Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Il peccato originale ~ yangın, Arcana Imperii

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view post Posted on 23/3/2015, 14:44
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Solimano
e la sua flotta

— yangın —

5DKh8IK

« Credere nel progresso non significa credere che un progresso sia già avvenuto.
Questa non sarebbe una fede. »

Solimano
notte; Qatja-yakin


   Solimano si accarezzò la barba nera intrecciata, posando il proprio sguardo con piacevole soddisfazione sulla flotta ormeggiata.
   La sua era una speranza arrogante. Lui, un nano, avrebbe tracciato una nuova rotta che partendo da Qatja-yakin avrebbe circumnavigato il continente di Theras, fino a raggiungere le coste di occidentali di Dortan e - perché no - anche quelle dell'Edhel, più a Nord. Quello era stato il suo sogno sin da quando aveva acquistato la sua prima nave - un misero peschereccio che non superava i quindici piedi di lunghezza - e continuava ad esserlo oggi che possedeva un naviglio composto da decine di imbarcazioni di forma, colore e dimensione differente.
   « Altan! » chiamò, preso da un improvviso impeto d'orgoglio. « Vieni qui; presto! »
   Venne raggiunto da un secondo nano dal capo rasato e dalla barba rossa, più piccolo e mingherlino di lui.
   « Guarda! » e così dicendo, Solimano gli indicò le navi attraccate al porto, una a fianco dell'altra, in attesa della partenza. Parevano un gruppo di colossali mostri marini in paziente prospettiva dell'alba, sonnecchianti lungo la banchina pietrosa del canale. Un'immagine che tuttavia non arrivò con altrettanta trasparenza al suo recente socio. « ...cosa? » gli chiese Altan con aria contrita e beccandosi in tutta risposta uno scappellotto sulla fronte pelata. « Come "cosa"?! » gridò il nano moro, su tutte le furie. « Il futuro! »
   In pochi comprendevano che cos'avrebbe significato tracciare una rotta commerciale sicura attraverso lo Zar e fino ai Quattro Regni, ancora. Era un'idea impalpabile, lontana e fantasiosa per la maggior parte dei mercanti, che preferivano poltrire sui fruenti mercati dell'Akeran, senza la minima volontà progressistica. Instaurare un accordo con Dortan avrebbe permesso loro di esportare merci esotiche e minerali preziosi in cambio di un rapporto privilegiato con gli abitanti della regione centrale di Theras, in maniera più veloce e sicura di quanto non facessero già quei rari trafficanti che si arrischiavano ad attraversare regolarmente il deserto dei See.
   Purtroppo, tra i pochi che capivano le conseguenze di una tale impresa, vi erano Lhissra'had e gli occhi del serpente tutti.
   « I mercenari sono in posizione? » chiese ad Altan, tornando serio e preoccupato. « Bazı » gli rispose quello. « Li abbiamo fatti disporre vicino e sulle navi, in caso di sabotaggio. Il molo è tranquillo e non credo... »
   « Non dirlo, Altan! » lo interruppe immediatamente l'altro, per scaramanzia. « Non dirlo! Sarò tranquillo solamente domani mattina, quando saremo al largo e lontani da Qatja-yakin. »
   Il serpente aveva tentato di mettergli i bastoni fra le ruote sin da quando aveva paventato l'idea di quella spedizione. Prima negandogli i prestiti, poi impedendogli l'acquisto delle navi migliori e infine boicottando le sue merci. Lhissra'had aveva il quasi totale monopolio sulle carovane mercantili costrette ad attraversare il deserto dei See e, naturalmente, era intenzionata a preservare tale predominio; l'apertura di una rotta alternativa avrebbe danneggiato terribilmente quel mercato e la donna sapeva perfettamente di non poterselo permettere. Inizialmente si era limitata a dissuadere Solimano; poi aveva iniziato a boicottarlo; infine erano cominciati gli incidenti: uomini che morivano nella notte; merci che sparivano nel nulla; intere imbarcazioni che venivano affondate e molto altro ancora. Il nano moro aveva compiuto i salti mortali per risparmiare il necessario a far partire la spedizione e aveva il terrore che il serpente non avesse per nulla allentato la stretta su di lui. Per questo aveva assunto dei mercenari: il loro compito era quello di salvaguardare le navi e il carico fino all'alba successiva, quando avrebbero mollato gli ormeggi.
   Osservò di nuovo la sua flotta: dieci navi piccole e veloci, dallo scafo basso e largo e dotate di ampie vele spiegate, l'una accanto all'altra come un gruppo di soldati. Su ciascuna di esse vi era un carico differente: spezie, pietre preziose, vino... il tutto stipato in casse e barili ricoperti da un pesante telo di iuta. I mercenari avevano preso posizioni differenti: alcuni attendevano direttamente sull'imbarcazione, mentre altri erano sul molo, nelle vicinanze - uomini preparati e di fiducia, che non avevano mai intrattenuto alcun rapporto con il serpente.
   Solimano salutò il suo naviglio con tristezza e si allontanò per andare a riposarsi. Sarebbe tornato la mattina seguente, nella speranza che Lhissra'had non fosse così cieca da mandare il serpente a stritolare il progresso.



CITAZIONE
yangın = incendio

Benvenuti al primo round del peccato originale. La scena vi si presenta come sopra descritta e qui sotto vi farò un elenco il più sintetico possibile sui vostri obiettivi.
• L'obiettivo dell'utente a favore degli arconti è quello di incendiare la flotta di Solimano. Può compiere questa azione come preferisce (con le proprie tecniche o azioni fisiche - ricordiamo che il nuovo regolamento delle armi gli permette di portarsi nella scena tutto l'euipaggiamento appropriato per compiere il suo obiettivo) ma non deve essere autoconclusivo nei suoi tentativi di "incendio". Il suo obiettivo si sintetizza nel "diffondere le fiamme il più possibile". In GdR-On ciò avviene poiché Lhissra'had ha chiesto questo favore in cambio di un ingente prestito a favore del dicasterio. Naturalmente non è strettamente necessario che le navi vadano a fuoco - è sufficiente che siano distrutte.
• L'obiettivo speculare dell'utente contro gli arconti è quello "contenere le fiamme". Il suddetto utente dovrà gestire il naviglio come se fosse una risorsa aggiuntiva alle tre a disposizione del personaggio (che inizia al 100%) e sarà lui a determinare - sportivamente parlando - i danni provocati dall'utente a favore degli arconti, esattamente come determinerebbe i danni provocati da degli attacchi fisici o da delle tecniche sul suo corpo. GdR-On il personaggio è stato semplicemente ingaggiato da Solimano per difendere la flotta e pagato fior fior di pezzi d'oro.
• Siccome il vostro obiettivo è quello di "disperdere le fiamme" o di "contenerle", il vostro voto in strategia dipenderà in buona parte anche dal successo finale ottenuto in queste azioni, oltre alla normale valutazione.
• Entrambi avrete a disposizione due slot speciali valenti per la giocata. Lo slot speciale ha un consumo Medio (di una risorsa scelta al momento del cast), consuma uno slot tecnica e genera un effetto di potenza Media giustificato da un intervento esterno: ad esempio per il giocatore in attacco potrebbe essere costituito dalla deflagrazione di alcune cariche esplosive piazzate vicino alle navi, mentre per il giocatore in difesa potrebbe essere l'intervento degli altri mercenari.
• Se l'utente a favore degli arconti non utilizza appropriate tecniche per nascondersi, allora il giocatore in difesa può individuarlo automaticamente dopo il primo post attivo.
• Per il resto, la giocata segue le normali regole di un duello ufficiale:


Hyperion VS Bålverk Oppa Savaşçı
Gialla VS Rossa
B VS B


Primo post: Hyperion
Durata: un post di presentazione a testa e quattro post di combattimento
Tempi di risposta: a cinque giorni dalla risposta del proprio avversario verrà applicata una penalità di 0.25 punti alla sportività del giocatore. Tale penalità è cumulativa per ogni ulteriore giorno di ritardo.
Regole:Il duello non deve interrompersi per alcun chiarimento - usate vie private, nel caso. Non si possono modificare i propri post dopo le risposte dell'avversario. Si seguono le normali regole di un duello ufficiale.
 
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Endymyon
view post Posted on 28/3/2015, 23:58







"E per questo dovete recarvi a Qatja-yakin" disse l'uomo da sotto il cappuccio rosso "E dovete fare in fretta: questo" asserì tirando fuori un sacchettino e riversando le monete dorate sul legno malconcio del tavolo "è solo un piccolo anticipo." Sorrise mentre i suoi occhi guardavano le espressioni stupite di chi stava intorno al tavolo.
I vari volti fissarono le monete, facendo un conto mentale e fantasticando già come avrebbero speso quei soldi. Una mano corpulenta si avvicinò alla moneta più lontana, ma il vecchio conficcò con celerità un coltellaccio nel tavolo prima che le dita potessero anche solo toccare l'oro.
"È evidente che non avete capito: queste monete sono mie! Se volete il compenso andate a fare il lavoro, e poi tornate qui da me." disse mentre raccattava le monete "Potrei persino mettere una buona parola e vedere di farvi promuovere ad Arconti, se vi dimostrate degni."
I vari energumeni raccolti attorno al tavolo rotondo si guardarono a vicenda in silenzio. Una mano scaltra afferrò un paio di monete e subito scattò via dalla sedia verso l'uscita. Assaporava già la libertà, quel uomo, quando imboccò il primo scalino verso la porta, e al secondo sentiva già il cibo caldo scorrergli giù per la gola, mentre al terzo sentì solo il sangue sgorgare sui suoi vestiti. Era uscito di poco dalla porta e si era ritrovato un gancio ad afferrarlo poco sotto al pomo d'Adamo, trafiggendo l'esile collo e fermando la sua avanzata. Senza alcuno sforzo l'uomo dai capelli bianchi spuntato quasi dal nulla si fece largo nella stanza, tirando il povero malcapitato verso il tavolo che aveva abbandonato di corsa. Nelle sue mani vi erano ancora le monete di cui non si era voluto liberare nemmeno quando il respiro gli era venuto meno. Annaspava alla ricerca di aria, piangendo e tentando di svincolarsi dal gancio metallico che gli stava aprendo la gola, creando un buco sempre più grande. Infine le monete gli caddero dalle mani, spirando.
"Heh, l'hai preso proprio all'amo" disse il vecchio ridendo sotto i baffi "Bravo, prendi pure quelle monete." Incrociò le mani in preghiera e vi appoggiò la fronte contro per qualche secondo. Biascicò qualcosa di incomprensibile e poi si alzò dal tavolo, facendo raschiare la pesante sedia sul pavimento. "Direi che non c'è altro da fare per me qui. Ricordatevi questa bettola: spero di ritrovarvi con buone notizie per me tra qualche settimana, signori."


Percorreva una delle vie che lo avrebbero condotto al porto, verso l'obiettivo che lo aveva fatto soggiornare in quella opulenta città stracolma di mercanti di ogni genere. Aveva notato già negli scorsi giorni quanti tipi diversi di mercanzie vi erano sulle bancarelle: frutti esotici, piante medicinali molto rare, vestiti di colori sgargianti e monili con varie pietre preziose incastonate. I girovaghi si esibivano ogni giorno per le strade mentre le sibille più rinomate avevano una loro tenda privata, con tanto di una lunga coda di persone che attendevano per potersi far predire il futuro, a discapito dei cartomanti non tanto famosi e costretti a guadagnare qualche spicciolo negli spazi tra le bancarelle. Forse questi ultimi avrebbero dovuto leggere meglio le loro carte e capire che non avevano poi tanta fortuna quanto credevano, se si ritrovavano lì per terra anziché in una fastosa tenda.
Aveva anche amato guardare il sole infrangersi contro il mare per creare quei bellissimi tramonti, ma quella sera il romanticismo del sole che incontra lo Zar al calare della sera non suscitava altro in lui che immagini del fuoco. Un fuoco che avrebbe invaso il porto e bruciato quelle navi, impedendo così al sultanato di creare nuove rotte commerciali con il Dortan, almeno per il momento. Non poteva permettere che i Corvi Laici o i Pari potessero godere di questi scambi: da quando era entrato negli Arconti si era reso conto di come quella fazione fosse diversa dalle altre due. I nobili avevano ricchezze che potevano utilizzare per comprare diversi beni, mentre il popolo prediletto dagli altri Corvi avrebbe potuto anche lui scambiare merci di diverso valore per incentivare un'unità interna, senza far mancare i beni di prima necessità alle persone, e creando così un fronte ben saldo e incorruttibile. Forse in fondo solo gli Arconti non avrebbero guadagnato nulla da quei scambi, al che nulla serviva loro se non poter mantenere in qualche modo i mercenari e gli assassini.
Ormai era arrivato vicino al porto e si era fermato a guardare da lontano le navi che sarebbero potute essere la salvezza del Dortan dalle grinfie dei simpatizzanti di Caino. Peccato che a Basilea non servissero né i nobili, pigri e avari, né il popolo sognatore, illuso da concetti di uguaglianza e giustizia, bensì una crudele realtà che rimettesse in riga tutti al loro posto. Non era detto nemmeno che gli Arconti fossero meglio, tanto era esiguo il loro numero e tanti erano i mercenari assoldati o salvati, ma almeno coloro che credevano in Caino, in qualche modo, si erano dimostrati capaci di anteporre tutto alla voglia di comando e all'ambizione: virtù che pochi avrebbero potuto ostentare con tanta veemenza. I nobili non erano capaci di prendere in mano il potere da soli, e si erano uniti in quella specie di oligarchia, mentre il popolo, credendo nell'utopia della salvezza di tutti, non avrebbe avuto il coraggio di estirpare le erbe cattive che sarebbero cresciute anzi, avrebbero pregato il loro sovrano affinché li salvasse. Eppure la realtà alle volte è malvagia: non sempre ci sarà qualcuno a salvarti se non lo fai tu con le tue stesse mani.


Status & Co.
Riserve:
Fisico: 75% Mentale: 75% Energetico: 150%
Riserva Cs: 0
Danni fisici: N/A
Danni mentali: N/A
Oggetti rilevanti: 2 Coralli
Passive utilizzate: N/A
Attive utilizzate: N/A

Armi/ Armature: Armatura di cuoio e maglia metallica; Spada bastarda; Acciariono; Bandoliere con olio infiammabile; 2 Torcie; Arco e 5 freccie incendiarie

Note: Non penso ci sia nulla da dire: il post si divide in 2 parti: un antecedente per "il motivo" che spinge Hyperion a trovarsi lì, mentre la seconda è una descrizione sommaria per bellezza artistica con infine un pensiero politico un po' da approfondire, direi, ma che potrebbe far capire già al lettore cosa ne pensa un po' Hype della situazione dei 4 regni :v:

Effettivamente non sapevo se mettere le armi etc..., ma ne ho messe alcune tanto per dare l'idea che si va per incendiare le navi :asd:

Dang it: volevo fare come Grim e mandare il messaggio alle 23:59, ma non ci sono riuscito :facepalm:



 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 2/4/2015, 15:28




Atto I
Paure sommerse


Il mio nome è Bålverk Oppa Savaşçı, sono nato nella Roesfalda e sono un vigliacco.
Ho sempre avuto paura di molte cose nella mia vita, fin da quando ero piccolino. Ricordo che un giorno stavo correndo a perdifiato tra i campi, libero come solo un bambino saprebbe sentirsi, con il vento tra i capelli e le guance bagnate dal sole. Ero così preso dai miei giochi che non mi accorsi di essere passato proprio sopra un buco nel terreno: inizialmente mi sembrò di volare, ma poi capii l'amara verità. Caddi tre metri per poi incastrarmi in un rimpicciolimento della roccia, rompendomi il polso e battendo la testa violentemente. Rinvenni solo qualche ora più tardi, con le urla disperate di mia madre che mi chiamava: non so come riuscii a farmi sentire. Fui tirato su e picchiato da mio padre perchè mi ero allontanato troppo da casa: ero finito in uno dei suoi tentativi di scavare un pozzo fatti quando aveva costruito in quelle terre. Non si accorse nemmeno del polso, al contrario di mia madre. Piansi per giorni, ma per ancora più tempo non dormii la notte. Non posso dimenticare l'acqua che gorgogliava sotto di me mentre mi trovavo incastrato in quel buco, confuso e lercio di terra.



Peccato originale
di acqua e fuoco

— yangın —



Oppa
giorno; Qatja-yakin


Il tramonto era stupendo sul mare. Per un uomo abituato da sempre a vivere nell'interno del continente, non esiste niente di più affascinante e ammaliante del sole che si tuffa nell'oceano. Un tripudio di sfumature, un arcobaleno di colori che cambiano di minuto in minuto, degradando lentamente nell'oscurità della sera. Non è un caso che scenari simili abbiano ispirato innumerevoli opere d'arte, da poesie struggenti a quadri di indicibile splendore. Eppure non tutti gli uomini sono attratti da questa vista. Esistono persone che non vedono nel tuffarsi del sole all'orizzonte qualcosa di bello, ma una metafora della vita: dalla nascita debole ma rapida dell'alba fino alla potenza luminosa dello zenit, e infine la lenta ma inevitabile caduta fino al buio della morte. Li si potrebbe definire pessimisti, o fin troppi inclini al pensiero e alla filosofia: del resto perchè pensare alla morte, quando la vita è così piena di avvenimenti deliziosi? Ecco, Oppa era un pò diverso da questi pensieri, barcamenandosi tra le due verità come una zattera naufraga delle onde. Lui odiava il mare e l'acqua: se la scelta fosse stata lasciata a lui, Theras sarebbe un'unica enorme distesa piatta di terra, coltivata a granturco (adora il granturco) e grano. Niente mari, niente oceani, niente pozze d'acqua più grandi di un acquitrino: solo qualche fiume ogni tanto a bagnare le membra stanche, a dissetare le gole secche e a bagnare le sementi per farle crescere rigogliose.
Un uomo ben strano Oppa, tanto grande e imponente fuori, tanto piccolo e impotente dentro: una persona ricca di contraddizioni, di frizioni tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere. Ma non è proprio questa inconciliabilità a rendere bella e unica la vita?

Oppa non amava l'acqua, ma sopportava la sua vicinanza per necessità. Era a corto di denaro, aveva quasi finito il ricavato del suo precedente lavoro, e ora era alla disperata ricerca di un guadagno veloce. Vedendolo così enorme e in un'armatura all'apparenza impenetrabile, erano molti quelli che richiedevano i suoi servigi per lavori di difesa e di sorveglianza. Ad Oppa non dispiaceva nemmeno tanto: in genere non succedeva niente di particolare, doveva solo avere la pazienza di controllare la stessa zona per qualche notte, e la paga non era niente male. Aveva viaggiato lungo una delle strade maestre che portavano da Qashra al Qatja-Yakin, trovando spesso qualche passaggio in cambio di protezione. La fortuna era girata per il verso giusto, ma Oppa non si era mai fatto illusioni: era sempre stato un uomo fortunato, ma questo significava che le poche volte che gli dèi gli voltavano le spalle colpivano duramente.

Aveva trovato quel lavoro solo la mattina prima: alcuni marinai al porto gli avevano indicato un nano al servizio di Solimano: cercava uomini adatti a difendere delle navi ricche di merci che sarebbero partite l'indomani. Questo Altan, un nano dalla fronte liscia come un tavolo d'ebano e dalla folta barba bruna, lo aveva squadrato e lo aveva subito scelto per il lavoro assieme ad una manciata di altri uomini. Oppa sapeva cosa aveva pensato: se questo è in grado di camminare con un'armatura così grande, dev'essere forte quanto un gigante! In questo non aveva tutti i torti, nè lo avevano tutte le persone che lo avevano assoldato nei mesi precedenti. L'unico piccolo insignificante dettaglio, come la nota scritta in piccolo in un contratto all'apparenza vantaggioso, era che Oppa aveva paura della battaglia e dei rischi che questa comportava. Aveva sempre avuto paura di farsi male, da quando da piccolo era scivolato in un pozzo, e da allora sua madre aveva fatto in modo che non vivesse niente di più pericoloso di un bagno nella vasca dietro casa. Si, Oppa era un vigliacco, ma fino a quel momento quella farsa aveva funzionato bene, quindi perchè non continuare?


Oppa
notte; Qatja-yakin


La notte era calda e tranquilla come un abbraccio materno. Oppa aveva assistito con crescente sollievo allo svuotarsi del porto, finchè non erano rimasti che i pochi uomini al servizio di Solimano, che passeggiavano lungo le banchine o sui ponti delle navi. Poco dopo l'inizio del lavoro Oppa era stato avvicinato da un altro guardiano, un uomo dal volto truce e dal nome ancora peggiore: Ben lo Sfregiato. « Hey, uomo di latta! Dammi il cambio sulla nave, quel rollio mi sta facendo vomitare anche l'anima. » il Baluardo si voltò non appena sentì una voce che non conosceva, ma lo fece talmente di scatto che spintonò Ben e lo fece quasi cadere a terra. Alla domanda aveva sgranato gli occhi, senza sapere cosa dire e iniziando a sudare copiosamente: aveva esitato qualche secondo per cercare qualche parola adatta alla questione, e infine aveva eruttato un No tanto forte da sembrare una cannonata. L'altro fece un passo indietro, spaventato da quella che gli sembrava una minaccia, e si era allontanato borbottando, girandosi ogni tanto a controllare che Oppa non lo stesse seguendo. Il vigliacco portò la mano sul petto all'altezza del petto: sapeva che da lì non poteva sentire il cuore battere con violenza, ma quel contatto gli permetteva di riprendere un attimo fiato e calmarsi. Il battito, che durante la breve chiacchierata con Ben lo aveva assordato come se fosse amplificato dall'armatura stessa, ora si andava calmando assieme al suo respiro. Lui, andare su una nave? Era forse impazzito? E se fosse inciampato e caduto in acqua? Con quell'armatura sarebbe andato a fondo come una pietra da macina, e tanti saluti a Oppa. Il solo pensiero di morire annegato gli fece scappare un gemito di terrore, ma non c'era nessuno nei dintorni che potesse sentirlo. Si guardò attorno rapidamente, riprendendo poi il suo giro di ronda.

Gli unici rumori erano lo sciabordio delle onde contro i moli e gli schiamazzi lontani dei marinai nelle locande vicine al porto, tutto sembrava tranquillo come mille altre nottate simili, e così gli sarebbe piaciuto che rimanesse. Del resto era un uomo fortunato, no?



Non posto ancora lo specchietto, visto che siamo ancora ai post di presentazione. Vorrei solo augurarti buon duello e buon divertimento!
Segnalo solo l'equipaggiamento che Oppa porta con sè.

Equipaggiamento: armatura completa di piastre, scudo.
 
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Endymyon
view post Posted on 7/4/2015, 22:59







L'odore di salsedine era diventato ancora più forte lì, a pochi metri dall'entrata del porto. I manovali o chi per loro si stavano già adoperando affinché le lanterne fossero tutte accese, prima che l'ultimo filo di luce del sole lasciasse spazio alla flebile luce delle stelle.
Hyperion dal canto suo aveva già visto abbastanza uomini armati di tutto punto sulle navi e sulla panchina per poter pensare che sarebbe stata una missione facile. Se solo quel maledetto serpente non avesse sbandierato al sultano le sue intenzioni avrebbe potuto agire sotto copertura, magari come mozzo o qualcosa di simile, ed aspettare di essere già in mare per poter dare fuoco alle navi e dare meno chance di difenderle. Invece ora doveva inventarsi qualcos'altro, e smetterla di sognare ad occhi aperti come il mercenario che aveva ucciso durante quell'incontro. Forse era anche per via di come lo aveva eliminato che nessun altro si era fatto vivo per aiutarlo a incendiare le barche del sultano.
“Poco male” avrebbe voluto dire: per quanto fosse difficile la missione, non dovendo spartire con nessuno la ricompensa sarebbe stata una motivazione in più per darsi da fare e smetterla di girarsi i pollici. Il suo incedere era lento e monotono, al pari di un mercante che stesse passeggiando, ed i suoi occhi che si muovevano a destra e a manca volevano lasciar intendere che stesse controllando la merce ed i dintorni. Le sopracciglia corrucciate e una piccola fossetta all'angolo della bocca gli davano un'aria di falsa consapevolezza e disappunto, sufficiente perché il primo mozzo che gli si fece contro avesse un'aria perplessa.
«Signo', a qui nun se può stà!» disse l'uomo, incrociando le braccia al petto «Vattene»
Il guerriero albino, ancora ammantato da un bianco mantello, aprì la bocca e mosse la mano sinistra verso il suo interlocutore, prima di arrestarsi e rispondere. «Giovanotto è ch...» una spada trapasso la gola del malcapitato da parte a parte.

In quel momento ripensò all'uomo che aveva ucciso afferrandolo per il collo con il gancio che di solito riservava alle sue prede di caccia. Nonostante quello non fosse il solito mostro che doveva braccare perché infastidiva i contadini mangiandone gli animali oppure perché uccideva uomini in qualche città, quel brigante dalla mano lesta mentre moriva non gli aveva dato alcuna sensazione differente. Aveva letto in vari libri, quei così detti "romanzi", che uccidere una persona sia più difficile sia dal punto di vista della fatica sia dal punto di vista emotivo. Eppure per il guerriero albino era stata la stessa identica cosa del uccidere un pollo rompendogli il collo.
Nemmeno le facce degli astanti erano cambiante molto, solo lievi espressioni di disgusto e di paura. Probabilmente quelli ancora seduti al tavolo avevano già visto torture ed abusi di vario genere, tanto era squallida quella città nella regione di Alacrisia. Di sicuro almeno uno di loro sapeva la storia di qualcuno tradito dal proprio fratello per soldi, oppure conoscevano un ragazzino bastardo che si aggirava per i vicolo a derubare chi riusciva perché moriva di fame.

Alcrisia: una regione dove vi erano più ladri che cittadini onesti, più tagliagole che uomini di chiesa. Un covo di mostri dalle forme umana in cui lo stesso albino riusciva a rispecchiarsi.


Sbattè le palpebre.
La figura verdastra che teneva l'arma in mano aveva l'aspetto per metà umano, fino alla vita, e per metà serpentiforme. Il colorito olivastro della pelle e il muschio che sembrava esservi al posto dei capelli lo rendevano simile al suo gemello lì affianco, anche lui in piedi sulla coda a pochi passi dal giovane morente.
«...sei stato sfortunato» disse l'evocatore. Subito lasciò arco e frecce al suo secondo famiglio per accendere una torcia e darla a quello che aveva la spada imbrattata di sangue. Il fuoco forse avrebbe attirato le attenzioni degli altri uomini verso di loro, ma avrebbero dovuto pensare a qualcos'altro prima di potersi scagliare contro gli assassini di un compagno. Grosse emanazioni di energia oscura e lungiforme si erano andate a creare per tutta la lunghezza della banchina e puntavano le barche e gli uomini raccolti al porto. Spesse quanto il braccio di un uomo adulto, le oscure saette con la punta simile a delle frecce o alle lance, pochi secondi dopo la loro formazione, incominciarono a lacerare l'aria in cerca del loro bersaglio, come se mille arcieri diversi avessero scagliato i loro dardi verso le navi. Inesorabilmente alcune sarebbero finite in mare, ma altre sarebbero riuscite, se la fortuna fosse stata dalla sua, a lacerare le tele e tagliare le grosse corde.
Era necessario fare fuori più persone possibili prima che potessero dare l'allarme dell'attacco, altrimenti sarebbe diventato tutto più difficile, e Hyperion non aveva voglia di essere la preda di una caccia all'uomo. Così estrasse la spada, e indietreggiando di alcuni metri, lasciò che le sue due creature scagliassero due frecce infuocate verso due navi distanti fra di loro.





Status & Co.

Riserve:
-Fisico: 75%
-Mentale: 75%
-Energetico: 150%- 5-20= 125%
Riserva Cs: 0
Danni fisici: N/A
Danni mentali: N/A
Oggetti rilevanti: 2 Coralli

Armi/ Armature: Armatura di cuoio e maglia metallica; Spada bastarda; Acciarino; Bandoliere con olio infiammabile; 2 1 Torce; Arco e 5 frecce incendiarie 3 frecce ancora da scoccare nelle mani delle evocazioni

Passive utilizzate:

Evocazioni fortificate
Le creature o gli alleati richiamati in campo dallo sciamano sono impareggiabili rispetto a quelle impiegate da chi non ha il suo stesso talento. Sfruttando la sua esperienza impareggiabile nel campo e consumando un utilizzo di questa passiva, lo sciamano è in grado di donare 1CS aggiuntivo alle sue evocazioni quando queste scendono sul campo di battaglia, dello stesso tipo di quelli che l'evocazione già possiede.
consumo: passiva; 6 utilizzi (Passiva Sciamano)---> 5 utilizzi

Evocazioni rapide
Molti sciamani sono deboli fisicamente e utilizzano le loro evocazioni come scudi da frapporre alle offensive dei propri avversari. In questo caso, non possono permettersi di attendere che i propri alleati scendano lentamente in battaglia, magari raggiungendolo dalla distanza. Consumando un utilizzo di questa passiva, quando lo sciamano utilizza una tecnica d'evocazione, può far apparire la creatura evocata istantaneamente al proprio fianco, indipendentemente dalle condizioni preesistenti, e chiederle di difenderlo.
consumo: passiva; 6 utilizzi (Passiva Sciamano)----> 5 utilizzi

Evocazioni vincolate
Il legame tra uno sciamano e le sue evocazioni è indissolubile e, in alcuni casi, persino sacro. Lo sciamano istituisce con i propri alleati un vincolo profondo, che gli permette di sfruttarli anche per scopi che vadano oltre al mero combattimento. Consumando un utilizzo di questa passiva, lo sciamano è in grado di condividere i sensi con la propria evocazione per un intero turno di gioco; durante questo tempo, egli potrà vedere attraverso gli occhi della creatura e ascoltare attraverso le sue orecchie, come se fosse lì.
consumo: passiva; 6 utilizzi (Passiva Sciamano) ---->5 utilizzi

» Pacifismo: vivendo per anni lontano dalla civiltà, i possessori di questo talento hanno oramai perso interesse per i conflitti delle persone comuni. Consumando un utilizzo di tale passiva, questi asceti riusciranno a esporre al mondo le loro idee attraverso una malia psionica che indurrà le persone attorno a loro ad abbandonare la violenza e ad abbassare le armi. (Numero di utilizzi: 6) (Passiva Talento) ---> 5 Utilizzi

8°,9° Personale: Passive a 6 utilizzi ciascuna che rendono le difese e gli attacchi ad area di Potenza pari al Consumo. ---> 6 utilizzi per difese ad area; 5 utilizzi per attacchi ad area

Attive utilizzate:

Richiamo minore (100G)
Lo sciamano richiama un alleato (o una somma di alleati) sul campo di battaglia, per farlo combattere al suo fianco o al suo posto. La creatura così evocata disporrà di una riserva di 1CS e sparirà dopo due turni, oppure dopo aver accumulato un danno complessivo pari a basso. Il tipo di CS dell'evocazione va specificato al momento dell'acquisto.
consumo: basso di energia
Cs: Forza - Natura: Magica

2°,3°,4° Personale: Con un consumo energetico pari a Basso, Hyperion utilizza la propria energia, modellandola a piacimento, contro un solo nemico, mentre a consumo Medio e Alto l'attacco sarà ad Area, che sia esso a 360°, a cono o ad onda. Non colpisce gli alleati. Causa danni magici al corpo.


Hype fa fuori un primo mozzo (tanto per far finta che ci siano npc) e poi passa il suo arco e una sua torcia alle sue creature, che spareranno 2 frecce. Entrambe vanno contate come attacchi fisici a 1 cs di forza (e quindi le mie due creature non hanno più CS disponibili :v ). Inoltre lancio una tecnica magica ad area con consumo Alto (leggasi sopra tutte le passive utilizzate :v: )
A te Par :scl:
Note: 23:59 :D:


 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 12/4/2015, 22:13




Peccato originale
di incendi e paure

— yangın —



Raut
sera precedente; residenza di Solimano, Qatja-yakin


« TI HO GIÀ DETTO CHE È TROPPO! »
Solimano era in piedi, le mani poggiate sulla scrivania del suo ufficio, come se volesse afferrarla e scagliarla in aria. Il petto, coperto da sete preziose e ricami, si alzava e si abbassava come un mantice, facendo ballare la barba folta sulla pancia sporgente. Chiuse una mano a pugno e la portò verso il volto del suo interlocutore, come se volesse dargliene di santa ragione. L'uomo che aveva di fronte non fece una piega, come se tutta quella messinscena fosse perfettamente calcolata. Si limitò ad alzare le spalle, nemmeno la reazione del nano fosse rivolta a qualcun'altro: fece roteare la mano in un gesto di impazienza, lasciando che Solimano si sfogasse per bene. Non era la prima volta che sapere il prezzo dei suoi servigi venisse preso con tanta foga, e del resto come dargli torto? Era bravo con la magia, dannatamente bravo, e da quanto sapeva i mercenari come lui erano alquanto rari da quelle parti. Facile imparare a roteare una spada e ad alzare uno scudo, ma la magia? Un altro paio di maniche, indubbiamente, e l'abilità costa. Lo stregone aspettò pazientemente che il nano facesse una pausa per riprendere fiato, poi parlò con voce calma e cordiale, come se stessero parlando del raccolto di quell'anno. « Come vi ho già detto, Mastro Solimano, il mio prezzo è questo e non cambierà, non importa quanto sbraitiate. Se non vi è gradito... » si lasciò sfuggire un sorrisetto arrogante, degno del peggiore dei tagliagole « ... potete sempre cercare qualche altro stregone più economico. ». Si appoggiò allo schienale della poltrona, sorseggiando la bevanda che gli era stata offerta: continuò a fissare il nano da sopra il bicchiere, ricevendo in risposta uno sbuffo spazientito. Non aveva dubbi che, fosse stato per Solimano, quel sorso sarebbe potuto essere l'ultimo: tuttavia i suoi servigi in quel momento era ben più preziosi di un po' di monete d'oro, ed entrambi lo sapevano benissimo. Il nano crollò sulla sua poltrona con uno sbuffo poderoso: « NON CE NE SONO ALTRI! » sbuffò ancora, riempendosi il bicchiere e trangugiando il contenuto in un unico sorso, « sono tutti al Sud a combattere non so cosa, siano maledette le loro madri! ». Lo stregone attese pazientemente, lasciando che il nano recuperasse il fiato e un minimo di buonsenso: sapeva che alla fine avrebbe ceduto, non aveva alternative. Non dovette aspettare molto.
« Va bene, dannazione, va bene! » alzò le mani e le ripoggiò pesantemente sulla scrivania, in un gesto di resa che lo stregone accolse con un sorriso solare. Stava per aggiungere qualcosa ma le parole sferzanti gli morirono in gola, perchè Solimano poteva anche perdere una battaglia, ma era abituato a vincere le guerre, sopratutto nelle contrattazioni.
« Sei dei nostri, stregone da strapazzo, ma ad una condizione. Sarai bravo come dici e come dicono gli altri, ma se vedo anche solo una cacata di gabbiano sulle mie navi sarai tu a pagarne i danni. Del resto... se sei così bravo non dovrebbe succedere niente, giusto? »
Raut deglutì: lo aveva sottovalutato, ed ecco che ora ne pagava le conseguenze. Non si sognò di sorridere nemmeno per un istante quando Solimano gli porse il contratto da firmare.
Mai prendere per il culo un nano in casa sua, si ripromise a denti stretti, mai più.


Oppa
notte; porto, Qatja-yakin


« Ah! Ah! Ah! » Oppa ansimava, guardando con mani tremanti ciò che stava accadendo. Non era stanco, del resto non aveva fatto altro che passeggiare per il porto per qualche tempo, e nonostante l'armatura pesante ci era abituato. Aveva visto uno dei mozzi muoversi lontano dalla luce delle lanterne sulla banchina, lo aveva sentito parlare con qualcuno, e anche se non era riuscito a distinguere le parole non gli era sembrato allarmato. Così aveva continuato la sua passeggiata, finchè ai limiti della sua visuale non erano apparse tre figure. Man mano che la luce li illuminava, iniziava a comprendere sempre più dettagli e sfumature, finchè non riuscì a farsi un'idea di chi fossero, o di cosa fossero. Al centro camminava un uomo: il passo controllato e il volto disinvolto spaventarono talmente tanto Oppa da farlo indietreggiare di un passo. Del resto, chi sarebbe rimasto così tranquillo, se affiancato da quelle cose? Erano un miscuglio vomitevole di creature, a metà tra uomo e serpente: poteva vederle ondeggiare sulla coda scagliosa, con armi tra le braccia robuste, e il loro volto era terribile. Anche se nella penombra non riusciva a distinguerne i lineamenti, Oppa li immaginava brutti e dai denti aguzzi, con una lingua biforcuta che saettava fuori per assaggiare l'aria in cerca di prede; con orrore immaginava di incontrare il loro sguardo e di rimanere pietrificato sul posto. Le gambe iniziarono a tremargli e iniziò a rantolare, come se i polmoni gli si fossero riempiti di sabbia invece che di aria. Mai come in quel momento fu grato di indossare l'armatura: il solo pensiero di toccare una creatura come quella lo avrebbe fatto di certo scappare a gambe levate. Aprì la bocca per gridare aiuto, ma ne uscì solo un verso disarticolato di terrore, amplificato dal metallo dell'elmo in uno squittio vigliacco. Non avrebbe voluto combattere, del resto non aveva mai voluto farlo, ma doveva avvertire le navi, doveva mandare qualcuno ad uccidere quelle creature, quei mostri. Aprì ancora la bocca per parlare, e questa volta riuscì a dare forma al suo terrore: « M-MOSTRI! DEI MOSTRI CI ATTACCANO! ». Quasi scoppiò a ridere per la felicità: ce l'aveva fatta! Era riuscito a chiamare aiuto! Ora sarebbero arrivati di corsa ad aiutarlo e a fare a pezzi quelle creature, non aveva alcun dubbio, doveva soltanto resistere un altro po' di tem...
« Ma-magia? »
Le vide formarsi tutte attorno a lui: come frecce di oscurità che attendevano solo un gesto per essere scagliate contro ciò che avrebbe dovuto proteggere. Istintivamente impugnò lo scudo e lo mise di fronte a sè, chiudendo gli occhi e aspettando di morire. Quando il primo dardo lo colpì alla spalla si fece scappare un urlo di terrore, e un altro quando una freccia bucò l'armatura e lo ferì al fianco. Aspettò qualche secondo, terrorizzato dal silenzio che proveniva dal porto: poi iniziò il caos. Urla si alzarono dalle navi: più di stupore che di dolore. Sopra tutte, poteva sentire quelle furiose di Raut che abbaiava ordini a destra e a sinistra, intervallando ogni parola con una bestemmia. Oppa si voltò appena rimanendo al riparo dello scudo, già aspettandosi le navi distrutte e colanti a picco, con decine di uomini che si buttavano in acqua per cercare di salvarsi. Quando le vide danneggiate ma ancora saldamente ancorate per poco non si lasciò andare a una risata di sollievo. Gioia spenta sul nascere dalla vista di due frecce che viaggiavano verso altrettanto navi: lasciarono una scia luminosa al loro passaggio, e la comprensione di quel dettaglio mandò Oppa nel panico. Fuoco? Volevano dare fuoco alle navi? No, non devono!

Il vigliacco si voltò di scatto verso i tre, abbassando solo in quel momento lo scudo per guardarli meglio: come aveva fatto a non rendersi conto degli archi? Diede una testata allo scudo, digrignando i denti per la frustrazione. Poteva lui, nominato capitano di unità dell'esercito del Dortan, tirarsi indietro? Impugnò saldamente lo scudo di fronte a sè, come se fosse un carro da sfondamento. Si, li avrebbe caricati e con il suo incredibile talento con la spada li avrebbe fatti diventare una zuppa di serpenti! La fantasia si spezzò nel momento stesso in cui riuscì finalmente a guardare una di quelle cose negli occhi: le mani iniziarono a tremargli, così come l'intera armatura. Il suono delle campane di allarme del porto furono il colpo di grazia: Oppa perse completamente il senno. Caricò come un toro in direzione del fianco dei rettili, alzando lo scudo e sbuffando come una macchina a vapore. Come se quello potesse allontanarli da lui, o come se potesse fermare il sangue che iniziava a scorrergli lentamente nell'armatura.
Mentre caricava Oppa non vedeva più niente: di fronte a lui sparirono gli occhi dei due serpenti, le code e le lingue biforcute. Rimaneva soltanto una cosa: una paura talmente nera e densa da sembrare disperazione.



Riassunto
Comprensione



Cs in riserva: 2 (Resistenza); 2 CS (Forza) impiegati

Risorse attuali:
Energia - 120% (usato il 30%)
Corpo - 65% (subito un danno Medio)
Mente - 75%

Consumi utilizzati: Medio (10% energia) + Alto (20% energia)

Condizioni fisiche: Danno basso da perforazione alla spalla sinistra. Danno Basso da perforazione al fianco destro.
Condizioni mentali: Illeso. Terrorizzato.

Equipaggiamento

Armatura completa di piastre
Scudo pesante


Passive in uso:

CITAZIONE
2/25 Abilità Personale Passiva (4 3 turni): le difese castate contano di un livello superiore, le offensive castate contano di un livello inferiore.
6/25 Abilità Personale Passiva (6 5 turni): nonostante la stazza, Oppa attira molto poco l'attenzione.
7/25 Abilità Personale Passiva (8 7 turni): forza straordinaria.

Attive e Oggetti in uso:

CITAZIONE
Corallo
Il possessore di un Corallo aggiungerà 4 CS (2 Forza, 2 Resistenza) alla propria riserva.

CITAZIONE
12/25 Abilità Personale Alta difensiva, fisica: consuma energia, difesa Bassa per quattro turni rafforzando l'armatura o lo scudo.

CITAZIONE
Scudo magico
Raut si concentra, creando uno scudo di grande portata che difende dagli attacchi.
Consumo: Medio

Azioni:
Oppa è spaventatissimo alla vista delle due evocazioni, e per questo è pronto ad alzare lo scudo alla prima avvisaglia di pericolo. Casto una tecnica difensiva Alta, che con l'aiuto della passiva 2/25 diventa di potenza Critica, e che mi permette di farlo difendere di un Medio ogni turno, rafforzando di fatto la sua armatura. Sfrutto il Medio di questo turno per difendere Oppa parzialmente dal tuo attacco, subendo un danno Basso alla spalla e uno al fianco (totale: Medio). Con l'uso di uno slot speciale, alcune navi vengono difese dallo scudo Medio del mago png di cui parlo all'inizio del post (danno: Medio), altre subiscono danni più seri (danno: Alto). Le frecce scagliate dalle tue evocazioni, non avendo indicato dove colpiscono, le faccio finire sul ponte delle due navi e lì vengono rapidamente spente (danno: Basso). Finita la difesa, Oppa è terrorizzato da quello che è successo e vorrebbe che lo scontro finisse (complice la tua passiva di pacifismo), ma vedendo l'arco in mano alle evocazioni e capendo che continueranno, le carica lateralmente con lo scudo alzato, come una sorta di ariete umano, supportato dalla passiva di forza straordinaria. L'attacco è considerato un semplice attacco non tecnica da 2CS in Forza e mira a massacrare sia le evocazioni che le loro armi con la forza dello slancio.


Note:

Bene, iniziamo a rodare per bene il nostro Oppa!
Che inizino le bbbotte! :v:
A te!

Edit: corretto qualche errore di distrazione.



Edited by PARACCO TRAVESTITO ALOGENO - 13/4/2015, 02:41
 
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Endymyon
view post Posted on 17/4/2015, 22:42







Aveva fatto bene a non stare in linea con le sue creature, poco dopo aver scagliato le frecce esse videro la loro fine. Vedendo la carica di un bisonte in armatura si erano preparate, protendendosi verso l'avversario, ma a nulla erano valsi i loro sforzi se non a finire schiacciate dalla forza dello scudo. L'arco e la torcia che Hyperion aveva dato loro erano stati sbalzati via, finendo il primo da qualche parte sulla banchina, mentre la torcia aveva fatto un lungo volo fino in mare, spegnendosi una volta a contatto con l'acqua. Delle due creature non era rimasto nulla se non una lieve polverina verdastra: piccolissimi residui di magia.
Il guerriero albino scrutò in fretta il suo avversario. I suoi occhi gialli passarono in rassegna di ogni fessura che riusciva a intravedere nell'armatura del nemico, ma sapeva bene che se avesse dovuto combatterlo, gli sarebbe servito molto più che la sua spada: quella non sarebbe riuscita nemmeno a scalfire l'energumeno ben nascosto sotto tutto quel ferro. Ripensò ai vantaggi che aveva contro uno che vestiva in armatura pesante, per esempio l'agilità e la velocità, ma anche con ciò sarebbe stato difficile poter infilare la propria spada dentro alla corazza se il suo avversario fosse conscio di ciò che non doveva fare.

«Flow» sussurrò tra i denti mentre il medaglione che aveva al collo mutò colore per un breve istante. Aveva rotto il primo sigillo imposto sul proprio medaglione, liberando una parte di potere che aveva tenuto sopito lì dentro per le situazioni che lo avessero richiesto. Fu una sensazione un po' strana quella che provò: sentiva tutto il corpo in tensione, percepiva ogni suo muscolo e una leggera euforia. Un senso di euforia e di voglia sfrenata di muoversi sopraggiunse subito. Impugnò la spada a due mani, e prima che il fendente da destra verso sinistra arrivasse al mittente, lui stesso scomparve. Non era diventato invisibile né aveva abbandonato il campo di battaglia, si era divertito soltanto nel tentare di confondere un nemico.
Nonostante bramasse di scontrarsi contro qualcuno e sentire l'adrenalina del combattimento, sapeva bene che era insensato affrontare quel uomo quando il suo obiettivo era un altro: abbattere le navi. Il colpo caricato con forza si abbatté su una grossa fune che legava le vele di una nave. Ripose in fretta la spada, e dopo aver versato il contenuto di una boccettina che aveva preso dalla tasca anteriore del suo bandoliere, infiammo la torcia e la premette contro la vela.

Non sapeva se ciò sarebbe effettivamente bastato a incendiare la nave, né se anche le altre navi avrebbero preso poi fuoco: vi erano ancora uomini in vita che potevano tentare di spegnere le fiamme.
Mentre le fiamme della torcia bruciavano ancora a contatto con la vela, Hyperion stava già convocando a sé altro potere magico, facendolo vorticare attorno a sé. Una massa nera come il fumo lo avvolgeva ruotandogli attorno e preparandosi a colpire nuovamente gli sciagurati che proteggevano le navi. In un attimo cambiò forma e colore, e incominciò a scendere come vorticose saette bianche intente ad abbattersi sugli uomini e sui timoni delle barche.





Status & Co.

Riserve:
-Fisico: 75%
-Mentale: 75%
-Energetico: 125% -0-20%= 105%
Riserva Cs: 0 (tutti utilizzati)
Danni fisici: N/A
Danni mentali: N/A
Oggetti rilevanti: 1 Coralli

Armi/ Armature: Armatura di cuoio e maglia metallica; Spada bastarda; Acciarino; Bandoliera con olio infiammabile; 2 1 Torce; Arco e 5 frecce incendiarie 3 frecce ancora da scoccare nelle mani delle evocazioni

Passive utilizzate:

8°,9° Personale: Passive a 6 utilizzi ciascuna che rendono le difese e gli attacchi ad area di Potenza pari al Consumo. ---> 6 utilizzi per difese ad area; 4 utilizzi per attacchi ad area

» Volo: i possessori del talento hanno raggiunto un tale controllo sul proprio corpo da trascendere i limiti umani. Consumando un utilizzo di questa passiva, l'eremita sarà in grado di levitare e di volare alla stessa velocità che avrebbe sul terreno. (Numero di utilizzi: 6--->5) (Passiva Talento)


Attive utilizzate:

12° Personale: Consumo di energie Nullo, difesa assoluta come teletrasporto.

2°,3°,4° Personale: Con un consumo energetico pari a Basso, Hyperion utilizza la propria energia, modellandola a piacimento, contro un solo nemico, mentre a consumo Medio e Alto l'attacco sarà ad Area, che sia esso a 360°, a cono o ad onda. Non colpisce gli alleati. Causa danni magici al corpo.

Oggetti utilizzati:
Corallo: 1 cs Forza, 2 cs Velocità, 1 cs Agilità---> Tutti i cs utilizzati per tagliare e dare fuoco (quindi diciamo 1cs forza e 1 cs velocità per tagliare e 1cs velocità e 1 cs agilità per dare fuoco)

Note: Ora le difese assolute costano Nullo, e io l'ho usata per muovermi... non sono sicuro della sportività di tale azione, ma ehy, a fine incontro qualcuno em lo dirà di sicuro, spero. (sono in buona fede, avrei speso anche un medio se fosse stato necessario, ma una nulla di teletrasporto è più conveniente)
Hyperion usa un Corallo e attacca con tutti e 4 i CS a disposizione una nave, prima tentando di far aprire le vele tagliando una corda che teneva teneva (almeno metà della tela) arrotolata, e poi ci butta del olio e via di torcia. Sì, attaccoa 4CS. E non contento, decide anche di lanciare un altro Alto ad area, questa votla come fulmini bianchi verso gli uomini sulle navi e sulla banchina (Oppa compreso) e contro i timoni delle navi.
Ovviamente Hype sta in aria grazie alla passiva "Volo"

Ah, vero, sto approfittando di questo duello per trovare un layout che mi convinca, mi spiace molto per la poca coerenza visiva tra un post e l'altro :nosi:
Anche se forse prima dovrei trovare uno stile di scrittura più consono :nosi:



 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 19/4/2015, 13:32




Peccato originale
di fulmini e dolori

— yangın —



Raut
notte; nave di Solimano, porto di Qatja-yakin


« Muovete quel culo, veloci! »
Raut sudava come se si trovasse dentro un altoforno, e non sopra una nave alla fonda in un porto. Tutte le imbarcazioni che era stato incaricato di proteggere erano state colpite duramente da una magia che non era stato in grado di fermare. L'aveva sottovalutata, come farebbe il primo degli apprendisti, e per questo se la prendeva con se stesso. Contemporaneamente sbraitava contro i marinai: urlava come un pazzo, dando ordini seguiti da bestemmie e insulti, già sicuro che Solimano gliel'avrebbe fatta pagare con gli interessi. E come dargli torto? Lui, Raut Lambert II, che aveva studiato nelle migliori accademie, con i migliori testi e i migliori insegnanti, che faceva un errore da principiante! A dirlo adesso sarebbe stato l'ingresso perfetto per un buffone a corte! Se la voce si fosse sparsa come minimo non avrebbe più trovato lavoro lungo le coste di Zar, figurarsi nel resto del sud! Battè un pugno sulla murata di poppa con tale forza da farsi male alle dita, anche se in quel momento era così infuriato da non accorgersene minimamente. Accanto a lui uno dei mozzi stava guardando verso l'alto con un'espressione talmente idiota da fargli venire la tentazione di fulminarlo sul colpo. Avanzò a passi pesanti verso di lui con le mani che gli tremavano per il nervosismo, già urlando: « NON HAI SENTITO COSA HO DETTO, RAZZA DI ASINO!? COS'HAI DA GUARDARE IN ALTO? ». Il marinaio lo guardò terrorizzato, aprendo la bocca per replicare ma senza avere il tempo per farlo: la vela, raccolta e fissata all'albero fino alla partenza del giorno dopo, si aprì con uno schiocco, facendo alzare lo sguardo di tutte le persone sul ponte. Un uomo sconosciuto era librato per aria, circondato da un alone di magia e illuminato dalle fiamme che si diffondevano rapidamente sulla stoffa. Raut imprecò ad alta voce, cercando poi di attirare l'attenzione dei marinai: aveva bisogno di acqua e di qualcuno armato, non chiedeva poi tanto. Perchè nessuno si faceva vivo ora che c'era bisogno? In quel momento di confusione solo una cosa era certa: se fosse sopravvissuto a quel delirio Solimano avrebbe sentito le sue rimostranze, dalla prima all'ultima parola! Provò a scuotere il mozzo che aveva insultato poco prima, ma questi si limitò ad indicare verso l'alto. Raut seguì la direzione del dito, con già sulle labbra l'ennesimo insulto, proprio mentre la notte esplodeva in un bianco doloroso.
Il mondo riprese i suoi colori qualche secondo dopo: si trovava a terra, assieme a quasi tutti gli uomini che erano sul ponte. Provò ad alzarsi, ma un dolore lancinante gli fece scappare un feroce urlo di dolore. La gamba destra era contorta in una piega innaturale, e puzzava di fumo e piscio. Il suo piscio. Quella consapevolezza gli fece dimenticare qualunque dovere nei confronti della nave e del loro carico: chiunque fosse quel tale, doveva pagare con la vita. Cercando di riprendere il controllo del proprio corpo, iniziò a prendere gran boccate d'aria, indicando un cumulo di cordame lasciato cadere dai marinai. Alzò le mani di scatto, come per un pericolo improvviso: le cime si alzarono come grossi serpenti di canapa, volando verso l'uomo che aveva dato fuoco alla vela. Raut digrignò i denti: non vedeva l'ora di vedere la sua espressione di stupore, quando le funi si sarebbero avvolte attorno al suo corpo per poi trascinarlo a terra. Lì lo avrebbe fatto a pezzi con le sue mani, se era vero che si chiamava Raut!


Oppa
notte; porto, Qatja-yakin


Oppa non ci credeva nemmeno: la sua carica aveva funzionato! Al sicuro dietro lo scudo aveva chiuso gli occhi proprio al momento dell'impatto, continuando a correre e a trascinare tutto quello che gli si parava davanti. Riaprì gli occhi subito dopo, sporgendo la testa dallo scudo per vedere cosa era rimasto di quelle terribili creature. Deglutì, immaginandole già ai suoi piedi che tentavano di attorcigliarsi attorno alle caviglie, e per poco non fece un salto indietro. Con stupore al loro posto non vide altro che un cumulo di polvere, chiaro simbolo della potenza del suo attacco. Sorrise con espressione smargiassa sotto l'elmo, già immaginando con piacere le urla di gioia dei suoi compagni e con un pò meno gioia le pacche che gli avrebbero dato nonostante l'armatura e la stazza. Per poco quindi non si fece venire un infarto quando vide l'uomo che aveva scatenato tutto, il fautore dei suoi problemi, sguainare la spada impugnandola a due mani e poi provare a colpirlo. Istintivamente rialzò lo scudo, preparandosi all'urto violentissimo e metallico che sarebbe sicuramente arrivato. Attese un secondo, poi un altro, senza che nulla succedesse. Si sporse, guardando timoroso attraverso la feritoia dell'elmo, e non trovò nessuno. La consapevolezza del pericolo lo fece voltare di scatto e con una rapidità quasi comica, parando un attacco alle spalle che invece non arrivò per niente. « Dannazione! Ma dov'è? » sbuffò subito dopo, abbassando lo scudo per guardarsi meglio intorno. Accanto a lui non c'era, e a meno che non fosse stato tanto veloce da attraversare l'intera banchina in un lampo, non credeva nemmeno che fosse fuggito. Va bene che in quell'armatura faceva la sua splendente figura, ma di sicuro non tanto da far scappare a gambe levate un uomo in grado di accompagnarsi a bestie simili! Il contrario sarebbe stato più probabile, indubbiamente.
Oppa si guardò attorno per qualche secondo, finchè un vocio scomposto non attirò la sua attenzione, facendolo voltare in quella direzione: la vela di una delle navi, prima ben ammainata, era stata calata di colpo e senza alcun motivo. Che i marinai volessero tentare un ammutinamento? Ancora prima di partire e in pieno porto? Cos'erano, scemi? Oppa sapeva poco e niente di navigazione, poteva anche essere un vigliacco, un buono a nulla, un fifone, ma non era un cretino. E di sicuro se un gruppo di uomini vuole provare a rubare una nave, non da fuoco alla vela, altrimenti come fa a fuggire? Il corazziere aguzzò la vista lì dove le fiamme si stavano allargando con rapidità: era o non era qualcuno che conosceva, quello librato in aria? Ma certo, il suo avversario! L'accompagnatore di serpenti, l'amico di bisce, il dispensatore di veleni e spadate che non arrivano! E ancora con quella magia attorno, perchè non gli era bastato ferire il povero Oppa, voleva ancora di più, l'ingordo. Un pozzo con le zampe, lo avrebbe chiamato sua madre. Una figa da porto, lo avrebbe chiamato suo padre. Proprio un signore, suo padre.
Si avvicinò alla nave di corsa, accompagnato dal metallico e rassicurante sferragliare dell'armatura che indossava: doveva e voleva attirare la sua attenzione. Anche perchè non vedeva altri serpenti in giro, e quello era soltanto un uomo, anche se poteva usare la magia. Se avesse danneggiato ancora di più le navi, il suo lavoro sarebbe andato a pescare in alto mare (come diceva suo padre), e addio denaro. Senza denaro, poteva andare benissimo a elemosinare qualche moneta per strada, cosa che voleva evitare a tutti i costi. Aveva pur sempre una sua dignità da mantenere. Avrebbe continuato con questi pensieri futili e assolutamente privi di contesto, se il suo avversario non avesse fatto la sua mossa: una luce bianchissima li accecò tutti, abbattendosi poi sulla banchina come un temporale estivo: rapido, impetuoso e assolutamente inaspettato.
Le prime urla di stupore si trasformarono rapidamente in strepiti di dolore. Oppa si trovò fermo al centro della banchina, con una mano sul petto: era stato preso in pieno e non riusciva nemmeno a respirare. Si sentiva la testa confusa e riusciva a muoversi solo a scatti, come se il suo corpo fosse stato preso e sballottato in una botte in mezzo al mare in burrasca. Vide la banchina diventare doppia e poi tripla, finchè non tornò lentamente alla normalità. Scosse la testa nell'elmo, incapace di dire qualunque cosa che non fosse permeato dalla paura. Era stato colpito, non sapeva nemmeno da cosa, ma era sopravvissuto. Lacrime di riconoscenza e paura gli solcarono la pelle pallidissima del volto: ringraziò tutti gli dei che riuscì a ricordare in quel momento, in una lista di sproloqui religiosi snocciolati velocissimamente a bassa voce. Poi riuscì a muoversi, dolorante nel corpo e rinfrancato nello spirito. Non era ancora finita, il suo lavoro non era ancora terminato. Se anche solo una nave si fosse salvata i suoi doveri sarebbero stati portati compimento, o almeno così credeva fermamente. Il fatto che tutte le navi attorno a lui fossero profondamente danneggiate non lo impensierì minimamente: etichettò il tutto come "danno lieve", sapendo benissimo di non capire nulla in materia navale. Fece appello al suo scarso sangue freddo per provare ad attirare l'attenzione di quel tale, senza rendersi conto che in quel caso tutti quegli attacchi sarebbero stati rivolti alla sua persona. Se lo avesse anche solo immaginato, non avrebbe mai continuato. Tuttavia era ferito e un pò scosso da quel fulmine che lo aveva colpito, e in più il terrore di rimanere senza denaro lo martellava con più insistenza di tutto. « H-hey, tu! » iniziò ad alta voce, cercando di farsi sentire tra le urla dei feriti. Si fermò per un attimo per pensare ad un insulto che potesse pungolare l'orgoglio del suo avversario. « Succhiabisce! » annuì tra sè con un ghigno, prima di continuare. « Non mi hai fatto nemmeno un... graffio! N-non vedi che sono ancora qui tutto intero? ». Dette che ebbe quelle parole virili, Oppa si avvicinò ad una bitta della banchina, poggiando lo scudo a terra e afferrandola con entrambe le mani. Fece un profondo respiro che riacutizzò tutti i dolori e che per un attimo gli mozzò il fiato. Tese i muscoli possenti, facendo appello alla sua forza e sradicando di netto l'ancoraggio di legno dal suo posto. Ansimando per lo sforzo, portò il suo pesante proiettile sopra la spalla, cercando in qualche modo di prendere la mira. Fece per dire altro, ma riuscì solo a rimanere a bocca aperta: delle funi si stavano alzando dalla nave, avvicinandosi rapidamente al corpo del suo bersaglio. Che fosse l'ennesima magia del suo avversario? Oppa richiuse la bocca con uno schiocco sordo, lanciando la bitta come una catapulta, sperando di far fare a quel tale la fine di quei serpentacci. Riafferrò il suo scudo, piegando la bocca in una smorfia: solo polvere, questo gli avrebbe fatto piacere vedere, polvere e nulla più.



Riassunto
Comprensione



Cs in riserva: 2 (Resistenza); 2 CS (Forza) e 2 CS (Resistenza) impiegati

Risorse attuali:
Energia - 100% (usato il 20%)
Corpo - 55% (subito un danno Medio)
Mente - 65% (usato un Medio/10%)

Consumi utilizzati: Medio (10% mente) + Alto (20% energia)

Condizioni fisiche: Danno basso da perforazione alla spalla sinistra. Danno Basso da perforazione al fianco destro. Danni da ustione Medi su tutto il corpo
Condizioni mentali: Illeso. Terrorizzato.

Equipaggiamento

Armatura completa di piastre
Scudo pesante


Passive in uso:

CITAZIONE
3/25 Abilità Personale Passiva (4 3 turni): le offensive castate contano di un livello superiore, le difese castate contano di un livello inferiore.
7/25 Abilità Personale Passiva (8 6 turni): forza straordinaria.

Attive e Oggetti in uso:

CITAZIONE
Corallo
Il possessore di un Corallo aggiungerà 4 CS (2 Forza, 2 Resistenza) alla propria riserva.

CITAZIONE
12/25 Abilità Personale Alta difensiva, fisica: consuma energia, difesa Bassa per quattro turni rafforzando l'armatura o lo scudo. [turno 2 di 4]

CITAZIONE
Telecinesi (slot speciale 2/2)
Raut si concentra, manipolando gli oggetti sul campo per fermare i movimenti dell'avversario.
Consumo: autodanno Mentale Medio

CITAZIONE
19/25 Abilità Personale Variabile offensiva, psionica: Oppa risulta inscalfibile, deprimendo il nemico. Consuma energia, danneggia l'energia.

Azioni:
Oppa casca in pieno nel tuo trucco, e inizialmente non si accorge che ti sei spostato alla nave. I tuoi attacchi fisici vanno a segno, la vela viene spiegata e il fuoco si propaga velocemente sulla stoffa (danno Medio). La tua tecnica ad area infligge gravi danni sia alle navi che agli uomini sui ponti e le banchine: alcuni sono morti, altri gravemente feriti. Raut, ferito ad una gamba, usa la telecinesi per manovrare delle pesanti corde, che intende usare per immobilizzare Hyperion e farlo cadere sul ponte della nave. Intanto Oppa usa un altro corallo (+4 CS alla riserva) e arriva sotto la nave, cercando di attirare la tua attenzione per attivare la tecnica 19/25 a consumo Alto, che grazie alla passiva 3/25 diventa di potenza Critica. Se non difesa causa un danno del 40% alle tue energie. Oppa subisce un danno Medio al corpo dal tuo attacco ad area (ricordo che ogni turno gode di una difesa di potenza Media per le azioni del primo turno). Il timing degli attacchi è il seguente: psionica di Oppa, telecinesi di Raut seguita immediatamente dopo dall'attacco fisico di Oppa (lancio della bitta supportato dalla passiva di forza straordinaria), portato a 4 CS.


Note:

Fiu, sto iniziando a prenderci la mano, mi è piaciuto molto scrivere questo post!
Ho usato qualche termine più marinaresco visto il contesto in cui ci troviamo. La bitta è un supporto per assicurare le navi alla banchina.
A te! :v:

 
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Endymyon
view post Posted on 24/4/2015, 22:51







In pochi secondi la torcia diede fuoco alla tela, facendo divampare una fiamma lucente ed ingorda, che alacremente si espanse dappertutto cercando di inghiottire tutta la tela e poi l'albero maestro.
Da sotto di lui il vociare dei marinai si fece sempre più intenso, finché le urla di uno di loro non attirarono la sua attenzione. Tra lo stupore e la rabbia generale, solo una voce era stata tanto patetica da chiamarlo “succhiabisce”. Ad uno sguardo più attento Hyperion riconobbe la grossa armatura di chi aveva ucciso le sue evocazioni, e per un momento rimase di stucco. Dalla stazza del uomo, sempre se non fosse un troll ricoperto di latta, si sarebbe aspettato qualche insulto più articolato, o quantomeno rozzo e da taverna. “Succhiabisce” non era pensava fosse nemmeno un insulto, a meno che nell'Akeran non vi fosse un significato a lui ignoto per quel genere di appellativo.
Eppure nonostante quel tentativo quasi innocente di ferirlo a parole, l'uomo aveva tra le mani qualcosa di grosso, che con un solo slancio riuscì a tirargli addosso con lo stesso sforzo con il quale si tira un cuscino di piume d'oca. Ad occhio e croce vi dovevano essere almeno una quindicina di metri tra di loro, e l'oggetto in questione non era un cuscino di sicuro. L'albino attivò il suo medaglione ancora una volta, consumando anche il secondo ed ultimo sigillo per poter afferrare quella che si rese conto essere una bitta. Non fece nemmeno in tempo a reggere bene tra le mani l'oggetto che un forte senso di nausea lo sorprese. Senza nemmeno il tempo di reagire, alcune corde si aggrapparono alle sue caviglie e incominciarono a tirarlo verso il basso.
Il panico si insediò nella sua mente: le barche sembravano volteggiare, mentre cielo e mare incominciarono a volteggiare su loro stesse. La presa sulla bitta si allentò, e con uno sforzo, nel lasciarla cadere, il guerriero la spinse nella direzione di quello che definì: «Bue in armatura!» e poi quasi gridando aggiunse «Ti restituisco la palla!»
In uno sforzo ulteriore, le corde smisero di tirare, e dalla pelle chiara di Hyperion incominciò a fuoriuscire fuoco. Simile alla tela della nave, come se la torcia lo avesse tradito anziché cadere giù sul ponte della nave, il suo corpo venne avvolto da scintillanti fiamme, che in pochi attimi bruciarono le corde del mago e incominciarono a roteare su loro stesse. Prima prendendo la forma di una gigantesca serpe, e poi girando attorno al corpo del guerriero che si librava in volo, incominciarono a vorticare, assumendo la forma di una sfera. Quel movimento, sempre più veloce fece scaturire varie piccole sfere di fuoco, zampilli roventi in tutte le direzioni. E non solo, dentro a quella sfera anche fulmini abbaglianti dai colori ardenti incominciarono a farsi strada verso l'esterno. Più veloci e scattanti della pioggia di fiamme, furono i fulmini a colpire per primi, abbattendosi sugli uomini e tentando di rompere le ancore e i restanti ormeggi. Se le fiamme non avessero fatto il loro dovere, Hyperion sperava che almeno le navi divenissero inutilizzabili.
Infine palle di fuoco grandi quanto persone incominciarono a cadere dal cielo, come se fossero i residui di qualche grande fuoco d'artificio, che ormai esploso, non lasciava nulla dietro di sé se non scarlatte scintille. E così fece anche l'albino, avvolto dalle fiamme, discese volando nel mare, tentando di ingannare, sia con la luce abbagliante sia con il fuoco gli occhi degli astanti e fingersi scomparso, rimanendo in verità in agguato vicino alla carena di una nave.





Status & Co.

Riserve:
-Fisico: 75 -5= 70% (autodanno come ustione) (Basso)
-Mentale: 75-10= 70% (autodanno come stordimento momentaneo) (Basso)
-Energetico: 105 – 40-20= 45% (40%= critico alle energie)
Riserva Cs: 0
Danni fisici: N/A
Danni mentali: N/A
Oggetti rilevanti: nulla

Armi/ Armature: Armatura di cuoio e maglia metallica; Spada bastarda

Passive utilizzate:

8°,9° Personale: Passive a 6 utilizzi ciascuna che rendono le difese e gli attacchi ad area di Potenza pari al Consumo. ---> 6 utilizzi per difese ad area; 3 utilizzi rimanenti per attacchi ad area

» Volo: i possessori del talento hanno raggiunto un tale controllo sul proprio corpo da trascendere i limiti umani. Consumando un utilizzo di questa passiva, l'eremita sarà in grado di levitare e di volare alla stessa velocità che avrebbe sul terreno. (Numero di utilizzi: 5--->4) (Passiva Talento)


Oggetti utilizzati:
Corallo: 1 cs Forza, 2 cs Velocità, 1 cs Agilità---> Tutti i cs utilizzati per bloccare l'attacco rivolto contro al mio PG

Attive utilizzate:

2°,3°,4° Personale: Con un consumo energetico pari a Basso, Hyperion utilizza la propria energia, modellandola a piacimento, contro un solo nemico, mentre a consumo Medio e Alto l'attacco sarà ad Area, che sia esso a 360°, a cono o ad onda. Non colpisce gli alleati. Causa danni magici al corpo.



Slot Medio 1/2: Hyperion si ricopre di fuoco per poi lanciare le fiamme ad Area.

Note: Riassumendo per la parte delle azioni: Hyperion usa il corallo e utilizza tutte le CS per bloccare il tuo attacco fisico a 4 cs, ma si becca in pieno il critico alle energie (infatti ho tolto 40%) e viene afferrato dalle corde. Però avendo in mano il tuo "proiettile" te lo rilancia contro :8): (Attacco a 0CS) e poi utilizza uno Slot Medio per fare un Attacco ad Area di elemento Fuoco.

-Nota bene: ho utilizzato questa tecnica Media offensiva anche come difesa dall'attacco Medio del Mago. Siccome non sono sicuro che si possa fare (o per lo meno, so che una offensiva può parare un'altra offensiva, ma non so se una ad Area possa difendere e attaccare ad area escludendo la persona che lo ha attaccato: io ci provo lo stesso, al costo di sentirmi dire lamer o qualcosa di simile (sono una gialla dopotutto, posso fare nabbate ancora :D: )

Infine vi è il cast di una tecnica Alta ad Area, sempre la solita personale, che prende la forma di fulmini dai colori delle fiamme :v:

P.S. Effettivamente non mi costerebbe nulla rischiare e prendere un Medio, ma voglio avere il feedback a fine duello sulla possibilità della mia "strategia", quindi nada, ci provo :asd:
Dovrai difenderti da un attacco a 0CS, un Alto ad area e un Medio ad area (che per la tua passiva dovrebbero essere un Critico e un Alto e l'attacco a 0 CS)



 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 27/4/2015, 10:58




Peccato originale
di morti e peccatori

— yangın —

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Raut
notte; nave di Solimano, porto di Qatja-yakin


« Fiamme, ah, mph! »
Ansimando per lo sforzo Raut si era disteso sul ponte, tenendo un braccio di fronte agli occhi per proteggersi dalle fiamme. Aveva creduto così tanto nei suoi incantamenti da atteggiarsi come un immortale, ma la verità era stata ben altra e molto più crudele. Poteva vederlo nella sua gamba, piegata fino alla rottura, lo vedeva nei suoi vestiti chiazzati di piscio e sangue, lo vedeva ovunque attorno a lui, tra le urla degli ultimi superstiti che cadevano tra le fiamme. La nave, le navi, che aveva avuto il compito di proteggere erano distrutte, irrecuperabili, e in preda a fiamme sempre più estese. Aveva affidato le sue ultime speranze a quelle corde, ma anche quelle erano state spazzate via, e adesso non gli rimaneva più niente. Si sentiva svuotato da ogni cosa: dolori, rabbia e rimpianti erano solo un rumore di fondo, un fastidio appena percettibile nella bolla di nulla in cui si sentiva cullato. La rabbia che sentiva poco prima era defluita via come un veleno, lasciandolo come un corpo vuoto in attesa di un'anima. Sentiva in bocca il sapore amaro della sconfitta mischiato a quello ferroso del sangue; aveva sonno, tanto sonno, eppure non riusciva a distogliere lo sguardo da ciò che avveniva sopra di lui. Altra magia, ben più potente di quella di cui disponeva, continuò a colpire tutti, indistintamente, senza la minima pietà. Provò per un attimo invidia per quell'uomo capace di tanto, e sorrise a quell'emozione così nuova rispetto all'apatia in cui era caduto. Crepe sempre più grandi iniziarono ad aprirsi nello scafo, mentre le fiamme avanzavano, divorando legna e corde e tele e uomini. Raut iniziò a tossire per il fumo, continuando a guardare verso l'alto, oltre l'uomo che lo aveva condannato a morte. Sopra di loro solo il nero del cielo, senza il bagliore di una stella. Corrugò la fronte, aprendo la bocca in un urlo muto quando alzò il braccio per provare a toccare la volta celeste. « C-ome mi piacerebbe... vederle. » sussurrò, mentre lacrime più calde delle fiamme gli rigavano il volto. Gli erano sempre piaciute le stelle, e ogniqualvolta ne aveva avuto l'occasione si allontanava dalla città per poterle ammirare. Da solo, in silenzio, come un tesoro privato e prezioso.
E tuttavia, quelle furono le sue ultime parole.
Raut Lambert II morì così, con una gamba rotta, l'orgoglio spezzato e un ultimo desiderio inascoltato sulla punta delle dita. L'unica cosa positiva era che almeno non avrebbe dovuto giustificare il suo fallimento con Solimano.
Se ci avesse pensato prima della fine, forse avrebbe persino sorriso.


Oppa
notte; porto, Qatja-yakin


« Basta! Bastabastabasta!! »
Oppa urlava, ma nessuno lo ascoltava. Il porto, fino a pochi minuti così tranquillo, si era trasformato in un'ordalia di fuoco e disperazione. Era come se qualcuno avesse preso i moli e li avesse portati all'inferno: i marinai - i pochi ancora vivi - si divincolavano tra le fiamme, urlando per il dolore e l'angoscia di vedere il loro mondo ardere all'improvviso. Chi era stato abbastanza fortunato da gettarsi in mare era riuscito a sopravvivere alla carneficina, ma erano molti i cadaveri che galleggiavano nelle acque del Qatja-yakin. Una piccola folla si andava raccogliendo lungo le altre banchine, al sicuro da quel putiferio e rigorosamente controvento. Nessuno rimase impassibile a quello spettacolo, e persino i beoni che affollavano le taverne del porto misero da parte i loro vizi per godersi quello spettacolo di morte.
In mezzo a tutto questo, Oppa piangeva: come un bambino a cui hanno tolto la mamma, Bålverk singhiozzava, cercando di trovare uno scopo nel mare di fiamme che era la banchina. Di fronte a lui la nave ammiraglia della flotta, la Tucano II, era oramai un rogo alto svariati metri, e con lei bruciavano tutti i marinai che la avevano abitata. In quel calore la sua armatura si andava riscaldando, rendendo l'aria al suo interno soffocante. Boccheggiava, cercando di capire cosa potesse fare per salvarsi da quello scempio: alzò lo sguardo verso l'uomo che aveva causato quel caos, e vide a poche spanne da sè la bitta che credeva di avergli lanciato. Si irrigidì alzando lo scudo, lasciando che il proiettile rimbalzasse e finisse in acqua. Deglutendo a stento saliva nella gola riarsa, con il cuore che gli batteva come un tamburo nel petto, il baluardo perse qualunque speranza per sè e per le navi. Altri fulmini caddero dal cielo su tutto ciò che lo circondava, colpendo il suo scudo e la sua armatura e lasciandolo senza fiato ma illeso. Palle di fuoco piovvero in una tetra anticipazione della fine del mondo, facendo sparire tra le fiamme vele e alberi. Il fumo lo faceva tossire, scuotendo il suo corpo possente dal profondo, come un terremoto scuoterebbe un'intera montagna. I lapilli lo accecavano, costringendolo a tenere lo scudo alzato di fronte a sè. Le ferite bruciavano e il suo intero corpo era madido di sudore e tremante come se in preda alla più malsana delle febbri. Un uomo, completamente avvolto dalle fiamme, saltò giù dalla nave correndo come un disperato per la banchina, accasciandosi al suolo vicino al punto dove Oppa si trovava paralizzato. La sua pelle era nera e croccante, e i vestiti gli si erano fusi addosso per il troppo calore: in mano teneva ancora la spada che aveva sguainato, come se bastasse a difenderlo dalla magia che li aveva annientati. Oppa continuava a piangere, per se stesso, per le navi, per quell'uomo che non riusciva a riconoscere. Gli veniva naturale, aveva sempre avuto il pianto facile, ma mai come in quel momento aveva avuto bisogno di sfogarsi. Sentiva dentro di lui una vibrazione crescente, tanto da fargli tremare le mani: era una sensazione talmente estranea al suo normale modo di pensare da stupirlo e spaventarlo, ma dopo pochi secondi non ebbe più dubbi. Non era paura, perchè nonostante tutto a quella era abituato; non era rabbia, non era un tipo facile all'ira e probabilmente mai lo sarebbe stato.
Era pura e semplice indignazione, nata con una tale ferocia da ricordargli le fiamme che lo circondavano. Come per tutte le cose nuove che gli capitava di vedere o sentire, Oppa ne ebbe subito paura: quasi si ritrasse da se stesso, come se il suo più grande nemico non fosse quel mago volante ma dentro la sua stessa mente. In quel momento sarebbe volentieri scappato da lì, correndo sulle gambe malferme, travolgendo e distruggendo qualunque cosa sul suo cammino, ma l'indignazione lo fermava, gli sussurrava di restare, di combattere, di farsi valere. Parole a cui suo padre avrebbe annuito con forza e senza la minima esitazione. Ma Oppa era tutto sua madre, e quindi non lo ascoltò. Ciò che gli impedì di lasciare il Qatja-yakin come il vigliacco che era fu invece il pensiero di Solimano, delle sue navi, di quel lavoro che non solo non era andato a buon fine, ma che rischiava di ucciderlo anche se fosse sopravvissuto a quell'inferno. Si vide impiccato al più alto dei patiboli, il suo corpo nudo e pallido alla vista di tutti, la lingua violacea che gli penzolava dalla bocca aperta in un ghigno grottesco. Sfuggì timoroso da quella visione, rischiando di inciampare nel cadavere carbonizzato del marinaio. No, doveva rimanere e fingere almeno di fare qualcosa, qualunque essa fosse. E per farlo aveva bisogno di quel mago che era la causa di quel guaio: si guardò attorno freneticamente, cercando di individuarlo tra le fiamme e il fumo. Forse se lo avesse trovato e lo avesse consegnato a Solimano, sarebbe stato risparmiato; forse se avesse catturato il responsabile di quel putiferio avrebbe persino potuto uscirne indenne. Nessuna pena, nessuna fuga, nessun patibolo. Oppa annuì con foga, ma più cercava e meno erano le persone che trovava ancora in vita. Corse barcollando per la banchina, guardando le navi, il mare e il cielo, senza trovare la persona che stava cercando.
Infine si fermò nel punto da cui era partito, ansimando e boccheggiando per la stanchezza e il calore della carcassa fiammeggiante che un tempo era stata la Tucano II.
Non riusciva a trovarlo. Da nessuna parte.
Era in grossi guai.



Riassunto
Comprensione



Cs in riserva: 2 (Resistenza); 3 (Forza)

Risorse attuali:
Energia - 75% (usato il 25%)
Corpo - 55%
Mente - 65%

Consumi utilizzati: Basso (5% energia) + Alto (20% energia)

Condizioni fisiche: Danno basso da perforazione alla spalla sinistra. Danno Basso da perforazione al fianco destro. Danni da ustione Medi su tutto il corpo. Stanco, accaldato e disidratato.
Condizioni mentali: Illeso. Spaventato dalle fiamme. Terrorizzato dalla situazione. Disgustato dalla carneficina.

Equipaggiamento

Armatura completa di piastre
Scudo pesante


Passive in uso:

CITAZIONE
4/25 Abilità Personale Passiva (4 3 turni): se Oppa è in combattimento e non ha subito danni in questo turno, aggiunge 1 CS in Forza alla riserva.
7/25 Abilità Personale Passiva (8 5 turni): forza straordinaria.
8/25 Abilità Personale Passiva (3 2 turni): non prende danni da attacchi a 0 CS.

Attive e Oggetti in uso:

CITAZIONE
12/25 Abilità Personale Alta difensiva, fisica: consuma energia, difesa Bassa per quattro turni rafforzando l'armatura o lo scudo. [turno 3 di 4]

CITAZIONE
10/25 Abilità Personale Variabile difensiva, fisica: consuma energia, difende il fisico rafforzando l'armatura o lo scudo.

CITAZIONE
Pergamena Fortificazione Minore: natura fisica, consuma energia, PU di 2 CS in Forza. Guerriero.

Azioni:
Sfruttando la passiva 8/25, che mi permette di ignorare il danno dagli attacchi a 0 CS, Oppa para agevolmente la bitta senza subire alcun danno. Successivamente si difende dalla tecnica Alta utilizzando la difesa Variabile 10/25 a consumo Alto; l'attacco Medio viene assorbito dall'abilità 12/25, ancora attiva dal primo turno (difesa Media ogni turno). Successivamente, non riuscendo più a vedere Hyperion e non avendo nessun modo per scovarlo (le navi sono in fiamme e Oppa non ha auspex), per non sprecare lo slot tecnica uso un PU Basso che mi fornisce 2 CS alla Forza. Non avendo subito danni in questo turno acquisisco una CS in Forza grazie alla passiva 4/25. La nave su cui si trovava Raut (Tucano II) e a cui, tramite la torcia, Hyperion ha dato fuoco è completamente distrutta e in preda alle fiamme; le altre navi sono fortemente danneggiate, con degli incendi a bordo che in poco tempo le distruggeranno.


Note:

Raut esce di scena così come è entrato. È in profondo stato di shock per il dolore a causa del dissanguamento, per questo i suoi sensi sono ovattati e si perde nei suoi pensieri.
Ah, non vede le stelle perchè la luce delle fiamme è troppo forte e quindi il cielo gli appare come un'unica distesa nera. :v:
La passiva che ho utilizzato nello scorso turno valeva per le mie tecniche, non per le tue, quindi ho considerato gli attacchi normalmente.
Bene, a te! :wosd:



 
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Endymyon
view post Posted on 2/5/2015, 22:34






Tutto stava andando per il meglio la su, sopra la sua testa. Molti uomini in preda al panico si erano buttati in acqua, tentando di scrollarsi di dosso le fiamme, scordandosi del tutto delle navi, ormai consci che la loro vita era stata messa in prima linea. Poche persone rimasero sopra i ponti, quelli più temerari, forse, o quelli più stupidi, secondo Hyperion, che tentavano ancora di brandire le armi per salvare le navi.
Assieme ai suoi nuovi compagni, corpi ormai senza vita, abbrustoliti e galleggianti, l'albino doveva escogitare anche qualcos'altro. Quelle navi non dovevano partire da quel porto per nessun motivo.


Alacrisia, due settimane fa

«Ah, se avessi saputo che tu da solo eri capace, non avrei assunto gli altri due!» disse l'uomo vestito in rosso mentre sorseggiava la sua birra. Rivoli del liquido ambrato gli scesero tra la folta barba, cadendo rapidamente sui vestiti. «Sei persino troppo bravo!» Il volto ormai paonazzo gli si avvicinò sempre di più come a volerlo ispezionare da vicino «Dimmi però una cosa: vorresti andare anche tu a distruggere quelle fottute navi?»
«Se alzi di cento monete d'oro la ricompensa, si può fare» gli occhi gialli rimasero fermi a scrutare il volto dell'interlocutore.
«Ah, quindi lo faresti anche tu per i soldi. Heh, sapevo già che eri un mercenario prezzolato, ma mi costeresti troppo» l'Arconte bevve un altro grande sorso di birra.
«Non si tratta solo di soldi, qui. Questo è un lavoro grosso per gli Arconti, e mi piacerebbe svolgerlo personalmente, ma purtroppo il viaggio è lungo e tutto l'equipaggiamento costa, soprattutto la polvere infiammabile. Quelle cento monete extra andranno spese comunque per la missione.
Inoltre mi metterei contro una persona importante, il che potrebbe pregiudicarmi altri lavori in quelle zone, per non parlare della taglia sulla mia testa, se mi scoprissero. È un lavoro rischioso, in fin dei conti, e da quel che vedo gli Arconti non stanno nemmeno avendo un grande successo nel Dortan.»

«Questo solo perché il popolo è stolto» disse con tono glaciale.
«Non posso che concordare. Se poi pensiamo alla situazione politica, al Dortan servirebbe una persona con grande carisma che riesca a mantenere il controllo sui vasti territori. Né il popolo né quei pochi nobili che si chiamano “Pari” potrebbero svolgere un lavoro del genere. Per ora io ripongo le mie speranze in Caino, come voi d'altronde.» anche Hyperion si concesse a quel punto un sorso di birra.
«E sia, quei cento denari ce li metto io. Fai vedere a tutti che gli Arconti possono distruggere tutto ciò che si trova sulla loro strada!»

Porto, ora attuale

Il fuoco stava incominciando ad avvolgere le navi mentre Hyperion rimaneva la sotto in attesa. Era bastata quella pioggia di fuoco per incendiare i barili che aveva fatto caricare sulle navi? C'erano volute molte carte false, imbrogli e intimidazioni per riuscire ad arrivare ad uno dei mercanti che stava rifornendo Solimano per il viaggio, ma ne era valsa la pena.
Una serie di esplosioni incominciarono a farsi sentire, quasi assordandolo per via del fragore. Non erano fuochi d'artificio che lasciassero tracce colorate nei cieli, ma lo spettacolo pirotecnico aveva il suo fascino. Purtroppo per l'albino, la sua vicinanza ad una esplosione dentro alla barca vicino alla quale si trovava lo stordì. Per un po' non riuscì più a sentire le urla strazianti dei marinai carbonizzati o trafitti.
Quanti erano morti fino ad allora?
Il numero non era importante, né le loro vite, in fin dei conti. Tutti quelli che avevano scelto di non ascoltare la volontà della Serpe avevano fatto una scelta, consapevoli del pericolo. Non che ciò fosse di alcun sollievo all'animo del guerriero, perché non ve n'era bisogno. Quasi come se stesse al di sopra di tutto, in un sogno dove le grida di dolore e disperazione arrivassero ovattate, non sentiva alcun rimorso per quello che aveva fatto. Non era questione di scarsa empatia o di non poter provare emozioni, era solo il non provare attaccamento per quelle persone morte, come se non fossero nemmeno state mai esseri umani ma galline. E lui era solo il cuoco che doveva fare un buon brodo di pollo.
Richiamando le sue ultime forze ed ansimando nel farlo, Hyperion creò sotto l'acqua numerose palle di energia. Nere come la pece, si alzarono celeri verso il cielo, per poi ricadere sulle navi.
Quella era l'ultima cosa che poteva fare, ormai le sue energie stavano scemando, e lui doveva pur sopravvivere, visto che sarebbe potuta partire una caccia all'uomo: aveva il presentimento di non essere riuscito ad uccidere tutti i testimoni che lo avevano visto.



Status & Co.

Riserve:
-Fisico: 70%
-Mentale: 70-10= 60%
-Energetico: 45-10= 35%
Riserva Cs: 0
Danni fisici: (Danno basso da ustione sul corpo)
Danni mentali: (Danni Basso +Medio alla psiche come perdita temporanea di udito)
Oggetti rilevanti: N/A

Armi/ Armature: Armatura di cuoio e maglia metallica; Spada bastarda

Passive utilizzate:

» Volo: i possessori del talento hanno raggiunto un tale controllo sul proprio corpo da trascendere i limiti umani. Consumando un utilizzo di questa passiva, l'eremita sarà in grado di levitare e di volare alla stessa velocità che avrebbe sul terreno. (Numero di utilizzi: 4--->3) (Passiva Talento)

8°,9° Personale: Passive a 6 utilizzi ciascuna che rendono le difese e gli attacchi ad area di Potenza pari al Consumo. ---> 6 utilizzi per difese ad area; 2 utilizzi rimanenti per attacchi ad area



Attive utilizzate:


2°,3°, Personale: Con un consumo energetico pari a Basso, Hyperion utilizza la propria energia, modellandola a piacimento, contro un solo nemico, mentre a consumo Medio e Alto l'attacco sarà ad Area, che sia esso a 360°, a cono o ad onda. Non colpisce gli alleati. Causa danni magici al corpo.

2/2 Slot Medio concesso: Autodanno Medio alla psiche, danno fisico da esplosione ad Area da interpretare come barili che contengono esplosivi.

Note: Hyperion rimane con la testa fuori dall'acqua grazie alla passiva Volo, che lo aiuta a sorreggere anche il peso dell'armatura in acqua. Dei barili (secondo slot Medio) esplodono per via delle fiamme e infine alcune sfere simili a palle di cannone escono dall'acqua per colpire le navi (Medio ad area per via della personale)

Scusa Par, ho pensato fosse la solita tecnica, ma sono solo un idiota che non si sofferma a leggere bene :argh:
Direi che questo è il mio ultimo post. È stato un piacere scontrarmi con qualcuno che ha più esperienza di me, e di sicuro mi hai dato una mano a capire che ho molta strada da fare, sia come scrittore, che come player (e hai smaltito un paio di miei dubbi sul regolamento :lui: )



 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 7/5/2015, 19:00




Peccato originale
Fuga

— yangın —

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Oppa
notte; porto, Qatja-yakin


« Ah! Ah! Ah! »
Oppa capiva fin troppo bene la sua situazione, eppure in testa aveva un tale groviglio di pensieri da fargliela girare: troppo veloci o troppo complessi perché riuscisse ad afferrarne anche solo uno nel marasma in cui si era cacciato. Era sporco e sudato, ma è qualcosa a cui ci si abitua, indossando la stessa armatura in ogni momento della propria vita. Era anche spaventato, ma anche a quello stava ormai facendo il callo: erano quasi 30 anni che era costantemente spaventato da qualcosa o da qualcuno, e non era più una sensazione spiacevole. Anzi, la paura del mondo lo rimetteva al suo posto, lo faceva sentire a casa, al sicuro, come se avesse ancora 6 anni e la sua unica preoccupazione non fosse altro che andare a giocare nel campo di grano "ma non oltre il recinto, signorino mio bello, lo sai cosa dice tuo padre".
Era più quel disgusto che avvertiva, come se qualcuno lo avesse colpito alla bocca dello stomaco. Barcollava sulle gambe malferme, portando la sua armatura prima vicina e poi lontana dalla fiamme. Guardava con gli occhi sbarrati il molo sotto i suoi piedi: la testa gli girava come quando da bambino giocava girando su se stesso finché non si ritrovava a terra, ridendo come un matto e con il cielo a ruotargli di fronte gli occhi. Sapeva che se fosse caduto probabilmente sarebbe rimasto lì a terra, raggomitolandosi nella sua paura e desiderando la morte. Lo sapeva, gli era già capitato, ed era stato solo per miracolo o per qualche strana scelta degli dèi se era sopravvissuto. Oh, di sicuro aveva fatto dei bei passi avanti nell'inferno quotidiano in cui viveva: aveva combattuto, anche se per poco, si era difeso, anche se la sua armatura aveva qualche buco di troppo, aveva addirittura inventato uno stratagemma per difendersi dalla rabbia di Solimano.
Alzò lo sguardo sulle navi in fiamme ai suoi lati, e un singhiozzo gli si strozzò in gola. Se aveva fatto tanto, perché stata succedendo tutto questo? Non era ingiusto? Dopotutto Oppa non aveva provato a fare altro che il suo dovere, ciò per cui era stato pagato, no? Non era mica un mago da strapazzo come quel tizio volante, per quello sarebbe dovuto bastare Raut! Continuando a piagnucolare e ad ansimare, Bålverk iniziò lentamente la sua fuga dai guai. Lo fece lentamente, quasi senza pensarci: era un maestro nel fare le cose sbagliate al momento sbagliato, per poi pentirsene qualche ora dopo. La depressione era diventata una sua fedele compagna di viaggi, e difficilmente se ne sarebbe mai liberato. La sua mente razionale fece un altro debole tentativo di spingerlo a cercare la causa di quel caos, quell'uomo che aveva trasformato un paradiso (almeno secondo i beoni alle taverne) in un vero e proprio inferno.
Tuttavia, la risoluzione di Oppa durò ben cinque secondi, il tempo impiegato dai barili nelle stive delle navi per riscaldarsi a sufficienza ed esplodere con fragore. Una pioggia di schegge lo investì, e il ticchettio del legno sul metallo dell'armatura lo fece impazzire per qualche secondo: si abbassò sulle ginocchia, abbracciando lo scudo con entrambe le braccia possenti e istupidendosi con fantasie che lo ritraevano cotto a puntino e trafitto come un cinghiale allo spiedo. La serie di esplosioni continuò per qualche secondo, accompagnato da piogge di legna ardente, da magie strane che cadevano dal cielo e dalle ultime urla dei sopravvissuti, finendo con maestria il lavoro di distruzione iniziato dalle fiamme: le navi, o ciò che ne rimaneva, iniziarono a inabissarsi sul fondale del porto una dopo l'altra, portando con loro le merci di Solimano e le speranze di Oppa.
Con le orecchie che gli fischiavano per le esplosioni vicine, Bålverk si rialzò sulle gambe malferme: se qualcuno avesse potuto vedere la sua espressione sotto i due centimetri di metallo che costituivano il suo elmo, avrebbe visto solo determinazione. Oppa aveva preso un'importante decisione: sarebbe fuggito. Non gli importava più niente dell'impiccagione, delle merci di Solimano o della salvaguardia delle navi: tutto quello che voleva in quel momento era mettere quanti più orizzonti possibili tra sé e il Qatja-yakin, e al diavolo tutto il resto. Quella decisione lo fece sentire un po' più tranquillo nonostante le fiamme, e tale sarebbe rimasto se non avesse visto ciò che le esplosioni avevano causato. L'albero di una delle navi di Solimano, la Inaffondabile II (e mai nome fu più adatto), si era spezzato a causa dello scoppio nella stiva, cadendo sul molo. Così, quando Oppa iniziò la sua ambiziosa fuga, tutto ciò che si trovò davanti non fu altro che un muro di legna e fiamme.
La sua prima reazione fu di stupore: sicuramente si era voltato dal lato sbagliato per lasciare il molo, non poteva essere altrimenti. Lo stupore lasciò rapidamente passo alla comprensione, quando vide che la legna era quella dell'albero della nave accanto, e la comprensione accese la miccia del panico più totale. La sensazione di soffocamento si fece talmente acuta da costringerlo ad aprire la celata dell'elmo per poter tirare un agognato respiro d'aria. Si guardò attorno con scatti frenetici, cercando una via di fuga inesistente. Tornò a guardare la via bloccata, come se fosse stato ipnotizzato dalla danza delle fiamme.
« Ah! Ah! Ah! Devo, io d-devo! »
Chiuse la celata con un colpo secco, afferrando con foga lo scudo e mettendolo di fronte tra sè e le fiamme. Sopportando il peso di quei momenti, la paura, le fiamme, la debolezza e le urla della sua stessa madre che gli andavano rimbalzando da un orecchio all'altro, Oppa si mise a correre. Iniziò lentamente, come un carro strapieno sull'orlo di una discesa ripida, prendendo velocità passo dopo passo, sentendo il vento caldo bruciargli gli occhi. Cinque metri, tre metri, un metro.
« AAAAAAAAAH!! »
Un'esplosione di legno e fiamme e... era libero!
Per un attimo si sentì libero dalle catene della paura, dai legacci che lo tenevano ancorato al suo passato. Il sollievo fu tale da fargli dimenticare l'armatura che indossava: provò ad asciugarsi il sudore che gli scendeva sugli occhi con il palmo della mano, producendo invece un rumore di ferraglia che inizialmente lo prese alla sprovvista. Con quello stridio la sensazione di libertà svanì come se non fosse mai esistita, lasciando il posto al peso un po' nauseante ma confortevole delle sue vecchie paure. Avvertì il familiare fastidio alla bocca dello stomaco, come se un groviglio di serpenti vi si fosse accoccolato, e con sguardo imbarazzato gli avesse detto "Hey, Oppa, per un attimo ci hai seminati, ma tranquillo, siamo ancora qui. E guarda come bruciano bene quelle navi: dì un po', non dovevi difenderle tu, nevvero?".
La voce di sua madre che, come sempre, lo rasserenava dopo un guaio, gli invase la mente.
Con voce un po' ansiosa gli suggerì di fuggire da quel posto così malsano: erano così brutte quelle navi sventrate e quelle fiamme lontane, non trovava?
E Oppa, che sempre era stato un bambino giudizioso, ubbidì volentieri, avviandosi verso le strade che dalla banchina portavano fuori città.


Riassunto
Comprensione



Cs in riserva: 3 (Forza) (2 in Resistenza impiegate)

Risorse attuali:
Energia - 65% (usato il 10%)
Corpo - 50% (usato il 5%)
Mente - 60% (usato il 5%)

Consumi utilizzati: Medio (10% energia), Medio (5% corpo, 5% mente)

Condizioni fisiche: Danno basso da perforazione alla spalla sinistra. Danno Basso da perforazione al fianco destro. Danni da ustione Medi su tutto il corpo. Stanco, accaldato e disidratato.
Condizioni mentali: Illeso. Spaventato dalle fiamme. In fuga.

Equipaggiamento

Armatura completa di piastre
Scudo pesante


Passive in uso:

CITAZIONE
7/25 Abilità Personale Passiva (8 4 turni): forza straordinaria.

Attive e Oggetti in uso:

CITAZIONE
12/25 Abilità Personale Alta difensiva, fisica: consuma energia, difesa Bassa per quattro turni rafforzando l'armatura o lo scudo. [turno 4 di 4]

CITAZIONE
10/25 Abilità Personale Variabile difensiva, fisica: consuma energia, difende il fisico rafforzando l'armatura o lo scudo.

CITAZIONE
18/25 Abilità Personale Variabile offensiva, fisica: consuma mente e corpo, danno al corpo mediante una carica. Se usata a Basso consuma mente.

Azioni:
Oppa si difende da entrambi gli attacchi (ultimo turno della difesa Media castata al primo turno + difesa Media della Variabile), fa un altro tentativo per trovare Hyperion ma, non vedendolo, cerca solo di fuggire dal molo. Le navi, completamente distrutte, stanno affondando, e una di esse cade sul molo stesso, impedendogli la fuga. Sfruttando le 2 CS in Resistenza per sopportare il dolore, il calore, il fumo e tutte le belle cose, Oppa sfonda il muro di fiamme con l'offensiva 18/25 a consumo Medio (Basso Mente e Basso Corpo), iniziando poi ad allontanarsi (è solo un'intenzione, di fatto si avvia verso l'uscita dal porto ma è ancora lì davanti).


Note:

Dai, anche questa è fatta! Un grazie ad Endymion per il duello, che vinca il migliore!



 
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view post Posted on 12/5/2015, 14:35
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Hyperion VS Bålverk Oppa Savaşçı
il peccato originale

— yangın —

Endymion~
Scrittura; voto: 6.00


   Complessivamente hai uno stile di scrittura ancora acerbo e contraddistinto da numerosi errori, ma in visibile miglioramento. La tua grammatica è sostanzialmente corretta, ma lo stesso non si può dire della sintassi: ripetizioni, errori di tempo e soprattutto descrizioni molto confuse finiscono per inficiare dei testi che altrimenti scorrerebbero sotto gli occhi dei lettori con molta più semplicità. Le ripetizioni sono un errore comune, ma molto sgradevole per chi legge; tra l'altro sono di semplice correzione con una rilettura approfondita del post. Per farti un esempio su quanto esse possano risultare fastidiose, prova a cercare la parola "monete" nel primo paragrafo del tuo primo post e conta il numero di volte in cui essa viene ripetuta in rapporto al numero di righe. Al di là di questo, però, l'errore più grave che compi sotto il punto di vista della scrittura è senza dubbio la formulazione confusa dei periodi; ti faccio un esempio concreto prendendo una frase sempre dal tuo primo post: "Forse in fondo solo gli Arconti non avrebbero guadagnato nulla da quei scambi, al che nulla serviva loro se non poter mantenere in qualche modo i mercenari e gli assassini."
Questo periodo è estremamente confuso e ostacola la comprensione dei lettori. Bastava riformularlo in qualcosa come: "Gli arconti sarebbero stati l'unico gruppo politico di Dortan a non fruire in alcun modo da quell'accordo commerciale. Le uniche ricchezze di cui necessitavano i Corvi neri erano quelle impiegate nell'acquisto di mercenari e assassini, che si sarebbero presto ripagati da soli." Più lungo, ma decisamente più chiaro. Questo tuo problema si estende nel corso di tutto il duello, accentuandosi nei momenti di azione frenetica, ed è senza dubbio il tuo più grave problema come scrittore.
Altri due problemi sono costituiti dall'azione ingombrante del correttore automatico o della comprensione dei nomi propri, a seconda del caso (Basilea invece che Basiledra; Alacrisia invce che Alcrisia; panchina invece che banchina) e la caratterizzazione piatta del personaggio: al termine del duello non sappiamo pressoché nulla di Hyperion, se non che uccidere esseri umani non gli provoca alcuna emozione (paradossalmente l'unico elemento di caratterizzazione inserito nei post lo priva di alcuna caratterizzazione, rendendolo un personaggio anonimo). Per rendere accattivante l'indifferenza del personaggio, dovresti circondarlo da elementi opposti e contrari oppure di situazioni esageratamente stimolanti, altrimenti rischia di trasmettere il suo cinismo al lettore nel modo sbagliato: facendo perdere interesse anche a lui.
Nonostante quanto detto sino ad ora, è stato notato un sensibile miglioramento nel corso del duello (escluso l'ultimo post, molto grezzo) e questo ci fa ben sperare nelle tue future possibilità di sviluppo sotto questo punto di vista.

Strategia; voto: 6.75

   Nel corso del duello abbiamo avuto la fortissima impressione che la tua vittoria sul campo - indiscussa - sia stata dovuta perlopiù a scelte istintive e in maniera del tutto inconsapevole. Per intenderci, la strategia ripetitiva di continuare a lanciare tecniche ad area si è rivelata la chiave che ti ha portato alla vittoria, poiché il tuo avversario si è ritrovato impossibilitato a difendere sia se stesso che le navi e benché non ci sia sfuggito che inizialmente il bersaglio del tuo personaggio non fosse la flottiglia, bensì i PnG che la difendevano. Il voto sarebbe persino più alto grazie ad altri piccoli virtuosismi strategici (continuare a tenersi fuori portata grazie alla passiva di volo e utilizzare una tecnica ad area per liberarsi dalla costrizione lanciata da PARACCO, ad esempio), non fosse per numerose, minori, opportunità sprecate: in primis, la decisione di non mimetizzarsi fra i marinai e i mercenari, nonostante il tuo personaggio abbia ritenuto espressamente che quella sarebbe stata la tattica migliore da adottare. Perché non farlo? Gli slot speciali ti avrebbero potuto aiutare senza problemi a passare inosservato, anche in mancanza di tecniche appropriate.
In secondo luogo, il grave spreco di una difesa assoluta, utilizzata semplicemente per spostarsi. Questo tipo di azione non è affatto antisportiva, ma è uno spreco strategico incredibile: innanzitutto perché rende antisportivo l'utilizzo della difesa assoluta in seguito e anche perché è oggettivamente come rinunciare a uno dei due slot tecnica a disposizione per il turno, grazie al quale si sarebbe potuto fare molto altro.
Infine, benché il continuo utilizzo di attacchi ad area si sia rivelato vincente, ciò è stato dovuto principalmente all'inadeguatezza del tuo avversario piuttosto che a tuoi meriti. Oppa ha vanificato con grande semplicità, sin dal primo turno attivo e per mezzo di una singola tecnica difensiva duratura, metà della potenza di tutte le tue successive offensive ad area, dunque perché ostinarsi a utilizzarle? Una tattica molto più efficace sarebbe stata quella di sfruttare le evocazioni per tenere impegnato il tuo avversario e bruciare le navi direttamente, o viceversa. Una tattica ancora migliore sarebbe stata quella di usare tecniche psioniche (dalla quale Oppa non era difeso in maniera duratura) e che avresti potuto generare tramite gli slot speciali. Insomma, hai vinto sul campo, ma sei riuscito a primeggiare per demeriti dell'avversario piuttosto che per tuoi virtuosismi.

Sportività; voto: 5.25

   Nonostante tu abbia assunto un comportamento corretto ed esemplare, hai compiuto diversi errori che elencherò in maniera schematica, per aiutarti nella loro comprensione.
Primo e il più grave: i giorni di ritardo. Probabilmente hai interpretato male le indicazioni (nel qual caso sarebbe stato sufficiente chiedere), illudendoti che il termine per postare fosse alla mezzanotte del quinto giorno. No: i cinque giorni di tempo per postare erano da intendersi come 120 ore precise. Di conseguenza, hai ritardato di un giorno in ogni post pubblicato, accumulando una penalità complessiva di -1.25 punti. Dovevi chiedere; mi dispiaccio dell'incomprensione.
Secondo: utilizzare una tecnica ad area per difendersi dalla costrizione delle corde è stato un piccolo virtuosismo strategico, ma anche un piccolo abuso. Con una singola tecnica finisci per liberarti dalla prigionia, attaccare Oppa e attaccare le navi (senza contare che nello stesso turno casti una seconda tecnica per bersagliare, ancora, sia Oppa che le navi). Insomma... un sacco di azioni, per due solo tecniche. Sarebbe stato più onesto non utilizzare una seconda tecnica ad area, oppure subire la costrizione, o simili.
Terzo: a un certo punto del duello afferri la bitta che ti viene lanciata dal tuo avversario e "gliela restituisci", senza passive di forza straordinaria, a differenza sua. Spero che tu ti renda conto che una bitta è, in genere, un ormeggio in ghisa o in ferro del peso di diversi quintali, quindi...
Quarto: Nella suddetta occasione inverti anche l'ordine degli attacchi ricevuti, nonostante Paracco fosse stato molto chiaro in merito. Inoltre il timing dei tuoi attacchi è spesso confuso e di difficile comprensione, come abbiamo già accennato nel paragrafo della scrittura.
Quinto: anche lo specchietto risulta confuso. Dovresti citare le tecniche che utilizzi per intero, come minimo, poiché spesso siamo stati costretti a confrontarci tra di noi per comprendere l'effettiva potenza ed effetto delle tecniche da te impiegate. Se non le capiamo noi, c'è il rischio che non le capisca nemmeno il tuo avversario.

Media complessiva: 6.00






PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
Scrittura; voto: 7.50


   Oppa è un bel personaggio ed è reso abbastanza bene. Compi pochi e saltuari errori, di certo dovuti alla distrazione (verbali, perlopiù), ma i post risultano comunque molto godibili. L'aspetto di Oppa che ci è piaciuto di più è stato senza dubbio quello più umano: trasportando le vicende di Theras in un contesto realistico, chi non avrebbe paura, trovandosi di fronte a mostri serpentiformi? Chi non chiuderebbe gli occhi, caricando alla cieca da dietro il suo scudo? Chi non fuggirebbe, sapendo di aver già fallito nel proprio compito? Tutte queste azioni lo rendono un personaggio vivo, credibile e stratificato. A ciò appartiene anche il breve flashback introdotto nel post di presentazione, che abbiamo apprezzato per le sue successive riprese nel corso del duello.
Molto meno ci è piaciuta l'esagerazione della sua codardia: in alcuni momenti essa trasforma Oppa in una sorta di macchietta parodistica che cozza e stona con gli aspetti più maturi del personaggio (per esempio quando balbetta, quando la sua goffaggine viene sottolineata o quando urla). Comprensibilmente, questo conflitto tra le sue due nature (maschera e uomo) è dovuto alla sua recente creazione. Siamo convinti che tu debba scegliere una strada precisa e seguirla, in modo da accentuare tutti gli aspetti migliori del personaggio: Oppa è un codardo umano, realistico, credibile, egoistico e grottesco nel quale chiunque può identificarsi... oppure una maschera pirandelliana di paura comica, esagerata, cartoonesca e ridicola che dovrebbe limitarsi a far ridere il lettore? Dovresti fare la tua scelta e concentrarti specificatamente su di essa, levigando la caratterizzazione del personaggio dove necessario ed eliminando le note stonate.
Quale che sia la tua scelta, comunque, Oppa promette molto bene e non vediamo l'ora di leggerne di nuovo in futuro.

Strategia; voto: 4.50

   Di certo comprendi che se questo è il comportamento normale di Oppa, i tuoi voti in strategia sono destinati a precipitare velocemente. Aldilà dell'evidente mancanza di risposte appropriate all'obiettivo proposto dalla scena, non possiamo ignorare il fatto che Oppa in due turni su quattro non abbia combattuto. Nel terzo post attivo si limita a difendersi e nel quarto addirittura fugge, dichiarando di fatto la propria sconfitta. Avversario sbagliato, obiettivo sbagliato e personaggio sbagliato: l'unica nota positiva è che senza dubbio la giocata può aiutarti a comprendere le mancanze di Oppa sotto un punto di vista strategico.
Per converso, non abbiamo mancato di notare la grande lungimiranza ed efficacia con cui Bålverk riesce a difendersi dai continui assalti dal suo avversario, impiegando molte meno tecniche e un consumo delle risorse decisamente inferiore. Purtroppo, lo scopo della scena non era quello di preservare l'integrità del proprio personaggio, bensì quella della flotta di Solimano.

Sportività; voto: 7.25

   Ti sei dimostrato l'avversario che tutti vorrebbero avere: non soltanto ti comporti in maniera molto corretta e non compi alcun ritardo, ma addirittura metti ordine nelle azioni confuse del tuo avversario, rendendole decisamente più comprensibili anche per noi giudici. Ciò nonostante, ci teniamo a farti notare alcuni piccoli che errori che inficiano in maniera minima sulla sua valutazione. Li elencherò in maniera molto schematica, come ho fatto anche per il tuo avversario.
Primo: la gestione della flotta e dello specchietto riassuntivo. Anche tu non citi le tecniche per intero e riduci all'osso la descrizione degli slot speciali, inficiandone la comprensione (siamo ancora in dubbio se le corde animate dal mago fossero da considerarsi come una tecnica offensiva o come una tecnica di costrizione, per esempio), ma soprattutto, gestisci malissimo lo stato della flotta di Solimano. Quest'ultima avrebbe dovuto essere considerata come una vera e propria risorsa, con il suo dato da scalare (100%) e da intendersi come un corpo unico. Tu invece distribuisci i danni tra le navi singolarmente, per altro indicando raramente le condizioni complessive del tuo principale obiettivo da difendere. Per tua "fortuna", alla fine il naviglio viene distrutto completamente, quindi tutto ciò ha importanza relativa, ma se così non fosse stato, sarebbe stato molto difficile per noi giudici ricostruire dai tuoi dati lo stato della flotta.
Secondo: l'utilizzo di una difesa critica per quattro turni di battaglia su quattro ti ha permesso, di fatto, di lanciare tre tecniche in ciascun turno di combattimento. Una tattica che si sarebbe rivelata un abuso, non fosse stato per le continue tecniche ad area del tuo avversario, per l'obiettivo peculiare della giocata e per la fuga finale di Oppa. Te lo segnaliamo solo per accortezza.
Terzo: nel secondo turno attivo potenzi le tecniche difensive a scapito di quelle offensive, ma poi usi solo tecniche difensive. Occhio.

Media complessiva: 6.416






6.00 - 6.416
vince Bålverk Oppa Savaşçı

— Endymion~ viene ricompensato con 480G e 24 punti per la fazione degli arconti (per riscattare questi ultimi è comunque necessario compilare l'appropriato modulo nel bando di Arcana Imperii, in virtù dei potenziali achievments). PARACCO TRAVESTITO ALOGENO viene ricompensato con 915G. Il vincitore ha diritto a un post autoconclusivo di vittoria. —



Edited by Ray~ - 12/5/2015, 15:52
 
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