Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Fetiales; abyssi, Dall'abisso

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view post Posted on 26/3/2015, 12:47

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Cronache dall'Abisso; canto I, 5.

Fetiales; abyssi

Lamrael, che di stirpe era rurale,
nacque in un loco nell’Akeran sperso:
Arcae, paese del cereale,
nella pace, per tanto, visse merso.
Crebbe senza una madre. Graduale
il ricordo si fece non più terso.
Mentre l’amor per Alice concreto,
germogliò tra rose rosse, indiscreto.


« L'uomo che si ribella al Fato. »


Taanach; locanda

« Guarda Seagon, la mia ora è ormai vicina. »

Lamrael era seduto su una sedia, nella penombra di una locanda anonima della città di Taanach. Seagon, compagno di sventure da una vita, era seduto dinanzi a lui e lo guardava, con una nota di preoccupazione. Il braccio di Lamrael, presentava grosse ed evidenti vene nere come la pece; segno che la corruzione ormai stava circolando in gran parte del suo corpo. Dopo gli avvenimenti di ʤɛna, il cuore di Lamrael si era fatto sempre più pesante, sempre più corrotto e maligno, per sconfiggere Intet, il Leone aveva ceduto al richiamo della corruzione e della sua forza, liberando quella belva che sopita risiedeva dentro le sue viscere, facendolo diventare finalmente oscuro. Si sentiva ormai debole, incapace di combattere quel morbo che, per troppi anni, lo stava divorando da dentro.

« Presto diventerò un fottuto Caduto. »

Seagon fissava il ragazzo, ben conscio che, prima o poi, quel momento sarebbe arrivato, difatti nei suoi occhi non v’era nessuna traccia di sorpresa, solo una velata goccia di tristezza.

« Mi hai sempre detto che avrei dovuto ucciderti qualora fosse giunto il momento. » Disse la Tigre, quasi senza sentimento. « Ma non penso di farcela Lam… »

Nella sua voce fredda e sicura, con l’inflessione caratteristica delle genti del Sud di Dortan, qualcosa si ruppe. In quel quadro perfetto v'erano molto più che due uomini seduti a una locanda a bere scadente birra, scavati nei loro animi, nei loro visi, nei loro occhi, v'erano disgrazie e disavventure, v'era il fato avverso, v'erano guerre di vendetta senza fine. Loro, che dalle disgrazie era nati, avevano combattuto mille battaglie fianco a fianco per raggiungere la vendetta. Erano qualcosa di più di semplici amici, erano diventati ormai fratelli, stretti da un legame molto più forti di quello sanguigno. Erano fratelli di battaglia, di guerra, di morte e si conoscevano più delle loro tasche.

« Non potrei mai chiederti questo, fratello. »

Disse Lamrael, con la saggezza di un padre, il tatto di un fratello, era lui, ora, a rassicurare l’altro. D’altronde era sempre così, Lamrael riusciva a mantenere il sangue freddo sempre e comunque. Lui era quello di cui tutti si fidavano, era la loro guida e lui non poteva vacillare, neanche dinanzi alla morte, o a qualcosa di molto peggio.

« Ho un piano per la mia morte, ma ho bisogno di te. »

Il ragazzo guardò Seagon con i suoi profondi occhi d’oro; dentro essi si poteva solo notare quella scintilla di tenacia e sicurezza che lo avevano sempre contraddistinto. Non vacillò neanche per un istante, né si potevano trovare in lui brecce di insicurezza. I suoi occhi erano puri e solidi blocchi d’oro, inscalfibili.
Seagon bevve un sorso della sua birra, un lungo sorso, stava prendendo tempo, anche se la risposta era quanto mai banale e scontata, ed entrambi già la conoscevano.

« Dimmi tutto. »

Si limitò a dire, laconico, mentre poggiava il boccale sul tavolo di legno.

« Li faremo saltare tutti per aria quei bastardi. »

_______ _______ ________

Taanach; residenza Redskin

« Non vi mentirò, non è mia usanza farlo. »

Esordì Lamrael. Scendendo le scale che portavano al secondo piano della tenuta. Il ragazzo era un uomo affascinante, vestito di una leggera maglia di cotone grigia che si legava con spessi lacci di cuoio allo scollo. I capelli pece gli cadevano sul viso, stranamente glabro e privo di cicatrici per uno che di battaglie ne aveva viste e parecchie. Inoltre, intorno alla sua figura, pareva stanziarsi una sorta di imperturbabilità, una serenità quasi divina. Scese le scale lentamente, fissando i commensali che avevano risposto alla sua chiamata. Erano pochi, ma d’altronde per quella missione suicida non si era aspettato orde di uomini ad attenderlo, ma semplicemente solo qualcuno di abbastanza coraggioso da seguirlo in quella folle impresa, qualcuno che… Lamrael poggiò gli occhi su Seagon. L’uomo era abbattuto in viso e visibilmente insoddisfatto. Lui, al contrario, di sicuro si aspettava più affluenza. Prestigio, gloria, fama, erano tutti ottimi motivi per unirsi a quella missione, poi la figura di Lamrael, diventata chiacchierata nei territori dell’Akeran successivamente allo scontro con Morte, dovevano comunque dare una certa garanzia. Invece nulla, la paura dilagava nel posto più terribile dell’intero Theras.

« Ma, se siete qui, già siete consci che la mia è una missione ad alto rischio di insuccesso. »

Lamrael prese una pausa, si aspettava qualche mugugno, o qualcuno che abbandonasse la tenuta, eppure nessuno parve muoversi, allora lui continuò, con la calma solita di chi racconta una bella storia.

« Theras ha una nuova minaccia contro cui combattere, l’Ahriman, il signore dei demoni.
Io l’ho già affrontato a ʤɛna, già sono sopravvissuto a lui, è una delle creature più forti che abbia mai calcato le terre di Theras. Ma nessuno pare voler far nulla a riguardo, né Taanach, né Dorhamat, né il sultanato, siamo soli. Se volete seguitemi, al termine della missione avrete una cospicua ricompensa e io vi prometto che tornerete vivi a casa, qualsiasi cosa accada.
»

Voi.

CITAZIONE
Note: Scusate il ritardo ma sono stato soggiogato da un fottuto virus intestinale, e con poca concentrazione ho fatto fatica a scrivere, soprattutto l'ottava iniziale. Anyway. Vi trovate a casa Lamrael, la casa è composta in totale da tre piani, e si trova nella parte alta di Taanach (quella ricca ndr.). Voi vi trovate nel salotto, il salotto è molto ampio e spazioso, pittato di varie tonalità di rosso, ci sono quadri d'ogni epoca, per lo più raffiguranti battaglie passate, qualche scultura di qualche combattente, e una libreria ricolma di libri che, probabilmente, il buon Lamrael non ha mai letto. Comunque siete voi 3 più Seagon e Lamrael. Avete libertà di scelta su come siete venuti a conoscenza della chiamata, ovviamente anche quello sarà giudicato. 5 giorni di tempo.


 
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view post Posted on 27/3/2015, 13:20
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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Fetiales; abyssi - La differenza tra soldi e verità -
Ririchiyo lo sentiva, sentiva che in quel periodo qualcosa dentro di lei stava cambiando, lentamente, inesorabilmente, e anche che quel legame con Lilith stava diventando sempre più forte. Era una cosa terribile, era un peso che iniziava a faticare a portare, soprattutto da quando aveva incontrato il negromante una volta giunta nell’Akera. Era successo qualche giorno prima e adesso stava vagando per raggiungere una meta ben precisa. Le era stata fatta una promessa e si aspettava che questa venisse mantenuta.

1564ilj


Era giunta nell’Akeran qualche giorno prima perché le era stato parlato di un negromante che viveva da solo, isolato da tutto e da tutti e che, forse, poteva avere le risposte alle sue domande, bisognava solo vedere se avrebbe chiesto lei le cose giuste. Le ci volle un po’ ma alla fine lo trovò in mezzo al nulla, una piccola tenda solitaria accanto al quale saliva un piccolo rivolo di fumo, segno che aveva probabilmente spento qualcosa. Si fece coraggio, stringendosi un po’ di più nel suo mantello viola e avviandosi verso la tenda solitaria. Non fece in tempo ad avvicinarsi troppo che questa si mosse appena e, da dietro un lembo di tessuto, si fece avanti un vecchio con due occhi che sembravano spenti, le ossa sporgenti e il viso a punta; la lunga barba folta e i capelli erano lunghi e candidi come la neve. Le faceva quasi impressione, sembrava che non sarebbe riuscito a stare in piedi per un minuto di più eppure, da lui, proveniva una forza che lei non si sarebbe mai immaginata. Sembrava sul punto di morte eppure, forse, era anche più in forze di lei stessa.

«Cerchi qualcosa?»


Chiese il vecchio con voce ferma e guardandola intensamente. Lei annuì semplicemente.

«Cercavo lei signore. Cercavo un negromante che avrebbe potuto darmi le risposte che cerco e speravo che potesse aiutarmi.»


La voce infantile di Ririchiyo era in netto contrasto con le sue parole severe e determinate, quasi quanto l’esile figura del vecchio e la forza interiore che sia lei che il demone potevano sentire. Lui la scrutò a lungo, quasi come se in lei avesse visto qualcosa che ancora non era in grado di decifrare ma alla fine annuì, aprendo bene il lembo della tenda e facendole segno di entrare.

”Sarà anche un negromante ma dentro di lui non c’è alcun demone. Forse sarà un altro buco nell’acqua.”


Sussurrò Lilith all’anima del suo giovane involucro. Ogni volta che lei parlava sentiva la sua anima risonare sempre di più dentro di lei e sentiva che la loro simbiosi aumentava, sempre di più, così tanto che i suoi occhi iniziavano a fare fatica a non illuminarsi del suo potere demoniaco e, impedirlo, iniziava a richiedere una forza e un autocontrollo sempre maggiore.
Forte delle parole del suo ospite, la ragazzina, entrò nella tenda senza alcun esito e davanti si trovò un tappeto steso a terra , sulla pelle della tenda, e tre pouf stesi a terra; le parti erano piene di talismani di vario genere e forma. Chissà a cosa servivano. Avrebbe voluto chiederlo ma lei non era lì per quello.

«Prego siediti. Per cosa sei qui? Per quello che è dentro di te?»


Chiese il vecchio e, a quella frase, Ririchiyo spalancò gli occhi. Con una sola occhiata poteva davvero aver capito cosa si celasse dentro di lei? No, non era possibile, questo voleva dire che doveva essere investito di enormi poteri, questo voleva dire che forse il suo viaggio si poteva davvero dire concluso, forse aveva finalmente trovato quello che cercava.

«Io sono venuta a scoprire qualcosa di più sulla mia esistenza, sul legame con il demone e magari sul motivo per cui vaghiamo sulla terra.»


Il demone. A Lilith iniziava a disturbare essere sempre trattata come una cosa. Lei era un essere vivente quanto loro due e pretendeva di essere trattata come tale.

”Una volta ogni tanto potresti anche chiamarmi con il mio nome sai? Non sarebbe una cosa cattiva….umana.”


Rendere pan per focaccia era un pochino il suo dovere ma la ragazzina la ignorò completamente dando tutta la sua attenzione al vecchio. Si sedette su uno dei pouf e quando anche lui ebbe fatto altrettanto rimase in attesa. L’uomo però, da contenitore di argilla, prese una pipa e iniziò ad accenderla offrendola anche alla giovane che declinò con leggero gesto della mano stringendosi poi un po’ di più al suo mantello. Non le piaceva quell’odore, l’aveva sempre mandata in bestia il tabacco.
Il vecchio sembrava pensieroso mentre aspirava profonde boccate ma, alla fine, si preparò a rispondere alle sue domande.

«Sono tutte domande molto difficili, quindi andiamo con ordine e inizierei dal legame con il demone. Come si chiama?»


Chiese con cortesia e sorridendo sotto i baffi color della neve.

«Si chiama Lilith.»


Alla sua risposta sentì il demone gorgogliare allegramente, avrebbe quasi giurato di capire che le piaceva sentire il suo nome pronunciato da lei, dalla ragazzina. L’uomo però, che non poteva sentire queste cose, riprese semplicemente a sospirare rimettendosi la pipa fra le labbra e riprendendo poi la parola.

«Smettila di chiamarlo sempre demone, smettila di negare la sua esistenza. Tu e Lilith siete due creature vive, esistenti su questa terra e, scoprirai con il tempo, che il vostro è un legame indissolubile. Se una delle due smettesse di esistere morirebbe anche l’altra questo perché tu non sei solo tu, tu sei l’altra faccia del demone e lo stesso Lilith è l’altra faccia della giovane che ho davanti. Dovete imparare a convivere, dovete imparare ad accettarvi e dovete smetterla di intralciarvi l’un l’altra. Dovete imparare a collaborare. Tutto qui. Questo vuol dire che non devo evitare che Lilith ogni tanto venga fuori anzi, devi imparare a capire e giostrare le situazione. La migliore qualità di un demone è proprio il sapere come sfruttare gli altri e quindi come sfruttare la propria natura demoniaca e umana, per questo posso esserti d’aiuto e vorrei farti un dono.»


Il vecchio si alzò con una fatica tale che sembrava quasi essere a rischio di rompersi tutte le ossa ma, alla fine, ci riuscì senza troppi problemi e si avvicinò alle pareti della tenda per prendere uno dei suoi amuleti e porgerlo poi alla ragazzina.
Era una maschera che rappresentava un qualche tipo di demone, era bianco proprio come la barba e i capelli del vecchio e, nel toccarla, gli occhi della giovane si illuminarono del suo tipico color ametista e, improvvisamente, si sentì pervadere dal potere demoniaco del demone.

«Indossala.»


Era un ordine dal quale Ririchiyo non sarebbe stata in grado di sottrarsi nemmeno se avesse voluto. Con presa ferra la tenne fra le sue mani e la fissò per un lungo istante prima di appoggiarsela sul volto. I suoi occhi si illuminarono sempre più intensamente prima di perdere la coscienza del suo corpo quando finalmente questa fu ben fissa sul suo volto e alla fine successe, in un secondo, nel tempo di un semplice battito del suo cuore, lei non fu più lei e il suo posto fu preso dal demone.
Le sue sembianze erano quelle di una donna, e forme prorompenti erano appena celato da un semplice panno bianco, i suoi capelli erano candidi come quelli del vecchio, le sue ali nere dovevano stare ben attaccate al suo corpo per non radere al suolo quella tenda e doveva stare china per non romperla con le sue corna. Gli occhi viola erano però sempre gli stessi, illuminati, di una luce che era tra l’umano e il demoniaco, l’unico collegamento visibile e tangibile fra Lilith e Riirchiyo.
Il vecchio sorrise davanti a quella trasformazione e prese un’altra boccata dalla pipa con aria soddisfatta.

«È un talismano molto potente, ti permetterà di far uscire Lilith anche in pieno giorno e ti aiuterà a capire bene quando può essere il turno dell’uno o dell’altra ma non abusarne troppo.»


L’uomo sorrise e lo fece anche Lilith prima di digrignare appena i denti.

«Come faccio a farla tornare. Sai non amo il sole e qui dentro sto un po’ stretta.»


Senza dire una parole il vecchio allungò una mano verso il volto del demone, quasi come se volesse afferrargli un lembo del volto e, lentamente, tirò via la maschera appena donata facendo tornare nel proprio corpo la piccola Ririchiyo che rimase abbastanza spaesata fissando a lungo il vecchio. Prese poi fra le ani la maschera che lui stesso le stava porgendo e se la legò alla vita.

«Grazie per questo prezioso dono, ne farò tesoro. Per quanto riguarda le mie altre domande?»


Chiese la giovane sedendosi sul pouf a gambe incrociata e vedendo lui far altrettanto con un sospiro.

«Beh, il segreto della vita in sé sul perché viviamo, perché siamo nati così e tutte le altre simile sono nascoste anche a me. Per quanto riguarda le domande sulla tua esistenza temo che dovrai continuare a cercare. Credo che tu abbia bisogno di un demone che ti indichi la strada per poter arrivare nel loro mondo. Solo lì troverai la vera risposta.


<blockquote>La strada verso il mondo dei demoni. Non ci aveva pensato, anche quando aveva provato ad evocare il padre non aveva mai pensato di andare lei da lui ma, in fondo, forse quella era la scelta migliore. Alzò i suoi occhi spalancati e pieni ancora di domande sul vecchio.

«Come faccio a trovare un altro come me?»


Alla domanda le labbra le tremarono appena però lui sospirò scuotendo la testa.

«Non lo so, quello che però so è che ti serve qualcosa da fare. Ho sentito di una missione, suicida probabilmente però almeno ti permetterà di conoscere gente e magari di avvicinarti un pochino di più alla verità. Residenza Redskin. Finito lì torna da me, io sarò qui ad aspettarti.


1564ilj


Eccola lì ora, dopo tanto vagare, sempre stretta nei suoi abiti strambi, nel suo kimono bianco e nel suo mantello da viaggio viola, la naginata che pendeva dalla schiena accanto alla faretra e all’arco e la maschera che pendeva dal suo fianco sinistro. Era seduta all'enorme tavolo insieme agli altri e teneva lo sguardo fisso sull’uomo che stava parlando loro. Perché il negromante l’aveva mandata lì? A quale delle verità che lei cercava si sarebbe potuta avvicinare? Le sembrava solo una delle tante missione messe in piedi da qualche signorotto pieno di sé, dato anche il posto in cui si trovava, e nei iniziava ad odiarli i tipi come quelli. Non notò nessuno dei segni particolari che lui portava sul suo corpo e il suo nome non l’aveva mai sentito, quindi rimase in perfetto silenzio, ad ascoltare e quando sentì il nome del loro nemico strizzò appena gli occhi mantenendo però quella maschera di apatia che, giorno dopo giorno, aveva preso possesso di lei e del suo volto. Alla fine ecco a quale verità si poteva avvicinare: ad uno come lei. Un lato delle sue labbra si alzò leggermente ma lei rimase immobile.

”Hai sentito, Lilith? Un demone.”


Raggiunse il demone con il suo pensiero e non potè fare a meno di sentire lo stesso fremito di eccitazione che aveva provato lei per un attimo. Poteva avvicinarsi, potevano catturarlo e lei avrebbe potuto chiedere ciò che voleva, anche a costo di andare contro qualche ordine. In fondo loro erano mercenari e per quanto contassero i soldi nella sua vita le risposte avevano un valore ben più alto.


CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: Indenne
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia: 125% Energia; 125% Mente; 50% Corpo
»Equipaggiamento:
    -Arco
    -Naginata
    -Armatura naturale

»Oggetti:
    -Cristallo del talento
    -Amuleto lunare

»Talenti:
    -Affascinare
    -Maledire
    -Focalizzare
    -Trasmissione


 
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view post Posted on 28/3/2015, 22:58
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Time Lost Centurion (3dh Economic Crisis Edition)
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Tanaach - Locanda

Da quanto tempo è che mi trovo qui? Una settimana? Forse anche un po di più. Tanaach di questi tempi è divenuta persino più problematica di quanto già non fosse in passato. Una polizia ironicamente denominata gli "Onesti" che spadroneggia su buona parte della città come fossero i prossimi signori di queste terre. Una sorta di piaga di stampo probabilmente magico che tramuta lentamente le persone in demoni, qualcosa che gli Onesti dovrebbero arginare se non fossero impegnati a farsi i fattacci loro e a pretendere favori da mezza città per il loro "sincero contributo alla sicurezza cittadina". Per non parlare dell'odore poi, il fatto che questa locanda sia situata nella zona altolocata della città non cambia di molto la sintonia. Odore acre di urina e vomito misti a sangue secco, bestemmie e insulti di ogni sorta che volano come frecce sul campo di battaglia. La gente è furiosa, stanca, impaurita e generalmente agitata dall'attuale stato delle cose. Questo porta poi ai grandi interrogativi che la gente non può non porsi. Perché i demoni sono spuntati fuori proprio adesso? Di chi è la colpa di tutto questo? Perché i medici non riescono a trovare una cura per questa piaga? Così tanti perché e così poche persone disposte a rischiare qualcosa per trovare la risposta alle proprie domande. Forse dovrei rassegnarmi e ritornarmene nel Dortan, o tentare la mai fortuna nell'Edhel per capire meglio le origini di queste orde demoniache. Forse-...



Guarda Seagon, la mia ora è ormai vicina. «Rizzo le orecchie istintivamente, sporgendomi dalla trave su cui ero poggiata a riposare, scrutando il tavolo direttamente sotto di me. Seduti ad esso due uomini con una conversazione forse interessante.» Presto diventerò un fottuto Caduto.



Ed eccola li, servita su un piatto d'argento, la mia opportunità. Me ne sto in silenzio mentre osservo i due uomini discutere sulla tragica sorte dell'appestato. Ben piazzato, orgoglioso, il tipico guerriero capace di sputare in faccia alla morte con un sorriso. Non il genere d'uomo che china il capo dinanzi al fato, per intenderci. Poi quel semplice e giusto concetto che risalta sul resto della conversazione. Se devo morire, meglio portarne il più possibile nella tomba. Nulla da ridire, la vendetta è un sentimento piuttosto comune per un essere umano. Con il concludersi della conversazione i due si alzano dal tavolo, lasciando la locanda mentre continuano a discutere sul grande piano. Li seguo, nascosta nel caos delle strade cittadine, origliando i loro discorsi e carpendo le loro intenzioni. La promessa di una ricompensa, assoldare mercenari per una missione al limite del suicidio. Scappare se tutto volgesse al peggio non sarebbe certo un problema, inoltre mi sentirei al sicuro in uno schieramento di ex veterani di guerra e spade in affitto. Si, sta bene. Devo solo cercare di non dare troppo nell'occhio.




Tanaach - Residenza Redskin

L'ultima volta che ero stata a Tanaach la città si trovava quasi sull'orlo di un conflitto aperto tra organizzazioni criminali. Immaginare una villa come questa non data alle fiamme e razziata era poco più di un sogno. Invece adesso eccomi qui, seduta ad una tavola imbandita di ogni sorta di leccornia insieme a mercenari ed altri loschi figuri. Una reggia modesta ma ben costruita, lo stile quello tipico degli architetti Akeraniani ma condita con un pizzico di stile nordico. All'inizio penso soltanto a gustarmi le pietanze servite in quel sontuoso banchetto. Un paio di cinghiali, cosci di pollo, insalata, patate-... oh insomma, in banchetto da far invidia a un re. O a un condannato a morte. Solo dopo essermi saziata mi prendo la briga di osservare le figure che mi circondano, i più di loro sembrano essere gente del luogo, salvo per una. Come un giglio in un rovo di spine, diversa da tutti quegli energumeni in armatura, proprio come me. Un lungo Kimono bianco neve, una naginata ed un arco con frecce un po più lunghe della norma. Un armamentario ed indumenti tipici delle terre orientali ove un tempo regnava la casata dei Cavendish. I suoi occhi poi, di un rosso splendido come quello di una luna colta dalla luce del sole. Oh si, credo proprio di aver trovato la mia nuova compagna d'avventura per questa piccola escursione nelle terre dei demoni. Lascio che il padrone di casa concluda il suo rincuorante discorso alle truppe, poi quando tutti si ributtano sul banchetto io salto già dalla larga sedia in legno lavorato e mi dirigo saltellando verso di lei. Con un grazioso salto scavallo lo schiniere della sedia e mi appoggio dolcemente sulla sua schiena, avviluppando le braccia intorno al suo torso in un soffice abbraccio mentre poggio la testa sulla sua spalla sinistra. Volgo gli occhi verso di lei, guardandola meglio e osservando il grazioso paio di corna che adornano la sua testa.



Tutti qui sono grossi e burberi, tu invece no. «Le sorrido cordialmente, strozzando una risatina mentre passo l'indice su una delle sue corna, carezzandola leggermente per tutta la sua lunghezza. Lisce come fossero fatte della più fine porcellana.» Il mio nome è Odette, tu come ti chiami?


Piccolo post d'apertura su come odette è venuta a conoscenza della faccenda.
L'ultima parte ho deciso di usarla pe rinteragire con la Capretta di Misato :sisi:
 
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Ark
view post Posted on 31/3/2015, 22:40




~ Un Compito Per Pochi



      Osservai il filo di fumo salire dalla pipa accesa del vecchio nano seduto davanti a me, aspettando che iniziasse a parlare. Borin è sempre stato il tipo che ha bisogno di tempo prima di iniziare un discorso, forse per pensare bene alle parole da usare o anche solo per riordinarsi le idee. Immagino che durante il periodo in cui girava per il deserto a contrattare per i mercati dell’Akeran la sua lingua doveva essere ben più svelta, ma con l’età ed il pensionamento sembrava che la fretta non facesse più parte di lui.
     Era per questo che, quando ho ricevuto il suo messaggio mentre mi trovavo nel Dortan, il tono di urgenza della sua voce dentro la testa mi mise immediatamente in allarme.
     Shaoran, torna qui appena possibile! Abbiamo bisogno di te!
     Una volta ricevuto il messaggio avevo immediatamente aperto un Varco per arrivare nel giardino della sua villa a Taanach, che conoscevo abbastanza bene da poter raggiungere con precisione.
     « Devo dire » cominciò Borin dopo appena qualche boccata della pipa « che quando i miei camerieri sono corsi da me impauriti dicendo che un giovane ragazzo era uscito da un buco nell’aria, sono rimasto piuttosto sorpreso. »
     Io feci spallucce, per poi appoggiarmi più comodamente sulla sedia imbottita, la gemella di quella su cui era seduto l’anziano nano.
     « Avevi detto “appena possibile”, e ti ho preso in parola. » dissi con un mezzo sorriso, che però Borin non ricambiò limitandosi ad annuire, cupo.
     S’accarezzò la sua lunga barba candida, intrecciata in modo elaborato come spesso facevano i membri del suo popolo, ed osservò uno strano oggetto a forma di specchio appoggiato sopra una mensola. Non avevo idea di cosa fosse o chi l’avesse costruito, e probabilmente nemmeno Borin conosceva le sue origini quando l’aveva aggiunto alla sua collezione. Composto interamente di bronzo, la superfice opaca dello specchio non rifletteva ciò che c’era davanti a sé, ma quando qualcuno ci guardava vedeva soltanto una sorta di foschia vorticosa, e nient’altro. Collegate alla base del piccolo specchio non più lungo di un palmo c’erano cinque piccole piattaforme, grandi quanto una moneta, disposte come la punta di una stella. Sopra uno di questi piattini avevo messo tempo fa un mio capello, e da quel momento quando Borin aveva bisogno di chiamarmi per un lavoro gli bastava poggiare un dito sul mio piattino, e parlare normalmente allo specchio. Un oggetto utile, ma con delle limitazioni: con quell’oggetto puoi solo inviare messaggi, e non riceverli, inoltre una volta che inserivi qualcosa su un piattino questo si sigillava e non potevi più cambiare la persona a cui inviare i messaggi. Finiti i piattini, insomma, non potevi più aggiungere nessuno.
     Non era l’unico oggetto bizzarro in quella stanza. Illuminati dalle lampade ad olio c’erano svariate mensole con gli oggetti dalle forme più disparate, da un corno che se suonato faceva uscire una brezza per rinfrescare la stanza, una penna che utilizzava il sangue di chi la usava per scrivere come inchiostro – cosa piuttosto macabra – e tantissimi altri tipi di oggetti che non avevo la minima idea di cosa facessero. Borin è sempre stato un collezionista, ed i pezzi più particolari che ha trovato durante la sua carriera di mercante li ha presi e messi nel suo studio, dove può sempre guardarli e perdersi nei ricordi dei suoi viaggi. Questa volta però, quando lo sguardo del vecchio passava sopra quegli oggetti, pensieri ben più cupi gli albergavano la mente.
     « Hai mai sentito parlare dell’Ahriman? » chiese all’improvviso.
     « Mai. » risposi io « Chi è? »
     « Non è tanto chi, ma cosa è. »
     Cominciò raccontandomi della piaga che stava affliggendo l’Akeran. Un esercito di demoni uscito dalle profondità della terra, una malattia che colpiva gli abitanti delle città trasformando i più avidi e malvagi in vere e proprie creature demoniache, e di come aveva reagito la popolazione.
     « Come sarebbe a dire che solo l’esercito di Taanach è disposto a combattere i demoni? » Chiesi sbalordito. Era assurdo! Probabilmente si trattava solo di una manciata di schiavi, soldati semplici e guardie del corpo, come potevano avere una speranza?!
     « L’unico motivo per cui non siamo ancora stati spazzati via è che non abbiamo ricevuto un attacco diretto » Mi confermò Borin. Sembrava stanco, molto più di quanto l’avessi mai visto. Mai come ora l’età pesava sulle sue ossa.
     « E Dorhamat, o le città dei nani, tutte le altre città libere? Questo Tsar deve aver chiesto aiuto, saprà che non ce la può fare! »
     « Dorhamat è nel pieno della guerra civile. La corruzione ha preso una buona fetta della città, ed hanno costituito un corpo di polizia interno per uccidere tutti quelli che si sono trasformati o sono in procinto di farlo. Praticamente questi “Onesti” giustiziano qualche persona ogni tanto e poi passano il tempo ad ubriacarsi nelle taverne, mi ci gioco la barba.
     Le città di Bekâr-şehir sono tutte convinte di poter resistere coi loro eserciti privati, ma si stanno sbagliando di grosso. I loro eserciti sono per lo più composti da schiavi, ed il rancore che questi provano per i loro padroni basta e avanza per renderli facili preda della corruzione. No, non riceveremo aiuto da loro… Ho già ricevuto notizie che le città delle terre del sale stanno cadendo una dopo l’altra.
»
     Lentamente sprofondai nella sedia, incredulo di fronte a queste notizie terribili. Ed io avevo pensato che al Dortan, diviso in mille pezzi dalla guerra civile, la situazione fosse grave? Merda!
     « … e i nani? »
     Borin sbuffò violentemente una nuvola di fumo, irrigidendosi all’improvviso.
     « Zeheb "il giusto" non si vuole alleare con le città degli schiavisti, e preferisce chiudersi a Qashra aspettando che l’orda di demoni giunga fino a lui, chiudendo le porte a qualunque profugo umano che bussi alle sue porte. »
     Borbottò qualche parola in nanico per esprimere la sua opinione su quella scelta, e potevo intuire come non fossero affatto gentili.
     Condividevo ampiamente l’odio che questo Zaheb poteva nutrire per gli schiavisti, ma in questo modo stava condannando un intero continente, se non tutto il Theras a cadere vittima dei demoni. Se questo male fosse arrivato al Dortan avrebbe trovato un popolo già diviso ed in guerra tra loro, in modo non dissimile ai popoli dell’Akeran.
     « Non puoi credere che io da solo possa fare qualcosa contro un esercito di demoni » dissi io dopo un lungo e gravoso silenzio « Né che io possa fare da diplomatico per chiedere aiuto alle altre città. Perché mi hai chiamato? »
     « Non tutti sono rimasti immobili di fronte a questa situazione. Ho sentito voci che Lamrael Redskin sta organizzando una spedizione per andare in casa dell’Ahriman e distruggerlo una volta per tutte. »
     Mi sporsi in avanti, il mento appoggiato sulle nocche ed il gomito destro sulla rispettiva gamba. Il mio sguardo vagava per il piccolo studio privato di Borin, passando per la scrivania con sopra varie carte, la libreria e la collezione personale senza però vederle davvero. Stavo cercando di capire quanto suicida fosse quella missione.
     « Lui e pochi volontari, immagino. E’ davvero fattibile? Chi è questo Lamrael? » chiesi.
     « E’ un guerriero come te, che so che ha già avuto uno scontro contro l’Ahriman in passato. Non ti mentirò, ragazzo » continuò con un profondo sospiro « è probabile che parlandoti di questa missione ti stia conducendo alla tua tomba. Ma ti conosco, e se in questa terra esiste qualcuno con la capacità e la volontà di riuscire, quel qualcuno sei tu. »
     Mi concessi qualche istante per pensare, prima di accettare una simile responsabilità. Perché il mondo doveva sempre andare a puttane? Avere già una nazione in preda alla guerra civile non era abbastanza, dovevo per forza immischiarmi anche contro demoni e chissà cosa? Un uomo saggio avrebbe preso tutto ciò che gli era più caro e sarebbe corso dalla parte opposta del mondo.
     Io, purtroppo, non sono mai stato saggio.
     « Dove posso trovare Lamrael? »

fnmNRve



     La residenza Redskin non era distante dalla tenuta di Borin, anch’essa nella parte alta della città. Per un certo periodo anch’io avevo abitato in quella zona, quando ancora esisteva il clan Goryo, tuttavia nei miei ricordi era molto diversa da come la vedevo adesso. Non c’era tutta questa tensione nell’aria, ai tempi, quella fretta ansiosa nei passi dei pochi che giravano per le strade.
     « Non vi mentirò, non è mia usanza farlo. »
     Cominciò così il discorso il padrone di casa, mentre io ed altri – pochi – eravamo stati fatti accomodare ad una tavola imbandita con un banchetto che non avrebbe sfigurato nella corte di un re. Lamrael era un uomo robusto, dai capelli neri, e pareva particolarmente sereno mentre annunciava l’inizio di una missione che sarebbe stato ottimistico definire rischiosa.
     « Ma, se siete qui, già siete consci che la mia è una missione ad alto rischio di insuccesso. »
     Fece una pausa, come se si aspettasse che qualcuno di noi se ne andasse a quelle parole, ma nessuno si mosse. Un uomo accanto a Lamrael ci squadrò con aria abbattuta e visibilmente insoddisfatto, e non potevo che capirlo. Soltanto due persone oltre me avevano risposto alla chiamata, ed erano… Bambine. Chiaramente nessuna delle due erano umana: una sembrava uscita direttamente da Miyako col suo kimono bianco e la nanigata dietro la schiena, con occhi viola ed paio di corna arrotondate le spuntavano dai lati della testa.
     L’altra sembrava anche una bambina normale: capelli lunghi castano scuro, occhi dorati, una carnagione talmente pallida da farla sembrare malata. Quando però parlò all’altra bambina – le saltò addosso, a dirla tutta – rivelò dei canini che erano decisamente più affilati del normale.
     Non esattamente la compagnia che mi sarei aspettato per una missione del genere.
     « Theras ha una nuova minaccia contro cui combattere, l’Ahriman, il signore dei demoni. » continuò Lamrael « Io l’ho già affrontato a ʤɛna, già sono sopravvissuto a lui, è una delle creature più forti che abbia mai calcato le terre di Theras. Ma nessuno pare voler far nulla a riguardo, né Taanach, né Dorhamat, né il sultanato, siamo soli. Se volete seguitemi, al termine della missione avrete una cospicua ricompensa e io vi prometto che tornerete vivi a casa, qualsiasi cosa accada. »
     In qualche modo quelle parole mi rincuorarono un po’, anche se da come aveva parlato sembrava non contasse molto sul suo, di ritorno a casa. Eravamo pochi, e non sapevo cosa pensare di quelle due bambine. Non erano propriamente il tipo di compagnia che mi sarei aspettato in una missione potenzialmente suicida per sconfiggere il signore dei demoni.
     Sarebbe stato meglio se ci fossero stati un paio uomini grandi, grossi e cattivi ed armati di pesanti asce o spade. Decine, anzi. E invece il destino di Theras veniva difeso da un paio di bambine, io, e solo un uomo grande, grosso e cattivo.
     Cosa stavamo aspettando?

ReportStato Fisico ~ 125/125.
Stato Mentale ~ 75/75.
Energia ~ 100/100.
CS ~ 0.
Consumi ~ [0 Bassi, 5% ~ 0 Medi, 10% ~ 0 Alti, 20% ~ 0 Critici, 40%]
Armi
» Hien ~ Sul mio fianco.
» Arco ~ Sulla schiena.
     Frecce ~ 15.

Armature
» Cotta di maglia ~ A protezione del busto.
» Armguards ~ Su ciascun avambraccio.

Oggetti
» Biglia Stordente ~ 1.
» Biglia Accecante ~ 1.
» Biglia Oscura ~ 1.
» Biglia Deflagrante ~ 1.

Abilità passive
» Duro A Morire
     Capacità di difendersi in modo istantaneo. (0/6)
     Capacità di difendersi in modo inconscio. (0/6)
     Le sue difese ad area hanno potenza pari al consumo. (0/6)
     Le persone hanno fiducia in lui. (0/6)
» Stratega ~ In qualsiasi tipologia di terreno Shaoran è in grado di elaborare la strategia migliore, durante un combattimento vince gli scontri a parità di CS. (0/6)
» Sentinella ~ Auspex passivo basato sull'aura delle persone. (0/6)
» Inarrestabile ~ Può ignorare qualsiasi tipo di sofferenza fisica. (0/6)
» Esperienza ~ Shaoran può difendersi senza essere antisportivo da un grande numero di attacchi o da attacchi inaspettati. (0/6)
» Vigore Riflesso ~ Quando un nemico utilizza una tecnica attiva che aumenta le CS nella sua riserva, Shaoran può guadagnare 1 CS a sua volta all'Astuzia. (0/6)
» Perizia ~ Quando Shaoran utilizza una tecnica di Power-Up ottiene 1 CS aggiuntivo da sommarsi a quelli normalmente forniti dalla tecnica, dello stesso tipo. (0/6)



 
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view post Posted on 4/4/2015, 09:37

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Cronache dall'Abisso; canto I, 6.

Fetiales; abyssi

L’amore genuino gemmò gioviale
ma ella, di ricca stirpe, il padre avea
contro l’amor povero non reale.
Lui, ch’era il governante della contea,
non poteva accettare questo male:
la figlia aveva evoluto l’idea,
ch’al cor non si comanda il suo vero amor,
creando ballate meglio dei cantor.



« Nella tana del diavolo. »



Sürgün-zemat; Buco del Diavolo

Il paesaggio cambiò in fretta, i territori di Taanach e delle città liberi erano ormai uno splendido e bellissimo ricordo, non v’era altro che un’enorme distesa di roccia e terra dura, di cenere grigia e incoltivabile, inospitale per qualunque essere vivente. Le catene montuose s’abbarbicavano come denti aguzzi rivolti verso il cielo grigio, inghiottendo l’aria intorno a loro come fauci fameliche. Il vento, quello sempre presente, vibrava incensante con poderosa forza; sferzava correnti gelide alternate a correnti calde asfissianti, senza dare a loro un attimo di respiro. Lo sbalzo di temperatura, che veniva da un momento all’altro, era incredibile e stava mettendo a dura prova gli elementi della spedizione che, a seconda delle temperature, doveva ripararsi, prima dal caldo e poi dal freddo. Di tanto in tanto la truppa scendeva nelle insenature per ritrovare riparo, ma il terreno scosceso e impervio, non sempre era ideale al passaggio degli animali da soma che trasportavano le vettovaglie, quindi per gran parte del viaggio erano costretti a farlo in terra scoperta, tagliati dall’incensante vento e irritati dai numerosi insetti, gli unici esseri che li riuscivano a sopravvivere. Essi volteggiavano intorno a loro come perpetui compagni di viaggio.
Il Sürgün-zemat era questo, terra dei demoni e degli incubi, terra in cui ogni cosa benevola cessava di esistere, era l’incubo più grande di ogni viaggiatore, trovarsi nel nulla più assoluto, dove la terra era l’unica cosa che si intravedeva per miglia miglia. Inoltre, come se non bastasse, ogni passo all’interno di quel territorio pareva sempre più pesante e faticoso, come se la corruzione, avvertibile nell’aria, privasse gli esseri che vi calcavano la terra delle loro energie. Nelle teste di tutti loro crebbe man mano il nervosismo, l’ira, la rabbia, tutti segni che la corruzione stava penetrando nelle loro menti per soggiogarle al suo potere. Lamrael, che quegli effetti li aveva già provati, e già vissuti, sulla sua pelle, si sforzava di tenere il gruppo saldo intorno a lui. Sapeva quanto era importante mantenere alto l’umore, sapeva quanto era necessario che nessuno perdesse la calma proprio in quei momenti poiché, più si avvicinavano al centro del Sürgün-zemat, più l’Abisso e l’Ahriman si sarebbero fatti pressanti nelle teste dei suoi compagni e, lui, non poteva semplicemente permetterlo.

« Rimanete concentrati, non vi fate soggiogare da questi sentimenti, non vi appartengono. »

Disse in uno di quei momenti di particolare sconforto, in cui il viaggio pareva interminabile e la distesa di roccia intorno a loro infinita. Il paesaggio, infine, dopo gli iniziali quattro giorni di viaggio, aveva cessato di cambiare. Pareva quasi che la squadra girasse intorno in quella regione malsana, senza nessun punto di riferimento su cui orientarsi, se non quelle aguzze montagne, sempre presenti intorno a loro. Lamrael si affidava esclusivamente alle sue mappe, che dopo un po’ smisero di essere utili, e al suo sesto senso. Ma sapeva, e forse lo sapeva la bestia dentro di lui bramosa di ricongiungersi alla sua origine, che ogni passo era svolto nella direzione giusta e che, ogni passo, lo portava sempre più vicino all’Ahriman, e alla morte. Lamrael sentiva il petto pesante, il cuore nero pulsare sempre più forte e, quella cosa dentro di lui, ruggire con sempre più forza. In volto, il guerriero cremisi, era visibilmente stanco, affaticato molto più di quelli che erano i normali effetti di una marcia seppur faticosa come quella. Rimaneva in silenzio, per la maggior parte del tempo, parlando solamente quando ce ne era il bisogno: alzare il morale della squadra; dispensare consigli; dare ordini sugli accampamenti. Eventuali risposte, o momenti di conversazione, li lasciava a Seagon e alla sua buona dose di diplomazia e di calma. Non v’erano allucinazioni, a differenza di quanto accaduto a ʤɛna, le loro menti non vennero violentate dall’Ahriman, ma Lamrael non sapeva giudicare se quello fosse un buon segno o meno, c’erano solo due motivi per cui l’Ahriman non li aveva ancora attaccati: che non si fosse accorto della loro presenza, comunque schermata da Seagon, o che li stesse attenendo nella sua tana. Inutile dire che Lamrael sperava che Seagon fosse abbastanza abile da nasconderli agli occhi del signore dei demoni.

Giunsero il quattordicesimo giorno nei pressi del Buco del Diavolo, l’odore di muffa e di morte si faceva sempre più pressante, la terra sempre più grigia e morta, mentre il cielo era plumbeo, una tavola di grigio metallo. Una grossa ferita nel terreno spaccava la zona in due, era uno spettacolo disumano, forse magnifico per quanto pauroso. L’accesso, ormai rigoglioso di demoni, era pattugliato da numerose guardie e il solo entrare non sarebbe stato semplice. La comitiva era acquattata dietro un accumulo di pietre, abba-stanza grandi per schermarli, lì avrebbero ideato un piano per entrare.


CITAZIONE
Note: Al solito, altra ottava in endecasillabi per continuare a raccontare la storia di Lamrael. Anyway, passiamo a cose che vi interessano, viaggiamo per 14 giorni nel Surgut, ogni giorno la vostra mente si farà più pesante, sarete più irascibili, più arrabbiati, più abbattuti, più malfidati. Quando Lamrael vi parla, attiva la passiva di fiducia nei suoi confronti, in quelle parole troverete conforto e sarete portati a fidarvi nuovamente di lui. Comunque arriviamo in presenza del buco del diavolo, una spaccatura del terreno che porta direttamente giù nell'Abisso; la spaccatura è sorvegliata dai demoni e beh, il vostro compito è trovare un modo per entrare, non siate autoconclusivi, ma limitatevi a descrivere le vostre azioni. Il numero i demoni in totale sono 5 e avete 5 giorni di tempo.




Edited by Lud† - 10/4/2015, 21:43
 
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view post Posted on 10/4/2015, 12:09
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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Fetiales; abyssi - Buco nero -
E così il loro viaggio ebbe inizio, non fu decisamente dei migliori, per gli umani almeno. Lei aveva la sua pelle coriacea, quella sua armatura naturale che bene o male non le faceva soffrire particolarmente le escursioni termiche a cui andavano spesso incontro, solo per il freddo a volte rabbrividiva stringendosi un po’ di più nel suo mantello da viaggio, purtroppo troppo freddo per quelle terre. Le sarebbe servito da lezione per la prossima volta, portarsi dietro una sacca da viaggio con cambi adeguati a qualsiasi clima. Ogni tanto lanciava qualche sguardo alla maschera che portava legata al fianco, quasi a volersi assicurare che fosse ancora lì e sorrideva appena ogni volta. Iniziava a non avere più fiducia nel mondo, iniziava ad avere ancora più paura di essere maltrattata e scacciata e quella spedizione le stava solo facendo consolidare quel suo credo. Quelle persone doveva distruggere un demone mentre lei voleva solo interrogarlo, cosa avrebbero fatto gli altri una volta capito che lei non aveva le loro stesse intenzioni? Che forse avrebbe anche tradito? Ogni volta che faceva questi pensieri alzava lo sguardo sul capo della loro spedizione, non desiderava scontrarsi con quell’uomo, non sarebbe resistita un attimo contro di lui, ne era quasi certa.

”Abbi pazienza cucciola d’uomo…pazienza…”


Ogni volta al voce del demone acquietava la sua anima con quei sussurri che solo lei poteva sentire. In passato aveva odiato Lilith mentre, ora, si ritrovò a pensare che senza di lei, probabilmente, sarebbe morta in più di un’occasione. Durante il viaggio non aveva intenzione di parlare con nessuno anche se fosse durato tanto ma, ad un certo punto, uno dei ragazzi che si era unito a quell’impresa si avvicinò a lei. Provò ad intavolare un discussione con lei, provò a chiederle come mai si era unita e loro e stava cercando l’ahriman e, addirittura, presentandosi. Il volto di Ririchiyo rimase fermo, di granito, ma le sue labbra si mossero appena lasciando uscire qualche parola.

«Il mio nome è Ririchiyo Shirakiin, piacere…»


Il motivo per cui lei era lì? Per cui cercava l’ahriman? Beh non poteva certo diglielo, non poteva certo rivelare la sua vera natura, probabilmente il loro capo gruppo l’avrebbe scuoiata viva, o almeno questo è il pensiero che si era fatta di lui. Doveva mentire…e ormai aveva imparato a farlo così bene da far accapponare la pelle a chi l’aveva conosciuta prima di Lilith, quando era solo una bambina strana con un paio di corna.

«Sono solo in cerca di avventura, mi piace l’azione.»


Ridacchiò semplicemente fissando poi l’espressione perplesse e ascoltando le sue parole ancora più sconvolte. In effetti vedere una ragazzina della sua età in un posto come quello e, soprattutto, in cerca di avventura, per molti equivaleva al suicidio ma non per lei, non per lei che aveva una pelle più dura forse dello stesso ragazzo che aveva davanti. Shaoran, così si chiamava quel giovane, non perse tempo a chiederle se sapeva quanto fosse importante quella missione e lei semplicemente scosse la testa facendo spallucce.

«Non lo so…perché non me lo dici tu?»


Dentro ai suoi occhi ametista brillò qualcosa di strano, qualcosa di sospettoso. Gli stava lanciando una sfida probabilmente, chissà se lui l’avrebbe capito. Lui se ne venne fuori con le solite storie da eroe, raccontandole quasi sbuffando ma lei con quelle cose ci si puliva letteralmente il deretano. Del mondo non gliene fregava niente, per quanto le riguardava i demoni potevano prendersi quelle erre, uccidere tutti, perché tanto lei sarebbe sopravvissuta e l’importante era solo quello: la sua vita.

«Non pensavo fosse una faccenda così grossa.»


O forse si? In realtà lei era lì per la sua missione, degli altri o di quello che voleva quell’uomo che li aveva condotti per quelle terre gliene fregava poco. Quando Shaoran espresse il dubbio sulla sua forza lei sorrise appena. Quel giovane non aveva la più pallida idea di quello che lei sapeva fare, non era solo una bambina armata di arco e naginata in fondo.
A parte qualche sporadica parole fra quelle intemperie, il resto dei giorni passarono calmi e placidi, almeno finchè non arrivarono alla loro destinazione obbligandosi addirittura a fermarsi. Il buco del diavolo, quello per cui erano arrivati, stava proprio davanti a lei. Nessun odore riuscì a ferire le sue narici perché la sua attenzione e i suoi sensi erano tutti per quella meravigliosa vista. Sgranò appena gli occhi fissandolo e chiedendosi cosa ci potesse essere dall’altra parte ma era sicura che presto lo avrebbe scoperto, prima si dovevano liberare di quelle guardie.

”Non ti dispiace ucciderle?”


Chiese il demone ridacchiando dentro al suo animo in maniera divertita, all’ascolto di quel sussurro che solo lei poteva sentire strinse un po’ le labbra senza distogliere lo sguardo da quelle guardie.

”No, nemmeno un po’….”


Rispose semplicemente raggiungendo Lilith con il suo pensiero. Tornò poi alla realtà dove si doveva iniziare a pensare ad una strategia per poter penetrare all’interno di quel buco. A quanto pareva era difficile riuscire a lasciarli da parte o a farli fuggire da lì. Ascoltò con molta attenzione le parole di Shaoran tornando poi a fissare i nemici con i suoi occhi ametista. Forse poteva far uscire il demone, forse poteva essere utile ma sicuramente poco saggio data la compagnia con la quale se ne andava in giro e, soprattutto, per la fama del loro leader. Doveva aspettare il momento buono. Si volse quindi verso il suo compagno annuendo appena.

«Allora suggerisco di eliminarli.»


Annuì, iniziando a pensare ad un modo più sicuro che buttarsi nella mischia come una povera pazza.

«Io potrei provare ad accecarne uno, magari crea abbastanza scompiglio da far rimanere gli altri un po' spaesati e avvicinarsi per tagliare la gola a tutti loro.»


Provò a suggerire tornando poi a fissare i loro obiettivi. Alle sue parole intervenne anche unn altro che, date le sue vesti, le chiese se non fosse una sacerdotessa o qualcosa del genere. Quella domanda le faceva venire voglia di ridere, certo poteva essere considerata una sacerdotessa, una votata agli spiriti del male, una negromante magari. Ririchiyo sbuffò appena alla richiesta dell'uomo.

«Sacerdotessa? Dici? Purtroppo no...potrei provare ad ammaliarne uno ma gli latri finirebbero con il dare l'allarme....»


Rimase un attimo in silenzio provando a proporre una tattica diversa.

«In effetti non sarebbe male...potrei provare ad ammaliarne uno per far uccidere gli altri....dite che potrebbe funzionare?»


In realtà lo sapeva da sola che non era per niente una buona idea quindi, alla fine, rimase in silenzio per ascoltare ciò che gli altri avevano da dire. Alla fine Sharona, con le sue parole, fece capire che alla fine “o la và o la spacca”. Sarebbe stato meglio per loro spaccare quindi era il caso di darsi una mossa e decidere.

«Bene, cerco di accecarne almeno uno, consideratemi la vostra copertura.»


Ridacchiò, tirando giù dalle spalle il suo grosso arco e incoccando una freccia in attesa che loro partissero. Appena fossero partiti allo scoperto avrebbe iniziato a coprire l’attacco di Sharona prendendo la mira su uno dei demoni che avrebbe provato ad attaccarlo e imprimendo tutta la potenza demoniaca di cui era capace, proprio sulla punta della freccia, prima di lasciarla andare. Lo avrebbe colpito, ne era quasi certa, o almeno lo sperava, perché, comunque, non era solo la sua mira a giocare un ottimo ruolo, ma il potere demoniaco che ci aveva impresso sopra. Sarebbe poi rimasta ferma, tenendo quella posizione vantaggiosa e cercando di coprire le spalle ai suoi compagni.


CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: Indenne
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia:
    Energia 120/125 %


    Mente 125/125%


    Corpo 50/50 %

»Equipaggiamento:
    -Arco
    -Naginata
    -Armatura naturale

»Oggetti:
    -Cristallo del talento
    -Amuleto lunare

»Talenti:
    -Affascinare
    -Maledire
    -Focalizzare
    -Trasmissione

Attacco
[ブラインド] “Buraindo”
    »Sia in forma umana che in forma demoniaca, Ririchiyo e Lilith sono in grado di richiamare a sé il potere demoniaco per poter accecare l’avversario e lasciandolo confuso per qualche istante. Utilizzata in fase di difesa può causare autonclusività e l’effetto dura un solo turno ed è una tecnica a natura psionica. Se portata a segno causa un basso all'energia«
    consumo: basso energia


Specchietto riassuntivo
Semplicemente colpirà il demone più vicino a Shaoran con il suo attacco cieco per fargli perdere la vista e permettere ai ragazzi di rendere più efficaci i loro attacchi. Rimane poi ferma con il suo arco ben sguainato pronta a coprire i loro successivi attacchi.



 
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view post Posted on 10/4/2015, 14:27
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Time Lost Centurion (3dh Economic Crisis Edition)
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Sürgün-zemat - Giorno 1

Nemmeno le storie possono prepararti a questo genere di paesaggio. Siamo partito di buon grado, all'alba, preparando vettovaglie e quant'altro su animali da soma abituati alla spietatezza di quelle lande desolate. Mi aspettavo un deserto appena più silente e vuoto rispetto a quello presente nei dintorni di Tanaach, ma la realtà era ben diversa. Sarebbe assurdo dire di poter sentire l'odore dell'empietà di un luogo? Come un puzzo rivoltante che ti entra nelle narici e quasi ti spinge a vomitare anche un pezzo del tuo stomaco, un vento invisibile e carico di qualcosa che non potrei definire in altro modo se non maligno. La cosa più tremenda li era, forse l'assenza di qualsiasi forma di vita all'infuori di questa carovana. Oh, in effetti, ci sarebbero degli esseri viventi. Piccoli scarabei volanti che dimorano nelle ossa spolpate e rosicchiate da loro e dal tempo stesso. Faccio affidamento alle mie capacità per tenerli alla larga da me, come faccio sempre quando mi ritrovo costretta a dormire in una cripta o in uno scantinato. Il viaggio sarà lungo, inutile pensare il contrario. Ma se io ho dalla mia la mia fredda e resiliente natura, come potranno gli uomini della carovana resistere all'inevitabile crollo che questa terra appestata porterò sulla loro mente? In una terra come questa c'è solo da chiedersi quale morte ti coglierò prima delle altre.




Sürgün-zemat - Giorno 5

Se non altro nei primi giorni si poteva contare su una certa varietà nel territorio, quel tanto che bastava per farci comprendere i progressi della nostra marcia. Adesso, invece, se non fosse per il sole di giorno e le stelle di notte si direbbe quasi che stiamo camminando sempre sullo stesso pezzettino di terra. Più di una volta abbiamo cercato di scampare la terribile escursione termica cercando rifugio nelle insenature del terreno. Una soluzione a breve termine viste le ridotte dimensioni delle stesse e il grande carico portato dalle bestie da some. L'unica cosa rinfrancante è la grande quantità di cibarie, sufficienti per il viaggio d'andata e di ritorno. Eppure questo non basta a rinfrancare gli animi, quella presenza malsana che avevo percepito all'inizio sembra farsi sempre più forte con il passare del tempo. Alcuni degli uomini diventano prima schivi, poi irascibili e persino violenti. Qualunque cosa fosse sembrava influenzarli più di quanto stesse facendo con me, forse per via della mia natura oscura o forse per il semplice fatto che la fame è in grado di tenere la mia mente completamente impegnata con altro. Eppure, nonostante ciò,la carovana avanza imperterrita nelle piane desolate, straziate prima dal caldo del deserto e poi dal gelo delle montagne. Non c'è poi da sorprendersi che i demoni abbiano scelto un luogo del genere come "dimora, davvero appropriato.




Sürgün-zemat - Giorno 10

Mi sembra di portarmi addosso un sacco pieno di sassi. Se non altro, prima, l'unica cosa di cui dovevo preoccuparmi erano dei pensieri piuttosto spiacevoli e la scarsa disponibilità di sangue. Ora, però, anche il mio corpo sembra volersi dare per vinto. Era strano, per quanto mi sforzi normalmente non sento affatto al fatica. Adesso, invece, anche un'azione semplice e scontata come il camminare sembra privarmi di ogni stilla di energia. No, non è solo questo. Sembra quasi che la semplice voglia di vivere, o di sopravvivere, mi stiano lentamente abbandonando. Vorrei semplicemente coricarmi su un mucchio di sabbia e chiudere gli occhi. Nessuno se ne renderebbe conto, in fondo sono così piccola, a chi potrebbe mai importare se semplicemente svanissi tra le dune di questa brulla e grigia terra? Non sappiamo nemmeno dove siamo, quel Redskin ha smesso di prendere in considerazione le mappe da giorni. Dove ci sta portando? Ma soprattutto... cosa lo sta guidando? Sembra quasi seguire un suono che solo lui può udire, un odore che solo il suo naso può fiutare. Forse ci sta semplicemente guidando in una trappola, forse la sua mente ha già ceduto alla corruzione ed egli altro non fa che seguire i ciechi ordini del signore dei demoni. O magari siamo già morti ed io nostri corpi sono stati sbranati dalle zanne dei mastini infernali mentre l'Ahirman tiene le nostre menti bloccate in questo eterno ciclo di tormento.



Rimanete concentrati.. «le sue parole sembrano demolire quella gabbia di apatia e sofferenza come il colpo di un trabocco. Parole carismatiche, dette con quel tono di gentile imperatività tipica di chi sa comandare.» Non vi fate soggiogare da questi sentimenti, non vi appartengono.




Sürgün-zemat - Giorno 14

Finalmente siamo giunti alla nostra destinazione, la bocca dell'abisso. Oltre quella grande insenatura si trovavano gli oscuri e profondi abissi del Baathos, gallerie scavate dai demoni nel corso dei secoli che, virtualmente, dovrebbero collegare ogni regione del mondo come un gigantesco formichiere. Fatti con una tale perizia e dedizione da chiedersi come mai le orde demoniache non avessero lanciato prima il loro attacco. Cosa li teneva in catene? Cosa impediva all'orda di ascendere dalle profondità abissali per riversarsi su tutto il Thedas? Abbandono i miei pensieri mentre scruto l'ingresso di quella grotta, osservando i cinque demoni a guardia di essa. Impossibile passare inosservati, troppe persone e troppe vettovaglie da portare con noi. L'unica soluzione e dargli battaglia, come ci siamo accordati tra di noi in quel breve attimo prima dello scontro. L'omaccione e il ragazzo più giovane sembrano intenzionati a scagliarsi in mischia contro le guardie, io e l'orientale dobbiamo aiutarli al meglio delle nostre possibilità. Anche così vicini alla tana dell'Ahirman gli insetti sono onnipresenti, magari attendono pazientemente la morte di uno di noi per poterne spolpare la carcassa e sopravvivere ancora un po in questo postaccio infernale. So cosa va fatto, loro mi saranno sufficienti. Con un gesto della mia mano dirigo due grandi sciami di scarabei contro due delle guardie demoniache ancora non ingaggiate. Andate contro di loro, morsicate i loro bulbi oculari e riempite le loro bocche. Accecateli, tormentateli, soffocateli. Non è necessario che muoiano, semplicemente che siano troppo occupati a soffrire per poter reagire agli altri.





¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
Riassunto

CS {Nessuna}

Fisico {Illesa - 75%} ~ Mente {Sana - 75%} ~ Energie {130%}




Passive & Equipaggiamenti:

» Passiva Acrobata - Funanbolo: (6/6)
» Passiva Acrobata - Caduta Lenta: (6/6)
» Passiva Ladro - Velo Sonoro: (6/6)
» Passiva Ladro - Velo d'Ombra: (6/6)


Attive:

» Empatia Animale: Oh si, ogni vampiro ha dei talenti insoliti che variano dalla natura della persona prima della trasformazione, il mio è quello di poter parlare con gli animali empaticamente e fargli fare quello che voglio io. Non importa se siano mammiferi o pesci, insetti o uccelli, riesco a sentire gli animali intorno a me e loro riescono a sentirmi. Se sono in pericolo essi vengono in mio soccorso, dal ratto più piccolo al lupo più cattivo di tutta la foresta. I miei preferiti però rimangono i pipistrelli, loro sono molto più carini dei ratti o dei lupi.
Odette è in grado di richiamare intorno a se la fauna locale per attaccare il nemico, infliggendo un danno di natura Fisica pari al consumo. Gli animali richiamati non persistono nell'area e si ritirano dopo aver sferrato l'attacco. A consumo Nullo la tecnica può essere usata per generare effetti scenici o comunque non più potenti di un effetto Passivo.

[Consumo Energetico Medio]


» Empatia Animale: Oh si, ogni vampiro ha dei talenti insoliti che variano dalla natura della persona prima della trasformazione, il mio è quello di poter parlare con gli animali empaticamente e fargli fare quello che voglio io. Non importa se siano mammiferi o pesci, insetti o uccelli, riesco a sentire gli animali intorno a me e loro riescono a sentirmi. Se sono in pericolo essi vengono in mio soccorso, dal ratto più piccolo al lupo più cattivo di tutta la foresta. I miei preferiti però rimangono i pipistrelli, loro sono molto più carini dei ratti o dei lupi.
Odette è in grado di richiamare intorno a se la fauna locale per attaccare il nemico, infliggendo un danno di natura Fisica pari al consumo. Gli animali richiamati non persistono nell'area e si ritirano dopo aver sferrato l'attacco. A consumo Nullo la tecnica può essere usata per generare effetti scenici o comunque non più potenti di un effetto Passivo.

[Consumo Energetico Medio]








Odette attacca due delle guardie non ingaggiate da Redskin e Ark con due sciami di scarabei che punteranno a ferire gli occhi o a riversarsi nelle loro via respiratorie nel tentativo di soffocarli. La potenza delle due offensiva è un Medio cadauna.




Edited by Lucious - 20/4/2015, 15:33
 
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Ark
view post Posted on 10/4/2015, 15:17




~ Corruzione



      Se chi inizia bene è già a metà dell’opera, la vedevo davvero brutta per noi. Non avrei mai pensato che avrei rimpianto le dure zone desertiche intorno a Taanach e le città libere, ma al confronto con il Sürgün-zemat sembravano terre temperate ed ospitali.
      Per giorni l’unico paesaggio fu un’enorme distesa di terra e roccia, con intorno a noi catene montuose aguzze che s’alzavano imponenti. Il cielo era costantemente grigio, e sembrava che il sole non illuminasse questa zona da molto, molto tempo. Il luogo ideale per la tana di demoni, non c’era alcun dubbio a riguardo.
      I repentini sbalzi di temperatura erano terribili, il caldo poteva farmi sudare come se avessi corso per ore e subito dopo il freddo mi congelava fino a farmi tremare, costringendomi a prendere abiti più pesanti dalle sacche che ci stavamo portando dietro con gli animali da soma. Il cibo non era troppo un problema: per lo più carne secca, gallette, le solite cose che si portano dietro quando sai di avere un viaggio lungo e difficile davanti a te.
      Sarebbe stato tutto sopportabile senza problemi, se non fosse stata per una cosa: gli insetti. Quelle stramaledettissime bestie non facevano altro che ronzarmi addosso mentre camminavo, pungendomi in qualsiasi pezzo di pelle disponibile e volando vicino alle orecchie durante le notti di riposo, passate all’addiaccio e dormendo sulla nuda roccia. Quanto vorrei aver avuto un lanciafiamme con me!
      « Che cosa mangiano questi insetti » dissi esasperato un giorno, nell’ennesimo tentativo di scacciarli dal mio viso « quando non trovano dei pazzi come noi che viaggiano qui? »
      Quella frase, tra l’altro, fu più o meno metà della conversazione del nostro gruppo per l’intera durata del viaggio. A quanto pareva nessuno era particolarmente comunicativo, se non per cose come “Accampiamoci qui”, “Dobbiamo andare”, “Passami dell’acqua”.
      Un giorno, per il semplice desiderio di sentire qualcos’altro se non il nostro respiro, il ronzare degli insetti e gli zoccoli degli animali da soma, cercai di fare conversazione con la ragazza che mi ricordava Miyako.
      « Cosa ti ha spinto a cercare l'ahriman? » chiesi alla ragazzina che s’era presentata come Ririchiyo.
      « Sono solo in cerca di avventura, mi piace l’azione. » rispose ridacchiando. Ridacchiando! Non solo dovevo andare a rischiare la vita con due bambine, ma una di queste era chiaramente fuori di testa. Niente male davvero.
      « Avventura? Hai idea di quant'è importante questa missione? »
      Avrebbe risposto di no, mi ci gioco le palle.
      « Non lo so…perché non me lo dici tu? »
      Vinto.
      « Ah niente di che, solo il destino del fottuto Theras! » sbuffai irritato « Presente la solita storia, no? Orde di demoni assetati di sangue che uccidono e distruggono qualunque razza per il puro piacere di farlo, e che per il momento stanno tenendo in scacco tutto l'Akeran. » Mi poggiai una mano sulla fronte, sospirando « Ed una dei pochi che stanno cercando di fare qualcosa nemmeno sa perché... »
      Ririchiyo ridacchiò di nuovo, cercando di assumere un'aria amichevole mentre io prendevo in seria considerazione l’idea di strozzarla.
      « Non pensavo fosse una faccenda così grossa. » rispose lei, in un modo che mi fece venire il dubbio se fosse semplicemente stupida o riuscisse a mentire parecchio bene. Quale che fosse delle due, non ero affatto contento di averla con me. Se non altro dovevamo solo uccidere demoni, non dovevamo per forza andare d’accordo.
      « Spero solo che tu sia più forte di quello che sembri, ragazzina. »
      Lei sorrise appena, ma fortunatamente lasciò cadere il discorso. Quasi quasi ascoltare il ronzio degli insetti era più piacevole, e di sicuro quelle quattro frasi mi avevano messo un’irritazione addosso che quelle disgustose creature volanti manco si sognavano. All’improvviso lanciai con un grido la borraccia d’acqua che avevo appena finito di usare, mirando ad una nuvoletta di insetti che da giorni sembrava apprezzarmi particolarmente. Loro semplicemente si spostarono per evitare il colpo e continuarono a ronzarmi, mentre io mi alzavo il mantello per evitare che mi finissero in bocca. Che morissero tutte!
      « Rimanete concentrati, non vi fate soggiogare da questi sentimenti, non vi appartengono. »
      Disse Lamrael, colui che ci stava guidando da giorni in quelle terre dove tutto ormai sembrava uguale. Quelle parole mi colpirono: quella bambina ed il viaggio scomodo e duro erano abbastanza per far andare via di testa chiunque, ma era davvero normale che pesassero così tanto sui miei nervi? Di solito ci vuole ben di peggio per farmi arrabbiare! All’improvviso il formicolio alle braccia dovuto all’irritazione e la voglia di spaccare qualcosa assunsero tutto un altro significato, uno che non mi piaceva per niente.
      Ricordai le parole di Borin per descrivere la corruzione: prende la rabbia di una persona e la moltiplica, fino a quando l’uomo non diventa un demone lui stesso. Il sudore freddo che mi scese in quel momento lungo la schiena non ebbe nulla a che fare con il vento caldo che mi strattonava gli abiti.
      Rivolsi un cenno del capo a Lamrael per dirgli che avevo compreso le sue parole, notando come sembrasse particolarmente stanco, e non solo a causa del duro viaggio che stavamo affrontando. Anche lui era stato silenzioso per la maggior parte del tempo, se non per dispensare consigli o cercare di tenere alto il morale, e temevo che ci fosse qualcosa che lo riguardava che ci stava tenendo nascosto. Aveva smesso di usare la mappa per procedere, sembrava affidarsi soltanto al suo istinto. Qual’era il suo segreto? Un altro pensiero opprimente.
      Di tutto il gruppo, gli unici che sembravano ancora mantenere la calma lì erano Seagon e Odette, per quel che valeva.

      Dopo circa due settimane, gli unici cambiamenti sul territorio erano stati in peggio. Il cielo era più scuro, la puzza di muffa e morte più intensa in prossimità di quella grande ed inquietante fessura nel terreno. Osservando da dietro l’accumulo di rocce tutti noi potevamo vedere come l’entrata fosse pattugliata da un piccolo gruppo di demoni.
      Il mio battito accelerò: presto avremmo cominciato.
      « Immagino sia difficile passare inosservati quei cinque, eh? » dissi esaminando il terreno roccioso. Non c’era che terra piatta, a parte il nascondiglio che stavamo usando noi. « Io posso rallentare i loro movimenti, ma per il resto si tratta di ucciderli o ignorarli per entrare dentro, ma non mi piace l'idea di avere quelle creature alle spalle. »
      « Allora suggerisco di eliminarli. » Disse Ririchiyo annuendo. Questa era la sua occasione per dimostrare che almeno sarebbe stata utile alla causa. « Io potrei provare ad accecarne uno, magari crea abbastanza scompiglio da far rimanere gli altri un po' spaesati e avvicinarsi per tagliare la gola a tutti loro. »
      « Hmmmm... » disse l’altra bambina che si era avvicinata a noi, anche lei osservando i demoni, ed infine sospirò. « Je suis desolè, non saprei davvero come fare a distrarli.
      Ora che ci penso, i tuoi abiti mi ricordano quelli di una sacerdotessa.
» Disse rivolto a Ririchiyo, avvicinandosi a lei e addirittura appoggiandosi alle sue vesti. Osservai la scena senza nascondere la mia perplessità: da dove diavolo arrivava tutta quella confidenza? E lei si lasciò fare!
      « Non hai qualcosa per spaventarli? Una preghiera di esilio o... un'ampolla di acqua benedetta? »
      « Sacerdotessa? Dici? Purtroppo no... potrei provare ad ammaliarne uno ma gli altri finirebbero con il dare l'allarme... » Rimase un attimo in silenzio provando a proporre una tattica diversa, come se quella proposta le avesse fatto cambiare idea. « In effetti non sarebbe male... potrei provare ad ammaliarne uno per far uccidere gli altri... dite che potrebbe funzionare? » Che fine aveva fatto la sua sicurezza di qualche giorno prima?
      « Non resta che tentare. » dissi io. Coi se e coi ma non avremmo concluso nulla. « Non so voi, ma io non so mimetizzarmi nella nuda roccia. Mi vedrebbero subito. » Guardai i presenti negli occhi per qualche attimo, sorridendo rassegnato per la pazzia che stavamo per fare « Sapevamo che la missione è rischiosa, no? Tanto vale andare là e cercare di rimandare all'inferno più demoni possibile. »
      Tutti si dissero d’accordo. Ero circondato da pazzi suicidi, ed io non ero da meno.
      Ancora accucciato estrassi la spada che portavo al fianco, poggiando la fronte sul freddo acciaio tenuto in verticale davanti a me. Stavamo per assaltare un covo di demoni virtualmente infinito, e l’idea mi riempiva di paura che però tenevo strettamente a bada. Eravamo pochi, ma era un tentativo che andava fatto.
      « Lama, non mi tradire oggi. » sussurrai, prima di alzarmi in piedi e camminare verso i demoni davanti a me.

      La cosa che più mi piace del combattere, piacere che spesso mi ha messo nei guai, è quel momento di calma interiore durante il quale tutto cessa di esistere a parte me ed il mio avversario. Oh, il mio cuore batteva parecchio a causa della tensione, ma per me era come se quelle sensazioni fossero di qualcun altro. La mente era fredda, gli occhi attenti nell’osservare i miei nemici cercando punti deboli, il corpo pronto a reagire ad eventuali attacchi. Eravamo io e Lamrael, mentre le altre due ragazzine ci davano supporto da dietro.
      Vidi una freccia volare verso uno dei demoni e degli scarabei scagliarsi addosso ad altri due, mentre anch’io mi preparavo all’offensiva. Improvvisamente il campo di battaglia si riempì di scariche elettriche azzurre, con lo scopo di rallentare i movimenti dei cinque demoni che stavamo per affrontare.
      Dopodiché sfruttai il mio potere magico per potenziare me stesso, circondandomi delle stesse scariche elettriche che erano apparse un po’ ovunque mentre anche i miei occhi sembravano emanare un’aura azzurra.
      Sfruttando quella forza e quella velocità, scattai verso il demone più vicino cercando di decapitarlo con un singolo fendente orizzontale della mia spada. Non avevamo tempo da perdere con loro.

ReportStato Fisico ~ 115/125.
Stato Mentale ~ 75/75.
Energia ~ 90/100.
CS utilizzati ~ 1. [1, Velocità]
CS in riserva ~ 4. [2, Forza ~ 2, Velocità]
Consumi ~ [0 Bassi, 5% ~2 Medi, 10% ~ 0 Alti, 20% ~ 0 Critici, 40%]
Armi
» Hien ~ Impugnata.
» Arco ~ Sulla schiena.
     Frecce ~ 15.

Armature
» Cotta di maglia ~ A protezione del busto.
» Armguards ~ Su ciascun avambraccio.

Oggetti
» Biglia Stordente ~ 1.
» Biglia Accecante ~ 1.
» Biglia Oscura ~ 1.
» Biglia Deflagrante ~ 1.

Abilità passive
» Duro A Morire
     Capacità di difendersi in modo istantaneo. (1/6)
     Capacità di difendersi in modo inconscio. (1/6)
     Le sue difese ad area hanno potenza pari al consumo. (1/6)
     Le persone hanno fiducia in lui. (1/6)
» Stratega ~ In qualsiasi tipologia di terreno Shaoran è in grado di elaborare la strategia migliore, durante un combattimento vince gli scontri a parità di CS. (1/6)
» Sentinella ~ Auspex passivo basato sull'aura delle persone. (1/6)
» Inarrestabile ~ Può ignorare qualsiasi tipo di sofferenza fisica. (1/6)
» Esperienza ~ Shaoran può difendersi senza essere antisportivo da un grande numero di attacchi o da attacchi inaspettati. (1/6)
» Vigore Riflesso ~ Quando un nemico utilizza una tecnica attiva che aumenta le CS nella sua riserva, Shaoran può guadagnare 1 CS a sua volta all'Astuzia. (1/6)
» Perizia ~ Quando Shaoran utilizza una tecnica di Power-Up ottiene 1 CS aggiuntivo da sommarsi a quelli normalmente forniti dalla tecnica, dello stesso tipo. (1/6)

Abilità Attive
» Campo Elettromagnetico ~ Shaoran può diffondere la propria energia elettrica in tutto il campo di battaglia, riempiendo l'aria intorno a sé di scariche elettriche azzurre. Queste scariche provocheranno spasmi improvvisi a tutti gli avversari che si troveranno all'interno della zona, rendendo per due turni molto difficile il loro movimento.
Consumo ~ Medio.
Natura ~ Magica.


» Fortificazione ~ Shaoran sfrutta le sue capacità magiche per potenziare il proprio corpo, rendendolo più forte e più veloce. Scariche elettriche azzurre lo circonderanno completamente, in quantità proporzionale all'entità del potenziamento, e gli occhi cominceranno a brillare di una luce azzurra, i muscoli diventeranno più marcati. Questa tecnica aggiunge 2 o 4 CS alla sua riserva, suddivisi tra Forza e Velocità, a seconda del consumo speso.
Consumo ~ Autodanno Fisico Basso, Medio.
Natura ~ Magica.


Note
Come da confronto. L'unica differenza è che l'attacco fisico al demone ha 1 CS, anziché 2 come avevo detto all'inizio.



 
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view post Posted on 15/4/2015, 23:49

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« Nell'Abisso »


Sürgün-zemat; Buco del Diavolo

Gli uomini che si era portato dietro, seppur d’uomo ne contasse solo uno, decisero di attaccare allo scoperto quelle cinque guardie. Per quanto Lamrael fosse un uomo d’azione, quella decisione così repentina lo lasciò perplesso; esporsi così tanto agli occhi dell’Ahriman era sempre un pericolo da non sottovalutare. Li vide partire come degli ossessi, decisi più che mai a porre fine a quelle vite, Seagon guardò Lamrael, che scrollò le spalle e annui. Estrasse Magnitudo e improvvisamente ogni dubbio cessò di esistere, la rabbia e la follia lo invasero come un fiume in piena che aveva deciso di straripare gli argini del fiume. La pietà, non che prima ci fosse, fu spazzata via, Lamrael era finalmente libero di dare via al massacro.
Per fortuna nessuno ebbe la malsana idea di urlare all’impazzata durante l’attacco, tuttavia alcuni demoni cominciarono a fare versi strani, richiami in qualche lingua sconosciuta. Lamrael non attese altrimenti, parti brandendo Magnitudo come uno stocco leggero, muovendosi con la veemenza di una mandria di bufali impazziti, ma con la grazia di un leone a caccia. Vide distrattamente il sangue scorrere, le lame impattare con do la carne, osservò quella scena da lontano, con distacco e in maniera confusa, quasi ovattata. Gli spettatori che da fuori avessero osservato quella scena, avrebbero faticato e non poco quale era il vero demone in campo. Lamrael era, a tutti gli effetti, una macchia rossa che sbranava gli avversari sul campo di battaglia. Era una furia indomita. Spaventosa. Si fermò solo quando l’ultimo avversario crollò al terreno inerme, solo quando l’ultima testa fosse recisa e l’ultimo osso spappolato; allora e solo allora il suo corpo cesso di muoversi e la sua mente tornò lucida. Sospirò con leggerezza, come se per lui tutto quello fosse normale e fin troppo facile, non un accento di fiatone, né di cuore che galoppava all’impazzata. Rinfoderò Magnitudo dietro la schiena e guardò per la prima volta i suoi compagni. Alcuni di loro, nella foga della battaglia, erano stati feriti superficialmente prima che Lamrael riuscisse ad abbatterli tutti. Lamrael li guardò quasi annoiato, con lo sguardo di chi si aspettava qualcosa di più da loro.

« Se dovete attaccare, fatelo per lo meno consci di doverli uccidere prima che loro riescano a dare l’allarme.
Il mio obbiettivo è uccidere l’Ahriman, e con lui tutti quelli che riesco a portarmi dietro, ma dobbiamo arrivarci, prima di tutto. Non voglio morire sommerso da mille demoni ancor prima di aver estratto la spada, sarebbe una morte inutile.
»

Lamrael li ammonì ma nella sua voce non c’era tono d’astio o di rabbia, era più sommessa delusione, quasi scoraggiamento.

« Ora proseguiamo, e speriamo, non possiamo fare altro; tingetevi la faccia del loro sangue, almeno mascheriamo il nostro odore e il nostro viso. »

Iniziarono a scendere il Buco del Diavolo, l’oscurità li lambì improvvisamente, e da un momento all’altro, ovunque guardassero vedevano soltanto il nero dell’oscurità inghiottire ogni cosa. Lamrael accese delle fiaccole che distribuì a ognuno di loro. Immediatamente mille occhi che li osservavano andarono a rintanarsi, a sparire dietro le insenature del muro. Oltre la puzza, gli insetti, il freddo e l’umidità, ciò che più colpiva Lamrael era la costante presenza del male. Era quel male liquido che ti penetrava nella pelle, quella sensazione oppressiva di malvagio. Lamrael sentì il suo cuore appesantirsi ancor di più, la bestia scavare nella viscere ossessivamente, come se fosse inebriata da quel luogo: fu difficile per Lamrael tenere a bada ciò che aveva dentro; lui stava lottando contro la corruzione, la stava respingendo per resistere. Ancora per qualche ora, per lo meno.
L’improvvisato travestimento stava funzionando, i demoni li ignoravano mentre loro continuavano la loro discesa indisturbati. La struttura era fatta a cono e interamente di scale e rampe che scendevano verso il basso, ogni passo verso il nucleo era un passo in più verso il freddo più assoluto. Le temperature precipitavano e, inutile dirlo, quell’umidità e quel freddo così opprimente presto penetrarono nelle carni e nelle ossa degli uomini, Lamrael si sforzava di camminare, per cercare di non sentir freddo, ma lì, persino il metallo, diventava ghiaccio. La fiaccola, a ogni passo, vibrava minacciando di spegnersi, tuttavia la magia di Seagon riusciva a tenerla accesa e, seppur poca, essa era comunque una fonte di calore vitale per il gruppo. Tuttavia, la tigre a ogni passo era sempre più affaticato, a ogni passo una nuova gocciolina di sudore imperlava la sua fronte. Lamrael era conscio che il suo amico non avrebbe resistito in eterno.

« Resisti Seagon, ci siamo quasi. »

Poteva sentirlo, poteva sentire la sua bestia ruggire. La sentiva urlare di piacere, gioire, infine la sentì esplodere di gioia. Poi, infine, non vide più nulla.

Intorno a loro tutto era nero, tutto divenne nero. Sentì le risate, le voci, sentì mille e più occhi piantarsi su di lui, senti il male attorcigliarsi attorno al suo collo e alle sue braccia, sentì ogni cosa farsi pesante. Estremamente pesante. Infine, non vide più nessuno, più nessuno dei suoi compagni e Lamrael in un attimo realizzò: era rimasto solo.
D’istinto sfoderò Magnitudo, brandendola nuovamente, e ricevendone nuova forza.

« Ti stavo aspettando.»

Sentì quella voce, sentì l’eco che ne scaturì, era distante, lontana, profonda, rimbombava tra le pareti dell’Abisso e penetrava dritta nelle sue orecchie rimbalzando a destra e manca nella sua testa. Era una presenza troppo ingombrante, una voce familiare.

L’Ahriman era finalmente arrivato.



CITAZIONE
Note: Scusate il ritardo, sono stato impegnato. Comunque ecco cosa succede, la vostra decisione, errata, vi porta un danno medio autoconclusivo al fisico portato dai demoni, inoltre, dopo qualche minuto di camminata, cadiamo tutti preda di un'illusione che ci porta a separarci. Sentiamo tutti la medesima cosa, ma nessuno di voi sa bene a chi attribuire quella voce, essa vi sembra, semplicemente, familiare. 5 giorni di tempo. Terminate il vostro post dopo la voce. Niente ottava, ne farò due il giro prossimo, e nemmeno niente immagine, non mi si apre più Photoshop e sto bestemmiando da circa un'ora.



Edited by Lud† - 16/4/2015, 11:41
 
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view post Posted on 17/4/2015, 15:10
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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Fetiales; abyssi - La voce -
L’attacco era iniziato e Ririchiyo cercò di coprire i loro attacchi il più possibile ma aveva dimenticato una cosa fondamentale: il potere dei demoni non sta solo nella forza fisica ma nel loro potenziale magico. Il potere di Lilith era così bene assopito da quella maschera che si portava dietro che nessuno di loro sembrò riconoscerla e quindi approfittò della cosa, peccato che un demone la vide e le lanciò addosso un attacco magico che la colpì proprio al braccio sinistro impedendole di attaccare nuovamente. Per fortuna però ebbero comunque la meglio e la ragazzina si rialzò per raggiungere il gruppo che stava proprio all’entrata di quel buco. Rimase ferma ad ascoltare la sgridata che ricevettero da Lamrael e, quasi come a rispondere, la ragazzina strinse di più l’arco fra le mani per obbligarsi al silenzio.

”Morirà prima di toccare i nostri fratelli….”


Ridacchiò il demone, sfiorando appena la coscienza della giovane ragazza che la conteneva e anche Ririchiyo iniziò a pensarci, forse, in fondo, non era poi andato così male come credeva. Quando venne ordinato loro di macchiarsi il volto con il sangue dei demoni la ragazzina si rimise l’arco a tracolla per abbassarsi e intingere le sue dita in quel liquido vischioso tanto vitale per quelle creature e lo fisso per un attimo perplessa. Lei aveva una maschera migliore di quella ma forse non era il momento.

”Calma ragazzina, non è ancora giunto il momento. Lo so che fremi, lo so che non vedi l’ora di avere delle risposte ma devi stare attenta. Questo Lamrael potrebbe sgozzarti in qualsiasi momento se dovesse anche solo pensare ad un tradimento. Qualsiasi cosa tu voglia fare contro di lui e contro queste persone devi attendere di avere le spalle coperte, devi attendere di essere al sicuro nella casa dei demoni. Attendi.”


Come al solito Lilith aveva ragione quindi, alla fine, si sporcò il volto con quella schifezza corporea e si rialzò per seguire gli altri dentro al buco. Iniziarono quindi il loro cammino e, ad ogni passo, lei si sentiva male, si sentiva debole mentre il potere del demone diventava invece più forte. Se fosse stato necessario di nuovo combattere avrebbe rischiato di farsi scoprire, in fondo il loro capo non aveva certo la fama di essere uno stupido, non avrebbe potuto nascondere il potere magico con il quale impregnava le sue lame. Più scendevano più il freddo aumentava, poteva vedere molti di loro tremare, sbattere i denti, forse anche in maniera esagerata per lei a cui quella temperatura non sembrava far nulla di che, sentiva freddo ma non così tanto da tremare però, per non destare troppi sospetti, anche lei iniziò a fingere di tremare e di sbattere i denti, seguendo quello che facevano tutti gli altri. Non era il momento di rivelare la sua natura, non ancora, doveva attendere.
Il loro camminò continuò indisturbato in quella discesa infernale quando, ad un certo punto, sbattendo le palpebre, si trovò nel vuoto. Là dove prima c’erano quei suoi compagni di viaggio adesso c’era l’oscurità, lì dove i suoi occhi tenevano sotto controllo le movenze di quella combriccola, adesso c’erano solo esalazioni del nulla. Era da sola, isolata e, per quanto si fosse spinta proprio lei in quella spedizione, provò quasi sollievo. La sua parte umana aveva paura, tremava, ma lì sotto era Lilith ad avere il potere sulle sue emozioni, lì sotto era il demone ad avere il controllo sul suo corpo, l’aveva capito anche per quel freddo glaciale che non l’aveva colpita come avevano colpito gli altri.

«C-che succede?»


Si chiese la ragazzina guardandosi comunque in giro piuttosto spaesata. Il demone dentro di lei scoppiò a ridere. Ririchiyo sentiva che nemmeno lei sapeva cosa stava succedendo, però sentiva che trovava la cosa divertente.

”Che importa cucciola? La cosa importante è che siamo a casa. Abituatici.”


Rispose Lilith con voce sadica toccando appena la coscienza della giovane. Per quanto fossero a casa si sentiva a disagio a stare così e ancora non era il momento di far uscire Lilith, non sapeva dov’erano i suoi compagni, per quanto ne sapeva sarebbero potuti spuntare da un momento all’altro e lei ancora non aveva le spalle coperte. Stava cercando di pensare, di trovare una soluzione quando, all’improvviso, una voce tremendamente famigliare si alzò nell’aria immobile, si alzò in quell’ignoto che la circondava e parlò.

La stava aspettando.


A lei? Perché qualcuno la stava aspettando? Che fosse suo padre? Che fosse proprio il padre che aveva a lungo cercato? No, era qualcosa di diverso, qualcosa di più caldo, qualcosa di più famigliare. Ma cosa? Ancora non riusciva a capirlo quindi rimase ferma, nel buio, continuando a scavare nella sua memoria alla ricerca di quella voce che la colpiva dritta nell’animo.


CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: Danno Medio
»Stato mentale:
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia:
    Energia 120/125 %


    Mente 125/125%


    Corpo 50/50 %



»Equipaggiamento:
    -Arco
    -Naginata
    -Armatura naturale

»Oggetti:
    -Cristallo del talento
    -Amuleto lunare

»Talenti:
    -Affascinare
    -Maledire
    -Focalizzare
    -Trasmissione





Edited by Misato Kojima - 18/4/2015, 00:50
 
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view post Posted on 20/4/2015, 14:32
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Sürgün-zemat - Giorno 14

Essere una bambina ha svariati vantaggi, ma anche alcuni svantaggi. Uno di questi è che la gente, abituata a giudicare il libro dalla copertina, difficilmente tende a soppesare propriamente le mie parole. Senza contare che gli altri sembrano aver dimenticato persino l'obbiettivo finale di questa missione. Un nemico spesso e volentieri si trova in una condizione di vantaggio numerico durante un conflitto. Una cosa piuttosto comune, nulla di insolito al riguardo. Poi se il nemico sono le orde dell'Abbisso allora il numero diventa senza ombra di dubbio il problema principale, l'ostacolo più grande da sormontare. Fermarli con soldati e macchine da guerra non è possibile, non questa orda, non questa corruzione. Però se si dispone di abbastanza polvere da sparo gli si può chiudere la porta di casa, magari seppellirne qualche centinaio sotto svariate tonnellate di fredda roccia. Una tattica sfruttata negli assedi. Si scavano alcune gallerie sotto le mura nemiche o poi, usando esplosivi o le semplici leggi della fisica, si procede a far crollare mura ed altre difese apparentemente insormontabili. In tutto questo bisogna prestare attenzione solo ad una cosa. Esattamente, non bisogna mai farsi scoprire! In un complesso di caverne i pilastri portanti sono situati almeno ad un paio di livelli di profondità. Quindi sta da se che le guardie dovrebbero essere distratte, non attaccate a viso aperto. A quanto pare il ragazzo e la monachetta sembrano avere opinioni diverse al riguardo. Si scagliano alla carica come stessero andando a combattere un branco di banditi. Tutto ciò che posso fare è ordinare agli insetti di soffocarne un paio, impedendogli di dare l'allarme. Poi lo vedo, come un fulmine a ciel sereno. Estrae la lama e si schianta contro il nemico come un uragano, facendo turbinare la sua lama con una forza brutale. In una parola, bestiale. Definirlo un massacro sarebbe diminutivo. Sto assistendo alla formazione di un'opera d''arte, una tela sabbiosa con del sangue nero come solo colore. La lama il pennello nelle mani de''artista che, tra un affondo e un taglio, colora quel luogo spoglio con la viscerale e macabra bellezza del trapasso. Eppure tutto questo mi rattrista. Sono triste perché sono conscia che questa sarà la sua ultima danza. Un gran finale degno di un campione, con tanto di fuochi d'artificio! Eppure un finale, non di meno. C'è chi dice che ogni fine è un inizio e... ha ragione. Eppure questa incapacità di poterlo aiutare, di poter fermare l'inesorabile fine... io la coprendo. Eppure la ripudio, mi disgusta, mi rende furiosa e al contempo abbattuta. Sono talmente incantata da quella danza cremisi da non rendermi conto della lancia che un demone, in un'0ultimo atto disperato prima del trapasso, ha scagliato contro di me. Cerco di scansarmi, scongiurando il peggio. Un taglio secco sulla spalla sinistra, scampo al dissanguamento solo perché il mio cuore ha smesso di battere da ormai troppo tempo. Un grumo di sangue di color cremisi scuro si forma sul taglio, talmente profondo dall'aver quasi raggiunto l'osso. Il mio viso si distorce in una smorfia di dolore mente, a malapena, riesco a soffocare un gridolino di dolore. Monsieur Redskin non può fare altro che esprimere il proprio disappunto verso le nostre azioni. Impossibile dargliene una colpa, ha tutte le ragioni del mondo per essere deluso. Per essere il suo ultimo viaggio il fato gli ha dato dei compagni davvero inappropriati.



Sürgün-zemat - Buco del Diavolo

Avevo udito storie sull'abisso, molte storie. Una peggiore dell'altra, raccontate da superstiti la cui mente era costantemente dilaniata da visioni orripilanti di creature troppo distorte e deformi per poterle considerare esseri viventi. Un'oscurità quasi viva, che sembra volerti divorare ad ogni passo. Un freddo talmente pungente da far tremare persino un barbaro della Ystfalda come un bambino impaurito. Ma, peggio di quanto è detto ve solo una cosa, l'aria. Impregnata di un odore misto tra putrefazione e sangue fresco, capace di accompagnare i versi e i crepitii delle creature rintanate li sotto per chilometri e chilometri. Redskin sa il fatto suo, ci fa mascherare usando il sangue dei demoni uccisi, permettendoci di passare inosservati sotto i molteplici occhi delle bestie insettoidi appese ad ogni parete ed ogni stalattite di quelle caverne così profonde da sembrare infinite. Ma sarà veramente così? I demoni sono veramente così sciocchi e animalistici dall'ignorarci semplicemente per aver riconosciuto un odore comune? Ad ogni passo il freddi si fa più pungente, l'aria più carica di umidità e putrefazione. Stiamo andando nella direzione giusta, e la cosa non mi piace affatto. Poi, in un battito di ciglio, tutto diviene tenebra. Per quanto mi sforzi i miei occhi non riescono a superare quest'oscurità. No, non è semplice buio, c'è qualcosa di oscuro e innaturale in tutto questo. Non so cosa stia succedendo, ma di certo non posso correre alcun rischio. Chiudo gli occhi e mi concentro quel tanto che basta per richiamare i miei talenti da fattucchiera. Ed in poco più di un mero istante il mio corpo ed ogni emanazione dello stesso cessano di essere. Poco prima di svanire mi metto in bocca l'unica caramella che mi ero portata dietro prima della partenza. Il sapore dloce e succoso del sangue distende i miei nervi, rinvigorisce le mie carni. Sento una voce in lontananza, una voce familiare, una voce di cui dovrei fidarmi? No, certo che no. Nel mondo non bisogna mai fidarsi di nessuno. Nell'abisso questa regola vale anche di più che in superficie. Attenderò il passare della tenebra e, se necessario, fuggirò.





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Riassunto

CS {2 Forza; 2 Velocità}

Fisico {Leggermente Ferita - 65%} ~ Mente {Sana - 75%} ~ Energie {120%}




Passive:

» Amuleto dell'Auspex: (6/6)
» Passiva Razziale - Scurovisione: (6/6)
» Passiva Acrobata - Funanbolo: (6/6)
» Passiva Acrobata - Caduta Lenta: (6/6)
» Passiva Acrobata - Scalatore: (6/6)
» Passiva Acrobata - Contorsionista: (6/6)
» Passiva Ladro - Celarsi: (5/6)
» Passiva Ladro - Velo Sonoro: (5/6)
» Passiva Ladro - Velo d'Ombra: (5/6)


Attive:

» Occultamento: La mia istruzione nelle arti magiche è stato altrettanto esemplare. In molti non lo sanno ma il vampirismo ha una natura strettamente legata alla magia, permettendo verosimilmente ad ogni vampiro di apprendere le arti magiche con grande rapidità e semplicità rispetto ad un essere umano o a qualunque appartenente alle razze comuni del Thedas. La magia si suddivide in varie scuole e la mia preferita è senza ombra di dubbio quella dell'Illusione. La prima capacità che io abbia mai appreso è stata quella di divenire completamente invisibile, e vi assicuro che la cosa non è semplice come sembra! Ci vogliono settimane di pratica, senza contare il fatto che il corpo all'inizio non riesce ad orientarsi se non riesce a vedersi. Può suonare strano ma è la pura e semplice verità! Certo la fatica è remunerativa quando puoi semplicemente sparire in un battito di ciglio e lasciare il tuo nemico li, imbambolato come un babbeo.
La pergamena è una tecnica di invisibilità di natura magica che rende il caster invisibile per l'intero turno in cui viene utilizzata. Questa però non è in grado di annullare un qualunque suono prodotto dal proprio corpo o le tracce lasciate dal proprio passaggio.

[Consumo Energetico Medio]


» Caramella Sanguigna: Ovviamente ci sono cose che vanno al di là di lame e armature. Nel corso dei secoli i vampiri hanno potuto contare tra le loro file alcuni noti luminari della scienza e della magia. Alchimisti ed Arcimaghi capaci di compiere prodezze intellettuali di ogni sorta, creando strumenti specifici che poi condividevano ben volentieri con la propria specie. Un tale Dottor Sinclair Dikinson riuscì ad ideare un particolare estratto ricavato da una mistura di sangue umano ed erbe rinvigorenti. Quest'estratto veniva poi fatto filtrare e cristallizzare, venendo levigato nella forma di una semplice caramella sferica dal colore rossastro. Ingerito da un umano tutto ciò che offre è un pessimo saporaccio e poco altro. Se questa "caramella" viene però assunta da un vampiro, i principi presenti all'interno della stessa gli donano un surplus di energia tale da potenziare temporaneamente il suo fisico o la sua mente. Curiosamente l'effetto sembra rispondere alle necessità del caso, piuttosto che ad una regola fissa.

[Corallo]







Non appena Odette viene colta alla sprovvista da l'insolita oscurità, ella decide di ingerire una caramella sanguigna (corallo) e di usare l'attiva di invisibilità insieme a tutte e tre le passive del ladro per divenire completamente inesistente agli occhi di qualunque cosa si trovasse intorno a lei. Per il resto... si vedrà :sisi:




Edited by Lucious - 21/4/2015, 23:14
 
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Ark
view post Posted on 21/4/2015, 23:16




~ Nel Buio



      Con uno scatto del polso schizzai a terra la maggior parte del sangue di demone che insozzava la mia lama, per poi pulire quel poco che rimaneva su uno dei cadaveri. Tre ferite parallele mi bruciavano nel petto, dove gli artigli del demone che avevo appena ucciso erano riusciti a superare la mia guardia, ma fortunatamente non era grave. Anche i miei compagni sembravano feriti, tranne Lamrael: non sembrava nemmeno stanco dopo aver maneggiato quell’immenso blocco d’acciaio come se fosse stato un ramoscello.
     « Se dovete attaccare, fatelo per lo meno consci di doverli uccidere prima che loro riescano a dare l’allarme.
Il mio obbiettivo è uccidere l’Ahriman, e con lui tutti quelli che riesco a portarmi dietro, ma dobbiamo arrivarci, prima di tutto. Non voglio morire sommerso da mille demoni ancor prima di aver estratto la spada, sarebbe una morte inutile.
»
     « Non ti abbiamo escluso mentre pensavamo al piano, prima. » Dissi rinfoderando la spada, un po’ irritato da quel tono di delusione « Se non ti va a genio sei libero di dirlo per tempo, non sappiamo ancora leggere nel pensiero. »
     In ogni caso, non aveva troppa importanza. Senza gravi danni avevamo eliminato i demoni, a quanto pare senza allertare tutti quelli che probabilmente stavano all’interno. Su consiglio di Lamrael intinsi le dita nella ferita aperta di uno dei demoni, da dove ancora sgorgava lento un fiume di sangue nero e rancido. Non era per niente piacevole avere quella roba sul volto, ma se serviva ad entrare senza attirare tutto Baathos avrei sorriso nel fare un bagno in quella roba.
     Armati di fiaccole cominciammo silenziosamente la discesa. La fioca luce del fuoco mi permetteva a malapena di vedere i gradini grezzi davanti a me, posti in una spirale che portava fino nelle profondità della terra. La consapevolezza di migliaia di occhi intorno a noi che ci fissavano mi faceva rizzare i peli sulla nuca, ma fortunatamente sembrava che il sangue ci stesse nascondendo per davvero. Sembrava strano che fosse così semplice passare inosservati, nonostante la fonte di luce delle torce fosse così aliena in un mondo buio come quello. Beh, se ai demoni non importava che avessimo bisogno di quegli strumenti per scendere tanto meglio, non mi sarei certo lamentato.
     La cautela imponeva un’andatura lenta, ed io di certo non avevo fretta di raggiungere il posto, tuttavia muoversi più velocemente almeno avrebbe contribuito a riscaldarci. Si gelava davvero! Il mio fiato si condensava davanti a me in nuvolette di vapore e dovevo serrare la mascella per non battere i denti. Cercavo di scendere con la torcia il più vicino possibile a me, siccome erano le nostre uniche fonti di calore, tuttavia non era minimamente sufficiente per combattere quella sensazione di freddo.
      Non osavo parlare, temendo di attirare attenzioni indesiderate, e anche volendo quel posto dava una sensazione così opprimente che non mi faceva connettere i pensieri facilmente. C’era solo nero in ogni direzione, tranne uno spazio ristretto che mi permetteva di distinguere a malapena i miei compagni. Da quanto stavamo scendendo? Il senso delle distanze era distorto, laggiù.

     Improvvisamente il buio circondò ogni cosa, la luce della torcia un vago ricordo.
     « Oh cazzo! » imprecai estraendo di scatto la spada. Dov’erano finiti tutti? Dov’ero finito io? Col respiro sempre più affannoso cercai di calmarmi e ragionare. Il buio sembrava schiacciarmi a terra, sentivo i tentacoli del male che mi strisciavano lungo tutto il corpo per stritolarmi nel morso della paura. Gli occhi mi erano inutili, ma non era solo con quelli che riuscivo a vedere. Calma. Dovevo mantenere la calma.
     « Ti stavo aspettando. »
     Quella voce… Perché mi sembrava familiare?

ReportStato Fisico ~ 105/125.
» Danno Medio, spossatezza.
» Danno Medio, graffio al petto.
Stato Mentale ~ 75/75.
Energia ~ 90/100.
CS utilizzati ~ 0.
CS in riserva ~ 4. [2, Forza ~ 2, Velocità]
Consumi ~ [0 Bassi, 5% ~ 0 Medi, 10% ~ 0 Alti, 20% ~ 0 Critici, 40%]
Armi
» Hien ~ Impugnata.
» Arco ~ Sulla schiena.
     Frecce ~ 15.

Armature
» Cotta di maglia ~ A protezione del busto.
» Armguards ~ Su ciascun avambraccio.

Oggetti
» Biglia Stordente ~ 1.
» Biglia Accecante ~ 1.
» Biglia Oscura ~ 1.
» Biglia Deflagrante ~ 1.

Abilità passive
» Duro A Morire
     Capacità di difendersi in modo istantaneo. (1/6)
     Capacità di difendersi in modo inconscio. (1/6)
     Le sue difese ad area hanno potenza pari al consumo. (1/6)
     Le persone hanno fiducia in lui. (1/6)
» Stratega ~ In qualsiasi tipologia di terreno Shaoran è in grado di elaborare la strategia migliore, durante un combattimento vince gli scontri a parità di CS. (1/6)

» Sentinella ~ Auspex passivo basato sull'aura delle persone. (2/6)
» Inarrestabile ~ Può ignorare qualsiasi tipo di sofferenza fisica. (1/6)
» Esperienza ~ Shaoran può difendersi senza essere antisportivo da un grande numero di attacchi o da attacchi inaspettati. (1/6)
» Vigore Riflesso ~ Quando un nemico utilizza una tecnica attiva che aumenta le CS nella sua riserva, Shaoran può guadagnare 1 CS a sua volta all'Astuzia. (1/6)
» Perizia ~ Quando Shaoran utilizza una tecnica di Power-Up ottiene 1 CS aggiuntivo da sommarsi a quelli normalmente forniti dalla tecnica, dello stesso tipo. (1/6)


Abilità Attive
Nessuna.

Note
Ci tengo a precisare che ciò che Shaoran dice a Lamrael è strettamente limitato alla scena in game, tanto per evitare fraintendimenti xD Post come da ordini, a fine turno semplicemente attivo la passiva dell'auspex per percepire la presenza di qualcuno intorno a me.



 
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view post Posted on 1/5/2015, 02:25

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Fetiales; abyssi



« Frammenti di passato »



Sürgün-zemat; Buco del Diavolo


Il buio che circondava Lamrael si fece un po’ meno fitto, il nero assoluto si diradò lasciando passare qualche spiraglio di luce. In quel buio, soprattutto, baluginò il bianco della dentatura d’un mostro enorme, d’una creatura leggendaria ed epica, terrificante e grandiosa. Un ammasso di nera e informa corruzione che si allungava in una sinuosa e lunga forma. Era immensa, tant’è che pareva che i suoi artigli raggiungessero ogni parte di quel luogo, diramandosi tra le pareti e le scale, abbracciando ogni cosa.
L’uomo rimase fermo, incapace di muoversi, i suoi muscoli tutti erano bloccati inermi a osservare quel terrificante essere.

« Lamrael. »
Disse con voce secca, metallica, profonda e naturalmente paurosa.
« Credi nel destino? »

Il guerriero non riuscì a rispondere, improvvisamente la gola era secca e ardeva come pervasa da colate di lava, i muscoli erano atrofizzati e difficilmente sarebbe riuscito a pronunciare una singola parola, difatti uscì fuori un mugugno, ma il demone parve comprendere perfettamente, come se effettivamente gli leggesse nel pensiero.
L’Ahriman scosse la testa, in senso di diniego.

« Dal momento stesso in cui sei nato il tuo destinato aveva un percorso ben predefinito, eri e sei predestinato a qualcosa di grande. Nei fili del tuo fato la corruzione è sempre stata ben presente, ha scandito fin da subito il tuo primo alito di vita e ti accompagnerà fino all’ultimo. »

Lamrael aveva già ascoltato quel discorso in passato, Aundara gli aveva detto quasi le stesse parole, ma Lamarel, allora, si era ribellato, aveva rifiutato quella vita, e lo avrebbe fatto ancora. Anche questa volta. Eppure, nelle parole del mostro, c’era qualcosa di diverso, qualcosa che non riusciva a cogliere.
Lamrael non era stato sempre corrotto, in verità la corruzione lo aveva accompagnato solo nell’ultima parte della sua vita.
Il mostro sorrise, cogliendo ancora i suoi pensieri.

« Hai sempre pensato che tua madre fosse morta quando eri piccolo, sebbene tu non abbia mai saputo la verità. Vedi Lamrael, lei era una donna speciale, una donna che aveva una visione diversa del mondo, una visione più ampia. »

Lamrael strinse d’istinto la collana che aveva intorno al collo, quello era il suo unico ricordo: lui non la rammentava, e suo padre aveva parlato pochissimo di lei e, quelle poche volte che ne parlava, il suo volto diveniva una maschera scura. La donna era quasi un fantasma, qualcosa che a stento era esistito, mentre l’Ahriman, a quanto pare, la conosceva molto bene. E la cosa lo disturbava, lo mandava su tutte le furie.
Eppure non poteva fare a meno di ascoltarlo, di volerne sapere di più.

« Aveva una forte ambizione, stroncata in larga parte dall’animo semplice di tuo padre, per tanti anni tua madre ha creduto che quella vita da contadina facesse per lei, che l’amore di tuo padre fosse abbastanza per colmare il suo vuoto. Ma non era così, e non lo sarebbe mai stato. Tu, hai allungato soltanto la sua agonia, lei ti amava, ma non abbastanza per sopravvivere con quel vuoto. La sua gravidanza fu per lei inattesa; gli crollò il mondo addosso. »

« No, non sto mentendo Lamrael, » disse prima che l’uomo riuscisse persino a formulare quel pensiero, « non avrei reali motivi per farlo. Dopo la tua nascita cadde in depressione, combattuta tra la sua ambizione e l’amore che aveva per te, questa lotta generò quello che per voi è il più grande male della storia di Theras, mentre per noi non è altro che potere, liberazione, solamente quello: la corruzione. Il seme della corruzione si radicò nel suo cuore, scorse nel suo sangue e nelle sue vene, si annidò in ogni parte del suo corpo e la contaminò. Tu, attraverso lei, ne venni a contatto durante l’allattamento, ti nutristi della corruzione fin quando eri in fasce, ne assunsi la forza, l’essenza. Divenni qualcosa di più di un semplice umano, ma non abbastanza per essere un demone. Per tanti anni la tua vera natura rimase sopita dentro di te, fin quando non tornasti a casa, fin quando non scendesti nell’Abisso la prima volta.
Lì la corruzione si risvegliò, palesando e accrescendo il tuo vero potere, la tua forza.
»

Lamrael sentì chiaramente la creatura ridere di gusto, dentro la sua testa, dentro ogni lembo del suo corpo, il riso si propagava ovunque intorno a lui, come un gigantesco incendio.

« Tu sei sempre stato destinato a giungere fino a me.
A diventare un caduto, il più forte tra loro, colui che avrebbe seduto alla mia destra.
»

Pov Shaoran

« Ciao Shaoran. »

La voce che si palesò al ragazzo era una voce familiare, una di quelle dimenticate da troppo tempo, come un ricordo lontano e sopito in qualche cassetto del cervello. Era la voce di una donna che, probabilmente, lo aveva messo al mondo, lo aveva cresciuto e lo aveva amato, inoltre lo aveva spinto a essere sempre libero, a vivere con un’ideale.
Quella era la voce di suo madre, come Shaoran se la ricordava.
La figura si fece avanti, camminando nell’ombra e mostrandosi al ragazzo. In tutti quegli anni non era cambiata in nessun tratto, era esattamente come il giorno in cui morì.

« Sono così fiera di te, ragazzo mio. »

Disse con una lacrima che gli scivolava in viso. Il portamento era quello di una contadina, con le spalle ricurve dalla fatica e le gambe che si trascinavano con lentezza ma, qualcosa nei suoi occhi, gli donavano una fierezza sconosciuta.

« Finalmente ci rincontriamo. »

Sorrise, dolcemente.

Pov Odette.

La madre, alcune volte, non è quella che ti dà alla luce, altresì è la persona che ti cresce, che ti ama, che ti accudisce come fossi sua figlia. Questo era il caso di Odette, sfuggita alla schiavitù e alla tristezza d’una vita di sofferenze grazie a una donna. Una donna che la strappò persino dalle fredde braccia della morte.
« Odette… » Disse ella, uscendo dal buio, camminando con quel suo portamento nobile che la contraddistingueva sempre, « …ti trovo in ottima forma, l’immortalità ti dona. »
Sorrise, mostrando la dentatura alla ragazzina, i suoi denti erano d’un candore simili a quelli della luna più bianca e pura. Erano magnetici e al contempo terrificanti per la loro perfezione.
« Mi dispiace piccola mia, mi dispiace di non averti potuto dare di più. »
Chinò il volto, sommessa.
« Ma possiamo sempre recuperare il tempo perso, io e te. »

Pov Shirakiin.

La voce era chiaramente una voce maschile, divenne presto riconoscibile alla piccola demonietta. Era una voce profonda e cavernosa, una voce bestiale e ferale, demoniaca. La figura che avanzò nell’ombra era un demone meravigliosamente spaventoso, dalla stazza elevata e dagli arti molto sviluppati.
Aveva un volto angelico, un corpo statuario e un sorriso malizioso.
Gli occhi furbi celavano mille e più malefatte, ma altresì nascondevano la scaltrezza di chi ne aveva passate tante ed era sempre sopravvissuto.
Sorrise alla ragazza, in maniera bonaria, fissandola con quei occhi ametista, inconfondibili, simili ai suoi.

« Ciao Lilith, ho sentito la tua aura appena hai iniziato a scendere il buco del Diavolo.
Non pensavo ci saremmo mai conosciuti, ma ora sei qui, qui da me.
Potremmo passare l’eternità insieme, come è giusto che sia, come hai sempre desiderato. »

CITAZIONE
Note: Scusate il ritardo, ho avuto poco tempo e, insomma era abbastanza importante come post, volevo prendermi un po' di tempo per scriverlo al meglio. Anyway, come avete potuto capire vi si presentano tre figure del vostro passato, ho cercato di attenermi il più possibile alle vostre descrizioni, lasciando comunque tutto in maniera molto sommaria così da lasciarvi spazio per descrivere i png che vi si parano davanti. Il turno proseguirà in confronto, potete fare letteralmente quelle che vi pare fino al mio stop. A voi ^^


 
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view post Posted on 3/5/2015, 13:46
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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Fetiales; abyssi - Ritorno al passato -
Quella voce la chiamava, quella voce era calda e le ricordava qualcosa, qualcosa che sapeva di aver già sentito. Nei suoi occhi si poteva leggere un piccolo ricordo che la portava indietro nel tempo, che la portava in uno dei suoi viaggi e quello in particolare l’aveva trascinata in fondo al mare, in compagnia di una donna forte e coraggiosa dai fluenti capelli rossi: Chandra. Se lo ricordava molto bene, il potere di un Dio che, per pochi istanti, era stato nelle sue mani e lei lo aveva fatto: aveva provato ad evocare suo padre.
La ragazzina era ferma nel buio e, per un attimo, abbasso il suo sguardo sulle sue mani, quelle stesse mani che avevano provato a creare un varco dimensionale per potersi collegare con il mondo dei demoni. A lungo l’aveva cercato dopo quel momento e, finalmente, ci era arrivata. Adesso doveva solo trovare il coraggio di fare quello che andava fatto.

Alzò il suo sguardo ametista in quelli di quel padre, bello come un Dio, che aveva i suoi stessi occhi, che, probabilmente aveva anche il suo stesso sangue. Ma era davvero lui? Poteva anche essere una semplice illusione. Proprio che lei che aveva avuto a che fare con un demone fino a quel momento poteva davvero lasciarsi incantare dalle sue parole?

”Di cosa hai paura? Siamo qui? In fondo non è quello che volevamo? A me basta non tornare più in superficie, questa è casa mia.”


Se fino a quel momento Lilith aveva parlato accarezzando appena la sua coscienza, adesso era entrata nella sua anima in maniera prorompente, quasi come a voler a tutti costi far valere la sua decisione perché lo sentiva che Ririchiyo stava vacillando. A lei piaceva stare sopra però aveva bisogno di uno scopo per vivere, aveva bisogno di sapere perché doveva soffrire ed essere tratta come una reietta da chiunque posasse gli occhi sulle sue corna. Lui la chiamò Lilith ma lei era Ririchiyo. Era lei sua figlia, non solo il demone che stava dentro…o forse, alla fine, lo erano entrambe. Sorelle? Non lo sapeva e aveva bisogno della verità.

”Lilith, stai zitta e aiutami. Capiamo davvero chi abbiamo di fronte.”


Era un ordine suo, un ordine muto dal momento che quella piccola conversazione non poteva essere ascoltata da altre orecchie, dal momento che tutto quello stava avvenendo solo nella sua anima, neanche nella sua mente. Gli occhi della ragazzina si illuminarono appena mentre sulle labbra si disegnava un sorrisetto piuttosto soddisfatto, voleva vedere se quell’uomo sarebbe stato in grado di resistere al potere del demone che stava dentro di lei, quello sarebbe stato l’unico modo per poter vedere se le sue parole erano veritiere. Cercò di ammaliarlo, cercò i farlo cadere sotto il suo potere prima di porgli le domande che cercavano risposta ormai da anni.

«Sei davvero tu nostro…»


Padre? Si poteva davvero definire tale una creatura che aveva creato un aborto come loro? Ririchiyo non era sicura di avere davvero un’anima come gli esseri umani, sentiva che dentro di lei c’era qualcosa di strano, qualcosa di sporco, qualcosa che non le avrebbe permesso di provare cose come l’affetto. Aveva amato sua madre, aveva odiato colui che l’aveva uccisa ma forse poteva provare solo questo: odio. Sentiva che quel genere di sentimento la rendeva più forte, sentiva che Lilith si poteva nutrire di esso e aumentare il suo potere. Dunque? Cos’è era quell’uomo? Alla fine, una volta trovato il termine giusto, decise di concludere la frase.

«…il nostro creatore?»


Gli occhi della ragazzina brillavano ancora di un viola particolarmente intenso ma sentiva che qualcosa non andava. Il suo potere di ammaliamento aveva raggiunto il suo obiettivo ma non sembrava sortire alcun effetto. Che diavolo stava succedendo? Non funziona e non solo, lui si era anche messo a ridere davanti a quel suo futile tentativo.

«Non ti fidi di me figlia mia? Devi ricorrere a queste insulse tecniche?»


La sua voce risuonò chiara in quell’oscurità. Si, non si fidava di lui, non gli avrebbe permesso di aver alcun potere sulla sua persona finchè non avesse detto tutta la verità. I demoni mentono, i demoni uccidono, i demoni distruggono, questa era l’unica verità che sapeva ed era conscia del fatto che, rimanendo lì, avrebbe dovuto fare molta attenzione, prima di tutto nascondere la sua persona, far uscire il demone per tenersi pronta una probabile via di fuga, oppure, per poterli uccidere nella sua forma umana, per poter penetrare le difese degli uomini che l’avevano seguita.

«No che non mi fido di te, quindi parla. Cosa ti aspetti da me? Qual è il significato della nostra esistenza? Perché ci hai creato così?»


”Perché mi hai abbandonata?”


L’ultimo frase la pensò mentre un senso di vuoto iniziava a prendere la sua anima chiudendole anche la bocca dello stomaco. Lei, figlia di nessuno adesso era davanti a quel creatore che non si era minimamente curato della sua vita e, anche se l’aveva cercato a lungo, si era accorta di non provare assolutamente nulla per quell’uomo, si era accorta che l’unica ragione che ancora le aveva impedito di attaccarlo era solo perché lui le serviva.
Vide il demone ridacchiare in quel modo beffardo come solo creature simili a lui sapevano fare, come faceva Lilith. Le rispose, con la stessa noncuranza con il quale un bambino prende in mano un giocattolo che aveva abbandonato.

«Non mi aspetto niente da te, ma puoi rimanere qui, a combattere questa crociata con noi.
Questo è il mio mondo, questo è il mondo di tutti noi.»


Si, sarebbe rimasta comunque. Trasse un lungo sospira prima di far scivolare la sua mano sul fianco sinistro, dove pendeva la maschera che le aveva regalato lo stregone. Era giunto il momento che Lilith facesse la sua parte, era arrivato il momento di sfruttare il demone.

”Se non seguirai ogni mia indicazione farò in modo che ti capiti qualcosa di molto brutto.”


”Non ti preoccupare, ci tengo alla nostra esistenza.”



Fu così che, non appena la maschera coprì completamente il volto della giovane, le coscienze delle due creature presero a fondersi, diventando un tutt’uno, prima di scindersi e cambiarsi di posto anche se, lei lo sentiva, Ririchiyo diventava sempre più forte, abbastanza da controllarla.


Fetiales; abyssi - La traditrice -
Una luce nera aveva oscurato il corpo della giovane mentre questo cambiava. Le armi sparirono del tutto e, quando finalmente fu di nuovo visibile, Ririchiyo era sparita completamente.

Quello che comparve davanti agli occhi di quel demone fu il corpo di una donna, era bellissima nella sua crudeltà, la pelle era scura, rivelava la sua anima nera, la sua vera essenza, i capelli invece erano bianchi come la luce della luna in piena notte mentre gli occhi viola, esattamente come i suoi, come quelli del suo creatore. Al contrario della ragazzina, i cui diamanti di ametista emanavano luce solo quando sfruttava il potere del demone, i suoi occhi erano piccoli fanali luminosi che facevano luccicare quello che aveva intorno di un’aurea quasi spettrale; i vestiti che la giovane indossava sembravano essere completamente spariti e, al loro posto, uno straccetto bianco copriva appena le vergogne del demone che esibiva senza alcun pudore, senza alcuna vergogna, quasi come se non fosse consapevole di ciò che un uomo avrebbe potuto provare davanti alle sue curve, quasi come se non si ritenesse nemmeno una donna; le corna, invece, erano decisamente più lunghe, se quelle di Ririchiyo si potevano nascondere tranquillamente sotto un cappuccio, queste erano decisamente più difficili da celare; a completare il tutto due poderose ali, ripiegate sul suo corpo, e di un nero intenso, quasi da perdersi nell’oscurità; le armi che erano completamente sparite erano state sostituite da un bastone dall’aria robusta e particolarmente antica. Lilith non aveva bisogno di altro, solo di un mezzo per poter incanalare il suo potere.
Un sorriso beffardo comparve sul suo volto mentre fissava il padre e fece qualche passo avanti con i suoi piedi nudi.

«Ti aiuterò a distruggerli a patto che non rivelerai mai a nessuno la mia duplice natura. Nessuno deve sapere che io e la ragazzina siamo la stessa cosa.»


Disse alla fine, stando attenta a non rivelare il nome di Ririchiyo, il fatto che lui non lo sapesse era un passo avanti. Per una volta si accorse che avere un corpo come quello avrebbe potuto essere tremendamente utile per uccidere gli invasori con i quali era arrivata. Ormai avevano fatto la loro storia, adesso quei quattro non le servivano più, potevano ancora morire.


CITAZIONE

LILITH


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: »Stato mentale:
    100/100%


»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola


»Energia:
    Energia 120/125 %


    Mente 125/125%


    Corpo 50/50 %



»Equipaggiamento:
    -Arco
    -Naginata
    -Armatura naturale

»Oggetti:
    -Cristallo del talento
    -Amuleto lunare

»Talenti:
    -Affascinare
    Utilizzi: 1/6

    -Maledire
    -Focalizzare
    -Trasmissione


Tecniche
Affascinare:
    » Gli ammaliatori hanno sviluppato naturalmente un'influenza tale sugli altri da essere in grado di condizionarne la volontà semplicemente con la loro presenza. Essi potranno emanare un'aura attorno a loro influenzando qualunque persona sia presente nei dintorni, inducendoli a non contraddire l'ammaliatore o a seguirlo, o ancora a temerlo. Con il consumo di un utilizzo di questa passiva, dunque, l'Ammaliatore sarà in grado di emanare un'aura di ammaliamento che conta come un'influenza psionica passiva con effetto da personalizzare liberamente, purché non si discosti troppo dai principi enunciati. (Numero di utilizzi: 6)«

Specchietto riassuntivo
    Utilizza affascinare per provare a far cadere il demone sotto il suo controllo ma lui riesce a difendersi per la passiva contro gli attacchi psionici, quindi alla fine le due decidono di rimanere per uccidere la compagnia con la quale erano arrivate.



 
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view post Posted on 6/5/2015, 19:02
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Time Lost Centurion (3dh Economic Crisis Edition)
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Sürgün-zemat - Buco del Diavolo

Scontato? Si, scontato. Non è una prerogativa dei demoni, chiunque abbia una basilare concezione della manipolazione mentale sa che ci sono delle falle dove si può far pressione. Punti deboli che bene o male funzionano un po su tutti. Ricordi lontani e dolorosi, facci familiare a lungo andate perdute. Il rimorso di non essere stati in grado di aiutare, di essersi dati alla fuga perché non c'era veramente altro che si potesse fare. Oh lo so, lo so, qualunque cosa si trovi davanti a me non può certo essere ciò che io immagino. Le regole sono chiare, nessuna anima sfugge al Leviatano. Come se non ci avessi già provato a cercare: tomi puzzolenti, antiche pergamene e scritte decrepite sulle mura di antichi templi. La stessa risposta, la stessa cantilena che si ripete di volta in volta. C'è da rendergli merito per la fedeltà dell'aspetto, davvero impressionante. Il portamento, la voce, la carnagione. Per il Sovrano, anche i vestiti sono gli stessi che aveva l'ultima volta che l'ho vista! Vestiti che lei cambiava quasi ogni giorno, tanto si preoccupava della sua apparenza. Un bel trucco, davvero. Ma ne ho visti di migliori.



« Nessuna anima sfugge al leviatano. » Mentre il mantello di invisibilità svanisce dal mio corpo sollevo lo sguardo verso quella figura familiare. « Nessuna. Nemmeno la vostra, madre. »

« La nostra anima l'abbiamo persa molto tempo fa e tu, più di tutti, dovresti saperlo. » Ding, primo errore! All'inizio la consapevolezza di avere ancora un'anima è ciò che mi ha permesso di superare il tormento del sangue. « Perché dunque hai accompagnato questo ragazzo verso una fine già scritta? »

« Tutti prima o poi dobbiamo morire, ma sono in pochi ad avere la libertà di poter scegliere come andarsene. » Accenno un sorrisetto malinconico, pensando all'ironia di ciò che ho appena detto. « Il minimo che potessi fare era seguirlo e ricordare i suoi ultimi attimi. Solo il ricordo è veramente immortale, me l'hai insegnato tu. »

« Mi dispiace per quello che ti è successo. » Ma a mia madre non dispiaceva affatto ciò che lei ha causato. Il bacio del sangue è una benedizione, solo i viventi ignoranti lo additano come un maleficio. « Ma non voglio vederti morire in questo posto, non nell'Abisso »

« Vuoi che me ne vada, dunque? » Inclino la testa verso destra, guardando mia madre o qualunque cosa fosse con un'aria un po sorpresa. « Di lasciare che i soli spettatori del suo sacrificio siano demoni e insetti? »

« Io voglio che tu sia al sicuro, di lui non mi interessa. Cosa pensi, che davvero riesca a salvarvi? Pensi davvero che riusciate a fuggire da qui? L'Ahriman probabilmente ha già preso possesso della sua mente, probabilmente lo ha già reso un burattino nelle sue mani. » Oh ma che mammina cortese che sei, di punto in bianco una prode Volturna deve girare i tacchi e svignarsela come un vile succhiasangue di bassa lega. « Combatti per l'Ahriman, oppure scappa ora, e lui ti lascerà stare, lo considererà solo un piccolo errore di valutazione. Ma se combatterai per lui, potrai avere ciò che vuoi, ogni cosa tu desideri. »

« I dodici non sanno realizzare i desideri, figuriamoci l'ennesimo signore dell'Abisso. » Mi concedo un leggero risolino, guardando in alto per qualche secondo prima di rivolgere il mio sguardo verso la mia interlocutrice. « Poche cose sono peggiori della morte, la servitù è una di queste. »

« Io lo so bene, te l'assicuro. So anche perché vuoi che me ne vada, a dirla tutta. » Nel proferire quelle parole piroetto una volta su me stessa, osservando quell'insolita oscurità che mi circondava completamente. « Sai, ci ho pensato un po, a questa corruzione. La verità è che siamo tutti persi nel mezzo, la corruzione è solo la manifestazione dei sentimenti più oscuri dell'animo umano, una piaga della mente che si ripercuote sul corpo. Se monsieur Redskin realizzasse che i suoi compagni lo hanno abbandonato... potrebbe anche cedere, certo. »

« Ma se così non fosse... beh... » Sorrido maliziosamente verso la presunta figura materna, mostrando brevemente i lunghi canini affilati. « Dubito che faresti tutti questi sforzi per mandarmi via, se Redskin fosse già caduto vittima della corruzione. Lui è un uomo di parola, sai? Nessuno di noi morirà in questo buco e... io gli credo. »

« Ne sei sicura? Guarda qui. » Ed eccolo li, imbambolato come un ubriacone di una bettola Akeraniana, a fissare il vuoto neanche ci vedesse la redenzione eterna. Ma è ancora un uomo, non ha ancora attraversato la soglia di non ritorno. « Come vedi è già sotto l'effetto dell'Ahriman, ma se vuoi vai pure, non sarò io a fermarti. »



Potrebbe esserci del vero nelle sue parole. Forse è già troppo tardi per Redskin, forse tutto questo era solo un contorto piano per far guadagnare all'Ahirman un nuovo campione senza prendersi la briga di andarlo a prendere di persona. Ma un dubbio non fa una certezza. Essere un vampiro ti fa un po più vicino ad una bestia, per questo mi fido sempre del mio istinto quando la logica mi da solo incertezze. Se prendessi un buco nell'acqua potrei sempre svignarmela insieme agli altri, se anche loro sono riusciti a cavarsi da questo impiccio. Posso solo immaginare la confusione nella mente di Redskin, dilaniato di attimo in attimo dalla corruzione che ormai scorre nelle sue vene come fosse sangue. Cosa più dunque salvare un uomo sul baratro della pazzia? Cosa può trascinarlo indietro da un tormento che nessuno sembra in grado di sostenere? Forse tutto ciò di cui ha realmente bisogno è solo una mano. Un segnale, un sussurro, qualcosa che gli ricordi il vero motivo per il quale si trova qui. Mi avvicino con passo calmo verso il condannato, sussurrandogli parole che forse avrebbe trovato familiari.



« Non si dimentichi, monsieur Redskin. » Poggio una mano sulla sua spalla destra, avvicinando la bocca al suo orecchio quel tanto che bastava per fargli comprendere le mie parole. « Li faremo saltare tutti per aria quei bastardi. »





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Riassunto

CS {2 Forza; 2 Velocità}

Fisico {Leggermente Ferita - 65%} ~ Mente {Sana - 75%} ~ Energie {120%}




Passive:

» Amuleto dell'Auspex: (6/6)
» Passiva Razziale - Scurovisione: (6/6)
» Passiva Acrobata - Funanbolo: (6/6)
» Passiva Acrobata - Caduta Lenta: (6/6)
» Passiva Acrobata - Scalatore: (6/6)
» Passiva Acrobata - Contorsionista: (6/6)
» Passiva Ladro - Celarsi: (5/6)
» Passiva Ladro - Velo Sonoro: (5/6)
» Passiva Ladro - Velo d'Ombra: (5/6)


Attive:

//

[Corallo]







A livello di tecniche e passive nulla da segnalare.


 
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