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Ego te absolvo, Contest Dicembre 2014 - Condanna

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Humean
view post Posted on 27/12/2014, 01:53




-Dove sei mai stato, per tutto questo tempo?
-Non ricordo.
-Perché sei tornato?
-Perché ho ritrovato la strada.


Il bambino mi puntava addosso i suoi grandi occhi dorati. Dentro, vi si leggeva una certa malizia, insolita nei bambini molto piccoli, ed un ombra di divertimento. Aveva un modo di parlare insolito, che gli conferiva un'aria adulta; anzi un'aria da vecchio. Io, al contrario, non riuscivo a sostenere quello sguardo, e chinavo la testa ogni volta che mi interrogava. Del resto, era lui il padrone di casa.
Eravamo in piedi, l'uno di fronte all'altro, circondati dal buio di una foresta notturna... nel silenzio assoluto. Una foresta familiare, un silenzio familiare. Un bambino familiare.

-Io glielo dissi, mio caro. Lo ripetei a tutti loro: “Sono innocente!” Macché, nessuno mi ha creduto. Mai. Si sono affrettati a condannarmi, e presto hanno convinto anche te. Ti hanno ingannato, ci hanno messi l'uno contro l'altro. Ma ora mi credi, non è vero?

A questo punto la sua voce assunse d'improvviso un tono ostentatamente infantile, a simulare un candore che non c'era mai stato.

-Mi credi, no? Lo sai che non ho nessuna colpa. Ma come potrebbe un bambino così piccolo, una creatura nuova del mondo, sporcare la veste bianca della sua anima di una macchia così nera?


Di fronte a quel mutamento repentino non riuscii a trattenermi, e feci un passo indietro, come a fuggire da quel luogo. Ma non potevo fuggire, non più. Il piccolo notò il mio attimo di cedimento, ma fece malamente finta di nulla, sfoderando un bianchissimo sorriso a trentadue denti. I suoi canini acuminati svettavano come i picchi dell'Erydlyss all'orizzonte. Può un bimbo nascere colpevole? Il senso comune tende ad attribuire il male a questo mondo; così si pensa che gli uomini vi arrivino puri, per poi corrompersi a poco a poco mentre calpestano la terra. Eppure, avevo letto di bambine di sei anni bruciate vive come streghe, o di piccoli gelosi che strangolavano i loro fratellini nella culla. Poi c'era lui, una giovane vita spezzata dal rancore e dalla condanna altrui ancora prima di sviluppare la ragione. Lo fissai a lungo nei suoi occhi ambrati. Aveva vissuto solo pochi inverni, eppure aveva già sperimentato il dolore. Su di sé, e sugli altri.

-Quando fai quelle cose... non provi nemmeno un po' di rimorso?- chiesi, esitando e confondendomi alla fine del periodo. L'infante si infuriò terribilmente:
-Ma allora non hai compreso proprio nulla, in tutti questi anni?! Cosa sei tornato a fare? Forse non è questo il tuo posto. Forse sei ancora dei loro.

Fece una pausa, lasciando per qualche secondo che quelle parole risuonassero dentro di me. Poi riprese pazientemente.

-Il rimorso è indice della colpevolezza... ma io sono innocente. Cerca di capire.
-Eppure tu...
-Io ho commesso delle azioni. Non per questo ho l'ombra di una colpa su di me. Ma vedo che finalmente intendi.

Un pensiero singolare si insinuava inesorabilmente in me. Finalmente intendevo.
-Ogni fanciullo è puro. Perché nasce libero, libero di essere se stesso, e vivere per ciò che è. In questo senso, io non sono corrotto. Tu lo sei, perché hai voluto piegarti, hai voluto rinnegare la tua natura. Hai accettato le catene in cui gli loro ti costringevano, le menzogne della morale, le stupide regole del mondo degli uomini. E in nome loro, e delle loro falsità, mi hai condannato all'oblio. Ma noi non siamo come loro. Non potremmo mai esserlo. Per anni hai cercato invano la loro approvazione, hai sperato che loro ti sollevassero dal peso della tua condanna. Ma non hai bisogno del loro perdono. Hai bisogno del perdono di te stesso. Così otterrai anche il perdono di Colui che ti ha creato. E sarai libero. Per sempre.

Mentre ascoltavo queste parole, i miei occhi un tempo aridi si erano colmati di lacrime salate. Lacrime che sgorgavano dal profondo del mio cuore, lacrime di espiazione. Ogni lacrima portava via con sé un peso intollerabile. Crollai in ginocchio di fronte al giovane me stesso, mentre questo si ergeva su di me più imponente che mai. Tese la piccola mano sulla mia fronte, volgendo lo sguardo al cielo stellato.

-Ego te absolvo a peccatis tuis.






-Bentornato.


Riposto il mio contest post visto che il primo è scomparso. Per fortuna salvo la maggior parte di quello che scrivo, quindi è del tutto identico a quello del 22, tranne che per i colori. A proposito, ringrazio LC della sua pronta e salvifica segnalazione :)
 
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