« Oh, dei del cielo... » sussurrò Jorel, sgranando gli occhi.
Davanti a loro una grossa porzione del tetto collassò e svanì all'interno della caserma in fiamme, sprizzando un getto di scintille e fumo alto tre piani. L'edificio stava morendo nel fuoco, talmente tanto caldo che avvicinarsi era ormai impossibile, eppure le costruzioni vicine sembravano insensibili all'inferno - magia o qualcosa di simile, poco ma sicuro. E sul piazzale davanti, stesi a terra, i cinquanta soldati che avevano occupato la caserma.
Tutti sventrati come pesci.
« Hog, qui ce ne è uno ancora vivo! » gridò Jorel.
Hoggard si voltò. Il compagno era inginocchiato su quello che lui aveva scambiato per un cadavere, sorreggendogli la testa e cercando di ascoltare le parole sussurrate dal morente. « Cosa ha detto? »
« Non lo so, non ce la fa a parlare. »
L'uomo scrutò Jorel con occhi vitrei e alzò debolmente la mano, indicando. Hoggard seguì il suo dito tremulo, fissando la facciata di un edificio alle sue spalle.
E lì, scritto col sangue delle persone morte su quella piazza, era scritto:
Noi siamo le vere Guardie Insonni
« Merda! » Hoggard sgranò gli occhi. « Merda! » ripeté.
« Eh? » fece Jorel dietro di lui, per poi emettere uno squittio di sorpresa.
« Questa è... follia! » sbottò la Guardia Insonne. « Cosa diavolo pen- »
Una spada d'acciaio gli si conficcò nella schiena, uscendo dallo stomaco.
Per un attimo Hoggard guardò la lama insanguinata, sinceramente perplesso.
...
....poi crollò al suolo.
Due paia di stivali fecero il giro attorno al suo corpo, fermandosi davanti ai suoi occhi. Hoggard alzò debolmente lo sguardo e sgranò gli occhi. « Tu... » rantolò.
« Si. » disse il 'morente'.
« Io sono una vera Guardia Insonne. »
quattro giorni dopo...
Jason Bourict stava sorridendo.
Erano passati cinque giorni da quando Yusuf Holbert li aveva tirati fuori di prigione e condotti nelle foreste attorno a Basiledra, dove si erano uniti alla Resistenza. Cinque giorni da quando Bjarni Herjólfsson, suo comandante in campo, aveva fatto una chiamata volontaria per quella che agli occhi di uomini minori sarebbe sembrata una missione suicida. Cinque giorni da quando aveva accettato. Cinque giorni da quando avevano iniziato ad uccidere.
L'inizio era stato facile. La sua sacca conteneva tanti di quei diversi strumenti per camuffarsi che Jason avrebbe potuto impersonare chiunque, da un giovane sbarbatello fresco di recluta ad un'anziana matrona alquanto sovrappeso. Una volta rubate un po' di uniformi della Guardia Insonne dalla caserma che aveva colpito e con le informazioni di Lomerin Volkoff, impersonare quello o quell'altro soldato della Guardia Insonne era divenuto più che fattibile. Infiltrazione, eliminazione, sparizione. Talvolta prendeva persino il posto di un membro di una delle squadre di soccorso.
Prima di colpire anche le squadre di soccorso, beninteso.
Ovviamente non era stato tutto rose e fiori. Gli avevano dato la caccia... oh, se gli avevano dato la caccia! Parole d'ordine, Cani Bradi ed Hefford ovunque, misure di sicurezza sempre più rigide. E lui, invece di scappare via, era rimasto. Uccidendo, scappando, colpendo sempre dall'angolo più improbabile. A volte una decorazione di un edificio cadeva per caso sulla testa di un Cousland, mentre il suo Cane Brado scopriva che le tracce finivano nei luoghi più improbili - scomparse nel nulla. Altre volte il vino di un ufficiale era accidentalmente adulterato con veleno. Altre ancora porte e finestre risultavano stranamente impermeabilizzati con stracci, lasciando gli ignari militi addormentati a morire nel sonno. Si era tramutato nel mostro dei libri: difficile da trovare, creativo in come uccideva, sempre pronto a colpire i più deboli, i più vulnerabili. Di recente aveva sentito che le guarnigioni ai cancelli di Basiledra e alla breccia ancora aperta erano state triplicate. Probabilmente si trattava della solita esagerazione della gente comune... ma Jason Bourict non poteva fare a meno di sorridere ogni volta che ci ripensava.
Difficile non farlo, visto che in realtà lui era a sette isolati dal Cuore di Marmo.
Un improvviso risucchio lo spinse ad alzare la testa, sorridendo all'uomo che era appena comparso nel nulla in quella soffitta polverosa... per poi prontamente vomitare al suolo. « Bah! » sibilò disgustato Joseph Stone. « Queste stupide candele... »
« Queste stupide candele ci hanno salvato la vita più di una volta. » disse Jason, soffiando sul cero nero ancora in mano a Joseph. « Cos'hai per me? »
« Allora, vediamo... » Il mercenario tirò fuori una mappa della capitale, contrassegnata da una dozzina di segni, e l'adagiò su un mobile coperto da un telo. « Caserma, caserma, stalla, caserma, ufficiale, altra caserma... abbiamo finito i nobili, Yusuf se l'è presi tutti. » aggiunse l'ex-guardia, scrutandolo con occhi da cucciolo.
Jason sospirò. « Joseph... »
« Oh, andiamo! » protestò lui, spudoratamente. « Non puoi carpire i segreti del vecchio e aspettarti che noi tutti facciamo i disinteressati! »
« Non c'è nessun segreto, e tu sei un pettegolo. » Bourict alzò gli occhi al cielo, sorridendo suo malgrado, e si chinò per prendere la sua sacca da terra. « Ecco, prendi. »
Joseph guardò con espressione impassibile l'oggetto nella mano di Jason, prendendolo solo dopo una studiata esitazione. « Carino. Una fiaschetta di alcol. E piena di... -sniff- ...acqua. » esclamò, squadrandolo con occhi esageratamente spalancati. « Io... davvero, non so cosa dire... sono così commosso. »
« Non è acqua, è estratto di belladonna e mandragola. Inodore, insapore, una dose uccide un Cane Brado fra undici e tredici ore e un umano fra quattro e cinque. »
Joseph Stone sgranò gli occhi e lo guardò.
Lo guardò intentamente.
Poi sbuffò e disse: « ...oh. Nu-hu, col cazzo che ti chiedo come diavolo fai a saperlo. »
Le labbra di Jason si schiusero in un sorriso volpino. « Io prendo la caserma in via della Fontanesca, poi torno alla base. Essere una vera Guardia Insonne è stancante, sai? » Prima che l'altro potesse replicare Jason prese sacca e candela, accese quest'ultima e fece un passo in avanti ad occhi chiusi.
Il Primo passo affondò nella sabbia.
Il Secondo gli fece rivoltare lo stomaco per l'odore - aaargh,, di nuovo le fogne!
Il Terzo risuonò seccamente come cuoio contro legno, assieme ad urla sorprese condite da vere bestemmie da marinaio.
Al Quarto Jason Bourict aprì gli occhi.
La sua mano destra afferrò un coltello quasi prima di aver dato un'occhiata intorno. Il mercenario spense la candela con un soffio frettoloso, poi controllò che non ci fosse nessuno nella stanza dov'era apparso dal nulla poc'anzi. Era una precauzione necessaria: concentrandosi si poteva dare qualche indicazione aggiuntiva alla candela magica, ma Jason non sapeva dove sarebbe finito finché non compiva l'ultimo passo. Il desiderio-guida di questo viaggio (trovarsi in una stanza vuota all'interno della caserma) avrebbe potuto condurlo indifferentemente alla dispensa, alla lavanderia o, come aveva effettivamente fatto, all'armeria.
Era una magia potente, quella nel cero, ma con dei limiti.
Una volta controllato di essere solo, Jason sbarrò la porta e si mise al lavoro. Allora, armeria. Spade, lance, mazze, azze, scudi, elmi, archi, faretre... sarebbe stato carino spaccare tutto, ma avrebbe impiegato giorni a concludere. Non aveva nulla con cui bloccare permanentemente la porta e qualunque altra cosa sarebbe stata una seccatura al massimo. In media poteva aspettarsi che la stanza fosse usata da una dozzina di soldati alla volta: un'imboscata sarebbe stato un suicidio. Certo non era il luogo adatto per soffocare i soldati con quel trucco con gli stracci...
...
...oh.
...ooooh!
Sorridendo come uno scemo Jason frugò nelle varie cassapanche finché non trovò le uniformi di riserva. Le strappò e tagliò, ficcandole nelle fessure fra la porta e lo stipite. Archi, lance e faretre andarono al centro, in una pila disordinata. Un breve viaggio a lume di candela gli procurò un paio di balle di fieno, gettata con noncuranza sopra il legno delle armi.
Acciarino; scintille; fuoco.
Con un sorriso diabolico sul volto Jason Bourict prese le sue cose e sparì a lume di candela.
~
« Ehi, Bob... »
« Ti ho detto mille volte di non chiamarmi 'Bob', pulce! » ringhiò Bombastic Eccelsion, illustrissimo barista della prestigiosa taverna 'la Cornucopia'. Eccheccavoli! Sua madre, pace all'anima sua, non gli aveva dato un nome così favoloso perché individui poveri di spirito potessero affettarlo in siffatto modo.
« ...scuusa » borbottò Pulce. « Comunque, m'han chiesto il vino da Fortescuro e io l'ho finito, non trovo l'altro... »
« È nel retroscala dietro alla botte di acquavite: dove è sempre stato prima e dove sarà sempre. » rispose il signor Eccelsior, trattenendosi al pelo dal lasciar trafelare il Cretino passato nelle menti di entrambi. L'uomo scosse il suo testone, attonito di fronte alla infinita meraviglia (?) che è l'intelletto di quell'individuo. « Mi scusi. » disse con espressione contrita, rivolto al Cliente ('c' maiuscola, ovviamente!) seduto dall'altra parte del bancone. « È un sempliciotto smemorato... completamente perso per conto suo... mi tocca tenerlo, sennò chissà quale cattiva persona si approfitterebbe di lui... »
Il Cliente fece un gesto conciliatore con la mano e chiese un altro boccale di birra. Un tipo quieto, il Cliente, con una strana avversione per la carne al sangue ma una (graditissima!) tendenza a generose mance. L'uniforme era quella delle Guardie Insonne, un semplice soldato in licenza temporanea pareva, ma c'era un non-so-ché in lui... una quieta determinazione, del genere che lo facevan sembrare padrone del mondo (o almeno di Basiledra), ma nient'affatto come quel mare di disgustosi spocchiosi che venivano e pretendevano di bere senza pagare. Ha!
« Comunque, stavo dicendo... questo mio amico, quello al terzo distretto, va lì e dice al conestabile- »
Un botto sordo interruppe maleducatamente il suo racconto. Bombastic aggrottò le folte sopraciglia e lanciò un'occhiata escoriante al becero cafone che aveva avuto l'audacia di entrare nel suo locale con la grazia di un elefante in tutù. Il tizio, da quel cafone che era, lo ignorò altamente e squittì: « Attacco! »
« Di cuore, razza di stupido: è quello che mi hai causato! » ruggì Bombastic a tutto volume, giustamente inalberato. « Che diamine succede? »
Il poveretto diede un sol sguardo alle sue guance rubiconde, impallidì come un cencio e, deglutendo udibilmente, bisbigliò: « ...hanno attaccato la caserma. »
« Eeh?! » esclamò Bombastic, nel silenzio più assoluto (i suoi clienti lo conoscevano bene!). « Parla più forte, dannato figlio di un caciucco! »
« ...ho detto: 'hanno attaccato la caserma.' »
D'improvviso l'atmosfera nella sua taverna passò da silente-e-in-attesa a silente-e-nervosa, mentre più di uno sguardo si inoltrava alle finestre e alla di lì visibile caserma ora in fiamme. Bombastic Eccelsior si trattenne dall'imprecare villanamente. Fantastico, altri guai! Adesso i suoi clienti sarebbero stati più ansiosi, sarebbero stati più sulle spine, non avrebbero voluto essere dall'altra parte della piazza rispetto alla zona di un attacco dei piantagrane dell'elfa, le Guardie Insonni avrebbero interrogato i suoi clienti (senza bere) e i suoi clienti se ne sarebbero andati da lì (senza pagare)...
« Oh, fantastico... ci mancava questa. E sempre di venerdì, tra l'altro. » commentò apatico il barista, scuotendo la testa. Il suo sguardo abbattuto si posò sul Cliente. « Ma che passa per la mente di questi Ribelli, dico io? Sono tutti ammattiti, quelli lì! »
« L'hai detto. » rispose Jason Bourict, sorseggiando dal suo boccale. Sorrise. « L'hai proprio detto. »
~
Le cose iniziarono ad andare storte poco dopo cena.
Lo strumento principale delle Guardie Insonni nella ricerca dei ribelli, come la loro piccola... "escursione" (se così la si voleva chiamare) assieme a Bara-Katal aveva dimostrato, erano i Cani Bradi. Strumenti davvero impeccabili: tenaci, capaci di seguire una traccia persino in una tormenta e, soprattutto, intelligenti. Ciò detto, i Cani Bradi potevano fare ben poco se la loro preda aveva il vizietto di smaterializzarsi a mezzo candela. Qualunque prezzo Yusuf avesse pagato per quelle candele, per Jason era ben al di sotto del dovuto.
Ciò detto, non poteva certo sparire in una piazza piena di gente. Jason aveva bisogno di discrezione per i suoi trucchetti di prestigio. La Città Alta era (leggermente) meno sorvegliata e pieni di luoghi come la soffitta del compianto Joturn Cousland da usare come improvvisate sale riunioni o luoghi per riposarsi, ma la sua presenza in quelle vie era difficilmente giustificabile. La Città Bassa era decisamente più alla sua portata, ma era proprio lì che la caccia era più serrata. Trovare un luogo sicuro per scomparire era una questione di equilibrio.
L'unica, sottile debolezza della Candela di Babilonia.
Il punto era che il fantastico cero gli permetteva di far scomparire la sua traccia nei luoghi più impensabili... ma non di nasconderla. Cosa che puntualmente accadde poco dopo cena. Ovviamente era preparato all'evento. Yusuf li aveva avvertiti mille volte, insistente come una mamma col proprio figlio mascalzone, che le candele erano potenti ma non perfette, che dovevano avere un piano di riserva, essere pronti a tagliare la corda in ogni istante. E Jason aveva preso a cuore quegli avvertimenti.
Così, quando si accorse del gruppetto di soldati che facevano i finti tonti camminando verso di lui, Jason fece la cosa più adeguata alla situazione: corse.
Un coro di grida allarmate fecero esitare parecchie persone in strada prima di spingerle a farsi da parte. Più preoccupante, l'ansare pesante di un Cane Brado alle sue spalle mandò in frantumi le speranze di seminare rapidamente i suoi inseguitori. Cambiando piano all'improvviso, Jason si tuffò in un vicolo fra le case per togliersi dalla linea di vista dei soldati. La sagoma mostruosa dell'animale fece capolino dall'imbocco della strada - giusto in tempo per essere colpito da una raffica di coltelli da lancio. La bestia gridò arretrando, colpito ad un occhio e al naso, e in quell'istante di distrazione Jason lo rincorse dappresso e gli conficcò la spada nel palato, uccidendolo all'istante.
Si voltò, squadrando i soldati attoniti con sorriso sornione - spada sanguinante in mano, vestiti grondanti gocce cremisi e il cadavere di un Cane Brado che rotolava via, panico nelle strade e tutti che si affrettavano a togliersi di torno. Allungò la mano verso le lame visibili alla cintura. Le Guardie Insonni gridarono, affrettandosi a mettersi al riparo, e Jason ne approfittò per infilarsi ancora una volta nel vicolo. I soldati lo seguirono... con un po' meno baldanza di prima.
Per accendere la candela e svanire aveva bisogno di solo un minuto di tempo. Cosa mai poteva succedere?
sinistra, in basso!
Jason si chinò, schivando di poco il mazzafrusto del nemico, e imprecò sonoramente nel rimettersi a distanza di sicurezza. "Cosa mai poteva succedere", eh? I quattro miliziani che erano accorsi vicino all'altra imboccatura del vicolo precisamente mentre ammazzava i due idioti che l'avevano trovato, forse. Oppure il fatto che era stato costretto a scappare nella stessa strada da cui era venuto, ora completamente deserta. O forse la terza stramaledetta pattuglia che aveva pensato di fare capolino quando quasi aveva seminato la prima?
Ma, in fondo, cosa mai poteva succedere? Aveva bisogno di solo un minuto, eh!
...dannata sorte!
Al momento si era liberato della maggior parte dei suoi inseguitori, ma la cosa non sarebbe durata. Il fumogeno che aveva usato presto si sarebbe esaurito, e allora avrebbe dovuto affrontare i tre soldati che si agitavano in un mare di nebbia densa come burro. Con un fianco ferito e stanco dal continuo correre, la sua unica speranza era di tagliare la corda. Alla svelta. Il problema era che il suo attuale avversario era un colosso alto una o due teste più di lui, con una corazza da cavallo e abbastanza intelligente da capire che doveva solo prendere tempo.
Swiss!
...o magari spaccarmi il cranio aggiunse mentalmente Jason, schivando un nuovo colpo del mazzafrusto. Si, anche questo può funzionare.
Quello che è successo nella caserma: Jason ha semplicemente lasciato un fuoco acceso in una stanza sigillata. Il fuoco ha continuato a bruciare finché c'era ossigeno, poi quando l'ossigeno è finito sono rimaste solamente le braci e il calore. Quando le Guardie Insonni hanno sfondato la porta improvvisamente la stanza, caldissima e con braci disponibili, ha avuto un improvviso e repentino influsso di aria fresca per ricominciare la combustione... in un istante.
Risultato?
Ka-boom.Quello che è successo nel vicolo: L'idea di Jason era di uccidere alla svelta i due soldati iniziali, mettersi fuori vista per un minuto e scappare a lume di candela. Quello che gli è andato storto era che c'erano altri soldati troppo vicini al luogo dello scontro: alla seconda pattuglia ha capito che sarebbe stato imbottigliato, ha usato un fumogeno (tecnica illusoria bassa) ed è scappato dove c'erano meno soldati. Sfiga vuole che Mister Muscolo
fosse proprio lì.
probabilmente irrilevante, ma...
<font color=black>Status fisico: ferite varie da spada (medio) e danni interni (medio)
Status mentale: leggera confusione per perdita di sangue e botte (basso)
Energia: 100% -20% -0% -5% -5% = 70%
Titolo:
CODICE
<b> <font color=#00002C>Le cour des miracles ~</b></font color> <i>Scelta</i>
Edited by Il Senzanome - 11/12/2014, 10:21