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Scarsità e Ricompensa, Contest Mensile Novembre: Giostra

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view post Posted on 24/11/2014, 13:18

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Scarsità e Ricompensa




Ci sono almeno un paio di concetti che un buon governante dovrebbe maneggiare bene. La biblioteca di Re Sigfried era una vera e propria collezione di manuali di strategia militare, agili libelli di tecnica politica, piccoli trattati sulla persuasione e manipolazione delle folle. Ho passato pomeriggi interi a memorizzare quelle nozioni che in bocca ad altri sarebbero apparse come patetiche ovvietà.
Ricompensa e scarsità sono, come vi ho già detto, due concetti fondamentali per maneggiare bene la “cosa politica”. Diciamola così: quanto più una ricompensa è alta, difficile da conquistare e relativamente preziosa tanto più chi la conquista sarà grato a chi l’ha offerta. Per questo tornei e idiozie simili sono tanto amati e frequentati sia da chi cerca un occasione sia da chi offre un profitto. Ho usato più volte questa stupefacente tecnica di manipolazione e fin ora non mi ha mai deluso …

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Le Sirene non sono affatto collaborative. Non sono interessate a niente che tu abbia da offrirgli, se mai dovessero volere qualcosa che possiedi allora faranno in modo di portarti sul loro lato del campo di battaglia e li fare di te ciò che desiderano. Ma c’è qualcosa che le Sirene hanno perso da tempo: le gambe. Molto tempo fa quegli esseri raccapriccianti potevano muoversi sulla terraferma come nell’acqua, sgusciavano via dalle loro dimore tra i flutti e camminavano nelle città portuali. Quello era il loro terreno di caccia: li seducevano gli uomini, li ammaliavano con le loro perverse arti magiche e poi li portavano a morire annegati nelle loro case non appena avevano avuto modo di riprodursi.
Saggiamente qualche mago pose fine a questa mattanza di marinai, bucanieri e mercanti maledicendo le Sirene e condensando la magia che permetteva loro di camminare una enorme pietra: l’Ombelico del Mare.
Astutamente l’Ombelico fu posto in una località irraggiungibile per chi possedesse sola un enorme pinna caudale e così almeno una parte del problema era da considerarsi risolto. Certo, ora i viaggi per mare avevano come costante l’incontro con qualche banco di quei sudici pesciacci lussuriosi ma bastava non cedere alle lusinghe e ai canti e non gettarsi tra i loro magnifici torsi di donna per evitare una brutta fine.
Col tempo qualcuno si dimenticò dei poteri infusi nella pietra, forse il mago che l’aveva ideata si era dimenticato di apporvi sopra una targa. Sta di fatto che qualcuno ebbe la felice idea di riciclarla e venderla sui banchi del mercato come pietra preziosa per tasche semivuote.
I frammenti dell’Ombelico affollarono il mondo senza che nessuno si accorgesse di ciò che erano in grado di fare ed uno di questi giunse in mano mia. Ora anche se piccolo un frammento è sufficiente a restituire la capacità di locomozione su gambe ad una singola sirena. Se per noi è qualcosa di davvero irrilevante per loro questo voleva dire moltissimo: una sirena in grado di viaggiare sulla terraferma poteva rapidamente scalare la gerarchia della sua comunità e diventare Matriarca senza tanti sforzi.
Avevo una necessità da soddisfare, una ricompensa preziosa da offrire al mio piano mancavano solo i concorrenti. Mi avvicinai sulla spiaggia e suonai il corno: un segnale voleva dire pericolo, due visitatori, tre urgente messaggio. Suonai tre volte.
Subito i flutti si fecero più grandi e in men che non si dica una legione di sirene fece capolino tra gli spruzzi di spuma di un mare innaturalmente agitato. Mi schiarii la gola, levai quello che sembrava un pezzo di vetro arrotondato e reso opaco dall’usura. Un singolo raggio di sole colpì la pietra azzurra e la gemma prese a emanare ondate di luce dello stesso colore; le creature accorse al mio richiamo iniziarono ad agitarsi riconoscendo la magia che l’animava.

«Ho un compito per una di voi, un compito che richiede la capacità di muoversi sia sulla terraferma che per mare …»


Attesi in modo che la tensione salisse al massimo.

«… questa pietra, questo frammento dell’Ombelico del Mare è la chiave per il successo della missione che voglio affidarvi. Non posso permettermi che cada nelle mani di un incompetente, perciò voglio che chi la riceverà dimostri di essere il migliore. »

Una delle sirene, la più anziana nuotò fino a riva. Il volto stravolto, le mani tese verso l’irraggiungibile e uno sguardo che se avesse potuto incendiare cose e persone mi avrebbe carbonizzato.

«Ah Matriarca quale onore. Non pensavo davvero di trovarvi qui, oggi. »


La vecchia sirena iniziò a strillare nella sua incomprensibile lingua, poi estrasse da sotto il pelo dell’acqua un piccolo tridente. Un fiotto di acqua salata eruttò dalla punta di mezzo della forza, creando un rivoletto navigabile che univa la spiaggia al mare. Tentava di avvicinarsi abbastanza per afferrarmi le caviglie e trascinarmi nel suo elemento. Mi limitai a fare un passo indietro.

«Abbiamo un concorrente!»

- strillai con finto entusiasmo -

«Una prova scadente, niente che possa dirsi all’altezza del premio ma è pur sempre un inizio!»


Mi avvicinai cautamente alla donna che nel frattempo schiumava di rabbia e mi malediva con irripetibili oscenità. Quando fu abbastanza vicino, improvvisamente le sferrai in calcio in pieno viso.
La vecchia ululando di dolore e rabbia si immerse nell’acqua e corse via lontano, in mezzo al gruppo cercando la protezione dei suoi.

«Oh suvvia abbiamo già la prima resa della giornata? Coraggio, coraggio chi vuole farsi avanti? »


Le urla di irritazione e rancore iniziarono a farsi sempre più forti. Più l’umore delle sirene peggiorava, più il mare si agitava. Stavo giocando con il fuoco, tutto quel baccano poteva risvegliare il Mostro e allora sarebbero stati momenti poco felici per tutti.

«A giudicare dal vostro entusiasmo direi che siete in molte ad ambire alla vittoria. Ma lasciate che vi spieghi le regole della competizione. Tra un attimo io priverò questa pietra dei suoi poteri lasciando solo una bava delle capacità originarie, quel tanto che basta a camminare dalla riva fino alla roccia da cui mi godrò lo spettacolo. »

Mi assicurai che tutti avessero compreso. Poi proseguii.

«Fatto ciò lancerò la gemma in mare e voi dovrete conquistarla lottando tra voi. Chi mi porterà il frammento e lo riporrà ai miei piedi sarà il vincitore. Che la buona sorte vi assista! E che vinca il migliore»

Con un gesto fluido scagliai la pietra al centro esatto della legione di sirene. Quello che accadde rischiò di dare il voltastomaco perfino a me. Le donne-pesce iniziarono a lottare furiosamente senza ritegno per età, rango o legami di famiglia. Morsi, graffi, codate erano solo l’aperitivo di quello che seguì.
Quando le più deboli furono costrette alla ritirata, le contendenti rimaste iniziarono ad estrarre le armi fino ad allora riposte. Ben presto il mare si colorò del tipico colore nerastro del loro sangue.
Qualcuna ricorsa a metodi non propriamente convenzionali usando al posto delle armi comuni sassi, rocce e frammenti di corallo presi dal fondale. Era uno spettacolo crudele e sanguinario ma non poteva andare diversamente. Dovevano desiderare quella gemma, dovevano essere pronte a tutto per ottenerla solo così si sarebbero distratte dall’inganno che le aspettava una volta giunte a riva.
Ci vollero ben sette ore di scontri per giungere alle due finaliste. Conoscevo entrambe, erano abbastanza famose nella loro comunità. I loro nomi erano Kalj e Frida. Fu’ un duello che Kadj condusse fin dai primi istanti, il che era scontato essendo la guardia del corpo della Matriarca. Frida si limitava ad incassare o al massimo ad evitare i colpi dell’avversaria assestando di tanto in tanto qualche offensiva riuscita. Peccato che fosse proprio la probabile sconfitta a possedere la gemma ben al sicuro nella bocca.
La disfida sembrava andare per le lunghe quando improvvisamente Frida urlando di dolore e umiliazione non gridò la sua resa. Trionfante Kadj afferrò la gemma che la compagna le offriva e si diresse verso riva.
Vidi il luccichio di una lama, gli occhi della guardia riempirsi di rammarico e la gola recisa gorgogliare.
Frida aveva solo finto una resa e le era sgusciata alle spalle mentre lei già si accingeva a raggiungere la spiaggia. Era stato semplice tagliarle la carotide mentre era tutta concentrata a immaginarsi con una paio di gambe.

«Credo che sia ora di proclamare la vincitrice …Vieni avanti, su, te lo sei meritato. »


Non appena le membra della donna sfiorarono la riva una luce trasformò la pinna caudale in un paio di seducenti gambe di donna. Lanciai il mio mantello nell’acqua per permetterle di coprirsi e attesi che deponesse il suo premio ai miei piedi. Fece come avevo detto, camminò fino alla roccia che avevo usato come sedile e posò il frammento ai miei piedi. Poi guardandomi con aria truce disse:

«Ho vinto umano. Ho dovuto uccidere le mie sorelle per vincere. Mantieni la tua promessa o io ucciderò te.»


«Povera, povera sciocca. Sai dove stai posando le tue bellissime gambe? Sulla mia Isola. Si mia. E sai cosa succede a chi mette piede nella mia isola? Diventa mio suddito. In ginocchio ora, avrai la tua dannata pietra ma prima dovrai giurarmi lealtà. »

Gli occhi della sirena si incendiarono, con un balzo provò ad attaccarmi me nello stesso istante il potere della pietra si esaurì trasformando le sue gambe in una coda inutile e pericolosamente impacciante. Le presi il volto delicatamente tra le dita, posai i miei occhi nei suoi e con dolcezza le sussurrai.

«Quando accetti di giocare mia cara dovresti poi ricordarti che disobbedire al padrone del gioco non è mai una cosa furba. Ora sii ragionevole e obbedisci. In fondo è un giorno di festa per te, sei la mia campionessa. Se la vincitrice della giostra che ho organizzato in onore del Re. E sai chi è il Re su quest’isola? Io, cara, io sono il Re.»



CITAZIONE
Note: Ho voluto sfruttare il contest mensile per introdurre un frammento di BG del mio nuovo PG. Spero che l'esperimento piaccia.

 
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