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incanto di congiunzione., Contest Febbraio 2015 ~ Libertà

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view post Posted on 24/2/2015, 21:22
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incanto di congiunzione

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« Virgil » la voce tonante del maestro Dom risuonava sempre più volte nella biblioteca del secondo piano - la mia preferita, senz'altro. « spegni le candele e andiamo via; sono stanco e voglio riposare. »
Amavo tutto di quel luogo, dal tenue marroncino delle pareti al mogano scuro degli scaffali stracolmi di libri; dal pavimento in marmo dipinto a mano alla volta raffigurante una scena risalente alla prima era: un uomo con la sua cavalcatura, nel tempo di colonizzazione degli umani. Fiero e spavaldo nella sua lucente armatura, rivolgeva lo sguardo all'orizzonte, scrutando l'imbrunire. A volte, quando non riuscivo a studiare, mi perdevo nello sguardo del cavaliere per così tanto tempo che, una volta sveglio, riuscivo io stesso a scrutare l'imbrunire dall'enorme pannello trasparente della biblioteca. Passavo quasi tutto il mio tempo a studiare in quella sala, circondato dalla conoscenza più antica che l'opera vivente di Theras avesse mai raccolto.
« Arrivo subito, Maestro Dom » gli occhi fissi sul trattato di cosmologia. " ... la distanza tra le tre dimensioni, Oneiron, Baathos e Theras, sanabile solo dai loro punti di congiunzione. " « il tempo di concludere questo capitolo. Si appresti a raggiungere le sue stanze, mi occuperò io di chiudere a chiave la sala, non appena avrò finito. »
Maestro Dom si esibì in una delle sue tipiche espressioni di fastidio che contorcevano talmente il suo volto centenario che era possibile vedere ogni singolo secolo che quel viso aveva attraversato, accompagnato ormai da profonde rughe che compromettevano l'aspetto piacente ed autoritario che qualche secolo prima Maestro Dom era solito sfoggiare. Disse qualcosa tra sé e sé, a denti stretti, poi abbandonò la biblioteca guidato dalla luce di un candelabro in ottone sul quale poggiava una consumatissima candela bianca.
Quella storia andava avanti da ormai qualche mese. Mi ero da poco approcciato allo studio della cosmologia e a tutti i suoi segreti e ogni trattato sulla materia che analizzavo mi faceva capire quanto ancora ci potesse essere da scoprire in quell'ambito, quanto ancora l'intera Lithien - e di conseguenza Theras - ancora non conosceva circa ciò che si agitava sotto i loro piedi o ciò che con il sonno, inconsciamente o non, riuscivano a raggiungere. Inizialmente volevo solo delle informazioni, poi iniziai a condurre ricerche sempre più approfondite, infine ne divenni ossessionato. Passavo tutta la mia giornata ad informarmi sull'argomento, eppure realizzavo con stupore della superficialità che guidava la trattazione di quei domini. Tutto, di quel mondo, mi affascinava. Certo, la formazione che Maestro Dom aveva scelto per me - perlopiù legata al linguaggio e ai metodi d'espressione - mi interessava ancora, ma nulla poteva reggere in un confronto con ciò che aveva rapito ogni mio pensiero in quegli ultimi giorni, distraendomi del tutto dalle ricerche che il mio maestro mi aveva chiesto di svolgere. Avevo passato tutti i miei ventisette anni a lavorare per lui; non gli sarebbe dispiaciuto se mi fossi preso del tempo per me, pensavo.
" i punti di congiunzione." Chissà. Chissà come sarebbe potuto cambiare il nostro mondo, se solo avessimo saputo di più al riguardo. L'incertezza e l'incompletezza dell'argomento non facevano che accrescere in me un fortissimo senso di curiosità che mi spingeva a leggere e leggere fino ad esaurire le mie energie. Ci sarà un libro in grado di soddisfare le mie domande, mi ero detto, ingenuamente; maestro Dom mi aveva sempre insegnato che i libri possono garantire la conoscenza e che la conoscenza genera risposte, prima che domande. Eppure, giorno dopo giorno, mi rendevo conto che anche la biblioteca del secondo piano, così come quelle dell'intera Torre Eburnea, non mi avrebbe mai fornito le risposte che cercavo.
Ma cosa, allora? Cosa poteva fornirmi la conoscenza di cui necessitavo? Quella ricerca spasmodica verso una risposta mi rattristava, certo, eppure generava in me un moto d'euforia e d'agitazione che non mi avrebbe fatto rinunciare tanto presto.
Alzai gli occhi al cielo, incontrando quelli del cavaliere e del suo cavallo, che immediatamente mi rimandarono all'imbrunire. La struttura in pietra sulla quale amavo leggere si sostituì al mio letto anche quella notte.

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« Un posto tutto per noi, riesci a pensarci? » ero così felice di poter parlare dei miei studi con qualcuno. Oghmar se ne stava sempre sul letto come un ragazzino, con i suoi piccoli occhi verdi pieni di curiosità; lo avevo incontrato nella biblioteca del quinto piano della torre. Aveva occupato il mio tavolo e quando mi vide avvicinarmi mi aiutò gentilmente con le decine di libri che cercavo di portare al mio solito posto. Mi innamorai di lui non appena sfiorò le mie mani per alleggerirmi del peso, con quello sguardo magnetico ed il fare avventuroso. I giorni seguenti a quello avevamo parlato a lungo dei suoi viaggi e dei lavori che aveva svolto per il Concilio. Era tutto ciò che avrei sempre voluto essere; era libero, coraggioso, forte; un avventuriero in piena regola. Decisamente il mio opposto.
« Cosa faresti se potessimo abitare in una nuova dimensione? Quale sarebbe il tuo primo desiderio? » le parole fuoriuscivano veloci, piene d'emozione. Stavo semplicemente sognando o ciò che avevo ipotizzato poteva divenire realtà? « Cosa faresti, Oghmar, se potessi creare un tuo mondo? »
« Mio dolce Virgil.. » si alzò immediatamente dal letto, poggiando le sue mani calde sulle mie spalle. « Sono sicuro che riuscirai a creare un mondo che rispecchierà anche i miei desideri. »
E mi sorrise. Uno di quei sorrisi cui non avrei mai resistito. Uno di quei sorrisi, di quelli che mi avevano fatto innamorare di lui e che me ne facevano innamorare ogni volta che riuscivamo a trovare il tempo di vederci. Vederlo sorridere mi rasserenava al punto da farmi dimenticare ogni preoccupazione; ciò che pensavo sarebbe stato solo un sogno, con lui diventava realtà nuda e cruda, tangibile in ogni sua estensione.
« Credi davvero che possa esistere un posto del genere? » chinai il capo verso la scrivania, dubbioso, ma i ripensamenti non fecero in tempo ad arrivare che il calore delle sue labbra sul mio collo fece sì che tutto sparì all'improvviso. « Mi piacerebbe davvero tanto, un luogo simile. Un luogo dove potermi interessare di ogni cosa in ogni momento, un luogo dove poter stare con te ogni giorno della mia vita.
Ah, quanto mi piacerebbe una tale dimensione.
» terminai la stesura di quel breve trattato sulla cosmologia. " .. sento che c'è qualcosa che mi sfugge, miei cari colleghi, ma cosa può mai essere? Cosa può collegare il sogno, l'oscurità e la realtà? " Mi voltai con dolcezza verso Oghmar, dunque accarezzai i suoi capelli corvini. « Ti prometto che mi impegnerò al massimo, Oghmar. Te lo prometto. »
« Sono sicuro lo farai. » le sue labbra incontrarono le mie per un breve, magnifico istante. Avrei voluto davvero regalargli un mondo dove non doversi nascondere. « Ne sono sicuro. »
Il solo fatto che Oghmar credesse in me mi aveva sempre dato la spinta per continuare la mia ricerca. Era davvero la mia più grande fonte di sostentamento.
« Devo andare, ora. Maestro Dom mi ha chiesto di raccogliere altri campioni. » sistemò con cura la cintura e indossò il mantello nero che gli avevo regalato qualche tempo prima.
« Mi raccomando, sii prudente. » baciò con leggerezza la mia fronte sudata. « Come sempre, mio adorato. »
E come sempre evitai di guardarlo uscire. Il solo pensiero di rimanere solo - ancora una volta - mi faceva stare male; in fondo, però, sapevo sarebbe tornato. Lo aveva sempre fatto, del resto.

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Lo studio del Maestro era nel disordine più totale. Gli ultimi esperimenti stavano prendendo così tanto del suo tempo che gli impedivano di fare chiarezza nella sua mente così come nella sua base di ricerca. Studiava le progenie di Baathos, così aveva detto, con fare vago e disinteressato. Non uno dei suoi lavori preferiti, ma senz'altro un compito ostico, che richiedeva la massima attenzione ai dettagli.
« Hai con te le informazioni che ti avevo richiesto, Virgil? » sentenziò, cogliendomi di sorpresa mentre analizzavo il contenuto di alcune ampolle di vetro sulla scrivania del maestro. Per me era un così grande dispiacere dovergli dire di no, mi sentivo male al solo pensiero. « No, Maestro, non ho ancora letto i trattati che mi aveva chiesto di analizzare. Non ne ho avuto il tempo e alcune preoccupazioni mi hanno distratto così tanto.. »
L'anziano elfo aveva imparato, con il tempo, a non chiedermi esplicitamente per cosa mi stavo operando; sapeva fin troppo bene che avrei continuato nei miei interessi, nonostante tutto. In fondo, il maestro Dom rappresentava per me una sorta di padre. Mi aveva raccolto quando ero solo un neonato, un germoglio spento ed infreddolito abbandonato accanto al Circolo degli Eroi, una delle rarissime taverne di Lithien. Si era preso cura di me i primi anni della mia vita, poi aveva fatto di quell'innocente bambino uno studioso. Il suo adepto, nel particolare. Mi aveva insegnato tutto ciò che conosceva, dalla storia del continente alla teologia dei Daimon, passando per la geografia di Theras ed i suoi avvicendamenti politici. Più di tutto, però, mi aveva insegnato a sopportare la solitudine; Lithien non è senz'altro un luogo per bambini, né per deboli. Se puoi camminare lungo le strade di Lithien vuol dire che sei uno studioso o un eroe, o semplicemente uno stupido in cerca di gloria. Non avendo coetanei con i quali confrontarmi, sono cresciuto all'ombra del mio maestro, imparando ad indirizzare le mie frustrazioni sui libri e sulla conoscenza in generale. Un uomo saggio è un uomo libero, mi aveva detto una volta; un insegnamento che aveva accompagnato la mia intera esistenza. Rigore e disciplina. Studio ed interesse. Non vi era spazio per la curiosità, nella Torre Eburnea. Ma soprattutto, io non mi sentivo affatto libero.
« Certo, non avevo dubbi. » percepivo chiaramente il suo tono stanco e rassegnato e ciò mi faceva stare male. D'altra parte, però, non avrei avuto momento migliore per introdurre ciò al quale stavo lavorando ormai da mesi.
« Maestro.. » osservai le mani segnate dal tempo dell'Elfo operare su un tavolo alchemico. « Cosa sa dirmi sul rapporto tra le tre dimensioni del nostro mondo? »
« Cosmologia. Una materia molto interessante quanto di difficile praticità.
Theras, la dimensione della realtà; Baathos, il nido della progenie demoniaca; Oneiron, la concretizzazione dell'infinito, figlia del potere di colei che dormiva nella cima di Velta.
Per secoli le tre dimensioni sono stare riconosciute come distinte e incapaci di interagire tra loro. Negli ultimi decenni la conoscenza però ha fatto passi da gigante in questo campo, rivelando nozioni di interazionismo tra le tre dimensioni che però non sono ancora state definite come si dovrebbe. Come potremmo farlo, del resto? Non siamo divinità, noi. Ciò che ci resta è la speculazione e l'illazione, mio giovane apprendista.
Problemi di cui non dovresti preoccuparti, Virgil.
»
« E se riuscissimo a trovare il punto di congiunzione tra le tre dimensioni? Cosa succederebbe se riuscissimo ad inquadrare il loro rapporto, così da determinare un controllo su di esse? Sono certo sarebbe l'inizio di una nuova Era, maestro. Trovo estremamente interessante - » il rumore sordo del pugno sul tavolo mi impedì di continuare. « Io trovo estremamente seccante la tua indisponenza, invece. Ti ho forse cresciuto come un selvaggio? »
Il suo sguardo severo incontrò il mio, spaventato, facendomi impietrire dalla paura.
« Analizza quei trattati, Virgil. Entro stasera voglio un resoconto quanto più approfondito possibile. Chiaro? »
« Ma - » non avrei potuto continuare oltre. « È un ordine. »
« S - sì, maestro Dom. »
Attraversai i lunghi corridoi della torre quasi correndo; che mi fossi spinto troppo oltre con il maestro?
Raggiunta la biblioteca del secondo piano aprii immediatamente i trattati da analizzare, ma il mio interesse fu rubato dallo sguardo del cavaliere, ancora una volta. In cuor mio nasceva una domanda alla quale non avrei mai ricevuto risposta, probabilmente. Perché? " Perché, colleghi, perché continuiamo a negarci la strada verso la libertà? "
Poi ricordai. La Torre Eburnea non ammetteva la curiosità.

Virgil è il mio prossimo personaggio - che cambierò a fine mese; è uno studioso di Lithien al servizio di Maestro Dom, uno degli anziani elfi che compongono il Concilio di Lithien. Buona lettura.
 
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