Qashra - L'Avenir.
« Un gioiello, tra mille. »
« Bijou? » mi lasciai sfuggire una flebile risatina, mentre con gli occhi già vagliavo ogni bancarella. « Domando scusa, è un modo di dire, intendo che Cuashrà è una città molto bella. »
Kirin aveva dei modi di fare piuttosto eleganti per venire da un territorio inospitale come l'Akeran, ma dopo aver posato gli occhi su Qashra mi era parso da subito chiaro che la concezione uamana di "sud" era completamente errata. Tra culture esotiche e lingue ignote, si apriva per me un mondo di conoscenza e consapevolezza che difficilmente avrei potuto eguagliare nella mia terra natale. Sorrisi al mio accompagnatore quando mi confessò di essere un professore: nutrivo qualche sospetto nei riguardi della sua età apparente, così come di un certo suo lignaggio non prettamente umano, ma vedere un ragazzino poco più giovane di me tenere cattedra in una facoltà universitaria era semplicemente il coronamento dei miei dubbi.
« Siete un professore? Che meraviglia. Purtroppo però il mio tempo qui è limitato, devo tornare indietro ed aiutare madame Ryellia e quel che resta di Basiledra. Ma non nego che, un giorno, mi piacerebbe avere un... »
lo guardai per qualche secondo, cercando le parole giuste.
« ...arcanista, suppongo? Da cui apprendere. »
Non aveva l'aspetto del guerriero, e pareva una di quelle persone che lavorano prima con la testa, poi con il cuore e poi, se serve, con i muscoli. Le persone che piacevano a me, quindi.
Le seguenti due ore passarono piuttosto velocemente. Velocemente per me, perlomeno, ma lo stesso non credo potesse dire Kirin che avevo semplicemente relegato al ruolo di facchino per i miei ingombranti acquisti. Con uno sguardo gentile ed un "siate galante" ogni volta aggiungevo qualcosa alla già lunga lista di oggetti che stava portando per me. Sul campo di battaglia potevo anche essere una combattente feroce e impavida, ma nel privato di ogni giorno tornavo ad essere, ovviamente, una ragazza affascinata dalle cose belle. Non trovavo nulla di riprovevole in quello.
Acquistai un paio di quadri di modeste dimensioni che raffiguravano Qashra da due angolazioni diverse, di giorno e di notte, dipinte ad olio su tavola da parte del medesimo artista, un tappeto riccamente decorato che a detta del mercante doveva raffigurare "l'assedio di Qashra e la trionfale vittoria dei nani" ed uno specchio d'argento con dei delicati sbalzi ad agrifoglio.
Ogni tanto avevo come l'impressione che non fosse entusiasta, Kirin, della sua nuova promozione a mio assistente per gli acquisti, ma forse per educazione non iniziò a prendermi a male parole... inutile dire che ne approfittai largamente, continuando ad acquistare oggetti e a chiedere di quando in quando il suo parere, giusto per non ritrovarmi a comperare paccottiglia da quattro soldi. Avevo il sentore che in quel mercato più di un forestiero fosse stato gabbato a dovere dai nani.
Tra gli oggetti notevoli annoverai anche un pugnale dalla lama ricurva, un generoso quantitativo di tè nero, due boccette di profumo, quattro scatole di polveri cosmetiche per il trucco del viso, sei bracciali, due collanine, undici smalti colorati alla cera d'api per unghie, un anellino a forma di rosa del deserto e un balsamo oleoso per combattere la secchezza cutanea dovuta al sole.
Dovevo ammetterlo a me stessa: fare compere mi rendeva felice, specialmente se di prodotti praticamente sconosciuti a nord. Alcuni di quei cosmetici, importati dagli stessi nani nei mercati cittadini, arrivavano a costare dieci, venti volte tanto, e spesso la loro qualità era compromessa da lunghi viaggi e poca cura nel trasporto.
Ad una certa, intenta ad esaminare l'ennesimo ninnolo, il mio sguardo adocchiò una tenda particolarmente nascosta ma molto graziosa. Variopinti tappeti e cuscini stavano in bella mostra, donando al tutto un aspetto soffice ed etereo, ben in disaccordo con le architetture solide e maestose tutt'intorno. Immediatamente la indicai al mio attendente, decisa a farvi un salto il prima possibile.
« Guardate... non è bella? » domandai, visibilmente entusiasta. « Sto cercando un vestito molto particolare per una persona molto speciale. »
Confessai spontaneamente, senza nemmeno avere troppo riguardo di usare parole un poco più adeguate.
« Sicuramente la conoscerete, Ryellia Lancaster, vero? »
Nel mentre scattai in avanti dirigendomi verso la tenda, cercando in tutti i modi di trascinare con me anche il giovane mago.
Non volevo mancare di rispetto o essere scortese nei suoi confronti, ma ero talmente presa al cuore da ciò che vedevo, talmente confusa da colori, profumi e quant'altro, che a stento riuscivo a restare posata nei miei modi di fare. Una sensazione incredibile, indescrivibile a semplici parole, che andava ben oltre il mero "divertimento", trascendendo ad un senso di libertà infinito. Lo zampillare di una fontana, l'alito di vento caldo e profumato tra i vicoli, gli schiamazzi.
Qashra era quanto di più simile ad un sogno avessi mai potuto desiderare di vedere, provare, vivere.
E col sorriso stampato sulle labbra arrossate dal sole, feci capolino nella tenda, adocchiando un'avvenente donna vestita con abiti tipici ed un uomo seduto poco distante, intento ad attendere qualche cliente.
« Excusez-moi, è permesso entrare? » sorrisi ad entrambi. « Sono alla ricerca di un abito molto particolare, spero possiate aiutarmi. »