Abelas ... da’len ...Le voci dello specchio si rincorrono nella mia mente, si affastellano, mi confondono e mi spaventano: sembrano capire il mio dolore ... sembrano capire che sto cercando Kieran.
Ad ogni passo urlano nella mia testa, ridono e sghignazzano beffandosi di me. Non posso far nulla per fermarle, la mia volontà non è abbastanza forte.
Mi sento debole. Mi sento stupida ... dannatamente stupida.
Cos'ho sbagliato con l'Eluvian? Dove sono finita? Dov'è ... dov'è Kieran?
Non riesco a far altro se non urlare il suo nome al vento. A tratti mi illudo di sentire la sua vocina rispondere al mio richiamo, urlando il mio nome e correndo verso di me per essere abbracciato. Non avrei mai creduto di possedere una parte speranzosa ed ottimista ... almeno fino ad ora.
Mi stringo nel mio mantello di velluto con la mancina, mentre con la diritta stringo il bastone di quercia del quale potrei indovinare le venature anche ad occhi chiusi e senza nemmeno sfiorarlo, dopotutto sono anni che lo possiedo.
Sento un distante ed ovattato intorpidimento alla diritta, solo allora mi accorgo che sto stringendo in maniera convulsa il mio bastone ed ormai le mie nocche sono bianche come un lenzuolo.
Il vento mi investe a momenti alterni, manifestandosi con forza e prepotenza a tal punto che ho smesso di impazzire nel vano tentativo di calare il cappuccio sul mio capo.
Ansimo, tossisco e poi inciampo su una piccola roccia che non avevo notato. Cado in ginocchio, ma non credo d'essermi fatta nulla.
Nessuno mi ha visto cadere, non è successo nulla. Mi rialzo appoggiando parte del mio peso sul bastone, il quale leale come sempre, mi è di grande aiuto.
Ogni passo in quella landa desolata, rocciosa e spazzata dal vento è un'agonia infinita. La fredda corrente a tratti sembra gemere ... ed ogni volta che succede mi pare quasi d'udire il pianto di Kieran lì vicino a me.
Sto forse impazzendo? Sto diventando una patetica ed indifesa donnicciola?
Non lo so, non riesco a trovare risposte. In questo momento forse nemmeno mi importa nulla di me: sono disposta a tutto pur di ritrovare Kieran. Mi importa solo e soltanto di lui.
L'immagine del suo giovane ed innocente sorriso affiora nella mia mente. E' una fitta al cuore, devastante ed agghiacciante.
Mi sento la faccia e gli occhi in fiamme e di colpo tutto intorno a me si fa sbiadito. E' questione di un istante ed ecco che sento un rivolo bagnato solcarmi la guancia destra, la stessa sorte spetta a ruota alla sinistra.
Abelas ... da’len!Devo resistere. Mi devo contenere. Devo nascondere il mio dolore.
Avanti Morrigan, occultalo, scaccialo, dominalo, celalo ... non lasciare che il mondo ti veda, non lasciare che ti senta, non lasciare che sappia le tue debolezze.
Mi rendo conto che i miei sforzi sono inutili: il dolore infuria in me come una tempesta ed io non posso trattenerlo ... devo lasciarlo andare. Solo per una volta. Si, solo per una.
Mi fermo, mi appoggio nuovamente al bastone con ambedue le mani e lascio che le lacrime e i singhiozzi fluiscano liberi.
Ho come l'impressione che dai miei occhi stiano uscendo aghi e non lacrime. Graffiano ... irritano la mia pelle ... le mie guance bruciano e le sento dannatamente secche. Avanza Morrigan! Il vento e il gelo non ti hanno mai dato fastidio, non cedere ora, non cedere!
Ce la sto facendo, non so come ... ma ce la faccio. Compio un passo dietro l'altro e sebbene ognuno di essi sia uno sforzo immane so che sono forte abbastanza per farcela. Ho affrontato pericoli e situazioni mortali e ne sono sempre uscita vittoriosa, come mai ho però la sensazione che questa volta è diverso?
Forse perché in gioco c'è la vita di mio figlio e non posso permettere che mi venga strappato via da uno stupido scherzo di un altrettanto stupido destino.
All'improvviso mi rendo conto d'aver raggiunto i pressi di un corso d'acqua, ma il suo scrosciare è nulla in confronto all'ululare del vento.
Mi guardo intorno cercando di scovare con lo sguardo qualsiasi particolare conosciuto che possa darmi la conferma che queste siano le Sacre Pianure, tuttavia c'è ben poco che questo luogo ha in comune con esse.
Magari l'Eluvian mi ha fatta materializzare in una zona più orientata verso le Terre Centrali? Lì ci sono montagne e rocce a volontà e molte zone sono inabitate ed inospitali tanto quanto questa dannata distesa.
Scrollo il capo sconsolata: se solo avessi fatto più attenzione, Kieran sarebbe qui con me. Che razza di madre sono se non riesco nemmeno a proteggere mio figlio?
-''Kieran!''- Urlo più forte che posso, sforzando la mia gola ormai dolorante, dopodiché deglutisco, cercando di trattenere un altro pianto in procinto d'esplodere con furore. Alcune lacrime sfuggono al mio controllo e mi rigano le guance oltremodo irritate.
Mi sento sporca, spossata e confusa ... inoltre un terribile senso di vuoto e di dolore mi pervade. Annaspo e desidero che tutto questo stia avvenendo nella mia mente, ma tutto intorno a me mi urla il contrario, sbattendomi in faccia la nuda e cruda verità. Ho perso mio figlio.
Di colpo vengo colta alla sprovvista da una voce che mi chiede in tono pacato se mi sono persa. Mi volto di scatto ed indietreggio di alcuni passi, piantando il mio sguardo sullo sconosciuto.
Egli è un uomo dal cappello estremamente idiota ed una parte di me desidererebbe ardentemente trovare qualcosa di pungente e cattivo da dire su di esso, dopotutto è questo che tutti si aspetterebbero da me ed il cielo solo sa quanto avrei voglia di farlo ... se solo avessi avuto le forze ...
-''Chi ... chi sei?!''- Domando cercando di impormi un certo autocontrollo: non permetterei mai a nessun essere vivente di vedermi piangere.
-''Hai ... hai ... visto un bambino sui ... nove anni ... passare ... da queste ... parti?''-Lo scruto con fare inquisitore, sperando in cuor mio che non dia troppo peso ai miei occhi arrossati e alle mie guance altrettanto colorite e secche. Nessuno ha il diritto di sapere cosa provo e nessuno ha il diritto di conoscere così profondamente l'amore che provo per mio figlio. Siamo solo io e lui ... e per questo devo assolutamente ritrovarlo.
Lo sconosciuto mi risponde di non averlo visto e mi domanda di preciso chi è che cerco.
-''Lui è ... mio figlio''- Non so se posso effettivamente fidarmi di quell'uomo dallo stupido cappello ma ho bisogno di aiuto per ritrovare Kieran: non so dove sono, non sono mai passata per questa zona e chiunque la conosca può rivelarsi utile. Prima trovo Kieran e meglio è.
-''Dove ... dove diavolo mi trovo? Non sono le Sacre Pianure queste, giusto?''- Domando. Contraggo la mascella e deglutisco in modo quasi meccanico: mi sto abituando in fretta al fatto che se non mi controllo altre lacrime usciranno dai miei occhi a sancire la mia evidente debolezza. Io sono forte ... io sono forte ... diamine, ho contribuito alla morte di un Dio Corrotto e ho visto e conosciuto cose che nessuno potrebbe immaginare ... perché mi sento così debole?
''Abelas ... da'len!!''Basta! Fate silenzio! Non ho compiuto il rituale nel pozzo per essere tormentata da voci indesiderate! Giuro sulla favoletta del Creatore che se non vi azzittite io ...
-''Argh''- Ringhio sommessamente, frustrata e stanca di quelle voci che turbinano nella mia testa, ricordandomi quanto fallimentare io sia come madre.
Nel frattempo lo sconosciuto non fa altro che spazzare via le mie residue certezze. Un nome di una terra sconosciuta ed il fatto che il mio interlocutore non conosca cosa siano le Sacre Pianure mi costringe a spalancare gli occhi e a guardarmi per un attimo intorno con estrema circospezione.
Non ricordo d'aver mai visto un posto del genere e la cosa peggiore è che non sembra corrispondere a nessuna delle nozioni geografiche che con gli anni ho appreso.
Inspiro ed espiro lentamente: il mio stomaco mi dice che se non mi calmo probabilmente si ribellerà al mio controllo ... e questo non deve assolutamente succedere. Io sono forte ... si, sono dannatamente forte.
-''Talamith? ... E' da qualche parte nei Liberi Confini? Magari vicino a qualche rovina elfica?''- Forse non conosce la geografia dell'Orlais perché magari sono finita da qualche parte nei Liberi Confini, chissà ... forse sono non troppo distante da Kirkwall e non mi stupirei se fosse così.
Lo sconosciuto si offre di aiutarmi ... ed io non posso permettermi di rifiutare una mano. Egli inizia così a fare domande circa le circostanze in cui ho perso di vista Kieran ... effettivamente è da quando sono arrivata qui che non l'ho visto.
-''Io ... è complicato da spiegare. La mia destinazione non era questa, io e mio figlio siamo arrivati qui tramite mezzi ... non convenzionali. Qualcosa dev'essere andato storto durante lo spostamento e temo che lui sia apparso chissà dove. Sto girando a vuoto da forse più di un'ora ormai ...''- Mi accorgo di aver parlato con un tono che ha palesato vistosamente il mio nervosismo.
-''Oh Kieran''- Sussurro sconsolata.
-''Lui adora i posti tranquilli ed odia il vento. Se c'è nei dintorni una zona riparata molto probabilmente si trova lì ... deve trovarsi lì''-L'uomo è sempre più deciso ad aiutarmi e questo è un bene, perché non solo mi rivela di non sapere cosa siano i Liberi Confini, ma pronuncia un nome di un luogo a me totalmente sconosciuto ed alieno.
Edhel ... è questo il nome del posto in cui sono finita? In che dannatissimo luogo mi ha portato quell'Eluvian?
Mi stringo nuovamente nel mantello, portando poi la mancina a tormentare nervosamente la mia giubba violacea.
Il vento fa frusciare la mia gonna e la mia calzamaglia non mi è mai sembrata così pesante come in quel momento.
-''D'accordo, dobbiamo assolutamente muoverci''- Sentenzio quando lo sconosciuto mi illustra come procedere per ritrovare Kieran.
Non appena lui inizia ad incamminarsi io mi limito a seguirlo. E' brutto sentirsi dipendenti da qualcuno, è qualcosa che detesto ... ma nel momento del bisogno tutto può tornare a proprio vantaggio e questa è una lezione che imparai anni fa.
Armi: Bastone di Quercia, Artigli (solo in forma draconica), Scaglie del drago (armatura naturale, solo in forma draconica).
Abilità Passive:
1)Forbidden Knowledge.
Morrigan non è una comune maga, infatti l'addestramento impartitole dalla madre le ha permesso di accedere a conoscenze proibite ai maghi del Circolo. Questa peculiarità di Morrigan è l'espressione stessa del suo eclettismo. Sta di fatto che molti dei suoi incantesimi non vertono al mero controllo degli elementi, ma alla più sinistra e subdola manipolazione dei pensieri delle persone e all'evocazione di oscuri e crudeli poteri.
Questa è effettivamente la caratteristica che differenzia Morrigan dal resto degli eretici qualunque, elevandola a tutti gli effetti a Maleficarum.
La magia è ormai a tutti gli effetti un libro aperto per la giovane strega, i cui poteri sono destinati a crescere giorno dopo giorno.
(-capacità di utilizzare pergamene da negromante oltre a quelle di mago, classe base di Morrigan)
2)The Witch of the Wilds:
Stabilire con esattezza se Morrigan possa essere definita o meno eretica o Maleficarum può non essere facile in primissima analisi. Tuttavia tenendo presente di tutte le conoscenze perdute, e volutamente nascoste dalla Chiesa, di cui lei dispone si può dire che effettivamente la donna rientri in questa seconda categoria.
Esperta conoscitrice di ancestrali e sinistre arti magiche, è indubbiamente dotata di un'arsenale occulto tutt'altro che improntato al beneficio altrui. Morrigan rinnega dichiaratamente l'esistenza del Creatore, tuttavia crede fermamente in spiriti, demoni e nella magia, soprattutto la sua. Per quanto insensibile e misantropa possa apparire, c'è quasi della poesia quando la si sente parlare di argomenti inerenti alle arti arcane e questo perché ella è seriamente innamorata della conoscenza e dei principi che regolano le più antiche magie. Nutre un interesse morboso per qualsiasi incantesimo divenuto leggenda, poiché in seguito alle sue esperienze ben sa che le leggende, in ambito magico, non esistono, ma bensì sono pure e semplici verità. La magia per Morrigan è qualcosa di concreto e tangibile, capace di dischiudere porte nascoste alle semplici menti di coloro che non la praticano. Sta di fatto però che nel suo mondo non si diventa maghi ma ci si nasce, e già da piccolissimi i maghi non addestrati manifestano le prime piccole scintille di magia. La prima manifestazione di potere magico da parte di Morrigan fu determinata dall'emissione involontaria d'alcune scintille d'elettricità dalle sue dita. Sua madre Flemeth (una leggendaria e potentissima Maleficar la cui anima si mischiò con quella di un'antica divinità elfica) le fece da maestra, istruendo la giovane a padroneggiare il proprio potenziale fino a trasformarlo in una vera e propria arma. Oltre a conoscere incantesimi e rituali, il potere più basilare di Morrigan fu quello che si sviluppò per primo, infatti da piccola imparò ben presto a trasformare quelle blande scintille innocue in veri è propri dardi d'energia elettrica che solitamente incanala dal suo bastone da maga.
Un vero mago è quello che usa la magia a trecentosessanta gradi, attingendo a tutte le sue sfaccettature.
(- Passiva di Arcanista da energia Bianca - Morrigan è capace di scagliare a volontà dardi d'energia elettrica dal suo bastone o dalle sue mani)
(- I dardi energetici non vanno considerati come una tecnica ma alla stregua di un attacco semplice (es: un colpo di spada, un proiettile, una freccia)
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Pergamene usate: //
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Energia Bianca
Quantità Energia: 100%
Stato emotivo: Disperata
Condizioni fisiche: Normali.
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Note: //
Riassunto azioni: Morrigan si affida allo sconosciuto per cercare Kieran.