Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Julie~, [Contest Novembre 2014 - Dubbio]

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Ramat~
view post Posted on 16/11/2014, 12:49




ul72EnV



Je n’ai pas peur de la route
Faudrait voir, faut qu’on y goûte
Des méandres au creux des reins
Et tout ira bien là
Le vent nous portera



« Tesoro sei stata magnifica come sempre! »
Julie si limitò a un breve cenno di assenso, un appena percettibile movimento della testa davanti lo specchio. Non sbatte' neanche le palpebre.
La stanza era illuminata da decine di lampade appese lungo i muri ed al soffitto e molto vicine l'una all'altra, decine di occhi caldi e soffocanti che non lasciavano vie di fuga.
Il proprietario del locale continuava a biascicare complimenti e promesse di un futuro luminoso ma Julie aveva smesso di ascoltarlo da almeno cinque minuti.
I suoi occhi si muovevano freneticamente dalla sua figura allo specchio, alla figura impacciata e sudaticcia che parlava, e parlava, e parlava...ed alla finestra che scandiva ogni cosa col ticchettare della pioggia. La pioggia...
Il calore dei locali si era trasformato in una prigione, un'accogliente prigione dove le era concesso di essere tutto quello che il suo pubblico voleva.
La pelliccia attorno al collo le sembrava un collare, il palcoscenico una gabbia senza sbarre. Lei era solo l'animale interessante e fuori posto da andare a vedere ogni sera, con cui intrattenersi fingendo di provare qualcosa.
E così ogni giorno, per troppi anni.
La pioggia invece le ricordava i giorni della libertà, i giorni dell'elemosina ai bordi delle strade, povera ma se' stessa.
« George, lasciami sola per favore. » disse allontanando con un gesto distratto della mano l'uomo.
Ultimi complimenti, un inchino di circostanza, la buonanotte.
Mi chiedo - pensò Julie - se il mio spettacolo finisca veramente quando cala il sipario.
Si versò con gesto meccanico del vino rosso riempiendo il bicchiere fino all'orlo; bevve lentamente, battendo nervosamente le dita della mano libera sul tavolo.
Stette ad osservare la sua immagine in silenzio per un po' prima di aprire il suo cassetto. All'interno c'erano vari fogli messi alla rinfusa; erano piccole poesie che aveva scritto durante il poco tempo libero.
Quando le aveva fatte vedere al suo proprietario le era stato detto in risposta « Julie, cara Julie... una persona con il tuo talento non dovrebbe certo perdere tempo con queste schifezze da scansafatiche.»
Le sfogliò velocemente una dopo l'altra lasciandole svolazzare fino a terra una volta lette.
«NO! NO! NOOOO!...no..»
Ad ogni urlo era seguito un pugno allo specchio, sempre più forte.
La mano stringeva ancora in mano una poesia ormai imbrattata di rosso e rovinata dalle schegge.
« Non è la vita che volevo, non è la vita che volevo...dannazione, DANNAZIONE!»
Vedeva il suo volto riflesso nei frammenti dello specchio, solo il vetro non mentiva, lì era autentica, lì smetteva di essere un pupazzo.
Tutta la sua vita in uno specchio, una vita fragile come il vetro.
E solo allora si chiese se avesse potuto fare diversamente.
Fu allora che lo specchio rispose per lei.






« FriedinooOO, jefe, jefe, JEFEE »
Dolores scalpita come un elefante imbizzarrito per il corridoio. Sbraita cosi forte che probabilmente l'hanno sentita anche nel mondo dei vivi.
« Jefee?! Jefee? Puedo? »
Dolores è già dentro l'ufficio prima ancora che le venga detto .
Indossa un enorme vestito rosa schocking di seta piuttosto rovinato che la fa sembrare un confetto gigante vecchio parecchi secoli.
« Dolores...dimmi. » esclama Friedrich sbuffando; le sue quattro ossa fanno un suono simile a delle nacchere.
« Jefe, tiengo un caso de muerto muuuuuy speciale por tigo. Una chica, suicida, ballerina. Che ne dici jefe? Eh? Eh?! »
Dolores ha il brutto vizio di agitarsi troppo anche quando parla il che la fa sembrare grassa anche da morta.
« Oh, lasc.. »
BAM! Dolores lascia i documenti sulla scrivania e schizza fuori come un razzo facendo scricchiolare tutte le ossa del bacino. Come al solito non lascia mai il tempo di concludere nulla.
Fried indossa i suoi abiti da lavoro. Lunga tunica con cappuccio da Mietitore, falce poggiata sul muro e degli sgargianti occhiali da vista con montatura dorata che sembrano appena usciti da un negozio d'antiquariato. Due vite fa.
Scorre fra le dita ossute il catalogo di Julie Coivan, ballerina in uno dei tanti locali notturni del mondo degli uomini.
23 anni.....ottima salute...brava cantante e ballerina...hobby della poesia... orfana... suicida.
« Accidenti a lei, un curriculum quasi perfetto. Chissà che... »






All'arrivo di Friedrich il locale è praticamente vuoto. I pochi clienti che rimangono dormono come bambini, la puzza di alcol è fortissima.
Sotto gli abiti neri e tetri Fried indossa un completo lungo viola scuro, scarpe rosso acceso con tacchi da capogiro e una ridicola parrucca bionda. Lui dice " è meglio mettere il cliente a proprio agio in caso di necessità ", sarà...
Il pavimento del locale scricchiola sotto i passi pungenti dei tacchi del Mietitore risuonando piacevoli come un gesso sulla lavagna che riecheggia dentro una campana; fortunatamente il "viaggio" dura poco.
« Posso? Tesoro so che sei qui.»
Fried bussa un paio di volte. Nessuno risponde.
« Ehi, ci siamo passati tutti o ci passeremo insomma...»
La porta della stanza di Julie si apre lasciando scorgere una scena poco allegra. Il corpo della ragazza giace in un lago di sangue, il suo spirito seduto su una sedia a fissare in direzione di Friedrich. Ha ancora gli occhi rossi.
« Ch-CHI SEI?! Aiuto! Aiuto! »
« Ascolta tesoro » Fried si avvicina col passo più aggraziato possibile verso Julie, il massimo che gli concedono quei tacchi vertiginosi almeno « Sei morta. Lo so, lo so cosa stai pensando. Ci sono passato anch'io. Adesso calmati, andrà tutto bene, ok. Ecco, così. »
Il Mietitore allunga il dito ossuto verso lo spirito della ragazza; ne fa scorrere il dorso lungo il suo viso asciugando una lacrima spettrale.
« Io... io non so cosa ho fatto...non so cosa fare! Adesso ho perso tutto, anche...la vita che non desideravo.Tu...tu sei la Morte? Sei venuto a prendermi? »
« Oh, carissima tu mi...lusinghi ma no, non sono Lei, noi ci occupiamo solo del viaggio.»
Julie si ferma per un attimo e lascia un pezzo dello specchio che ancora stringeva la mani spettrali.
« V-viaggio? Per dove? Dove mi porterai? Cosa mi farai? Io..»
« Frena tesoro.» Fried si accende una sigaretta; l'odore è forte ed amaro, simile a quello sprigionata da qualcosa di putrescente che va in fiamme.



« Per questo abbiamo il tempo di un'intera vita. »



CITAZIONE
Note: dunque...il dubbio, il dubbio, il dubbio, di sicuro non è stato facile per me scrivere il mio primo contest su un "topic" di questo tipo, ma vabè, ci ho provato.
Il dubbio ha tre "PoV" ( per dirlo all'inglese, in italiano punti di vista ):
- Julie, il dubbio di aver vissuto una vita che non voleva
- Fried...e Voi lettori, perchè l'uno non sa che viaggio farà fare a Julie, voi di conseguenze non avrete un finale e rimarrete col dubbio.
Jefe significa capo in spagnolo, giusto per correttezza.
Non spero che vi sia piaciuto perchè è solo il primo, a me andava solo di scrivere e anche di presentare il personaggio in qualche modo. Alla prossima!

 
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