Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Passatempi inopportuni., Scena free.

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 6/1/2015, 01:10


Praise the Sun


········

Group:
Member
Posts:
11,177

Status:



ldunb
Seregon

Quante volte avete visto gatti randagi e non passeggiare sulle tegole dei tetti?
Stesi a prendere il sole o intenti a rincorrere qualcosa saltando agilmente da una casa all'altra li dove sono più vicine nessuno presta più attenzione a questi piccoli abusivi ormai entrati nell'ordinario di ogni persona, concetto tuttavia interpretato in maniera molto particolare da Seregon.

"BOOOOYAAAAA!"

Nella sua testa per qualche strano motivo si era fatto il collegamento che se potevano farlo i gatti poteva farlo anche lui.
Frantumando le tegole non pensate per sopportare un peso massiccio come il suo saltava di tetto in tetto al solo scopo di divertirsi, aveva da poco sviluppato la capacità di arrampicarsi e fin qui nulla di strano, ma appena all'ennesimo balzo anziché atterrare sulla cara e vecchia superficie orizzontale continuò a correre su mani e piedi lungo un muro perfettamente verticale il vociferare confuso della gente si divise in sospiri di stupore, facce divertite e grida parecchio impaurite dal vedersi sfrecciare un gigante impazzito sulla facciata di casa propria.
Per quanto potesse divertirlo zompare su ogni superficie sfidando la gravità l'idea di coinvolgere qualcun altro era ancor più stuzzicante!
Senza fermarsi per un istante saltò giù per rincorrere la folla ma senza mirare a nessuno nello specifico, non ebbe la reazione che si aspettava ma andava bene anche quella.

"Wraaaar! Farò farina per il mio pane con le vostre ossa! Wraaaaar!"

L'euforia del momento gli aveva dato alla testa... non che di norma abbia atteggiamenti esattamente coerenti o normali ma almeno evita di generare panico in maniera del tutto casuale e senza motivo.

"Ehi ma io quello lo conosco!"

Disse un ragazzo probabilmente sulla trentina e leggermente tarchiato indicandolo.

*Eh?*

"Hai ragione, è lo stesso tipo che ogni volta distrugge la locanda dei quartieri popolari!

Rispose un altro vicino a quest'ultimo dopo aver aguzzato la vista.

"Ehi!"

Come un richiamo tornò sui suoi passi come a voler difendersi dalle accuse nonostante fossero ben fondante.

"I-io... ."

Strinse i pugni ed iniziò a concertarsi sperando di poter tirar fuori qualcosa di sensato.

"Quella locanda si è distrutta da sola, ecco!"

Espiro dal naso soddisfatto ma in cambio ebbe solo sguardi accusatori.

"E scommetto che anche il casino di poco fa si è creato da solo, vero?

Disse il primo ragazzo guardandolo dall'alto verso il basso ed incrociando le braccia nonostante fosse notevolmente più basso.

"Beh mi pare ovvio!"

Ad ogni parola l'aria di paura creatasi andava scemando sempre più, mentre invece il numero di persone attorno a lui e la gravità della situazione non faceva altro che aumentare.
Iniziò a guardarsi attorno, avrebbe potuto facilmente pestarli tutti ma ci mancava solo che a disturbatore della quiete pubblica vi fosse anche l'etichetta di soggetto pericoloso perché le forze dell'ordine avessero finalmente una scusa valida per dargli addosso.

"I-io... ."

Prima che qualcuno potesse mutare la sua indignazione in voglia di scuoiarlo o peggio saltò verso l'alto aggrappandosi ad una sporgenza e poi salendo lungo il resto del muro fino al tetto.

"Ho dimenticato di dar da mangiare al cane! Addio!"

Gambe in spalla e via da lì.
Fortunatamente l'impossibilità a seguirlo costrinse tutti coloro che si stavano radunando a mettersi il cuore in pace e sperare che fosse bastato l'avvertimento, ma qualcosa dentro di loro gli diceva che invece l'avrebbe rifatto prima o poi, eccome se l'avrebbe rifatto.

*Tsk che lagnoni, mi stavo solo divertendo un po'!*

Ormai distante alcune centinaia di metri si avvicinò al bordo del tetto sui cui si era fermato, vi si sedette con piedi penzoloni e fece un gran sospiro.

*E ora che faccio? Di tornare a saltare sui tetti e spaventare le persone non se parla per un po', la locanda dei quartieri bassi è ancora chiusa per riparazioni mentre quelle di questa zona sono troppo care per me... .*

"Ah... ."

Seregon

kugipunch

[CS: 2 Forza.]


Narrato Parlato Pensato



Ferite Accumulate:
Nessuna.

Status Psicologico:
Nella norma.

Energia Residua:
100%

Armi:

-Pelle coriacea: Resistente e al tempo stesso leggerissima, la sua epidermide risulta essere di consistenza pari se non superiore al cuoio rinforzato.
In termini di combattimento, la difesa del giocatore sarà pari a quella di una persona che indossa una comune armatura.

-Nocche ferree: Se un normale pugno dato da qualcuno come lui fa male già di per se, che effetti potrebbe mai avere se la normale "morbida" consistenza organica venisse a mancare perché sostituita da una più metallica? Beh, si spera di non scoprirlo mai a proprie spese.
A livello pratico i colpi sferrati equivalgono agli stessi che si darebbero con un tirapugni metallico.

-Breath bazooka: Se necessario, al pari di un'arma da fuoco di grosso calibro, Seregon sarà in grado di espellere dalla propria bocca un singolo colpo d'aria pressurizzata di ragguardevole potenza.
All'interno di un combattimento è possibile usarlo una sola volta.


Abilità Passive:

L'incubo dentro di me
Ho provato così tante volte a fuggire da questo inferno tuttavia ne sono ancora rinchiuso dentro,
continuo a lottare ma, non posso andare avanti in questo modo... .
Ma alla fine che importa se nessuno può vedere il mio lato più oscuro?
La rabbia mi torce la mente rendendo la mia anima facile da rubare.
Nessuno potrà cambiare mai questa bestia che sono diventato.
La rabbia mi torce la mente rendendo la mia anima facile da rubare.
Vorrei davvero credere che questo non sia il vero me... ma non succederà
mai che svegliandomi di colpo scopra che era tutto un sogno,
c'è già un numero tatuato sulla mia testa.
Benvenuti nell'incubo nella mia testa
Muori (muori)
Muori ancora (muori)
Giù (giù)
Senti il fuoco (fuoco)
Senti l'odio (odio)
Sto resistendo così strenuamente ora e il mio ventre grida così forte mentre lui mi guarda annegare.
Osservo me stesso sanguinare mentre mi spinge e mi strattona, vuole sangue e ucciderà per esso.
Tutto questo mi sta uccidendo dentro.
Continuo a lottare ma, non posso andare avanti in questo modo... .
Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.

Cadi e Risorgi
Anche quando i colpi subiti si sono cumulati gli uni agli altri, persino con ossa spezzate e muscoli contusi, il corpo ancora in piedi per la battaglia.
In grado di camminare nonostante una gamba spezzata, di impugnare le armi quando le braccia appaiono inservibili, di muoversi con discreta disinvoltura col corpo leso e ammaccato.
Di non cadere a terra se non col cuore trafitto o la testa tagliata.
Quello visto prima come un dono si scopre poi come l'ennesima spada di Damocle pendente sul suo collo.
In termini di combattimento, il personaggio sarà in grado di proseguire nella battaglia anche dopo aver subito ingenti danni, perfino la mutilazione di un arto non sarebbe sufficiente a impedirgli di sferrare un altro attacco.
Quindi le ferite per quanto gravi, non gli impediranno di proseguire la battaglia al pieno delle proprie forze.

Omnifagia
Il personaggio potrà ingoiare e divorare qualunque cosa, nutrendosi di essa e non subendone comunque alcun danno. Ciò consentirà al personaggio di mangiare anche cibo marcio o avariato, senza venirne danneggiato o influenzato in qualunque modo. Allo stesso modo, il metabolismo particolare gli consentirà di non subire alcun danno da qualunque veleno non tecnica, potendo comunque soffrirne eventuali effetti collaterali agli stessi legati.

Avanguardia
La forza per definizione non necessita di spiegazione alcuna, ed è per questo stesso motivo che inspiegabile è il loro potere. In grado di sollevare i pesi più grandi col minimo sforzo, questa particolare categoria di guerrieri vanta una forza straordinaria, tanto dal poter impugnare armi altresì inutilizzabili per forma e dimensioni come alabarde o bastarde a due mani, finanche mazze ferrate o magli dal peso insostenibile come fossero leggerissimi stocchi.

La Forza Di Sopravvivere
Sul campo di battaglia, tutti sono forti. Non vi è nessuno che è più debole di un altro. Tutti hanno lo stesso allenamento, lo stesso equipaggiamento, lo stesso comandante, e allora cos'è che permette ad alcuni di restare in vita e ad altri di morire? La risposta è molto semplice: è tutto basato sulla propria forza. Ma non la forza fisica, ma la forza della propria volontà. La prima guerra non è vinta sul campo di battaglia, ma nella mente di ogni guerriero. Ognuno di loro deve imporre la propria volontà a calmare la propria mente. Coloro che cadono in battaglia hanno affrontato opponenti con una volontà più forte della loro. Non c'è nulla di cui sorprendersi, davvero. Se ogni persona avesse la stessa forza di volontà, allora vedrebbero anche che non vi è alcun motivo per combattere. Ma non è questo il punto. La volontà della gente è proprio come la gente stessa, diversa tra loro. L'unico motivo per cui io sono stato capace di sopravvivere in queste battaglie è perché ho avuto la volontà più forte. Tutti sono caduti prima di me e nessuno è stato capace di fermare la mia avanzata. La mia volontà mi ha concesso la forza di restare in vita, ma per quanto ancora? Solo finché la mia volontà sarà la più forte, ma in questa guerra tutto è possibile... .
In termini pratici il portatore di tale passiva avrà un'immunità al dolore psionico, ma non dai danni.

Percezione ferina
Il suo senso più sviluppato è senza dubbio l'olfatto, tanto da usarlo spesso perfino per raccogliere informazioni. Per esempio è stato capace di determinare di determinare che la femmina di un esemplare che stava cacciando era incinta dal debole odore di liquido amniotico. E' perfino capace di percepire i feromoni con il suo olfatto. In caso di totale oscurità riesce ad usare questo suo senso per combattere, anche se per ovvi motivi non è molto efficace. Questa sua capacità unità alla vasta conoscenza di flora, fauna e non solo rivela essere ben più di un semplice senso sviluppato oltre i normali limiti umani ed animali, ma una vera e propria arma.

Sussurro animale
Seregon riesce a comprendere appieno ogni forma di vita animale al punto da riuscire a stabilire con loro un forte legame empatico e comprendere cosa vogliono dirgli, questa tuttavia non è una forma di controllo della mente ed eventuali bestie pericolose non si tratterranno dall'attaccarlo se ne avranno voglia.
Tale forma di simbiosi non fisica nel caso sia molto forte tenderà a farlo agire più come un'animale che come un essere umano.

La Zanna della bestia
Il potere dell’artefatto è tanto grande da assoggettare chiunque si trovi nelle sue immediate vicinanze, intimando in loro un senso di impotenza nei suoi confronti. Ebbene si, gli avversari vedranno il possessore della Zanna come un nemico inarrivabile, si sentiranno inevitabilmente più deboli e saranno quindi spinti a riconoscere la sua superiorità.

Passo Verticale
Se vai con lo zoppo finirai per zoppicare, se vai con il vecchio il tuo passo si farà lento, ma sei vai con gli uccelli non vuol dire che riuscirai a volare! O sì?
Che Seregon non sia normale si era capito da tempo e di certo per quanto possa osservare i piccioni di passaggio non imparerà mai a volare da loro, tuttavia è comunque riuscito a sviluppare qualcosa di notevole da chi come lui i piedi da terra non può sperare di sollevarli se non per il lasso di tempo di un salto.
Poggiando mani o piedi su una qualsiasi superficie riuscirà a farvi presa, non importa quanto possa essere ripida o liscia, riuscirà sempre e comunque ad avere un adesione tale da permettergli di scalarla e perfino rimanervi attaccato a testa in giù, cosa che tuttavia potrebbe non funzionare nel caso queste siano rese scivolose da tecniche altrui.


Abilità Attive:


Note:Lo so non è il massimo, ma davvero non so perché ho avuto un vuoto di idee costante e più di questo non riesco al momento, i due e oltre mesi lontani dalle ruolate mi hanno decisamente ammazzato l'inventiva, perfino il titolo è banale :nahnah:



Edited by Akuma™ - 6/1/2015, 01:28
 
Top
view post Posted on 6/1/2015, 15:28
Avatar

Cavalier Fata
········

Group:
Member
Posts:
7,598
Location:
Valinor

Status:



Passatempi Inopportuni - Basiledra.
Credo in un unico regno,
in un solo Re,
un solo Dio.

« Perchè seguirlo, Azzurra? »
Patrick non era affatto felice di doversi aggirare per i vicoli con una taglia spropositata sulla testa ma, ancor più impaurito dal dover restare da solo, si era lasciato convincere a fare un sopralluogo in città. Era lì che avevamo visto quel fenomeno da baraccone attirare su di se sin troppa gente, specie alla luce della rigidezza con cui Mathias dirigeva l'ordine pubblico. Ne ero stata stranamente attratta, vuoi perchè raramente mi era capitato di vedere un uomo tanto nerboruto eppur agile, vuoi perché sembrava terribilmente fuori posto in quel luogo. Fatto stava che non aveva l'aria di patteggiare per gli insonni e, se tanto mi dava tanto, avrei potuto ricavarne una conversazione interessante.
« Mounsieur Patrick, possibile che non abbiate un briciolo di curiosità in cuor vostro? »
Schivai un paio di passanti in mezzo al vicolo, badando bene che il cappuccio mi restasse calcato sul viso.
« Vi siete mai imbattuto in qualcuno in grado di scalare i tetti a quel modo? »
Il sacerdote corvino, di rimando, mi fissò inasprendo lo sguardo e muovendo la testa in un secco movimento affermativo.
« ...con la stessa corporatura? »
Aggiunsi, con un lieve tono canzonatorio.
La sua espressione mutò in una smorfia poco convinta, poi tornò a fissare le tegole cadute al suolo con aria falsamente interessata.
Alzai gli occhi al cielo proseguendo nel pedinamento.


Basiledra non era una bella città in quei giorni, e non solo per chi era ricercato come noi due, ma in generale per chiunque avesse ancora a cuore l'ancien régime o anche solo uno stile di vita diverso da quello imposto. Certo, non credevo affatto che in precedenza le cose fossero rose e fiori, ma pur nella mia prigione dorata ero riuscita ad intravedere qualche spiraglio del mondo esterno... e non era affatto così agghiacciante. Purtroppo il mondo era cambiato, molto, troppo velocemente, e tutto quello che potevo fare per evitare il peggio si traduceva in un misero errare per le strade, origliare qualche soldato, riempire di calci le guardie troppo esuberanti con la popolazione. Non era assolutamente così che mi sarei immaginata la mia vita fuori dalla baronia, ma ero già fortunata ad aver avuto salva la vita dopo quello che mi era capitato. Avrei voluto, dovuto forse, credere che il destino non si sarebbe limitato a scorrermi addosso ma mi avrebbe presa ed usata al pari di una marionetta per i suoi scopi: avrei preferito mille volte morire che rimanere inerte mentre tutto attorno a me prendeva a girare, deperire, spegnersi.
Uscire dalla casa sicura di Smith mi aveva fatto molto bene, vedere la gente e camminare per i vicoli mi ricordava che non esistevano solamente le mie vicissitudini dinastiche a cui dare peso ma, anzi, c'erano decine e decine di persone che morivano di fame, di stenti, o marcivano in prigione senza una vera colpa.
Per non parlare della grande cattedrale e dei Corvi, a loro era forse toccata la sorte peggiore, da paladini del regno e difensori della fede e dell'ordine erano stati degradati a poco più di banditori pubblici. Mathias si divertiva a far di loro uno strumento per mantenere la gente quieta e calma, Patrick lo sapeva bene. Se mai fossimo usciti da quell'incubo difficilmente l'ordine si sarebbe ripreso completamente... e di questo non potevo che dolermi, seppur in parte.
Avevo quasi obbligato quel ragazzo a comperarsi una spada ed una corazza con i soldi delle offerte che avevano raccolto nelle valli, quasi certa che non ci avrebbero comunque fatto niente in una istituzione oramai ridotta allo stremo, ed avrei voluto insegnargli i rudimenti del combattimento, ma era particolarmente restio a volersi sporcare le mani. Come se gli uomini di fede fossero da sempre coloro che si limitano a pregare e trascrivere pesanti volumi...
...ma ci sarebbe stato tempo e modo di costringerlo ad apprendere. O se stesso o la guardia insonne.

« L'armatura pesa, Azzurra... »
« Vi lamentate come una nobildonna. Mi ricordate tale Henrietta Delafleur, la conoscete? Faceva parte di uno dei casati nobiliari di Basiledra, prima della guerra e tutto il resto... dovevate sentirla! Era tutto un fuoco per i suoi vestiti di seta pregiata, intarsiati di diamanti estratti dai nani... ricordo ancora la sue parole. »
Mi schiarì la voce, aumentandola di almeno quattro toni rispetto alla mia, già piuttosto femminile, pronunciando la frase in una maniera quasi gracchiante.
« Guardate, guardate, madamoiselle Azzurrà, guardate cosa mi ha regalato il comte di Wesboro! »
Sospirai.
« Siete della stessa pasta, Patrick? »
« Certo che no! »
« E allora fatevi crescere un poco di peluria sul volto, non siete affatto credibile come ventenne pronto alla guerra. »
Mi sembrò quasi di sentire il suo sguardo sussurrare "ma io non voglio affatto andare in guerra!"
Mi dispiaceva, davvero molto, ma se non fosse stato pronto, al momento giusto, la morte non lo avrebbe certamente risparmiato in nome di una qualche strana e allucinante compassione. Volevo che fosse pronto perché riuscisse a difendersi anche se io avessi fallito, nuovamente, nel prendermi cura di lui. E di tutti gli altri, ovviamente. Avevo perdonato me stessa per la morte dei suoi compagni, ma non potevo ignorare il fatto che erano ben pochi, tra cittadini scontenti e la resistenza tutta, in grado di brandire le armi contro l'invasore. Ogni braccio doveva scendere in piazza al momento opportuno, senza eccezioni.

[ ... ]


Arrivando nella zona dove l'avevo visto fermarsi, quella specie di colosso ballerino sui tetti, alzai lo sguardo osservandolo dondolare le gambe da una grondaia. Dal basso non sarei mai riuscita ad attirare la sua attenzione senza mettermi ad urlare: afferrai qualche ciottolo da terra iniziando a lanciarlo contro il bordo del tetto per farmi notare. Patrick disapprovò immensamente.

« Mounsieur! Mounsieur! Dico a voi sul tetto, mi chiamo Azzurra, posso farvi un paio di domande? »
Lì vicino c'era anche una taverna, un tugurio da pochi soldi, per il popolino, ma meglio di niente.
« Se scendete vi offro un boccale di birra scura! »

 
Top
view post Posted on 7/1/2015, 11:58

L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un'arancia meccanica.
········

Group:
Member
Posts:
8,091

Status:


Renaud

solomonkane_0


Basiledra.

"Finalmente."

Il giovane Renaud si esibì in un sorriso a trentadue denti mentre varcava per la prima volta nella vita i cancelli della capitale. Da quando aveva abbandonato la sua fattoria erano trascorse quasi due settimane nel corso delle quali il giovane aveva camminato incessantemente verso ovest, per ricominciare una nuova vita all'ombra dei palazzi della capitale.
L'emozione gli strinse lo stomaco in una specie di tenaglia invisibile, tanto che il giovane fu costretto a darsi un pizzicotto sul braccio sinistro, per sincerarsi della realtà della situazione.
I suoi occhi cominciarono a vagare fulminei dovunque potessero e la sua mente si sforzò di registrare al meglio tutto quello che vedeva.
Ciò che lo colpì più di ogni altra cosa, fu la moltitudine di persone che calcavano le strade piastrellate della città. A Joylan, il villaggio dal quale proveniva, vivevano qualcosa come trenta persone e lui, dall'alto dei suoi ventidue anni, aveva avuto modo di conoscerli tutti.

"E invece adesso sei da solo, senza conoscere nessuno."


Il pensiero non lo spaventava neanche un po'.
Al contrario, l'idea che ognuna di quelle persone avesse una vita propria, degli affari privati, degli affetti e che vivesse a modo suo delle avventure personali lo eccitava.
Quell'emozione gli riportò alla mente la serata in cui, dopo l'incontro con il bardo, aveva deciso di abbandonare la sua fattoria e di mettersi in viaggio.
Quella serata, Renaud era diventato il Viandante senza meta, colui che viaggia soprattutto per il piacere del viaggio, piuttosto che per l'attrazione che prova verso la sua meta.
Improvvisamente, il ramingo si sentì stanchissimo.
Tutta la fatica del suo viaggio, compresa quella del duello con i due banditi, gli si riversò addosso come l'acqua che sgorga da una fonte.
La ferita al petto, infertagli dalla spada di uno dei suoi avversari ricominciò a pulsare, e il lampo giallo del dolore passò davanti agli occhi di Sin.

"Bravo coglione, così impari a volerti medicare da solo.

Il Viandante sbuffò mentre si guardava intorno, alla ricerca di una locanda in cui rifocillarsi.
Qualche giorno prima, dopo aver aiutato l'anziano signore e sua figlia contro i briganti che li avevano assaliti, la giovane si era offerta di medicare la sua ferita, che si era rivelata essere non molto estesa ma abbastanza profonda da arrecargli un discreto fastidio.

"Una persona normale avrebbe accettato senza pensarci... Era pure una bella ragazza!
Ma tu no, tu avevi fretta di raggiungere la città. Bravo coglione me lo sono già detto?"


In realtà, c'era un motivo più nobile che lo aveva indotto a rifiutare le amorevoli cure della donzella.
Renaud non lo avrebbe mai ammesso a se stesso, ma era stato tutto dettato dalla sua superbia e dal suo orgoglio. Poiché pensava di essere in grado di sopravvivere da solo in ogni occasione, accettare un aiuto esterno avrebbe denudato la sua debolezza e la sua incapacità di badare a sé. Quindi signorina, mi dia ago e filo, arrivederci e grazie.
Rattoppato com'era, Sin si trascinò fino alla locanda più vicina, una bettola non molto differente da quelle dei villaggi intorno al suo insediamento in cui trascorreva le serate invernali, ed entrò spingendo la porta.
La taverna lo accolse con lo stesso caloroso benvenuto che si era augurato di ricevere.

"Oh no, non un altro accattone."

Trattenendo a stento le risate, il giovane alzò la mano sinistra in segno di resa e rispose:

"Non sarò l'uomo più ricco di Dortan, ma posso permettermi di pagare la consumazione, glielo assicuro."

Renaud non ascoltò mentre l'oste, un corpulento uomo sulla quarantina, si scusava con lui e gli spiegava della difficoltà di tenere lontani vagabondi e poveracci, ma accese nuovamente il cervello solamente quando l'uomo gli chiese cosa volesse ordinare.

"Mi porti una zuppa di patate e un po' d'acqua, gentilmente."

Avrebbe voluto gustarsi un massiccio arrosto di cervo con un po' di vino rosso, ma dovette accontentarsi di poco. Non navigava certo nell'oro, da quando era divenuto un Ramingo.
Dopo essersi seduto al tavolo in fondo, Renaud si prese la testa fra le mani e attese, ascoltando i rumori del suo stomaco.
All'interno dell'osteria, oltre a lui e all'oste obeso, c'era soltanto una coppia di giovani amanti che si scambiavano baci ed effusioni con ostentato compiacimento.
Improvvisamente, la ragazza smise di baciare il giovinetto e si mise a guardare oltre una delle finestre, come imbambolata.

"Amos, quello lì non è il pazzo che poco fa correva sui tetti?"

Sin avrebbe volentieri smesso di ascoltare, ma la domanda della giovane lo fece sobbalzare.
A Basiledra la gente correva sui tetti?
 
Top
Humean
view post Posted on 7/1/2015, 15:19




Quel giorno mi ricordo di essermi levato prima del sole, come del resto il giorno prima e quello prima ancora. Era passato qualche tempo dalla mia risoluzione di lasciare senza appello Basiledra, la Capitale corrotta e profanata dai senzadio. Eppure, senza denaro non è facile né prudente sfidare le avversità di un lungo viaggio senza meta, così come me lo figuravo nella mia immaginazione, perciò avevo stabilito di rimanere in città per qualche tempo, per raccogliere i mezzi materiali che mi sarebbero stati necessari nel pellegrinaggio. Tuttavia, trovare un impiego di quei tempi era tutt'altro che facile, e così i giorni si accumulavano uno sull'altro, senza che io riuscissi a racimolare altro che non il necessario per mantenermi nella vita estremamente misera che conducevo nella Capitale. Il tempo passava poco a poco dal giorno del sanguinoso cambio di regime, tuttavia la situazione non pareva avviarsi verso una normalizzazione. Basiledra si trovava in una condizione pietosa, letteralmente posseduta da stuoli di mutilati, infermi, mendicanti, e ancora da prepotenti capitani di ventura, briganti e altro canagliume di sorta. Sembravano irraggiungibilmente remoti i tempi in cui le grandi mura ospitavano perlopiù onesti artigiani, opulenti mercanti, dignitosi e superbi nobiluomini di ogni rango, schiere di Corvi togati di nero che portavano in tutto il regno i semi della civiltà, della Fede e dell'ordine.
Eppure, devo ammettere, forse esitavo perché nel profondo del mio cuore sentivo che Basiledra poteva darmi ancora qualcos'altro: un indirizzo, un'esperienza, un contatto, o la meta che mi mancava. Nutrivo la speranza di trovare persone che condividevano il mio desiderio di riscattare il Culto, o che mi dessero almeno la conferma che stavo finalmente calcando la via della giustizia. Perciò indugiavo sulle mie posizioni, aspettando inconsciamente chissà quale miracolo o segno divino.
Come dicevo, quella mattina ero in piedi già da un pezzo, eppure i miei sforzi erano stati del tutto disattesi: non avevo ancora trovato un modo per guadagnarmi il pane, e stavo vagando per il borgo carico di frustrazione e scoramento. Ero talmente assorto nelle mie sventure che mi accorsi solo tardivamente del grande trambusto e della folla che si accalcava in un punto poco lontano dal mio percorso. A quanto sembrava, stava per scoppiare una lite in pieno giorno; ma non avevo voglia di fermarmi a curiosare... i morsi della fame si facevano sentire. Mi cacciai la mano in tasca, per frugare tra i miei miseri spiccioli: ne avevo abbastanza per un'austera ciotola di zuppa e un tozzo di pane stantìo, la specialità della bettola più economica di Borgo Basso. Il solo pensiero di quella sbobba mi dava la nausea, ma quella era una delle prove più leggere che la Provvidenza mi aveva messo davanti nell'ultimo periodo. Rimasi qualche minuto a guardare il cielo terso, cercando nel mio cuore la determinazione necessaria a vincere l'inerzia che mi avvinceva. Certo che quest'ultimo periodo della mia vita era stato a dir poco complicato, e pieno di colpi di scena. Mi sembrava di essere arrivato alla Capitale più di un secolo fa, e in effetti mi sentivo totalmente un'altra persona rispetto al ragazzino arrogante che aveva varcato quei cancelli... eppure doveva essere passato meno di un mese. Così grande è la potenza del Sovrano, da poter segnare nel profondo un'anima e stravolgerla nel giro di un pugno di minuti! Sospirando, presi dunque l'infinita serie di vicoli bui che mi avrebbe condotto nell'odiata locanda.

Ma sulla strada mi aspettava una nuova sorpresa. A pochi passi dall'ingresso, fui colpito nello scorgere una coppia di giovani viaggiatori; una coppia che aveva l'aria di chi cerca di passare inosservato. Eppure bastava soffermarsi qualche istante sulle loro figure per rendersi conto che non era facile non notarli: la ragazza sembrava molto giovane, potevo intravedere un volto estremamente regolare, bello si potrebbe dire, e un portamento oltremodo distinto. Eppure era armata. Era sufficiente osservare con un po' di attenzione la sagoma del suo mantello perché questo tradisse le forme dell'acciaio che celava. Una fanciulla corazzata fino ai denti certo non è una cosa che si vede tutti i giorni. Il suo compare era forse meno interessante: era un giovane uomo, ma non aveva affatto l'aria del guerriero. Entrambi tenevano il naso per aria, a fissare qualcosa sopra le loro teste. Seguii con gli occhi la direttrice del loro sguardo solo per trovare, seduto con le gambe a penzoloni sul cornicione, un individuo letteralmente colossale! Una specie di gorilla tutto muscoli dai capelli blu, che dondolava le sue enormi gambe dall'alto di un tetto di Basiledra. Mi bloccai di botto. Lo stupore questa volta fu troppo, e non volli proseguire oltre: mi limitai a fissare il quadretto, con un atteggiamento onestamente tutt'altro che discreto. Visto che non avevo niente da fare per quel di', tanto valeva assistere a quella che si prospettava una scena singolare.

 
Top
Endymyon
view post Posted on 9/1/2015, 02:30




Passatempi inopportuni

Imboccarono l'ennesima stradina senza folla, allontanandosi sempre più dal cardo o dal decumano, cercando un posto dove mangiare. Un cappello nero a punta copriva gli occhi da qualsiasi raggio di sole volesse attaccargli la vista, mentre il petto il petto in piena vista fronteggiava l'arietta un po' fresca. La maglia che indossava, bianca, contrastava il lugubre color nero dei pantaloni e del mantello. Nemmeno il blu degli ornamenti fermava gli sguardi incuriositi delle persone quando si vedevano il nerboruto pistolero passare affianco a loro. Non solo i vestiti, ma anche lo sguardo, reso truce dall'ombra, sembrava voler ammonire chiunque osasse disturbarlo. Silenzioso ed assorto nei propri pensieri, si lasciava guidare dal giovine che gli aveva promesso di portarlo da chi lo avrebbe saputo aiutare sicuramente.
Rose dal canto suo ammirava le case ammassate le une sopra le altre. La sua chioma raccolta in una folta coda scattava a destra e a sinistra, una volta per l'aver incrociato lo sguardo di un gatto e l'altra per aver visto una macchia interessante sulle mura. La camicetta bianca, raccolta dentro ad un corpetto verde e nei pantaloni marroni cercava di nascondere le sue curve, messe però in mostra dall'aderenza dei vestiti al corpo.
Svoltarono nuovamente a sinistra, seguendo il garzone al suono degli speroni di Richard. Dalle strade principali non si sentiva più nessun rumore, tanto si erano addentrati dentro alle viuzze.
“Ecco” Disse il ragazzo, indicando una porta nera. Sopra di essa un'insegna con la scritta dorata. Poco più di un tugurio con i vetri perennemente appannati dalla sporcizia, ma non potevano aspettarsi di più.
“Quello si rompe una gamba se cade giù” Richard si girò verso la compagna, che con un cenno del capo gli indicò di guardare un po' più in alto. Un uomo massiccio stava seduto su un tetto, mentre sotto i suoi piedi una donna e un uomo sembrava stessero cercando di parlargli.
Sospirò, quasi incredulo che qualcuno potesse rubare la scala e lasciare un uomo sul tetto.
“Per me vedi se ha un paio d'uova e un tozzo di pane, io vado a vedere se ha bisogno di una mano.”




~Richard~



Senza ripensamenti Arthur superò la locanda mentre Rose, al seguito del garzone, entrava nel locale. Squadrò in fretta i due che stavano parlando con l'uomo sul tetto, ma non gli sembrarono sospetti. Probabilmente anche loro erano solo curiosi nel vedere qualcuno sul tetto. Armati, probabilmente i due non avevano nemmeno tanta paura, quindi non vi era ragione di credere che fossero stati meschini al punto di prendere la scala.
“Ehy” gridò Richard verso l'alto “Hai bisogno di una mano per scendere da lì?”





~Rose~



Chiuse l'uscio dietro di lei. Dentro, la locanda era umile come ci si poteva aspettare. Un bancone, tavoli e sedie. Le mura avevano il colore del piscio e probabilmente non c'era asse che non scricchiolasse, tanto era vecchio e macero il legno. Non aveva ancora respirato da quando era entrata, ma Becca sapeva bene che non le sarebbe piaciuto l'odore di quel posto.
Scrutò l'ambiente, e dopo un leggero sospiro si rivolse all'oste “Due piatti con delle uova fritte e una pagnotta, è possibile averli?”
Le labbra del uomo si assottigliarono, facendo poi un breve cenno negativo con la testa.
“Allora due piatti di quel che mi pare sia zuppa dall'odore”
Avrebbe dovuto parlare con l'oste, chiedergli se avesse qualche conoscente che sarebbe partito per Ystfalda, ma quel che fece infine fu solo sedersi ad un tavolo rotondo con delle sedie attorno ed osservare i presenti in modo disinteressato.



 
Top
view post Posted on 10/1/2015, 16:27


Praise the Sun


········

Group:
Member
Posts:
11,177

Status:



png
Seregon
« Mounsieur! Mounsieur! »

"Ma che caz-?"

« Dico a voi sul tetto, mi chiamo Azzurra, posso farvi un paio di domande? »

*Sì certo come no, e io mi chiamo Celestino.*

« Se scendete vi offro un boccale di birra scura! »

Poggiando le mani contro le tegole iniziò ad alzarsi pensando.

*Beh un po' pochino, ma non si rifiuta mai quando sono gli altri ad offrire quindi...*

Pur non avendo visto chi era stato a chiamarlo poteva già dedurre dalla voce che fosse una donna, proprio come dall'odore che non erano l'unica che si stavano avvicinando a lui.

“Hai bisogno di una mano per scendere da lì?”

"Chi io?"

Rispose con l'accenno di un sorriso sul volto mentre muoveva il primo passo verso il limite massimo del bordo.

"Credo proprio..."

In un attimo grazie alla sua forza spicco un notevole salto nel vuoto dal tetto di un edificio tutt'altro che basso, ricadendo con enorme violenza appena qualche metro più avanti rispetto ai tre sotto di lui il suo non fu esattamente il volo di una farfalla, difatti nonostante le precauzioni il peso e la durezza di quel corpo frantumò la pavimentazione stradale che non era stata fatta per sopportare simili sollecitazioni.

"Di no."

Rispose dopo esser atterrato di spalle rispetto a loro.
Non ebbe nemmeno bisogno di sforzarsi troppo, semplicemente lasciando piegare le gambe e contrapponendovi la sua forza assorbì quasi completamente l'impatto, quei muscoli non erano solo per bellezza, tanto meno la sua coriacea pelle.

"Bene bene cosa abbiamo qui?"

Scrollò i piedi precedentemente affondati nella strada, mentre girandosi verso gli altri tre mentre il suo olfatto aveva già captato centinaia e centinaia di odori diversi provenienti dalla zona circostante.

"Due umani, un piccolo meticcio di drago e..."

Bensì quella non fosse vera indecisione quanto voglia di sbagliarsi esitò comunque dal pronunciarsi.

*Oi oi, un non morto e un mezzo demone...*

La già intimidatoria aria emessa dal successore spirituale di uno dei guardiani di Amerald, anche se per solo un momento, esplose.
Seregon aveva rilasciato tutta la sua rabbia per un solo misero istante, un istante durato probabilmente meno di un secondo, eppure fu più che sufficiente affinché la sete di sangue omicida colasse da tutto il suo corpo raggiungendo chiunque si trovasse nelle vicinanze sotto forma della più pura e primordiale sensazione di morte.
Con passo pesante andò oltre i tre davanti la soglia e poggiando la mano sulla porta di quella che sembrava essere un qualche genere di osteria si rivolse dapprima alla ragazza.

"Scusa piccina, ma sembra proprio che debba rifiutare la tua offerta."

E poi ad entrambi.

"Io mi occupo del non morto qui dentro, voi pensate al mezzo demone rimasto fuori."

Inflessibile, l'aspetto bonaccione e divertito era stato immediatamente spazzato via lasciando solo un uomo che trasudava la sua natura di predatore spietato.
Al suo ingresso l'ambiente si fece improvvisamente più calmo, per quanto la gente di quel posto non possedesse doti particolari né altro, poté ugualmente percepire come la persona appena entrata non era semplicemente un energumeno troppo cresciuto.
Mentre chi più coraggioso o forse solo più stupido si chiedeva se fosse legittimo sentirsi così oppressi da quella presenza non riuscendo comunque ad incrociare il suo sguardo, Seregon aprì bocca.

"Lo so che sei qui dentro, revenant, e so anche chi sei, quindi che ne dici di venir fuori senza farmi perdere altro tempo?"

Una mezza verità se così la si vuole chiamare, difatti pur mentendo sul fatto di saper con certezza l'identità di quella creatura poteva comunque risalirvi facilmente seguendo la scia, o meglio, il puzzo, della carne putrida tenuta in vita dalla sola magia necromantica.

Seregon

kugipunch

[CS: 2 Forza.]


Narrato Parlato Pensato



Ferite Accumulate:
Nessuna.

Status Psicologico:
Alterato.

Energia Residua:
100%

Armi:

-Pelle coriacea: Resistente e al tempo stesso leggerissima, la sua epidermide risulta essere di consistenza pari se non superiore al cuoio rinforzato.
In termini di combattimento, la difesa del giocatore sarà pari a quella di una persona che indossa una comune armatura.

-Nocche ferree: Se un normale pugno dato da qualcuno come lui fa male già di per se, che effetti potrebbe mai avere se la normale "morbida" consistenza organica venisse a mancare perché sostituita da una più metallica? Beh, si spera di non scoprirlo mai a proprie spese.
A livello pratico i colpi sferrati equivalgono agli stessi che si darebbero con un tirapugni metallico.

-Breath bazooka: Se necessario, al pari di un'arma da fuoco di grosso calibro, Seregon sarà in grado di espellere dalla propria bocca un singolo colpo d'aria pressurizzata di ragguardevole potenza.
All'interno di un combattimento è possibile usarlo una sola volta.


Abilità Passive:

L'incubo dentro di me
Ho provato così tante volte a fuggire da questo inferno tuttavia ne sono ancora rinchiuso dentro,
continuo a lottare ma, non posso andare avanti in questo modo... .
Ma alla fine che importa se nessuno può vedere il mio lato più oscuro?
La rabbia mi torce la mente rendendo la mia anima facile da rubare.
Nessuno potrà cambiare mai questa bestia che sono diventato.
La rabbia mi torce la mente rendendo la mia anima facile da rubare.
Vorrei davvero credere che questo non sia il vero me... ma non succederà
mai che svegliandomi di colpo scopra che era tutto un sogno,
c'è già un numero tatuato sulla mia testa.
Benvenuti nell'incubo nella mia testa
Muori (muori)
Muori ancora (muori)
Giù (giù)
Senti il fuoco (fuoco)
Senti l'odio (odio)
Sto resistendo così strenuamente ora e il mio ventre grida così forte mentre lui mi guarda annegare.
Osservo me stesso sanguinare mentre mi spinge e mi strattona, vuole sangue e ucciderà per esso.
Tutto questo mi sta uccidendo dentro.
Continuo a lottare ma, non posso andare avanti in questo modo... .
Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.

Cadi e Risorgi
Anche quando i colpi subiti si sono cumulati gli uni agli altri, persino con ossa spezzate e muscoli contusi, il corpo ancora in piedi per la battaglia.
In grado di camminare nonostante una gamba spezzata, di impugnare le armi quando le braccia appaiono inservibili, di muoversi con discreta disinvoltura col corpo leso e ammaccato.
Di non cadere a terra se non col cuore trafitto o la testa tagliata.
Quello visto prima come un dono si scopre poi come l'ennesima spada di Damocle pendente sul suo collo.
In termini di combattimento, il personaggio sarà in grado di proseguire nella battaglia anche dopo aver subito ingenti danni, perfino la mutilazione di un arto non sarebbe sufficiente a impedirgli di sferrare un altro attacco.
Quindi le ferite per quanto gravi, non gli impediranno di proseguire la battaglia al pieno delle proprie forze.

Omnifagia
Il personaggio potrà ingoiare e divorare qualunque cosa, nutrendosi di essa e non subendone comunque alcun danno. Ciò consentirà al personaggio di mangiare anche cibo marcio o avariato, senza venirne danneggiato o influenzato in qualunque modo. Allo stesso modo, il metabolismo particolare gli consentirà di non subire alcun danno da qualunque veleno non tecnica.

Avanguardia
La forza per definizione non necessita di spiegazione alcuna, ed è per questo stesso motivo che inspiegabile è il loro potere. In grado di sollevare i pesi più grandi col minimo sforzo, questa particolare categoria di guerrieri vanta una forza straordinaria, tanto dal poter impugnare armi altresì inutilizzabili per forma e dimensioni come alabarde o bastarde a due mani, finanche mazze ferrate o magli dal peso insostenibile come fossero leggerissimi stocchi.

La Forza Di Sopravvivere
Sul campo di battaglia, tutti sono forti. Non vi è nessuno che è più debole di un altro. Tutti hanno lo stesso allenamento, lo stesso equipaggiamento, lo stesso comandante, e allora cos'è che permette ad alcuni di restare in vita e ad altri di morire? La risposta è molto semplice: è tutto basato sulla propria forza. Ma non la forza fisica, ma la forza della propria volontà. La prima guerra non è vinta sul campo di battaglia, ma nella mente di ogni guerriero. Ognuno di loro deve imporre la propria volontà a calmare la propria mente. Coloro che cadono in battaglia hanno affrontato opponenti con una volontà più forte della loro. Non c'è nulla di cui sorprendersi, davvero. Se ogni persona avesse la stessa forza di volontà, allora vedrebbero anche che non vi è alcun motivo per combattere. Ma non è questo il punto. La volontà della gente è proprio come la gente stessa, diversa tra loro. L'unico motivo per cui io sono stato capace di sopravvivere in queste battaglie è perché ho avuto la volontà più forte. Tutti sono caduti prima di me e nessuno è stato capace di fermare la mia avanzata. La mia volontà mi ha concesso la forza di restare in vita, ma per quanto ancora? Solo finché la mia volontà sarà la più forte, ma in questa guerra tutto è possibile... .
In termini pratici il portatore di tale passiva avrà un'immunità al dolore psionico, ma non dai danni.

Percezione ferina
Il suo senso più sviluppato è senza dubbio l'olfatto, tanto da usarlo spesso perfino per raccogliere informazioni. Per esempio è stato capace di determinare di determinare che la femmina di un esemplare che stava cacciando era incinta dal debole odore di liquido amniotico. E' perfino capace di percepire i feromoni con il suo olfatto. In caso di totale oscurità riesce ad usare questo suo senso per combattere, anche se per ovvi motivi non è molto efficace. Questa sua capacità unità alla vasta conoscenza di flora, fauna e non solo rivela essere ben più di un semplice senso sviluppato oltre i normali limiti umani ed animali, ma una vera e propria arma.

Sussurro animale
Seregon riesce a comprendere appieno ogni forma di vita animale al punto da riuscire a stabilire con loro un forte legame empatico e comprendere cosa vogliono dirgli, questa tuttavia non è una forma di controllo della mente ed eventuali bestie pericolose non si tratterranno dall'attaccarlo se ne avranno voglia.
Tale forma di simbiosi non fisica nel caso sia molto forte tenderà a farlo agire più come un'animale che come un essere umano.

La Zanna della bestia
Il potere dell’artefatto è tanto grande da assoggettare chiunque si trovi nelle sue immediate vicinanze, intimando in loro un senso di impotenza nei suoi confronti. Ebbene si, gli avversari vedranno il possessore della Zanna come un nemico inarrivabile, si sentiranno inevitabilmente più deboli e saranno quindi spinti a riconoscere la sua superiorità.

Passo Verticale
Se vai con lo zoppo finirai per zoppicare, se vai con il vecchio il tuo passo si farà lento, ma sei vai con gli uccelli non vuol dire che riuscirai a volare! O sì?
Che Seregon non sia normale si era capito da tempo e di certo per quanto possa osservare i piccioni di passaggio non imparerà mai a volare da loro, tuttavia è comunque riuscito a sviluppare qualcosa di notevole da chi come lui i piedi da terra non può sperare di sollevarli se non per il lasso di tempo di un salto.
Poggiando mani o piedi su una qualsiasi superficie riuscirà a farvi presa, non importa quanto possa essere ripida o liscia, riuscirà sempre e comunque ad avere un adesione tale da permettergli di scalarla e perfino rimanervi attaccato a testa in giù, cosa che tuttavia potrebbe non funzionare nel caso queste siano rese scivolose da tecniche altrui.


Abilità Attive:


Note:Breve riassunto delle capacità usate durante la ruolata: il salto come l'ammortizzazione della caduta è effettuata grazie alle 2 cs in forza (se pensate che sia comunque esagerato ricordate che cs sta per Capacità Straordinarie :v: ), la durezza descritta non è altro che l'armatura naturale che ricopre per intero il suo corpo mentre il motivo per cui si frantuma il terreno sotto i suoi piedi non credo serva spiegarlo dato il suo peso di 230kg.
L'aura di cui parlo è la passiva di timore, mentre tutte le considerazioni su chi si trova vicino a lui sono date dalla combinazione del suo super olfatto (altra passiva apposita) e la grande conoscenza di fauna, selva e razze presenti in tutta Asgradel, come descritto in scheda.
P.s. Nonostante le parole da me usate l'intimidazione resta comunque una passiva e a livello pratico è impossibile che vi sconvolga (a meno che il vostro pg non sia particolarmente sensibile o abbia qualche sorta di malus, non saprei.)

 
Top
view post Posted on 10/1/2015, 18:20
Avatar

Cavalier Fata
········

Group:
Member
Posts:
7,598
Location:
Valinor

Status:



Passatempi Inopportuni - Basiledra.
Credo in un unico regno,
in un solo Re,
un solo Dio.

« Merde! »

Saltai indietro, proteggendomi il viso con le mani da alcuni ciottoli volati via per la caduta. Il nerboruto aveva ben pensato di ignorare l'aiuto offertogli da un bizzarro passante con un cappello a punta, scegliendo di gettarsi direttamente sul manto stradale. Piovendo da sopra i tetti, ovviamente. Il risultato era stata una pioggia di pietrisco e polvere terrosa, assieme ad un rumore inquietante di pietra frantumata, ma nonostante questo il gigante sembrava non aver accusato il minimo danno o fatica. Anzi, prese a scrutare il piccolo gruppo che si era riunito con occhio critico, quasi potesse leggere nei nostri volti qualcosa.
Affermò, con noncuranza peraltro, di sentire la presenza di un demone e di un non morto nei paraggi, cosa che mi obbligò a girare su me stessa nella beata speranza di vedere uno zombie, un vampiro o qualcosa di simile sbucare in mezzo alla folla. Per fortuna non accadde nulla del genere.
Patrick, preso dal panico, si era dato alla fuga tornando velocemente verso il rifugio sicuro e lasciandomi lì, da sola, a vedermela con quel pasticcio.

« Scusi... » mi rivolsi al ragazzo col cappello. « ...lei vede non morti o draghi qui? »

Dovevo avere l'aspetto di una ragazzina a cui hanno appena rubato l'orsetto di pezza, o almeno così credevo, giacché tra gli occhi azzurri sgranati e lo sguardo che guizzava ritmicamente dalla porta dove era sparito quel furioso ed i presenti, potevo facilmente essere scambiata per una creatura innocente e spaventata dal mondo. La verità, però, era che in cuor mio sapevo di aver ben poca esperienza con qualsiasi cosa non fossero uomini e politica. Potevo cavarmela bene contro un essere umano, seppur di dimensioni ragguardevoli, come in quel caso, ma draghi e demoni erano qualcosa che esulava dalla mia attuale comprensione. Meno che meno i non morti. Quando mai era capitato ad una nobildonna, seppur decaduta, di doversela vedere faccia a faccia con qualche suo antenato riportato in vita dalla magia nera? Era semplicemente assurdo, non potevo nemmeno crederci, ma se fosse stato vero ero consapevole che il mio dovere come donna di fede mi avrebbe imposto l'eliminazione dell'aberrazione. Nulla di personale, dopo tutto, ma non avrei mai lasciato che una cosa decomposta si nutrisse del già esanime popolo di Basiledra.

Temevo che sarebbe successo qualcosa di spiacevole e, vista la presenza di tanta gente, non mi trattenni dal chiedere un piccolo supporto.
« Ho bisogno di una mano per fermare quell'uomo, non vorrete mica lasciare una donzella da sola! »
Speravo, ovviamente.

Sapevo che la scelta giusta era rimanere calmi e non tirare fuori la spada: pur in presenza di una minaccia seria avrei fatto meglio a restare di basso profilo, ero pur sempre una ricercata in mezzo alla città del nemico. Mi avvicinai alla porta, seguendo velocemente quel segugio umano, ignara di come avrei fatto a trovare un demone in mezzo ad una strada. Da sola.

« Scusi, come si chiama? » cercai di attirare la sua attenzione toccandogli un braccio. « Io non vedo non morti o demoni qui, lei è sicuro di quello che sta dicendo? »

C'era anche la concreta possibilità che si fosse inventato tutto di sana pianta, che avesse bevuto abbastanza da sciogliersi il cervello oppure abusato di tanto oppio quanto quei duecento chili di uomo potessero sostenere. Non potevo permettergli di strappare via la testa a qualcuno sotto gli influssi di qualche oppiaceo usato male.
Cercai di trattenerlo, seppur il risultato sarebbe stato ininfluente, sospettavo, vista la sua mole.

« Aspetti, aspetti per l'amor di Dio. Sono una paladina, posso darvi una mano a scoprire se c'è davvero un non morto, ma deve agire con raziocinio! Non possiamo attaccare qualcuno senza motivo nel mezzo della strada, mi ascolti! »

Effettivamente non avevo alcuna idea di come smascherare un possibile non morto, ma sicuramente sapevo di dover impedire al mio nuovo, grottesco, amico di fare un massacro dentro quel locale. Temevo persino per la mia incolumità, sembrava avere lo sguardo iniettato di sangue e trasudava rabbia da ogni poro, come se la sola idea che vi fosse un demone lo avesse mandato su tutte le furie, facendogli perdere ogni inibizione psichica. Non avevo mai visto nulla del genere e, anzi, mi sembrava piuttosto plausibile che di li a poco avrebbe preso a calci e pugni qualsiasi cosa si muovesse, amica o nemica. Speravo tanto di sbagliarmi e, allo stesso tempo, pregavo che qualcuno da fuori avesse accolto il mio invito ad entrare per darmi una mano.

Forse un pugno l'avrei anche potuto reggere. Forse.
Ma al secondo sarei già stata troppo morta per reagire.


Io avrei tre CS alla robustezza fisica, ma vista la circostanza puoi bellamente ignorarli e contare la capacità di resistenza di Azzurra come quella di una normalissima ragazza. Mi sembra la cosa più onesta e logica in questo contesto. :sisi:
 
Top
view post Posted on 12/1/2015, 18:58

L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un'arancia meccanica.
········

Group:
Member
Posts:
8,091

Status:


Renaud

solomonkane_0


Cosa successe in seguito, Renaud non se lo seppe spiegare per lungo tempo.
Si era appena accomodato in un angolo della taverna, dopo aver appoggiato alla sua sinistra la spada e l'arco, quando la sottile porta era stata quasi scardinata da un colosso di altezza ben oltre ai due metri e con un massa di muscoli che fece sgranare gli occhi al giovane viaggiatore.
I pochi presenti all'interno della locanda cominciarono quasi tutti ad urlare disperatamente e si alzarono dai loro sgabelli, incuranti del pasto e del conto da saldare.
I due giovani amanti che Renaud aveva adocchiato in precedenza sembrarono valutare l'idea di correre verso la porta a gambe levate ma, poiché il gigantesco scimmione non sembrava intenzionato a muoversi, i due abbandonarono la folle idea.
L'oste gracchiò con la sua gola stanca e catarrosa una qualche protesta, sventolando nel pugno chiuso sporco di grasso e sudiciume un forchettone per arrosti.

"Eh no! Ma è mai possibile che non si riesca a condurre un'attività lavorativa in tutta tranquillità?"

Sin sorrise debolmente.
La presenza del gigantesco gorilla lo incuriosiva e lo elettrizzava tanto da fargli dimenticare i morsi della fame.
Ovviamente continuava ad averne una certa paura, ma nel gigantesco e nerboruto essere c'era qualcosa che lo incuriosiva.

"Lo so che sei qui dentro, revenant, e so anche chi sei, quindi che ne dici di venir fuori senza farmi perdere altro tempo?"

Questa fu costretto ad appellarsi al suo autocontrollo per evitare di ridere.

Un Non-Morto dice? E io che pensavo che la puzza di questo posto fosse da imputare allo stufato di cervo.

Con un leggero sbuffo, ed una fitta di dolore al pensiero della tanto agognata zuppa di patate, il ramingo decise di alzarsi in piedi, lasciando cadere alle sue spalle il mantello verde scuro che aveva tenuto indosso fino a quel momento.
Era quasi sicuro che il gorilla non lo avrebbe notato, a seguito della confusione all'interno dell'osteria, per cui si concesse un istante per studiare al meglio la situazione.
Il mostro, che distava ad occhio e croce un paio di metri, era infinitamente più grosso di lui, per cui un attacco a viso aperto sarebbe potuto risultare molto più dannoso che utile. Inoltre, se doveva dar credito alla frase che aveva sentito fuoriuscire qualche minuto prima dalla bocca della giovane ragazza terrorizzata, il suo possibile avversario era dotato anche di un'agilità fuori dal comune, poiché era in grado di viaggiare sui tetti della città come se stesse saltellando da uno scoglio all'altro.

Dovrei affrontarlo con il mio arco, cercando di mantenerlo in uno spazio ristretto. Se guadagna abbastanza libertà di movimento, potrebbe mettermi fuorigioco nel giro di qualche secondo...

La mano mancina andò ad afferrare il suo arco di ferro e legno, mentre la mano destra afferrò una freccia con movimenti lenti ed armonici.
Poiché non aveva intenzione di attaccare per primo, cullandosi nell'eventualità che l'imprevedibile gorilla se ne andasse improvvisamente così come era entrato e gli consentisse di mangiare, decise di non mettere subito in allarme l'avversario.

Lo attaccherò solo se sarò costretto.

Renaud chiuse gli occhi e si concentrò sul suo battito cardiaco.
La ferita inflittagli dai banditi sembrò pulsare più forte del solito e questo spinse il ramingo ad aumentare gli sforzi per annullare il mondo esterno.
Così facendo, avrebbe potuto concentrare la sua energia nel primo colpo, sperando di riuscire a scalfire la coriacea cute del probabile avversario.
 
Top
Humean
view post Posted on 13/1/2015, 19:17





CITAZIONE
"Io mi occupo del non morto qui dentro, voi pensate al mezzo demone rimasto fuori."


E io che pensavo di godermi placidamente un curioso quadretto! Quelle parole mi investirono come una cascata d'acqua gelida. Chi diavolo era quel bestione per permettersi un simile atteggiamento? Era a me che si riferiva? Ma soprattutto: per quale masochistica ragione non avevo seguito la più elementare regola della vita di strada: farsi sempre e comunque gli affari propri? La mia prima, istintiva reazione fu quella di girare i tacchi e sparire. Ma subito ripresi il controllo di me stesso: una fuga ingiustificata avrebbe di certo dato nell'occhio, e mi avrebbe sicuramente attirato addosso più problemi di quanti ne volessi scampare. E, in fondo, per quale motivo sarei dovuto fuggire? Non avevo commesso assolutamente niente di male, e nessuno aveva il diritto di punirmi. Il mio sangue torbido, la mia povertà e la mia sfortuna mi avevano fin troppo abituato alla fuga. Ma per una volta volevo affrontare il mondo a testa alta, forte della mia Fede incrollabile e della mia rinnovata innocenza. Improvvisamente provai il desiderio di entrare in scena. Mi avvicinai a grandi passi al piccolo assembramento, proprio nel momento in cui il gigante importuno spariva all'interno dell'osteria con piglio battagliero. Lo sentii mio malgrado sbraitare frasi sconnesse alla platea di avventori del malfamato locale, mentre a mia volta mi rivolgevo all'uomo dal cappello a punta. Era l'ultimo arrivato, e mi sembrava un tipo ragionevole.

Scusate, voi... quel... “signore” non è un vostro amico, vero? Non vorrei risultare invadente, ma credo che abbia bisogno di rilassarsi. Lorch e i suoi seminano già più violenza di quanta questa città ne possa sopportare, senza che ci sia bisogno di scomodare “scalmanati” della risma di quel bestione. Del resto, di questo passo, finirà per attirare i soldati.

Quello che proprio non riuscivo a sopportare nell'energumeno, e nelle persone in generale, era la totale arbitrarietà. Sembrava letteralmente nato per spargere caos a destra e a sinistra, senza curarsi di stabilire amici e nemici, o di fare un minimo di chiarezza in quella sua testa vuota. Da parte mia invece ho sempre cercato di valutare, di soppesare, e poi di agire secondo ragione, perseguendo un fine preciso e determinato. La gratuità della violenza non mi è mai appartenuta.

Ora soprattutto, che avevo accolto in me l'infinito amore del Sovrano, la Sua ragione era la mia ragione. Il Suo ordine era il mio ordine. Ed in mezzo alle infinite e terribili minacce a quest'ordine, c'era quella insignificante di un pazzo ubriacone da quattrocento libbre, che si divertiva a importunare quel popolo che aveva già subìto innumerevoli ingiurie dal destino. Lo avrei ridotto alla calma. In un modo o nell'altro. Tesi la mano al mio sconosciuto compagno di sventura, sperando di trovare in lui un valente alleato.

Il mio nome è Viktor Stavrògin, e vorrei tanto poter mangiare in pace. Che ne dite, mi aiutereste a ricondurlo alla ragione?

Forse stavo sbagliando. Sicuramente stavo sbagliando. Era contro ogni buon senso sfidare la sorte in quel modo, in una condizione precaria quale era la mia. Rischiavo di finire la mia giovane vita in una banalissima rissa da quattro soldi, e tutto perché in fondo un tipo non mi andava a genio. Eppure, già intuivo che non sarei riuscito ad ignorarlo... la porta della bettola era lì, a un passo, spalancata, e quel buco ora sembrava più accogliente di quanto non fosse mai stato.

 
Top
Endymyon
view post Posted on 15/1/2015, 17:34




Passatempi inopportuni

Con gli occhi puntati sull'energumeno, vedendolo piegarsi in avanti verso di loro Arthur divaricò piano le gambe alzando di poco le mani. I suoi muscoli erano pronti a scattare per aiutare l'uomo, ma osservandone la spinta decise di rimanere fermo. Come una palla da cannone, appena il bestione arrivò a toccare il terreno egli ruppe i cocci della strada, frantumandoli e facendo saltare schegge e cocci in tutte le direzioni.
Le notevoli proporzioni immobilizzarono Richard sul posto, capace solo di voltarsi con il busto e la testa verso il capellone blu. Nonostante lui stesso fosse assai robusto e scolpito nel fisico e con un'altezza sopra la media, il fatto di arrivare a malapena alla spalla dell'ammasso di muscoli gli sembrava inconcepibile. Nessun uomo normale era tanto alto, sicuramente oltre i due metri di altezza, e così muscoloso. Aveva già combattuto contro persone grosse, ma non lo avevano mai intimorito come quel uomo. Che fosse la combinazione di muscoli ed altezza a metterlo in soggezione? Oppure che ogni suo avversario precedente che fosse stato grosso era più propenso ad avere molta trippa addosso?
L'Iperione incominciò a sentire il petto sempre più oppresso, come se un peso vi si fosse posato sopra, e che man mano stesse aumentando. Incominciò a sentire il sangue pulsare quando il gigante in miniatura ordinò ai presenti di occuparsi del mezzodemone, che a giudicare dalle parole della giovane donna era l'ultimo individuo rimasto fuori dal locale oltre a lui. Dentro a quel locale c'era un non morto, ed Arthur sapeva bene chi.
“Mi chiamo Arthur” disse voltando le spalle Viktor mentre alcune fiamme nere lambivano la sua carne. Fuori dalla soglia della taverna, dentro all'armatura nera, rivolse uno sguardo al mezzodemone, mostrando un mezzo sorriso:”Purtroppo non te lo posso garantire”



“L'unica cosa che puzza oltre a questo posto sei tu, piccolo troll delle paludi” disse Rose alzandosi dalla sedia, mentre Richard si faceva largo oltre l'energumeno e la giovane appena entrati. Un breve sguardo verso il compagno, poi la donna scrutò al massimo delle sue capacità i presenti in quella stanza. Gli occhi indagatori andarono a soffermarsi sul drago, cercando di capire cosa gli fosse saltato in mente nel mettere l'armatura. “Hai un problema, generale...” disse il guerriero avvicinandosi a Rebecca. “...sembra che i tuoi soldati si siano ammutinati” Richard alzò la mano destra, distendendo il braccio verso l'uomo dai capelli blu. Mimò un soffio, e una fiamma rossa percorse un'invisibile linea, lasciando dietro di sé l'ascia da battaglia lucida. “Ed ora ti direi di calmare i bollenti spirito o i vecchi rancori. O qualcun altro dovrà spegnerli per te.” Abbassò l'arma, e fissò la giovane donna “ E tu donzella, smettila di farti più nemici di quanti tu non abbia già. Un paladino punisce chi ha commesso torti, non un potenziale criminale: altrimenti dovresti punire anche il qui presente bestione.” disse spostando lo sguardo allo strano individuo troppo alto.


CITAZIONE
Abilità utilizzate:
Qualche volta materialista e diffidente, Richard è incuriosito dall'aspetto estetico di armi ed armature. Reputa che ogni umano deve possedere un proprio equipaggiamento particolare, ma spesso lui esagera. Se le situazioni sono tante e diverse, il drago ha incominciato a collezionare vari tipi di armi ed armature per essere sempre pronto. Purtroppo però, portarle tutte appresso è difficile, e poi anche avesse un mulo, lo scontro può essere improvviso e non ammettere tempo per una ricerca dell'ascia o della spada. Perciò, creata una dimensione alternativa, Richard è in grado di portare con sé tutto il suo equipaggiamento. Semplicemente volendolo, un portale si aprirà e gli farà prendere l'arma desiderata. Non solo, se per caso si trova ad indossare un'armatura o impugnare un'arma inefficace, può cambiarla con un'altra a tempo zero. [Personale 2/10; Nulla di evocazione e/o sostituzione di armi o oggetti]

Nulla di teletrasporto, prima per armatura e poi per arma.
Richard non risponde alla ragazza e non stringe la mano di Viktor perché è preoccupato per la sua compagna. Ho interpretato la passiva di Seregon come intimorimento.
Semmai serva mettere lo specchietto per un combattimento lo faccio al prossimo post :8):


 
Top
view post Posted on 18/1/2015, 20:19


Praise the Sun


········

Group:
Member
Posts:
11,177

Status:



png
Seregon
A dispetto di tutta quella tensione sorrise ugualmente per un attimo, veder quella ragazzina così spaesata e preoccupata... .

"Hm!"

Non poteva farci nulla, restar impassibile difronte a così tanta innocenza ed ingenuità, forse un tempo, ma ora non più.

"Hai detto di chiamarti Azzurra, giusto?"

Disse piegandosi sulle gambe affinché raggiungesse la sua stessa altezza, mosse un braccio verso di lei.

"Non devi preoccuparti piccola."

Con la mano le raggiunse il capo per accarezzarlo mentre percepiva chiaramente l'acro odore dell'adrenalina.

"Con il tempo sono certo che anche tu riuscirai a percepirli, magari non come faccio io ma sei pur sempre una paladina, no? "

“L'unica cosa che puzza oltre a questo posto sei tu, piccolo troll delle paludi.”

“Ed ora ti direi di calmare i bollenti spirito o i vecchi rancori. O qualcun altro dovrà spegnerli per te.”

"Vedi?"

Continuò a dire, mentre tornando interamente eretto per la sua altezza e rivolgendosi adesso verso gli altri due continuò dicendo.

"Una è semplicemente una donna tornata in vita perché così bisbetica che non la volevano nemmeno all'inferno, e l'altro la falsa copia di un drago convito che le armi servano a qualcosa."

Nel mentre avanzava un paio di passi in direzione dei suoi due nuovi interlocutori passò la mano su uno dei tavoli afferrando il coltello apparentemente più affilato.

"Lascia che ti insegni le basi, bamboccio."

Era rimasto con un'espressione tranquilla sebbene non stesse più parlando con Azzurra, ma chi poteva davvero dirlo se lo era realmente vista la sfuriata iniziale?
Puntò la lama contro il suo petto pressandola fino a che questa non si ridusse letteralmente ad una fisarmonica luccicante.

"Le armi sono qualcosa inventata dagli umani per uccidere altri umani."

Mosse un altro passo così da mettere in ulteriore risalto la loro differenza in altezza.

"Per quelli come me, e per i veri draghi, questi sono unicamente segni di debolezza."

Raggiunse le proprie labbra con il piccolo ammasso di metallo e se lo mise sotto i denti.

"Nonché piccoli spuntini da fare tra l'ennesimo pazzo che osa sfidarci e l'altro."

Mastico rumorosamente mandando il coltello giù per la gola e gli lanciò un'occhiata dall'alto verso il basso chiaramente intesa ad intimorirlo.

"Ah... ."

Si colpì leggermente il viso con il palmo inclinando il capo verso l'alto.

"Pensavo ci fosse una vera minaccia e invece... sono solo un paio di buffoni."

Tornò su i suoi passi fino a quasi l'entrata ma non uscì, anzi, si lasciò ricadere sulle panche in legno attaccate al muro che facevano a semicerchio attorno ad un tavolo.

"Dove sono finiti i vecchi necromanti che si portavano dietro eserciti di decine di migliaia di zombie? Ah... quelli si che erano bei tempi!"

Tastandosi il petto giunse infine ad un taschino da cui estrasse quello che all'apparenza era soltanto un rametto, non molto lungo e tozzo se lo passò sotto il naso.

"Fortunatamente questi non cambiano mai."

Ne afferrò un'estremità con le labbra mentre all'altra vi avvicinò le nocche che sfregando tra di loro generarono scintille a sufficienza per accenderlo.

"Ehi sguattero! Portami due barili della roba più forte che hai e metti tutto sul conto della tizia in armatura lì in piedi."

Lanciò i piedi sul tavolo inspirando profondamente ed espirò emettendo dalla bocca una densa nube di fumo biancastra.

"Forza, scattare!"

E diede due battiti di mani per sottolineare l'incitazione.


Seregon

kugipunch

[CS: 2 Forza.]


Narrato Parlato Pensato



Ferite Accumulate:
Nessuna.

Status Psicologico:
Nella norma.

Energia Residua:
100%

Armi:

-Pelle coriacea: Resistente e al tempo stesso leggerissima, la sua epidermide risulta essere di consistenza pari se non superiore al cuoio rinforzato.
In termini di combattimento, la difesa del giocatore sarà pari a quella di una persona che indossa una comune armatura.

-Nocche ferree: Se un normale pugno dato da qualcuno come lui fa male già di per se, che effetti potrebbe mai avere se la normale "morbida" consistenza organica venisse a mancare perché sostituita da una più metallica? Beh, si spera di non scoprirlo mai a proprie spese.
A livello pratico i colpi sferrati equivalgono agli stessi che si darebbero con un tirapugni metallico.

-Breath bazooka: Se necessario, al pari di un'arma da fuoco di grosso calibro, Seregon sarà in grado di espellere dalla propria bocca un singolo colpo d'aria pressurizzata di ragguardevole potenza.
All'interno di un combattimento è possibile usarlo una sola volta.


Abilità Passive:

L'incubo dentro di me
Ho provato così tante volte a fuggire da questo inferno tuttavia ne sono ancora rinchiuso dentro,
continuo a lottare ma, non posso andare avanti in questo modo... .
Ma alla fine che importa se nessuno può vedere il mio lato più oscuro?
La rabbia mi torce la mente rendendo la mia anima facile da rubare.
Nessuno potrà cambiare mai questa bestia che sono diventato.
La rabbia mi torce la mente rendendo la mia anima facile da rubare.
Vorrei davvero credere che questo non sia il vero me... ma non succederà
mai che svegliandomi di colpo scopra che era tutto un sogno,
c'è già un numero tatuato sulla mia testa.
Benvenuti nell'incubo nella mia testa
Muori (muori)
Muori ancora (muori)
Giù (giù)
Senti il fuoco (fuoco)
Senti l'odio (odio)
Sto resistendo così strenuamente ora e il mio ventre grida così forte mentre lui mi guarda annegare.
Osservo me stesso sanguinare mentre mi spinge e mi strattona, vuole sangue e ucciderà per esso.
Tutto questo mi sta uccidendo dentro.
Continuo a lottare ma, non posso andare avanti in questo modo... .
Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.

Cadi e Risorgi
Anche quando i colpi subiti si sono cumulati gli uni agli altri, persino con ossa spezzate e muscoli contusi, il corpo ancora in piedi per la battaglia.
In grado di camminare nonostante una gamba spezzata, di impugnare le armi quando le braccia appaiono inservibili, di muoversi con discreta disinvoltura col corpo leso e ammaccato.
Di non cadere a terra se non col cuore trafitto o la testa tagliata.
Quello visto prima come un dono si scopre poi come l'ennesima spada di Damocle pendente sul suo collo.
In termini di combattimento, il personaggio sarà in grado di proseguire nella battaglia anche dopo aver subito ingenti danni, perfino la mutilazione di un arto non sarebbe sufficiente a impedirgli di sferrare un altro attacco.
Quindi le ferite per quanto gravi, non gli impediranno di proseguire la battaglia al pieno delle proprie forze.

Omnifagia
Il personaggio potrà ingoiare e divorare qualunque cosa, nutrendosi di essa e non subendone comunque alcun danno. Ciò consentirà al personaggio di mangiare anche cibo marcio o avariato, senza venirne danneggiato o influenzato in qualunque modo. Allo stesso modo, il metabolismo particolare gli consentirà di non subire alcun danno da qualunque veleno non tecnica.

Avanguardia
La forza per definizione non necessita di spiegazione alcuna, ed è per questo stesso motivo che inspiegabile è il loro potere. In grado di sollevare i pesi più grandi col minimo sforzo, questa particolare categoria di guerrieri vanta una forza straordinaria, tanto dal poter impugnare armi altresì inutilizzabili per forma e dimensioni come alabarde o bastarde a due mani, finanche mazze ferrate o magli dal peso insostenibile come fossero leggerissimi stocchi.

La Forza Di Sopravvivere
Sul campo di battaglia, tutti sono forti. Non vi è nessuno che è più debole di un altro. Tutti hanno lo stesso allenamento, lo stesso equipaggiamento, lo stesso comandante, e allora cos'è che permette ad alcuni di restare in vita e ad altri di morire? La risposta è molto semplice: è tutto basato sulla propria forza. Ma non la forza fisica, ma la forza della propria volontà. La prima guerra non è vinta sul campo di battaglia, ma nella mente di ogni guerriero. Ognuno di loro deve imporre la propria volontà a calmare la propria mente. Coloro che cadono in battaglia hanno affrontato opponenti con una volontà più forte della loro. Non c'è nulla di cui sorprendersi, davvero. Se ogni persona avesse la stessa forza di volontà, allora vedrebbero anche che non vi è alcun motivo per combattere. Ma non è questo il punto. La volontà della gente è proprio come la gente stessa, diversa tra loro. L'unico motivo per cui io sono stato capace di sopravvivere in queste battaglie è perché ho avuto la volontà più forte. Tutti sono caduti prima di me e nessuno è stato capace di fermare la mia avanzata. La mia volontà mi ha concesso la forza di restare in vita, ma per quanto ancora? Solo finché la mia volontà sarà la più forte, ma in questa guerra tutto è possibile... .
In termini pratici il portatore di tale passiva avrà un'immunità al dolore psionico, ma non dai danni.

Percezione ferina
Il suo senso più sviluppato è senza dubbio l'olfatto, tanto da usarlo spesso perfino per raccogliere informazioni. Per esempio è stato capace di determinare di determinare che la femmina di un esemplare che stava cacciando era incinta dal debole odore di liquido amniotico. E' perfino capace di percepire i feromoni con il suo olfatto. In caso di totale oscurità riesce ad usare questo suo senso per combattere, anche se per ovvi motivi non è molto efficace. Questa sua capacità unità alla vasta conoscenza di flora, fauna e non solo rivela essere ben più di un semplice senso sviluppato oltre i normali limiti umani ed animali, ma una vera e propria arma.

Sussurro animale
Seregon riesce a comprendere appieno ogni forma di vita animale al punto da riuscire a stabilire con loro un forte legame empatico e comprendere cosa vogliono dirgli, questa tuttavia non è una forma di controllo della mente ed eventuali bestie pericolose non si tratterranno dall'attaccarlo se ne avranno voglia.
Tale forma di simbiosi non fisica nel caso sia molto forte tenderà a farlo agire più come un'animale che come un essere umano.

La Zanna della bestia
Il potere dell’artefatto è tanto grande da assoggettare chiunque si trovi nelle sue immediate vicinanze, intimando in loro un senso di impotenza nei suoi confronti. Ebbene si, gli avversari vedranno il possessore della Zanna come un nemico inarrivabile, si sentiranno inevitabilmente più deboli e saranno quindi spinti a riconoscere la sua superiorità.

Passo Verticale
Se vai con lo zoppo finirai per zoppicare, se vai con il vecchio il tuo passo si farà lento, ma sei vai con gli uccelli non vuol dire che riuscirai a volare! O sì?
Che Seregon non sia normale si era capito da tempo e di certo per quanto possa osservare i piccioni di passaggio non imparerà mai a volare da loro, tuttavia è comunque riuscito a sviluppare qualcosa di notevole da chi come lui i piedi da terra non può sperare di sollevarli se non per il lasso di tempo di un salto.
Poggiando mani o piedi su una qualsiasi superficie riuscirà a farvi presa, non importa quanto possa essere ripida o liscia, riuscirà sempre e comunque ad avere un adesione tale da permettergli di scalarla e perfino rimanervi attaccato a testa in giù, cosa che tuttavia potrebbe non funzionare nel caso queste siano rese scivolose da tecniche altrui.


Abilità Attive:


Note:Buffone :wow:

 
Top
view post Posted on 18/1/2015, 22:05
Avatar

Cavalier Fata
········

Group:
Member
Posts:
7,598
Location:
Valinor

Status:



Passatempi Inopportuni - Basiledra.
Credo in un unico regno,
in un solo Re,
un solo Dio.

« E suppongo che sfoderare le armi, cosa che io non ho fatto, la ponga su un piano socialmente più elevato, per parlare, mounsieur drago? »

Lasciai la presa sul bruto, che poi così bruto non era visto il modo piuttosto gentile con cui si era rivolto a me, dedicando la mia attenzione al mezzo drago.
« La prossima volta che sfoderate un'arma fatelo con cognizione di causa, non per minacciare a vuoto chi vi sta attorno: si da il caso che io abbia cercato di fermare quest'uomo dal compiere un massacro, devo dedurre che voi siate un drago privo d'udito? »
Inclinai la testa guardando alternativamente l'uomo e la ragazza, ora vicini, alla ricerca di una risposta pratica a quanto avevo appena visto. Nella mia ottica, che forse era sbagliata, per carità, estrarre un'arma per il puro gusto di minacciare qualcuno non era propriamente signorile e, da un drago, mi sarei aspettata qualcosa di meglio, sebbene non fossi ancora del tutto convinta di trovarmi al cospetto di un essere di tal potenza.
Lasciai che quella sottospecie di gigante ordinasse due barili di qualcosa che non avrei mai potuto pagare, rigorosamente in silenzio, perché temevo di contraddirlo in quel preciso istante: avevamo appena evitato di scatenare una guerra dentro la locanda, avrei trovato sicuramente il modo di ripagare, in qualche maniera, il locandiere. Del resto Patrick aveva dei soldi da parte, così come la Resistenza, male che fosse stato avrei chiesto un prestito a dama Ryellia.

« Quindi appurato che siete un cafone in termini di bon ton, sappiate che nessuno ha niente contro di voi, ma che agitare le armi in luogo pubblico potrebbe essere assai sgradito agli Insonni. O vi siete scordato dove siamo? »
Mi dilettai in un breve inchino, piuttosto impacciato a causa della corazza.
« Dovrei offrire svariate birre a quest'uomo e vorrei invitare anche voi al mio tavolo, dato che so essere amichevole, al contrario vostro. »
Mi sedetti vicino a Seregon, mentre fumava una specie di pipa artigianale, non prima di essersi gustato una matassa di metallo senza alcun motivo. Sicuramente non era umano, forse nemmeno naturale a dirla tutta, ma questo lo rendeva solo più interessante ai miei occhi. Guardandomi indietro notai che c'erano anche altri, giunti probabilmente in soccorso al mio appello, e con un gesto della mano li invitai a sedersi assieme a noi. Sicuramente ci sarebbe stato molto di cui parlare, seduti tutti assieme, e sarebbe stato possibile anche calmare gli astanti ed evitare che qualcuno con la lingua lunga si lasciasse sfuggire che stava per scoppiare una rissa. Gli Insonni non avrebbero certamente gradito un simile comportamento e Mathias mi avrebbe riconosciuta anche con un cappuccio in testa dopo quel che gli avevo vomitato contro.

« Forse è il caso di fare un nuovo giro di presentazioni, magari con calma, potendoci vedere in faccia. »
Guardai un poco tutti, giusto per evitare di dovermi rivolgere all'uno o all'altra con appellativi poco eleganti come "quello coi capelli blu", "drago cafone" e via discorrendo. Sospirai, lentamente, sistemandomi con una mano grosse ciocche di capelli ondulati sparsi per tutta la testa, a causa dello spavento preso poco prima.
« Inizio io, volete? Sono Azzurra. Adepta del Sovrano e... » effettivamente nessuno di loro sembrava in buoni rapporti con gli usurpatori, ma avevo vissuto a corte sin troppo tempo per lasciarmi incantare dalle apparenze. Avrei serbato la realtà per un momento successivo. « ...e credo che a Basiledra ci siano diversi problemi. »

Cercai di lanciare l'amo, come una brava pescatrice tra i rivoli di un torrente. Volevo sondare il terreno per capire se potevo fidarmi di quelle persone o, almeno, dell'uomo per cui mi ero arrischiata tanto. Non sembrava un alleato di poco valore e, se per questo, nemmeno il drago lo era pur con una certa dose di istintività, del tutto incompatibile con l'animo nobile e pacato che avevo sempre attribuito a quelle creature leggendarie.
Valeva sicuramente anche di indagare in tal senso.

« Credo sia il caso di tenere le armi nel fodero, in futuro. E lo dico per tutti quanti. E le armi sono anche i vostri pugni, assetato fumatore. »
« Iniziare risse da osteria è un passatempo decisamente inopportuno. »



Vi butto un amo a cui potete appigliarvi se volete per discutere di altro, cercando al tempo stesso di trovare un common ground dove poter dialogare. Ossia la Guardia Insonne. Chiunque voglia è libero di sedersi con me e Akuma e presentarsi, così riusciamo anche a fare conoscere i pg.
 
Top
view post Posted on 19/1/2015, 14:21

L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un'arancia meccanica.
········

Group:
Member
Posts:
8,091

Status:


Renaud

solomonkane_0


Beh, tutto qui?

Sin fu quasi deluso dall'abbassamento di tensione dopo l'ingresso del gorilla bianco, anche se in cuor suo non ne fu poi così dispiaciuto.
Era appena arrivato in città e la stanchezza cominciava a gravare sul corpo, difficilmente avrebbe potuto combattere al meglio delle sue possibilità.
Lasciando nuovamente l'arco e distendendo tutte le sue fibre muscolari, il giovane passò con gli occhi sugli altri uomini all'interno della taverna, che erano letteralmente scomparsi dal suo campo d'attenzione all'ingresso del gorilla bianco.
Mentre studiava gli ultimi clienti residui, il mostro diede un'inquietante prova delle sue doti di superuomo, colpendosi con un coltellaccio da cucina senza riportare alcun danno e, subito dopo, ingerendolo con disinvoltura e naturalezza.

E io che non riesco a digerire il latte di mucca al mattino.

Ridacchiando, il Viandante scrutò quello che era stato tacciato di essere un "mezzo-drago".
Se la mossa del gigante bianco lo aveva intimorito, non lo aveva dato a vedere nemmeno per un istante, mantenendo un'espressione indecifrabile.
Lo stomaco di Renaud si concesse di brontolare ancora una volta, e l'ex contadino rammentò di non aver ancora ricevuto la sua zuppa di patate.

Seh, figurati se adesso mi degnano di qualche considerazione.

L'attenzione del locandiere e del suo garzone, un ragazzotto pallido con molti capelli e gli occhi letteralmente invasi dal terrore, era tutta catalizzata nei confronti dello scimmione che, nel frattempo, aveva cavallerescamente deciso di bere a spese della giovane paladina che era seduta alle sue spalle.

A proposito della paladina...

Sin non l'aveva ancora notata per bene, distratto com'era stato dalla situazione critica di qualche minuto prima.
La ragazza aveva un viso molto delicato, di un colorito chiaro e piacevole. Sarebbe sembrata quasi grottesca e a disagio all'interno di quella gigantesca armatura che indossava, ma Renaud intuì che, chiunque fosse, doveva essere stata abituata a portare armi fin da piccola. Non come lui.
La ragazza, che disse di chiamarsi Azzurra, invitò i presenti al tavolo per fare conoscenza.
Il ramingo fu piacevolmente colpito dalla dolcezza dei suoi modi, tanto da maturare un'idea quantomeno interessante.

Rischio di essere ignorato persino dall'inserviente se resto qui.

Si alzò in piedi passandosi una mano fra i capelli e si diresse al tavolo che aveva di fronte.

"Se permette, signorina, mi unirei volentieri al suo tavolo. Non c'è niente di più triste che mangiare da solo in una città sconosciuta."

Disse sorridendo mentre si accomodava su una vecchia sedia di legno.

"Io sono Renaud, un forestiero che ha intenzione di stabilirsi nella Capitale.
Piacere di conoscervi."


Disse infine rivolto a tutti i presenti, sorridendo e aspettando la sua tanto agognata zuppa.
 
Top
Humean
view post Posted on 19/1/2015, 19:29





La piccola scortesia di Arthur, che si era infilato nel locale senza degnare me e la mia mano tesa delle attenzioni previste dall'etichetta, era facilmente perdonabile. Del resto la Paura stessa aveva insegnato agli avventori di quella città imbarbarita e malsicura l'odio e la diffidenza. Tutto sommato, poteva andarmi peggio. Lo seguii immediatamente, prospettandomi la battaglia imminente... ma la programmazione doveva essere cambiata, perché mi ritrovai invece ad assistere ad uno spettacolo da circo. Ogni descrizione da parte mia sarebbe del tutto inadeguata, e non renderebbe giustizia all'atmosfera surreale che si era creata: posso però spingermi a dire che indubbiamente il gorilla aveva una innata vocazione da fenomeno da baraccone. Mentre rimanevo, francamente interdetto, sulla soglia, la ragazza in armi si affannava a destra e a sinistra per raffreddare gli animi, sfoggiando una diplomazia ragionevole, ma allo stesso tempo energica, che evidentemente sortì la sua efficacia: la pace era ristabilita.
Cosa provavo in quel momento? In tutta onestà devo ammettere che un velo di delusione avvolse il mio cuore freddo... la parte più oscura di me anelava alla battaglia, non posso nasconderlo. Ma fu il tempo di un baleno: la mia solita tendenza a razionalizzare diede un deciso strattone al guinzaglio della belva, ed io mi ricordai che ero venuto lì per mangiare, in fondo. Percorsi il locale a grandi passi, per ordinare quella brodaglia a cui non ci si poteva affezionare.
-Arriva subito- mi rispondono.
-Vai pure a sederti coi tuoi compari, te la portiamo al tavolo-
Compari? Avevo poco da spartire con il gruppo che si stava raccogliendo vicino all'uscio; la maggior parte di loro anzi mi era indifferente. Il bestione, lo disprezzavo sinceramente. Lontano da tutto ciò che ero e nemico di tutto ciò a cui aspiravo: arrogante, rumoroso, impulsivo. La ragazza, invece, mi aveva indubbiamente colpito: perché ispirava un'autorevolezza che strideva con la sua giovinezza, il suo sesso e la sua figura esile, o forse perché sembrava avere pressappoco la mia età. Nonostante le più lampanti differenze, si percepisce spesso qualcosa di comune tra giovani coetanei, che si trovano ad affrontare sfide analoghe per ritagliarsi un posto nel mondo. A un suo cenno, mi avvicinai infine al desco dove le due creature così diverse si erano accomodate.

CITAZIONE
«Forse è il caso di fare un nuovo giro di presentazioni, magari con calma, potendoci vedere in faccia.»

Mi sedetti, avendo cura di scegliere la sedia più lontana dall'omone.

CITAZIONE
«Inizio io, volete? Sono Azzurra. Adepta del Sovrano e... credo che a Basiledra ci siano diversi problemi.»

Inarcai un sopracciglio: era un'abitudine insolita quella di proclamare la propria fede nel presentarsi; e da qualche tempo era anche un'abitudine pericolosa. Però il mio intuito mi aveva premiato: effettivamente io e Azzurra avevamo qualcosa in comune. La cosa più grande e nobile che si potesse immaginare: l'amore per l'unico Dio. Nel frattempo l'altro commensale, tal Renaud il Forestiero, aveva adempiuto ai convenevoli di rito. Toccava a me.

«Mi chiamo Viktor Stavrògin, e sono arrivato in città dal Nord, qualche settimana fa.»

Esitai improvvisamente. Forse era inopportuno scoprire le carte così presto... potevo prestare fede alle parole di Azzurra? E in ogni caso, che dire di tutti gli altri? Tuttavia, avevo l'impressione che la ragazza non avesse accarezzato quel tema per caso. Celata nei suoi occhi, mi sembrava di scorgere la via segreta che stavo cercando. Non potevo lasciar cadere il discorso.

«Per quanto riguarda i vostri problemi, madamigella» Le lanciai un'occhiata significativa, sfiorandomi la spalla destra nel punto in cui si celava l'estesa cicatrice che il soldato mi aveva lasciato.
«Ebbene, due di quei Senzadio mi hanno quasi staccato questo braccio, col darmi un caloroso benvenuto nella Capitale.»

Il dado era tratto. Presto avrebbe cominciato a rivelarsi la fine trama che il Sovrano aveva tessuto per me.


Edited by Humean - 19/1/2015, 20:37
 
Top
Endymyon
view post Posted on 19/1/2015, 22:32




Passatempi inopportuni

Richard rimase impassibile, sia quando l'energumeno incominciò a parlare a ruota libera, come se fosse sul palco di un teatro, volendo dimostrare platealmente le sue abilità, sia quando la piccola donna, sentitasi attribuire colpe non sue, si sfogò con la sua piccola lingua acida.
Rose invece passò dallo stupore a una blanda sonnolenza che culminò con un sonoro sbadiglio quando entrambi -la paladina e l'individuo nerboruto- presero posto a tavola.
Guardandosi reciprocamente, per poi annuire, l'Iperione e la sua compagna si sedettero accanto alla nuova compagnia che si stava formando.
“Io mi chiamo Arthur Richard Grey” disse il guerriero mentre tendeva la destra verso ognuno di qui curiosi individui, intento a salutarli. “Mi vorrete scusare se mi altero quando vedo persone dalla mole enorme con gli occhi bramosi di uno scontro disporre ordini contro non morti e demoni ” disse Richard guardando Azzurra ed indicando con il pollice l'individuo nerboruto alla sua destra. “Per quanto riguarda lei, mademoiselle, invece mi dispiaccio di aver capito che la ragione per attaccare qualcuno potesse essere anche solo l'effimera affermazione della natura di non morto, ma sapete, sono abituato anche a vedere anche questo tipo di cose, io. Paladini che vedono la negromanzia come sbagliata in tutti i modi, guerrieri che disdegnano la magia fino a ripudiarla e tante altre cose idiote.”
“Smettila” la voce di Rose alla sua sinistra lo ammonì dura. Il drago le diede un'occhiata velenosa che si placò contro il muro indifferente negli occhi dei lei.
“Sì...” in un attimo l'armatura si dissolse in fiamme nere senza calore. Un battito di ciglia e i vesti di Richard avevano preso il posto delle piastre scure. “Un drago potrà non avere bisogno di armi, ma io sono un uomo.” Lo sguardo del guerriero si diresse verso i capelli blu. “ Solo le armi e l'onore mi restano oramai. Anche io, come te, ho incontrato la Guardia Insonne.” disse tornando a guardare la guerriera, perdendosi nei ricordi. “E non voglio ridire sul fatto di portare un'armatura addosso giorno e notte, ma quella” indicò con la mano il petto di Azzurra “accoglie più attenzioni di una lingua saccente” una gomitata colpì il braccio di Richard, che rapido si voltò a guardare la sua compagna.
“Se hai qualcosa da ridire sul mio modo di parlare, almeno guardami”
Alzando la mano in alto verso il barista, Richard alzò la voce: "Allora? Queste birre? Portane un paio anche a me, e sbrigati oste!"


CITAZIONE
Tunf. Postato in fretta, spero vi piaccia lo stesso anche senza abbellimenti di sorta, mi andava di fare un lavoro veloce :V


 
Top
21 replies since 6/1/2015, 01:10   739 views
  Share