Locanda della Foglia. Molti mesi prima della Crisi.
Le due figure si trovavano nella sala privata ormai da qualche ora. Uno dei due stava spiegando dettagliatamente un piano lungimirante, non tralasciando alcun particolare circa le mosse da compiere e i tempi di realizzazione. Aveva impiegato molto tempo nello specificare i dettagli più cruciali e pericolosi, aiutato da mappe, documenti e lettere private sottratte ai legittimi proprietari da alcuni Sussurri sotto copertura. Nicolaj Luciano era a dir poco sconvolto.
« Non puoi essere serio. Tutto questo è... troppo! »
Una reazione comprensibile. Non erano ordini normali, e superavano di gran lunga la moralità delle azioni che normalmente erano costretti a fare per il Bene del Regno. Come Sussurro, la Foglia sapeva che dei sacrifici andavano compiuti, ed era disposto ad uccidere innocenti o condannare interi villaggi qualora fosse stato necessario. Ma quello che gli veniva chiesto aveva dell’incredibile Distruggere il Regno.
« Stai farneticando. Consegnare alla Guardia Insonne l’elenco dei nostri uomini infiltrati, spingere le Quattro Grandi Famiglie a muoversi guerra a vicenda, spianare la strada a Sigrund Lorch fino a Basiledra… E’ folle! » Non poteva accettarlo, ma voleva capire. « I Quattro Regni non sono mai stati così in forze. I Sussurri sono infiltrati all'interno di ogni casata, e sventiamo decine di complotti e tradimenti al giorno! Riusciamo a mantenere la pace, teniamo sotto scacco qualunque figura di potere. Non c'è motivo di compiere un simile eccidio! »
Il Sanguinario camminava lentamente attorno al tavolo su cui erano poggiati tutti i documenti. Prese uno dei bicchieri riempiti di vino per bere qualche sorso, continuando a muoversi. Entrambi i Sussurri erano troppo nervosi per stare seduti, ma per due motivi diversi: se Nicolaj non riusciva a capire se fidarsi di Kuro o meno, il Primo doveva misurare bene le parole, perchè non poteva accettare un rifiuto di nessun genere. Fece un respiro, ricominciando da capo.
« Stiamo sbagliando. » Era difficile ammettere i propri errori., specie per un uomo orgoglioso come Kuro. Ma quando qualche giorno prima si era reso conto di quella terribile verità, non era ancora riuscito a dormire per cercare una soluzione, che finalmente aveva trovato. « Quando ho creato i Sussurri pensavo di fare il Bene del Regno. Ma agendo in questo modo lo stiamo condannando all'immobilità. Noi Silenziosi Sussurri siamo i responsabili di una stasi perpetua, incapace di far crescere le potenzialità dei Quattro Regni. Dobbiamo cambiare. »
La Foglia pensava e ripensava. Ricordava come erano nati i Sussurri, la riunione con i membri della prima Mano, che avevano abbandonato il loro ruolo a capo dell'organizzazione per essere troppo simili A Kuro. Soltanto lui era rimasto, e per questo riusciva a capirlo. Il motivo per cui stavano conferendo in privato era fin troppo palese: fra tutti, lui sarebbe stato l'unico a favore di quel piano. Eppure era troppo.
« Ti rendi conto delle conseguenze di tutto questo? Moriranno decine di migliaia di persone, fra cui centinaia di Sussurri che vuoi letteralmente sacrificare sull'altare... di cosa? » « Lo so, non credere che non mi dispiaccia. Ma è l'unico modo per evitare il destino che altrimenti travolgerà tutti noi. » « Di che diavolo stai parlando?! »
Nicolaj aveva alzato la voce, battendo furioso un pugno sul tavolo. Kuro chiuse gli occhi cercando una maggiore concentrazione prima di parlare. Le labbra si mossero, pronunciando poche, precise parole: il terribile futuro che lo attendevano. Ascoltando la prospettiva del Sanguinario, Nicolaj capì immediatamente le ragioni che muovevano quell'assurda richiesta. Se quello che diceva era vero, sarebbe stata la fine.Pper tutti. La notizia aveva talmente sconvolto la mente della Foglia che tremando tornò a sedersi, nascondendo il volto fra le mani lamentandosi come un disperato. Aveva paura, come chiunque ne avrebbe avuto conoscendo quella verità.
« Non... non può essere... » « Leggimi: scoprirai che è tutto vero. »
Non aveva bisogno di violare la mente del primo per capirlo: la stasi in cui avevano portato il Regno era qualcosa che avrebbero dovuto distruggere a qualunque costo. Dovevano creare un nemico abbastanza forte da far maturare gli uomini e spingerli al punto di potersi difendere da quello che sarebbe arrivato. La Guardia Insonne era il candidato perfetto: probabilmente sarebbe morta più della metà dell’intera popolazione, ma era necessario.
« Quando lo diremo agli altri? » « Non lo faremo: non capirebbero. »
Kuro provava soddisfazione e tristezza. Da una parte era finalmente riuscito a convincere l’unico uomo di cui poteva fidarsi, dall’altra sapeva di dover mentire a tutti gli altri. Tornò a sedersi insieme a lui, scostando con un braccio i documenti da una parte del tavolo e tirando fuori dalla tasca una boccetta di veleno.
« Ludmilla, Yuri, Ilyr e Sergey non sarebbero d'accordo. Preferirebbero uccidermi piuttosto, e perderebbero tempo per trovare un altro modo per salvare il Regno. Dovrai agire in segreto per il bene di tutti: dovrai fingere di tradirci. » Un attimo di silenzio. Kuro aveva ragione. « Va bene. Se è l'unico modo a nostra disposizione, lo farò. Per il Bene del Regno. In ogni caso ti terrò aggiornato sui miei progressi. » « No. Per questo compito, sarai solo. »
Ancora una volta, lo sguardo della Foglia si alzò stupito per cercare gli occhi del Primo. Cosa voleva dire essere solo? E lui? Per tutta risposta, Kuro colmò nuovamente il bicchiere di vino, e stappando la boccetta iniziò a contare lentamente dieci gocce. Non una in più, non una di meno.
« Ma quello è... » « Si, un veleno in grado di alterare i ricordi. Abbastanza da cancellare dalla mia mente questa conversazione e l'intero processo logico che mi ha portato a chiederti di tradirci. Io non devo sapere, è importante. Tu puoi essere un traditore perfetto, in grado di alterare i ricordi di chiunque ti scopra, ma io… io non posso rischiare di tradirmi con gli altri. Nessuno deve sospettare la mia complicità, e non possedendo le tue facoltà ho un unico modo per non dare adito a sospetti: devo dimenticare.»
In alto il calice, come ultimo saluto. In quel momento entrambi sapevano quello che li aspettava, ma dei due la Foglia avrebbe portato la croce più grande. Gli uomini della Mano erano i suoi migliori compagni, e prima o poi lo avrebbero voluto morto. Dell’intero Regno soltanto Nicolaj Luciano avrebbe saputo la verità, e quel ruolo lo avrebbe condannato alla solitudine per molto, molto tempo.
« Agisci, Nicolaj. Rendi questo Regno un luogo migliore, salvalo dalla minaccia che nell'ombra si sta muovendo per corroderlo. Da domani sarai un Traditore. Buona fortuna, amico mio. »
