1L 50GN0 3R3T1C0 ········ - Group:
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« Frammenti di passato »
Sürgün-zemat; Buco del Diavolo
Il buio che circondava Lamrael si fece un po’ meno fitto, il nero assoluto si diradò lasciando passare qualche spiraglio di luce. In quel buio, soprattutto, baluginò il bianco della dentatura d’un mostro enorme, d’una creatura leggendaria ed epica, terrificante e grandiosa. Un ammasso di nera e informa corruzione che si allungava in una sinuosa e lunga forma. Era immensa, tant’è che pareva che i suoi artigli raggiungessero ogni parte di quel luogo, diramandosi tra le pareti e le scale, abbracciando ogni cosa. L’uomo rimase fermo, incapace di muoversi, i suoi muscoli tutti erano bloccati inermi a osservare quel terrificante essere.
« Lamrael. » Disse con voce secca, metallica, profonda e naturalmente paurosa. « Credi nel destino? »
Il guerriero non riuscì a rispondere, improvvisamente la gola era secca e ardeva come pervasa da colate di lava, i muscoli erano atrofizzati e difficilmente sarebbe riuscito a pronunciare una singola parola, difatti uscì fuori un mugugno, ma il demone parve comprendere perfettamente, come se effettivamente gli leggesse nel pensiero. L’Ahriman scosse la testa, in senso di diniego.
« Dal momento stesso in cui sei nato il tuo destinato aveva un percorso ben predefinito, eri e sei predestinato a qualcosa di grande. Nei fili del tuo fato la corruzione è sempre stata ben presente, ha scandito fin da subito il tuo primo alito di vita e ti accompagnerà fino all’ultimo. »
Lamrael aveva già ascoltato quel discorso in passato, Aundara gli aveva detto quasi le stesse parole, ma Lamarel, allora, si era ribellato, aveva rifiutato quella vita, e lo avrebbe fatto ancora. Anche questa volta. Eppure, nelle parole del mostro, c’era qualcosa di diverso, qualcosa che non riusciva a cogliere. Lamrael non era stato sempre corrotto, in verità la corruzione lo aveva accompagnato solo nell’ultima parte della sua vita. Il mostro sorrise, cogliendo ancora i suoi pensieri.
« Hai sempre pensato che tua madre fosse morta quando eri piccolo, sebbene tu non abbia mai saputo la verità. Vedi Lamrael, lei era una donna speciale, una donna che aveva una visione diversa del mondo, una visione più ampia. »
Lamrael strinse d’istinto la collana che aveva intorno al collo, quello era il suo unico ricordo: lui non la rammentava, e suo padre aveva parlato pochissimo di lei e, quelle poche volte che ne parlava, il suo volto diveniva una maschera scura. La donna era quasi un fantasma, qualcosa che a stento era esistito, mentre l’Ahriman, a quanto pare, la conosceva molto bene. E la cosa lo disturbava, lo mandava su tutte le furie. Eppure non poteva fare a meno di ascoltarlo, di volerne sapere di più.
« Aveva una forte ambizione, stroncata in larga parte dall’animo semplice di tuo padre, per tanti anni tua madre ha creduto che quella vita da contadina facesse per lei, che l’amore di tuo padre fosse abbastanza per colmare il suo vuoto. Ma non era così, e non lo sarebbe mai stato. Tu, hai allungato soltanto la sua agonia, lei ti amava, ma non abbastanza per sopravvivere con quel vuoto. La sua gravidanza fu per lei inattesa; gli crollò il mondo addosso. »
« No, non sto mentendo Lamrael, » disse prima che l’uomo riuscisse persino a formulare quel pensiero, « non avrei reali motivi per farlo. Dopo la tua nascita cadde in depressione, combattuta tra la sua ambizione e l’amore che aveva per te, questa lotta generò quello che per voi è il più grande male della storia di Theras, mentre per noi non è altro che potere, liberazione, solamente quello: la corruzione. Il seme della corruzione si radicò nel suo cuore, scorse nel suo sangue e nelle sue vene, si annidò in ogni parte del suo corpo e la contaminò. Tu, attraverso lei, ne venni a contatto durante l’allattamento, ti nutristi della corruzione fin quando eri in fasce, ne assunsi la forza, l’essenza. Divenni qualcosa di più di un semplice umano, ma non abbastanza per essere un demone. Per tanti anni la tua vera natura rimase sopita dentro di te, fin quando non tornasti a casa, fin quando non scendesti nell’Abisso la prima volta. Lì la corruzione si risvegliò, palesando e accrescendo il tuo vero potere, la tua forza. »
Lamrael sentì chiaramente la creatura ridere di gusto, dentro la sua testa, dentro ogni lembo del suo corpo, il riso si propagava ovunque intorno a lui, come un gigantesco incendio.
« Tu sei sempre stato destinato a giungere fino a me. A diventare un caduto, il più forte tra loro, colui che avrebbe seduto alla mia destra. »
Pov Shaoran
« Ciao Shaoran. »
La voce che si palesò al ragazzo era una voce familiare, una di quelle dimenticate da troppo tempo, come un ricordo lontano e sopito in qualche cassetto del cervello. Era la voce di una donna che, probabilmente, lo aveva messo al mondo, lo aveva cresciuto e lo aveva amato, inoltre lo aveva spinto a essere sempre libero, a vivere con un’ideale. Quella era la voce di suo madre, come Shaoran se la ricordava. La figura si fece avanti, camminando nell’ombra e mostrandosi al ragazzo. In tutti quegli anni non era cambiata in nessun tratto, era esattamente come il giorno in cui morì.
« Sono così fiera di te, ragazzo mio. »
Disse con una lacrima che gli scivolava in viso. Il portamento era quello di una contadina, con le spalle ricurve dalla fatica e le gambe che si trascinavano con lentezza ma, qualcosa nei suoi occhi, gli donavano una fierezza sconosciuta.
« Finalmente ci rincontriamo. »
Sorrise, dolcemente.
Pov Odette.
La madre, alcune volte, non è quella che ti dà alla luce, altresì è la persona che ti cresce, che ti ama, che ti accudisce come fossi sua figlia. Questo era il caso di Odette, sfuggita alla schiavitù e alla tristezza d’una vita di sofferenze grazie a una donna. Una donna che la strappò persino dalle fredde braccia della morte. « Odette… » Disse ella, uscendo dal buio, camminando con quel suo portamento nobile che la contraddistingueva sempre, « …ti trovo in ottima forma, l’immortalità ti dona. » Sorrise, mostrando la dentatura alla ragazzina, i suoi denti erano d’un candore simili a quelli della luna più bianca e pura. Erano magnetici e al contempo terrificanti per la loro perfezione. « Mi dispiace piccola mia, mi dispiace di non averti potuto dare di più. » Chinò il volto, sommessa. « Ma possiamo sempre recuperare il tempo perso, io e te. »
Pov Shirakiin.
La voce era chiaramente una voce maschile, divenne presto riconoscibile alla piccola demonietta. Era una voce profonda e cavernosa, una voce bestiale e ferale, demoniaca. La figura che avanzò nell’ombra era un demone meravigliosamente spaventoso, dalla stazza elevata e dagli arti molto sviluppati. Aveva un volto angelico, un corpo statuario e un sorriso malizioso. Gli occhi furbi celavano mille e più malefatte, ma altresì nascondevano la scaltrezza di chi ne aveva passate tante ed era sempre sopravvissuto. Sorrise alla ragazza, in maniera bonaria, fissandola con quei occhi ametista, inconfondibili, simili ai suoi.
« Ciao Lilith, ho sentito la tua aura appena hai iniziato a scendere il buco del Diavolo. Non pensavo ci saremmo mai conosciuti, ma ora sei qui, qui da me. Potremmo passare l’eternità insieme, come è giusto che sia, come hai sempre desiderato. »
CITAZIONE Note: Scusate il ritardo, ho avuto poco tempo e, insomma era abbastanza importante come post, volevo prendermi un po' di tempo per scriverlo al meglio. Anyway, come avete potuto capire vi si presentano tre figure del vostro passato, ho cercato di attenermi il più possibile alle vostre descrizioni, lasciando comunque tutto in maniera molto sommaria così da lasciarvi spazio per descrivere i png che vi si parano davanti. Il turno proseguirà in confronto, potete fare letteralmente quelle che vi pare fino al mio stop. A voi ^^
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