| Humean |
| | Il lupo perde il pelo... -È finita- pensai quando il corpo morto della guardia senza nome si accasciò al suolo. Il frastuono della battaglia si era dissipato, ed ora potevo sentire solo il pulsare del mio cuore ebbro di vita, affannoso, inarrestabile. I corvi, appollaiati trionfalmente sul cadavere del mio nemico, scuotevano le ali lucide e flessuose, evidentemente soddisfatti della loro opera macabra. Il guaire sommesso di Mantas però mi riportò subito alla realtà della cattedrale e dei suoi sfortunati ultimi abitanti. La sagoma scura di Tok, incurvato dalla fatica e abbrutito dal terrore, si stagliava sul fondale ancor più scuro dell'edificio, biascicando insensatezze: ai suoi piedi scorsi con sgomento il Lupo Nero,agonizzante, trascinarsi via e sparire nell'oscurità. Strinsi il pugnale insanguinato nella mano, fino a sbiancarmi le nocche. Dalla parte più profonda, più segreta della mia anima, sorse un moto d'ira dirompente, impetuoso, travolgente. Un torrente fino ad allora rimasto sotterraneo, che dopo lunghi anni di quiete all'improvviso si gonfiava, ruggiva, affiorava alla luce della coscienza; un fiume in piena che ruppe in pochi secondi i rigidi argini della mia mente. La corrente di quel fiume trascinava con sé un unico penetrante pensiero, netto, chiaro come il sole di mezzogiorno. Un pensiero che condividevo con la mia controparte.
Ti...Ammazzo Ti Ammazzo.
Sulla scena aberrante che seguì, non voglio spendere parole inutili: uno spettacolo penoso, di quelli che non meritano di essere visti. Men che meno narrati. Del resto, mentre Tok sacrificava il poco che restava del suo corpo e della sua psiche a chissà quali degenerati spiriti della Terra, io stesso ero assorbito piuttosto dalle mie macchinazioni su come rendere quella miserabile vita il più breve possibile. A poco a poco, il flusso dei pensieri tornò a scorrere calmo ed ordinato in me, mentre la furia cieca si trasformava in fredda e lucida determinazione ad uccidere. A metamorfosi compiuta, ebbi il discutibile privilegio di ammirare uno dei più folli scherzi che la natura, così fantasiosa, avesse potuto mai concepire: un gargoyle deforme, sproporzionato, metà carne e sangue, metà fredda e dura roccia. Ad un tratto, colpiti da un infausto presagio, i corvi spiccarono il volo simultaneamente, liberando la distanza che separava me e il mostro; solo un istante dopo l'onda d'urto emessa dal suo abnorme palmo mi investì in pieno, senza che avessi il tempo di escogitare qualcosa. Mi trovai al suolo, frastornato, inerme, mentre il gigantesco arto si stagliava su di me, pronto a colpire... lo vidi abbattersi contro la mia testa, mentre Tok esplodeva in una catena di risate isteriche che si accavallavano l'un l'altra, echeggiando nell'oscurità.
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Quando finalmente il pazzo si calmò, il silenzio tornò di nuovo sovrano del grande tempio e, qualcuno avrebbe giurato, per l'ultima volta. Fuori di sé dalla gioia, Tok trascinò via il suo braccio di roccia dal punto dell'impatto, intenzionato ad ammirare lo scempio del mio corpo. Che sorpresa, quando tra le macerie del selciato, non riuscì a scorgere nemmeno l'ombra del suo nemico! Il suo folle ghigno di trionfo si tramutò all'istante in un'espressione attonita e incredula, di una comicissima stupidità, che rendeva la sua figura gargantuesca ancora più ridicola. Prese a girare convulsamente la testa a destra e a sinistra, nel tentativo di individuare il ragazzino... ma scorse qualcosa di diverso nel buio, proprio davanti a lui. Una figura che conosceva fin troppo bene, la figura della bestia che lo aveva mutilato per sempre. Come un incubo che ritorna a tormentare la sua vittima rinnovandosi notte dopo notte, e lasciandole solo il tempo necessario per illudersi di averla scampata: così si stagliava nel buio, con quel ringhio basso e continuo, la sagoma slanciata del Lupo Nero. Con gli occhi dorati iniettati di sangue e le zanne scoperte, il famiglio teneva fisso lo sguardo sul suo bersaglio, mentre avanzava con passo lento e costante verso di esso. Nel frattempo, una bizzarra e lugubre armonia riempiva l'aria di vibrazioni. In un continuo crescendo, il ruggito della belva veniva a mano a mano affiancato da altri rumori: lo stormire di infinite ali, al quale si aggiungeva poco a poco un gracchiare senza sosta di invisibili cantori inumani. Quando il Lupo fu prossimo al suo antagonista, e il frastuono era semplicemente intollerabile, il ruggito sommesso si trasformò in un latrato furioso: solo a quel punto emersero dall'oscurità, tutti insieme, diverse decine di nerissimi volatili, che con sorprendente velocità e precisione diedero l'assalto al mostro di pietra, per travolgerlo come una nube temporalesca di penne nere. Il Lupo rimase fermo per qualche secondo, a fissare la scena, come se rimirasse compiaciuto lo spettacolo, prima di scagliarsi egli stesso nel nero caos, alla gola della sventurata sentinella. Ad una attenta osservazione, in effetti, si sarebbe potuto dire che quel lupo sembrava insolitamente umano, troppo umano...
Per ragioni stilistiche, volendo mantenere la spettacolarità della scena così come si presenterebbe agli occhi di un ignaro avversario, non l'ho scritto in maniera esplicita ON GDR, però ci tengo a sottolineare che il Lupo di questo post altro non è se non il mio PG in altra forma. Spero sia chiara la dinamica dell'azione
Energia residua: 60-10-10=40%
Stato fisico: Integrità:70%
Stato psicologico: Lucido, ma adirato
Passive del PG: Presenza Demoniaca(Passiva razziale), Passiva del talento (Evocatore), Sangue freddo (Passiva personale)
Attive utilizzate: Corpo d'Ombra(dal turno precedente), Servitori oscuri(dal turno precedente) x2Servitori oscuri (questo turno)
In Breve: Il mio PG viene colto impreparato dall'onda d'urto e viene quindi scagliato a terra, assorbendo un danno Medio. Tuttavia, grazie alla pergamena Corpo d'Ombra ancora attiva riesce a scampare il devastante attacco fisico, e approfitta della confusione per tramutarsi nel suo stesso lupo: con questa tattica spera di gettare il suo squilibrato avversario nella confusione e nel panico più totale, poiché il vero Lupo dovrebbe essere fuori gioco. Quindi, mentre in quella forma avanza verso il nemico, evoca una grande quantità di creature, che vanno ad aggiungersi a quelle evocate nel turno precedente: in totale ora sono in gioco 40-50 uccelli per un totale di 6 CS, che attaccano simultaneamente il nemico da ogni parte. Quindi lo stesso Viktor nella forma di lupo si getta nella mischia per sferrare il colpo di grazia col suo coltello alla gola del suo avversario.
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