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Ricordo di Polvere, Contest Novembre 2014 ~ Dubbio

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view post Posted on 30/11/2014, 21:50

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······

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L'orizzonte era incendiato da un tramonto fiammeggiante.
Il sole era già scomparso per metà oltre il limite estremo della vista e la sua calda luce inondava l'immensa prateria trasformandola in un oceano dorato; l'erba che si incurvava sotto il vento sembrava un'unica grande onda intrappolata nel moto perpetuo di flusso e riflusso.
Deöwyr era quasi abbacinato dal bagliore del giorno che moriva, sopraffatto dalla magnificenza dello spettacolo e travolto dall'infinità dello spazio attorno a lui. Per un attimo esitò, sperduto, ignoto a se stesso quasi che con la stella si obliasse oltre l'orizzonte anche ogni sua memoria. Poi però scorse un lampo nero sfrecciare su di lui attraverso il cielo striato di venature rosa e arancio. Astro calava in picchiata verso il compagno e prima ancora di pensarci un gesto automatico le porse il braccio ricoperto dal guantone su cui potersi posare; il falco interruppe la caduta per planarvi dolcemente, quindi lo fissò coi suoi profondi occhi neri come la notte e Deöwyr fu salvato.

« Mia cara amica. »

Si sentiva strano, confuso, come se si fosse appena svegliato da un lungo sonno. Cosa ci facevano in quel luogo, che motivo li aveva spinti in una simile landa desolata, lontana da ogni civiltà? Ricordava che erano in viaggio, sì, ma non ne rammentava il perchè. Stavano cercando qualcosa, di questo era abbastanza sicuro, eppure più si sforzava di metterlo a fuoco, più quello si faceva indistinto e sfuggevole, come quando all'alba ci si sforza in ogni modo di ricostruire i dettagli del sogno appena vissuto, invano. E proprio frammenti di un sogno gli apparivano quelle schegge di memoria che una dopo l'altra riaffioravano alla sua coscienza come rottami da sotto la superficie del mare della dimenticanza. Volti offuscati dal tempo, voci di bambini e ordini imperiosi; una lunga scala a spirale con alla sommità un'enorme fucina ardente; e poi alte vasche verticali e corpi galleggianti di ragazzi e animali, violati da diavolerie meccaniche. E infine, sopra ogni cosa, lei, svettante contro il cielo, monolitico obelisco d'ossidiana: la Torre Nera.

« La Torre Nera... » sbuffò il Falconiere, sorridendo. « Che sogno bizzarro. »

A quelle parole Astro gli beccò una mano e lanciò uno stridio acuto, scrutandolo intenta prima di rivolgere la testa verso il sole, come ad indicare qualcosa. Deöwyr ne seguì lo sguardo senza capire, da subito, ma dopo qualche attimo la vide - o almeno, gli parve di vederla. Un'ombra nera si stagliava contro il tramonto, niente più che un'irregolarità lungo la linea dell'orizzonte. La visione era sfocata e remota, a stento distinguibile, eppure c'era. O si stavano forse ingannando i suoi occhi? Possibile. Ma che anche quelli di Astro, ben più acuti, potessero fallire?

« La Torre? Secondo te è tutto vero? Non può essere... »

Eppure proprio mentre negava i ricordi sovvenivano più vividi, e più rifuggiva il pensiero più esso si faceva convincente. Gli anni passati in uno stato di prigionia, gli sfruttamenti cui era stato costretto, gli esperimenti con Astro che avevano formato quel legame così difficile da sciogliere, la fuga prima che si giungesse alla fase finale, quella del combinamento genetico. Tutto aveva un senso ora: ecco spiegate le sue peregrinazioni senza fine, ecco la meta dei loro viaggi, lo scopo della missione. Non erano mai riusciti a integrarsi in questo vasto mondo, loro due, perchè non vi appartenevano: l'aveva capito, anche se tardi, e allora aveva cercato di ritrovare la Torre prima che la sua malia difensiva, che colpiva chiunque fosse fuggito dall'edificio, ne cancellasse ogni ricordo dalla memoria, per far luce sulle ragioni e i misteri rimasti inspiegati.
Ma nonostante le tessere del mosaico cominciassero a ricomporsi, ora, una parte di lui rifiutavi di credervi; il suo animo era in preda al dubbio fra due opposte scelte e non sapeva decidersi.

« Sembra così reale, » spiegò, cercando risposte nella fedele compagna, « e insieme così lontano. »

E del resto non era forse vero che il tempo aveva il potere di trasformare i sogni di molti anni prima in ricordi e viceversa, così che le illusioni dell'infanzia apparissero come davvero vissute mentre le esperienze concrete finissero relegate in un limbo onirico privo di certezze? Lui si ricordava, ora, della Torre Nera, ma ciò non era garanzia sufficiente della sua vera esistenza. O forse sì, e lui stava solo tentando una via di fuga dal suo passato? L'ipotesi lo assalì con violenza, lasciandolo sbigottito, quando comprese e ammise a se stesso che dietro il suo rifiuto potevano celarsi altri motivi che la mera inattendibilità dei suoi ricordi. L'idea di perseguire nella sua ricerca, affrontare le difficoltà che gli si sarebbero parate dinnanzi, correre ogni rischio inevitabile solo per poi trovarsi davanti a una fantasia lo spaventava, certo, ma c'era ben altro dietro. Se anche fosse stato convinto della sua esistenza, non era affatto sicuro di voler ritrovare la Torre. Era stata la prigione della sua infanzia, dalla quale pensava di essere fuggito per sempre molto tempo addietro; ma adesso finalmente capiva che quelle catene non erano mai state spezzate. Era rimasto legato al suo passato con vincoli ben più resistenti e crudeli di anelli di ferro rugginoso; l'aveva perseguitato in tutti quegli anni come uno spettro della vendetta, e nello stesso momento era fuggito da lui perchè non potesse affrontarlo una volta per tutte e porre termine a quella delirante danza senza senso. Se adesso decideva di rinnovare la propria missione, non faceva forse il gioco della Torre e dei suoi padroni, che potevano ancora vantarsi di annoverare Astro e il Falconiere fra i propri prigionieri, nonostante il tempo e lo spazio interposti da allora? E dopo che l'avesse trovata, cosa avrebbe fatto? Sarebbe stato capace di sopportarne i segreti infine svelati? Avrebbe voluto distruggerla, raderla al suolo per sempre? Ci sarebbe riuscito, o era destinato a soccombere nel tentativo?
Queste e altre domande si affastellavano nella sua mente, assillandolo a ogni respiro, minando le sue convinzioni un battito di cuore dopo l'altro. La sua paura più grande era di rimanere intrappolato nel suo passato anche una volta terminata la propria ricerca: e a quel punto, cosa avrebbe fatto?

Mentre si poneva tali questioni, già dimenticava da dove avessero avuto origine gli interrogativi. La sua era stata un'illuminazione subitanea, un'epifania effimera, ma ora l'ombra era tornata a calare sulle sue memorie, come la notte stava facendo sulla terra. Si ritrovò a fissare l'ultimo spicchio di sole, acceso di furore sanguigno, che spariva sotto il mondo; aveva la vaga rimembranza di essere stato in contemplazione di qualcosa, ma ora non la scorgeva più. E cos'era quel sentimento di timore, indecisione e angoscia che lo pervadeva, e di cui non sapeva individuare la fonte? Non riusciva a trovare una risposta, ma percepiva che era connesso a quel mistero che lo attendeva appena oltre il suo campo visivo; nella sua mente solo la vaga forma, appena abbozzata, di uno svettante obelisco nero.
Si volse ad Astro, la sua compagna fin da quando... beh, in realtà non ricordava neanche da quando: gli pareva che si conoscessero da sempre, e forse era davvero così. Il falco curvò la testa contro la sua, in un gesto affettuoso, poi spiccò il volo verso il cielo nel quale, a oriente, iniziavano ad accendersi le prime stelle, librandosi in quella libera immensità.

E' il momento che anch'io trovi la mia libertà, riflettè Deöwyr, e il pensiero lo colse alla sprovvista, perchè non capiva da dove fosse venuto.

Per un attimo esitò, sul punto di compiere il primo passo in avanti di una lunga serie.
Poi però voltò le spalle all'orizzonte, incamminandosi dietro al volo di Astro. Una piacevole brezza serale si sollevò, quasi a salutarne la decisione.

E infine l'ultimo ricordo di polvere
spirò dietro di lui,
portato via

dal vento


CITAZIONE
Con questo Contest ho voluto dare un epilogo alla storia Deöwyr, in vista dell'imminente cambio pg. Non è il finale che, molto tempo fa, avevo pensato per lui, ma nonostante per varie ragioni io non sia riuscito a giocarlo abbastanza e a svilupparne a dovere la storia, non volevo comunque lasciarlo così in sospeso. Per comodità di comprensione del correttore e di eventuali lettori riassumo per sommi capi la storia del Falconiere, che lo vede fuggire - bambino - dalla fantomatica Torre Nera in cui era rinchiuso insieme a molti altri, e dove era sottoposto come tutti allo sfruttamento e a vari esperimenti, principalmente incroci con animali di diverse specie nel tentativo di creare degli ibridi. Una volta cresciuto però si rese conto di non appartenere davvero a questo mondo: da sempre solitario ed emarginato - fatta eccezione per la sua fedele compagna, il falco Astro - intraprese la ricerca della Torre da cui era evaso per scoprire i misteri e gli scopi di quel luogo che, per quanto crudele, era il solo che in tutta la sua vita aveva potuto chiamare casa; ad ostacolarlo una malia potente che provoca una progressiva perdita delle memorie legate alla Torre (prime fra tutte quelle riguardanti la sua ubicazione) e che rende la missione una corsa contro il tempo.

Si arriva così al presente post, nel quale Deöwyr, dopo lunghe peregrinazioni, è ormai quasi del tutto dimentico della sua infanzia e dell'originaria missione; i ricordi sono così confusi e frammentari da apparire solo come un sogno lontano. Il tema del dubbio è dunque espresso nel suo significato più letterale, come indecisione fra due scelte, su un duplice piano: i pochi ricordi ancora vivi (quelli citati nel post rimandano a altre giocate e al suo BG) sono reali o frutto di fantasie? E nel primo caso, vale la pena continuare nella ricerca o è preferibile dimenticarsi del tutto della Torre Nera, per intraprendere finalmente una nuova vita? Il dubbio è anche quello - spero - suscitato nel lettore, se sia preferibile l'ostinato sforzo per trovare una verità che potrebbe rivelarsi difficile da accettare, o per così dire una "beata ignoranza"; se alla fine questo sia un buon epilogo e un nuovo inizio, o una sconfitta per il personaggio, il fallimento della sua esistenza.
Personalmente lo vedo come un finale dolce amaro; forse, in fondo, Astro e il Falconiere non erano destinati a scoprire la verità, a ritrovare la Torre.

 
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