe provato a fuggire dal gioco, gettandosi nel buio dell'ignoto?
Il demone porse lo strumento ad Io; in quello stesso momento, il bambino avrebbe potuto scorgere i riflessi della vera Alluka negli occhi del demone: riflessi di sconforto e paura, di prigionia eterna. Riflessi che chiedevano libertà.

 
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view post Posted on 23/11/2014, 16:01
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« Il gioco di Alluka »
~

Appena finisci di esprimere il tuo desiderio qualcosa cambia.
All'inizio non riesci a comprendere bene cosa sia, ma l'aria nella stanza sembra diventare opprimente,
lo spazio più angusto, come se la gravità fosse improvvisamente aumentata.


« Un nome, eh? »
È il suo stesso volto a farsi più scuro, ai tuoi occhi le sue pupille sono gigantesche nuvole nere che lanciano fulmini lungo il suo viso - solchi che le attraversano le gote.
La bocca si piega in smorfie e sorrisi che non sono quelli di una normale bambina.
Dovrebbe ricordarti qualcosa.
Ma tu sei qualcosa di ancora diverso. E' un po' come guardare te stesso al negativo.
E ti spaventa.


« Un nome, dici.. ti chiamerai Io, da oggi in poi. Io.. »
Anche la sua voce è mutata. Ne sei quasi certo, quella non è la voce della bambina che si è presentata a te. C'è qualcosa di più profondo e gutturale, una nota che risale direttamente dagli abissi.
Ma non scappi, vuoi arrivare in fondo a questa storia. E' la prima cosa di interessante che ti accade da molto tempo e sai che ti porterà da qualche parte. Dove, ancora non lo sai.


« Io... mi chiamo Io. E' il mio nome. »
Io.
Fai scivolare quel nome sulla punta della lingua, lo pronunci più volte come in una litania, per farlo aderire al tuo corpo. Vuoi capire se è davvero il tuo nome o una semplice etichetta. Il problema è che non hai la minima idea di come dovrebbe essere un nome e di come ci si senta ad averne uno.
Dopo averlo desiderato per tutto questo tempo non riesci a capire se quello è davvero il
tuo nome. Ma soprattutto non sai come fare per accertartene.

Io.
IO
IoioIoIoIoI-o
IoIoIo
Lo ripeti fino a quando non perde di qualsiasi significato.
Il tuo nome è Io.
Tu sei Io.


« ...l'indice della tua mano destra. »
Il desiderio di colei-che-era-Alluka ti richiama alla realtà.
Alzi lo sguardo verso di lei, quello che vedi è un enorme ghigno che si riflette su una lama che improvvisamente tiene in mano, allungata verso di te, per porgertela.


« Non essere folle. Questa... bambina, non può darti niente. »
Teddy si agita nelle tue mani. Povero, dolce Teddy. Ti ho affidato un Bambino difficile, ma ha solo te... perdonalo. Perdonalo anche se ti poggia a terra a protestare e esitante accetta la lama dalle mani della bambina.

« Non diventare il suo giocattolo. »
« Non lo diventerò. »

Bambino mio, mentre Teddy continua a parlarti e a cercare di persuaderti tu non lo ascolti davvero.
La lama luccica nella tua mano, il tuo volto si riflette in essa -
quello che scorgi ha un nome:
paura.


Stringi il manico fino a quando le nocche non diventano bianche.
Chiudi a pugno la mano destra, da cui fai uscire solo l'indice,

come fosse un uncino.
Fai un respiro profondo.
E cali il coltello.


qq3aIYE

Sangue.
Un piccolo rivoletto inizia a formarsi dal dito, ma grazie agli dei non sei riuscito ad esaudire il desiderio di Alluka. Proprio prima di arrivare a colpire hai trattenuto il braccio, opponendoti istintivamente alla tua stessa forza. Non guardi il dito da cui piccole gocce cadono sul pavimento con il suono di un ticchettio.
Grazie a questo strano orologio capisci che quel luogo è reale, che il sangue è davvero sangue e che il dolore è davvero dolore.
Quello che perdi, lo perdi per sempre.
Lasci cadere il coltello a terra, non hai intenzione di farti altro male... non prima di aver scoperto qualcosa in più. Il dito è invaso da un formicolio, il problema è non guardarlo o la vista del sangue ti farebbe girare la testa. Allora guardi la bambina - o quello che è diventato.


« Tu... chi sei. »
Chiedi, fissandola dritta nel nero dei suoi occhi.
Quella non è più Alluka, te ne rendi conto, ma di lei c'è ancora qualcosa... come sepolto nel fondo.
Ad esprimere quel desiderio non era stata la bambina che avevi incontrato per prima.


« Cos'è e chi c'è qui con te in questo palazzo? »
Ti guardi di nuovo intorno, come se quella stanza nasconda qualche informazione che non hai visto in precedenza. Non trovi nulla, tutto è esattamente al suo stesso posto... tranne un coltello e un piccolo disegno rosso che va ampliandosi sul pavimento.

« Mi chiamo Nannika, te l'ho già detto.. »
Nannika, pensi, sei tu il mostro dietro ad Alluka.
Siete strette entrambe in un corpo troppo piccolo, in un contenitore inadatto.
Scuoti la testa, ti sembra una vita terribile.


« La Mamma è qui nel castello. Dobbiamo fare in fretta, o non ci lascerà finire il gioco. »
La Mamma.
Ripensi alle parole della voce: La Madre è qui, ti sta aspettando. Devi esserti sbagliato, pensi. Oppure qualcuno sta giocando davvero con te, sei diventato tu stesso un gioco.
La Madre non ha altri figli, ne sei convinto.
E' uno delle poche cose che sai e che ricordi, anche se non sapresti spiegarlo.
Tu sei l'unico Bambino.
Per quanto ti sforzi, non riesci a far combaciare le tessere del mosaico.
Ma tutti hanno una mamma. Devi trovare quella della bambina - o delle bambine, devi vederla con i tuoi occhi, devi risolvere questo enigma.
Un germe ha infettato la tua mente, vuoi arrivare a vederci chiaro... a tutti i costi.
Se non fosse importante, pensi, non saresti qui.


« Capisco. » Annuisci, poco convinto, « Lei sta venendo qui? »
Chiedi, quello che ricevi in cambio è un'alzata di spalle.
Ti sembra chiaro che non riceverai informazioni soddisfacenti da lei, devi continuare a muoverti con cautela per arrivare a sua madre. Tutto il tuo interesse si è spostato da Alluka-Nannika a chi l'ha generata.


« Ti prego, è molto importante. »
Anche i tuoi occhi mutano, non diventando scuri come quelli di Alluka ma più limpidi, ora brillano di una speciale energia.
« Chi è tua Madre? Raccontami qualcosa di lei. »
La tua è una richiesta di aiuto e di verità fortissima.

« Lei.. lei è cattiva con noi. Non mi lascia mai giocare. Non vuole che incontri persone, mi tiene chiusa qui dentro. »
Dice, anche se i tuoi occhi sembrano non aver incontrato veramente i suoi.
Ripensi a come ti ha chiesto di donarle il tuo dito e inizi a comprendere perché sua madre non voglia che giochi con altre persone. Il suo non è un semplice gioco, pensi. Nei giochi si muore per finta, si recita la propria sofferenza e all'occorrenza si può risorgere.
Guardi la base del tuo dito, solo adesso il sangue che esce inizia a diminuire.
Quello di Alluka non è un gioco... non per tutti gli altri partecipanti, almeno.


« Perché lo fa? Deve proteggerti da qualcuno? »
Chiedi circospetto, da come ha materializzato quel coltello - che lo avesse già addosso prima o meno - capisci che non è lei a dover essere protetta.
« Hai detto noi. Chi c'é oltre a te? »
Alluka, quanti demoni nascondi dentro al tuo piccolo corpo?

« Ho detto noi? » Chiede perplessa, ma tu sai di non essertelo immaginato, « Lo fa e basta. Non lo sappiamo perché. »

« Devo aver sentito male. »
Ti batti una mano sulla fronte, fingendo imbarazzo. Devi assecondarla, anche se sei sicuro che lei il perché lo sappia, eccome.
« Puoi portarmi da lei? Potrei convincerla a lasciarti più libertà. »
Sfoderi tutta la tua gentilezza cercando di essere il più convincente possibile, sempre stando attento a non forzarle la mano. Non sai ancora di cosa è capace, e speri di non scoprirlo mai.

« No, non voglio. »
Lei scuote la testa. Per qualche motivo non riesci a fare breccia tra le sue difese. Abituato come sei a passare per il Bambino da aiutare, sempre circondato da adulti pronti a crederti, non riesci a calarti pienamente in questo nuovo ruolo.

Allora sorridi.

Gl7AWhM

L'ultima arma di un Bambino.
Un sorriso leggero, appena accennato, diametralmente opposto al ghigno che aveva invaso il volto di Nannika poco prima. Vuoi convincerla che state dalla stessa parte, che non vuoi fare altro se non aiutarla... per questo ti sforzi di compiere un gesto che non ti appartiene.
Sorridi raramente, ma se devi farlo lo farai per colei che per prima ti ha dato un nome.


« Capisco. Non preoccuparti, non le dirò nulla. Puoi almeno dirmi in che angolo del castello si trova e come arrivarci? Giuro che sarà il nostro segreto. »
E, a suggellare il giuramento, le porgi la mano destra da cui esce ancora un piccolo rivoletto di sangue.
Come a dirle, aiutami adesso e tornerò a giocare con te.
Solo allora ti darò ciò che desideravi.

Energia ~ bianca.
CS ~ 1xagilità, 1xintelligenza.
Condizioni ~ normale.
Energie ~ 100-5=95%
- - -
Armi ~ Coltellaccio da cucina; un paio di forbici; cerbottana.
- - -
Innocenza ~ Bambino è perennemente circondato da un'aurea di paura, di sgomento... la sua. Nessuno penserebbe a lui come una persona pericolosa, come qualcosa da temere, tutt'altro. Sarà il suo corpicino, quel qualcosa nei suoi occhi, ma è inevitabile quando si viene a contatto con lui provare compassione, pena. In generale chiunque lo veda non può che vederlo come un fratellino, qualcosa da proteggere e a cui è impossibile fare del male, piccolo Bambino indifeso com'è. {Passiva che rende Bambino innocuo agli occhi degli altri}
Inoltre, sempre per questa difficoltà a sondarne l'animo, sarà impossibile capirne l'allineamento o le sue intenzioni. Inoltre ogni sua bugia - e come ogni Bambino, può capitare ne dica parecchie - suonerà come assolutamente verosimile alle orecchie dell'ascoltatore. Sarà dunque impossibile sospettare che sotto questo Bambino si celi qualcos'altro, ma ci si fermerà all'aspetto esteriore: un semplice e gracile Bambino. {Passiva che rende imperscrutabile l'allineamento e le intenzioni di Bambino}
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Compassione ~ All'occorrenza Bambino potrà suscitare compassione in un'altra persona, perché gli riveli qualcosa o agisca per lui. Risveglierà la pietà anche in chi non era inizialmente ben disposto nei suoi confronti, tramite - esteriormente - una parola, un gesto, un'occhiata, anche se non sarà altro che una malia psionica. Questa malia farà leva sulla pietà, sulla compassione del nemico davanti a un bimbo sperduto, per piegarne la volontà e convincerlo a non attaccarlo, o anche solo per avvalorare una propria bugia. In termini tecnici è una tecnica bassa a bersaglio singolo, che se subita provocherà un danno alla mente pari al consumo. {Tecnica bassa}
- - -
Riassunto azioni ~ La frase: Chi è tua Madre? Raccontami qualcosa di lei. è pronunciata con l'attiva I del dominio ammaliatore.
Note ~ A te la penna!

 
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view post Posted on 24/11/2014, 11:18
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« Basta così! »
« Basta così! »
I due piccoli giullari si guardarono qualche secondo prima di irrompere nella stanza di Alluka. L'ultima volta erano successe delle cose molto brutte e non volevano ripetere l'esperienza. Allo stesso tempo, però, dovevano rispettare gli ordini della Madre, che altrimenti li avrebbe puniti severamente. Alluka, dopo aver ispezionato con attenzione il dito di Bambino, era tornata ad essere la bambina dalla pelle candida che stringeva i suoi pupazzi. All'ingresso dei due pagliacci, il cuore della piccola Alluka sussultò in moti di paura e sconforto: la Madre voleva fermare il suo gioco.
« Ti era stato detto di comportarti bene, Alluka. »
« Avevi promesso che avresti fatto la brava, Alluka. »
La bambina si avvicinò con timidezza al corpo di Bambino, stringendone il cappottino color cenere. Come poteva una fanciulla che nascondeva un demone al suo interno avere paura di due semplici pagliacci?
« Sei stata molto cattiva, Alluka, ora dovremo punire il tuo ospite. »
« Dobbiamo cacciare questo intruso, Alluka, sai che non puoi giocare con gli esterni. »
Entrambi estrassero una coppia di pugnali ricurvi, pronti a lanciarsi contro Bambino.
« La Madre ci darà un bel premio, ne sono certo. »
« Ci lascerà giocare con i pupazzi di Alluka, ne sono certo. »

Bambino avrebbe potuto incrociare un'ultima volta lo sguardo di Alluka, prima del combattimento, e nei suoi occhi avrebbe potuto leggere la possibilità di continuare il gioco, di esprimere un desiderio. Di salvarsi e di salvare anche lei.
Doveva solo continuare a giocare.
« E' il tuo turno, Io.. »


Nella stanza fanno irruzione i due piccoli pagliacci che estraggono i loro pugnali ricurvi e ti attaccano. In questo post dovrai cimentarti in un combattimento autoconclusivo contro i pagliacci, che insieme costituiscono una pericolosità G. Zon - quello blu - utilizza principalmente tecniche psioniche, Son - quello rosso - utilizza principalmente tecniche fisiche. Alluka, nel frattempo, ti intima a continuare il gioco, quindi ad esprimere un desiderio per risolvere la questione.
A te.
 
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« Il gioco di Alluka »
~

Alluka non ti stringe la mano.
Si limita ad osservare il tuo dito insanguinato, e dopo un attimo interminabile di silenzio per lei smetti di esistere. Torna a stringere i suoi pupazzi e il demone sembra essere uscito dal suo cuore... per il momento. Sospiri profondamente, non saprai niente da lei. E detesti non sapere cosa sta succedendo della tua vita, è una sensazione che non sai esprimere a parole ma che provi in continuazione.
Quella di non avere alcun controllo.

« Vorrei soltanto sapere perché sono qui... »
Una domanda che resterà senza risposta.

« Basta così! »
« Basta così! »
Tu e Alluka sussultate nello stesso istante udendo quelle voci gracchianti. Ti volti e quasi non credi ai tuoi occhi, l'ordine arriva da due pagliacci. Sono praticamente identici ma come specchiati, al negativo: uno è totalmente rosso, mentre l'altro veste solo di blu. Indossano grandi cappelli a più punte e ogni volta che muovono la testa i campanelli che vi sono attaccati suonano.
Ma non ti fanno ridere, per niente. Stringi i denti, quei pagliacci non sono lì per il vostro divertimento.

« Ti era stato detto di comportarti bene, Alluka. »
« Avevi promesso che avresti fatto la brava, Alluka. »
Dietro di te senti le mani di Alluka che si stringono alla tua giacca, usando il tuo piccolo corpo come scudo.
« Cosa volete da lei, non ha bisogno dei vostri ordini. »
E' vero che chiedere un dito a uno sconosciuto come desiderio non è catalogabile sotto il "fare la brava", ma per qualche motivo quei due pagliacci ti fanno paura più di Alluka e di Nannika.
« Sei stata molto cattiva, Alluka, ora dovremo punire il tuo ospite. »
« Dobbiamo cacciare questo intruso, Alluka, sai che non puoi giocare con gli esterni. »
E all'unisono estraggono una coppia di pugnali, loro non si accontenteranno di un solo dito. Sei un intruso, un esterno, un virus da estirpare. Ma non sei stato tu a decidere di entrare in quel castello, ma sarai tu a decidere come e quando ne uscirai.
Da vivo.

« La Madre ci darà un bel premio, ne sono certo. »
« Ci lascerà giocare con i pupazzi di Alluka, ne sono certo. »
Ma tu, Bambino, non li lascerai giocare con te.
Arretri di un passo, i pagliacci sono molle pronte a scattare. Senti il richiamo di Alluka, i suoi occhi lanciano disperati segnali di aiuto... e lo fanno anche i tuoi. Ma questa volta, forse per la prima volta nella tua vita, non sei tu quello da salvare. Sei il più forte, e dovrai comportarti da eroe. Ce la puoi fare, Bambino.
« E' il tuo turno, Io.. »
La bambina vuole che tu continui il gioco, ma tu scuoti la testa.
« Io non voglio più giocare, Alluka. E' questo il mio desiderio.
Questo non è più un gioco, non è mai un gioco quando inizia a scorrere del sangue.
»
E tu lo sai, ne scorrerà altro.

Gli occhi del pagliaccio blu si illuminano, a mani nude, senza una sola goccia di sangue, scardina la sua gabbia toracica. Un rumore di ossa spezzate, e ti ritrovi a fissare l'abisso del suo corpo. Vorresti chiudere gli occhi, ma semplicemente non puoi farlo. Occhi rossi si agitano nel buio del suo stomaco. Non un battito d'ali, molti di più, come una tempesta.
E uno stormo di corvi ti investe.
Perdi l'equilibrio, e mentre cadi scorgi con la coda dell'occhio il riflesso della luce sul coltello del pagliaccio rosso, vicino al tuo braccio sinistro.

« Ahhh! »
Gridi, e perdonami, Bambino mio, se ho più paura di te e non ho il coraggio di guardare.
Quando finalmente riapro gli occhi, qui Chissàdove, vedo quello che non mi sarei mai aspettata.
Pensavo di trovarti a terra riverso in una pozza di sangue, ti sottovaluto sempre.
Quello che vedo sono occhi famelici in cerca di vendetta.


YlNyYTb

In qualche modo ti sei riportato in piedi, sanguini e ansimi e la ferita nel tuo braccio sembra profonda. Il sangue sgorga e non accenna a fermarsi, ma tu non lo guardi. Hai occhi solo per i due pagliacci.
« Io... Io e Alluka siamo molto simili. »
Il corpo di un angelo, l'anima di un demone.
« Lei non ha bisogno di voi, non ha bisogno neanche di una finta Madre che la tiene ingabbiata. Non saremo mai i vostri giocattoli.
Ecco cosa vuol dire essere noi.
»
Da terra, sotto al pagliaccio blu, prendono a uscire le mani dei morti. Portano con loro delle catene, e vogliono portare giù, con loro, quel clown. Si avvinghiano alle sue gambe per impedirgli ogni movimento.
« Ti prego, Madre, aiutami. »
Sussurri, nelle tue mani si genera un globo nero, con un singolo gesto lo scagli in alto.
E io rispondo alla tua preghiera.

« Cosa stai facendo? »
Urla il pagliaccio rosso, gettandosi contro di te in preda all'ira, ma tu questa volta non ti fai cogliere impreparato. Un lampo nei tuoi occhi e un fantoccio, uno spaventapasseri con la testa di zucca, si frappone tra te e il suo pugno, assorbendolo completamente per poi esplodere in coriandoli di paglia. Non sembra, ma sei un Bambino pieno di amici che non possono permettere che tu muoia.
« Guarda dietro di te. »
Il pagliaccio rosso si volta, quello che vede è un fulmine nero cadere addosso al compagno ancora intrappolato. I campanelli sul suo cappello suonano per l'ultima volta.
« Ha provato cosa vuol dire vivere come Alluka. Ora tocca a te vedere come vivo Io. »
Con l'unico braccio che hai a disposizione lo afferri per la collottola e lo guardi fisso negli occhi.
E con quel semplice contatto, lui diventa te.
Paura, sgomento, depressione, gli fai provare cosa vuol dire essere un Bambino sperduto in un mondo più grande di te, cosa vuol dire essere il pesce più piccolo dello stagno. Venire sballottolati qua e là dal fato, senza risposte se non altri enigmi. Non sopporti la tua vita, vuoi che anche la sua gli diventi odiosa.


« CHI È LA MADRE. »
Gli urli addosso mentre lo tieni ancora per il bavero. Sei stanco di mezze risposte e di indovinelli, sei ferito e vuoi portare fuori di lì Alluka, ma anche te stesso. Confidi che nello stato attuale il pagliaccio sia più incline a parlare. Per un ulteriore incentivo estrai il paio di forbici che nascondevi nella manica e gliele punti al collo, pronto a scattare. Dio, fai paura. Fai paura anche a me.
Rivolgi lo sguardo ad Alluka. Sanguini per lei e vuoi che lo sappia.

« Alluka, io voglio aiutarti. Ma per farlo, ho bisogno che anche tu aiuti me. »
I tuoi occhi le dicono anche che non hai paura dei mostri che cela nel suo animo.
Che forse potete combatterli insieme.
Ma vuoi risposte, vere stavolta.
Il gioco è finito.


Energia ~ bianca.
CS ~ 1xagilità, 1xintelligenza.
Condizioni ~ danno medio alla psiche, danno medio al braccio.
Energie ~ 95-10-10-5-20=50%
- - -
Armi ~ Coltellaccio da cucina; un paio di forbici; cerbottana.
- - -
Innocenza ~ Passiva che rende Bambino innocuo agli occhi degli altri.
Passiva che rende imperscrutabile l'allineamento e le intenzioni di Bambino.
- - -
Fantasmi ~ Bambino può richiamare, spendendo un quantitativo di energie pari a medio, un esercito di fantasmi delle storie raccontategli fin dalla culla. Queste figure spettrali usciranno dalla terra su cui poggia i piedi il nemico, per tentare di legarlo con pesanti catene e immobilizzargli le gambe. Saranno però incapaci di provocare alcun danno fisico: la tecnica infatti ha natura psionica, questi morti viventi non saranno che una proiezione mentale che Bambino riverserà nei suoi nemici. La tecnica se non difesa causerà un danno Basso alle gambe della vittima, e avrà l'effetto di immobilizzarla per quel turno. {Tecnica media}
Preghiera ~ Bambino rivolgerà una preghiera a sua Madre, che scaglierà un fulmine nero dal cielo. Nelle mani di Bambino si creerà un piccolo globo nero, dall'aspetto praticamente innocuo, che lancerà in alto, fino a sopra le nuvole. Il colpo ricadrà sul proprio nemico quando vorrà Bambino - entro due turni compreso il turno del cast - in maniera del tutto inaspettata. Avrà l'aspetto, appunto, di una saetta oscura, e se non protetta causerà danni da ustioni. Essendo la tecnica di natura magica e utilizzando l'elemento sacrilego causerà un danno alto ai draghi, mentre ai demoni un danno basso. Il costo sarà sempre, in ogni caso, medio. {Tecnica media}
Jack-o'-lantern' ~ Giacomo il lanternino è riuscito a scappare dal Diavolo, è molto astuto e sa sempre trovare un modo per salvarsi la vita. Bambino evocherà un fantoccio con la tipica testa di zucca intagliata che si frapporrà tra lui e il nemico, per difenderlo da colpi sia fisici sia magici. Il fantoccio, di natura magica, può essere più o meno resistente a seconda del consumo speso per crearlo, e potrà bloccare o rallentare gli attacchi che vengono a contatto con questo rudimentale spaventapasseri. {Attiva variabile difensiva magica Bassa}
Empatia ~ Forse vi verrebbe da chiedervi com'è la situazione mentale di Bambino. Ecco, non fatelo. Bambino infatti può far vivere anche ai nemici la sua condizione di tristezza e paura perenne, insinuandosi e condividendo i mostri che si aggirano nella propria testa. Con un consumo alto potrà far provare al suo bersaglio un sentimento di perdita, di desiderio per qualcosa che non si sa cos'è e che comunque è irraggiungibile. Una sensazione di paura vaga, di indefinito: ecco, è proprio questa la condizione che Bambino condividerà, il suo non avere risposte, il suo vivere fuggendo, il suo essere debole, insomma, una forte depressione che potrà essere personalizzata nei suoi effetti da chi la subisce - dalla perdita di volontà fino alle vere e proprie lacrime. La tecnica, che ha natura psionica e presuppone un contatto fisico o visivo con la vittima, causerà un danno medio al turno di cast, e proseguirà i suoi effetti anche nel turno successivo, procurando un ulteriore danno medio. {Tecnica alta}
- - -
Riassunto azioni ~ Dunque, i pagliacci attaccano con la combo Stormo illusione, classe Mentalista, e Colpo duro, classe guerriero, che subisco completamente.
Io uso Fantasmi e Preghiera su quello blu.
Mi difendo con Jack-o'-lantern' da Accumulo di energie, sempre guerriero, del rosso, per migliorare i CS in forza, e lo tengo vivo sotto l'effetto di Empatia visto che dura due turni per farmi rivelare più infos.
Note ~ Scusa tantissimo Yu per il ritardo, ma è stato un post travagliato, di cui non sono soddisfatto e per cui avevo pochissima ispirazione - e tempo -, ma se aspettavo entrambe le cose chissà quando rispondevo. A te la penna!



Edited by i am who? - 28/12/2014, 01:18
 
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view post Posted on 29/12/2014, 13:57
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I o n o n v o g l i o p i ù g i o c a r e.



Entrambe le essenze della bambina si erano intristite. La prima, quella gentile ed indifesa pensava di aver rovinato l'amicizia che la legava al Bambino, mentre l'altra, quella ben più consapevole e rancorosa, si domandava se fosse davvero il caso di smettere e di divorare una volta per tutte l'anima di Io, quell'anima così densa di sentimenti che avrebbero saziato a lungo la sua fame.
Ci pensò. Rifletté davvero sulla possibilità di smettere di giocare, anche mentre i corpi di Zon e Son - che la bambina e il demone non avevano mai sopportato - venivano sventrati dai colpi di Io. Ci pensò per qualche secondo, se non meno, poi giunse ad una conclusione. Alla sua conclusione.

« No.
Non voglio smettere di giocare. Il mio desiderio è che tu rimanga a giocare con me. Per sempre.
»
Si sarebbe esibita in un sorriso demoniaco che ancora una volta avrebbe permesso al bambino di intravedere la luce della vera Alluka, una luce tenue ma presente, che ancora gridava libertà.
Non avrebbe voluto forzare il suo nuovo amico, non lo riteneva giusto; il demone, però, aveva scelto per lei.

« Tocca di nuovo a te.
Non puoi esprimere un desiderio uguale a quello di prima, altrimenti..
»
Il silenzio fece presagire qualcosa di tremendo.

« Se rimarrai qui con me potremmo vivere insieme, io tu e la Madre.
Saremo una famiglia, Io.
»



Continuiamo in confronto.
 
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view post Posted on 31/12/2014, 15:55
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– E l'inferno è certo.
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« Il gioco di Alluka »
~

Cerchi di fare ordine in quella storia.
Finora hai avuto solo indovinelli, mezze risposte e stranezze. Ma non solo, ne hai rimediato anche un gran mal di testa e una ferita sul braccio. E non puoi fare a meno di chiederti la fatidica domanda:

perché a me?
Povero, piccolo Bambino. Ancora credi che il mondo risponda a delle leggi scritte, che per esserci una reazione debba avvenire necessariamente prima un'azione. Che ad una punizione, come credi che questa sia, debba per forza di cose precedere una colpa.
"Hai rotto un vaso, quindi ti do uno schiaffo".
Azione e reazione. Colpa e punizione. Ma le tue mani non erano sporche di sangue fino a qualche momento fa, non avevi nulla da espiare.
Eppure lo stai facendo lo stesso. Ché spesso è l'innocente ad espiare per i colpevoli.
L'amara ironia di questo mondo, Bambino mio, non la capirai mai.


« No.
Non voglio smettere di giocare. Il mio desiderio è che tu rimanga a giocare con me. Per sempre.
»
La voce della bambina interrompe il flusso dei tuoi pensieri. Il suo volto è quello di Nannika, così come il ghigno su di esso. In profondità i segni di una bambina che vorrebbe fuggire ma non può farlo.
Scuoti leggermente la testa, cerchi di tranquillizzarti e di riportare il battito cardiaco alla normalità. Strappi coi denti un pezzo della manica della tua camicia, e ne ricavi un rudimentale bendaggio con cui stringere la ferita al braccio, per rallentarne la fuoriuscita del sangue. E' una cosa che hai visto fare nei tuoi libri, e speri ti possa tornare utile.

« Non posso esaudire il tuo desiderio. »
Il tono della tua voce è grave, mortalmente serio. Nelle tue parole è ben riconoscibile una punta di tristezza. Sei genuinamente dispiaciuto per la sorte di quella bambina.
« Tocca di nuovo a te.
Non puoi esprimere un desiderio uguale a quello di prima, altrimenti...
»
Un silenzio studiato per intimorirti.
« Se rimarrai qui con me potremmo vivere insieme, io tu e la Madre.
Saremo una famiglia, Io.
»
La sua proposta non ti smuove neanche per un istante. Hai già una famiglia, la tua, a cui fare prima o poi ritorno.
« No. Ho già avuto una famiglia, è stato tanto tempo fa... quello che mi offri non mi interessa. Alluka, se riesci a sentirmi, »
Guardi negli occhi la bambina, per stabilire in contatto con colei che senti tanto vicina a te. Vuoi trasmetterle con quello sguardo tutta la forza di cui sei capace, perché ne possa giovare anche lei. Non sei abituato al dolore, ma tenti in tutti i modi di non lasciarlo trasparire, non puoi permetterti di passare per debole.
« combatti per la tua libertà. »
Un ultimo sguardo alla stanza. Poi un ordine perentorio.
« Portami da tua madre, Nannika. O ci andrò da solo. »

Tutto scompare.
« Se questo è il tuo desiderio... »
La stanza dei giochi diventa un'altra stanza, totalmente in penombra. Non vedi illuminazione o finestre, ma in qualche modo i tuoi occhi riescono a scorgere un grande letto. Sopra di esso la figura che cercavi, la Madre. Il suo nome ti aveva ingannato, ma sai che quella non sono io. E' seduta sul letto e indossa un ampio vestito con motivi floreali, sul suo volto delle bende bianche. Non può vedervi ma percepisce il vostro arrivo.
« Di nuovo con quel tuo stupido gioco, Alluka... »
Il suo è un tono stanco, insofferente. Alluka la ignora totalmente, come se non avesse parlato.
« Hai dieci secondi per uccidere uno dei presenti. Non sono ammesse domande. »
Sul suo volto il ghigno più spaventoso della terra.
« Dieci. Nove. Otto... »
E inizia a contare. Tu, come ha fatto lei con la Madre, smetti di ascoltarla. Alzi la mano del braccio sinistro e farlo ti trasmette una fitta di dolore. Stringi i denti. Il sangue ha iniziato a coagularsi e a diventare più scuro sulla tua pelle. Ti avvicini alla bambina.
« Uno... »
Il rumore secco di uno schiaffo sulla guancia. Lo tiri con tutte le tue forze di Bambino, senza risparmiarti: vuoi che sia sonoro e vuoi che sia doloroso. E' necessario, perché si svegli. E' la tua ultima possibilità.
Tutti i bambini, prima o poi, hanno bisogno di conoscere il dolore sulla loro pelle.
Non sei felice di farlo, ma è l'unico modo per insegnare qualcosa a quella bambina.


OIZJtrF

« Scusami, Alluka. »
Dici, guardando fisso dentro gli occhi della Bambina, e parlando a colei che sta nel fondo. Come fossi il negativo di Nannika, sul tuo volto si dipinge un ampio sorriso. Il sorriso di un Bambino che, sotto tutte le paure e il dolore, sa essere profondamente puro e felice.
« Ho detto che il gioco è finito.
Nannika, non vedrai altro sangue scorrere per mano mia. Se vuoi vederne sarai tu a prendertelo, ma sappi che non è quello di cui hai bisogno. Una vita non può essere strappata per un gioco, e spero sinceramente che un giorno riuscirai a capirlo. Tutti noi ci meritiamo di vivere, io, te e Alluka - quello che voi dovete scoprire, è come convivere - e lei.
»
A quel punto il tuo sguardo si rivolge alla madre di Alluka, e il sorriso, così come era apparso, scompare. Non hai timore nel guardarla, non ti senti condizionato dalla tua età rispetto alla sua.
« Non sarò io a darti la morte, non sono nessuno per farlo. Ma tu, tu non sei una vera madre. »
Abbassi gli occhi. Parlare così tanto ti fa quasi male, e non riesci a capire fino in fondo tutta la malvagità che si annida in quel castello.
« Alluka ha bisogno di qualcuno che la ami.
Anche tu, Nannika, ne hai bisogno. Più di ogni altra cosa.
Se non puoi offrire loro amore lasciale andare.
»
...anche tu ne hai bisogno,
come l'aria stessa.


Energia ~ bianca.
CS ~ 1xagilità, 1xintelligenza.
Condizioni ~ danno medio alla psiche, danno medio al braccio.
Energie ~ 50%
- - -
Armi ~ Coltellaccio da cucina; un paio di forbici; cerbottana.
- - -
Innocenza ~ Passiva che rende Bambino innocuo agli occhi degli altri.
Passiva che rende imperscrutabile l'allineamento e le intenzioni di Bambino.
- - -
//
- - -
Riassunto azioni ~ Com'è abbastanza evidente, non ho ucciso nessuno. Coerenza interpretativa: Bambino non ha motivo di farlo, semplicemente.
Note ~ Auguri di buon anno, intanto! A te la penna!

 
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view post Posted on 3/1/2015, 20:18
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« E sia.
Se davvero ti eleggi a paladino della libertà personale allora aiuta davvero Alluka a liberarsi del suo demone; ciò che ho fatto in tutti questi anni non è stato altro che proteggere e preservare il mondo intero dalla sua maledizione.
Ma se davvero pensi di poterci riuscire senza rinchiuderla qui dentro..
»
Se gli occhi della donna non fossero stati nascosti da quello strano visore, Io avrebbe senz'altro colto una vena di ironia nella sua espressione dubbiosa. La Madre aveva dei dubbi su quel bambino, ma di una cosa era certa.
Non avrebbe salvato Alluka.

« Portala con te. »
Il volto di Nannika si oscurò del tutto, lasciando spazio all'amore di Alluka per Io. solo per quel momento, infatti, Alluka era riuscita a prendere il controllo completo sul suo corpo, annullando del tutto il demone che era in lei, che in quegli anni di torture e castighi era stato l'unico suo amico, l'unico in grado di farla divertire. Lentamente, però, ne stava anche risucchiando tutta l'energia vitale. Inesorabilmente.

« Andate, ora. Ho bisogno di riposo, dopo una giornata stancante come questa.
Buona fortuna, Bambino..
»
Alluka si avvicinò lentamente e timidamente a Bambino, poi gli avrebbe preso con gentilezza la mano, stringendola e portandola vicino la sua guancia sinistra. Una lacrima avrebbe bagnato le dita del bambino, che si sarebbe visto sparire e tornare lì dove tutto era iniziato: la stanza dei giochi. La porta aperta lasciava entrare un piacevole vento estivo dagli odori della lavanda e del timo.
Liberi.
Bambino, Alluka. Nannika.

Avrebbero tutti goduto della propria libertà.



« Zon! Son!
Dove siete?
»
La donna si alzò dal grande letto coperto di velluto, poi attese qualche secondo che i suoi servitori tornassero da lei.
Ma non ebbe risposta.



Per quanto mi riguarda la giocata può finire qui. Quello che succede è che la Madre ti lascia andare via con Alluka. Di fatto, da ora puoi considerarla - o meno - come un tuo compagno animale non utilizzabile in combattimento. A questo mio post puoi farne seguire uno tuo con il quale spieghi cosa fai di Alluka - se ti lasci seguire da lei, se la ammazzi, se finisce sotto un camion (?) - insomma, decidi tu cosa farne, ora è tutta tua.
Quanto alla valutazione non ho nulla da recriminarti; lo stile di scrittura mi piace ed arriva molto bene al lettore, non essendo appesantito da chissà quali scelte stilistiche che rischierebbero solo di renderne la lettura più ostica. Anche dal punto di vista tecnico non ho nulla da recriminarti, hai utilizzato la scheda al meglio e non hai commesso antisportività di sorta.
Non vedo perché non dovrei assegnarti l'energia Verde e 1000 Gold come ricompensa.
E' stato molto piacevole ruolare con te e con il tuo personaggio, spero di poterlo fare ancora, in vesti diverse.
Per qualsiasi cosa, sai dove trovarmi.
Aggiorno il tuo conto.

A presto!
 
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view post Posted on 12/1/2015, 11:16
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« Il gioco di Alluka »
~

Ascolti le parole della finta Madre, scuotendo la testa, laconico.
« C'è sempre un altro modo, c'è sempre un'altra via. Alluka non merita di stare in prigione. »
Dici, accettando la mano calda della bambina. Alluka ti prende la mano e la porta al viso, una piccola lacrima ti bagna il dito. E di nuovo, con un flash, ti ritrovi nella stanza dei giochi. Questa volta, però, la porta è spalancata.
Verso una nuova vita. Asciughi la lacrima sul viso della bambina... così fragile, anche più di te.

« Non sarò tuo padre, non ti metterò in gabbia. Sarò un fratello, non permetterò che ti accada nulla di male, ma ti lascerò libera di fare tutto quello che desideri. Nannika... so che mi senti lì in fondo. Il corpo che ti sei scelta è troppo piccolo per te, se lo divori finirà anche la tua vita. Non permetterò che succeda. »
E mano nella mano la conduci fuori dalla porta, verso il mondo grande e magnifico.
« Hai passato la vita, Alluka, ad esaudire i desideri degli altri.
E' tempo che tu inizi ad esaudire i tuoi.
»
Un ampio sorriso, il sole vi scalda.

Era bello, non essere più soli.

Energia ~ bianca.
CS ~ 1xagilità, 1xintelligenza.
Condizioni ~ danno medio alla psiche, danno medio al braccio.
Energie ~ 50%
- - -
Armi ~ Coltellaccio da cucina; un paio di forbici; cerbottana.
- - -
Innocenza ~ Passiva che rende Bambino innocuo agli occhi degli altri.
Passiva che rende imperscrutabile l'allineamento e le intenzioni di Bambino.
- - -
//
- - -
Riassunto azioni ~ Prendo Alluka.
Note ~ Scusa il post infimo, ma ho veramente poco tempo. Grazie ancora per l'arrivo e per Alluka, appena posso la inserisco in scheda.

 
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