Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Stўgis - Catene, Dall'Abisso

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 25/2/2015, 17:56
Avatar


········

Group:
Administrator
Posts:
14,152

Status:


Ti piace? mi sussurrò ad un passo dalla coscienza.
A volte ai miei occhi è così bella, così grandiosa, che dimentico la forma che essa assume dinnanzi allo sguardo altrui..



Il sole era appena sorto.
Piccolissimi fasci di luce filtravano attraverso le crepe nel terreno sovrastante Baathos, illuminando l'antro in cui mi ero rintanato. Avevo paura, essere sveglio in quell'oscurità mi faceva davvero molta paura; non riuscivo a pensare a null'altro se non al fatto che da un momento all'altro la mia identità sarebbe potuta sparire assieme a quella dei molti. Non volevo. Ero vivo, forse dopo tanto tempo. Non volevo sparire. Non di nuovo.
Me ne stavo spesso a guardare la luce attraversare il terreno. Lentamente mi stavo abituando a considerare l'antro sotterraneo che prendeva il nome di Abisso - Baathos, anche detto - come la mia casa, l'unica dimora che avrebbe mai potuto accogliere una creatura come me. Del resto, ero stufo di fuggire da un posto all'altro alla ricerca del mio mancante. Unito alla paura dell'oscurità era presente anche un fortissimo sentore di debolezza. Mi sentivo debole e solo, nell'oscurità.
Eppure sentivo di dover rimanere lì, a fissare la luce accarezzare il mio nuovo corpo. Perché in fondo, anche se tremante dalla paura, mi sentivo un Re. L'Abisso era come un Regno per me. Il mio Regno. Un Regno di labirinti e bugie, di demoni e usurpatori pronti a smembrare la mia essenza pur di accaparrarsi il potere del sottosuolo. Avrebbero fatto di tutto per ottenerlo; anche così, però, sentivo di poter comandare su ogni singolo labirinto, ogni singolo antro oscuro, ogni granello di polvere ed ogni fascio di luce che filtrava dal terreno dell'Edhel. Sentivo di poter creare il mio personale esercito con ciò che il mondo di sopra aveva rigettato nell'oscurità. Gli abietti e le imperfezioni sarebbero state la mia forza vitale, il diniego e l'assenza il mio incedere. Ogni giorno, lentamente, guardando quei fasci di luce, realizzavo sempre più di quanto potessi sfruttare quel luogo per il mio desiderio di creazione.
Quella sarebbe stata la mia nuova dimora.
Ed io sarei stato un ottimo padrone di casa.

Le uniche volte che la luce smetteva di esistere rispondeva all'esigenza dei demoni di risalire i labirinti dell'Abisso per affacciarsi sul mondo di sopra. Lo stesso mondo che li aveva rinnegati e li aveva spinti in quel recondito ammasso d'oscurità che erano stati forzati a chiamare casa. Uscivano incessantemente, solitari o in gruppi, senza un ordine ben preciso o uno scopo ben definito. Volevano uscire per riprendersi ciò che era stato loro un tempo, eppure non sapevano come fare. Disorganizzati, incapaci di realizzare un piano in grado di permettere loro di riacquistare l'egemonia sul continente di Theras.
Che spreco, avevo pensato più volte, nel vederli risalire e qualche giorno dopo tornare, sconfitti. Sui loro volti la sofferenza e l'umiliazione; per quanto avessero imparato ad amare quel luogo, in fondo, ancora desideravano la loro antica dimora, che li aveva ospitati così a lungo. Lì non avrebbero dovuto preoccuparsi dell'oscurità, né della lotta per il potere. Non avrebbero dovuto preoccuparsi del tiranno che li avrebbe assoggettati a breve, perché ognuno di loro era libero in superficie.
Erano come cani senza il loro guinzaglio. Avevano bisogno di controllo, un controllo che solo io avrei potuto dar loro. La loro forza di volontà ed il mio potere avrebbero dato vita alla perfetta strategia di conquista. Pensai che avremmo potuto riconquistare l'Edhel prima, poi Theras intera.
Quel pensiero evolse in desiderio, il desiderio in volontà.
Di lì a poco avevo acquistato il controllo dell'intero Abisso. Baathos mi considerava come il suo padrone ed io consideravo ogni appartenente di Baathos come uno dei miei insetti.
Alzai lo sguardo un ultima volta ai fasci di luce, poi sprofondai nell'oscurità dell'Abisso.
Era tempo di organizzare un esercito. Il nostro esercito.

No.

Bloccai l'uscita su Samarbethe in pochi secondi. I demoni guardavano al mio corpo con fare stranito e - ovviamente - impaurito. Potevo sentire i loro denti sbattere, le loro ali tremare, le malformazioni che li caratterizzavano congelarsi all'istante. Paura, sì, ma anche rispetto.
Avevo pensato a lungo a ciò che avrei potuto fare per organizzare le creature di Baathos affinché potessi utilizzarle per la mia conquista, ci avevo pensato così a lungo che non ero riuscito a trovare la risposta più semplice.
Guardai ognuno di loro negli occhi. Poi guardai nelle loro anime, o in ciò che era rimasto di esse.

Fate in modo che anche gli altri lo sappiano. Spargete la voce, Baathos tutta deve sapere. Non sono ammesse eccezioni, né trasgressioni di alcun tipo.
Da oggi, miei insetti,
sono io a decidere chi entra e chi esce da Baathos.


Nessuno avrebbe più visto i fasci di luce senza il mio permesso.
L'alba non avrebbe avuto più lo stesso effetto sull'Abisso.

Solo oscurità,
nel mio Regno.


 
www //  Top
0 replies since 25/2/2015, 17:56   167 views
  Share