– E l'inferno è certo. ······· - Group:
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| « Tracce sull'acqua » ~ Ti ricordi della prima volta che ne hai sentito parlare? Ti ricordi del fuoco? Ardeva, quella notte. Le lingue di fuoco si specchiavano nei tuoi occhi azzurri, e stavi per coricarti al termine di una lunga giornata di viaggio. Dove stavi andando ancora non lo sapevi, l'avresti saputo solo dopo qualche tempo. Ti eri sistemato come meglio potevi a terra, con Teddy al tuo fianco. Avevi trovato riparo in una piccola radura nella foresta del Gwathlaiss, l'erba fresca era il tuo giaciglio. « Buonanotte, Teddy. » Hai detto all'orsetto, e il torpore velocemente ti ha assalito. Ti hanno sempre detto che il fuoco tiene lontane le bestie e i mostri, ma ciò non è del tutto vero. Ci sono creature che, semplicemente, non si possono tener lontane. E, ancora, alcune di queste ne sono fatalmente attratte. Ricordi il rumore che ti ha svegliato? Il rumore sordo di un corpo che cade, e quando hai riaperto gli occhi hai visto vicino a te il corpo di un'ombra, morta. Sopra di essa un uomo con un ampio mantello che lo ricopriva dalla testa ai piedi. Ancora nel dormiveglia avevi capito che ti aveva salvato da quel mostro. Lentamente ti eri messo seduto e avevi ravvivato la fiamma. L'uomo ti aveva chiesto come stavi, e cosa ci facevi tutto solo nel bosco. " Afrah ha ragione, c'è proprio bisogno delle Lanterne. " Aveva aggiunto tra sé e sé, come sovrappensiero. « Ora sto bene, grazie. » Ti eri sistemato meglio vicino al fuoco, e con un cenno del capo avevi invitato l'uomo a fare lo stesso. Ti aveva salvato la vita e gliene eri riconoscente. « Non sono solo, c'è Teddy con me- » avevi indicato l'orsetto di pezza, e poi hai continuato, con un leggero sorriso: « sono abituato a questa vita, non si proccupi, signor ... » E poi: « Le lanterne? » " Jace, Jace Beleren, Cartomante e Stregone, al vostro servizio. " Aveva fatto un inchino esagerato, sorridendo. Si era guardato attorno, attorno attento a scorgere altre ombre, e poi era ritornato con lo sguardo su di te. " Non ti preoccupare di quelle, sono un gruppo di pazzi che si sono messi in testa l'idea di rendere questo posto" aveva indicato con un dito tutto intorno a lui "un posto sicuro da ogni pericolo. Che tutti possano vivere in pace, e cose simili. Disgraziatamente anche io ci sono finito in mezzo " Nonostante il tono, non sembrava affatto dispiaciuto della cosa. Eri rimasto molto colpito da quelle parole, e per un attimo avevi fantasticato che loro ti avrebbero accolto e accettato. Sembrava esattamente il gruppo di pazzi che avevi sempre desiderato esistesse per quelle terre. " E tu piccolo, come ti chiami? Vuoi che ti porto da qualche parte al sicuro? " « Io... non ho un nome*. Tutti mi chiamano Bambino. » Avevi detto, leggermente a disagio. Non possedevi ancora il nome che ti aveva donato Alluka, e ogni volta che qualcuno te lo chiedeva ti sentivi quasi in colpa, inferiore. « La ringrazio molto, ma sono già in debito con Lei. Domani mattina mi rimetterò in viaggio, farò più attenzione. » E avevi sorriso, per rassicurarlo e rassicurarti che saresti stato al sicuro. E poi, ripensando alle lanterne, il tuo sorriso si era punto di una nota d'amarezza « Però, allora sarebbe bello se ci riusciste. Ve lo auguro sinceramente. » Ed era vero, glielo auguravi con tutto il cuore. Mentre Jace spariva alla ricerca di altre ombre ti eri giurato di tenere a mente quel nome, le lanterne. Ti sembrava una cosa importante. Quelle terre che ti avevano cacciato e impaurito avevano bisogno di pace e di ordine, ne eri convinto. Le lanterne... la loro esistenza era qualcosa di tremendamente vicino ad una speranza. Te lo ricordi, Bambino mio?
~
Non hai dimenticato. Come avresti potuto? Le parole di Jace sulle Lanterne si sono depositate in un angolo della tua mente e non ti hanno mai lasciato. E così hai chiesto a tutti, hai ascoltato tutte le voci che ti arrivavano all'orecchio, e alla fine sei arrivato a conoscenza di una loro riunione in un villaggio dell'Erydlyss. Ti sei messo in viaggio. Con te solo hai solo l'essenziale, del cibo sotto sale, vestiti pesanti e Teddy. « Sei sicuro che sia una buona idea? Sappiamo così poco, di loro. » Ti chiede, dubbioso. Ma sai che lo fa solo per il tuo bene. « Sì. Uno di loro ci ha salvati, e penso che possiamo fidarci. Non abbiamo nessun altro posto dove andare. » Dici, siete in viaggio da ormai molti giorni e la fatica si fa sentire. Il paesaggio è sempre più spoglio e roccioso, l'aria sempre più fredda e pungente. Hai scelto una strada poco battuta, come tuo solito. Mentre parli con Teddy tuttavia due figure ti superano a passo svelto: un cavaliere e una donna. Sei stupito di vederli in quella landa desolata, tuttavia ci dai poco peso. D'un tratto però entrambi rallentano, fino a fermarsi del tutto. L'uomo si volta e si avvicina a te, inginocchiandosi per poterti parlare faccia a faccia. « Ehy piccolo, che ci fai per questa strada tutto da solo? E' pericoloso per un bambino come te essere in un posto del genere senza nessuno. » Ti chiede, e non ti stupisca che si preoccupi per te, ormai ne sei quasi abituato. Ormai sai cavartela, ma sei comunque un Bambino: agli occhi degli altri sarai sempre innocuo. « Oh ma io non sono solo! Ho Teddy con me. » E sventoli davanti alla faccia dell'uomo l'orsetto di pezza, hai un compagno saggio e vuoi che lo sappia. Inoltre se non lo dicessi Teddy si offenderebbe a morte: è terribilmente permaloso. « E poi, tutti i posti sono pericolosi per me su questa terra; uno vale l'altro. Mi chiamo Io - » allunghi la piccola mano verso l'uomo, seguendo le buone maniere, per presentarti « e sto andando nell'Erydlyss. Voi? » « Piacere di conoscerti Io. Il mio nome è Richard. » Ti dice, stringendoti la mano con vigore. « Anche noi stiamo andando verso l'Erydlyss; a Penteref. Che ne dici se ci facciamo un pezzo di strada assieme? » Si alza in piedi, e volgendo i primi passi verso la compagna ti introduce a lei: « Lei è Rebecca, ed entrambi siamo partiti da Lithien: tu da dove sei partito per l'Erydlyss? » « Piacere, Rebecca. » Dici, con un piccolo inchino di circostanza, le buone maniere prima di tutto. « Arrivo dalle foreste del Gwathlaiss. » « Che coincidenza! Anche io sto andando lì, voi per quale motivo lo fate? Pare che viaggeremo assieme fino alla fine, quindi. » Sei sorpreso dal caso, da quanto ne sai quelle montagne hanno ben poca attrattiva per gli uomini, e che voi tre siate in viaggio nello stesso momento è una cosa ben strana. La donna ti guarda e fa un lieve cenno della testa, voltandosi verso la destinazione. « In verità » dice Richard « stiamo andando ad incontrare dei nuovi amici che ci aspettano lì. Tu invece? Hai qualcuno che ti attende? Ti chiede. Poi il suo volto sembra illuminarsi. « Sto andando a conoscere delle persone. Non so ancora se saranno miei amici, però lo spero vivamente. » Gli rispondi, sovrappensiero. Non ti attendono, no, ma speri che sarai comunque il benvenuto. Desideri una casa, una famiglia, e hai bisogno del contatto e del calore umano. Hai bisogno di parlare con qualcuno e di ascoltare storie. « Ehy, bambino, ti piacciono i maghi quando fanno i loro trucchetti?» Ti chiede, e fiamme di vivaci colori risucchiano la sua armatura, e quando scompaiono l'uomo indossa un mantello. Osservi la magia del guerriero e sul tuo volto appare un ampio sorriso. « Che bei colori! » Esclami, estasiato, chiedendoti se non sia la compagnia di un mago e della sua assistente. « Ah, lo supponevo ti sarebbe piaciuto questo trucchetto. » Ti dice Richard, soddisfatto. « Ma visto che il viaggio è lungo, voglio chiederti una cosa: non hai mai sognato di poter salire in groppa ad un falco gigante o ad un drago e poter volare? Guardare dall'alto le foreste e le montagne, toccando le nuvole? » Per un attimo resti in silenzio, sognante, a fantasticare sulle sue parole. Ti chiedi se non sia che il preludio a un'altra magia, il secondo numero nella scaletta del suo spettacolo. Incuriosito lo guardi bene in volto, e chiedi: « Chi non ha mai sognato di volare, ma come? » La risposta non era quella che ti saresti immaginato. Non compie un incantesimo su di te, ma è il suo corpo a mutare. E prima che tu possa capirlo, davanti non hai più un guerriero, ma un grande drago. La tua bocca non può fare a meno di spalancarsi, ma poi cerchi di ricomporti, ripetendoti che non è la cosa più strana che tu abbia mai visto. Rose, senza esitazioni, sale sul drago, e ti tende una mano, invitandoti a fare lo stesso. « Bambino...? » Dice Teddy, titubante, quando alla fine accetti la mano della donna. Lo senti urlare e tremare quando vi alzate in volo. « Io soffro di vertiginiii~! »
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È Jace ad accoglierti. Appena ti vede si avvicina e ti saluta, chiedendoti come stai. « Sto bene, grazie. E ho imparato che tenere acceso il fuoco, la notte, può essere pericoloso.» Gli rispondi, con una leggera punta di auto-ironia, evocando il vostro primo incantesimo. Sei debito con lui, e non te lo sei dimenticato. Poi ti conduce da Afrah, per presentartela. La donna, che sembra straniera - il suo volto è completamente diverso dal tuo, pallido come la neve di quelle montagne - è stupita nel vederti. Si inginocchia fino ad arrivare alla tua altezza. "Cosa ti porta qui da noi, machluk?" La voce è dolce e modulata, di un accento che sembra straniero. Gli occhi rossi e apprensivi sono fissi sui tuoi. Non distogli lo sguardo. "Qui intorno è pericoloso, non hai una casa in cui tornare?" Ti chiede. « Sì, ho una casa a cui tornare, prima o poi. Ma non oggi. » Scuoti lentamente la testa, i tuoi occhi azzurri sono velati di malinconia. E' la stessa casa che hai dovuto abbandonare, fuggendo, ormai molti anni fa, e la sogni ogni notte. Ritornare... già. Ma non oggi. « E qui intorno è molto meno pericoloso della strada che dovrò percorrere, un giorno. Ma siccome è qui che per ora vivo, vorrei che fosse un posto migliore, per tutti. » Sei sincero. L'Edhel è la tua casa al momento, e vuoi che sia accogliente e ospitale, senza paura per nessuno. Allunghi la piccola mano ad Afrah, ti senti solo vagamente in soggezione al cospetto dei grandi. « Mi chiamo Io, e non si preoccupi per me, so badare a me stesso... più o meno. » "V-va... va bene." E' titubante, e non gliene fai una colpa. Ma davvero stai crescendo e vuoi diventare più forte e coraggioso, anche se sai di avere ancora molta strada da fare. Di certo, non vuoi essere un peso per nessuno. Ti prende per mano e ti conduce vicino al fuoco e agli altri, coprendoti le spalle con alcune pellicce. I suoi gesti sono lenti e molto naturali. La ringrazi con un leggero cenno del capo. "Il mio nome è Afrah e loro..." Indicando gli altri attorno al fuoco. "Loro sono i nostri compagni." Il suo viso sembra distendersi in un lieve sorriso.
Ti sistemi meglio che puoi davanti al fuoco, solo parte del tuo viso rimane scoperta: tutto il resto è avvolto in un pesante cappotto e dalle pellicce che Afrah ti ha donato. Nonostante tu abbia vissuto sempre a contatto con il freddo adori il calore del fuoco, e come tutti i bambini sei incantato dal crepitio delle fiamme. Rimani in silenzio per qualche tempo, lasciando solo che il tuo corpo si scaldi. « Buonasera a tutti. » Alla fine rivolgi un sorriso sghembo a tutti, genuinamente felice di trovarti davanti a un fuoco. Guardi in faccia tutti i presenti, per imparare a conoscerli. « Cosa facciamo? » Non vuoi essere l'ultimo arrivato e tempestarli di domande, quindi ne poni una domanda volutamente vaga, che può riferirsi all'attività delle lanterne oppure a quella del gruppo in questione, desideri sapere perché siete riuniti proprio in quel posto. A risponderti è un vecchio che sente gli altri chiamare "Scura quercia". Prende una ciotola, la riempie di zuppa e sedendosi vicino a te te la porge con gentilezza. La accetti e ringrazi con un cenno del capo. La mangi con gusto, assaporando la gioia di mettere qualcosa di caldo sotto i denti dopo un lungo viaggio. "Beh, per ora c'è da aspettare, giovanotto." Ha l'aria affabile e lo sguardo di chi ne ha passate tante. "Ci sono creature troppo prepotenti in questa terra. Gruppi di individui che cercano di estendere il loro potere sugli altri. Ed il nostro compito è quello di evitare che ciò accada." Annuisci in silenzio mentre consumi il tuo pasto, sei nel posto giusto. Tuttavia, il fatto che siano gruppi ti spaventa un po'. "Vicino a quel villaggio..." Indica Penteref, poco più avanti. "Sono stati visti alcuni esseri che hanno fatto del male a molte persone di questa zona. Dobbiamo cercare di fermarli, ma per ora non si sono ancora fatti vedere." « Io... non capirò mai quelle creature. » Scuoti leggermente la testa, laconico. Aspettare ti sta bene, ma prima o poi sai che dovrai fare i conti con quei mostri, e dimostrare a tutti loro che non sei un peso, che non sei un semplice bambino sperduto. Tu sei un bambino sperduto parecchio speciale.
I tuoi pensieri vengono interrotti dall'arrivo di un nano coperto quasi interamente dalla legna da ardere che trasporta. Dopo averla poggiata ti guarda, e non sembra per niente felice di vederti all'accampamento. "Beh, se ci siamo fatti uno scudiero, tanto vale darmi una mano con la legna. Tu porta i ceppi più piccoli!"" Per un po' resti in silenzio, pensieroso, come se non avessi neanche udito le sue parole. Finisci la tua zuppa lentamente. « Non sono il vostro scudiero. » Finalmente guardi il nano, nei tuoi occhi c'è solo determinazione. Vuoi che sia molto chiaro che vuoi essere d'aiuto, e che ti impegnerai al massimo per perseguire lo scopo delle lanterne. Appoggi la ciotola vuota a terra, facendo un cenno al vecchio: « Grazie per la zuppa. » « Allora, questa legna? » Ti alzi e ti avvicini al nano, e insieme vi dirigete a raccogliere altra legna: la notte si preannuncia lunga e fredda. « Che tipo di mostri affrontate voi lanterne? » Gli chiedi mentre ti carichi piccoli legni sulle braccia. E' il meno disposto nei tuoi confronti, quindi sai che ti dirà la verità senza avere pietà di te. Sai che non gli importerà se ti farà paura. "Mostri? Quello che capita." Accenna uno sguardo distratto alla tua volta, quindi torna a raccogliere ceppi. "Spiriti, fanfaluche, figli del Bathos...anche marmocchi indemoniati!" Torna a fissarti, ma non c'è vera malizia o comprensione nel suo sguardo: sembra più che stia raccontando quello che gli viene in mente col suo tono piatto, ruvido. Narrando cose che ha visto. « Capisco. » Marmocchi indemoniati... non puoi fare a meno a pensare alla povera Alluka, che deve condividere il suo corpo con un demone. Il tuo volto si spegne e si rabbuia. Quando hai incontrato Alluka, davanti ad una scelta, hai deciso di non uccidere nessuno: né lei, né il suo demone, Nannika. Non potevi farlo, ti aveva donato un nome, Io, e per qualche motivo le volevi bene. Non l'hai uccisa. Non se lo meritava, nessuno ha colpe per i mostri che gli invadono il cuore. E i mostri... i mostri non hanno colpe per essere nati così. Speri di non venire posto davanti a un'altra scelta del genere in futuro. Ma, sempre e comunque, cercherai un'altra via. Finisci distrattamente di raccogliere legna, poi ritorni al campo.
Incredibilmente silenzioso ascolti le storie e le parole altrui, mentre le fiamme danzano nei tuoi occhi: sei come ipnotizzato. Un bambino, incredibilmente simile a te per corporatura ed età, arriva trafelato a chiedere aiuto da Penteref. Sembra sconvolto. E l'attesa è finita.
Energia ~ verde. CS ~ 1xagilità, 2xintelligenza. Condizioni ~ normali. Energie ~ 100% - - - Armi ~ Coltellaccio da cucina; un paio di forbici; cerbottana. 1xstordente; 1xaccecante. - - - Innocenza ~ Passiva che rende Bambino innocuo agli occhi degli altri. Passiva che rende imperscrutabile l'allineamento e le intenzioni di Bambino. Lettura del cuore ~ Difesa psionica passiva da auree e influenze mentali. Passiva di controllo e studio delle circostanze. - - - // - - - Riassunto azioni ~ Il post è diviso in tre parti: 1) Un ricordo, in cui Jace salva Bambino e gli parla delle lanterne. 2) Il viaggio, in cui incontro Richard e procediamo assieme. 3) L'arrivo e le interazioni con i pg al campo. Note ~ *La scena si svolge prima dell'arrivo, dunque Bambino non ha ancora ottenuto il nome di Io. La voce di Teddy è udibile solo da Bambino.
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