Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Fetiales; ʤɛna

« Older   Newer »
  Share  
Drag.
view post Posted on 4/2/2015, 13:37






Il pirata camminava lentamente, percorrendo i vetusti corridoi verso il sancta sanctorum dell'immensa dimora di Saator.
Ogni metro percorso gli appesantiva sempre più il cuore, come se la prova che la misteriosa dama gli avesse proposto fosse una sfida tanto mentale quanto fisica. Se doveva dar credito a ciò che aveva letto, la marea della Tentatio stava per sferrare il suo colpo finale: l'onda avrebbe presto travolto ogni resistenza da parte dei suoi ciechi sacerdoti, e pensare che questa congiunzione mistica fosse avvenuta perchè probabilmente stava accadendo altrettanto nel suo tempo (quel futuro così lontano da cui proveniva) lo metteva in sobbuglio. Com'era sua natura, Xari aveva cercato di analizzare ogni sfaccettatura di quell'incomprensibile situazione con freddezza e raziocinio; aveva appreso molto e raggiunto diverse conclusioni, ma nessuna di queste lo soddisfaceva. Alla fine, non aveva altra scelta che percorrere il sentiero indicato dalla meravigliosa fanciulla che lo aveva avvicinato fuori dalla biblioteca: le sue azioni erano legate tanto quanto le sue mani ed il suo collo.
Questo lo fece infuriare.
Passo dopo passo, l'ira di Drenthe cresceva; era una sensazione sottile ed infida, alimentata dal crescente disgusto per lo sfarzo dissoluto di cui si circondavano i Maegon. Non si era imbarcato in quell'avventura per l'oro - eppure, esso era tutto ciò che aveva ottenuto. La conoscenza - l'apprendere, l'insaziabile fame di sapere - l'aveva dissetato solo per un istante: lui voleva di più. Stizzito, si liberò dei numerosi monili che impreziosivano il suo abbigliamento. Xari afferrò prima un bracciale, poi un altro, lanciandoli da parte come se fossero spazzatura; il suono tintinnante del metallo nobile che toccava il suolo non raggiunse le sue orecchie, sorde dalla rabbia: egli era il burattino, non il burattinaio di quella storia.
Digrignò i denti, strappandosi dal petto una pesante collana di gioielli; avrebbe voluto versare oro fuso nella gola di quei rettili pigri e tronfi, mostrar loro la vera violenza - il vero desiderio di sopravvivenza. Un sentimento oscuro stava rapidamente montando dentro di lui, una sorta di io primitivo e selvaggio che si risvegliava solo raramente. Doveva essere spietato, inamovibile, o la marea l'avrebbe travolto come stava per accadere a ʤɛna.
Forse era la Tentatio ad indurire il suo cuore; forse era quell'inconoscibile forza ultraterrena a riempirlo di rabbia; lo stava aggredendo.
Che continui, si disse. Sfrutterò il suo impeto per rovesciare le sorti di questa memoria.

« Sei molto lontano da Dorhamat, Xari. »

« Te equivocas, mi compañero. », mormorò, raccogliendo i suoi lunghi capelli tinti nella vecchia, caratteristica coda dietro la nuca.
« Dorhamat è qui. »



Varcò le soglie intarsiate che consentivano l'ingresso al sacro salone dove riposava il filatterio.
La stanza era così immensa da non poter comprenderla con un singolo sguardo: se si fosse interessato all'architettura degli antichi Maegon, il pirata avrebbe potuto trascorrere ore intere ad osservare la perfezione artistica di ogni minuscola cesellatura.
I suoi occhi, tuttavia, erano fissi sulla preda che volteggiava pigramente alle spalle di due colossali sentinelle.
« Onorevoli insetti di ʤɛna, », esordì, allargando le braccia finalmente prive di ogni inutile ornamento. « avete fallito il vostro servizio. »

Potè scrutare, per un istante, l'assoluto stupore nelle iridi verticali di quei soldati: quale senzascaglie dissennato poteva osare anche solo mettere piede in quel luogo, e rivolgersi a loro con tali ingiurie?
La disciplina spazzò via l'incredulità con la stessa rapidità con la quale i Maegon si lanciarono verso l'intruso; Xari era disarmato, privo di equipaggiamento e ben lontano da una condizione ottimale: tutto ciò che possedeva era la sua astuzia, il suo intelletto e la furia. I rettili avevano prestanza fisica, armi ed armature - l'elite guerriera dei Maegon che proteggeva uno dei più importanti manufatti magici della città.
Li voleva in ginocchio, attoniti, supplicanti.
Le singolari alabarde a mezzaluna calarono su Drenthe con perfetta sincronia, cercando di troncarlo appena messo piede nel salone; il pirata scartò agilmente verso sinistra, schivando le lame per un soffio. La prima sentinella gli fu addosso in un baleno, roteando il torso per colpirlo con il braccio teso lateralmente: la mole di quel mostro era pazzesca, ed ogni singolo pugno avrebbe potuto stendere un bue. Xari attutì il colpo piegando la spalla destra e sfruttando l'inerzia del suo movimento precedente, ma il dolore che gli sconvolse la mente gli annunciò una probabile dislocazione del legamento. Rotolò malamente a terra, dando ora le spalle alla sfera dorata sull'altare.
Il Maegon che non lo aveva colpito si fece avanti senza esitazione, scavalcando il suo compagno; il sogghigno evidente sul volto allungato del mostro dichiarava senza difficoltà cosa si aspettasse da quel folle umano, nonchè ciò che aveva in serbo per lui. Sollevò l'alabarda sul corpo chino del pirata, deciso ad eliminarlo senza particolari cerimonie.
Xari, pur sofferente, sorrise: alzò tempestivamente la mano mancina, facendo appello al magico potere del guanto d'arme sinistro che, nella memoria, non indossava.
Una fortissima raffica di vento investì il Maegon, impedendogli di sferrare il colpo fatale. La potenza elementale di quel soffio fu così improvvisa ed impetuosa da fargli perdere l'equilibrio, rovinando indietro sul gigantesco soldato alle sue spalle; i Maegon erano guerrieri formidabili - possedevano caratteristiche fisiche inumane ed una tempra d'acciaio - ma il gioco sleale di Xari poteva sconfiggerli.
Il pirata si sollevò senza difficoltà, tenendosi la spalla ferita. Si era liberato di tutto il peso inutile che i gentili padroni gli avevano donato, ed ora poteva torreggiare su di loro mentre questi annaspavano a terra cercando di vincere il vento ed il peso delle loro colossali armature.
« Io sono migliore di voi. », sussurrò pieno di livore. Il volto di Drenthe era deformato dalla rabbia repressa e dal desiderio - no, dall'avidità - di vincere su tutti loro.

« VOI - SIETE - ESTINTI! »

La potenza di quell'affermazione distrusse le resistenze psichiche dei due guerrieri, schiacciandoli al suolo con una prepotenza titanica ed invincibile.
I Maegon osservarono inermi mentre Xari afferrava una delle loro gigantesche alabarde e, avvicinandosi al filatterio, la scagliava con forza contro di esso. Il grido di liberazione del pirata accompagnò il terribile suono della sfera brillante che andava in frantumi, esplodendo in un caleidoscopio di luci che fece tremare la volta ingioiellata dell'intero salone.

Stanco e dolorante, come prosciugato di ogni scintilla d'ira, Xari gettò l'arma ai suoi piedi; questa cadde con lo stesso, familiare tintinnìo dei gioielli di cui si era precedentemente liberato, attutendo il suono del collare costrittivo che si spezzava e scivolava via dalla sua gola.
Lentamente, il pirata abbandonò il salone senza degnare di uno sguardo le due sentinelle Maegon ancora schiacciate sul pavimento dell'immenso, recondito salone.


Status: danno basso da malnutrizione, danno basso da soffocamento, danno medio da lussazione spalla destra (totale Alto), mana 15%. (-5% Basso, -10% Medio, -20% Alto, -5% Basso) CS: 6 4. 3 Astuzia - 1 Determinazione - 1 Destrezza - 1 Maestria nelle Armi
Equipaggiamento:
coltello: una kagamaki.
litigio: una elegante wakizashi.
pistola: una semplice pistola a pietra focaia. 5 colpi per giocata (4 rimanenti)
armatura: una strana armatura composta da varie parti diverse e scombinate, che protegge principalmente gli arti, i fianchi ed il cuore.
trucchi del mestiere: biglie-bombe di varia natura, assicurate ad un braccialetto (2 deflagranti, 1 fumogena, 1 accecante, 1 dissonante, 1 stordente, 1 tossica)
Passive da considerare:
NATURAL BORN LEADER - passiva di natura psionica di carisma (pergamena Comune Guerriero "Aura di coraggio"), passiva di natura fisica di abilità tattica (pergamena Comune Guerriero "Tattiche di combattimento")
MAESTRO DELL'INTRIGO - tomo infido, passiva di natura psionica di allineamento imperscrutabile (abilità passiva personale I), passiva di difesa psionica (passiva di secondo livello del Talento Stratega), passiva di natura fisica di individuazione della razza anche al di là di travestimenti (passiva razziale Umano "Diffidenza"), passiva di natura fisica di scurovisione e vista attraverso cortine fumogene (pergamena Comune Mentalista "Scrutare le tenebre")
A BEAUTIFUL MIND - passiva di natura psionica di discernimento delle illusioni, passiva di immunità al dolore ed agli effetti collaterali derivanti dalle tecniche psioniche (passive di primo e terzo livello del Talento Stratega)
SWORD DANCER (part two) - abilità personale passiva di istant-casting tech difensive (abilità passiva personale IV), abilità personale passiva di difese inconsce basate sull'istinto (abilità passiva personale V)
EXPLORER - passiva di natura psionica di orientamento (abilità passiva personale VIII)
Tecniche utilizzate:
SWORD DANCER (part three)
Il vero punto di forza dello stile di combattimento di Xari è la sua rapidità nei movimenti: questa, unita alla naturale destrezza con cui impugna le lame, lo rendono in grado di difendersi da qualunque cosa; la sua abilità nella spada gli permette di parare e bloccare qualsiasi attacco gli venga scagliato contro (sia esso fisico o magico) con opportuni movimenti delle armi spendendo un proporzionale consumo energetico, avente natura fisica. [tecnica personale di natura fisica difensiva, variabile] Se la parata non dovesse funzionare, però, può sempre ricorrere alla sua inafferrabilità: spendendo un consumo variabile (di natura fisica), Xari diverrà in grado di evitare una qualunque offesa avversaria semplicemente facendo ricorso alla sua agilità. Nessun vincolo potrà più trattenerlo, e grazie alla sua innata rapidità sarà in grado di uscire dalle situazioni più spinose. In termini di gioco si tratta di una difesa fisica variabile basata sulla velocità. Questa abilità, inoltre, proprio in funzione della particolare destrezza e del controllo sui vincoli, può anche essere utilizzata per forzare serrature o aprire lucchetti, che se non protetti da particolari incantamenti richiederanno un semplice consumo nullo per essere violati. [tecnica di natura fisica difensiva, variabile utilizzato Basso]
WIND RIDER
Già citata [tecnica di natura magica offensiva, variabile utilizzato Medio]
Opprimere
Il mentalista induce tutti i nemici circostanti la convinzione di essere schiacciati sul posto da catene di pura energia. La tecnica ha natura psionica. In seguito ad un'onda mentale emanata dal caster, tutti i nemici nelle vicinanze verranno indotti a credere di venire schiacciati verso il terreno. A seconda della caratterizzazione potranno semplicemente sentirsi molto pesanti, percepire un notevole aumento della gravità, o venire avvolti da pesanti catene. Tale illusione impedirà a chiunque ne sia colpito di muoversi dalla propria posizione per il singolo turno di cast, e inoltre subiranno un danno basso alla mente per la malia, e basso al corpo per la costrizione fisica. La tecnica può essere personalizzata al fine di rendere l'effetto psionico non come frutto di un potere mentale proprio del mentalista, ma attraverso l'uso di droghe, stupefacenti, gas o veleni di sorta. [Consumo di energia: Alto]
SWORD DANCER (part one)
Xari si può definire un vero artista del duello: il suo stile di combattimento è vistoso ed affascinante, pieno di movimenti inutili, giravolte e rapidissimi fendenti. Ogni singola azione è esagerata e teatrale, quasi voglia impressionare amici ed nemici, ma la verità risiede nella sua abilità di catturare l'avversario in una danza di morte che eventualmente porta alla sua disfatta. In attacco, la sua leggiadria e la sua maestria gli permettono di offendere con attacchi veloci e letali che colpiscono l'avversario nei punti più sensibili: questa posa è utilizzabile solo contro singoli bersagli in mischia, ma non limita in alcun modo il pirata, il quale può esercitare ogni azione desideri - e con qualsiasi arma. [tecnica di natura fisica offensiva, consumo variabile] Ma la sua totale comprensione del campo di battaglia non si limita ai tenzoni mano-a-mano: come ballando una serenata di morte, Xari può prodigarsi in una serie di attacchi letali e precisi, che penetrano le difese dell'avversario con estrema rapidità. Potrà dunque effettuare una serie di affondi, fendenti, o colpi di altro genere con qualsiasi arma a sua disposizione e anche a mani nude. Il numero degli attacchi simultanei sarà a sua discrezione, così come la presenza scenica degli stessi, perché al consumo di energie spese per ciascuna offensiva corrisponde un danno proporzionale che prescinde da quanti attacchi vengano sferrati con un singolo utilizzo. Solo un singolo bersaglio alla volta potrà essere bersaglio di questi assalti, a prescindere dal numero degli stessi. [tecnica di natura fisica offensiva, consumo variabile utilizzato Basso]
Note: //


Edited by Drag. - 4/2/2015, 16:43
 
Top
view post Posted on 5/2/2015, 14:59
Avatar

--------------------
··········

Group:
Administrator
Posts:
34,432

Status:


ʤɛna; Xari Drenthe

« Hai compiuto un ottimo lavoro, Xari. »
La sorpresa del pirata sarebbe stata grande nell'uscire dal Sancta Sanctorum e ritrovarsi in uno spazio bianco, vuoto e indefinito; in un luogo che di certo non era più la piramide di Saator. Le pareti sembravano come scomparse nel nulla e lui sembrava essere stato teletrasportato in una distesa di sale di miglia e miglia.
Davanti a lui, la figura inconfondibile di Intet: un fiore di bellezza indescrivibile; l'unico punto su cui era possibile concentrare la propria attenzione in quel nulla.
« Sapevo che avrei potuto fidarmi di te. Meriti che questo inganno finisca. »
La donna chiuse le palpebre. Bastò quel gesto perché i riflessi dei ricordi in cui erano rimasti intrappolati sino a quel momento si riversassero su di loro come un fiume in piena, circondandoli come fantasmi impazienti e susseguendosi senza un filo logico, mostrando a Xari una versione deforme di ʤɛna e dei suoi abitanti. Migliaia di figure spettrali danzavano intorno a loro, mutavano, sparivano e si susseguivano come l'acqua corrente di un fiume, incuranti della loro presenza. La distesa di sale bianco che prima pareva disabitata, ora ospitava intere generazioni degli antichi abitanti di ʤɛna, ciechi alla loro condizione di ricordi viventi: loro ancora credevano di essere vivi e di possedere un libero arbitrio, ma da quella prospettiva fu immediatamente chiaro a Xari quanto aberrante fosse la loro condizione.
« Ammira il mio dominio: » sussurrò Intet con velata malinconia. « uno spettacolo di marionette che va avanti da tempo immemore, sempre uguale. »
« Un inferno in cui gli errori del mio passato continuano a ripetersi, senza che i diavoli che lo abitano si rendano neppure conto del loro ingrato compito di aguzzini. »
Si avvicinò al fantasma di un Maegon, che non sembrava in grado di vederla ed era sdraiato indolentemente su di una panca di pietra.
« I ricordi sono ingenui; mistificati. » girò intorno alla progenie dei draghi, che tuttavia non sembrava conscia di dove si trovava. « Non possono fare altro che continuare a rivivere ciò che sono stati e il mio unico diletto è lo spasso che posso prendermi su di loro. »
Intet fece un gesto e il Maegon sparì, dissolvendosi come un banco di nebbia.

« ʤɛna è un labirinto »
continuò, alludendo al fatto che gli avventurieri vi si erano persi.
« e io ne sono il mostro. »

Ci fu una lunga pausa durante la quale Intet si mosse verso Xari, avvicinandosi pericolosamente a lui e fermandosi a pochi centimetri dal suo viso.
« Riesci a capire perché ti sto dicendo questo, Xari? » gli disse quindi, muovendo una mano per accarezzargli la guancia « Puoi immaginare per quanto tempo io abbia atteso che qualcuno turbasse le acque di questo patetico stagno? »
Intet gli si sarebbe fatta ancora più vicina, lasciando che i loro corpi entrassero in contatto.
« È la conoscenza che desideri? » avrebbe sussurrato, seducente. « Ciò che hai visto di ʤɛna non è riuscito a saziarti? » alzando un braccio, l'avrebbe poggiato leggermente sulla spalla dell'uomo, lasciando dondolare la mano dietro di lui.

« Resta con me. »
« Ti aiuterò a scoprire ogni segreto dei Maegon; ti mostrerò ogni parte celata della loro storia. Ricostruiremo Dorhamat attraverso i tuoi ricordi e comanderemo su di essa come re e regina. »
Intet gli fissava le labbra mentre parlava, e al termine di quella frase gli si avvicinò - inequivocabilmente per poggiare le sue su quelle di lui.
« Non devi fare altro che cedere alla tentazione. »

6Q392kB

ʤɛna; Vagun

Accadde all'improvviso, senza che Vagun potesse opporvisi: il suo corpo iniziò a fluttuare come un palloncino che sfugge dalla presa di un bambino, librandosi nell'aria e allontanandosi dalle pericolose lame delle guardie Maegon. Prima che potesse persino chiedersi che cosa stesse accadendo, non poté non ammirare il risultato dell'atto coraggioso che aveva appena compiuto: sotto di lui gli schiavi combattevano con ferocia rinnovata, superando i Maegon in gran numero e assaltandoli da tutte le direzioni. Nei foramina era il caos, e il sangue bagnò velocemente ogni superficie della cava di marmo arancione.
Ma a lui cosa stava accadendo?
La risposta lo raggiunse pochi secondi dopo quando, ormai a una trentina di metri d'altezza dalla superficie del suolo, smise di salire. Accanto a lui si trovava una donna bellissima, la stessa che gli aveva dato quella missione, in piedi nell'aria come se poggiasse su una lastra di vetro invisibile.
Intet gli sorrise.
« Perdona i miei modi, verde amico » disse divertita. « ma temo che in mezzo a quel caos non saresti sopravvissuto a lungo. »
Sotto di loro il clangore della battaglia e le urla dei feriti risuonavano con forza, facendo da macabro sottofondo musicale al loro incontro.
« Hai fatto tutto ciò che dicevo e per ciò sarai ricompensato, » disse la donna al goblin con tono rassicurante. « ma prima, è giusto che tu venga a conoscenza dell'interezza del mio piano. »
« Non ho mai voluto che gli schiavi fossero liberi; volevo soltanto che si ribellassero » affermò con tono dolce, nonostante la brutalità delle sue affermazioni. « e per quanto ammiri lo zelo che sei riuscito a infondere nei loro cuori arrugginiti, tale sentimento non sarà sufficienti a condurli alla vittoria. »

« C'è una forza in gioco che nessuno di voi si è preoccupato di considerare. »

ARUUUUUUH! ~~~

Sotto di loro, il corno suonò una seconda volta. Un Maegon si trovava sulla cima dell'avamposto e stringeva lo strumento fra le mani. Vi soffiò dentro altre due volte, facendo delle brevi pause fra un momento e l'altro per riprendere il fiato: tre brevi echi fragorosi risuonarono per le pareti di ʤɛna, scuotendo le fondamenta degli edifici e le ossa degli schiavi ribellati.
Un allarme, distinto.
Un comando, alla cui voce reagì una parte della città che era ancora rimasta dormiente e che era sembrata innocua, ma che invece rispondeva direttamente agli ordini dei Maegon.

I senzacarne.

iozJTPp

Ben presto gli schiavi dei foramina si ritrovarono intrappolati fra i Maegon che controllavano la superficie e i non morti che risalivano dal fondo della cava, presi tra due fuochi. Iniziarono a essere massacrati senza pietà e senza alcuna speranza di ribellarsi: se affrontare le guardie avrebbe potuto essere alla loro portata, trovarsi contro due nemici così potenti contemporaneamente e tenere loro testa era fuori discussione. I senzacarne non si fermavano quando venivano feriti, non provavano dolore e non avevano alcuna esitazione nell'affondare i propri denti nella carne degli schiavi, uccidendoli seduta stante.
Di lì a un'ora la ribellione sarebbe stata sedata, e il suono di altri corni in lontananza fece supporre a Vagun che una scena simile stava verificandosi anche lì.
« Era mio desiderio che ʤɛna, i Feziali e i Maegon si liberassero di tutti i loro servitori e - siccome l'antico popolo non spreca mai nulla - li trasformasse in nuova forza lavoro che avrebbe contribuito alla rapida apertura di Baathos. Altri senzacarne. » continuò Intet, descrivendo gli avvenimenti sottostanti. « Gli schiavi avrebbero dovuto ribellarsi e morire, per la mia gloria. »

« Ed è qui che arriviamo alla tua ricompensa. »
Sorrise al goblin.
« ʤɛna impiegherà molto tempo per riprendersi da questa ribellione. I Maegon saranno costretti a supervisionare il lavoro nei foramina con molta più attenzione e, senza più servitori, le loro piramidi resteranno disabitate. »
« Tutto il loro oro potrà essere tuo » concluse, divertita. « Purché tu non intervenga. »

6Q392kB

ʤɛna; Lamrael Redskin

La lama di Lamrael trapassò la carne del petto di Intet senza trovarvi alcun ostacolo. Affondò in essa come un coltello del burro, trapassandola da parte a parte. La donna non aveva alzato alcuna difesa per proteggersi, né aveva impedito all'uomo di raggiungerla.
D'altronde, quello era solamente un ricordo.
« le ali dei draghi caduti si rifiutano di lasciare il cielo;
roteando, si ripetono eternamente.
»
disse con aria soddisfatta, mentre un rivolo copioso di sangue iniziava a scenderle dall'angolo delle labbra.
« i demoni emergono; divorano il mondo; squarciato è il velo;
il ciclo ha inizio nuovamente.
»
Fu in quel momento che le cose iniziarono a cambiare. La figura di Intet si fece deforme, sfumata e confusa e la donna allungò una mano sulla lama della spada, afferrandola e stringendola. Questa si colorò velocemente di nero, come se una boccetta d'inchiostro vi fosse stata rovesciata addosso nel punto toccato da lei, e andò rapidamente in frantumi subito dopo.
Quando la donna sollevò lo sguardo, i suoi occhi erano come due tizzoni ardenti che bruciavano al centro del suo viso; i suoi capelli erano stopposi e privi di vita; le sue mani provviste di lunghi artigli; la sua pelle grigia come la cenere.

« شما می دانید که هیچ چیز، توله سگ »
Persino la sua voce era diversa, ora. Antica; profonda; inumana.

Fu in quell'istante che Lamrael si sentì strattonare per la spalla. Una mano rettile lo afferrò e lo trascinò via con la stessa facilità con cui un uomo solleva una bambola di pezza, scagliandolo a distanza di sicurezza.
A farlo era stato un Maegon; uno dei Feziali. Era particolarmente grosso - alto almeno tre metri e mezzo - e il suo viso era schiacciato e senza naso, come quello di una rana. Vestiva in maniera stranamente sobria rispetto ai suoi compagni.

« Ti sbagli, senzascaglie. » disse con voce imperiosa e vibrante, dopo aver allontanato Lamrael da Intet. « Non è oggi il giorno in cui cadrà ʤɛna. »
Alle loro spalle, le guardie dei Feziali avevano già sedato la breve ribellione. Nessuno dei servitori presenti - nemmeno in gruppo - avrebbe mai avuto la forza per mettersi contro le élite dell'esercito Maegon, come Lamrael avrebbe potuto prevedere. Le antiche progenie dei draghi avevano compiuto un massacro in pochi minuti, sterminando tutti i senzascaglie presenti e lasciando in vita solamente lui, che si era lanciato contro Intet.
La Sognatrice era divenuta un mostro: il suo aspetto era corrotto, marcio e demoniaco. Non aveva più nulla della figura regale e bellissima che l'aveva contraddistinta fino a quell'istante.
« Il Maximum Imperio sopravvivrà anche a questo! » urlò il Maegon, rivolto alla sua dea « Oggi sarà solamente il suo Dio a cadere, e non a causa di uno sporco senzascaglie! »

« Bensì per mano di Ιανός! »

AiW0ap9

6Q392kB

ʤɛna; Rubietentia

Venatrix aveva chiuso gli occhi, come il Feziale gli aveva consigliato di fare. La concentrazione, il silenzio e la meditazione gli avrebbero permesso di muoversi fra i frammenti di ʤɛna con maggiore semplicità, scivolando tra di essi con naturalezza.
Quando riaprì le palpebre, si trovava in un luogo completamente differente; una distesa di sale infinita, di cui riusciva solamente a scorgere l'orizzonte. Sotto di lui una superficie sconfinata e pianeggiante di terra bianca; sopra di lui il cielo azzurro, privo di alcuna nuvola.
Davanti a lui la figura di sua madre, così come aveva dovuto essere centinaia di anni prima.

« Intet. »

I draghi non danno grande importanza ai nomi: la loro identità si moltiplica nel corso degli anni, costringendoli ad assumere appellativi differenti. Le loro tradizioni, inoltre, vogliono che essi abbiano un primo nome formale e genealogico da utilizzare fra membri della stessa specie, in parte scelto da loro e in parte ereditato dalla propria stirpe (Venatrix Verber de Valde Igni et Ferre Aer von Draconis), un secondo nome sempre scelto da loro per mascherarsi davanti agli sconosciuti (Aleksjéj Vasìljeviç Lévin), e un terzo soprannome in lingua draconica, meno formale, scelto dai genitori (Rubietentia).

« Rubio. »
Ciò nonostante, sentirsi chiamare da lei con lo stesso nome che utilizzava Iulia, lo infastidì. Si sentì improvvisamente sporco e sbagliato, e desiderò trovarsi immediatamente da un'altra parte.
Eppure, lesse lo stesso sentimento anche negli occhi di sua madre.
« ...sei il ritratto di tuo padre da giovane. »

Ormai entrambi erano a conoscenza di tutto, ed entrambi sapevano che l'altro sapeva. Non era necessario alcun preambolo, né alcun convenevole: Venatrix a malapena ricordava sua madre, dunque per lui fu come confrontarsi con un'estranea. Non ebbe alcuna esitazione nel porre la domanda successiva; solamente un pizzico di rimorso.

« Perché? »
Intet sorrise con malinconia e i suoi occhi si inumidirono.
« Per l'unica ragione in grado di smuovere il nostro cuore, Rubio. La maledizione che gli esseri viventi si portano dietro dall'alba dei tempi; il motore immobile che ha infuso linfa vitale nel nostro sangue, muovendo per la prima volta le nostre spoglie. L'unica forza che è riuscita a scuotere anche te. » una singola, patetica, lacrima venne strappata dai suoi occhi e scivolò gravemente lungo i suoi zigomi. « In quale altro modo avrei potuto ricreare un mondo che non potesse separarmi da tuo padre e dalle sue idee...? »
Venatrix non rispose. Non aveva intenzione di lasciarsi impietosire da quella pantomima; non sapeva nemmeno quanto di quello che gli stava venendo detto fosse vero.
« Come puoi pretendere che è per amore che io creda che tu abbia deciso di estinguere un popolo? » le disse freddo e distaccato. « Speri forse di trovare in me una replica della coscienza che non hai mai avuto? Per questo non esiti a confessarti? Perché invece non hai usato i tuoi poteri per fuggire da questo labirinto e tornare da Fascies, nel mondo reale? »
« Non mi è possibile. » lo interruppe lei. « Non finché sarò in vita. E quando morirò, questo mio ricordo e la struttura stessa di ʤɛna collasseranno col mio corpo. Tutto ciò che rimane del mio regno e dei miei divertimenti mi sarà sottratto per sempre, finalmente. »
« ...in vita? »
Intet sorrise in maniera docile.

« Quando arrivai a ʤɛna ero già stata corrotta, Rubio. Forse lo ero già stata quando ho litigato con tuo padre. Forse lo sono sempre stata. » indicò se stessa con mano tremante. « Quella con cui stai parlando ora è una pallida ombra di ciò che sono stata; tutto ciò che ne rimane. Il resto è mutato; cambiato. È stato abusato e brutalizzato, ma continua a esistere. Continua a minacciare Theras. »
Quella era la risposta che cercava. La risposta che Venatrix aveva sempre temuto, e che in cuor suo aveva sempre saputo.
« Mostrami misericordia e torna su Theras. Fermami. Uccidimi. Dimenticami. Salva il mondo come tuo padre avrebbe voluto. »
« Il mio corpo, ormai, ha una sola ragione di esistere. »

« چرخه. Il Ciclo. »

Venatrix fu scosso da un brivido di terrore, mentre l'ultimo pezzo di quel complicato puzzle andava al posto giusto.
C'era una ragione se l'Ahriman era riuscito a privarlo di tutti i suoi poteri.
C'era una ragione se lui si era ritrovato incapace di combatterlo, paralizzato e inerme.
C'era una ragione se dopo il loro fugace incontro, l'aveva lasciato in vita.

Il signore dei demoni aveva sfruttato il legame di sangue che li univa indissolubilmente.
Lui era il figlio del Terzo Ahriman.



CITAZIONE
Posso dire che era da un sacco di tempo che non scrivevo una quest così esaltante? Posso? Troppo tardi, già fatto :v:
BOOM! Ultimi colpi di scena condensati, a cui sono certo alcuni di voi fossero già arrivati (cioè, voglio dire, Intet parla in viola... l'Ahriman parla in viola... su, era evidente). Nel post facciamo anche la conoscenza del ricordo di Ιανός, il Maegon che i Feziali sono riusciti a far uscire da ʤɛna prima del vostro arrivo (il protagonista della scena Fetiales; Orbis).
Comunque, vi è richiesto per questo giro un post molto semplice, ma che a me piace molto: una scelta morale.

• Drag: penso che nel tuo caso il testo sia abbastanza self-explanatory. Puoi reagire come preferisci, senza essere autoconclusivo, come se fosse una scena GdR tra te e Intet.
• Lenny: come sopra, ma con una piccola aggiunta; se accetti la proposta di Intet, puoi anche descrivere la tua seguente "razzia" alle piramidi Maegon, vuote e lasciate incustodite. Totale carta bianca su questo punto - eventualmente possiamo metterci d'accordo sui dettagli in confronto.
• Lud: tu sei l'unico ad avere un post un po' differente, avendo scelto un percorso differente in precedenza (non avendo accettato la proposta di Intet). Assisti alla trasformazione della Sognatrice in Ahriman davanti ai tuoi occhi e, dopo il breve discorso di Ιανός, devi difenderti: il signore dei demoni infatti vi attacca entrambi, lanciando un Critico ad area (alto a testa) magico di corruzione; il terreno intorno a voi inizia a marcire e, se non vi difendete, anche la vostra carne. Ιανός si difende efficacemente dall'attacco (la sua pelle risplende come se coperta da una barriera invisibile) e successivamente ingaggia l'Ahriman in un combattimento corpo a corpo; tutti gli altri Feziali soccombono. In mezzo a questo caos, tu puoi difenderti e attaccare come preferisci; è la boss fight, insomma :asd: (ho volutamente lasciato che descrivessi tu l'attacco dell'Ahriman in modo da non allungare troppo questo post e lasciare a te più roba da fare).

Avete 5 giorni di tempo; per qualsiasi domanda, confronto :zxc:
 
Top
Lenny.
view post Posted on 8/2/2015, 12:35




Fetiales~
ʤɛna


Il vento lassù in cielo picchiava come un cane impazzito. Così la comprensione del presente e i ricordi del passato si mescolavano e tremavano, percorsi dai brividi della rabbia. Negli occhi di Vagun c'erano ancora loro. Poveri umani magri e sporchi, volti dignitosi, incapaci di un lamento, che si erano riempiti della voglia di riscatto; capeggiati da un verde ladruncolo che aveva acceso la scintilla della guerra contro gli usurpatori della libertà. Aveva visto picconi trasformarsi in spade, pietre divenire proiettili e uomini semplici lasciare la schiavitù per mutarsi nei più impavidi guerrieri. Aveva visto un vecchio guidare una schiera dei suoi simili come il capitano del più invincibile esercito. Aveva visto tutto questo, quegli uomini e quelle donne, raccogliere il proprio coraggio e farne bandiera di rivincita, scoreggiare la loro furia contro quei maledetti grugni rettiliani, seguendo lui. La fede in un piccolo goblin aveva stretto i loro cuori in un unico fuoco che era avvampato dentro tutti loro: potevano essere finalmente liberi, uguali nonostante ogni differenza, e avrebbero spaccato le montagne, fermato i venti, sconfitto i tirannici Maegon per poi fare ritorno nei Quattro Regni assieme a lui. Potevano farlo, finalmente potevano farlo. La vita gli apparteneva.

« Tutto il loro oro potrà essere tuo. »

Vagun non rispose. Semplicemente, non era lì, gli occhi vuoti, altrove, una bestemmia biascicata tra le labbra.
Era finita.
Sagome nere allungate saettarono dal nulla di polvere acre e sangue. I senzacarne, i mostri di cui tutti si erano dimenticati, piombarono su quel manipolo di sventurati, resi immobili dal terrore, come colpiti dallo sguardo di un basilisco, accucciati in preghiera, rigidi cadaveri in attesa della sentenza finale.
La polvere scese. Uno squarcio di giorno sul massacro. Solo corpi e grida mutilate. Buffa, sublime, paurosa visione.
Vagun chinò la testa, il petto squarciato da un pianto nervoso e dall'ultimo grido, che sputa la disperazione e il sangue al cielo.

« Purché tu non intervenga. »

La voce divertita della donna frustò l'aria. Sotto quel sorriso velenoso, un mare, un oceano di cadaveri. Dietro quella maschera di gentilezza, la coscienza che un povero goblin ingenuo non avrebbe potuto fare nulla per cambiare le cose. Aveva vinto lei, la Sognatrice. Entrambi lo sapevano.
Sarebbe dovuto crepare laggiù, nel foramina. Nell'estasi di una terribile euforia, nella paralisi del sole caldo sopra muscoli magri e dolenti. Prima. Senza sapere chi fosse. Senza un piano, per la prima volta nella vita, come un eroe. Prima che l'assurda verità facesse ritorno, che l'insensato intelletto tornasse a rammentargli la sua impotenza al cospetto della Sognatrice. Ammirò la gigantesca capitale in tutta la sua maledetta magnificenza, ma lo sguardo ricadde inevitabilmente sullo squallore dei foramina. Per incontrare gli spettri, schiacciati sotto le guardie Maegon. La donna aveva ragione. Se mai vi fosse stato un momento perfetto per saccheggiare la città, non poteva che essere quello.
Purché tu non intervenga.
Xari, Mehmet, Lamrael, Arsona...dov'erano tutti loro? Perché non erano con lui?
Aveva bisogno di uno di loro. La mente e le gambe non erano più salde.
Non più.

« Ti ho aiutato a ingannare brava gente..che ha riposto fiducia in me.
Perché io ero convinto che fosse la cosa migliore per loro.
»

Brava gente. Umani di cui non gli era fregato niente soltanto mezza giornata prima. Eppure, non poteva fingere di non aver provato qualcosa nel salvarli, nel guidarli verso la libertà. Aveva un dovere nei loro confronti. Non riusciva ancora a convincersi d'essere capace di provare una cosa del genere. E al contempo non riusciva a convincersi che non fosse possibile. Ci aveva creduto davvero, quel povero idiota d'un goblin, aveva creduto con tutto il cuore in una fottuta pazzia.
E il brutale ritorno alla realtà, il sorriso della Sognatrice, la strage sotto i loro piedi. Forse facevano più male della morte stessa.
E insieme..faremo tremare ʤɛna'!

« La lealtà, donna. Dovrebbe contare qualcosa. O almeno, per me è così. »

Un'ombra gli attraversò lo sguardo, quasi stentasse a parlare, la voce ridotta a un mormorio. La spossatezza pervadeva ogni anfratto del corpo, il mal di testa era aumentato. Premette un dito sulla tempia, desiderando solo d'avere la forza -un giorno- per riuscire a dimenticare. Poteva saldare il conto adesso, affrontare la Sognatrice in cerca di un'improbabile vendetta, ben sapendo d'essere stato tradito più dalla sua stessa ingenuità che dal sorriso della donna. Sarebbe morto lì, nei cieli di ʤɛna. L'epilogo banale di una vita incastrata tra eventi troppo grandi per tener conto delle inquiete emozioni di un ladro al tramonto. Poteva dire di non aver vissuto, osato, mai, se non nel giorno del tradimento infame e perfetto della più grande impresa che il coraggio e la follia degli uomini potessero immaginare. La lucida ragione e la spassionata fedeltà di un goblin che aveva guidato un esercito di schiavi verso la libertà: sentiva ancora dentro di sé traboccare una marea di discordanti sensazioni, come la vita appunto, che fino a quel giorno aveva tenuto lontane, pavido esecutore di piccole trame rivolte al furto e all'imbroglio. Eppure, alla fine di tutto, solo uno sconfitto a cui non restava altro da fare che arrendersi.

«Tu ed io adesso ci separeremo tranquillamente, poi ognuno seguirà la propria strada. E i nostri destini non dovranno incrociarsi mai più. Questo è tutto. »

 
Top
Drag.
view post Posted on 10/2/2015, 12:08




...c'era una volta un serpente brutto e debole, che il massimo che poteva fare per affrontare la vita era tentare di spaventare i suoi nemici con il veleno che non aveva, soffiandogli contro e poi nascondendosi sotto la sabbia. Non servì molto tempo perché tutti scoprissero il suo gioco e il serpente, stanco delle vessazioni delle creature più grandi di lui, decise di avventurarsi verso la cima di una montagna...

I suoni gli giungevano ovattati, distanti - come se avesse il capo immerso nell'acqua.
Il paesaggio attorno a lui era cambiato radicalmente: le immense sale ed i tortuosi corridoi della piramide di Saator erano divenuti un'interminabile distesa bianca, sospesa nel nulla infinito. Nonostante il dolore che provava alla spalla, Xari si chinò appena; i polpastrelli sfiorarono il terreno, solido e spigoloso, tinto dello stesso candore grezzo del sale. Per un istante, il pirata si crogiolò nella sensazione di assoluto appagamento scaturito dalla consapevolezza di trovarsi al sicuro, in un luogo vero e con solida terra sotto i piedi.
Quando la vide, la sua bellezza lo accecò completamente.
La dama che lo aveva avvicinato fuori dalla biblioteca gli stava parlando, catturandolo con occhi pieni di magia - quasi come se avessero imprigionato l'intera volta celeste in due iridi perfette. Non era solo la donna più bella che lui avesse mai visto - era anche colei che poteva rapire la ragione di un uomo con la sua semplice, melodica voce. Il suo sguardo avrebbe potuto distruggere la consapevolezza di chiunque, le sue forme sconvolto qualsiasi fantasia. La seta che la vestiva impreziosiva la sua linea, spingendolo a desiderarla come mai aveva provato prima.
Tutto ciò che contava in quello sterminato deserto era lei - la donna dal fascino irresistibile.

...durante il viaggio crebbe e divenne più forte. Incontrò un'aquila che tentò di mangiarlo, ma riuscì a spaventarla, poiché ella non sapeva che lui non possedeva veleno. Affrontò una donnola altrettanto minacciosa e scoprì che il fischio prodotto dal suo soffiare era insopportabile per le orecchie del predatore. Infine riuscì persino a superare un minaccioso elefante, strisciando sotto la sabbia e scavando sotto le sue zampe...

La concentrazione gli venne meno per diversi momenti: le sue parole erano puro nettare, e Xari ne era affamato. La confusione che lo circondava rivelava la miriade di segreti dietro ai fantasmi di ʤɛna, ma non poteva distogliere lo sguardo da lei: tutto ciò che avveniva attorno a loro veniva registrato dalla sua mente soltanto come lo sfondo che le stava alle spalle, come il paesaggio pennellato dietro il magnifico ritratto di una fanciulla. L'espressione sul viso di Drenthe rimase congelata, immobile - ma il suo cuore lo tradiva, battendo all'impazzata. Cosa stava provando...? Eccitazione? Paura?

Riesci a capire perché ti sto dicendo questo, Xari?
L'avventuriero spostò lo sguardo con estrema fatica dalla Sognatrice, fissando il punto in cui si era dissolto lo spettro di un Maegon - l'ennesimo - che riposava pigramente su un triclinio. Erano creature così potenti, ordinate, arroganti - tristi. Erano burattini; marionette.
Lei era la burattinaia di quel sistema perfetto, la dea di quel regno fasullo.

Capisco, pensò. Ma non lo disse; la voce sembrava gli fosse venuta meno, nonostante la ragione stesse lentamente tornando a vincere sulla malìa di quella donna.
Il battito cardiaco accelerò nuovamente, assordante: pareva l'unico suono capace di riempire le immense sale di quello spazio al di fuori del tempo; era ritmico, forsennato, quasi si trattasse di una decina di tamburi che cantassero un canto tribale antico - primordiale.

SELVAGGIO.
This will never end
'Cause I want more
More, give me more
Give me more


Lei si avvicinò. Il braccio che gli cinse la spalla sana gli scaricò centinaia di strali elettrici lungo il corpo, paralizzandolo. Poteva inalare il suo profumo, percepirne il calore corporeo, inebriarsi del suo più intimo respiro.
« È la conoscenza che desideri? », domandò. Dietro di lei, il miraggio di Barreus - a stento visibile dietro i morbidi capelli della Sognatrice - lo stava scrutando con occhi severi. « ...forse non sai neppure tu cosa vai cercando...? »
Non riusciva più a distinguere il vero dal falso; la donna stava sfruttando le sue debolezze, creando nuove illusioni? Oppure Barreus era frutto della sua incertezza, della sua smisurata avidità? Su quale realtà doveva fare affidamento?

RESTA CON ME.
If I had a heart I could love you
If I had a voice I would sing
After the night when I wake up
I'll see what tomorrow brings


Su ʤɛna, realizzò. Doveva fare affidamento su ʤɛna. Sul sogno perfetto di un deus ex machina annoiato. Sull'ordine ripetitivo e funzionante di una città immaginaria, perduta nei millenni e ricostruita attraverso il potere di un singolo individuo divino.
Avrebbe regnato con lei nella memoria - dominando su una Dorhamat che lei avrebbe ricostruito secondo i suoi desideri.
Non esisteva nulla di più disgustoso.

« Xari è un uomo imprevedibile e pericoloso. », sentì mormorare Barreus, come se stesse rivolgendosi alla Sognatrice. « E' il paradigma del caos: egli desidera trasformare tutto ciò che ottiene per potersi spingere sempre più in là. Distruggerebbe un impero anche solo per osservare cosa nascerebbe dalle sue ceneri... »

NON DEVI FARE ALTRO CHE CEDERE ALLA TENTAZIONE.
Dangling feet from window frame
Will I ever ever reach the floor?
More, give me more, give me more


Come non poteva baciare quelle labbra, così vicine alle sue? Come poteva resistere al richiamo del potere, che lo avvolgeva come un morbido abbraccio materno? Quello era l'assalto finale della seduzione, l'ultima promessa della Tentatio; eppure, tutto ciò che aveva letto al riguardo fu soltanto un piccolo numero nella grande equazione che mosse la mano di Xari: le sue dita accarezzarono la bocca della Sognatrice, percependone con il pollice la morbidezza; pochi centimetri li distanziavano: non era neppure necessario che si muovesse. Bastava volerlo, ed avrebbe colmato quel mare per suggellare l'unione del corpo e dello spirito. La sua mano, però, abbandonò le sue labbra e si poggiò sulla guancia.
Solo a quel punto riuscì davvero a guardarla negli occhi, e vedere quel che era. Solo a quel punto riuscì a darle una risposta.

...quando arrivò sulla cima della montagna, il serpente scoprì di non essere un serpente. Scoprì di essere un drago.

« Sono ancora un serpente, mia dea... »
Voleva conoscere, apprendere, impadronirsi di ogni scintilla di sapere; voleva sfruttare ogni informazione a proprio vantaggio; voleva conquistare ogni cosa, piegarla al proprio desiderio semplicemente per riempire il vuoto.
E, alla fine, ricominciare.
Perchè a lui non importava affatto regnare su un mondo fasullo - a dirla tutta, non avrebbe desiderato regnare neppure nella realtà.
Xari era già il re di Theras - una menzogna alla volta.

Crushed and filled with all I found
Underneath and inside
Just to come around
More, give me more, give me more


« ...ma non il tuo serpente. »



Status: danno basso da malnutrizione, danno basso da soffocamento, danno medio da lussazione spalla destra (totale Alto), mana 5%. (-5% Basso, -10% Medio, -20% Alto, -5% Basso) CS: 6 4. 3 Astuzia - 1 Determinazione - 1 Destrezza - 1 Maestria nelle Armi
Equipaggiamento:
coltello: una kagamaki.
litigio: una elegante wakizashi.
pistola: una semplice pistola a pietra focaia. 5 colpi per giocata (4 rimanenti)
armatura: una strana armatura composta da varie parti diverse e scombinate, che protegge principalmente gli arti, i fianchi ed il cuore.
trucchi del mestiere: biglie-bombe di varia natura, assicurate ad un braccialetto (2 deflagranti, 1 fumogena, 1 accecante, 1 dissonante, 1 stordente, 1 tossica)
Passive da considerare:
NATURAL BORN LEADER - passiva di natura psionica di carisma (pergamena Comune Guerriero "Aura di coraggio"), passiva di natura fisica di abilità tattica (pergamena Comune Guerriero "Tattiche di combattimento")
MAESTRO DELL'INTRIGO - tomo infido, passiva di natura psionica di allineamento imperscrutabile (abilità passiva personale I), passiva di difesa psionica (passiva di secondo livello del Talento Stratega), passiva di natura fisica di individuazione della razza anche al di là di travestimenti (passiva razziale Umano "Diffidenza"), passiva di natura fisica di scurovisione e vista attraverso cortine fumogene (pergamena Comune Mentalista "Scrutare le tenebre")
A BEAUTIFUL MIND - passiva di natura psionica di discernimento delle illusioni, passiva di immunità al dolore ed agli effetti collaterali derivanti dalle tecniche psioniche (passive di primo e terzo livello del Talento Stratega)
SWORD DANCER (part two) - abilità personale passiva di istant-casting tech difensive (abilità passiva personale IV), abilità personale passiva di difese inconsce basate sull'istinto (abilità passiva personale V)
EXPLORER - passiva di natura psionica di orientamento (abilità passiva personale VIII)
Tecniche utilizzate: //
Note: //
 
Top
view post Posted on 11/2/2015, 01:25

1L 50GN0 3R3T1C0
········

Group:
Member
Posts:
13,732

Status:


Fetiales; ʤɛna

Nascosta nei cuori, d’animi vuoti
soggioga gli uomini come iloti.
Avidi e affamati, corrotti e superbi,
l’oscurità li pervade, sogghignando.
Assapora i succhi dei frutti acerbi,
addenta le loro carni, azzannando
con violenza. Con un singulto quieto,
un debole fremito solitario, l’Io infine cade,
divenendo lontano, un ricordo, un carneade.
È letale, come un mortal veleno:
è la Corruzione, è il nuovo male.


Un ghignò si ruppe a metà, spezzato in volto subito dopo aver realizzato ciò che stava accadendo dinanzi ai suoi occhi. Intet si trasformò, ma non in un drago, ma in qualcosa di molto più tremendo. La spada che reggeva in mano andò in frantumi, per un attimo il corpo del mercenario tremò, scosso da ciò che aveva davanti. Osservò quella creatura dispiegarsi, evolversi, trasformarsi, diventare un nugolo tenebroso con due tizzoni ardenti al posto degli occhi. Guardò e non provò paura, mai avrebbe potuto provarne. Ciò che provava era odio, viscerale, istintivo, latente, rabbia covata per anni dentro il suo animo. I suoi occhi, biglie d’oro incastonate nelle pupille, scintillavano collera rossa e furiosa. Rimase fermo, impietrito dalla rabbia, immoto nello spazio ma tempestoso nel suo Io. Qualcosa lo tirò, ma quel qualcosa per Lamrael era il nulla, era solo distrazione, ciò che si andava a frapporre tra lui e Intet, tra lui è quello che pareva essere il princeps dei demoni. Perché, improvvisamente, tutto quel contorno sfumato, tutto quel sogno, ebbe finalmente un senso. I Maegon erano stati distrutti, ʤɛna caduta per mano di Intet e dei demoni. I suoi sentimenti, i suoi timori, erano fondati.
Ora nella sua testa v’era una cacofonia di suoni, di urla e di grida. Da quando la sua amata era morta, strappata alla vita per mano d’un demone, Lamrael non aveva desiderato altro che quella lotta. Era, nella sua ira, felice. Sorrise appena, ringraziando mentalmente quel dannato nano che lo aveva condotto fino a lì.
« Ti sbagli, senzascaglie. » Disse il Maegon che lo aveva afferrato per la spalla. « Non è oggi il giorno in cui cadrà ʤɛna. » « Il Maximum Imperio sopravvivrà anche a questo! » urlò lui, imperioso nei confronti di Intet. « Oggi sarà solamente il suo Dio a cadere, e non a causa di uno sporco senzascaglie! » « Bensì per mano di Ιανός! »

« Non ci contare rettile, lei è mia. »

Rispose Lamrael perentorio, con una voce carica di rabbia.

Il terreno, ogni cosa intorno a loro cominciò a marcire e a corrompersi, degenerata dalla forza della Sognatrice. Le carni di Lamrael seguirono presto stessa sorte: la pelle bronzea iniziò a sfaldarsi e a diventare nera, a puzzare di marcio. Il suo corpo parve invecchiare d’un tratto, corroso da un potente veleno. Era la corruzione che lo investiva, che inondava ogni lembo della sua pelle, ogni nervo e ogni legamento. Solo gli occhi continuavano a baluginare d’odio. Lamrael, d’un tratto, parve una creatura di Intet, parve un suo pari. Grigio e marcescente, la corruzione lo aveva carpito nell’abbraccio delle sue ali.
Eppur nulla in Lamrael cambiò, perché nulla in lui v’era da cambiare. Il guerriero sorrise, noncurante del dolore, incurante della situazione. Afferrò ora la spada che aveva legata in cintola, quella donatagli da Saator per la sua protezione, e guardò di nuovo Intet.

Nel suo cuore c’era da tempo la corruzione, il suo animo corrotto lo ha spinto oltre ogni limite umano, a rincorrere una lotta insensata e senza sosta.

Lamrael rinvenne poco dopo, svegliato dal sogno in cui era caduto. Esausto, e senza forze, era crollato dopo aver sventrato ogni demone presente nelle rovine di Ur Lachesh. Era in terra, sdraiato, pieno di tagli e lacerazioni, con ossa e costole rotte, eppure non provava più dolore. Il suo corpo, che doveva emettere grida strazianti e lancinanti, taceva immobile. Quella stasi, quella calma apparente, nascondeva un cataclisma all’interno del suo animo. Qualcosa d’oscuro ora albergava; era straziante. Il mondo, fino a quel momento d’un grigio incolore, appariva ora al guerriero con un colore ben preciso: TUTTO era nero.

Nero era divenuto il suo animo, nero era il suo cuore pulsante.
Nera era ogni cosa intorno a lui.

Dentro a lui la battaglia tra bene e male s’agitava, lampi di luce e vortici di oscurità si mischiavano confusi in un maelstrom tenebroso e scintillante.
V’era rabbia, v’era odio, v’era ogni sentimento malsano spinto all’eccesso che cercava di combattere ciò che di umano in Lamrael c’era. L’uomo poggiò una mano sul terreno, poi una gamba, infine si mise in piedi e tutto tacque. La bestia si assopì nell’animo, in attesa. Genzaniku stretta nella mano destra, l’ammazzadraghi nella sinistra. Lamrael si mise in piedi, ignorando ogni dolore, ogni osso rotto, ignorando tutto, si rialzò non più uomo, ma qualcosa di molto più.
Qualcosa di umanamente corrotto.


La gente lo guardava combattere e ne rimaneva inorridita, non poteva essere umano. Nessun umano poteva avere tanto rabbia e tanto odio dentro, nessuno poteva combattere in quel modo, sbranando letteralmente i nemici. Lamreal era un mostro, uno di quelli senza un cuore.

La Corruzione all’interno dell’animo di Lamrael ruggì come una fiera rabbiosa, graffiò le pareti del suo corpo cercando di sfibrare ogni parte di esso per liberarsi da quella gabbia di carne. Gli occhi dell’uomo erano ormai due fessure minuscole, incapaci di far trasparire qualsiasi emozione positiva. La sua mente era caduta in oblio, in uno stato di smarrimento momentaneo. Lamrael era come se osservasse quella battaglia da un luogo sopraelevato, distante dal combattimento. Era la bestia a muovere il corpo, era il parassita che negli anni era cresciuto dentro di lui, corrompendolo e corrodendolo internamente.
Sorrise, non più saccente ma maligno. Sorrise, senza più nessun pizzico di gioia, mostrando una maschera deformata dall’odio, solo e soltanto una lontana reminiscenza d’un sorriso gioviale. Nero era il suo corpo, deformato e corrotto, nero il suo animo, iracondo e bestiale. Un mostro a tutti gli effetti s’innalzava accanto ad altri due mostri, per sopraelevarsi a loro, vittorioso.

« INTET! – esplose la belva alzando al cielo la spada, la voce metallica e non più umana tuonava roboante in tutta ʤɛna – DIE ZORUNLU! »

Una luce abbagliante squarciò il cielo di ʤɛna, un sole cremisi spaccò in due la volta celeste. Era abbagliante, era meravigliosamente tremendo.

« Yakıyor mu Iblis. »

Per un’istante tutto divenne rosso, infine il cielo esplose, piangendo lacrime di sangue. Sette raggi di pura energia si sarebbero andati ad abbattere contro Intet, con l’intento di bruciarla, di dilaniarla, di ucciderla.
Ma Lamrael non avrebbe atteso il sole, lui non si sarebbe mai fermato, non in quel momento né mai, fin quando i suoi piedi si sarebbero continuati a muovere e il suo cuore oscuro avrebbe continuato a battere. Si rinvigorì, pervaso da una droga che gli diede ancor più forza, mentre la sua spada si ricoprì d’un alone rosso luminescente. Nessuno Maegon avrebbe potuto fermarlo, nemmeno Ιανός.

« AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH »

Lamrael si lanciò contro Intet, con un salto colmò la distanza che li divideva, aveva messo tale forza in quel gesto da elevarsi sopra ogni testa. Era un adone, un mostro nero che si librava nel cielo, con la spada puntata davanti a lui, brandita con tutte e due le mani. L’avrebbe conficcata tra gli occhi del demone, proprio in mezzo alla fronte, in mezzo a quei due tizzoni ardenti.

Perché solo la Corruzione poteva uccidere la Corruzione.

E lui era corrotto, dal momento stesso in cui risorse dall’Abisso.





Lamrael Redskin



8 cs Forza

Energia: 5%
Status Fisico: 80% Tumefazioni da danno Alto su tutto il corpo; danno basso al pettorale sinistro; danno basso al braccio destro; danno basso generale. danno Basso da strangolamento. Danno Medio al braccio destro da lacerazione. Danno alto su tutto il corpo, corpo in fase di putrefazione.
Status mentale: 50% momentaneamente stordito.
Armi: scimitarra;



Abilità Attive:

Anti demons
Altresì, il guerriero, potrebbe usare il cielo come veicolo per il suo attacco. Parimenti alla tecnica di prima, Lamrael può alzare una mano, o qualsiasi arma da lui impugnata, verso la volta celeste. Dal suo corpo l'energia confluirà fino al cielo accumulandosi in un unico punto. Un globo rosso stazionerà per qualche attimo in alto, infine si dividerà in sette raggi che si abbatteranno sull'avversario colpendo direttamente le carni.La tecnica ha natura magica, dominio sacro. Tramite un consumo Alto di energie, Lamrael trasmette l'energia sacra dal suo corpo al cielo. L'energia si accumulerà in alto nel cielo similmente a un sole rossp, successivamente sette raggi, di massimo mezzo metro di diametro, s'abbatteranno l'uno dopo l'altro sul terreno, oltrepassando ogni armatura dell'avversario. La tecnica provocherà danno Critico agli avatar notturni mentre, contro gli avatar diurni, il danno declasserà a Medio. Al momento della difesa, tuttavia, conta come una tecnica di potenza Alta. [Pergamena Punizione sacra]. Ma l'energia sacra che attraversa il corpo di Lamrael non finisce qui, ogni mezzo è utile per combattere i demoni, ogni modo è necessario per sedare la propria sete di vendetta, per uscire vincitore da uno scontro che, altrimenti, lo vedrebbe quasi sicuramente sconfitto. Lamrael riuscirà a impregnare qualsiasi arma a sua disposizione di quell'energia sacra che gli attraversa il corpo, per portare attacchi molto più forti e letali del normale. L'arma prescelta si ricoprirà di un alone rosso luminescente, simile al riverbero delle fiamme. La tecnica ha natura magica, dominio sacro. In termini di Gdr, ogni colpo eseguito con l’arma infliggerà danno Medio oltre al normale danno derivante dall'attacco fisico, riuscendo ad infliggere danni indipendentemente dall'aver colpito con più o meno vigore. Il danno fisso inferto sugli avatar notturni sarà di un livello superiore, ovvero Alto; allo stesso modo, il danno fisso inferto sugli avatar diurni scalerà di un livello risultando pari a Basso. La tecnica dura due turni di gioco compreso quello di attivazione, perdendo la sua efficacia al termine del secondo o prima, al desiderio del caster. [Pergamena Favore delle armi].

Oggetti Attivati:
~ Droga del potere
Un liquido di colore rosso riposto in una boccetta di vetro di piccole dimensioni che, se assunto, aumenta i Cs alla Forza di 2 unità per due turni di gioco. [Corallo]

Abilità Passive:

Normal Hero

Null'altro che un umano, un contadino forgiato dal sudore e dalla fatica, un guerriero addestrato alle armi da un padre troppo severo e non troppo abile. Eroe creato dal caso e dal destino avverso, un eroe atipico e moderno, dalla grande forza e dall'incredibile resistenza alla stanchezza e al dolore. Umano dello Akeran, lì dove li dove la vita è più dura e il nettare della povertà contamina l'acqua e abbevera gli infanti più del seno delle madri. Lamrael è instancabile, mai arrendevole. Fino alla fine delle sue energie Lamrael continuerà a combattere per ciò in cui crede. In termini di Gdr Lamrael raggiunto il 10% delle energie infatti, non sverrà. Ciò però non significa che non sarà stanco raggiungendo il 20% e non morirà raggiungendo lo 0% [Abilità Raziale]. Corpo forgiato dalla fatica e dal lavoro, dal fisico muscoloso e ben allenato. Contadino avvezzo al dolore fisico, dalla grande forza e dalla grande resistenza alle ferite più di qualsiasi altro umano. Lamrael non è come gli altri, la sua condizione e il suo luogo natio hanno sviluppato in lui caratteristiche diverse e particolari che lo hanno reso più simile a demoni, gli stessi che lui caccia e abbatte. Lamrael sarà in grado di maneggiare armi pesanti come se fossero armi normali, inoltre sarà insensibile al dolore a avrà una resistenza alle ferite maggiore rispetto agli altri, divenendo così in grado di sopportare un mortale più un critico prima di morire, ma la sua mente, altresì, non potrà reggere uno sforzo maggiore di critico. La sua capacità lo porterà persino a combattere o a utilizzare arti rotti, sarà in grado dunque di correre con una gamba spezzata o effettuare un fendente con una spalla lussata, rischiando persino di aggravare la situazione, ma Lamrael non si fermerà fino alla morte [I-II-III Passiva del talento Avanguardia + Pergamena Irriducibile]. Eroe normale per definizione, la sua forza più grande è quella di non arretrare mai dinanzi ai maghi e i demoni, anzi è dinanzi a loro che Lamrael combatte con ancor più forza e devozione, divenendo in grado di accrescere le sue doti fisiche. In termini di gdr ogni qual volta l'avversario utilizza tecniche magiche, le caratteristiche fisiche di Lamrael crescono. Per la durata di quel turno Lamrael acquisisce 2 CS in caratteristiche fisiche [Passiva personale]. Alcune persone nascono con la dote del leader, con un carisma superiore rispetto a tutti gli altri. Questo non è il caso di Lamrael, sconosciuto che gli eventi lo hanno portato a divenire eroe, uomo dal grande coraggio e dalla grande forza di volontà che gli eventi hanno forgiato in un leader, in un comandante esperto, una dote meritata e non innata. Lamrael sarà in grado di infondere fiducia agli alleati, ogni personaggio sarà istintivamente portato a fidarsi di lui, a combattere con maggior sicurezza e non si perderanno d'animo nemmeno nelle condizioni più disperate [Pergamena Aura di coraggio]. Inoltre, grazie agli anni di battaglie, di scontri contro demoni, di guerre e mischia, in cui Lamrael è sempre riuscito a sopravvivere, ha sviluppato dei riflessi fuori dall'ordinario che gli hanno permesso sempre di reagire prontamente a ogni tipo di situazione e portare il culo sempre a casa. Inoltre, grazie agli allenamenti, alle battaglie, grazie all'utilizzo costante della sua grossa spada, Lamrael ha sviluppato ancor di più la sua già notevole forza superando i suoi stessi limiti. In termini gdr Lamrael, acquisisce passivamente 1 CS in riflessi + 1 CS in forza [Diamante x2]. La sua innata dote, i suoi duri allenamenti e le ore sfiancanti di lavoro, gli hanno permesso di elevarsi rispetto gli altri guerrieri, di essere sempre un passo avanti rispetto ai pari di livello e, altresì, questa dote gli permette di specializzarsi in altri modi di combattere. Lamrael sblocca il livello successivo di dominio e acquisisce la classe campione [Cristallo del Talento + Tomo Sacro].


Note: Ok. Si, Lamrael fondamentalmente è un corrotto, spero che ora abbia tutto un po' più senso. Quando è andato nell'abisso è stato infettato dalla corruzione, anche se, grazie anche alla sua grandissima forza di volontà la corruzione resta latente nel suo animo. Comunque nulla. 2 cs per la droga + 2 cs perché intet ha usato una tecnica magica dovrei arrivare a 8 cs in forza. 4 iniziali (non so perché prima ne calcolavo 3 visto che i 2 che perdo sono in determinazione e riflessi) + 4. Subisco il danno, soprattutto per giustificare un po' ogni cosa, ma soprattutto per far apparire anche Lamrael come un demone. Poi attivo la pergamena punizione sacra e, prima che il colpo si infranga su Intet cercò di colpirla con la spada, potenziata da favore delle armi, al centro della fronte il demone. Ps: si, se ve lo chiedete quell'obrobrio all'inizio è tutta farina del mio sacco.

 
Top
view post Posted on 11/2/2015, 14:07
Avatar

--------------------
··········

Group:
Administrator
Posts:
34,432

Status:


ʤɛna; Xari Drenthe

« Cinque piccole fiammelle baluginano nell'oscurità, senza alcuna possibilità di lasciare le profondità di questo baratro. » erano state le ultime parole che Intet aveva rivolto a Venatrix. « Vorrai trascinarle fuori o lascerai che si spengano, figlio mio? »
Così, Rubio era partito alla ricerca degli intrusi a ʤɛna. Riusciva a percepirli a margine della propria coscienza, come degli insetti che svolazzano fra le pareti di un bicchiere rovesciato, intrappolati e rumorosi. Si scontravano col loro corpo contro i margini della struttura inesistente di ʤɛna nella speranza che ciò si rivelasse sufficiente a liberarli, inconsapevoli di quanto i loro sforzi fossero vani. Intet avrebbe potuto riportarli su Theras con semplicità, ma in lei non albergava alcuna intenzione di compiere un simile gesto. Forse anche i Maegon avrebbero potuto riuscirsi, seppure al prezzo di secoli di prove ed energie consumate.
No.
Lui era l'unica speranza rimasta a quegli avventurieri.

Viaggiare fra le isole di ʤɛna si rivelò semplice e affascinante. Fu come attraversare le diverse sale di un museo: in ciascuna di esse c'era qualcosa che attirava l'attenzione di Venatrix e lo spingeva a rimanere a guardare, e tuttavia in nessuna di esse vi era ciò che stava cercando. Innanzi ai suoi occhi si susseguirono i ricordi del grande impero Maegon, della schiavitù e della formazione del terzo Ahriman. Immagini lontane che non potevano che essere osservate con il lucido distacco di uno storico: qualsiasi intervento, lì, non sarebbe servito a nulla. Theras sarebbe rimasta esattamente come l'aveva lasciata e lui avrebbe rischiato di soccombere per nulla.
« Si può osservare il passato; imparare da lui... » sussurrò Venatrix, fra sé e sé « ...ma di certo non combatterlo. »

Finalmente, giunse a destinazione: una distesa di sale accecante, non dissimile da quella che aveva abbandonato in partenza. Uno spazio vuoto fra le isole di ʤɛna, dove solo il ricordo di sua madre e pochi eletti avevano accesso.
Il riflesso della luce su quella distesa infinita di bianco lo accecò, costringendolo a chiudere le palpebre e ad attendere per qualche secondo che la sua vista si adeguasse alle circostanze. Quando aprì gli occhi lacrimanti, riuscì a riconoscere la figura di Intet che si stringeva a un uomo sconosciuto; uno degli avventurieri intrappolati a ʤɛna.
Si avvicinò loro con flemma, vagamente infastidito da quella visione. Era pur sempre sua madre la persona a cui quel pirata si stava avviluppando, che lui avesse deciso di approvarne il comportamento o meno.
In breve, fu abbastanza vicino da sentire le loro parole e da interromperle.

« Non lasciarti ingannare. » disse con schiettezza, come se avesse partecipato a quella conversazione sin dall'inizio. « Tu sei un uomo. »
Non esiste sentimento più umano che quello di identificarsi nelle carni di un altro animale.
« Puoi camminare, correre e saltare. Disponi di più armi di quante un serpente possa persino immaginare. Hai la capacità di superare ostacoli insormontabili e la volontà necessaria per compierlo. Gli istinti non soppiantano la tua ragione, né hai ceduto il passo alla paura innanzi a un nemico così temibile. »
« Nessuno dovrebbe avere il potere di questionare la tua identità, » continuò con tono severo, senza lasciare possibilità di risposta. « specialmente chi, come lei, cerca di ridurla. »
Sputò quell'ultima parola con sovrano disprezzo, poggiando una mano sulla spalla di Xari. Intet non aveva fatto altro che circuirlo fino a quel momento, traumatizzandone lo spirito e trascinandolo in un gioco perverso di decapitazione delle rispettive identità. Un gioco a cui Xari non aveva saputo - o voluto - sottrarsi.
« Le hai dato la tua ultima risposta. » concluse, incapace di nascondere un sottile compiacimento a riguardo. « Ora è tempo di concludere questa farsa. »

6Q392kB

ʤɛna; Vagun

« Lo hai sentito. »
La figura di Venatrix era apparsa come per incanto alle spalle del goblin, anch'essa fluttuante nell'aria contro ogni legge della fisica. La sua prima affermazione fu senza dubbio rivolta a Intet, a sottolineare lo stoico rifiuto di Vagun e dargli persino più valore; in seguito, Rubio si rivolse direttamente al ladro.
« Ho conosciuto molti pelleverde, » gli disse con un sorriso di genuino apprezzamento. « di diversa origine, forma, dimensione e persino colore, »
« ma c'è una cosa che vi accomuna tutti quanti. »
Gli sfuggì una breve risata contenuta a causa dell'ironia di quel complimento, rivolto a un cacciatore di tesori.
« L'integrità. »
Nel corso della sua vita, non aveva mai avuto ragione di dubitare di un pelleverde. Né per quanto riguardasse le promesse compiute in passato, né per quanto riguardasse l'amicizia, né per quanto riguardasse l'onestà (o, in quel caso paradossale, la disonestà). Al contrario degli esseri umani, qualsiasi pelleverde avrebbe potuto essere candidato a campione di coerenza e fedeltà, persino quando compiva di tutto per non passare come tale.
« Alcune leggende sostengono che i daimon abbiano modellato il vostro corpo dalla roccia stessa, infondendovi un esile spiro di vita, » continuò con aria appagata. « in modo che nessuno potesse modellare la vostra individualità. Piuttosto, distruggerla. »
Sorrise a Vagun come si sorride ad un vecchio amico, rivolgendo a Intet un'espressione di vittorioso disprezzo.
« Seguimi, amico mio. » concluse, rivolto al pelleverde. « Hai chiesto che ti venisse mostrata la via per separarti da lei. Io sono la tua guida. »

Il ricordo di Intet sorrise loro con animo nobile e gentile, come sempre, perfettamente in grado di mimetizzare la propria sovrana umiliazione, prima di voltargli le spalle.

6Q392kB

ʤɛna; Lamrael Redskin

Lamrael Redskin aveva ottenuto un grandissimo potere e, sfruttandolo, si era gettato contro Intet per eliminarla una volta per tutte. Il suo corpo aveva rivelato connotati demoniaci, simili a quelli della dragonessa, trasformandosi in un contorto ammasso di nero odio e corruzione. Ciò sarebbe bastato a far impallidire chiunque e a far arrendere persino i più coraggiosi; forse sarebbe persino stato sufficiente ad abbattere la Sognatrice, se non fosse stata per un unico elemento di distrazione, sufficiente a turbare qualsiasi equilibrio in gioco.
Il ricordo di Ιανός.

« NON LA TOCCHERAI. »

JVCHFkq

Fu con forza disumana che il possente Maegon afferrò la spada di Lamrael prima che toccasse l'Ahriman. La cinse con entrambe le mani, ferendosi i palmi e gemendo di dolore. Dopodiché, con uno strattone, le impedì di giungere a destinazione e la scaraventò a distanza, insieme al corpo dell'ammazzademoni. Aveva compiuto quel gesto con la stessa naturalezza con cui un bambino lancia in aria una bambola di pezza, dimostrando una forza che andava al di là di qualsiasi comprensione.
« NON NE HAI IL DIRITTO. »
Come la sua stazza evidenziava, Ιανός non era sempre stato un Feziale. Forse era stato vederlo insieme a loro che aveva spinto Lamrael a sottovalutarlo. Prima di essere inserito nella casta sacerdotale, però, il mostruoso Maegon era appartenuto ad un'altra casta, ben più violenta: quella dei Kaizari. Era stato lì che i suoi compagni avevano pensato di mandarlo a ʤɛna, dove la corruzione e il lusso avrebbero dovuto tenerlo a bada. La Tentatio avrebbe dovuto assopirlo.
Insomma, Ιανός era stato allontanato dai Kaizari poiché era troppo pericoloso.
Ιανός fu, senza la minima ombra di dubbio, il Maegon più potente che abbia mai calcato le sue zampe su Theras, e forse persino il più antico.
Naturalmente Lamrael non poteva essere a conoscenza di alcuna di queste informazioni, ma fu fortunato ad avere un piccolo scorcio del pericolo che in quell'istante calcava la superficie di Theras; lo stesso scorcio che ebbe anche Venatrix, che assisteva alla scena dalla distanza: lui aveva riconosciuto subito il nome "Ιανός", associandolo senza esitazione al Feziale che i ricordi dei Maegon erano riusciti a scucire da ʤɛna e manifestare su Theras.
Un'ulteriore minaccia.

« VOI CREDETE CHE IL GRANDE IMPERO SIA DEBOLE, »
gridò, soffocando il potere dell'Ahriman e gettando un'ombra sull'intera piramide, tanto era potente e antico il suono della sua voce.
« REMISSIVO, »
i suoi muscoli si gonfiarono improvvisamente, mentre i suoi occhi si riempivano di vene rosse e sanguinose e le punte delle sue dita diventavano nere.
« DISTRATTO. »
allungò una mano nella direzione di Intet.
« IL GRANDE IMPERO NON AMMETTE SCHERZI SU CERTE COSE. »
Improvvisamente, l'Ahriman aveva perso tutta la sua minacciosità. Innanzi alla rabbia di Ιανός, tutto impallidiva: Intet sembrava essersi trasformata in una bambina indifesa, paralizzata dal terrore innanzi a un gigante mostruoso che non aveva modo di affrontare. Certo, la sua trasformazione era ancora agli inizi ed era molto differente da come l'aveva affrontata Venatrix nel presente, ormai del tutto assoggettata alle maree della Tentatio, ma quella differenza non poté che far rabbrividire il drago. Ιανός emanava una presenza di imbattibilità irraggiungibile; era come osservare una montagna in movimento, animata da un'ira risalente alla creazione del mondo stesso.
Che cosa avevano scatenato i Feziali su Theras?

« SCHIACCERÒ CIASCUNO DI VOI PATETICI DEMONI CON LE MIE MANI! »
urlò, e Venatrix poté giurare di sentire le pietre della piramide tremare di terrore.
« A PARTIRE DA TE. »

WnyOs13

Il Maegon si gettò contro Intet - no, l'Ahriman - senza alcuna esitazione. Era più grande di lei e tutti gli effetti che la corruzione sembrava aver avuto sul mondo circostante fino a quel momento erano stati assorbiti e neutralizzati dall'imperiosa dichiarazione di guerra di Ιανός, che con una sola mano era abbastanza grande da poter afferrare e sollevare l'esile vita di Intet.
Fu di quell'attimo di lotta che Venatrix approfittò, per avvicinarsi a Lamrael.
« Dobbiamo andarcene. » gli disse con aria seria, raggiungendolo velocemente e dandogli una mano per rialzarsi. « Devi fidarti di me. »
« Tutto ciò che vedi non è reale. È solamente un ricordo. » aggiunse, cercando di aggrapparsi ai dubbi che l'ammazzademoni poteva aver sviluppato sino a quel momento. « Non puoi cambiare ciò che sta avvenendo su Theras combattendo qui, poiché questo non è il passato. Rischieresti solamente di andare incontro a una sconfitta prematura »
e disse l'ultima frase con un velo di malinconia.
« ...e un ricordo può anche uccidere, se gliene lasci la possibilità. »
I suoi occhi si posarono sulla battaglia poco distante. L'Ahriman si era liberato dalla stretta di Ιανός e stava cercando di fuggire, scivolando lungo i gradoni della piramide per raggiungere le strade di ʤɛna. Il Maegon, d'altra parte, non sembrava intenzionato a lasciar sopravvivere il signore dei demoni, e non serviva uno storico per capire che cosa sarebbe successo di lì a poco. Ancora una volta, a Venatrix bastò mettere insieme gli ultimi pezzi di quel rebus:
Nel passato, era stato Ιανός a sigillare l'Ahriman a Baathos. Oppure, forse, l'aveva semplicemente sconfitto e reso vulnerabile al sigillo lanciato da qualche altro Maegon incantatore.
Il Feziale aveva già sconfitto una volta Intet nell'antichità. Per questa ragione i ricordi dei Maegon avevano ritenuto che fosse il più adatto fra loro a essere mandato su Theras per combatterla una seconda volta.
Ma perché non aveva eliminato l'Ahriman una volta per tutte, allora, quando aveva potuto?

Una domanda che per quel momento sarebbe destinata a rimanere senza risposta.
« La tua forza ci sarà necessaria nel presente. » concluse, rivolto a Lamrael. « Seguimi. »

6Q392kB

ʤɛna; Mehmet Şahin

« Finalmente le cose iniziano ad andare per il verso giusto! »
L'esclamazione festosa di Mehmet riecheggiò per le mura della piramide, che era stata abbandonata da qualsiasi occupante. Se il suo compagno Vagun aveva deciso di non lasciarsi tentare dalle indecenti offerte della Sognatrice, lo stesso non era valso per il nano: anche lui aveva spinto gli schiavi alla ribellione e anche a lui era stato chiesto di non intervenire in cambio dell'oro.
Per questo in quel momento si trovava alle porte di una delle più grandi tesorerie dei Feziali.
Fischiettando gaudente si incamminò per i corridoi bui, finché non arrivo innanzi a una doppia porta lasciata socchiusa. Le guardie dovevano essersene andate in fretta e furia, richiamate dal caos all'esterno, e ciò dava agli sciacalli come lui la perfetta occasione per derubare i Maegon più indolenti. Spinse le doppie porte ed entrò nella tesoreria.
Innanzi a lui, una quantità d'oro inimmaginabile.
La stanza era stipata di articoli di valore di qualsiasi tipo: monete antiche e diversissime, arazzi elaborati, sculture in marmi differenti, abiti intarsiati di gemme preziose, armi e armature raffinate e chi più ne ha, più ne metta. Una vista che spinse Mehmet a gettarvisi a capofitto, chiudendo le doppie porte dietro di sé.
« Eccoli! » esclamò mentre si riempiva le mani di monete, con gli occhi tracimanti di tutto quel lusso. « Gli antichi tesori dei Maegon! »
Sollevò un arazzo e ci si avvolse all'interno, accarezzando la morbida seta dei vestiti poco distanti e osservando il suo riflesso nelle lucide armature.
« E sono tutti miei! »
Venatrix assistette a quella scena con pietà e disgusto. D'altra parte era più che naturale che Intet fosse riuscita a corrompere almeno uno degli avventurieri intrappolati nella sua città.
Avrebbe portato via Mehmet senza che se ne accorgesse, salvandolo da ciò che lo stava distruggendo:
i suoi stessi desideri.

6Q392kB

Plaakar

« Uff... »

Come per magia, le menti di tutti ripreso lucidità.
Non si trovavano più a ʤɛna, né all'interno di alcun ricordo.
Erano tornati su Theras, nel Plaakar. I suoni e gli odori della giungla li raggiunsero con prepotenza, svegliandoli dallo stato di placida incoscienza in cui avevano vissuto fino a quell'istante.
Erano di nuovo nell'Akeran, vivi.

Si trovavano al centro di un'ampia radura: Xari, Lamrael, Vagun, Arsona, Mehmet e l'uomo che aveva salvato ciascuno di loro; un ragazzo alto e snello, dai lunghi capelli rossi racchiusi in una treccia dietro le spalle. Non fu lui, tuttavia, ad attirare la loro attenzione, bensì i loro altri compagni:
decine di Maegon si trovavano lì con loro. I Maegon che Venatrix aveva salvato dalla struttura pericolante di ʤɛna, manifestandoli su Theras come loro erano riusciti a fare precedentemente con Ιανός.
Prima che chiunque potesse dire qualsiasi cosa, però, un grido di disperazione spezzò la tensione accumulatasi sino a quel momento.
« No! » urlò Mehmet, sconvolto. « Il mio oro! I miei gioielli! »
Il nano si guardava intorno freneticamente, cercando qualcosa che evidentemente era scomparso nel nulla. Naturalmente Venatrix non aveva ritenuto opportuno materializzare su Theras anche il ricordo dei tesori dei Maegon, che erano rimasti intrappolati nella ragnatela di ʤɛna. Il drago sospirò, mentre il nano strisciava in terra come un verme alla ricerca del proprio tesoro.
« Dove...?! » disse mentre alzava lo sguardo, e notava il gruppo di Maegon lì presente. « ...Voi! »
« Che cosa ci fanno dei Maegon, qui? » chiese, riprendendo lucidità dopo il suo delirio ma mantenendo la stessa rabbia di prima.
« Sono stato io a salvarli, così come ho fatto con voi. » rispose Venatrix, visibilmente spossato dall'impresa che aveva appena compiuto. « Senza il mio intervento sareste tutti rimasti intrappolati a ʤɛna per sempre. »

« E perché diamine avresti fatto una cosa del genere? »

La domanda di Mehmet sarebbe potuta sembrare mossa dal solo interesse personale, ma non era così. Naturalmente era la rabbia di aver perso il tesoro dei Maegon a infondergli un tale coraggio, ma le sue motivazioni erano ben altre. Con tutto ciò che Venatrix avrebbe potuto portare fuori da ʤɛna, il drago aveva scelto di salvare i Maegon. La stessa razza che aveva inventato la schiavitù - la schiavitù che in seguito si era riversata sul popolo nanico! - che aveva generato il terzo Ahriman ed eretto un impero che gettava le proprie fondamenta sull'indolenza, sulla crudeltà e sul lusso delle proprie caste governatrici.
Il drago avrebbe potuto salvare dei reperti storici, mappe, nozioni, testi, ma no...
...non sarebbe stato abbastanza nobile.
« Non so chi tu sia, rosso » affermò con disprezzo. « ma non sperare in un ringraziamento. Hai appena portato su Theras gli ultimi sopravvissuti di una razza peggiore di quella dei demoni. »
Venatrix non rispose.
« ...e io non ho intenzione di permetterlo. »
Mehmet estrasse il suo pugnale.



CITAZIONE
Risposta a tempo di record. Scusate, i miei post stanno diventando sempre più lunghi :v:
Succede tutto come descritto: Venatrix raggiunge ciascuno di voi e vi trascina fuori da ʤɛna, salvandovi singolarmente. Alla fine di tutto ciò, vi ritrovate di nuovo nel Plaakar, insieme al drago e ai Maegon che il primo è riuscito a salvare. Mehmet è furibondo, e la vostra reazione dovrebbe essere quella di una semplice scena GdR: schieratevi dalla parte che preferite, non siate autoconclusivi con niente e nessuno, fate ciò che credete sia più corretto.

Cinque giorni :v: ah, ovviamente questo è l'ultimo post della quest, per voi :asd:
 
Top
Drag.
view post Posted on 11/2/2015, 20:57




Nello stesso modo silente con il quale l'aveva rapito, il sogno si dissolse.
La sensazione di riconquista della propria coscienza fu quella del risveglio da un profondo torpore; la mente impiegò diversi istanti a coordinare le fila di pensieri confusi che la ottenebravano, e tutto ciò che lo ancorò alla realtà furono i mille piccoli segnali che i sensi - questa volta reali, e non ingannati - gli trasmettevano.
L'odore denso della giungla penetrò nei suoi polmoni, colmandoli dell'identica aria pesante ed ammuffita che aveva assaporato in tempi che gli sembravano lontanissimi. La luce filtrava attraverso il fitto fogliame sino ad inondargli le palpebre chiuse di caldo oro colato, ed il terriccio sotto la schiena lo abbracciava molto più amorevolmente di quanto la Sognatrice avrebbe mai potuto fare. Lo straniamento temporale era scomparso - poteva percepire solidità nello scorrere dei secondi - e così anche tutti i colori corrotti e slavati dell'antica ʤɛna.
Xari respirò a fondo, più volte: forse fu la stanchezza, od il sollievo di aver ormai alle spalle quell'ordalia, ma da qualche parte dentro di lui sorse un'inspiegabile tranquillità. Sarebbe rimasto lì steso per ore, perfettamente appagato, se la nostalgia del mare non lo avesse colto. Era stato lontano dallo Zar sin troppo: poteva quasi percepire Barreus ridacchiare alle sue spalle, con un'espressione saggia sulle labbra e gli occhi che sussurravano muti il più classico dei "te l'avevo detto".

Il grido sgomento di Mehmet infranse quel benevolo incanto.
Drenthe si levò lentamente in piedi, osservando con attenzione ciò che lo circondava; la radura entro la quale si erano risvegliati era invasa da decine di Maegon - gli stessi Maegon che erano stati marionette nelle mani della dea burattinaia. Poteva riconoscere la confusione negli occhi dei rettili, uno stupore fondato sull'inaspettata libertà da un incubo millenario.
Ma non erano i soli: con loro c'erano anche Vagun, la guardia nanica Arsona e Lamrael Redskin. Quest'ultimo pareva più un cadavere che un essere umano, coperto da così tante ferite da lasciare poco spazio persino per la fantasia di un sadico. Il pirata fu d'altra parte incredibilmente lieto di vedere il piccolo ed ingegnoso goblin tutto d'un pezzo - meno un'aria vagamente abbattuta nello sguardo: gli offrì una fugace strizzata d'occhio, sorridendo appena.

« Sono stato io a salvarli, così come ho fatto con voi. »
« Senza il mio intervento sareste tutti rimasti intrappolati a ʤɛna per sempre. »

Ed ecco infine l'eroe che dovevano tutti ringraziare: il giovane di bell'aspetto che li fronteggiava aveva lunghi capelli cremisi raccolti dietro le spalle e gli occhi saggi di chi aveva assistito all'eternità intera.
Ogni sensazione di tranquillità scomparve dalla mente del pirata: quel ragazzo alto e snello emanava la stessa sensazione ultraterrena della Sognatrice. C'era qualcosa di innaturale nel suo tono della voce, nel profilo del suo viso, nel carisma che accompagnava ogni suo più piccolo movimento: era la stessa divinità illusoria che lo aveva strappato dall'abbraccio pericoloso della belissima burattinaia di ʤɛna, e l'aveva fatto con tono schietto e severo. Non era stata l'ennesima allucinazione, dunque: v'era evidentemente un limite al cumulo di bugie che la città maledetta potesse rigurgitare dal profondo.
Ciò che aveva dissolto il velo, tuttavia, era troppo simile a colei che l'aveva ricamato: il rosso straniero era semplicemente troppo simile alla sua signora per poter abbassare la guardia - come i due lati di una medesima moneta d'argento.

« Questa storia ha ancora qualcosa da raccontare, mastro Şahin. »
In un baleno, la mano sinistra estrasse la pistola a pietra focaia; per un istante, Xari potè nuovamente provare l'eccitazione del combattimento e del pericolo impugnando le sue vecchie, fidate armi. Tornare in possesso del suo arsenale di trucchi e diversivi gli aveva donato nuova fiducia, e sebbene comprendesse la preoccupazione di Mehmet il suo comportamento era assolutamente suicida.
« Non permetterò alla sciocchezza di un nano di privarmi del suo finale. »



Lo scatto sinistro del calcio che veniva caricato annunciò il puntamento della sputafuoco a poche spanne dalla nuca del bellicoso imprenditore di Qashra. Xari avrebbe mentito a se stesso se avesse pensato che non desiderava premere il grilletto. Sin da quando avevano oltrepassato i confini del Plaakar, Mehmet si era rivelato un leader disastroso. Mancava di carisma, raziocinio e buon senso: la sua stupidità li aveva messi in pericolo così tante volte che la spedizione avrebbe probabilmente avuto sorte migliore se fosse morto tra gli artigli delle Ayilar; la preoccupazione di ciò che comportava il ritorno dei Maegon muoveva la sua mano, ma la sua mente dava per scontato che quello fosse uno scontro che avrebbero potuto vincere - non solo: coinvolgeva anche loro, dando per assodato che lo avrebbero spalleggiato. Xari non aveva intenzione di lasciarsi trascinare in una lotta impossibile.
Soprattutto, Drenthe era sinceramente entusiasta di quel che era accaduto: l'improvvisa ricomparsa della progenie dei draghi avrebbe scatenato il caos nel Sultanato, creando situazioni interessanti e, potenzialmente, nuovi, generosi profitti.

« La decisione di quest'uomo li ha portati nel nostro tempo: sono una sua responsabilità, ora.
Abbassa la lama, Mehmet.
»
Non costringermi a sparare, sottintendeva. Aveva mentito a tutti loro - come sempre. Xari Drenthe era un pirata, non un'amichevole imprenditore. V'era persino la possibilità che Mehmet fosse ancora sotto l'influsso della Tentatio, e questa stesse corrompendo il suo animo caricandolo di rancore esattamente come era accaduto a loro quando avevano compiuto i primi passi all'interno della città sepolta. Se il nano avesse malauguratamente deciso di perpetrare la sua crociata, allora egli non avrebbe avuto altra scelta se non quella di fare fuoco.
Alzò appena lo sguardo, cercando con gli occhi il volto di Venatrix.
« Abbiamo molto da discutere - da condividere. »


Status: danno basso da malnutrizione, danno basso da soffocamento, danno medio da lussazione spalla destra (totale Alto), mana 5%. (-5% Basso, -10% Medio, -20% Alto, -5% Basso) CS: 6 4. 3 Astuzia - 1 Determinazione - 1 Destrezza - 1 Maestria nelle Armi
Equipaggiamento:
coltello: una kagamaki.
litigio: una elegante wakizashi.
pistola: una semplice pistola a pietra focaia. 5 colpi per giocata (4 rimanenti)
armatura: una strana armatura composta da varie parti diverse e scombinate, che protegge principalmente gli arti, i fianchi ed il cuore.
trucchi del mestiere: biglie-bombe di varia natura, assicurate ad un braccialetto (2 deflagranti, 1 fumogena, 1 accecante, 1 dissonante, 1 stordente, 1 tossica)
Passive da considerare:
NATURAL BORN LEADER - passiva di natura psionica di carisma (pergamena Comune Guerriero "Aura di coraggio"), passiva di natura fisica di abilità tattica (pergamena Comune Guerriero "Tattiche di combattimento")
MAESTRO DELL'INTRIGO - tomo infido, passiva di natura psionica di allineamento imperscrutabile (abilità passiva personale I), passiva di difesa psionica (passiva di secondo livello del Talento Stratega), passiva di natura fisica di individuazione della razza anche al di là di travestimenti (passiva razziale Umano "Diffidenza"), passiva di natura fisica di scurovisione e vista attraverso cortine fumogene (pergamena Comune Mentalista "Scrutare le tenebre")
A BEAUTIFUL MIND - passiva di natura psionica di discernimento delle illusioni, passiva di immunità al dolore ed agli effetti collaterali derivanti dalle tecniche psioniche (passive di primo e terzo livello del Talento Stratega)
SWORD DANCER (part two) - abilità personale passiva di istant-casting tech difensive (abilità passiva personale IV), abilità personale passiva di difese inconsce basate sull'istinto (abilità passiva personale V)
EXPLORER - passiva di natura psionica di orientamento (abilità passiva personale VIII)
Tecniche utilizzate: //
Note: Xari sfodera la pistola e la punta alla nuca di Mehmet, sfoderando tutta la potenza delle sue passive (wooo) per metterlo a cuccia. Se persegue nei suoi intenti, bang.


Edited by Drag. - 12/2/2015, 18:11
 
Top
view post Posted on 16/2/2015, 12:03

1L 50GN0 3R3T1C0
········

Group:
Member
Posts:
13,732

Status:


Fetiales; ʤɛna

Il sogno scomparve, diradandosi come un placido ricordo spazzato via dal soffio leggero d’un vento primaverile. L’antica capitale Maegon svanì, lasciando il posto a una radura incontaminata e selvaggia. Ogni cosa sembrava ormai lontana, lo scontro con Intet, la furia di Ιανός, l’intervento del giovane coi capelli rossi, ʤɛna, erano soltanto strascichi sul corpo e la mente di Lamrael. Al guerriero ci volle qualche secondo per calmarsi. La sua mente era ancora corrotta dalla forza della sua ira, i suoi occhi baluginavano d’odio scintillante e il suo corpo era ancora molto più simile a quello di un demone che di un uomo. Respirò profondo, ispirando aria satura d’ossigeno e fresca. La cassa toracica si gonfiò una, due, tre volte, fin quando il respiro non divenne di nuovo regolare e il battito del cuore non rallentò la sua sfrenata corsa. A quel punto il sangue cominciò a venir pompato più lentamente, i muscoli iniziarono a sgonfiarsi e l’aspetto di Lamrael divenne lentamente meno demoniaco, seppur le ferite subite da Intet gli donavano ancora un sembianze grottesche. La sua mente tornò lentamente lucida, iniziando così ad assaporare nuovamente i colori del mondo e le sfumature che esso conteneva. L’odio, così come era giunto, venne placato nuovamente all’interno del proprio Io, sedato in una gabbia chiusa da solide sbarre, nascosto ai più.

Fu come se non fosse accaduto nulla, seppur la bestia, questa volta, aveva preso il predominio su Lamrael in maniera più violenta e duratura, l’aveva soggiogato facendogli perdere la cognizione spazio-temporale, facendolo diventare solo uno spettatore del proprio corpo. I suoi pensieri, e le sue preoccupazioni, vennero interrotti dalle grida di Mehmet. A ʤɛna, Lamrael si era dimenticato totalmente dei suo compagni, preso dall’eccitazione e dalla lotta, dai suoi desideri personali, del destino dei suoi compagni se ne era fregato bellamente e, rivederli lì, in fondo non gli faceva nessun effetto. Sarebbero potuti anche morire dentro quel ricordo, che a Lamrael non sarebbe fregato ugualmente nulla, ma Mehmet, in quell’istante, gli fece quasi risalire l’odio. La sua voce gli rimbombò nella testa come il continuo martellare di una campana, fastidiosa, fuori luogo, invadente. Lamrael si portò una mano al capo, strofinandosi la fronte con due dita, come a voler alleggerire il mal di testa.
Per quanto riguardava i Maegon, Lamrael non li considerava una minaccia, era stato l’unico a poter guardare – e toccare con mano – la forza di Intet, avevano bisogno di loro e delle loro conoscenze, poiché erano testimoni e depositari diretti di quei ricordi e di quei accadimenti e, come aveva avuto modo di saggiare, erano avversari stimolanti.

« Hai rotto il cazzo – disse Lamrael, togliendo le dita dalla fronte. Guardò il nano, era inutilmente piccolo – Non puoi nemmeno immaginare cosa si sta scatenando sotto di noi. Queste lucertole troppo cresciute sono l’ultimo dei nostri problemi. »

Pronunciò quella frase dissimulando una certa calma, che in realtà in quel momento non riusciva a possedere.

« Alza quelle tue inutili gambette da nano e scappa il più lontano possibile, » il guerriero estrasse la sua spada, la sua ammazadraghi, dalla schiena, ora si sentì finalmente a casa, « questa è l’ultima volta che avrò pietà di te. »

Gli puntò la lama contro, tentato di scattare per ucciderlo una volta per tutte.

« Stai pur certo che la prossima volta che ci vedremo sarai un nano morto. »

Infine Lamrael si volto verso il loro salvatore, osservandolo con attenzione.

« Rosso, tu mi devi spiegazioni, » disse freddo e distaccato, « ma soprattutto mi devi una battaglia. »

Perché Lamrael odiava essere trascinato via da una lotta, per quanto essa fosse senza senso e mortale.
Per il guerriero cremisi esistevano solo due modi per uscire da una battaglia, da vincitore, o da cadavere. Scappare non era concepibile.

« Non dimenticarlo. »






Lamrael Redskin



8 cs Forza

Energia: 5%
Status Fisico: 80% Tumefazioni da danno Alto su tutto il corpo; danno basso al pettorale sinistro; danno basso al braccio destro; danno basso generale. danno Basso da strangolamento. Danno Medio al braccio destro da lacerazione. Danno alto su tutto il corpo, corpo in fase di putrefazione.
Status mentale: 50% momentaneamente stordito.
Armi: scimitarra;



Abilità Attive:

Anti demons
Altresì, il guerriero, potrebbe usare il cielo come veicolo per il suo attacco. Parimenti alla tecnica di prima, Lamrael può alzare una mano, o qualsiasi arma da lui impugnata, verso la volta celeste. Dal suo corpo l'energia confluirà fino al cielo accumulandosi in un unico punto. Un globo rosso stazionerà per qualche attimo in alto, infine si dividerà in sette raggi che si abbatteranno sull'avversario colpendo direttamente le carni.La tecnica ha natura magica, dominio sacro. Tramite un consumo Alto di energie, Lamrael trasmette l'energia sacra dal suo corpo al cielo. L'energia si accumulerà in alto nel cielo similmente a un sole rossp, successivamente sette raggi, di massimo mezzo metro di diametro, s'abbatteranno l'uno dopo l'altro sul terreno, oltrepassando ogni armatura dell'avversario. La tecnica provocherà danno Critico agli avatar notturni mentre, contro gli avatar diurni, il danno declasserà a Medio. Al momento della difesa, tuttavia, conta come una tecnica di potenza Alta. [Pergamena Punizione sacra]. Ma l'energia sacra che attraversa il corpo di Lamrael non finisce qui, ogni mezzo è utile per combattere i demoni, ogni modo è necessario per sedare la propria sete di vendetta, per uscire vincitore da uno scontro che, altrimenti, lo vedrebbe quasi sicuramente sconfitto. Lamrael riuscirà a impregnare qualsiasi arma a sua disposizione di quell'energia sacra che gli attraversa il corpo, per portare attacchi molto più forti e letali del normale. L'arma prescelta si ricoprirà di un alone rosso luminescente, simile al riverbero delle fiamme. La tecnica ha natura magica, dominio sacro. In termini di Gdr, ogni colpo eseguito con l’arma infliggerà danno Medio oltre al normale danno derivante dall'attacco fisico, riuscendo ad infliggere danni indipendentemente dall'aver colpito con più o meno vigore. Il danno fisso inferto sugli avatar notturni sarà di un livello superiore, ovvero Alto; allo stesso modo, il danno fisso inferto sugli avatar diurni scalerà di un livello risultando pari a Basso. La tecnica dura due turni di gioco compreso quello di attivazione, perdendo la sua efficacia al termine del secondo o prima, al desiderio del caster. [Pergamena Favore delle armi].

Oggetti Attivati:
~ Droga del potere
Un liquido di colore rosso riposto in una boccetta di vetro di piccole dimensioni che, se assunto, aumenta i Cs alla Forza di 2 unità per due turni di gioco. [Corallo]

Abilità Passive:

Normal Hero

Null'altro che un umano, un contadino forgiato dal sudore e dalla fatica, un guerriero addestrato alle armi da un padre troppo severo e non troppo abile. Eroe creato dal caso e dal destino avverso, un eroe atipico e moderno, dalla grande forza e dall'incredibile resistenza alla stanchezza e al dolore. Umano dello Akeran, lì dove li dove la vita è più dura e il nettare della povertà contamina l'acqua e abbevera gli infanti più del seno delle madri. Lamrael è instancabile, mai arrendevole. Fino alla fine delle sue energie Lamrael continuerà a combattere per ciò in cui crede. In termini di Gdr Lamrael raggiunto il 10% delle energie infatti, non sverrà. Ciò però non significa che non sarà stanco raggiungendo il 20% e non morirà raggiungendo lo 0% [Abilità Raziale]. Corpo forgiato dalla fatica e dal lavoro, dal fisico muscoloso e ben allenato. Contadino avvezzo al dolore fisico, dalla grande forza e dalla grande resistenza alle ferite più di qualsiasi altro umano. Lamrael non è come gli altri, la sua condizione e il suo luogo natio hanno sviluppato in lui caratteristiche diverse e particolari che lo hanno reso più simile a demoni, gli stessi che lui caccia e abbatte. Lamrael sarà in grado di maneggiare armi pesanti come se fossero armi normali, inoltre sarà insensibile al dolore a avrà una resistenza alle ferite maggiore rispetto agli altri, divenendo così in grado di sopportare un mortale più un critico prima di morire, ma la sua mente, altresì, non potrà reggere uno sforzo maggiore di critico. La sua capacità lo porterà persino a combattere o a utilizzare arti rotti, sarà in grado dunque di correre con una gamba spezzata o effettuare un fendente con una spalla lussata, rischiando persino di aggravare la situazione, ma Lamrael non si fermerà fino alla morte [I-II-III Passiva del talento Avanguardia + Pergamena Irriducibile]. Eroe normale per definizione, la sua forza più grande è quella di non arretrare mai dinanzi ai maghi e i demoni, anzi è dinanzi a loro che Lamrael combatte con ancor più forza e devozione, divenendo in grado di accrescere le sue doti fisiche. In termini di gdr ogni qual volta l'avversario utilizza tecniche magiche, le caratteristiche fisiche di Lamrael crescono. Per la durata di quel turno Lamrael acquisisce 2 CS in caratteristiche fisiche [Passiva personale]. Alcune persone nascono con la dote del leader, con un carisma superiore rispetto a tutti gli altri. Questo non è il caso di Lamrael, sconosciuto che gli eventi lo hanno portato a divenire eroe, uomo dal grande coraggio e dalla grande forza di volontà che gli eventi hanno forgiato in un leader, in un comandante esperto, una dote meritata e non innata. Lamrael sarà in grado di infondere fiducia agli alleati, ogni personaggio sarà istintivamente portato a fidarsi di lui, a combattere con maggior sicurezza e non si perderanno d'animo nemmeno nelle condizioni più disperate [Pergamena Aura di coraggio]. Inoltre, grazie agli anni di battaglie, di scontri contro demoni, di guerre e mischia, in cui Lamrael è sempre riuscito a sopravvivere, ha sviluppato dei riflessi fuori dall'ordinario che gli hanno permesso sempre di reagire prontamente a ogni tipo di situazione e portare il culo sempre a casa. Inoltre, grazie agli allenamenti, alle battaglie, grazie all'utilizzo costante della sua grossa spada, Lamrael ha sviluppato ancor di più la sua già notevole forza superando i suoi stessi limiti. In termini gdr Lamrael, acquisisce passivamente 1 CS in riflessi + 1 CS in forza [Diamante x2]. La sua innata dote, i suoi duri allenamenti e le ore sfiancanti di lavoro, gli hanno permesso di elevarsi rispetto gli altri guerrieri, di essere sempre un passo avanti rispetto ai pari di livello e, altresì, questa dote gli permette di specializzarsi in altri modi di combattere. Lamrael sblocca il livello successivo di dominio e acquisisce la classe campione [Cristallo del Talento + Tomo Sacro].


Note: Il post è corto, non avevo altre cose da dire e domani ho un altro esame, come drag mi schiero dalla parte di Venatrix. Comunque, ringrazio per la quest, davvero molto bella e avvincente. Mi è piaciuta molto ed era da tempo che non mi divertivo così.


[/QUOTE]
 
Top
Lenny.
view post Posted on 18/2/2015, 09:43




Fetiales~
ʤɛna


E infine tornarono dove tutto aveva avuto inizio. Torrido giorno sotto un maledetto torrido sole, a cui Vagun doveva affidare la speranza e quel poco d'intelletto rimastogli per cavare loro tutti da una situazione fatta, in così poco tempo, densa d'insidie e soffocante come un laccio alla gola. L'aria si era fatta più pesante, orecchie tese e sguardi che saltavano da una parte all'altra. Si era formata una specie di arena, un semicerchio perfetto costituito dalla loro compagnia, dal Rosso e dai lucertoloni, come se qualcuno avesse delimitato col gesso un campo dello scontro. Il goblin restò in piedi, zitto, valutando da che parte sarebbe convenuto schierarsi ma restando al fianco di Xari, alla mercé di un'ira fitta verso l'idiota impulsività di Mehmet. Vagun scose la testa e strizzò gli occhi, accennando un sorriso magnanimo.

« Rosso, questo nano è un rozzo e ignorante povero coglione. Senza offesa amico Mehmet, eh. »

Strizzò l'occhio verso la maledetta causa di troppe calamità accadute ultimamente perché potesse lasciar passare. Ma non si limitò a liquidarlo con banale ironia, perché su un punto aveva ragione. Non si potevano fidare del Rosso a occhi chiusi come era accaduto con la Sognatrice, specialmente a causa di una vaga somiglianza che il goblin notava tra i due, ma cui preferì non fare accenno. Tutto ribolliva di eventi, difficili da interpretare, se non quello, unico e netto,, che l'ennesimo cappio si andasse stringendo, una trappola stesse per serrarsi. Le parole uscirono a fatica dalla gola serrata, allargò le braccia a indicare la logica conclusione, un morso al labbro inferiore per raccogliere i pensieri. Poi puntò il dito dell'accusa divina contro i Maegon alla loro presenza.

« Ma su un punto ha ragione: quei luridi bastardi servi della merda, quei figli di lucertoloni appestati, quelle carcasse verminose seccate al sole ci hanno imprigionato, schiavizzato, umiliato -a me addirittura definendomi senzacarne!- senza il benché minimo motivo. Che condizioni vogliono porre qui? Perché non tornano a leccare il culo ai loro Feziali? Che lo facciano, prima che questo goblin sputi via le loro ossa dopo averle spolpate una a una, ecco cosa ho da dire! »

Terminò, con l'affanno alla gola e un eloquente pollice puntato sul petto rigonfio. Il ricordo di sé, della rivolta degli schiavi, bruciava ancora troppo intensamente, tanto che quella tirata non poteva bastare a scongiurare la disperazione. PerchE era ancora un grido di disperazione a lancinarlo dentro, era ancora la cupa angoscia della sconfitta. Lo investìva netto e fragoroso il ricordo, il puzzo di sudore, il fragore di catene che si spezzano e picconi che si sollevano sotto la sua guida, facendolo fremere, palpitare, odore intenso di un ingiustizia che si voleva far pagare, ed era ribollita nei loro cuori. Per poi sfumare nel nulla di una terribile menzogna,

 
Top
view post Posted on 18/2/2015, 11:38
Avatar

--------------------
··········

Group:
Administrator
Posts:
34,432

Status:


ʤɛna; la fine

« Tacete, bastardi! » Mehmet iniziò ad essere visibilmente alterato. Le minacce e le armi puntate dei suoi compagni non lo spaventavano più, nonostante fosse chiaramente il più debole del gruppo. « Persino il goblin ci è arrivato! I Maegon non devono sopravvivere! »
« E soprattutto... » urlò in preda a una furia cieca, divincolandosi dal gruppo e lanciandosi contro Venatrix, armato di pugnale. « RIVOGLIO IL MIO ORO! »
Il nano si era scagliato contro il drago privo di ragione, col visibile intento di straziarlo e ucciderlo. Pareva che non vi fosse alcun modo di fermarlo. Dalla pistola di Xari Drenthe partì un colpo che, nonostante fosse andato perfettamente a segno, non bastò a fermare il ricco mercante - fu quel risultato a insospettire il drago, più di ogni altra cosa. Il nano sembrava aver acquisito delle facoltà soprannaturali che lo rendevano ben più pericoloso di quanto non fosse mai stato.
La risposta poteva essere solamente una.

Venatrix sollevò una mano e compì con essa un gesto gentile, roteando il polso. Immediatamente dal suo palmo aperto si generò una lingua di fiamme roventi, che avvolse il corpo di Mehmet prima che lo raggiungesse.
Il mercante urlò di dolore e si gettò a terra nel vano tentativo di spegnere il fuoco. Si contorse come una foglia secca gettata al centro di un falò, in preda a delle urla disumane.
Mentre subiva quegli strazi, però, il suo corpo iniziò a cambiare; non soltanto perché consumato dal fuoco - piuttosto, iniziò a rivelare la sua vera forma. Le sue dita e i suoi arti si allungarono, fino a donargli una statura vagamente umana; la barba sparì; lunghi artigli gli apparvero alle mani e ai piedi; la sua bocca si riempì di zanne; i tratti somatici si sciolsero all'improvviso, lasciando del suo viso solamente una maschera priva di espressione; la sua carne si scurì e sembrò marcire.
Mehmet Şahin rivelò la sua forma da demone.

« Il demone che chiamiamo shabāha è senza dubbio il più insidioso fra quelli a disposizione del nostro nemico. » disse Venatrix, rivolgendo uno sguardo di malinconico disprezzo al corpo di Mehmet che si contorceva fra le fiamme, apparentemente insensibile davanti a un tale orrore. « Esso è un mutaforma che prende il posto di visi a noi conosciuti, cerca di instillare fiducia in chi ha vicino e di trascinarlo verso la corruzione. »
« Non saprei dire se il vostro compagno nano sia sempre stato uno shabāha o se lo sia diventato solo di recente, trasformato dalle influenze della Tentatio che avete affrontato nel cuore di ʤɛna. »
Evitò di dire loro che quello era lo stesso destino che li avrebbe attesi nel caso in cui anche loro avessero ceduto alla tentazione. Presupponeva che fossero abbastanza arguti da capirlo da soli, senza che il drago dovesse spaventarli a riguardo.
« Tale è il potere nel nostro nemico. »

Lasciò che quelle parole penetrassero in profondità nelle menti dei tre avventurieri: avevano avuto la fortuna di assistere coi propri occhi alle atrocità compiute e alle origini del terzo Ahriman, e sopravvivere per raccontarlo. La loro conoscenza e preparazione sarebbe stata di fondamentale importanza nella battaglia che li attendeva di lì in avanti.

Si rivolse quindi al goblin; l'unico del gruppo che aveva manifestato un'aperta rimostranza nei confronti della sua decisione di salvare i Maegon.
« Hai ragione, amico mio. » gli disse con tono genuinamente triste. « Credimi se ti dico che non lo faccio per riportarli alla loro antica gloria, quanto più perché le loro informazioni ci saranno di cruciale importanza per fermare il nostro nemico. Condividono con noi lo stesso odio nei confronti dell'Ahriman... » e si voltò a guardarli con severità. « ...e hanno già intrapreso una crociata per combatterlo, seppure a modo loro. »
« Questi Maegon hanno liberato su Theras un male non meno pericoloso dell'Ahriman stesso, il cui obiettivo è - fortunatamente - quello di vendicarsi del signore dei demoni, per adesso. » naturalmente si riferiva a Ιανός, lo spaventoso guerriero Maegon che aveva surclassato sua madre nell'antichità. « Solo loro sono in grado di dirmi come fermarlo nel caso in cui qualcosa vada per il verso sbagliato. »
Indicò quindi Xari Drenthe, riallacciandosi alle sue parole e soddisfatto dalla sua arguta osservazione.
« Come ha detto il tuo amico, comunque, essi restano una mia responsabilità. » concluse, perentorio. « Queste sono le ragioni per cui li ho liberati, e mi assicurerò perché non danneggino ulteriormente il mondo di Theras. »

« Non dimenticate ciò che avete visto oggi. Questo è solamente l'inizio. »
« Presto avrete modo di vendicarvi. »



CITAZIONE
Quest finita con un ultimo, piccolo, colpo di scena! Scusatemi per il post breve, ma non c'era molto da dire; potete supporre che - dopo questo scambio di battute - Venatrix risponda a tutte le vostre curiosità su quanto è successo a ʤɛna, perciò che i vostri personaggi vengano a sapere di tutti i dettagli che non sono stati esplicitati direttamente a loro nel corso della quest.
Passiamo alle valutazioni!

Drag. ~ senza dubbio il migliore all'interno della quest. Hai avuto la grande fortuna di giocare un personaggio perfetto per questa avventura, sia per carattere che per background, e l'hai manovrato con la stessa naturalezza che avresti avuto se questa fosse stata una tua avventura. Hai giocato al pari di un'energia Blu, e non scherzo: hai sempre fatto la scelta più "saggia" (senza che queste scelte sembrassero mai forzate, tra l'altro) e non è un caso che Xari si trovasse sempre nella situazione più favorevole, fra tutti i membri del gruppo. Sei stato anche il più puntuale del gruppo (sommariamente) e sempre molto sportivo. Il post che più di tutti mi ha sorpreso è stato quello della distruzione del filatterio: sinceramente non mi aspettavo che tra tutti le possibilità presenti, Xari avrebbe optato per lo scontro diretto con le due guardie Maegon.
Ti faccio solo una piccola nota grammaticale: come moltissimi utenti su Asgradel, anche tu abusi delle congiunzioni "ad", "ed" e "od". Queste congiunzioni andrebbero utilizzate solamente quando la parola successiva inizia con la stessa lettera ("ad attrarre" è corretto; "ad uccidere" non lo è). Non è un errore gravissimo, quanto più una semplice questione di pulizia (quello come il " E' " invece di " È "). Insomma, è che dovevo trovare un errore da segnalarti per forza X'D
1500G e un punto promozione per l'energia Rossa

Lenny. ~ la tua prestazione nella quest è stata altalenante. Naturalmente ci sono ottime ragioni per giustificarlo: in primis il fatto che tu ti sia dovuto portare dietro i "corpi morti" di Mehmet e Arsona per buona parte della giocata; in secundis il fatto che il tuo personaggio non sia particolarmente adatto al contesto. Tuttavia - come abbiamo già discusso - quando ti ho dato l'opportunità di dare il meglio di te e ti ho tolto di torno i PnG, tu hai fatto un post che non ha rispettato quasi per nulla le mie indicazioni da QM. Un errore abbastanza grave.
Queste, comunque, sono cose di cui ti avevo già informato per via privata; parliamo d'altro: Vagun è un personaggio divertente, ironico e spigliato, che secondo me può dare ancora tanto e ancora di più al forum. C'è scarsità di personaggi di questo tipo e leggere i post del goblin è una ventata d'aria fresca nel panorama offerto dalla piattaforma, sul serio. Se fossi in te esagererei ancora di più il suo ruolo alla "Tyrion Lannister", cercando di renderlo sempre più arguto di giocata in giocata; anche meschino, perché no? Tutto sommato, mi sei piaciuto; il post che più di tutti mi ha convinto è stato quello in cui sei riuscito a tirare fuori un po' di psicologia profonda di Vagun, davanti all'incresciosa offerta di Intet.
1300G

Lud† ~ allora, devo dire che Lamrael Redskin è un personaggio interessante. Ho visto un'evoluzione nella struttura dei tuoi personaggi e ritengo che Lamrael sia il picco che hai raggiunto (per ora). È un concept che apparentemente potrebbe sembrare banale, ma che in realtà è svecchiato da alcuni profondi riferimenti all'ambientazione di Theras, che gli permettono di inserirsi all'interno di quest e giocate con grande coerenza. Mi sono piaciuti molto alcuni tuoi post; specialmente quello della trasformazione in caduto (ovviamente) e quello in cui ti ambienti a ʤɛna per la prima volta, duellando con le guardie Maegon.
Tuttavia, non sono tutte rose e fiori: il post in cui interagisci con Intet è stato molto problematico. Non tanto per il metagame (parzialmente giustificato, forse, ma un conto è "intuire che la persona che hai davanti è Intet" (come hanno fatto tutti i personaggi), un altro è sbatterglielo in faccia perché ne sei sicuro come giocatore e passare poi anche a indovinare perché e come i vostri personaggi siano stati trasportati nel passato! In quel post Lamrael sembrava essersi trasformato in Conan nella puntata in cui smaschera il colpevole X'D. Il problema più grande, però, è stato il tuo tentativo di "tenere testa" all'elaborato modo di parlare di Intet al punto tale da snaturare il tuo personaggio completamente. Tu stesso a un certo punto dici che Lamrael era un contadino forgiato in una bestia; beh... né i contadini, né le bestie parlano così. Non sono arguti, non raccontano storie, non usano metafore e non hanno intuizioni geniali. Insomma, per non "rovinare" l'incontro con Intet, l'hai rovinato del tutto, perché ti sei ostinato a dover tenere testa alle parole di lei. Questo è più grave, secondo me, del presunto metagame :\
Infine, i ritardi. Hai compiuto continuamente ritardi per tutto il corso della quest. Capisco che siamo in periodo d'esami, ma lo sono tutti, anche gli altri. Questo è senza dubbio il punto più grave, soprattutto perché so che non ti stai impegnando in altro, sul forum, in questo momento :\
1200G


Edit: ah già, io mi assegno 1200G per l'impegno profuso (me ne dimentico sempre :facepalm:) e per quanto riguarda Ashel, ho troppo poco materiale sia per stilare una valutazione che per assegnare una ricompensa; spero che mi comprenderà.
 
Top
39 replies since 26/11/2014, 16:59   1480 views
  Share