Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Nella mia ombra, Arrivo di Aerym

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view post Posted on 15/11/2014, 19:01
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Cardine
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Nella mia ombra
I


nnWlUiT





Nel Samarbethe l'oscurità più grande si annida sotto il ghiaccio, apparentemente bianco e puro.


È una minaccia silenziosa e ripugnante, che striscia e ribolle nelle profondità della terra; un pericolo di cui pochi sono a conoscenza, ma che incombe su Theras come una sanguinaria ghigliottina. Un motivo dei tanti che rendono l'Edhel la regione più spietata, desolata e temuta del mondo intero, ma forse anche il suo segreto peggiore.
   Le lande ghiacciate sono solo uno schermo candido e incrinato, che divide il cielo dagli abissi. Un luogo dove pochi si spingono, spesso in preda alla disperazione o alla pazzia. O mossi forse da desideri più nefasti e oscuri, che non possono essere accolti più a sud, dove qualche anima retta resiste ancora.


Pochi fanno ritorno da quei viaggi privi di speranza, come se la vasta piana inghiottisse i suoi malaugurati viandanti, per placare una fame antica di secoli.


CITAZIONE
Buonasera!
Ti do il benvenuto nel freddo e inospitale Edhel! Mi chiamo Hole e sarò io a gestire questa giocata di arrivo. *si inchina*


Come forse già sai, essa si strutturerà in modo simile a una qualsiasi Quest, la modalità "classica" di gioco sul forum. Ad essere differenti saranno la lunghezza, tendenzialmente minore del normale, e il fatto è che alla fine verrai valutata in modo ampio e preciso nei tre campi fondamentali del GdR (Scrittura, Strategia e Sportività, le leggendarie 3S). Qualora risultassi meritevole, potresti passare direttamente a una fascia energetica superiore (Gialla o Verde). Sia in seguito alla conferma della fascia Bianca, sia dopo una promozione, riceverai un premio in gold proporzionale alla valutazione.
Devo capire quali sono le tue potenzialità, e sarà perciò mio interesse metterti di fronte a situazioni e stimoli diversi. Molto probabilmente ci sarà di mezzo anche un breve combattimento. Per garantire una certa rapidità i miei interventi non saranno né lunghi, né particolarmente elaborati. Fa' però molta attenzione, e non farti sfuggire nulla delle poche cose che dirò. Tu ovviamente vedi di dare il massimo, e prenditi tutto il tempo che ritieni necessario tra un post e l'altro. Utilizzeremo il topic in confronto per ogni eventualità.


Siamo ovviamente nel Samarbethe, il punto più remoto e freddo di Theras, e già questo è di per sé un enorme pericolo. Dato che mi pare tu abbia già le idee ben chiare, per questo primo turno ti ho lasciato quasi totalmente carta bianca. Hai l'opportunità di scrivere un post introduttivo, senza nulla di preciso da fare, ma che introduca Aerym e le sue condizioni, da te esplicitate nel topic dell'arrivo. Dai un'occhiata ai vari topic di ambientazione, come quello all'interno di questo sub forum, tanto per scrupolo.
Fai attenzione all'interpretazione del personaggio, e ricontrolla il post prima di leggerlo. Ma soprattutto dai sfogo alla fantasia, e stupiscimi!

 
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wlallis
view post Posted on 16/11/2014, 16:54




nellamiaombra


Una figura ammantata di nero, in chiaro contrasto con l'ambiente circostante, è ciò che si vede.
Probabilmente a causa del clima rigido poche parti sono visibili, anzi solo una: La metà inferiore del volto, mezzo viso da bambola di porcellana, o forse di marmo sicché osservandolo meglio si possono notare, attraverso la diafana pelle, sottili vene nere. A seguire questa figura vi è un fedele compagno la cui forma non è molto chiara, sembra invero una nera sfera con due sottili ali; Certo è che non è questo a risultar strano in questo singolare quadro. La figura infatti si muove in modo decisamente anomalo, forse sarebbe meglio definirlo “Rigido” come se non fosse abituata a camminare. Per quanto, probabilmente, queste stranezze sono nulla a confronto di quelle che si possono trovare nel Samarbethe.

« Dannazione, si può sapere cos'è questo fastidio? »
Chiede ad un imprecisata figura, forse il suo famiglio. O forse no visto che quello pare pensare a tutt'altro. La voce della ragazza è molto roca, gutturale; Mentre questi dettagli possono essere attribuiti ad un mal di gola, quello che più si nota è l’inflessione, o meglio, visto il tono piatto, l’assenza di essa.

« Smettila di divertirti alle mie spalle, ti ho accontentato sto parlando. Almeno rispondimi. »
Prosegue generando svariate nuvolette di vapore davanti al volto e non arrestando il passo, il quale oltre alla rigidità mostra una certa irregolarità. Infondo, ella non è certo abituata ad un corpo solido con uno scheletro e quant'altro. Come non è nemmeno abituata alle corde vocali per esprimersi. La figura nonostante queste dissonanze estetiche però appare umana, o quantomeno, questo fa intuire la sagoma esile.

« Dunque, non è fame, non è sete, non è sonno, non è freddo, non è sicuramente caldo…. Che cos'è? Vuoi forse morire? »
Ella si sta irritando, almeno questo è ciò che l’uso delle parole fa supporre vista l’assenza di tono unita ai muscoli facciali che sembrano immobili, il poco che si vede, ossia le labbra, non danno cenno di nessuna espressione. Infondo, nemmeno a questo è abituata, certo è che se non hai un corpo… Poco muovi il viso per esprimerti.
La figura osserva l’alto, dalla schiena, all'altezza delle scapole, dei raggi di luce che si fondono divenendo più consistenti, come se si trattasse di luce liquida, formando rapidamente due grandi ali. Ella prova ad agitarle, ma questo gesto non porta a nessun risultato. Sconfitta fa un cenno al famiglio il quale, mentre lei continua a lamentarsi ormai di cose indistinte, prende un’altra direzione, virando verso l’alto per osservare il paesaggio e vedere se il candido specchio ha fine. Ma probabilmente ciò che vede poco lo rincuora, infatti si tratta di un’apparentemente infinita lastra bianca, interrotta qui e lì da qualche crepa, da qualche collinetta nevosa o da qualche monte ghiacciato. Con questa triste non-nova torna dalla compagna poggiandosi sulla sua spalla.
Pare che ogni passo che la ragazza faccia renda l’atmosfera più fredda. E mentre la neve si infittisce, un’esplosione di rabbia.

« Mi hai mentito vero? Non c’è nessuna città qui. Giusto? Per caso il tuo obbiettivo è farmi morire? Ti rendi conto che moriresti con me? »
Si tratta di rabbia, forse. Il forse è perché, non ostante sia cresciuto di intensità, il tono resta piatto con solo qualche accenno al furore effettivamente provato dalla creatura.
La fortuna però pare baciare anche il più nero tra gli orrori, almeno ogni tanto. E così accade anche per lei, lei che nemmeno porta un nome. Infatti, come se la più oscura delle preghiere fosse stata udita da un dio dell’abisso, una specie di piccola caverna si staglia davanti alla ragazza.
Il passo si fa più veloce, essa non vede l’ora di giungere in quel riparo, anche perché ormai la notte è vicina e se di giorno c’è freddo… di notte la morte cammina annoiata alla ricerca di qualche ingenuo viandante.
Man mano che vi si avvicina si rende conto della natura di questa “grotta”.
Osservando il terreno si possono notare svariate crepe, come se qualcosa di incredibilmente pesante fosse caduto in questo posto.
Andando ancora più vicini si nota che effettivamente più che di una grotta si può parlare di una crepa. Infatti il luogo è una specie di conca formatasi tra due enormi lastre di ghiaccio che, per grazia della sorte, erano in posizione favorevole. I gelidi venti portatori di neve non l’hanno nascosta, bensì forgiata creando una specie di collinetta con, per l’appunto, la “grotta”.

« Sei vicina al tuo posto ora. »
Una voce… proveniente da una figura, che non tutti possono vedere né udire, finalmente parla con voce melodiosa e pacata.

« Finalmente ti sei decisa a parlare! Ora mi vuoi dire che cos'è questo fastidio. E magari anche cosa intendi con “il tuo posto”? »
Risponde seccamente l’ammantata osservandosi attorno alla ricerca di un qualcosa da poter bruciare per riscaldarsi la notte. Ricerca tristemente vana. Uno sbuffo sottolinea il disappunto della ragazza che ora si appresta ad infilarsi in quel magro riparo.
Appena raggiunto, un rapido sguardo attorno a se per tentare di comprendere come fosse strutturato l’interno di quel luogo, la tenebra purtroppo però mal si sposa con questo suo intento ed ecco che allora si appresta ad utilizzare l’udito, con scarso successo anch'esso visto che i suoni vengono in gran parte celati dal fischio imponente dei venti del luogo. Arresa decide che comunque il posto non può essere peggio della morte per assideramento, sempre che non sopraggiunga anche li.
Si posiziona a circa 2 metri dall'entrata, al limite di dove la scarsa ultima luce del giorno le permette di vedere.

« Sono i primi sintomi di disidratazione. Devi bere. »
Risponde finalmente la seconda donna leggermente divertita. Infondo la povera ragazza prima era luce, non era abituata a doversi nutrire e bere, pare che la seconda trovi questo fatto molto divertente.

« Oh, finalmente. Grazie. La smetti per cortesia di essere così enigmatica? Non me la passo bene in questo corpo sai? Inoltre. Cosa intendi con “il tuo posto”? »
Chiede mentre si decide ad aprire la sacca che portava sotto il mantello, sfruttandola come “tappeto” per dividere il suo corpo dal ghiaccio del terreno e potersi sedere. La sacca non contiene molto in vero. Un po’ di cibo ormai gelato e una borraccia contenente probabilmente ghiaccio. Ella si siede, con molta calma si cala il cappuccio mostrando finalmente il volto. Un volto liscio e levigato, bianco, inespressivo, contornato da lunghi capelli corvini. La pelle come già detto è diafana, ma la cosa forse più impressionante sono la sclera, le iridi e la pupilla che paiono fondersi insieme nella pura tenebra.

« Lo vedrai… Ora bevi. »
Risponde l’altra figura sedendosi accanto alla prima. Ella è vestita molto poco per il clima, ma pare non soffrirne. Osservandola bene pare lo specchio “colorato” della prima: il volto porta gli stessi identici tratti ma la pelle è rosea, le gote leggermente arrossate, gli occhi sono di un bell'azzurro ed infine i capelli dorati.

« Va bene, va bene. Ho capito. »
Sbuffa un po’ la prima cercando la borraccia e tentando di bere, con scarso successo visto che il clima rigido ne ha ghiacciato il contenuto. Un po’ scocciata apre il palmo davanti a se, le dita sono incredibilmente affusolate e candide come il resto del corpo. Quasi scompaiono nel candore del terreno innevato. Su di essa compare un pugnale, fatto anch'esso della stessa materia delle ali. Luce liquida. Va sottolineato che da un punto di vista esterno i sentimenti che prova la prima sono praticamente impercettibili.
Rapidamente lo stringe nella destra e si mette a grattare il terreno, prelevando un pezzo di ghiaccio innevato e portandolo seccata alla bocca. Il pugnale scompare tanto rapidamente quanto è apparso mentre con la sinistra va a stringere il cibo nel vano tentativo di render quel pezzetto di pane meno ghiacciato.

« Comunque, dovremmo cercare di andare d’accordo, eravamo amiche un tempo. Vedi come ci vogliamo bene io e questa palla puzzolente? »
Aggiunge con un gesto del capo in direzione della palla nera che fedele la segue, la quale in tutta risposta si volta indignata per quanto, vista l’assenza di punti di riferimento ad indice della direzione del famiglio, è complicato dire che si volta. Ridacchiando la prima termina quel pasto frugale.
Terminata la pausa si alza rimettendo le cose nella sacca, decisa ormai a controllare meglio l’interno della grotta.


Edited by wlallis - 18/11/2014, 08:01
 
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view post Posted on 17/11/2014, 20:47
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Cardine
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Nella mia ombra
II


La caverna scendeva in una dolce discesa verso le profondità più tenebrose, ma poiché fuori era ormai calata la notte, l'antro non pareva poi così buio. E solo dopo qualche istante Aerys avrebbe cominciato a scorgere una flebile luce provenire dai rivoli d'acqua che sgorgavano dalle pareti, scorrendo verso il basso. Essa illuminava appena la via, ma fu abbastanza per scendere in sicurezza.
   Seguendo quella traccia fluorescente sarebbe infine giunta a un piccolo lago sotterraneo, dall'acqua vagamente luminosa e perfettamente cristallina, immota. Non era profondo, ma nel suo punto centrale pareva inabissarsi bruscamente; era però possibile aggirarlo in tutto il suo perimetro grazie a una passerella di roccia contigua alle pareti della caverna, senza rischiare di caderci dentro. Molti e strani segni mistici, formati dall'acqua che scorreva tra le rocce, adornavano l'androne.
   Tre aperture si dipartivano in tre differenti direzioni, al di là della polla: parevano identiche, ed era impossibile prevedere dove esse portavano. Erano appena illuminate, minacciose nel loro silenzio tombale.


L'acqua si increspò appena, all'arrivo di Aerys. Parve brillare di luce nuova, per poi scurirsi improvvisamente. Un ronzio cominciò a diffondersi nell'aria e, lentamente, dal centro esatto del laghetto prese forma qualcosa.
   All'inizio somigliava soltanto a un turbinio, lento e tremolante. Prese poi a gonfiarsi, acquistando fattezze quasi umane: una persona, che emergeva dall'acqua dall'ombelico in su. Quando il turbinio cessò anche davanti al suo volto, la visione fu spaventosa: la pelle liscia del suo corpo diventava scagliosa, ed il volto privo di naso pareva piatto, compresso, simile a una lastra grigia interrotta sola da una piccola bocca e tre paia d'occhi sottili e scuri, uno sotto l'altro. Un paio di corna ricurve, dai riflessi verdognoli, facevano capolino dalle tempie.
   «Sii gentile, dolce viandante» supplicò la creatura con una voce roca e bizzarra, come se stesse parlando più lingue contemporaneamente. «Raccontaci una storia, e lasciaci un dono. Sii generosa - continuò, determinata - e io ti mostrerò la via».


Si continua! Questo turno ti ho dato un paio di cose "rilevanti" da fare.

Ti sei - molto scenicamente, e questo lo apprezzo - infilata in una grotta. Il posto più pericoloso che potevi scegliere. Ma per ora la situazione sembra normale, o quasi: la fioca luce ti guida fino allo specchio d'acqua, e lì assisti a una certa visione. Piena libertà su quel che vedi, ma vorrei la trattassi come un contest mensile, cioè inscenando la visione principalmente in modo pertinente a un certo tema: abisso.
A te libera interpretazione, ovviamente, anche delle dinamiche con cui essa ti appare. Si tratta, ad ogni modo, di un semplice spunto narrativo che ti lancio. Sta a te sfruttarlo al meglio.

Appena dopo questa fugace visione, che si manifesterà come preferisci, dall'acqua esce una figura luminescente, che ho descritto nel post - nelle mie intenzioni è una roba abbastanza creepy. Le sue intenzioni non sembrano essere ostili - ma fino a un certo punto. Ti fa una proposta, rimanendo immobile al centro della polla.
Puoi rispondere direttamente qui, oppure possiamo gestire un breve dialogo scrivendo le battute via confronto - come se più comoda tu.

Per ogni necessità, domanda nel topic! (:

 
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wlallis
view post Posted on 18/11/2014, 19:48




nellamiaombra



Il nero velo, la notte, ormai è sopraggiunto.
Ma la tenebra di per se non spaventa la ragazza, semmai è l’ignoto a farlo. I passi irregolari lasciano dietro di se orme altrettanto irregolari mentre la temperatura si fa più sostenibile, tanto che l’acqua torna ad uno stato mobile. Un’acqua che riflette una luce di non chiara provenienza, ecco invece un apparente non-senso: Infatti ella è spaventata dalla luce, anzi, pare spaventata da quell'acqua che pare trattenerla al suo interno. Decide comunque di non tornare indietro, conscia di aver raggiunto un punto in cui per avanzare era necessario correre qualche rischio.

Sei vicina al tuo posto ora” sono queste le parole che risuonano nella mente dell’inumana, mentre ogni suo senso è in allerta, pronto a carpire il più minimo mutamento nell'area o il più flebile suono.
Ogni suo passo genera un ovattato “ploff” perfettamente udibile in quel silenzio innaturale. Le ali ancora sono presenti sulla sua schiena; Appena ora si rende conto che forse non è appropriato e, come giunge a questa conclusione, esse scompaiono.
Un desiderio celato però accompagna ogni suo passo, il desiderio di toccare quella luce che la spaventa, quella stessa acqua che un tempo imprigionò un’altra luce. La sua stessa essenza.

«Si si, fidati della luce e seguila. Mi raccomando.» Ridacchia l’invisibile figura che segue la ragazza. La quale un tempo commise l’errore di fidarsi di una luce e caro ne pagò il prezzo.

«Smettila Aerinna.» Risponde telepaticamente. Seguendo la luce e addentrandosi di più nella tenebra.
Finalmente la ragazza giunge al piccolo lago luminoso. Quale crudele scherzo del destino per colei che di luce è composta e in un lago fu imprigionata.

Ammaliata osserva il cristallino specchio dei suoi timori. Come se una sirena la chiamasse, ella si avvicina senza spostare nemmeno per un secondo lo sguardo. Un eco lontano suona ancora nella sua mente: “al tuo posto...”.
Attirata da esso, se non fosse stato per il loro riflesso, nemmeno avrebbe notato le tre aperture oltre al liquido specchio.

«Non è questo il mio posto» sussurra… come se usare quella voce rendesse il tutto più vero. Quella voce così distante da quella dei suoi pensieri. Quella voce innaturale che genera eco nell'oblio della sua mente.

Ed eccola sull'orlo dell’abisso, il quale placido riflette i segni mistici delle pareti.
Aerinna si china vicino a lei, un leggero brivido viene percepito dalla dama di marmo nel vedere i loro volti così simili. Un brivido che diventa sempre più lontano mentre il volto di Aerinna scompare dallo specchio.
Una goccia luminosa scappa ad uno dei simboli sulle pareti e cade al centro esatto del lago, laddove la profondità sembra maggiore, generando svariati cerchi attorno a se. La goccia cadendo genera riflesso dei terrori della ragazza, creando il puro oblio. La morte.
Ma la morte, per quanto distante, è sempre vicina. Il vero abisso è l’eternità. La morte, che infondo è solo una fine, scompare anch'essa lasciando spazio ad una morte che non è ammantata, una morte rappresentata da una prigione. Una madre ben più tenebrosa per tutti i figli della vita, una madre che priva della possibilità di vivere ma anche di quella di morire. La morte di ogni possibilità, anche della speranza. Ricompare ora la figura di Aerinna, essa però è differente. Il volto è deformato dal terrore mentre dei lunghi tentacoli di tenebra la avvolgono trascinandola verso il basso, un infinità profondità nella quale lei è destinata a venire trascinata.
La visione muta. Non è più il terrore della ragazza a riflettersi è il terrore di qualcun altro, l’infinita voragine buia, il terrore di Aerinna. Di botto la voragine si richiude tornando immobile specchio. La ragazza sbatte ripetute volte le palpebre stupita, nemmeno il tempo di razionalizzare l’accaduto che l’acqua si increspa lasciando spazio ad eventi certo più tangibili.
L’acqua si fa più luminosa, il terrore cresce mentre questa rapidamente perde questa sua proprietà. Forse è più corretto dire che perde la sua stessa natura, comportandosi più come uno sciame il quale, fondendosi, genera una terrificante figura. Prima che essa appaia del tutto però la ragazza si rizza sulla schiena per non ritrovarselo in faccia.

«Sii gentile, dolce viandante» supplica con più voci che si fondono insieme in un innaturale coro.
«Raccontaci una storia, e lasciaci un dono. Sii generosa e io ti mostrerò la via» prosegue con una voce ben più aliena di quella della ragazza. Nonostante ciò la figura però non pare essere malvagia, per quanto le sue intenzioni siano ignote.

Ella dal canto suo, ancora confusa dalla visione, reagisce molto stupita. Un inchino indeciso rivolto alla creatura. O forse alle creature. Fortunatamente lo stupore e la confusione attecchiscono poco nel suo animo e certo non le sfugge l’uso del plurale ne l’unione di più linguaggi. Che si tratti di tre persone distinte? Pensa osservando le paia d’occhi e ripensando poi alle vie.

«Vi prego di accettare le mie scuse, non ho niente con me.» Risponde in un tentativo di tono pacato. Riflettendo ancora attentamente sulle loro parole. Doni da lasciare non ne ha sicuramente. Non di materiali quanto meno.
«Inoltre, mentre la vostra esperienza con le parole pare molto elevata io sono poco abituata a utilizzare la voce. Spero di non offendervi nel comunicare con voi senza l’utilizzo di essa » Essa infatti, nonostante gli sforzi, non riesce ancora a padroneggiare quel mezzo che sono le corde vocali. Il discorso infatti da ora in poi verrà effettuato telepaticamente verso tutti i presenti, indipendentemente da quanti essi siano.

«Accettò molto volentieri di raccontarvi la storia, anzi, visto i magri doni che posso offrire non ve ne racconterò solo una, bensì tre. Sperando ovviamente di non annoiarvi, in qualsiasi istante potrete interrompermi, non mi sentirò offesa.» La voce mentale è assolutamente differente da quella da poco udita, il dettaglio più lampante è però la comparsa di un tono il quale appare gentile, come richiesto infondo.

«Vorrei anche presentarmi, io sono Aerym. Sarò lieta di donarvi il mio tempo. Raccontarvi una storia. E seguire la via che voi mi indicherete, se desidererete farlo - Un gran sorriso si spalanca ora - Prendendo spunto dagli aggettivi che avete richiesto alla mia persona, vi narrerò di tre dame. Una dama gentile. Una dama dolce. Una dama generosa. Sempre prendendo spunto dalle vostre parole una di loro portò doni a tutti, una storia ed esperienza, una perse la via ma la ritrovò.»

Inizia ora il racconto con voce melodiosa, leggermente cantilenante come se questa fosse null'altro che una favola della buona notte, infondo vista l’ora nulla di più appropriato.

“In un tempo distante un antico segreto fu celato al mondo. Ma il segreto era troppo grande per essere semplicemente nascosto ed allora il concetto stesso di esso venne cancellato. Poco prima che ciò avvenisse v’era una gentile dama senza nome. La fanciulla non aveva ancora una storia degna di esser raccontata ma la desiderava più di ogni altra cosa. Il suo animo era puro, gentile e fantasioso. Quando si sposò e fece figli decise di fare la balia, ella amava i bambini. La sua fantasia era tale che a tutti narrava storie incredibili. Sentiva in parte suoi quei bambini che aveva nutrito, quello che purtroppo non sentiva sua era quella vita.
Lei infatti desiderava vivere nelle sue storie. Quando suo figlio fu grande a sufficienza partì con la famiglia per un viaggio, decisa a vivere mirabolanti esperienze, fortunatamente fu appoggiata dal marito che l’amava profondamente. La storia era ancora da scrivere e con loro la scrisse. Andò in un luogo lontano conobbe molta gente… ma prima di poter finire di narrare questa storia, il concetto venne cancellato ed ella scomparve con quella storia ancora da completare.”



«Che storia banale! Anzi non è nemmeno una storia. E la ragazza non è nemmeno gentile!» Esordisce Aerinna ridacchiando e sedendosi alle spalle di Aerym.
In effetti la prima storia non è stata un granché, ma la poverina è stata presa un po’ contropiede. Fatto sta che con molta attenzione ha osservato la creatura, per vedere la reazione alle parole “Storia” e “dolce”.
Aerym, comunque, ignora completamente la ragazza e durante la leggera pausa tra un racconto e l’altro si concentra per comprendere meglio lo strano utilizzo di quelle parole “Storia, Dono, Via” sono tre come le vie, tre come gli aggettivi richiesti, tre come potenzialmente sono le creature. Ma dov'è la chiave? Che la via sia in realtà la voragine da cui sono comparsi? Questa più che una supposizione è un timore. Quella visione forse voleva dire qualcosa?

La pausa finisce e la seconda storia ha inizio.

“In un tempo distante un antico segreto fu celato al mondo. Ma il segreto era troppo grande per essere semplicemente nascosto ed allora il concetto stesso di esso venne cancellato. Poco prima che ciò avvenisse una dama dolce. Forse un po’ vittima dell’amore, ammaliata da un giovane uomo scappo di casa. Quest’uomo non si dimostrò ciò che sembrava e trattò molto male la ragazza. Essa però ne era innamorata, e si convinse di poterlo cambiare. Non ce la fece. Un giorno, venne picchiata e lasciata per strada, dove fu raccolta da un altro uomo il quale, Senza nemmeno conoscerla, la prese con se per qualche notte, accudendola come mai avrebbe immaginato. Grazie a quell'uomo dall'animo altruista ella comprese meglio se stessa. Comprese infatti che la dolcezza d’animo risiedeva in lei, ma che si esprimeva in unico modo, e ciò era sbagliato. Lei per anni vagò, offrendo a chi necessitava il suo aiuto e le sue dolci premure. In questo lasso di tempo fece anche visita ai suoi genitori i quali ormai temevano che non l’avrebbero più vista. A loro raccontò la sua storia svelando anche di essersi messa alla ricerca del misterioso ragazzo che l’aveva salvata. Loro nelle loro possibilità la aiutarono nelle ricerche, arrivando anche a chiedere la via al visionario di una città vicina. Alla fine, gli sforzi furono ripagati grazie allo stesso visionario che svelò il posto in cui l’uomo risiedeva. Ella andò allora da lui il quale, però, stava piangendo la recente morte della moglie. Lei vide perciò la possibilità di ricambiare il favore fatto e gli stette vicino, consolandolo e amandolo in silenzio. Passarono ancora molti anni ma, alla fine, quando il cuore di lui fu guarito dalla dolcezza di lei, ammise il suo amore. Con lui ebbe una vita felice, i loro figli crebbero in salute. Ma quando questo concetto fu cancellato lei scomparve con loro e con lei scomparve anche colui che le aveva mostrato la via.”



«Un po’ di allegria no?» Chiede ora l’invisibile.
Ma Aerym di nuovo la ignora. Sta cercando di ottenere tempo, ma non riesce nemmeno più a comprendere a quale fine. Ormai si limita a sperare di non ritrovarsi in una brutta situazione. Certo potrebbe tornare indietro, ma, visto il luogo, qualcosa le suggerisce che solo una è la strada che lei può percorrere.
Di nuovo è stata attenta alla reazione alle parole.

Così anche l'ultima storia si appresta a cominciare. Il solito inizio... Una simile fine.

“In un tempo distante un antico segreto fu celato al mondo. Ma il segreto era troppo grande per essere semplicemente nascosto ed allora il concetto stesso di esso venne cancellato. Poco prima che ciò avvenisse una dama dall'animo generoso viveva in esso ed in esso soltanto. Ella era una madre amorevole ed una moglie paziente. Ella era talmente altruista che da molti veniva definita stupida. Lei infatti, nonostante potesse avere molto di più, almeno secondo il giudizio altrui, accettò di vivere una vita semplice fatta di sacrifici e piccole gioie. Ella era non solo dama di grande bellezza ed intelligenza ma anche esperta nelle arti magiche. Ella però non desiderava potere o gloria ma solo di poter rendere felici gli altri come aveva avuto lei la possibilità. Ciò la portò ad impegnarsi con un uomo non ricco ma buono, e con lui vivere una vita felice. Ella sfrutto le sue capacità magiche per far vivere felicemente come lei anche tutto il villaggio dell’uomo, insieme con i figli che con lui aveva avuto. Fino all'ultimo giorno ella si prodigò per aiutare tutti coloro che ne avevano bisogno, portando di villaggio in villaggio i suoi doni. Quando il concetto fu cancellato però, ella scomparve e con lei i suoi doni. “



Un attimo di pausa segue l’ultimo racconto e nessuna parola viene pronunciata da Aerinna la quale ormai ascolta curiosa.

«Dunque. Ora vi ho raccontato tre storie che spero non vi abbiano annoiato. – Un sorriso accompagna queste parole. – Non avendo doni materiali, spero che come dono accetterete un passatempo, un indovinello.»
Osserva attenta il volto della bestia, cercando di comprendere le sue emozioni.

«Non ci credo. Un indovinello? Qualcosa di meno banale per salvarti la pelle non l’hai trovata?» sbuffa Aerinna.
Aerym però non è stupida, ed è stata molto attenta. Ella voleva solo comprendere se quello della bestia fosse un indovinello, infatti presta molta attenzione alla di lui reazione a quella parola.

«Come avrete notato le storie sono legate. Esse sono legate da un segreto che viene cancellato, per segreto si intende un concetto che però non ho potuto nominare o sennò non ci sarebbe stato l’indovinello. Dunque l’indovinello è il seguente: Quali sono i segreti? – Un secondo di pausa – Ma vi darò un indizio. Se fosse stato cancellato per primo il segreto dell’ultima storia non vi sarebbe stata necessità di narrare le altre.»


E vada per il confronto se è possibile :)


Edited by wlallis - 18/11/2014, 21:15
 
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view post Posted on 20/11/2014, 17:22
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Nella mia ombra
III


La figura demoniaca restò ad ascoltare in perfetto silenzio, incantate e sbigottita. Quando Aerys finì di parlare, la creatura d'acqua chinò appena il capo. Quell'essere della superficie era riuscito a sorprenderla.
   Gli altri viandanti giunti fin lì, in un passato molto lontano, si erano tutti - o quasi - limitati al narrare con parole altisonandi la storia del loro viaggio, lasciando agli Abissi qualcosa che di insignificante o inutile. E in cambio loro avevano sempre rivelato due delle tre vie che dalla polla serpeggiavano nel sottosuolo, una per la storia e una per il dono, lasciando una terza via nel mistero. Eppure la ragazza di luce era uscita dagli schemi, sorprendendo il demone.
   Anche lui scelse quindi di fare qualcosa di imprevisto. Un'iniziativa che gli altri non apprezzarono molto, ma che portò fino in fondo.
   «Non risolveremo subito questo indovinello, poiché non hai nulla da lasciarci qui, come ricordo. Questo dovrà bastarci per altre ere» rispose, mentre dall'acqua attorno a lei affioravano oggetti tra i più disparati: un cannocchiale, alcune armi, libri, denaro, vesti, pietre, teste. Vorticarono per qualche istante e si inabissarono di nuovo.
   «Ci hai raccontato ben tre storie, ma non ci hai donato nulla. Ed ecco ciò che io dirò a te» continuò, ritirandosi un poco e stendendo la mano verso l'apertura a sinistra.
   «Dì la si torna nel mondo luminoso: per una via angusta si giunge a quel che voi chiamate oceano» dichiarò, indicando poi la galleria a destra. «In quella direzione si giunge a sud, passando per l'oscura città degli elfi» aggiunse, per poi continuare «Mentre di là...» Sorrise. Aveva già dato la ricompensa per le storie, ma ora doveva punirla per ciò che non aveva fatto. «Scoprilo tu».
   «Oppure - soggiunse infine, quando sembrava aver concluso - puoi restare con noi. Ti condurrò negli abissi, e se vuoi potrai scendere. Ancora più giù». La creatura indicò in basso, laddove l'acqua si faceva scura e vorticosa. Era quella la ricompensa per l'indovinello.


Ho apprezzato l'iniziativa che hai preso: se avessi raccontato qualcosa e donato qualcosa alla creatura, quella ti avrebbe rivelato due vie su tre. Ma sei uscita dagli schemi, raccontando tre storie e lasciando un indovinello. E anche la ricompensa è cambiata (in meglio o in peggio?).
Quella che sei chiamata a prendere è una decisione come un'altra. Ora, se vuoi, puoi dialogare con la creatura. Gestiamo il discorso via confronto, se vuoi aggiungere qualcosa e ti aspetti una risposta. Altrimenti puoi postare direttamente! (:

 
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wlallis
view post Posted on 24/11/2014, 07:02




nellamiaombra



Notando il silenzio della creatura ed interpretandolo come interessamento, la ragazza si rilassa un po’.
È un attimo soltanto quello che la separa dal responso, un attimo incredibilmente lungo certo; Gli occhi, come sempre inespressivi, si spalancano lasciando intuire la totale attenzione per le parole che seguiranno.

« Non risolveremo subito questo indovinello, poiché non hai nulla da lasciarci qui, come ricordo. Questo dovrà bastarci per altre ere » Risponde infine la creatura.
La ragazza non può non notare l’utilizzo di “Ere” il quale le fa chiedere se, infondo, quell’indovinello non fosse un po’ troppo semplice. Forse c’è un nesso tra tutte queste parole, un nesso che le sfugge.

« Stai attenta. Potrebbe vendicarsi. » è questo il monito dell’immaginaria creatura.
”Vendicarsi? E vendicarsi di cosa?” Si chiede la ragazza mentre la risposta echeggia nella sua mente “Nulla da lasciare…” qualcosa di diverso dal nulla… qualcosa di materiale è ciò che vogliono. Ormai è tardi, doveva pensarci prima. Se sopravvivrà forse lascerà qualcosa, purtroppo però con se non ha niente. Quantomeno, niente che possa valere il prezzo della sua vita. Con un po’ di ansia nel petto inizia a riflettere, mentre antichi oggetti ed antichi corpi emergono. “Teste?– Pensa intimorita –Che siano gli sprovveduti che come me hanno intrapreso quel viaggio…?

« Quale sarà la tua fine? » Sibila, leggermente divertita, Aerinna.

« Inizio a chiedermi se il tuo intento sia davvero morire. Lo sai che c’è il rischio che per me non cambi nulla. » Risponde mentalmente Aerym, infondo la maledizione di cui porta il peso non è chiara a nessuna delle due.
Rapidamente osserva ciò che ha attorno: nulla, esclusion fatta per il laghetto, pare essere mutato. Anche i simboli mistici sono ancora al loro posto, fruga nella sua memoria per riconoscerli, ma è inutile.

«Ci hai raccontato ben tre storie, ma non ci hai donato nulla. Ed ecco ciò che io dirò a te» Di nuovo nulla, questa volta pare anche aver sottolineato la parola… Forse è stato un errore ben più grande del previsto cercare di donare loro qualcosa di meglio, forse doveva limitarsi a lasciare qualcosa, il suo mantello ad esempio? La borraccia o… Comunque niente di degno da scambiare con la sua vita. La curiosità su quale era il giusto pegno pende come una spada di Damocle, poiché in questo momento la sua peggior nemica potrebbe essere proprio la curiosità.

« Io non sono dalla parte di nessuno, ma certo non voglio la tua morte. Mi sto solo divertendo un po’. Sei tu che mi hai resa così infondo. » Il tono di Aerinna è un misto di saccenteria e rancore, ma pare onesta, anche se l’unica a poter giudicare ciò è Aerym. Ormai è sempre più chiaro che persino il suo famiglio è del tutto all’oscuro di questi dialoghi; Il quale, tra l’altro, pare essersi disperso chissà dove all’interno della caverna.

« Nero! » Esplode mentalmente per richiamarlo. I discorsi si sovrappongono, la ragazza è disorientata. Che sia questa l’intenzione di Aerinna? Il caos si impadronisce della sua mente, mentre il corpo, inutile involucro, resta impassibile.

«Dì la si torna nel mondo luminoso: per una via angusta si giunge a quel che voi chiamate oceano» Quella via portava all’oceano? Chissà come lo chiamano loro… un po’ di curiosità c’è, di nuovo quella curiosità. Dannazione. “Non chiedere” si impone mentalmente.

« Guarda che la curiosità non è un male. » Dice colei che la curiosità l’aveva pagata a caro anzi, carissimo, prezzo.

« In quella direzione si giunge a sud, passando per l'oscura città degli elfi» aggiunse, per poi continuare «Mentre di là...» Sorrise. «Scoprilo tu». Ecco se c’era una cosa che non voleva fare era scoprire lei cosa si celava oltre quella via, quel “scoprilo tu” le suona tanto di “verrai punita per la tua curiosità.” No no, meglio evitare.

« Okay, dipende da che curiosità. Su quest’ultima sono d’accordo con te. » Continua Aerinna in sincrono con la bestia ed in risposta ai pensieri di Aerym.

« Eravamo d’accordo. Tu non ti intrufoli nella mia mente e io ti parlo a voce. » Ribatte scocciata rivolgendosi solo a lei.

« Beh ma non mi stai parlando a voce! » conclude offesa. Ed in effetti ha ragione, però la situazione non è delle più rosee. Aerym decide che non è momento di intestardirsi e tenta di mantenere la concentrazione sul breve dialogo con la bestia. La ragazza però non pare darle pace, come se diventasse più fastidiosa man mano che lo stress dell’altra sale. Forse è proprio così.

« Oppure - soggiunse infine, quando sembrava aver concluso - puoi restare con noi. Ti condurrò negli abissi, e se vuoi potrai scendere. Ancora più giù»
Oh cielo, questo sicuramente no.” Il terrore lentamente prende forma. Inesorabile. La proposta la terrorizza.
Chiude gli occhi per due secondi esatti. I discorsi nella sua mente sono troppi, deve riordinarli.
Aerinna nel mentre inizia a levitare, innalzandosi di circa un metro dal pavimento umido. Nei due secondi che l’altra chiude gli occhi questa le si avvicina di più chinandosi ad angolo retto alle sue spalle.

« È quello il tuo posto. » le sussurra all’orecchio, la faccia delle due ragazze è alla stessa altezza; Se qualcuno potesse vederle… vedrebbe due gemelle. "Non voglio" è il pensiero dell’altra, ma le parole che escono sono ben altre. Come se quelle parole udite solo da lei avessero il potere di influenzarla. Forse è solo la confusione del momento, la curiosità che finalmente è stata approvata a chiare parole, una curiosità pericolosa. Ma infondo, cosa non è pericoloso? Non sa dov’è, non sa dove sta andando… Tanto vale fidarsi delle parole di chi l’ha condotta fin qui. O è forse una mossa stupida? Il peso del dubbio. Infondo Aerinna ha solo ragioni per odiarla. Però la vita è anche la sua. “Taci, Taci, Taci!” urla nella sua mente nel disperato tentativo di sovrastare le parole dell’altra.

« Dunque, erano quattro le opzioni. » Dice con un abbozzo di sorriso compiaciuto, il suo timore aveva fondamento. Le parole sono molto lente, distratte, sta tentando di ottenere tempo per riflettere e riordinare le idee.

« Quale scegli? E comunque, sono cinque. Puoi sempre tentare la fuga. » Aggiunge Aerinna ridendo. “Taci, Taci.

« Scelgo la quarta. – Un altro attimo di pausa titubante. La visione avuta poco prima è ancora chiara nella sua mente. Aerinna tace, finalmente, mentre l’abisso pare chiamarle entrambe. – Verrò nell'abisso. » L’ombra di una luce. Il nero oblio.

« Questo sarà il nostro posto. » sibila mentalmente ad Aerinna, sta per afferrare la mano della bestia, ma un sorriso compiaciuto si materializza troppo presto sul volto della dama a colori. Un sorriso che risuona come un campanello d’allarme.

« Dopo potrò tornare indietro? » Chiede esprimendo il suo vero timore: La prigionia. La visione ora impregna i suoi pensieri. Rallentandoli, oscurandoli, confondendoli. La mano si blocca a mezz’aria a forse 20 centimetri da quella della creatura. Immobile.

« Non riesci a fidarti, eh? Hai paura che lui sia come te? In caso, tranquilla, non è così. Lui non si nasconde dietro false apparenze. » Le parole cariche d’odio sono usate come armi nei confronti della ragazza di marmo. Solo lei può udirle. Solo lei che vorrebbe silenzio nella mente, anche solo per un istante. “Taci! Taci! Taci!

« Dipende solo da te. Cosa desideri, cosa cerchi? » Un brivido, un brutto presentimento. Che sia frutto solo della sua mente? Improbabile. Aerinna riprende a parlare.

« Già cosa cerchi? Cosa desideri? Io lo so, ma tu invece? » La conosce davvero? Sa veramente cosa cerca e desidera? Lo sa davvero?

« Ammetto il mio egoismo, il mio desiderio altro non è che la mia libertà » Ribatte con tono sicuro.

« Bugiarda. – Sta gridando – Sei davvero così cieca? » Lei sa. Lei sa quello che è precluso a Aerym, lei conosce il suo passato ma non può farne parola poiché lei stessa non può nemmeno concepirlo, quel passato lontano, tanto da non avere nemmeno un tempo, che le è stato rubato.

« Saresti la prima a sapere. Ma forse non a raccontarlo » Oramai è ovvio, la non troppo velata minaccia lo sottolinea. Quella via è pericolosa. Egli, loro, ritraggono la mano. Quel gesto distrae la ragazza. Per concentrarsi su di lui e non ascoltare Aerinna stava osservando proprio quella mano, incantata, quando quella viene ritratta però il caos riprende il sopravvento. “Taci

« Per la mia ricerca è necessario il sapere. Non è necessario il divulgare Sarò onorata di scoprire ciò che vorrete dirmi o mostrarmi, se sarà vostro desiderio » Il tono è pacato mentre tenta di trasmettere la sua buona predisposizione d’animo. Inoltre, per quanto fosse una minaccia, la frase di prima un po' l'ha risollevata. Se lei è la prima a sapere... Quelle teste non avevano fatto la sua stessa scelta.
La situazione comunque non le appare bella.

« Bugiarda. » Sembra provare dolore nel dire queste parole. Non dovrebbe dirle e lo sa.

« Non sto mentendo! – Il tono è carico d’ira e di frustrazione. – Ti prego, fa silenzio » È una supplica quella che rivolge alla compagna di sorte. Il rumore nella sua mente è troppo, non riesce a pensare. Sta per cedere alla sua curiosità, il sottile crine che regge la spada di Damocle pare assottigliarsi.

« Spero la mia domanda non vi sembri troppo inopportuna. Qual è il vostro desiderio? » Chiede cercando sia merci di scambio e sia di saziare quella curiosità che, viva, si fa sentire nelle sue parole.

« La tua presenza qui è inopportuna. Ti abbiamo indicato le tre vie, e offerto una quarta, la più oscura di tutte. Non c’è altro da dire. E il mio compito qui è terminato » Aggiunge indispettito. La bestia abissale sta per andarsene, la ragazza si ritrova a dover agire di impulso. È spaventata, confusa e curiosa.

« Vi seguirò, chiedo perdono. Sono solo spaventata. » Risponde con tutta l’onestà possibile. Sperando che almeno su questo Aerinna non abbia niente da dire. In realtà, non ci spera nemmeno, sa bene che non sarà così.

« Bugiarda. – Prosegue – almeno però hai smesso con questo inutile dialogo » “taci” pensa soltanto mentre afferra la mano che le viene nuovamente allungata. Nemmeno si rende conto di come appaia al tatto. È in uno stato confusionale mentre quella la conduce verso l’abisso.

« Ti sei dimenticata vero che ora hai bisogno di respirare? » “Oh. Maledizione” La guarda terrorizzata, ma è troppo tardi. Si sta immergendo nelle fredde acque, acque del mistero, acque che la condurranno chi sa dove, acque che spera non la portino alla morte.
 
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view post Posted on 26/11/2014, 20:51
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Nella mia ombra
IV


E così Aerys venne trascinata rapidamente giù per la stretta gola, verso gli abissi. Fu la creatura a portarla con se, tenendola stretta per un braccio. Dal bacino in giù essa somigliava a un'enorme piovra. Ma la ragazza di luce non aveva davvero bisogno che la mostruosità senza nome la accompagnasse. I suoi movimenti, probabilmente grazie alla sola presenza della creatura, non erano goffi e lenti come avrebbero dovuto essere sotto il pelo dell'acqua; questo le avrebbe permesso di nuotare con grande rapidità, fintanto che fosse rimasta al suo fianco. Il demone rischiarò il breve tragitto con la sua flebile luminescenza verdazzurra.
   Il tunnel sfociò in un abisso sconfinato: impossibile definirne la grandezza, poiché probabilmente nemmeno la luce più intensa sarebbe riuscita ad illuminarlo tutto. Poteva trattarsi un enorme bacino sotterraneo, ma anche lo stesso oceano di Zar che aveva scavato nella roccia del Samarbethe. Impossibile riconoscerlo dal sapore dell'acqua che, per qualche strano incantesimo, non poteva nemmeno entrare nella bocca di Aerys.
   I due risalirono quindi verso l'alto, e dopo qualche istante riaffiorarono.
   Aerys si trovò in una caverna simile alla piccola grotta da dov'era partita, ma tanto vasta da sembrare sconfinata. Anch'essa era illuminata dai rigagnoli luminescenti che scorrevano sulle pareti. Una penisola di roccia, dalla parete, si protendeva verso il centro dell'enorme lago: molti torrentelli la percorrevano, creando simboli mistici e luminosi. Dalla parte opposta ad essa invece sorgeva un'isola, o meglio, un vero e proprio colle di pietra scura e liscia, abbastanza grande da ospitare un castello.
   A quel punto mostro dai sei occhi scomparve senza proferir parola, lasciandola sulla spiaggia rocciosa della penisola. Rimase sola, ma per poco.
   All'improvviso, dall'acqua a una dozzina di metri da lei, affiorò una bestia marina grande il doppio di un uomo e lunga quanto una piccola barca. Essa si issò sullo strato roccioso con le grosse pinne artigliate, aiutandosi con la lunga e possente coda serpentina. Fissò la ragazza dal profondo delle sue sei orbite, brillanti e maligne. La sua schiena pareva ricoperta di placche ossee scure, sovrapposte come una corazza in modo simile a quelle di un insetto.
   Spalancò le fauci, mentre dei tentacoli che sbucavano dal suo ventre si contorcevano per lo sforzo, ed il colpo partì dalla sua bocca con un tuono fragoroso.


Ti ho già messa alla prova, e in questo post ho deciso di passare, finalmente, all'azione. Scusa per la qualità del mio intervento.

Raggiungi un antro sotterraneo immenso, che ospita una sorta di lago. La forma è più o meno circolare: c'è una parte che affiora dall'acqua come una penisola (quella su cui ti trovi tu), e un isola emersa dalla parte opposta, che ha una forma pressappoco semisferica. Vieni abbandonata lì. ma non per molto. Una bestia marina striscia fuori dall'acqua e ti attacca!

L'attacco vale come una tecnica magica di potenza Alta, che provoca danno al fisico se non difesa. Si tratta, in pratica, di una potente onda d'urto sotto forma di proiettile. Reagisci come credi all'attacco, rispondendo direttamente qui! (:

 
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