Il sole era calato oramai da un po' e il caldo torrido aveva lasciato posto a una leggera brezza notturna, il sole cocente aveva ceduto il dominio dei cieli alla fredda luna, che con i suoi raggi aveva avvolto il deserto rinfrescandone le sabbie.
"Cibo, craaak, cibo"
Loras frugò nelle tasche e ne tirò fuori qualche chicco di grano, aprì la mano e il corvo vi si posò a beccare.
C'era ancora strada davanti a lui prima che potesse vedere le magnifiche porte del sultanato, sicurezza, cibo, acqua e magari qualche soldo. A Khalir aveva trovato acqua, cibo e ospitalità, la gente del posto era accogliente e semplice: un tetto sotto il quale dormire, del pane, del formaggio e acqua fresca in cambio di.. niente, gli sembrava il minimo ricambiare con quello che lui sapeva far meglio, intrattenere, far dimenticare a chi lo osservava, anche solo per cinque minuti di tutti i problemi, della fame, della povertà, dei demoni...
Le case erano in una specie di fango cotto, il pozzo al centro del paese quasi asciutto, vivevano di pastorizia, poveri eppure erano disposti a dare quel poco che avevano verso chi chiedeva aiuto.
Mentre si preparava allo spettacolo poteva sentire i rumori dei preparativi alla festa, una festa improvvisata che stava creando molta agitazione tra le persone del posto. Gli odori del cibo speziato, le risate dei bambini e il vociare delle persone penetravano attraverso le spesse tende rosse riempiendo l'aria di una stana gioia, quasi nell'Akeran fosse tutto normale, non stesse succedendo niente...
La stoffa del panno si impregnò d'acqua e Loras iniziò ad inumidirsi il corpo, la barba e i capelli più di altri. Prese il bastone, l'olio, le torce e uscì, si creò uno spazio tra le persone e inizio a disegnare sul terreno dei disegno con l'olio in una specie di danza, la gente a raccogliersi intorno a lui stupita. Una torcia in mano, un soffio e la magia avrebbe avuto inizio, chiuse gli occhi, fece un lungo respiro:
"Frushh"
Una palla di fuoco nel cielo, la torcia accesa inizio a danzare insieme a lui creando vortici di fiamme nell'aria, con un semplice gesto la torcia incendiò l'olio a terra che disegnò una spirale di fiamme nel terreno, alla torcia prese posto il bastone, un turbine di fiamme sembrava avvolgere Loras.
Bambini, donne, uomini restarono diversi minuti ammutoliti a guardare la scena, poi iniziarono a risuonare i tamburi, i bambini ridevano divertiti e la festa stessa si accese esattamente come le torce del giocoliere.
Mentre faceva il suo numero Loras fissò quella gente per cui si esibiva, lo faceva sempre, era un paese di gente povera, vestiti ricavati da pelle di pecora, fatti con quello che si trovava, molti non avevano le scarpe. Le facce scure, dure e le mani callose, erano il segno del duro lavoro sotto il sole mentre i volti e i sorrisi erano quello della semplicità.
Una solo era diverso, un ragazzo avvolto in un mantello grigio, appoggiato ad un muro lo fissava sorridendo. Eppure il suo volto e il suo fisico non sembravano segnati dal lavoro sotto il sole e nemmeno i suoi vestiti sembravano quelli di uno dei paesani, forse una mercenario assoldato per difenderli dai demoni, o forse un viaggiatore proprio come lui, un'altro cittadino del mondo. Poco importava chi fosse quel ragazzo, l'importante era che per il momento non sembravano esserci demoni nei dintorni.
Lo spettacolo continuò e la folla mutò, qualcuno ballava, altri barcollavano dopo aver alzato un po' il gomito, il ragazzo al muro era sparito e la gente che passava lì vicino si fermava per poi andarsene a passo svelto.
Ad un certo punto, le voci, i tamburi, il fruscio del fuoco nell'aria venne rotto da un rumore agghiacciante, un ruggito fese l'aria, tutto si ammutolì, la gente cambio espressione, qualcuno rimase ad osservare, qualcuno fuggì. Loras stesso fermò l'esibizione e facendosi spazio tra le persone, si affacciò a vedere lo spettacolo.
Qualcosa era a terra, una massa rossa, il corpo di quella cosa sembrava cosparso di una sostanza vischiosa e la bocca sembrava tagliata da quanto si poteva aprire.
"brutto, craak, brutto"
"Stai zitto uccellaccio"
Loras cacciò il corvo con un gesto, e questo volo via, perdendosi nel cielo notturno.
Si avvicinò ancora di più alla bestia. Dall' acqua mista a sudore che perlava la sua pelle iniziavano a cadere goccioline, i piedi scalzi artigliavano la sabbia fredda come se non volessero perdere la presa con il terreno.
Si avvicinò lentamente all'essere, non era un bello spettacolo da vedere e a differenza del suo spettacolo aveva radunato ben poco pubblico, non più di cinque persone erano rimaste, tutte a distanza più che di sicurezza.
Regnava di nuovo il silenzio, Loras sentiva il battito del suo cuore e il sangue scorrere nelle vene, sentiva il respiro suo e della bestia, il crepitio del fuoco ancora acceso.
Erano giorni che non vedeva un demone e tantomeno si sarebbe immaginato di trovarlo lì, in mezzo alla festa di paese, era arrivato all'improvviso, abbastanza da prendere tutti di sorpresa eppure non aveva fatto niente, era lì, in ginocchio che si fissava la mani mentre la gente fuggiva in ogni direzione.
Perché? che senso aveva non farsi notare per poi non muoversi, ma in fondo quello era un demone, non doveva esserci un senso in quello che faceva. Loras prese coraggio e disse:
" Dovresti andartene"
Loras
- Basso: 5% - Medio: 10% - Alto 20% - Critico: 40%
Fisico: 125%
Mente: 75%
Energia: 100%
Passive:
- Può sputare fuoco dalla bocca (5)
Attive:
Note:
Dopo lo spettacolo incuriosito dal trambusto creato da te e ti si avvicina