Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Il peccato originale ~ ilaç

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view post Posted on 6/4/2015, 09:16
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Paul
e le spezie, quelle buone

— ilaç —

ilac

« La droga è la speranza di chi speranza non ne ha più. »

Paul
tramonto; deserto dei See


   Il vecchio Paul diede la prima boccata con apprensione; arricciò le ciglia, mentre teneva ancora il cerino nella mano sinistra e la pipa nella destra.
   La prima boccata era quella cruciale. L'aveva detto tante volte che tutti l'avevano capito, fin quasi alla noia. Dalla prima boccata si capisce se è roba buona; se ne vale la pena il prezzo in fatica e salute che il fumo comporta. D'altronde, farsi un viaggio non significa divertirsi sempre e comunque. È come con le donne: ne vale la pena solo se sono di qualità. Se sono buone.
   Rantolò in uno sbuffo compassato, ansiogeno. Poi, si abbatté sul seggio di legno cigolante, distendendo le gambe oltre la balaustra e viaggiando con i suoi occhi anziani in mondi sconosciuti.
   « Oh Cashir, non sai che ti perdi » commentò a voce alta, fissando l'infinito oltre il cielo. Ormai disperso.
   « Si vecchio Paul, si » sbuffò un ragazzo poco distante, appoggiandosi accigliato con entrambi i gomiti lungo il bordo della sporgenza. « Ma qualcuno dovrà pur rimanere lucido per fare il nostro lavoro, no? »
   Il loro lavoro era una noia mortale. E anche per questo che il vecchio Paul fumava.
   Mesi e mesi a far la guardia a quel piccolo accampamento nel deserto, al confine tra i Regni degli uomini e quelli dei balordi. O Akeran, come qualcuno li chiamava.
   Mesi e mesi di niente. A far la guardia alle casse di spezie che viaggiavano dentro e fuori il cancello, trasportate solo da chi dicevano loro e, sopratutto, dove dicevano loro. Che poi, uno spiegamento di forze così esiguo non sarebbe mai bastato. Una decina di briganti da borgata poco avrebbero potuto fare, semmai qualcuno avesse voluto rubarsele davvero le famose spezie del Sud.
   Si raccontavano storie leggendarie su quelle spezie. Si diceva che avessero inebriato i corpi di quasi tutti i generali del passato; si raccontava delle antiche tradizioni di liquori che fermentavano nell'Est delle brughiere. Ancora, si diceva che ai famosi Lancaster di Terra Grigia piacesse mescere i loro vini di ferro con la spezia più pregiata, per insaporirne l'odore e rafforzarne il vigore.
   Si diceva tanto, troppo. Per quello che ne constava a lui, aveva trovato un modo per mischiarle all'erba del suo campo, per tirarne fuori una miscela da resuscitare i morti. Aveva iniziato a rubarne un poco dopo i primi anni di servizio. E non si era mai sentito in dovere di chiedere il permesso. Dopo tutto quel tempo passato sul cancello di quel diroccato accampamento, fissando le dune vuote brillare al sole del deserto e congelare nella notte fredda, si sentiva quasi legittimato a prendersene un poco per se stesso.
   Era come se fossero un po' sue.
   « Oh, Cashir » borbottò, ancora. « Peccato davvero: questa roba ti fa godere meglio della più abile puttana di Taanach. » Asserì, serioso: « Stanne certo. »
   Scherzava con le nuove reclute. Aveva sempre scherzato; le considerava tutti suoi figli, eredi di un destino amaro. Presto o tardi avrebbero imparato ad affezionarsi a quella vita solitaria, un po' come un prigioniero che si affeziona alla sua prigione. Quattro pareti di rocca erette oltre la sabbia, che racchiudevano un magazzino a cielo aperto, nascosto nell'angolo più remoto del Deserto dei See.
   Ove mai qualcuno avesse voluto farli fessi, gli sarebbe bastato un esercito di medie dimensioni.
   Ciò che li teneva in vita, quindi, era più che altro il fatto che nessuno avrebbe mai trovato quel posto. Insomma, era come se fosse solo la fortuna a salvarli.
   Una volta arrivati a questa conclusione, anche le reclute avrebbero iniziato a farsi una bella fumata di spezie. Paul ne era convinto.
   « Prima o poi ti friggerai il cervello con quella merda » abbaiò Cashir, poco distante. Sorrise sornione, fissando quel vomito di uomo che sbuffava come la bocca di un vulcano, ma si scioglieva nella propria piscia a ogni boccata.
   « Ragazzino, quando tu avrai passato tanti ann--- »
   Poi, d'un tratto si bloccò il vecchio Paul. Cadde giù dal seggio, tenendo ancora la pipa nella mano. Sgranò gli occhi, oltre le dune al margine dell'orizzonte, dove il sole ormai tramontato lasciava intravedere ancora qualcosa. Era sicuro di aver visto qualcosa; forse un volto che si nascondeva rapidamente. Un velo di sabbia che si levava tenue, nell'immobilità del deserto.
   « C'è qualcuno li, Cashir! » Sussurrò il vecchio Paul al suo collega, poco distante. Il ragazzo sbiancò, puntando il cannocchiale nella direzione indicatagli.
   Da dietro una duna sbucò un piccolo topo del deserto, che scappò via verso la duna successiva, scomparendo dalla vista.
   « Ah, ci sei cascato » disse Paul, sbottando in una fragorosa risata. « Questo vecchio drogato e stanco riesce ancora a farli fessi i marmocchi come te. »
   Poi tornò a fumarsi la sua pipa, alternando ogni boccata con una risatina sottile. « Rilassati ragazzino » concluse poi « nessuno verrà mai in questo posto di merda, a prendesi le nostre schifose vite. »
   « Non saremo mai così fortunati » disse, lasciando che il fumo delle spezie accompagnasse la notte del deserto.



CITAZIONE
ilaç = droga

Benvenuti al terzo round del peccato originale. La scena vi si presenta come sopra descritta e qui sotto vi farò un elenco il più sintetico possibile sui vostri obiettivi.
• L'obiettivo dell'utente a favore dei Pari è quello di rubare più spezie possibili. Le spezie sono contenute in grosse casse, custodite nell'accampamento sopra descritto. Il "furto" può avvenire come preferisce l'utente (con le proprie tecniche o azioni fisiche - ricordiamo che il nuovo regolamento delle armi gli permette di portarsi nella scena tutto l'equipaggiamento appropriato per compiere il suo obiettivo) ma non deve essere autoconclusivo nel rubare quanto detto. Il suo obiettivo è più che altro quello di "sfondare" le difese dell'accampamento e trovare il luogo in cui sono custodite le casse, rubandone quanto più possibile. Il "quantitativo" di roba sottratta lo deciderà il difensore, come meglio si dirà, dacché l'attaccante non può, come detto, essere autoconclusivo. GdR-on, i Pari hanno commissionato questo furto in quanto i Lancaster usano la spezia per aromatizzare i loro "vini di ferro". La spezia, però, costituisce una droga piuttosto pregiata e diffusa nell'Akeran e a Dortan, e la loro "commercializzazione" è monopolio di Lhissra'had, che ha ordinato ai suoi sgherri di custodirla in un posto remoto. L'attaccante ha a disposizione, a livello di trama, una decina di sgherri, che gestirà liberamente ma senza prescindere dalle regole dell'alleato.
• L'obiettivo speculare dell'utente contro i Pari è quello di "proteggere la spezia". A livello di GdR, Lhissra'had ha ordinato ai suoi mercenari (di cui il difensore fa parte) di difendere la spezia a costo della loro stessa vita. Il difensore potrà decidere dove e come è custodita la spezia, nonché il quantitativo che l'attaccante riuscirà a rubare. Ovviamente questa circostanza sarà considerata a livello di sportività, allo stesso modo di come avviene per i danni subiti in un normale duello. Anche il difensore avrà a disposizione una decina di "sgherri" che potrà gestire liberamente, fermo restando le regole sugli alleati.
• L'obiettivo è di "rubare" o "difendere" la spezia, dunque il voto in strategia dipenderà dalle modalità con cui l'attaccante tenterà di rubare la spezia, nonché dalla difesa opposta dal difensore. Influente sarà anche il quantitativo di casse di spezie effettivamente rubate; come detto, sotto questo aspetto si baserà anche il valore in sportività, posto che un attacco / difesa efficace dovrà necessariamente significare un degno numero di casse sottratte / difese.
• Per semplicità, si ribadisce che l'accampamento non è nient'altro che un magazzino a cielo aperto, ricavato tra due costoni di roccia emersa nel deserto, con una palizzata di legno a chiudere il tutto, una torretta di guardia (su cui ci sono Paul e Cashir) e un cancello in legno. Molto semplice. Potete naturalmente accordarvi su eventuali dettagli.
• Entrambi avrete a disposizione due slot speciali valenti per la giocata. Lo slot speciale ha un consumo Medio (di una risorsa scelta al momento del cast), consuma uno slot tecnica e genera un effetto di potenza Media giustificato da un intervento esterno: ad esempio per il giocatore in attacco potrebbe essere costituito da una tempesta di sabbia che imperversa rendendo più facile il furto, mentre per il giocatore in difesa potrebbe essere una folata di vento che fa cadere alcune casse dalle mani dei ladri.
• Se l'utente a favore dei Pari non utilizza appropriate tecniche per nascondersi, allora il giocatore in difesa può individuarlo automaticamente dopo il primo post attivo.
• Per il resto, la giocata segue le normali regole di un duello ufficiale:


Erein Dewin VS Jason Bourict
Gialla VS Gialla
A VS C


Primo post: Jason Bourict
Durata: un post di presentazione a testa e quattro post di combattimento
Tempi di risposta: a cinque giorni dalla risposta del proprio avversario verrà applicata una penalità di 0.25 punti alla sportività del giocatore. Tale penalità è cumulativa per ogni ulteriore giorno di ritardo.
Regole: Il duello non deve interrompersi per alcun chiarimento - usate vie private, nel caso. Non si possono modificare i propri post dopo le risposte dell'avversario. Si seguono le normali regole di un duello ufficiale.
 
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Il Senzanome
view post Posted on 10/4/2015, 11:55




« Si può? »

Yusuf Holbert e Bjarni Herjólfsson alzarono lo sguardo dal groviglio di mappe su cui erano concentrati. Affacciato alla "porta" del loro centro di comando (null'altro più che una tenda con un angolo rialzato) v'era Jason Bourict, nuova ed eclettica aggiunta alla loro compagnia. Nonché il loro mistero e grattacapo numero uno. Un uomo senza alcun ricordo che si è svegliato precisamente lungo la loro strada, che casualmente si era proposto come recluta e che irrazionalmente risultava immune alla postcognizione di Yusuf?
Un incubo, per persone con un passato come loro.

Al contrario di ogni loro previsione, Jason si era rivelato essere la cosa genuina: un curioso misto di ingenuità ed esperienza settoriale che li spiazzava ogni qual volta credevano di aver ormai capito l'uomo, ma ferocemente leale a coloro i quali ricadevano "sotto la sua protezione".
anche quando questi 'coloro' erano in realtà i suoi superiori.

« Non c'è bisogno di questo genere di formalità. » disse il mercante, sorridendo. « Entra pure. »

Il biondo entrò, scrutando - come sempre - tutto l'ambiente in cerca di qualsivoglia oggetto o persona vagamente causa di minaccia. Un'abitudine, la sua, che ai primi tempi aveva lasciato Bjarni con la mano sull'elsa dell'ascia... quella bipenne, capace di buttare giù un muro in un unico colpo, non le 'piccole' asce ad una mano che il gigante nordico scagliava ai nemici.
Yusuf dovette faticare parecchio quando si accorse dell'involontario guizzo del braccio del compare.

« Non volevo interrompere. » esordì Jason in tono di scuse. « È che ho sentito che Mark Smith sta cercando persone per un lavoro di sorveglianza... 'roba da leccapiedi', penso sia stato detto... e mi chiedevo se fosse possibile proporsi volontari. »
« Se riesci ad evitare che ti stacchi la testa a morsi, per me va più che bene. Prendi Stone e L. con te però, il deserto del See non è un luogo propriamente ospitale. »
« Lo farò. Grazie. » disse la recluta con un sorriso, correndo fuori così veloce da far sbatacchiare l'orlo della tenda.

Yusuf ridacchiò leggermente all'entusiasmo del ragazzo. Stava per dedicarsi nuovamente alle mappe quando si accorse che il suo compare fissava ancora l'entrata della tenda. « Qualcosa non va? » chiese.
« Non so. » disse Bjarni Herjólfsson, sfregandosi la barba con fare pensieroso. « È un periodo che quel ragazzo si sceglie sempre i lavori più strani. »
« Avrà semplicemente voglia di rendersi utile. » commentò, facendo spallucce. « Rilassati, Jason non è il genere di persona che cerca guai. »

Bjarni grugnì un riluttante assenso e si rimise al lavoro.
Ma la sensazione di disastro incombente rifiutò di abbandonarlo...

due ore dopo...


Candele di Babilonia.
Il loro funzionamento è semplice: le accendi, chiudi gli occhi, pensi a dove desideri andare e cammini ad occhi chiusi. Quando aprirai gli occhi, sarai a destinazione. Semplice, come già detto.
Ma doveva proprio dirlo, fino a quel momento Jason non aveva capito quanto una capacità così semplice, portata agli estremi, potesse divenire...



« ...assurda, diamine, completamente assurda! » ululò Jason.
Joseph Stone sghignazzò senza ritegno e appioppò una pacca sulla spalla del biondino. « Amico mio, credimi: non hai ancora visto nulla. »
Jason lo guardò come se fosse impazzito. « Mi prendi in giro? Abbiamo fatto tutta la strada da Basiledra al See in venti dannatissimi minuti! »
« Nulla! » ripeté Joseph. « Nada! Nisba! Niet! »
« Cosa c'è di più assurdo di fare una "passeggiata" e arrivare -quasi- in un altro continente?! »
« Trovarsi a "passeggiare" sulla cima di una nube temporalesca, ad esempio. » sentenziò Gerarth.
« ... »
« O pestare l'occhio di un kraken mentre si "passeggia". Diamine, quella volta ha fatto veramente schifo: avevo i pantaloni coperti tutti di secrezioni... »
« ... »
« Si, beh, almeno tu non ti sei mai trascinato dietro un non-morto per metà del viaggio. Quel maledetto era figlio di una cozza, giuro. »
« ...mi state prendendo in giro, vero? »
Joseph e Gerarth si scambiarono un'occhiata eloquente, poi....
« Naaah~! » risposero in coro.
« Ti abituerai, promesso. » aggiunse Joseph.
« Chissà perché il pensiero non mi rassicura affatto... » bofonchiò Jason, inziando ad incamminarsi.

~

Una decina di minuti dopo avevano percorso la (breve) distanza fra il luogo del loro arrivo e l'avamposto, niente più che qualche baracca sul fondo di un burrone difese da una palizzata, con l'intento di presentarsi a rapporto al primo responsabile. 'Roba da leccapiedi', l'aveva definita l'arcimago, e poteva capire perché: bastava un'occhiata per capire che nessuno lì si aspettava di essere sotto attacco. L'intera vicenda era puramente politica.
A Jason era venuto un colpo quando il capo della guarnigione locale, un tizio di nome Paul dall'aspetto abbastanza confuso, aveva commentato: « ...uh? Siete stati veloci, ragazzi. » Con suo grande sollievo, il vecchio aveva poi aggiunto un noncurante « Eeh, potevate prendervela comoda. » e li aveva spediti a trovare una branda per la notte. Si erano presentati al resto della (scarna) guarnigione, avevano scambiato quattro chiacchiere con i locali... tastato il polso della zona, per così dire.
...non che ci fosse molto da "tastare": quel luogo era tanto attivo quanto il vecchio Paul all'ora della siesta.

Lo scendere della sera li trovò a disfare i bagagli in una baracca monostanza fatta di piante simili a giunchi, dallo stile molto beduino e completamente appestata dall'odore di parecchi zampironi.

« Aaah. » disse Joseph Stone, buttandosi sulla branda e stiracchiandosi con ostentazione. « Che bello fermarsi a riposare dopo un viaggio taaaaanto lungo. »
« Continua a sfottere, tu, e ti ritroverai uno scorpione negli stivali. » borbottò Jason, guardandosi intorno in cerca di luoghi dove nascondere un po' di pugnali.
« Scorpioni? » disse Gareth allarmato. « Quali scorpioni? »
« Quelli che vivono nel deserto, ovviamente. » Il biondo alzò lo sguardo. « Non mi dire che hai paura degli scorpioni. »
« Sono insetti. » spiegò la guardia, rabbrividendo visibilmente. « Detesto gli insetti. »
« Non ti fa nessun effetto andare a bruciare vive le Guardie Insonni e gli insetti ti fanno paura? » esclamò Jason esterrefatto. « E dire che credevo di essere io quello strano... »
« Ehi! L'idea di giocare all'allegro fiammiferaio è stata tua, bello. »
« Giusto. » concordò Joseph. « Tu sei quello della carne avvelenata ai Cani Bradi. »
« Ti sembrano cani quei cosi? Semmai più bastardi di draghi... »

Jason sorrise e lasciò scivolare ai margini della sua coscienza il battibecchio dei due compagni, cedendo un pizzico di controllo all'Altro. Lentamente la baracca che sarebbe stata la loro casa per la prossima settimana cessò di essere fatta di giunghi e teli laceri: divenne invece un elaborato intreccio di vie di fuga e vettori di attacco, di strategie, di valutazione dei danni collaterali, di pianificazioni. La parte di sé che aveva deliberatamente soppresso per apparire una guardia comune - una persona comune - ora sbocciò a nuova vita e passò al vaglio ogni parola, ogni accento, ogni cenno, ogni movimento delle ultime ore. Era lo spazio mentale in cui eccelleva e sbalordiva, il modo in cui era sopravvissuto eventi che avrebbero ucciso parecchie altre persone... in cui la sua mente diveniva come un lago al calar dell'inverno.
Fredda. Acuta. Priva di scrupoli.
era lo spazio in cui u c c i d e v a.

All'improvviso si accorse che qualcuno gli aveva fatto una domanda.

« Mm? Scusa, non stavo sentendo. »
« Gareth voleva sapere la vera ragione per cui siamo qui, genio. » ripeté Joseph, rivolgendogli un sogghigno.

Jason Bourict si bloccò.

« Non capisco di cosa stai parlando... » disse con una certa noncuranza.
« E il premio per la peggiore faccia da poker nel raggio di cento leghe da qui... » disse Gareth alzando una mano col palmo in verticale.
« ...va al nostro unico ed inimitabile Jason Bourict! Olè. » terminò Joseph, scambiando un sonoro batti cinque con il compagno.

Jason roteò gli occhi al cielo.
...d'accordo, forse non era molto bravo a fingere noncuranza. E allora? È forse un crimine?

« Molto spiritoso. » commentò seccamente. « Sedetevi. »

Annusando odore di eccentricità, i due si accomodarono obbedienti sulle brande mentre Jason si assicurava che nessuno stesse origliando.

« Vi ho detto che non ricordo nulla del mio passato, ma possiedo ancora tutte le abilità che ho imparato chissà dove chissà quando. Beh, non ho detto proprio tutto quello che so fare. Una delle capacità che non ho menzionato » disse, prendendo un vasetto e mostrandolo ad entrambi « è questo. »

Joseph allungò la mano e prese il vasetto, sbirciando dentro con curiosità per trovare...

« Un... fondotinta? » esclamò l'uomo, ficcando un dito nella mistura. « Un fondotinta scadente? » aggiunse quando il dito
« Un estratto di pesce palla e valeriana, trattato in modo speciale e lasciato essiccare al sole per sei giorni. » spiegò Jason, sorridendo. « Svuotalo in una cisterna e cinquecento persone moriranno entro due giorni. »

Il vasetto finì per aria assieme ai gridolini di Joseph quando la guardia mercantine scattò in piedi, strusciando il dito lungo tutti i vestiti per rimuovere ogni traccia del composto. Jason acchiappò al volo il vasetto e rise. « Rilassati, è letale solo se ingerito! Potresti davvero usarlo come fondotinta, rimuove le impurità come poche altre cose. »
Il gesto di Joseph spiegò esattamente dove Jason poteva mettersi il suo 'fondotinta', in dettaglio e con tanto di dettagliate descrizioni verbali.

« Quindi, cosa, sei un avvelenatore professionista? » disse Gareth, faccia impassibile - no, certo che non stava per mettersi a ridere, lui.
« Non solo un avvelenatore. » lo corresse Jason alzando un dito. « Conosco misture di tutti i tipi, dagli effetti più disparati. Alcune uccidono, certo, ma altre appiccano fuoco o proteggono dalle ustioni, curano ferite, lubrificano o bloccano ingranaggi, e altro ancora. Dimmi cosa vuoi avere e probabilmente conosco la ricetta per un preparato atto allo scopo. »
« Ma davvero? E dimmi, ce l'hai un 'preparato' per riaggiustarti il cervello?! » replicò Joseph scagliandogli un'occhiata al vetriolo.
« Oh, dai, smettila di fare il bambino. » disse Gareth, roteando gli occhi. « Piuttosto, questo cosa c'entra con la ragione per cui siamo qui. »

Le labbra di Jason si schiusero in un sorriso furbetto.

« Avete mai incontrato Raymond Lancaster? » chiese retoricamente. « Uno dei tanti rampolli della famiglia Lancaster, solo che invece di affiliarsi alla Guardia Insonne si è unito alle forze lealiste. Ha addestrato Fanie... colei che ha fondato la Resistenza assieme a Mark Smith... ha combattuto con il Fantasma a nord, ed è morto durante l'assedio di Basiledra difendendo la sala del trono. È grazie a lui che abbiamo le notizie più affidabili riguardo alle tattiche di combattimento Lancaster, specialmente per quanto riguarda i cosiddetti "vini metallici"... ossia intrugli che i Lancaster bevono durante il combattimento per ottenere i benefici più disparati, e il cui segreto è stato protetto ad ogni costo dalla famiglia di Raymond. Un segreto che credo noi siamo in grado di svelare. » concluse Jason con un sorriso.
« Le spezie... » sussurrò Joseph.
« Ufficialmente servono ad "insaporire" i vini... ma non ha alcun senso, se ci riflettete bene: i vini sono usati in combattimento per aumentare le capacità, mescerli con sostanze stupefacenti sarebbe a dir poco controproduttivo, e dubito seriamente che i Lancaster non possano trovare per i loro palati droghe più a buon mercato di una preziata spezia commercializzata addirittura in un altro continente. No, io credo che il principio attivo dei vini sia ricavato proprio dalle spezie che dobbiamo proteggere e che la storia dell'insaporimento sia una scusa per insabbiare la verità e nascondere il fatto che una delle risorse strategiche più importanti per i Lancaster si trova proprio qui, in questo miserabile avamposto desolato. Il mio intento è di trafugare una quantità sufficiente di composto per analizzarne la composizione chimica, verificare le mie ipotesi riguardanti il principio attivo e possibilmente sintetizzare un'equivalente dalla tossicità equivalente inferiore da implementare nel mio arsenale. »

Joseph e Gareth si scambiarono una lunga occhiata.

« Beh... »
« Insomma.... »
« ...sai, ci aspettavamo qualcosa di meno spionistico quando siamo venuti con te. » ammise Joseph.
« Non che io abbia qualcosa contro lo spionaggio industriale, sia ben chiaro, ma non è un tantino... pericoloso? »
« Lo è. » disse Jason, annuendo saggiamente. « Specialmente se una delle guardie del luogo è in realtà una spia di Lhissra'had... cosa che controllerò nei prossimi giorni. Ma onestamente, rifletteteci: il capo della guarnigione, Paul, non vi sembrava un po' strano? Io dico che trafugare parte di quelle spezie non è così difficile, anzi, che qualcuno già lo fa. Non credo ci vorrà molto per convincere il caro Paul a condividere un po' della sua quotidiana 'distrazione'. E poi, francamente »
« qual è il peggio che può accadere? »

Immediatamente Joseph e Gareth sgranarono gli occhi.
« Pazzo sciagurato che non sei altro! » inveì il primo.
« Non sai che non bisogna MAI tentare la sorte? » disse il secondo, orripilato.
« Come minimo ci sarà un terremoto! »
« O un tifone spazzerà via il cielo! »
« Il cielo si offuscherà e ci si ritorcerà contro! »
« La grandine spazzerà via la nostra umile dimora! »

Jason prese il cuscino e glielo tirò contro. « Ma smettetela! Grandine nel deserto? Che vi siete fumati, ragazzi?! »


la compagnia mercenaria di
_______Yusuf Holbert _______
e la sua nuova recluta,


Jason Bourict
Status fisico
Illeso
tot.: 100/100

Energia
100/100
Status emotivo
Calmo
???

Cs
0xmira, 0xriflessi, 0xdeterminazione
Status mentale
Illeso
tot.: 100/100

Consumi
1xnullo;


Passive Φ
    Arti del Cacciatore
    Rego III Regola: L'attacco Φ tech fisiche proprie x2, tech mentali nemiche x2, 0/4
    Regole della Gilda dei Ladri
    Rego III ~ Muoversi Φ Cadere senza danni x6; Scalare pareti e soffitti x6; contorsionismo avanzato x6
    Rego IV ~ Manualità Φ destrezza, acrobatismo e possibilità di colpire il nemico da punti inusuali x6
    I Signori dei Ladri Φ capacità di gestione del terreno avanzate; vince gli scontri fisici a parità di cs, x6
    Il Senzanome Φ difesa istintiva da attacchi inaspettati o in sovranumero, x6
    //
Φ Armi
Alla cintola Φ Spada
20/20 | Nascosti sotto le vesti Φ Pugnali da lancio
15/15 | Nascosto sotto la giacca Φ Balestrino a ripetizione
15/15 | In spalla Φ Arco
1/1 | (biglia accecante) Appeso alla cintola Φ Polveri demoniache



Altri membri della compagnia

« Joseph Stone, l'allegro ragazzo »
Spada lunga, coltello, cotta d'armi
Corpo: 100/100, Mente: 100/100, Cs: 0
Stato di evocazione disponibile ancora per: 0 turni


« Cashir il fesso - la guest star »
Spada, armatura e scudo
Corpo: 100/100, Mente: 100/100, Cs: 0


« Yusuf Holbert, il Mercante »
Presente solo in spirito. E denaro, ovviamente.
Casse di spezie: 100/100
Stato di evocazione disponibile ancora per: 0 turni


« Bjarni Herjólfsson, detto Thor - sempre alle spalle »
I cui terremoti rimbrotti sempre saranno ricordati.


« Gerarth L., l'uomo dal passato misterioso »
Coppia di spade corte e lancia, cotta d'armi
Corpo: 100/100, Mente: 100/100, Cs: 0
Stato di evocazione disponibile ancora per: 0 turni


« il vecchio Paul - l'altra guest star »
Spada, armatura e scudo
Corpo: 100/100, Mente: 100/100, Cs: 0


Note Φ
    Il fatto che il pg mio nemico possa effettivamente scatenare terremoti, invocare tifoni e far grandinare nel deserto è ovviamente del tutto accidentale e in nessun modo da imputarsi alle parole del mio pg. Sissì. :sisi:
    //
Φ Riassunto
A livello di bg Mark Smith ha prestato alcuni uomini di rinforzo alla guarnigione di Lhissra'had per ragioni politiche che Jason non conosce.
//



Tecniche utilizzate



Φ
treasure's cove


La Candela di Babilonia

Quanto manca per Babilonia?
Venti leghe, signor mio.
Vi giungerò a lume di candela?
Andata e ritorno, signor mio.
Se l'andatura è svelta e leggera
Vi giungerai a lume di candela.

«È solo una filastrocca.» «Solo una filastroc...? Che io sia benedetto! Da questa parte del muro c'è chi ti darebbe sette anni di lavori forzati per quell'incantesimo. »
Così spiegò una fata ad un umano, che umano non era (o almeno non del tutto). Molte volte il sole e la luna hanno danzato attorno alla terra da allora, ma le Candele di Babilonia hanno conservato la loro magia. Funziona così: prendi in mano la candela... si, tranquillo, non è pericolosa, non come i criceti mannari (oh, quelle orrende creature)... ecco, ora la accendi.... non adesso, ragazzo, prima ascolta!, non sia mai che tu e la tua testa fra le nuvole finiate per spedirvi chissà dove... ora la accendi, stavo dicendo, la prendi saldamente con la tua mano destra... non farla cadere, per l'amor del cielo!.... la prendi con la mano destra, pensi intensamente a dove vuoi andare, e avanzi un passo dopo l'altro. Andatura svelta e leggera, mi raccomando. È tutta una questione di cera, certo, ma con questa candela puoi andare ovunque, raggiungere qualunque luogo, qualsiasi persona e poi via, verso nuove avventure...
....eh? Cosa succede se allunghi il bastone e fai un passo in avanti con la Candela? Probabilmente finiresti disteso lungo per terra e mi faresti rivoltare nella tomba, immagino, ma neppure tu potresti usare un incantesimo così potente per queste cos...? Eh? Ehi?
....come, se ne è andato? Dove? Non gli ho ancora detto come tornare!
{ 13, consumo nullo: tecnica magica di teleport / movimento sulle grandi distanze. può essere usato in quest e previa autorizzazione del qm, come tecnica di teletrasporto. usarla in duello implica una dichiarazione di sconfitta }



} Basso ~ 5% { } Medio ~ 10% { } Alto ~ 20% { } Critico ~ 40% {
 
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view post Posted on 12/4/2015, 20:12

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Il Peccato Originale: ilaç ~ Traffici


Il paggio era visibilmente turbato. Fremeva, tremava, la faccia bianca come la cenere. Era un ragazzino pavido Lancel Gloucer-Rost, nipote del nobile Lord Frederik Gloucer-Rost inviato a Derynas per essere fatto cavaliere, dopo il consueto periodo di apprendistato. Ma Lancel non aveva la stoffa del cavaliere a dire il vero non aveva la stoffa per niente. Sveniva alla vista del sangue, tremava se sottoposto a stress, balbettava quando doveva parlare con un qualsiasi essere umano di condizione sociale superiore ad un custode di porci. Avrei dovuto mandarlo via … A calci! Ma Lord Frederik era un alleato prezioso e un nemico insidioso.
Non amava i Lancaster e non aveva sopportato le mie carinerie nei confronti di Ryellia. Si era lamentato più e più volte di non essere stato in grado di “piazzare” il nipote presso una delle nobili casate alleate e quando lo chiese a me non sembrava pronto ad inghiottire l’ennesimo rifiuto.
«Per l’amor del cielo Lancel di quello che hai da dire possibilmente senza fartela addosso, quel tappeto costa più di tutto l’oro della tua dannata casata!»
Quel giorno la mia pazienza era al limite. Sapevo chi stava arrivando e perché … Il fatto che quel dannato ragazzino non si muovesse a darmi la notizia in via ufficiale non faceva che aumentare la mia irritazione.
«V-vostra G-grazia … V-vessili Lancaster in v-vista. I messaggeri di scorta dicono che sarebbe opportuno che …che … Vostra Altezza vada incontro a Lord… » – si era dimenticato il nome e a me non interessava saperlo. Gli feci cenno di tacere poi schioccai le dita. Il rumore rimbombò nel silenzio della sala del trono e fece sobbalzare il ragazzino.
Una delle guardie mi si avvicinò con un inchino deferente - « Questi Lord non sanno che si avvisa quando ci si presenta a casa degli altri? E cosa pretendono? Che vada a baciare i loro piedi? Che si strangolino con il loro orgoglio! Raccogli i peggiori e i più sgangherati tra i tuoi uomini è l’unica scorta che questi zotici avranno! »
Puntai lo sguardo verso il paggio - «Manda a chiamare ser Gregory e Lady Ursula! Li voglio nella sala degli ospiti prima di subito!»
La giornata iniziava sotto i peggiori auspici.


«…dunque quelle spezie ci servono.» – concluse il Lancaster come se quella affermazione bastasse a fargliele ottenere.
« La Casata Lancaster vuole informarmi dei suoi traffici? E’ questa la ragione di quest’incontro?»
Il sorriso amabile che si era disegnato sulle mie labbra era solo una maschera. Lord Jeremy Lancaster, nipote di Lord Aedh Lancaster era un personaggio detestabile. Forte dell’influenza dello zio si credeva nella posizione per cui poteva pisciare in testa al mondo intero ma in verità altro non è che uno dei molti burattini, una delle pedine che il Leader non poi troppo occulto del Consiglio schiera ogni giorno sulla sua scacchiera.
«Nessun traffico Ser...»
«Ripetilo se hai coraggio!» – sbottò Greg che con me condivideva l’antipatia per il nostro ospite. Il Lancaster gli rivolse uno sguardo allarmato e confuso. «Ti rivolgerai a Sua Altezza con il titolo che gli spetta oppure … »
Jeremy Lancaster sfoggiò un sorrisetto di scherno - «Altezza? Non esistono Re tra i Pari.»
«Ma ne esiste uno a Deyrnas.» – risposi - «Io sono il legittimo regnante di questo luogo, il Lord della fortezza di Roccatempesta e tu mio lord ti rivolgerai a me usando il termine “altezza”, “vostra grazia” se preferisci o almeno “Lord” »
«…oppure tuo zio avrà un nipote senza lingua alla fine della giornata. »
Il volto del nobiluomo si fece purpureo - «Osate minacciarmi? Voi non sapete chi sono io...»
«Si io oso. Questa è casa mia e a casa propria ciascuno detta le regole che preferisce. Si da il caso che a Deyrnas il crimen maiestatis, la lesa maestà, è punita severamente …anche con la mutilazione se lo ritengo necessario.» – il sorriso aveva abbandonato la mia faccia - «Quanto al non sapere chi tu sia, ti sbagli! Io so perfettamente chi sei o meglio cosa sei … » – puntai l’indice contro il volto dell’uomo ormai color violetto e proseguii - «Sei un grosso sacco che si regge in piedi solo grazie alla merda cacata dal Lord tuo zio, sei un essere infame privo di dignità che brilla della luce riflessa di un Casato di cui è indegno di portare il nome. Vieni a casa mia senza preavviso, pretendi di essere accolto da me in persona, vieni a raccontarmi dei vostri loschi commerci e osi insultarmi sotto il mio tetto e dinnanzi la mia corte! Di quello che hai da dire e in fretta! Non mi rimane molta pazienza e potrei decidere di ordinare di aprirti la pancia e vedere di che colore sono le feci del Lord tuo zio …»
Il colorito del Lancaster era volto al cinereo, ora persino il patetico paggio Gloucer-Rost sembrava dotato di più coraggio.
«N-non era mia intenzione offendervi mio Lord.» – balbettò ma tra l’orgoglio fatto a pezzi e la paura balenava ancora un residuo di supponenza -« Il Lord mio zio mi ha inviato da Vostra Grazia perché desidera ricevere una dimostrazione di sincera amicizia.»
«Cioè vuole che io vada a prendergli quelle sue dannate spezie non è così? » – senza dargli il tempo di rispondere aggiunsi - « Supponiamo che io mi senta particolarmente amichevole … Quale sarebbe il mio guadagno? »
«La nostra sconfinata gratitudine.» – si affrettò ad affermare quello scemo.
« Che di questi tempi vale ben poco. Tutti sappiamo quanto tuo zio sia stato grato ai Lorch dopo che praticamente vi avevano resi i più potenti Lord in seno al Consiglio. E quanta, sconfinatagratitudine ha dimostrato verso Caino … Come sono i rapporti tra Pari ed Arconti? Gelidi è un termine abbastanza rappresentativo? » – mi versai una coppa di vino - « Tenetevi la vostra così detta gratitudine. Se i Lancaster vogliono insaporire i loro vini usando me come contrabbandiere di fiducia il prezzo da pagare è molto meno trascendente e assai più mondano. E’ un posto nel Consiglio che voglio…»
A quel punto il Lancaster doveva essere proprio al massimo dell’umiliazione tollerabile. Il viso tornò violetto ma memore delle minacce di poco prima si risolse a rispondere con un - « Posso promettervi solo che riferirò la cosa … Ma voi dovreste darmi qualcosa in più di una pretesa improponibile perché possa farmi portavoce delle vostre…chiamiamole richieste.»
« Tipo la promessa di dirigermi a Sud e procurarvi queste preziose spezie di cui parlate? E sia, lo farò. » – agitai l’indice ammonitore - « Farò quello che la casa Lancaster chiede, proprio come un bravo leccapiedi. Ma che si sappia, io non amo avere debiti in sospeso … Non quando tocca a me riscuoterli. Io non sono il servo di nessuno. Di nessuno!» – il sorriso tornò a splendere sulle mie labbra - « Ed ora se vuoi scusarmi ho dei traffici di cui occuparmi, traffici che spero mi procureranno qualcosa di più dell’eterna gratitudine di tuo zio.»


Il Re sorrideva, mentre si dirigevano nella piccola, silenziosa Sala delle Udienze Private.
C’erano del gelo e del veleno sulle labbra del suo signore; era quel sorriso, quello che riusciva a gelare il sangue nelle vene persino a lui che gli era fedele oltre ogni ragione. Era il sorriso dello Sparviero, di Gwalch Glass quello che balenava pericoloso come un pugnale nascosto nella seta.
«Sembri compiaciuto …» – gli aveva detto.
«Così è...» – gli aveva risposto, senza aggiungere altro. Era un gioco in cui amava dilettarsi Erein Re di Deyrnas, Lord di Roccatempesta e Alto Sacerdote dei Dodici, quello in cui costringeva i suoi servitori a cacciargli fuori i pensieri come un cavadenti fa con un molare malandato.
«Mpf! Non ti capisco, non ti capisco affatto. Sei volubile come il dannato cielo di primavera. Un attimo prima tutto tuoni e lampi, il momento dopo terso e calmo. Cosa diavolo ti compiace di tutto questo? »
Erein gli puntò quei suoi occhi violetti in faccia e il suo sorriso si ammorbidì rivelando una traccia di complicità.
« Ogni cosa…» – gli rispose - « Vedi Greg a volte bisogna andare contro se stessi e i propri interessi. Almeno in apparenza.»
La Sala delle Udienze Private era un luogo confortevole …e rigorosamente al riparo da occhi e orecchie indiscrete. Nessuno accedeva e usciva senza il consenso del Re. Li più che altrove le parole pronunciate rimanevano.
« Il serpente striscia, si nasconde sotto le pietre, tutte le belve lo guardano dall’alto in basso e spesso cercando di schiacciargli la testa …» – proseguì - «… eppure gli basta un morso, un singolo guizzo, un unico affondo delle sue fauci intossicate e qualsiasi bestia crolla. »
L’esempio era chiaro, fin troppo chiaro. Pericolosamente chiaro.
«E tu sei un serpente?»
«Se occorre.» – sorrise ancora - « Non solo lupi, cervi, leoni ed aquile abitano la terra e non è detto che la abitino più a lungo di altri. Gli scarafaggi vivono dove tutti gli altri muoiono, i ratti, se lo volessero, potrebbero invadere ogni regno e i vermi rendono i terreni grassi e impediscono alla putrefazione e alla morte di dilagare. Un buon regnante ,alla bisogna, deve essere in grado di interpretare ogni bestia. Evolvere, adattarsi, modellarsi alle occorrenze, sopravvivere. Il giorno opportuno arriverà, l’occasione prima o poi si farà vedere e allora …»
Gregory grugnì. Non amava quel genere di discorsi. Intrighi, inganni e tranelli erano qualcosa di sporco e immondo in cui in passato si era immischiato solo per necessità. Ed era finita male … Malissimo.
« Cosa vuoi che faccia?»
« Il tuo vecchio lavoro…» – gli rispose con quella sua voce capace di fargli ottenere tutto - « …voglio che tu metta in azione il tuo fiuto. Voglio che tu ritorni ad essere il mastino che rincorre la preda. Ma non voglio che alla fine della caccia quella preda venga azzannata. »
Gregory intese l’antifona e sospirò. Aveva servito come cacciatore di taglie e aveva fatto un lavoro eccellente. Sentiva la puzza della feccia da leghe di distanza e una volta trovata la traccia sapeva seguirla fino in fondo senza mai perderla. Non c’erano mai stati furfanti, criminali, tagliagole e briganti all’altezza del suo talento. Ma un giorno le cose si erano rivoltate contro di lui. Gli avevano chiesto qualcosa che esulava dai suoi soliti doveri, gli avevano ordinato di dare la caccia ad un innocente. Il suo naso aveva funzionato bene ma al momento si piantare i suoi denti nella gola della preda braccata il suo cuore lo aveva fermato. Da allora non aveva più esercitato.
« Trova i migliori. Ladri, contrabbandieri e assassini. Offri loro il perdono o qualunque altra cosa desiderino e portameli qui. Darò ai Lancaster le loro spezie, costi quel che costi. »


La Volpe Bianca aveva un nome che tutti conoscevano e un viso che in pochi avevano visto.
Era un criminale famoso, uno di quelli che i menestrelli usano come soggetto delle loro ballate.
La sua storia era affascinante … Figlio di una prostituta e di un capitano mercenario aveva appreso da i genitori tutte le loro arti. Gli dei lo avevano ricompensato da quei natali infami donandogli un aspetto che poteva comprare qualsiasi cosa e con una mente più affilata di una lama. Non uccideva la Volpe Bianca, non se non era necessario ma quando la situazione lo richiedeva lo sapeva fare in modi straordinari.
Era principalmente un ladro ma non disdegnava altri “lavori”. Nessuno lo aveva mai catturato, nessuno.
Un giorno però la Volpe Bianca aveva trovato la sua tagliola. Si innamorò di un giovane lord e gli rivelò la sua faccia. Quel suo amore lo rese incauto e pericoloso e finì per compiere un errore, un grosso errore.
Fino ad allora la popolazione lo amava. Le donzelle sognavano di essere derubate da lui, supplicavano gli dei che il vento che faceva muovere le tende fosse la mano della Volpe Bianca e ovviamente sognavano che quella stessa mano potesse poi muoversi anche tra le loro di stoffe.
A volte era successo, la Volpe Bianca non faceva distinzioni tra lady e lord. Andava dove il suo gusto lo portava. C’erano state donne che si vantavano di essere state visitate dalla Volpe Bianca e mostravano la pancia gonfia, contenente il frutto di un amore bastardo come se fosse un onore. Ma la Volpe non era il tipo da lasciare in giro figli. Era cauto in tutto e le Lady che di tanto in tanto visitava avevano sempre mantenuto il ventre piatto. Le imprese amorose del furfante, il suo carattere galante e la sua fama di criminale gentiluomo lo avevano reso famoso, amatissimo e gli avevano procurato una schiera di sostenitori pronti a nasconderlo, proteggerlo e fiancheggiarlo senza chiedere in cambio null’altro che l’onore di poter dire “ io un tempo ero suo amico”.
Ma la Volpe Bianca era pur sempre un essere umano e come tale fallibile. Il Lord di cui si era perdutamente innamorato era destinato al matrimonio e questo la Volpe Bianca non poteva tollerarlo.
Aveva un difetto: non amava che le sue cose potessero essere anche solo sfiorate dagli altri. Era geloso, gelosissimo e questa era cosa nota. La Lady nubenda venne trovata morta, avvelenata nessun segno poteva condurre alla mano assassina. La Volpe Bianca si recò dal suo amato per porgergli le sue condoglianze non troppo sincere. Sperava di trovarlo da solo, sperava di trovarlo felice e invece… Cotte d’acciaio, lame e tradimento.
«Ogni animale ha il suo cibo preferito. Se vuoi catturarlo tutto ciò che devi fare è tentarlo e la tagliola si chiuderà magicamente intorno alla sua zampa …» – furono quelle le parole che il Lord traditore gli rivolse. L’aveva fatto per denaro, il vile, crudele denaro. La taglia che pendeva sulla sua testa era esorbitante, talmente alta che persino un Lord si sarebbe fatto ingolosire, specie un piccolo, sconosciuto lord come era quello che la Volpe Bianca amava. Fuggi, scappò e la sua fama di essere inafferrabile sopravvisse. Il Lord non si arrese e gli mise alle calcagna Ser Gregory Northwood, all’epoca solo Gregory il Cacciatore.
La caccia fu lunga ma alla fine il fiuto di Gregory ebbe successo e la volpe e il mastino si incontrarono.
«Non l’ho uccisa io.» – gli disse la Volpe Bianca.
«Io non giudico, io caccio.» – gli rispose Gregory.
«Caccia per me, dunque. Uccidi l’assassino, ammazza l’infame traditore che io chiamavo amore. Il mio denaro puzza tanto quanto il suo, solo che io posso dartene il triplo. »
Gregory lo scrutò. Sentiva la puzza di menzogna da leghe ma quell’uomo che gli era dinnanzi non puzzava affatto. «Il quadruplo e io ti scovo anche la prova che è stato lui ad ucciderla. Nessuno è abbastanza bravo da nascondere tutte le tracce e il tuo Lord non è propriamente un genio del crimine. » – ribatté il cacciatore.
Tre mesi dopo il delicato collo del lord fu baciato da una corda di canapa e la Volpe ripulì il suo bianco mantello dall’onta di quel delitto … Ma rimaneva un ladro e quel genere di macchie erano dovute all’abitudine, un’abitudine che la Volpe Bianca non voleva perdere. Trovarlo fu difficile come la prima volta ma alla fine della caccia la volpe e il mastino sapeva già di non essere nemici.
«Ho un lavoro …» – gli disse Greg.
«E io ho tempo.» – gli rispose la Volpe.
«Non vuoi sapere di cosa si tratta? »
«Sono tempi duri, un volpe deve pur cacciare per sopravvivere. Che si tratti di un grasso, delizioso tacchino o di uno striminzito ratto non le è concesso di fare la schizzinosa.»
Gregory grugnì. Mentiva, lo faceva per gratitudine non per denaro e a Lord Norhwood la cosa non piaceva.
«So già quel che c’è da sapere, in verità.» – affermò sorridendo la Volpe Bianca - «Il tuo Lord mi piace. E se un cane spelacchiato come te ha trovato una cuccia, una volpe magnifica come me di certo non rimarrà senza un tetto sulla testa. I boschi mi danno noia, anche io sto invecchiando …»
Gregory gli sorrise di rimando - «Trova tu gli altri e avrai il tuo serraglio in cui scorrazzare. Il mio Lord è … generoso con chi lo serve bene.»
«Fin troppo visto che ha accolto anche te …»

Il deserto era un luogo meraviglioso e crudele. Erein avrebbe voluto goderselo senza altri pensieri.
Le stelle brillavano vivide nel cielo notturno, i fiori rari schiudevano i propri segreti profumi nella notte, le sabbie mutavano ad ogni sguardo. Il giorno era sfolgorante, implacabile, glorioso. Il Sole risplendeva sulle dune inondandole d’oro e fiamme. All’orizzonte la Menzogna ballava facendo sorgere miraggi ad ogni passo della sua danza. Era il dominio di Loec, la casa del Bugiardo. Erein non lo amava particolarmente, era un Dio da cui guardarsi ma era potente e aveva protetto suo padre. Si inchinò sulle sabbie arroventate dal mezzodì e si mise a pregare.
«Sei un uomo molto pio o molto folle mio Lord? Questo sole cuoce i cervelli e non è sano pregare in mezzo alla sabbia, ci sono scorpioni e serpenti in agguato.»
La Volpe Bianca gli era giunta alle spalle silenziosa, fin troppo per i suoi gusti. Ma ciò era un bene, se lui non se ne era accorto lo stesso sarebbe stato per i suoi nemici.
«Un giorno mi dissero che se una vipera mi avvesse morso sarei stato io ad avvelenarla.» – rispose Erein non sollevandosi e proseguendo a tenere gli occhi chiusi e le mani levati in segno di lode.
«Speriamo che nessuna vipera vi morda allora, sarebbe così crudele strappare al deserto la poca vita che custodisce gelosamente.»
Erein si levò. Guardò negli occhi quello strano elemento del vasto panorama umano. Lo trovava affascinante a modo suo, interessante ma non completamente degno della sua fiducia.
«Questo è il regno di Loec. Un luogo fatto di potere e dei miraggi che esso genera nelle menti di chi non è abbastanza scaltro da conoscerne le regole. Ci sono uomini che si ritengono molto astuti, inafferrabili … » – il solito sorrisino gelido sfiorò le labbra del Re - «Ma Loec conosce tutti i loro trucchetti e sa come rivoltarglieli contro. E’ un dio capriccioso e volubile, pericoloso da provocare. Io mi vanto di conoscerne i misteri. Ciò non mi rende immune dai suoi tranelli ma sono certo che se dovesse scegliere da che parte schierarsi io sarei la sua scelta. » – la mano del sovrano si posò sulla spalla della Volpe Bianca - «Cerca di rimanere dalla mia parte.»
La Volpe Bianca colse la minaccia non troppo velata e sorrise di rimando.
«Posso garantire per me, ma per gli altri … chi può dire? »
«Quando una battaglia veniva persa, i Re Antichi chiedevano la testa degli ufficiali, non dei soldati …» – concluse Erein dirigendosi verso la sua tenda - «….sarebbe un peccato privarti della testa è la tua parte migliore. C’è chi vede in te un bel visino, io vedo una mente gloriosa. Farò di tutto per preservarla ma tu non ostacolarmi. Ho poca pazienza di recente. »
La Volpe Bianca rimase da solo ad osservare il deserto. Era bello e letale, come il Lord a cui aveva deciso di giurare fedeltà. Si sentì dopo tanti anni euforico e felice.
«Che fortuna inaspettata incontrarlo proprio ora.. » – pensò - « …proprio un attimo prima di decidere di appendere le mie arti al chiodo. Sarà divertente far volare i miei aquiloni. Sarà proprio divertente. Spero gli piacciano, li ho ideati perché potessero compiacerlo. »
Dopo ciò si recò nei baraccamenti allestiti per il resto dei suoi compagni di malaffare. Blandì quelli a cui bastava la carota per seguirlo, minacciò quelli che necessitavano anche del bastone. Controllò e ricontrollò ogni particolare delle decine di piani che aveva ideato allo scopo. Giunse persino a far sparire uno dei ladri che sembrava essere troppo sospetto per i suoi gusti. Doveva essere tutto perfetto, tutto pronto … Alla sua testa, la Volpe Bianca, ci teneva quasi quanto aveva affermato di tenerci Erein di Deyrnas. Anzi, un po’ di più..

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CS: //
Critico 40| Alto 20 | Medio 10 | Basso 5



Stato Fisico: 150%
Stato Psicologico: 75%
Energia: 75%

Passive in Uso:



Riassunto Post: //
Attive:

CITAZIONE
Note: In bocca al lupissimo!




 
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Il Senzanome
view post Posted on 18/4/2015, 20:00




Il tempo rallentò.

Allegri pulviscoli danzavano lenti alla scarsa luce che riusciva a penetrare il tetto malfatto del capannone. Un fiato immobile e soffuso appestava l'aria, entrando -lento e costante- nei suoi polmoni e solleticando il principio di uno starnuto nel suo naso. I suoi vestiti, impregnati di sudore e non esattamente beneodoranti, erano appiccicati alla sua pelle in modo fastidioso; si staccavano e si riappiccicavano
Tutto questo non aveva importanza per Jason Bourict. La sua mente era uno scoglio, uno sperone di roccia in un mare in tempesta: dritto e implacabile, con la sua mera forma spaccava in due il frangersi delle onde; sdegnoso negava ad ogni distrazione quasivoglia appiglio.
Lui doveva riuscire, e avrebbe avuto successo.

Jason lanciò il pugnale

ed esso si conficcò nell'elsa della lama precedente.


Silenzio. Assoluto.



Un tremendo boato risuonò nella sala comune dell'avamposto. Una fiumana umana travolse Jason, issandolo sopra decine di spalle e sul frastuono di centinaia di voci urlanti, incredule, esterrefatte, giubilanti che declamavano il suo nome come quello dei più grandi eroi della terra. Per ore e ore la folla sbalordita lo portò in trionfo, sbraitando e gridando come un leviatano dai mille volti, finché alla fine l'euforia non scemò e Jason fu lasciato libero di poggiarsi sulle sue gambe... ma non di camminare, non prima di aver ricevuto cento congratulazioni, mille complimenti, infinita ammirazione.
Alla fine, quando ormai la sua bocca era divenuta secca e le sue mani insensibili a furia di scambiare strette, la guardia mercantile riuscì ad afferrare un boccale di alcol e a raggiungere infine il tavolo in fondo alla baracca, immerso nella penombra più assoluta.
Lì, a bocca aperta, il vecchio Paul lo guardava immobile.

Lentamente Jason tese la mano verso la pipa distesa sul tavolaccio, la prese e la rimise nella mano ancora aperta del vecchio uomo.
« Ti è caduta la pipa. » disse con semplicità.
« ...porca vacca. » sussurrò Paul.

Jason sorrise.

« Credimi, amico. »

« Non hai visto ancora niente. »

~

« ...assurdo! » ululò Joseph, incredulo. « È assurdo, ti dico! »
Jason si sdraiò sul suo pagliericcio e inarcò un sopraciglio all'indirizzo dell'uomo, sghignazzando senza ritegno. « Sai, ho come una sensazione di dejà-vu... »
Joseph strinse gli occhi fino a ridurli a due fessure. « Hai centrato la fottuta elsa di un fottuto coltello da lancio! E nessuno dei due è caduto! Mi spieghi come diavolo hai fatto?! »
« Beh, sai, è che io ho questa cosa... »
« ...una testa grande come un pallone areostatico, immagino... » borbottò Gerarth a bassa voce.
« ...si chiama 'abilità'. »
« Si chiama culo » lo corresse Joseph « e perdona il mio francese! »

Jason scoppiò a ridere. Di gusto.

« Dai! Solo perché hai perso una scommessa con me... »
« ...chiamala 'scommessa', ci hai ripuliti... » bofonchiò Gerarth sottovoce.
« ...non vuol dire che devi prendertela. Sono sicuro che la prossima volta andrà meglio. »
« La prossima volta?! » esclamò esterrefatto Joseph. « Quale prossima volta, biondo? Te lo scordi che scommetta un'altra volta con te! »
« Okay, cambiamo discorso: sono stufo di sentire altro sulla vicenda. » intervenne rapidamente Gerarth. « Meglio dimenticarcene e farla finita. Passiamo ad un altro argomento: l'acido di Paul. »
« Non è acido, è un alcaloide. » lo corresse Jason.

Due facce vacue lo guardarono con il massimo (dis)interesse.

Jason alzò gli occhi al cielo. « Un alcaloide è il contrario di un acido. » spiegò pazientemente. « Sempre caustico, ma per ragioni completamente opposte. »
« ...ha una qualche utilità, questa piccola chicca chimica? » domandò Gerarth pazientemente.
« È utile perché dimostra che Paul è stato di parola. » disse Jason con un sorriso. « La spezia che gli ho vinto scommettendo è quella custodita nei magazzini, e che il vecchio Paul trafuga di nascosto per farsi una tiratina ogni tanto. La parte più pericolosa è fatta. »
« Adesso viene quella in cui ti fai una tirata di fumo? » replicò sarcastico Joseph.
« Per la scienza, questo e altro. » annuì solennemente Jason.

~

Tre giorni dopo il loro arrivo, due dopo il torneo di lancio dei coltelli, Jacob e Joseph si stavano preparando ad iniziare il loro turno di guardia ai cancelli. O meglio, Joseph si stava preparando: Jason, armato e pronto dieci minuti il suo risveglio, lo aspettava facendo stretching all'ombra della palizzata e ripassava mentalmente le posizioni dei loro colleghi. Era una routine rassicurante: un modo tutto sommato innocuo per dirsi che era tutto in ordine e alleviare almeno in parte quella parte di lui nata da paranoia e nervosa anticipazione.

« Ancora non capisco come diamine faccia a fare esercizio fisico. » borbottò Joseph. « Insomma, che diamine. »
« Non è esercizio fisico, è riscaldamento muscolare. » spiegò arcuando lentamente la schiena all'indietro, espirando a ritmo regolare. « Diminuisce i tempi di reazione dei movimenti che mi aspetto di dover compiere in situazioni di pericolo, aumenta la consapevolezza del mio corpo e mi mette in sincronia con esso. Dovresti provare, sai? »
« ...tu sei tutto strano. Siamo nel deserto, santo cielo. »
« Guarda alla tua destra. »
« .... »
« Accontentami. »

Joseph guardò alla sua destra. Palizzata, torre di guardia, poi un bel muro di roccia che saliva su su fino al cielo. Non molto da guardare, a dire il vero: l'intero avamposto era composto da quattro baracche, due usate come magazzini e due come caserme, disposte sul fondo di una profonda spaccatura nella roccia. Qualunque visitatore doveva affrontare una cinquantina di metri in scalata senza quasi alcun appiglio se si era pazzi, altrimenti un sentiero praticamente invisibile a meno di non sapere già la sua posizione. Al termine del sentiero, l'altro lato della palizzata sotto i suoi occhi. « Non vedo nulla di particolare. » disse.
« La palizzata. Il supporto per la sbarra trasversale, quella che impedisce al cancello di aprirsi. »
« ....ancora niente. »

Jason raddrizzò la schiena con un sospiro udibile, si diresse verso il luogo indicato, prese qualcosa che Joseph non riuscì a vedere e tornò indietro.

« Ma che cazz... !! »
« Non è solo esercizio fisico, è una forma di disciplina mentale. » enunciò Jason, allungando il braccio verso di lui. Joseph arretrò furiosamente dalla mano tesa in offerta... e dallo scorpione che reggeva intrappolato fra due dita. « Conoscendo a fondo il mio corpo, sono in grado di comprendere cosa esso può fare. »
« Come diamine l'hai visto?! Stavi piegato in due con la testa fra le gambe, dannazione! »
Jason sorrise. « È inutile avere buona mira se non ci si accorge di dov'è il nemico. È inutile allenare il corpo se non si allena la mente. »
« La versione senza massime zen sarebbe...? »
« Questa. » Jason gettò a terra lo scorpione e lo schiacciò senza guardare. « Hai mai visto la mia espressione quando combatto? »
« No, e allora? »
« Sembro calmo. Molto calmo. In effetti, calmo proprio come adesso. Puoi definirlo uno stato mentale alterato, se vuoi. È quello che ha permesso ad un pivello come me di combattere al fianco di veterani come voi senza essere d'intralcio. È quello che mi permette di essere sempre pronto. »
« .... »
« Faccio riscaldamento muscolare perché sono sempre pronto. Tengo un coltello sotto al cuscino perché sono sempre pronto. Cambio la disposizione delle guardie di questo avamposto ogni mattina, creando due perimetri di vedette distinti ogni giorno, perché sono sempre pronto »

ad uccidere

Joseph deglutì e non aggiunse altro.

Nel silenzio nervoso che seguì, il sole continuò la sua lunga ascesa nel cielo.
E intorno all'avamposto, dove l'ombra delle pareti di roccia non copriva nulla, la temperatura continuava a salire - e a salire, e a salire ancora


colore invisibile: BCB4A5

la compagnia mercenaria di
_______Yusuf Holbert _______
e la sua nuova recluta,


Jason Bourict
Status fisico
Illeso e sudato. Sopratutto sudato.
tot.: 100/100

Energia
95/100
Status emotivo
Calmo. Forse troppo?
???

Cs
2xmira, 2xriflessi, 0xdeterminazione
Status mentale
Concentrato. Forse troppo?
tot.: 95/100

Consumi
1xnullo; 1xbasso;


Passive Φ
    Arti del Cacciatore
    Rego III Regola: L'attacco Φ tech fisiche proprie x2, tech mentali nemiche x2, 1/4
    Regole della Gilda dei Ladri
    Rego III ~ Muoversi Φ Cadere senza danni x6; Scalare pareti e soffitti x6; contorsionismo avanzato x6
    Rego IV ~ Manualità Φ destrezza, acrobatismo e possibilità di colpire il nemico da punti inusuali x6
    I Signori dei Ladri Φ capacità di gestione del terreno avanzate; vince gli scontri fisici a parità di cs, x5
    Il Senzanome Φ difesa istintiva da attacchi inaspettati o in sovranumero, x6
    Rego Gli standard Φ capacità di usare alleati in combattimento, x5; gli alleati usano tecniche e oggetti del pg, x6; +1cs in determinazione ad alleati quando si lancia un power-up attivo, x5
    //
Φ Armi
Alla cintola Φ Spada
20/20 | Nascosti sotto le vesti Φ Pugnali da lancio
15/15 | Nascosto sotto la giacca Φ Balestrino a ripetizione
15/15 | In spalla Φ Arco
1/1 | (biglia accecante) Appeso alla cintola Φ Polveri demoniache



Altri membri della compagnia

« Joseph Stone, l'allegro ragazzo »
Spada lunga, coltello, cotta d'armi
Corpo: 100/100, Mente: 100/100, Cs: 1xdeterminazione
Stato di evocazione disponibile ancora per: 0 turni


« Cashir il fesso - la guest star »
Spada, armatura e scudo
Corpo: 100/100, Mente: 100/100, Cs: 0


« Yusuf Holbert, il Mercante »
Presente solo in spirito. E denaro, ovviamente.
Casse di spezie: 100/100
Stato di evocazione disponibile ancora per: 0 turni


« Bjarni Herjólfsson, detto Thor - sempre alle spalle »
I cui terremoti rimbrotti sempre saranno ricordati.


« Gerarth L., l'uomo dal passato misterioso »
Coppia di spade corte e lancia, cotta d'armi
Corpo: 100/100, Mente: 100/100, Cs: 0
Stato di evocazione disponibile ancora per: 0 turni


« il vecchio Paul - l'altra guest star »
Spada, armatura e scudo
Corpo: 100/100, Mente: 100/100, Cs: 0


Note Φ
    Le passive saranno citate una unica volta per esteso.
    _
    L'ho già detto prima in via privata, ma in bocca al lupo - e inizi lo spettacolo! :)
    //
Φ Riassunto
Uso la passiva I Signori dei Ladri per disporre i vari alleati di Jason nel modo più strategicamente ottimale.
Quando inizia il turno di guardia entro nello stato mentale che uso in combattimento (Terza Regola ~ L'attacco - buff/debuff tecniche di natura fisica/mentale) e attraverso l'intera routine mentale e fisica di preparazione alla lunga guardia (Seconda Regola ~ La Mira - +4cs in totale al pg), assieme a Joseph (Gli Standard - +1cs ad un alleato se il pg usa power-up attivi).
Nel frattempo il Sole Cocente bersaglia ad area l'intera zona circostante. Se -ipoteticamente parlando- l'improvviso innalzarsi delle temperature fosse l'opera di un onnipotente essere di passaggio, suppongo sia possibile che il suo obiettivo fosse di colpire sia Erin sia (sopratutto) i suoi alleati con un bell'attacco ad area d'inizio.
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Tecniche utilizzate


Terza Regola ~ L'attacco
    Preparati.
    Il tiro è pronto, preciso, accurato. La preda esita, incerta. È il tuo turno, devi colpire. Non avere fretta. Agisci con calma e sicurezza. Sii letale.
    Sai come fare?
    La maestria del Senzanome è tale che l'uomo sa spingere le sue armi ben oltre i loro limiti, infliggendo danni tremendi ai propri nemici. Spade e altre armi da taglio lasciano squarci al posto di tagli; frecce e altre armi da lancio affondano profondamente in corpi non custoditi da armature, e persino i pesanti usberghi di acciaio dei cavalieri hanno poca efficacia se vengono colpiti. Di contro serve una concentrazione notevole per portare a termine una simile devastazione, rendendo il Senzanome maggiormente suscettibile a tecniche psioniche.
    » Consumo basso + autod. basso mentale, fisica: raddoppia il livello di tecniche proprie di natura fisica e di tecniche altrui subite di natura psionica ≈ IV turni ≈ Personale 2 «
    » non ha effetto su tecniche usate su di sé o appartenenti pienamente alle categorie: power-up, guarigione, danni a cs ed equip «


Seconda Regola ~ La mira
    Guarda.
    La preda è davanti a te, ignara della tua presenza. Tendi l'arco, con cautela. Ti raddrizzi lentamente, evitando ogni movimento. La preda comincia ad intuire qualcosa. Devi agire in fretta, devi agire bene. Prendi bene la mira.
    Ne sei capace?
    » +2cs in mira, +2cs in riflessi ≈ Corallo x1 «

    I Signori dei Ladri
    Signore dei Ladri. Una vaga eco nella memoria di un individuo in cerca di se stesso. Una pallida rimembranza di qualcosa di grande, di glorioso persino. Frammenti spezzati di memoria: nemici terribili, avversari formidabili, tradimenti propri e altrui. Draghi, nani e demoni, esseri che si cibano di sangue e fedeltà, e molto, molto altro ancora.
    Signore dei Ladri... questo era il Senzanome un tempo? Questa la ragione dietro le sue capacità tattiche?
    » Passiva: capacità tattiche avanzate, vince ogni scontro fisico a parità di <font style="font-variant: small-caps;">cs ≈ Personale 10 «



    Gli Standard
    <ol> Sgherri. Una risorsa necessaria, attentamente coltivata da chi fa dell'organizzazione dell'altrui manodopera la propria fonte di guadagno. Il Senzanome ha degli standard molto alti nei suoi sottoposti: devono avere conoscenze e competenze, oltre che la volontà di obbedire agli ordini. In compenso, tutti ottengono benefici dalla presenza del Signore dei Ladri - non importa se servitori fissi oppure alleati occasionali.
    » Passiva: gli alleati possono utilizzare il parco tecniche, gli oggetti e l'energia del pg ≈ Personale 12, x6 usi «
    » Passiva: un alleato guadagna 1cs in determinazione se il pg usa power-up attivi ≈ Pergamena Vigore condiviso, guerriero, x6 usi «


Sole cocente
Se combatti nel deserto, il primo nemico è il sole.
Il lento ma inesorabile avanzare della debolezza nelle membra, le vertigini incombenti, i piccoli puntini che danzano ai margini della visione. Se perdi troppi liquidi inizi a rallentare, e una volta che rallenti non vai più avanti veloce come prima.
Combattere nel deserto non è facile. E se non sei pronto muori prima ancora di vedere il primo nemico.
» Consumo nullo, potenza media: danno basso ad area alla mente dei nemici sotto forma di stanchezza e lentezza dei movimenti ≈ Primo bonus del duello «




} Basso ~ 5% { } Medio ~ 10% { } Alto ~ 20% { } Critico ~ 40% {
 
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view post Posted on 20/4/2015, 11:33

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«Che notte stupenda! » – esclamò la Volpe Bianca con la testa gettata all’indietro e gli occhi rivolti verso un cielo strabordante di stelle. «Sembra seta, seta nera cosparsa di diamanti sfolgoranti … » – proseguì ciarlando amabilmente con quella sua voce che sembrava fatta apposta per affascinare. Che essere insolitamente grazioso e insieme subdolo la Volpe Bianca. All’apparenza poteva sembrare fatuo, la sua mente leziosamente devota alle fantasticherie con cui infarciva il suo eloquio. Sotto quella crosta delicata, però, si nascondeva una creatura elusiva, scaltra, abile come pochi nel suo mestiere. «Si, si è tutto dannatamente favoloso … » – risposi celando la simpatia e l’ammirazione che era riuscito a suscitare in me sotto un velo di finta irritazione – «… ma non siamo venuti qui ad ammirare le stelle, per quanto devo ammetterlo: è uno spettacolo da mozzare il fiato. » – aggiunsi mitigando il rimprovero di poco prima, sfoggiai un sorrisetto acido – « Ora che siamo d’accordo sulla bellezza della volta celeste possiamo riunirci e organizzare la giornata di domani?»
La Volpe Bianca si levò dal tappeto di seta che gli era servito per potersi sedere sulla sabbia senza sporcarsi o rischiare di trovarsi uno scorpione tra i calzoni. Si aggiustò la pelliccia con cui si era riparato dal gelo delle notti del deserto. «Mmmm devo ritenermi offeso o onorato Altezza?»
«Prego?» – la Volpe Bianca si spazzolò lo stravagante ma utile abbigliamento.
«Mi chiedevo, siete venuto a cercarmi di persona perché non vi fidate o perché invece mi tenete in alta considerazione?»
«Una cosa non esclude l’altra. Ritieniti onorato o offeso, fai come ti pare la cosa non potrebbe interessarmi meno… Sono venuto di persona perché volevo parlarti in confidenza…»
Il ladro gentiluomo mi sorrise «Per quello dovrete pagare una tariffa extra!» – scherzò iniziandosi ad incamminarsi verso la tenda dove ci attendeva il resto della brigata. Lasciai correre, un altro Lord si sarebbe offeso o almeno indispettito ma io non ero quel genere di persona; avevo sentito mormorare insinuazioni peggiori nell’arco della mia vita.
«Posso fidarmi dei tuoi uomini? La nostra missione è particolarmente delicata e importante per me …»
La Volpe Bianca rise di gusto - «Mi chiedete se voi potete fidarvi? Oh ma Altezza stiamo parlando di ladri, spie, assassini, falsari e contrabbandieri! No, direi che voi non possiate fidarvi affatto. Ma io si. Li conosco tutti, uno per uno. C’è dell’onore tra gli uomini del nostro mestiere o meglio tra quelli di cui io mi circondo. Non mi tradirebbero mai …» – assunse per un attimo un’espressione dubbiosa - «…o forse si ma bisognerebbe offrire loro molto più oro di quanto gli abbiate promesso e dubito che i cani del deserto, le vipere e gli scorpioni siano dotati di borse sufficientemente grosse.»
«Sei sempre così rassicurante? » – gli sussurrai con sarcasmo evitando un’improvvisa depressione del terreno in cui mi sarei potuto rompere la gamba.
«Sempre Altezza, sono il furfante più rassicurante dei Quattro Regni. » – sorrise lui.
«Parlami di loro. Brevemente, senza giri di parole. » – dovevo sapere con che razza di gente avevo a che fare e i nomi di quegli uomini non sembrano per niente rassicuranti.


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Quando giungemmo nella tenda potevo finalmente associare ad ogni volto un nome.
L’uomo dal volto affilato, l’ispida e biforcuta barbetta nera con appesa una campanella ad ogni punta era Barandei Mitali, detto Ditadorate, il miglior falsario di Qashra. Ditadorate era stato un giovane e promettente bibliotecario con un vero talento per le miniature. Un giorno però qualche vecchio bigotto aveva scoperto le oscenità con cui il buon Barandei aveva adornato uno snello pamphlet satirico in cui il Sultano veniva rappresentato mentre “sottometteva” la corte di pari che lo circondava e il miniaturista aveva dovuto scegliere se perdere le dita delle mani o scappare. Da artista delle miniature Barandai era così passato ad artista della falsificazione. Aveva trovato quel mestiere assai più redditizio e ben presto era diventato una vera e propria autorità nel suo campo anche se manteneva la sua identità rigorosamente segreta. In meno di sette anni Ditadorate aveva accumulato una mole di ricchezze tale da potersi comprare un nuovo nome e una sontuosa villa Qashra ma – a sentire la Volpe Bianca – non aveva mai abbandonato il suo lavoro perché la ricchezza l’ annoiava.
Goldwin Testadicorvo era un omone spropositatamente alto. La testa gigantesca era completamente calva, lucida come una sfera di cristallo. Il faccione rubicondo era sempre sorridente, i denti bianchi e perfetti risaltavano contrastando con le livide ed enormi labbra carnose. La sua pelle era nera come l’onice.
Sebbene fosse così titanico la Volpe Bianca mi assicurava che Goldwin Testadicorvo era il miglior assassino prezzolato presente sul mercato. I suoi servigi erano costosi, il suo codice d’onore inflessibile ma i risultati erano qualcosa di sorprendente. Il suo soprannome non si riferiva, come molti credevano, al colore nero inteso della sua pelata ma all’indubitabile intelligenza e capacità di ingegnarsi. Ebbi modo di parlare con lui e le lodi intessute dal Volpe Bianca erano tutte meritate. La sua voce profonda sapeva far venire la pelle d’oca persino a me e la sua erudizione, specie nel campo dei veleni, mi fece vergognare per essermi definito per lungo tempo un esperto.
Kevan di Portolungo era invece un tipetto segaligno, ossuto e perennemente agitato. Detestava lo sporco, il disordine, il rumore. E’ il miglior ladro sulla piazza, sa centrare il culo di una freccia da mezza lega di distanza e nel lavoro è freddo come il fottuto Nord ma metti in disordine il posto in cui sta per entrare ed inizierà a dare di matto come una massaia isterica così mi aveva detto Borg Cimicerossa, lo sboccato contrabbandiere del gruppo.
Borg era un uomo piuttosto comune. Una zazzera di capelli grigi, denti tutto sommato ben messi per un uomo di mare, una faccia dura come cuoio e mani piene di calli. Si vantava di aver contrabbandato tutto per tutti e di non essere mai stato catturato. La verità era diversa, qualcuno l’aveva catturato e sbattuto in prigione per qualche tempo, ma quel figlio di buona donna era riuscito chissà come a gestire i suoi traffici persino nelle segrete. Il capocarceriere non aveva idea di come riuscisse a mangiare ogni giorno piatti degni di un lord e aveva smesso di chiederselo nel momento in cui il vecchio Cimicerossa gli aveva offerto una fornitura di quel vecchio, proibito, dannatamente costoso distillato di erba del diavolo che tanto gli piaceva. Dimmi cosa vuoi e io te la procuro. era il suo motto.
L’ultimo membro del gruppo era una donna. Non aveva un nome, una spia non ha un nome, così lei diceva.
Si faceva chiamare, però, in diversi modi. Sottanediseta, Linguadolce, Raggiodiluna, Coltellonellaschiena,
Belsussurro, Mieledivipera erano solo alcuni esempi. Era un donzella delicata, dagli occhi castani grandi e dolci. Aveva labbra turgide, capelli color rame intenso, un fisico snello e ben modellato. Aveva sempre un buon odore e vestiva succintamente dispensando assaggi delle sue grazie ad ogni passo.
Abbiamo condiviso momenti assai piacevoli diceva Volpe Bianca maliziosamente Momenti? Non fai onore alle tue prestazioni dicendo momenti. Io direi lunghe ore … - rispondeva lei con la sua voce roca, densa e intrigante come un vino invecchiato arricchito di spezie.
Tutti erano seduti intorno al tavolo e sembravano assai curiosi di capire cosa avessi in mente per il giorno successivo. A dirla tutta alcuni di loro conoscevano perfettamente ogni dettaglio del mio piano, avendo preso parte alla sua ideazione.
«Sarò breve, la notte è corta nel deserto e abbiamo tutti bisogno di dormire.»
Mi versai una coppa di vino e invitai gli altri a fare lo stesso - «I nostri avversari si aspettano una banda di ladri ma verranno visitati da una carovana mercantile. Volpe Bianca fingerà di essere un facoltoso mercante di quelle spezie che siamo stati incaricati di rubare. Io vestirò i panni di un Dreandoaspis, un portavoce dell’Organizzazione che stiamo per truffare. » – indicai il mio falsario e proseguii - « Il nostro amico Ditadorate si è occupato di falsificare i documenti che ci qualificano come servitori di Lhissra'had Essien. Prego, Maestro, illustraci il tuo lavoro…»
Il falsario tossicchiò e aprendo una borsa di cuoio iniziò la sua presentazione - « Prima di tutto l’accordo commerciale che attesta la transazione. » – spiegò mostrandoci una pergamena arrotolata e sigillata da due diversi blocchi di ceralacca - « La pergamena è filigranata. L’organizzazione è molto prudente, stipula i suoi contratti solo su pergamena simile. I due sigilli di ceralacca sono un regalo del nostro eccellente Kevan. Sono originali e appartengono a due proprietari che non potranno lagnarsi del furto in quanto si sono fortuitamente estinti.» – lo sguardo di posò sull’assassino che chinò il capo mostrando i suoi denti bianchi come avorio. - «L’emblema con la lancia spezzata, avvolta dal serpente è di Maestro Hal-kur’assan, uno degli schiavisti dell’Organizzazione. Non c’è rischio che la notizia della sua dipartita sia stata diffusa, quel lurido verme viveva da solo, paranoico com’era si era scelto un isoletta e non comunicava se non attraverso missive. La nostra dolce Mieldivipera si è occupata di far giungere regolarmente missive ai suoi contatti. Il sigillo rappresentante la tagliola e la borsa sono di una compagnia mercantile abbastanza nota a Sud. Tutti i suoi affiliati usano lo stesso sigillo, nessuno farà domande, sono troppo numerosi per tenere il conto dei membri, ma pagano bene e fanno affari con tutti.» – la sua presentazione proseguì con l’esposizione di una maschera dorata, simbolo dei Portavoce de Gli Occhi del Serpente - « Niente da dire, un lavoretto facile. Per quanto riguarda l’abbigliamento dobbiamo ancora una volta ringraziare il nostro ladruncolo di fiducia.»
Ditadorate ci mostrò poi tutta la restante parte del suo lavoro, non ebbi niente da obiettare.
« Ottimo, direi che possiamo ritenerci soddisfatti. » – la riunione proseguì fino a quando tutti i dettagli non furono discussi alla nausea.
«Amici miei, domani saremo costretti a sopportare prove infami. Riposate bene ma non abbassate la guardia. Voglio sentire il rumore della vostra mente che macina idee. Siete i migliori, non deludetemi. » – li congedai alla fine.

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La carrozza si fermò in prossimità della palizzata che separava le sabbie selvagge del deserto dall’accampamento. Il mezzo di trasporto era sofisticato ed eccentrico come si conveniva alla compagnia che lo seguiva. Le ruote erano adornate da decorazioni a forma di serpente, tendine di seta ricamata proteggevano dal calore i viandanti di alto rango. Le cavalcature che tiravano il carrozzone erano alte, orribili e gobbute. Cammelli, se vuoi viaggiare nel deserto e trasportare merce usa i cammelli. - aveva spiegato Cimicerossa presentando alla brigata il mezzo di trasporto che avrebbero utilizzato per persone e spezie. Gli animali erano decisamente sgraziati, puzzavano come poche altre cose al mondo ma il loro passo era sicuro, nonostante il sole stesse cuocendo quasi tutti a puntino.
Il falso Dreandoaspis e il finto mercante di spezie uscirono dall’abitacolo; il primo si ergeva fiero nonostante il sole sfavillasse crudele nel cielo facendo risplendere la maschera sorridente di puro oro. Il mercante, invece, arrancava strascicando i piedi e chiedendo acqua con cui rinfrescarsi la fronte bollente di febbre per il colpo di calore. Quelli che li avevano seguiti a piedi non sembravano in condizioni migliori: il titano grande, grosso e nero vestito come un mercenario camminava curvo, la schiena nera scolava di sudore che correva verso i pantaloni di seta cruda inzuppandoli. La donna, quella che interpretava il ruolo della schiava di piacere si riparava invano sotto un ombrellino di paglia intrecciata lamentandosi di come la sabbia le scottasse i piedi avviluppati da sandali di pelle di cervo e rischiasse di arrossare la pelle color del latte.
I rimanenti tre si erano rifiutati di camminare oltre e si erano aggrappati disperatamente ai cammelli perché li sorreggessero. Uno di quegli sventurati sembrava addirittura svenuto …
In verità anche Erein di Deyrnas, sotto mentite spoglie, aveva subito la carica impietosa del sole del deserto. Ma poco prima di scendere dal suo mezzo di trasporto aveva tratto dalle vesti un composto vegetale e lo aveva masticato, riacquisendo così le forze. Il Portavoce si avvicinò all’uomo di guardia lasciando un po’ indietro il mercante che nel frattempo sprecava acqua preziosa versandosela sul viso. L’acqua fluì dai capelli impomatati fino al viso mischiandosi con l’olio che permetteva alla stramba acconciatura piramidale di elevarsi sopra la testa e facendo sbiadire gli stravaganti glifi e simboli con cui il mercante si era imbellettato il viso secondo l’uso della sua terra d’origine.
L’emissario non ebbe nessun dubbio, nessuna esitazione, nessun tremore dinnanzi le armi sguainate e le espressioni poco amichevoli delle sentinelle. «Fatemi luogo in nome dell’Occhio Sinistro del Serpente, Sua sublimità Lhissra'had Essien che chiamano Cuorenero, di cui io sono l’indegna bocca!» – Ordinò con la sua voce un poco distorta dal metallo che copriva il suo viso nella foggia di una faccia ridente. Quasi come se si aspettasse di essere immediatamente obbedito aggiunse con tono stizzito - «Avanti, muovete quel culo! Abbiamo un affare da concludere. Se quel mercante mi crepa tra le mani, la sua gilda non ci pagherà e i Buoni Padroni decurteranno il prezzo dell’affare utilizzando due libbre della mia carne per ogni soldo perduto! » – alzò un braccio, l’indice teso ad ammonire - «Ed io ci tengo alla mia carne, come voi dovreste tenere alla vostra! Perché gli Dei mi siano testimoni, per ogni frustata che prenderò vi farò tagliare un dito! »
Un profumo intenso, dolciastro, ottundente spirava dalle vesti ricamate con ghirigori dorati. Un coltello dalla lama ricurva pendeva dalla cintola, d’oro era la lama, l’elsa tempestata di pietre dure, nere come un cielo senza stelle. Il falso Veleno del Serpente portava ai polsi bracciali d’oro, simili a ceppi con tanto di lunghe catene spezzate anch’esse auree che pendevano tintinnando. Erano un simbolo, per quanto preziose, quelle erano catene così come per quanto d’alto lignaggio il Portavoce rimaneva pur sempre uno schiavo. Una grossa gemma nera spiccava dalla collana in cui ogni maglia era un serpente che azzannava la coda del successivo. La gemma indicava in quale arte magica l’uomo fosse versato, era un ostentazione di forza e al contempo una minaccia…
Il Dreandoaspis tirò fuori qualcosa da una tasca porgendola alla sentinella, un rotolo di pergamena sigillato due volte che agitò dinnanzi gli occhi del soldato - «Questo è il contratto. Ho bisogno di qualcuno che ci guidi fino al magazzino e che aiuti il nostro amico a caricarle sul carro. »
Schioccò le dita - «La ragazza! » – ordinò senza nemmeno voltarsi. Il mercenario nero afferrò la giovane donna per un braccio e avanzarono entrambi carcollando al fianco del loro padrone.
«I nostri padroni ritengono che un po’ di compagnia femminile possa aiutarvi a superare le prove che il deserto vi costringe a subire ogni giorno. » – la donna per quanto affaticata e visibilmente provata dalla lunga camminata si esibì in un impudico inchino che lasciò intravedere i seni - «Datele qualcosa da bere e da mangiare! Trattatela come si conviene ad una signora … Se rovinate la merce vi farò detrarre il suo costo dai vostri stipendi! »
La donna posò una mano sulla spalla del portavoce e iniziò a carezzargli la guancia, poi il collo. Lui scacciò la mano di lei e afferrandola per il braccio la lanciò verso la sentinella di guardia - «Lui, stupida sgualdrina, è con lui che devi lavorare non con me! » – la donna ridacchiò civettuola.
Il piano della compagnia di banditi stava lentamente compiendosi. La pagliacciata aveva avuto inizio, ora bisognava chiedersi se loro ci sarebbero cascati.


____________________________________________________________________________________________________
CS: //
Critico 40| Alto 20 | Medio 10 | Basso 5



Stato Fisico: 75% Illeso
Stato Psicologico: 75% (75- 5% +5%) Lucido
Energia: 110% (150%-20%-20%= 110%) In forze.
Passive in Uso:

La Magia Sopravvive ~ Bisogna smentire la ridicola credenza secondo cui la magia può essere distrutta.
La magia non muore, non si distrugge, non può essere eliminata mai ! La magia sopravvive, si trasforma, si adatta e attende il momento giusto per manifestarsi in forme diverse. Non è un paradosso inspiegabile ma semplice e basilare sfruttamento dei residui di precedenti incantesimi e sortilegi ormai estinti o consumati. Il mago lascia che i residui dei suoi incantesimi sopravvivano, perdurino come un aura passiva che potenzia gli incantesimi che solitamente necessiterebbero di uno sforzo non proporzionato al risultato.
Incantesimi, maledizioni, sortilegi che coinvolgono ampie aree d’azione o numerosi soggetti possono risultare, infatti molto meno potenti della loro variante “ limitata”. Per ovviare a questo inconveniente lo stregone può colmare la differenza tra sforzo e risultato aggiungendo la magia residua che lo circonda a quest’ultimo, compensando in questo modo il difetto per così dire congenito di queste tipologie di incantesimi.
[ Passiva personale che parifica consumi e danni per le tecniche offensive ad area (5/6 usi) 2/25]
"Donami parole di fiamma con cui estinguere la violenza nei cuori."
Parole. Solo parole. Nient'altro che parole.
Ecco cosa hanno detto per anni dei nostri sermoni. Frasi vuote, borbotti incoerenti, pronunciati da cani che ululano ad una luna che solo loro vedono. Eppure non sono forse le parole a mettere un esercito in marcia? Non sono forse i vani discorsi a convincere una popolazione in rivolta a deporre le armi e ritornare in pace alle proprie case? E' vero usiamo la retorica, l'ipocrita, cinica, retorica. Le nostre lingue tagliano come rasoi, le nostre parole fanno sanguinare coloro i quali ne sono colpiti ma è questo davvero un difetto?
[Eremita, passiva pacifismo. (5/6) ]

Figlio degli Umani ~ Volontà
Chi domina oggi il continente? Gli umani. Lasciate perdere le apparenze, sono loro i nuovi padroni di Theras.
Sono ovunque, ammanicati in ogni faccenda, sempre più in alto nella scala gerarchica, sempre più forti, sempre più numerosi, sempre più scaltri. Cosa accade alle altre razze? Scompaiono, lentamente in una lunga agonia che sembra irreversibile. I Draghi? Un ricordo di un era gloriosa ormai conclusa, pochi e legati alle faccende degli uomini quasi fossero i loro maggiordomi. Gli Elfi? Dove sono gli elfi? I nani? Ma per favore! Chissà quale miracolo gli ha concesso di avere un Sultanato e quale prodigio consente di mantenerlo. Quanto ai Pelleverde poi ... Dategli un paio di anni e si ammazzeranno tra loro levandoci di torno il fastidio di farlo.
Demoni e Ombre poi hanno di meglio da fare e a quanto pare gradiscono l'attuale strapotere degli umani. In fondo trovano assai più facile traviare un essere umano che un fiero, cocciutissimo Vero Drago.
Come hanno conquistato tutto questo spazio? Semplice grazie alla loro sproporzionata volontà. Questa dote è spesso scambiata per ambizione ma così non è. Gli uomini possiedono una grande forza di spirito, non si arrendono dinnanzi a nulla e combattono come furie per ciò che ritengono giusto o estremamente desiderabile.
Pur non appartenendo alla categoria mi sento di poter condividere con la razza di mio padre quell'aspetto del carattere. Se mi fossi arreso probabilmente sarei chiuso in una cella a marcire e invece ...

[Eremita. Girovago 5/6]
Riassunto Post: Le prime parti del post sono dedicate all'organizzazione della missione. Il vero e proprio post di duello si apre con l'arrivo della compagnia. Erein vestito da Portavoce de Gli occhi del Serpente cerca di ingannare le sentinelle facendo loro credere di essere venuto a ritirare un carico di merce per il mercante (PNG alleato Volpe Bianca) che lo segue. Per fiaccare eventuali resistenze utilizza le tecniche "Stupore di Yon" ( tramite il profumo) e Pace di Yffrie (offrendo la ragazza come ricompensa del il buon lavor svolto fino ad allora.) ambo le tecniche danneggiano l'energia, consumano un Alto e sono castate ad area. Per effetto della passiva "La magia Sopravvive" le tecniche offensive ad area producono un danno pari al consumo e non dimezzato come di consueto; la passiva dell'eremita "Pacifismo" è utilizzata per placare gli animi e allontanare il più possibile un eventuale schermaglia; la passiva dell'eremita "girovago" e l'utilizzo dell'oggetto dell'erboristeria "erba tonificante" servono a combattere gli effetti della difficile condizione climatica e del medio ad area subito dal mio PG.
Attive:

CITAZIONE
Heddwch o Yffrie ~ Pace di Yffrie.
Yffrie non è solo la Madre, Lei è anche la Donna. I suoi misteri non sono solo quelli del parto, del focolare domestico e dell'amore materno ma anche quelli della sensualità e della lussuria.
Ho conosciuto i sottili piaceri che una Concubina Sacra può concedere ...I bordelli d'Oriente non potranno mai fornire servigi altrettanto sublimi. Ho amato una di loro, contravvenendo alle regole che impongono di non avere alcun compagno una di loro ha amato me. Eravamo giovani e ripercorrevamo gli errori che furono di colro che ci avevano preceduti. Il tempio dell' Isola dei Mille Piaceri ci perdonò entrambi e ci offrì la possibilità di proseguire il nostro ...come dire... apprendistato ai misteri della Madre?
In un mese di gioia che mai dimenticherò imparammo che l'eros è un'arma affilata ed efficiente. La Pace di Yffrie è un esempio di ciò: colui o colei che la usa infonde un senso di tale, impareggiabile estasi erotica da prosciugare qualsivoglia tipo di energia. Il povero bersaglio si troverà precipitato nel paradiso di amore profano che più preferisce ma ne uscirà inevitabilmente privato di forze. Debole, vulnerabile, sottomesso.
[ Personale 13/25. Psionica, consumo Alto, danneggia l'energia del bersaglio. L'effetto psionico è quello descritto nell'abilità. Castata sul PG de Il Senzanome.]

Syndod o Yon ~ Stupore di Yon
L'Ordine della Maraviglia Sublime aborre la violenza ma più di tutto rifiuta il Mondo Esterno. I templi eretti da quest'ordine sacerdotale più che luoghi di culto paiono case d'asta e ritrovi per chi ama la musica, l'arte e la bellezza in genere.
I riti officiati in onore dell'Esteta consistono in fastose feste in cui i fedeli si abbandonano ai più sublimi e decadenti piaceri.
Coerentemente alla natura del loro dio, i Fratelli della Maraviglia Sublime non gradiscono occuparsi del sordido, arido, illetterato mondo che arranca al di fuori della torre d'avorio in cui vivono. Ma, talvolta, è necessario recuperare una reliquia particolarmente preziosa, un'operta d'arte rara, un tomo in possesso di indegni profani. In questi casi il Fratello della Maraviglia Sublime è costretto ad affrontare quel luogo buio, orrido e pericoloso che il Mondo per loro rappresenta.
Chi pensa però che il sacerdote dell'Esteta viaggi privo di protezione si sbaglia. In caso di necessità gli è sufficiente intonare un dolce canto, recitare una commovente poesia, sprigionare uno dei profumi sublimi nella cui produzione i Fratelli sono maestri o semplicemente guardare negli occhi il nemico e costui cadrà preda di uno stupore immobilizzante che prosciugherà le sue forze.
[18/25 La tecnica ha natura Psionica.. L'avversario riceve un danno alla riserva energetica pari ad Alto e si trova immobilizzato al proprio posto o grandemente rallentato nei movimenti, che diventano incredibilmente difficoltosi. Se castata ad area infliggerà danni medi ad ogni nemico colpito. Consumo: Alto - Castada ad area.]

Inventario: Foglia di Re ~ Decantata, glorificata, leggendaria Foglia di Re! La pianta dei Guaritori, il miracoloso arbusto in grado di guarire dalle oscure ferite dell'anima. E' sufficiente sfregarla e inspirarne il celestiale odore e ogni oscurità abbandona la mente, ogni inganno svanisce. Cos'altro dire? [Erba tonificante Cura un 5% alla riserva mentale]
Documenti falsi
Coltello ricurvo d'oro, Balestra (Sospiro di Vedova), Carrozza, Camelli.
Volpe Bianca ~ Alleato




 
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Il Senzanome
view post Posted on 25/4/2015, 19:52





Dal diario di Jason Bourict
4a luna, ultimo quarto

Più scopro sull'iliaç, l'arma dei Lancaster, più mi meraviglio. La parola significa letteralmente 'droga', ma l'effetto sul cervello è solo una parte dell'enigma. Se i miei sospetti sono giusti, trovare una sostanza equivalente non sarà sufficiente

Domani farò altri esperimenti...


« Quelli non sono uomini di Lady Essien. » sentenziò Joseph.

Il vecchio Paul sbuffò quietamente. Le profonde rughe incavate nella sua faccia si contrassero, dando al suo viso corteccioso i lineamenti di una quercia che sorride paciosa... e magari un poco divertita. Una nuvoletta di fumo chiaro punteggiò parole mai dette, sottolineando cosa il vecchio uomo pensasse della più colossale ovvietà mai pronunziata in quella spaccatura nella roccia dimenticata da dei e Daimon. C'era da ammirarlo, il vecchio: tramite pochi, minuti cenni del viso e delle mani riusciva a comunicare lunghi concetti con un'espressività che lo faceva divenire verde d'invidia ogni singola volta. Dannazione, Jason sapeva di essere abbastanza bravo come mimo e circense... abbastanza da poter guadagnarsi da vivere in tal modo se necessario... ma quel vecchio decrepito e artrosico lo faceva sembrare un pivello sgraziato.
Per non parlare della vocina nella sua testa che andava dicendo si, lui sa benissimo quanto ti dia fastidio..

« Cosa? » Il ragazzo - Cashir, se la sua memoria non l'ingannava - staccò gli occhi dalla carovana e li fissò con sguardo da cerbiatto. « Come sarebbe a dire, non sono uomini di Lady Essien? »

Li avevano avvistati da lontano, grazie all'aver disseminato sentinelle ovunque nel raggio di miglia (e aver ignorato i commenti di Gareth riguardanti la sua supposta "paranoia"): una carrozza trainata da cammelli, con un uomo e una donna che marciavano strascicando i piedi sulla sua scia e tre persone accasciate sulle gobbe degli animali. Era da quando erano entrati nel canalone che i loro occhi attenti li seguivano, sfruttando sentieri da capra per trovare luoghi nascosti da cui osservarli senza essere visti. Paul aveva garantito loro di poterli condurre indietro prima che i nuovi arrivati giungessero davanti alle loro porte
e lui aveva sorriso più di una volta nel vedere il vecchio uomo sudare e arrancare lungo la strada.

« Il nostro è un avamposto di terz'ordine, riempito di gente senza nessuna importanza. » sussurrò Jason, gli occhi chiusi. « In quanto tale, gli Occhi di Serpente avrebbero dovuto mandare a ritirare la spezia gente senza nessuna importanza. Soldati e manovali, forse, con abbastanza uomini da scontare le merci nell'Akeran in sicurezza. Quella che vedo è una compagnia più adatta alla corte di un piccolo lord che a noi, rozzi e selvaggi servi della gleba. No, questi non sono uomini di Lhissra'had Essien. »
E questo non promette nulla di buono.
...dei.


« Ma... insomma, quello è lo stemma di Lady Essien. » protestò il ragazzo, indicando i serpenti con cui era decorato il veicolo. « E poi, se non sono dei nostri come fanno a sapere del sentiero? »

Jason e Joseph si scambiarono uno sguardo.
Inconsapevolmente, quel ragazzino aveva centrato proprio l'unica domanda che ancora permaneva nelle loro menti.

« ...torniamo all'avamposto. » disse alla fine Joseph. « E facciamo tornare indietro le altre sentinelle. Non credo che la cosa si risolverà in modo pacifico. »

~

La carrozza si fermò.

Jason, Joseph, Gareth e Cashir osservarono in silenzio dalla torre di guardia di sinistra, nascosti e fuori vista. Anche Paul era lì, anche se lui non si nascondeva affatto. Altri uomini erano nella torretta dall'altra parte, con l'esplicito ordine di non farsi vedere finché qualcuno non avesse dato l'ordine. Per quanto ne sapevano i loro inaspettati visitatori, le due sentinelle ai cancelli erano tutto quello che l'avamposto aveva da offrire al momento.
...una bugia non molto dissimile dalla verità, a dire il vero.

I tre uomini sui cammelli smontarono dalle loro cavalcature, praticamente crollando a terra. Paul aspirò a lungo dalla sua onnipresente pipa, emanando compiacimento e tabacco come un fumatore incallito. I due nelle retrovie raggiunsero i colleghi, poi la guardia si fece avanti e aiutò due persone a scendere dalla carrozza. Uno, un mercante inbellettato con strane pitture facciali e i capelli acconciati a forma di tofu... forse... si precipitò a buttarsi acqua direttamente sul viso invece di farsi spugnature come il vecchio Paul aveva insegnato loro.
L'ultimo uomo portava una maschera d'oro sul viso.

Al suo fianco Cashir trattenne violentemente il respiro. « Oh merda! » sibilò, tirandosi violentemente indietro dal parapetto. « Quello è un Dreandoaspis! »
Jason gli lanciò un'occhiata distratta. « Uh? Chi sono i Dreandoaspis? »
« Chi sono i...? » Cashir boccheggiò, attonito. « Sono solamente la voce di dama Essien! La loro parola è la sua parola, i loro ordini sono i suoi ordini. »
« Non questa volta. » rispose lui, riportando lo sguardo sui loro 'ospiti'.
Per qualche sbalordito secondo non udì nulla da Cashir, poi un flebile « ...questi ci faranno ammazzare tutti. » giunse alle sue orecchie.
Non è escluso...

L'uomo con la maschera alzò la testa e conficcò il suo sguardo in ognuna delle due sentinelle, facendole rabbrividire con la sua sola presenza. Jason si accigliò. Qualcosa di quell'uomo non gli quadrava, e non era solo l'apparente noncuranza con cui si destreggiava al sole o la reazione dei nativi alle insegne di un Dreandoaspis.

«Fatemi luogo in nome dell’Occhio Sinistro del Serpente, Sua sublimità Lhissra'had Essien che chiamano Cuorenero, di cui io sono l’indegna bocca!» gridò il presunto dignitario.
« Aspetta... l'ha chiamata 'Cuorenero'? » bisbigliò Gareth a Paul. « Sul serio?! » Paul lo guardò di sottecchi e soffiò un grazioso anello di fumo in aria.
«Avanti, muovete quel culo! Abbiamo un affare da concludere. Se quel mercante mi crepa tra le mani, la sua gilda non ci pagherà e i Buoni Padroni decurteranno il prezzo dell’affare utilizzando due libbre della mia carne per ogni soldo perduto! Ed io ci tengo alla mia carne, come voi dovreste tenere alla vostra! Perché gli Dei mi siano testimoni, per ogni frustata che prenderò vi farò tagliare un dito! »
« Paul? È uno di loro? »
«Questo è il contratto. Ho bisogno di qualcuno che ci guidi fino al magazzino e che aiuti il nostro amico a caricarle sul carro.»
Paul staccò la pipa dalle labbra, la batté leggermente sul parapetto della torretta e diede un'altra aspirata tranquilla.
«I nostri padroni ritengono che un po’ di compagnia femminile possa aiutarvi a superare le prove che il deserto vi costringe a subire ogni giorno.»
« Paul! » sibilò Joseph. « Ci serve sapere se quello è un vero Dreicoso oppure no! Dannazione amico, non mi fare lo sballato proprio adesso... »
«Datele qualcosa da bere e da mangiare! Trattatela come si conviene ad una signora … Se rovinate la merce vi farò detrarre il suo costo dai vostri stipendi!»
Paul roteò gli occhi al cielo e disse un'unica, fatidica parola:

« No. »

Jason si alzò.
« Vado. »

~

Jason {


Joseph lo raggiunse a passo di corsa poco prima di uscire dalla torretta. « Cosa succede? »
« Mm? »
« Sei strano da quando hai visto Faccia di Bronzo, e non capisco perché. »
« Neanche io » ammise Jason, « ma non abbiamo esattamente il tempo per una seduta dallo psicanalista al momento. E poi io sono sempre strano. » Prima che l'amico potesse replicare Jason gli passò il balestrino, sicura disinserita. « Quando do il segnale mira al mercante e premi cinque volte il grilletto. »
Joseph prese l'arma con due dita e la stessa delicatezza che avrebbe usato con un topo morto. « E quale sarebbe il segnale? »
« Lo stesso di Bourbon Street. » rispose sorridendo.
« Oh, non di nuovo.... »

Cancellando rapidamente il sorrisetto, Jason prese un bel respiro e aprì lo spioncino rettangolare sulla pusterla, lanciando uno sguardo studiatamente annoiato ai dintorni prima di aprire la porta vera e propria e uscire all'esterno dell'avamposto, sotto il sole cocente. Le due sentinelle lo riconobbero immediatamente - vantaggi dell'essere il migliore lanciatore di coltelli nel raggio di cento miglia - e si rilassarono leggermente, conferendo forza alla menzogna che stava iniziando a raccontare con il linguaggio del corpo e piccole, subdole posture: quella che lui, non il vecchio Paul, fosse a capo delle forze dell'avamposto. I suoi occhi si soffermarono brevemente su ognuna delle persone innanzi a lui, prendendo tutto in considerazione senza rivelare niente. L'intera messinscena - ogni azione, ogni movimento, ogni pausa - denunciava padronanza, indifferenza... un'assoluta e sconfinata sicurezza di sé. Solo quando i suoi occhi si poggiarono sulla maschera dorata posta sul viso dell'uomo intabarrato dalla testa ai piedi, solo allora Jason si concesse la sua prima e unica reazione: un lieve, pacioso inarcarsi del sopraciglio sinistro.
la stessa reazione che il vecchio Paul aveva riservato a lui durante il loro arrivo incidentalmente parlando, non che la cosa fosse al momento importante

« Allora? » disse alla fine.
« Consegna di spezie. » squittì una delle sentinelle. « Sua sublimità Lhissra'had Essien, possa Ella essere sempre benedetta, ordina che noi... ehm... si, ecco... di dare a queste persone le spezie che cercano. »
Gli occhi azzurro ghiaccio di Jason si conficcarono come piccozze nell'uomo che aveva parlato, spingendolo inconsapevolmente a rannicchiarsi come uno strofinaccio appallottolato. « Fate vedere. » enunciò, pretendendo con mano protesa di vedere il contratto di cui s'era vantato il Dreandoaspis.

Gli fu data la pergamena; senza discutere.

Jason lesse il documento imitando il modo veloce ma saputo con cui Yusuf Holbert, possa egli essere sempre benedetto (per avergli insegnato), scorciava le fanfare da commercialista per concentrarsi unicamente sulle parti importanti.
Imitando, tuttavia, non realmente leggendo.
Come guardia del corpo di Yusuf aveva visto la sua buona parte di contratti... in Dortan, dove aveva iniziato a conoscere i nomi e i volti pubblici delle compagnie mercantili e dei clienti più importanti del continente. Nell'Akeran, tuttavia? Non aveva la più pallida idea di cosa andare a cercare, figuriamoci come verificarlo. L'unica cosa che aveva era l'esperienza di Joseph e Gareth, che diceva che quelli erano banditi e truffatori, e la parola di Paul che non aveva davanti un vero rappresentante di Lhissra'had Essien. Inutile dirlo, si fidava ciecamente di Joseph e Gareth; quanto a Paul, non riusciva proprio ad immaginare qualcuno riuscire a fregare il vecchietto. In compenso riusciva benissimo a immaginare il vecchietto fregare chiunque.

Così, confidando che quelli dinnanzi a lui fossero degli impostori belli e buoni, Jason Bourict si rassegnò a doversi macchiare le mani di sangue e chiamò a sé quella calma glaciale che-

« ... »


non successe nulla.

Per un attimo esitò. Non fu un'esitazione visibile, affatto: il suo sguardo continuava a scorrere le righe di testo in bella calligrafia scritte sulla pergamena fra le sue mani, dedicando nessuna attenzione a legalese senza alcuna importanza, e il suo corpo non s'irrigidì né ebbe altri segni di tentennamento. La sua fu un'esitazione del tutto mentale, che solo qualcuno di estremamente esperto dei suoi mannerismi avrebbe potuto cogliere. Joseph e Gareth, sicuramente, forse Bjarni, certo non Yusuf. E tuttavia un'esitazione ci fu.
Perché mai, mai, mai, mai da quando si era risvegliato in quella radura congelata a un giorno di viaggio da Basiledra, mai quella voce che bisbigliava nei recessi della sua mente il come e il quando sventrare, sgozzare e decapitare era stata completamente zitta. Sopita e distratta, questo si, in attesa come un serpente prima di colpire, certo, silenziosamente in cerca di possibili minacce mentre lui proseguiva nella routine della sua vita, sicuro.
Mai zitta. Mai.

per la prima volta da molto tempo, Jason Bourict ebbe paura.
Poi l'uomo si fece coraggio e fece ciò per cui era pagato.

« Mi sembra tutto in regola. » disse, lasciando che la pergamena si arrotolasse nuovamente sul suo braccio. Il suo sguardo si levò ad incrociare quello del Dreandoaspis. « Se vuole segui- »

In quel momento Joseph Stone aprì il fuoco sul mercante.

~

Joseph {


Nascosto alla vista dalla pusterla, sbirciando con cautela dallo spioncino rettangolare che il compare aveva così convenientemente lasciato aperto, Joseph Stone si stava ripetutamente dando del cretino.

Strano?
No, Jason Bourict non era "strano". Pazzo come un cavallo era una definizione più sensata. Matto da legare ancora di più, anche se Joseph dubitava ci fosse individuo sulla faccia della terra capace di tenere fermo Jason Bourict più di un'ora di fila. Dei, per essere un bastardo paranoico quell'uomo aveva l'abitudine di ficcare il naso ovunque fosse più scomodo.

Quello che era successo a Bourbon Street?
Meglio non pensarci.
dei, non avrebbe mai guardato a un barile di birra nello stesso modo...

Comunque, per una volta il piano non era male. Semplice, efficace. Una volta Jason l'aveva chiamata prestidigi... presditigi... prestiqualcosa. Far apparire monetine dalle orecchie dei bimbi, tirar fuori colombe dalle maniche e conigli dai cilindri... o nel caso specifico, lanciare un coltello da lancio senza che nessuno si accorgesse della faccenduola. Un-due, semplice.
Passo uno, Jason ammazzava il Dre-coso.
Passo due, mentre tutti si chiedono cosa diavolo ci fa un coltello nella gola di Maschera d'Oro, Joseph replicava con Testa-A-Piramide.

Poi Jason aveva esitato.
Ovviamente Joseph se ne era accorto. Lui, Jason e Gareth avevano combattuto assieme per mesi ormai, superato assieme a battaglie e assedi, assieme avevano capovolto governi (beh, almeno avevano aiutato) e assieme erano sopravvissuti a cose indicibili. Dire che si conoscevano era riduttivo. E ci voleva qualcosa di grosso perché Jason Bourict, di tutte le persone, esitasse nell'uccidere qualcuno.

« Non buono... » bisbigliò Joseph a voce praticamente inudibile.

Poi Jason alzò lo sguardo dalla pergamena e lasciò che essa si arrotolasse sulla sua mano, senza alcun dubbio per nascondere il coltello alla vista di Maschera d'oro.
Uno...
Joseph alzò la balestra in minatura fin quasi all'altezza dello spioncino e aspettò.
Due - e coltello lanciato...
Un attimo ancora, per massimizzare il cosiddetto "effetto wow".
...e tre!

Joseph ficcò il balestrino nello spioncino, si assicurò che la cuspide del dardo puntasse al petto del mercante e premette il grilletto, cinque volte in rapida successione.

~

Gareth {


« Se entrambi vanno a terra o entrambi ne escono illesi... » aveva sussurrato Jason prima di andarsene. « ...ammazza Maschera Dorata. »
« Certo, perché io ho la mira di un falco, eh? » grugnì Gareth, disgustato.
Il vecchio Paul, che Loec possa arricciare la sua pelle incartapecorita come un tappeto del sultanato, gli gettò un'occhiata chiaramente derisoria e sbuffò un'altra nuvoletta di fumo dalla pipa. Gareth replicò con un'occhiata al vetriolo. Ma certo, come aveva fatto lui a non pensarci?! I nemici sono alla porta? Meglio farsi una tirata di pipa!
ma perché diamine va sempre a finire così con Jason, quel ragazzo ha qualcosa che non va, diamine...

Con cautela sbirciò dal parapetto della torre. Jason era uscito (finalmente) e stava parlando con le sentinelle. Gareth incoccò una freccia e aspettò. Non avevano avuto il tempo di studiare un piano d'attacco, ma quando combatti assieme per tanto tempo come loro acquisisci una certa sinergia. Uno di loro creava panico e caos, l'altro spezzava le difese nemiche. Quel giorno era Gareth a prendere di mira i bersagli deboli. Dopo che Joseph e Jason li avevano lasciati indifesi, s'intende.
Cashir spostò il peso da una gamba all'altra. Gareth gli scoccò una lunga occhiata prima di concentrarsi nuovamente su Jason, che ora leggeva il contratto di cui aveva parlato il Dreandoaspis. Il ragazzo era in conflitto, questo era evidente. Sperava solo che non commettesse pazzie... come pugnalarli alle spalle nel momento del bisogno.

Jaso alzò gli occhi dal foglio, finalmente. Gareth sfilò una freccia dalla faretra e incordò, senza tendere. Non appena scoppiò il finimondo Gareth si alzò in piedi con gli occhi fissi sul casino.

Se entrambi vanno a terra o entrambi ne escono illesi, ammazza Maschera Dorata.

Gareth tese l'arco finché l'alettatura della freccia non fu a filo.
Poi lasciò andare la freccia.

~

Jason {


Aveva mirato alla gamba.

Aveva deliberatamente mirato alla gamba. Poco sopra il ginocchio per di più, garantendo di aggirare un'eventuale parastinco o gonnellino corazzato e allo stesso tempo evitando l'arteria femorale. Un colpo debilitante, certo, più che capace di costringere il nemico a rimanere in ginocchio lì dov'era per tutto il resto del combattimento... ma specificatamente pensato per non uccidere.

Attorno a lui scoppiò l'inferno. Jason ascoltò a metà, distratto dal suo problema per prestare attenzione alle conseguenze dell'attacco di Joseph. Poteva sentirsi sguainare con gesti meccanici la spada, arretrando verso la salvezza, ma il suo cuore non era in quelle azioni. La sua mano si mosse quasi da sola, incitando le sentinelle a rientrare attraverso la pusterla lasciata studiatamente semiaperta.
Non l'ho ucciso. Non ci ho neanche provato.

Aveva lanciato due coltelli, praticamente alla cieca. Ricordava ancora benissimo dove si trovavano il mercante e il Dreandoaspis, ricordava di aver tirato nelle loro direzioni. Non era neanche sicuro di aver mirato ad un bersaglio particolare. Lui mirava sempre ad uno specifico punto del corpo.

Ma l'Altro non è una parte di me?

La pusterla fu sprangata e serrata, facendo trasalire Jason. Era all'interno della fortezza, spada in mano e pugnale pronto ad essere lanciato. Al suo fianco le due sentinelle, con le armi sguainate e gli occhi dilatati. Inesperti, primo conflitto serio, improbabile che siano di grande aiuto si disse, analizzando i due quasi sovrappensiero.
Ma era lui ad aver fatto quell'analisi, non l'Altro.

Chi era l'assassino? Chi la persona normale?
Esisteva un assassino o una persona normale?

« Non l'hanno presa bene, eh? » Joseph ridacchiò e si tolse un ciuffo di capelli da davanti gli occhi, appoggiando la schiena alla porta. Era stato lui a sprangarla, e Jason neppure se ne era accorto. « Oh, adesso si che le cose si scaldano. Altro che deserto! »

Jason Bourict batté le palpebre e guardò dallo spioncino ancora aperto. « Già... »

Cosa diavolo mi succede?

colore invisibile: BCB4A5

la compagnia mercenaria di
_______Yusuf Holbert _______
e la sua nuova recluta,


Jason Bourict
Status fisico
Rallentato da offensive nemiche
tot.: 100/100

Energia
45/100
Status emotivo
Molto poco calmo. Non avere più l'aiuto dell'Altro lo ha scosso parecchio.
più il fattarelluccio di aver subito tecniche mentali per un critico in un unico turno per 1a volta

Cs
0xmira, 0xriflessi, 0xdeterminazione
Status mentale
Nulla che non possa essere gestito
tot.: 95/100

Consumi
1xnullo; 1xbasso; 1xmedio, -40%


Passive Φ
    Arti del Cacciatore
    Rego III Regola: L'attacco Φ tech fisiche proprie x2, tech mentali nemiche x2, 1/4
    Regole della Gilda dei Ladri
    Rego III ~ Muoversi Φ Cadere senza danni x6; Scalare pareti e soffitti x6; contorsionismo avanzato x6
    Rego IV ~ Manualità Φ destrezza, acrobatismo e possibilità di colpire il nemico da punti inusuali x6
    I Signori dei Ladri Φ capacità di gestione del terreno avanzate; vince gli scontri fisici a parità di cs, x4
    Il Senzanome Φ difesa istintiva da attacchi inaspettati o in sovranumero, x6
    Rego Gli standard Φ capacità di usare alleati in combattimento, x4; gli alleati usano tecniche e oggetti del pg, x6; +1cs in determinazione ad alleati quando si lancia un power-up attivo, x5
    //
Φ Armi
Alla cintola Φ Spada
17/20 | Nascosti sotto le vesti Φ Pugnali da lancio
10/15 | Nascosto sotto la giacca Φ Balestrino a ripetizione
14/15 | In spalla Φ Arco
1/1 | (biglia accecante) Appeso alla cintola Φ Polveri demoniache



Altri membri della compagnia

« Joseph Stone, l'allegro ragazzo »
Spada lunga, coltello, cotta d'armi
Corpo: 100/100, Mente: 100/100, lento, Cs: 1xdeterminazione
Stato di evocazione disponibile ancora per: 0 turni


« Cashir il fesso - la guest star »
Spada, armatura e scudo
Corpo: 100/100, Mente: 100/100, lento, Cs: 0


« Yusuf Holbert, il Mercante »
Presente solo in spirito. E denaro, ovviamente.
Casse di spezie: 100/100
Stato di evocazione disponibile ancora per: 0 turni


« Bjarni Herjólfsson, detto Thor - sempre alle spalle »
I cui terremoti rimbrotti sempre saranno ricordati.


« Gerarth L., l'uomo dal passato misterioso »
Coppia di spade corte e lancia, cotta d'armi
Corpo: 100/100, Mente: 100/100, lento, Cs: 0
Stato di evocazione disponibile ancora per: 0 turni


« il vecchio Paul - l'altra guest star »
Spada, armatura e scudo
Corpo: 100/100, Mente: 100/100, lento, Cs: 0


Φ Riassunto
    (disattivo la tecnica Terza Regola ~ l'Attacco a inizio turno)
    Nel turno precedente ho disposto le sentinelle nel modo più strategicamente ottimale possibile con l'aiuto della passiva I Signori dei Ladri: questo mi permette di sapere in anticipo dell'arrivo della carovana e spiare il suo tragitto lungo il sentiero semi-invisibile da un luogo conveniente, usando un'altra volta la medesima passiva. Grazie ad una combinazione della reazione degli alleati di Erin al caldo (non appropiata per degli uomini di Cuorenero) e dell'esperienza di Joseph e Jason in quanto guardie mercantili di una discreta esperienza, sospettano un inganno. Cashir tuttavia è poco convinto, mentre l'opinione di Paul non viene resa esplicita (a meno che una tirata di pipa conti, s'intende).
    Una volta ispezionato a distanza il gruppetto in arrivo, io e i miei alleati torniamo al sicuro nel nostro accampamento.
    ~
    Siccome sia durante il tragitto che (sopratutto) durante il discorso del Dreandoaspis non sono state usate passive né cs allo scopo di convincere io e i miei alleati della finzione, siamo in grado di notare alcune inconsistenze con la copertura di Erin e dei suoi alleati. Ciò comporta che l'opinione generale del mio gruppo (e sopratutto di Paul, leader e quello da convincere per prendere una decisione) passa da "forse è un inganno" a "sicuramente è un inganno".
    Sia Jason che gli alleati subiscono senza difendersi le offensive loro rivolte; in particolare io mi becco un "bellissimo" -4o% di energia. Gli alleati, non avendo riserve energetiche, non subiscono danni ma soffrono della lentezza aggiuntiva causata dalla tecnica Stupore di Yon; ciò contribuisce a una -errata- impressione sulle possibili intenzioni del gruppo di Erin.
    All'ordine di aprire le porte Jason, fingendosi un ufficiale, usa la sua Linguargentina (offensiva psionica media ad area di menzogna avanzata, danno basso mentale a zucca di confusione) per fare in modo che il loro inganno non venga scoperto dai nemici. Infatti invece di aprire i cancelli Jason lancia un coltello da lancio alla gamba del falso Dreandoaspis spendendo due cs in mira e occultando l'attacco con la Seconda arte della Gilda dei Ladri ~ Sorpresa (illusione mentale bassa, rende invisibile un singolo colpo). La passiva I Signori dei Ladri "potenzia" l'attacco, dunque servono almeno tre cs per vincere il confronto matematico.
    Pochi attimi dopo Joseph, usando il balestrino a ripetizione di Jason, scarica il caricatore sul falso mercante di spezie, senza cs o tecniche di supporto.
    Nel mentre Gareth, dall'alto della palizzata, inizia a tirare frecce in rapida successione contro chiunque dei due si difenda con successo dagli attacchi di Jason e Joseph. In caso i due ne escano entrambi illesi o entrambi feriti, Gareth prediligerà colpire il falso Dreandoaspis sperando che il leader dei nemici abbia scelto nella loro mascherata di essere
    Mentre i due compagni aprono il fuoco contro il gruppo di Erin, Jason fa ritirare le sentinelle e rientra nel "forte" sbarrando la porta dietro di lui, coprendo la ritirata con il lancio di due coltelli. L'assedio inizia!
    //
Note Φ
    Una difesa assoluta mentale, devo assolutamente prendermi una difesa assoluta mentale...
    ~
    1. Il ragionamento dietro alla mia mancata difesa è che spendere tot energia per difendermi da una tecnica che mi toglie esattamente tot energia risulta essere un semplice spreco di slot tecnica.
    2. Nel turno ho usato in maniera implicita la passiva Gli Standard per attaccare tramite i miei alleati.
    3. L'azione della passiva nemica "Donami parole di fiamma con cui estinguere la violenza nei cuori." ha avuto l'effetto di moderare la strategia offensiva del mio gruppo: senza l'uso di quella passiva Jason non sarebbe mai uscito dal forte (né avrebbe usato Linguargentina), le sentinelle sarebbero rientrate con una scusa, il coltello da lancio sarebbe stato mirato alla gola e Gareth avrebbe usato un'offensiva alta contro Erin e Volpe Bianca. Più Erin che Volpe Bianca a dire il vero.
    4. L'assenza della voce dell'Altro nella mente di Jason è dovuta all'assenza della tecnica Terza Regola ~ l'Attacco, la cui giustificazione in-gdr è proprio dovuta alla coscienza del Senzanome che suggerisce costantemente dove colpire per fare il maggior numero possibile di danni. Considerato che l'Altro è la giustificazione in-gdr per praticamente l'intero parco tecniche di Jason e che il suo intervento gli ha salvato la pelle più di una volta, è facile capire perché Jason sia così spaventato all'idea di perdere il suo supporto.
    4bis. Si, in molte altre giocate ho descritto come Jason sia molto spaventato dall'avere una voce assassina nella testa. Nessuno ha detto che il mio pg debba essere coerente nel suo stato d'animo, né che non abbia dei problemi.
    5. L'attacco fisico è contemporaneo alla parola "Se" della frase « Se vuole segui- »
    //

Tecniche utilizzate



Seconda arte della Gilda dei Ladri ~ Sorpresa
    Colpire rapidamente è una capacità, colpire e abbattere il nemico in un colpo è un'arte e il Senzanome il suo maestro.
    Colpire con un pugnale è facile, colpire bene con un pugnale appena più difficile: richiede saper quali sono i punti più molli e indifesi, quelli ove qualunque ferita fa un male cane o rende impossibile continuare a combattere. Per i ladri non importa la stazza, uno scricciolo di ragazzino può far fuori senza problemi un guerriero alto due metri se colpisce bene e in fretta. Ma colpire bene, in fretta e senza che nessuno se ne accorga è ben più difficile - impossibile, dicono alcuni. Falso, a meno che il Senzanome si limita ad un sol attacco: un attacco che il nemico non vedrà mai arrivare.
    Questa è la vera arte di un ladro, il colpire sotto al naso della vittima e non farsi scoprire.
    » Consumo basso, illusione mentale: il nemico non percepisce l'arrivo di un singolo attacco fisico o tecnica offensiva monocolpo di natura fisica ≈ Personale 9 «


Linguargentina
    Perché in fondo nessuno pretende che un mero ladruncolo parli fluentemente il Maegon (e grazie tante!), ma almeno saper tirare un paio di parole dopo l'altra è necessario, dai! Siamo ladri, noi, è un po' una questione di orgoglio professionale, diamine. Sai com'è: capire i bisogni della gente, cosa la fa andare avanti nella vita, cosa li fa inferocire, come convincere quella graziosa signorina laggiù a prendere un caffé insieme e magari uscire insieme...
    ... ah no?
    Ma sei sicuro? Perché sai, mi sembrava... uh? Aaaaah, è tua sorella! Meh, potevi dirlo prima.
    Oh, vabbé, sarà per la prossima volta. E no, non vado in giro ad 'arruffianare' la gente, che vai mai a pensare? Noi ladri siamo gente onesta, sai?! Professionisti assolutamente rispettabili, sissignore. Comunque, stavo dicendo...
    » Lingue conosciute: comune, dialetto dell'Akerat «
    » Consumo medio, mentale, ad area: danno basso alla mente di ogni bersaglio ≈ Personale 7 ( per ragioni di caratterizzazione questa abilità personale è scritta più volte in scheda ) «


} Basso ~ 5% { } Medio ~ 10% { } Alto ~ 20% { } Critico ~ 40% {
 
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view post Posted on 28/4/2015, 10:38

Competitore
·····

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«Il deserto è un amante crudele e chi lo conosce lo sa...
Un attimo prima ti seduce con lo sfolgorio delle sue vesti di sabbia, con il profumo del suo vento, con la dolcezza dei suoi limpidi cieli stellati e quello dopo ti tradisce. Mai fidarsi del deserto, mai … »


Tutto sembrava andare meravigliosamente bene. Certo non mi aspettavo di vedermi spalancare le porte al mio solo apparire ed era praticamente scontato che quei cialtroni raccolti chissà dove avrebbero voluto ficcare le loro sudice mani nell’opera d’arte prodotta dal mio falsario. Quasi lo immaginavo, il buon Ditadorate, digrignare e tormentarsi le mani mentre il capo caprone spezzava i sigilli che lui aveva con tanta cura contraffatto e spiegazzare la sua preziosa pergamena filigranata. Aveva trascorso metà del tragitto a spiegarmi come fosse fondamentale trovare il giusto tipo di pellame, l’esatta composizione della lega metallica che componeva la filigrana. Aveva preso persino a vaneggiare sulla scelta della ceralacca e sulla pressione da esercitare durante la scrittura perché il falso risultasse perfetto. «La grafia di una donna è diversa da quella di un uomo...» – aveva spiegato mentre la Volpe Bianca roteava gli occhi al cielo per la disperazione - «…le donne scrivono come se accarezzassero la pergamena con la punta della piuma. Noi uomini invece tendiamo ad avere una mano assai più pesante. Ho conosciuto alcuni zotici che letteralmente zappavano la pergamena rovinandola … Sai quanto costa questa dannata cartapecora?? »
Sorrisi mentre pensavo alla possibile reazione di Ditadorate, anche se probabilmente il colpo di calore subito gli aveva fornito altri problemi di cui occuparsi. L’uomo che appariva a capo delle sentinelle finì di leggere, mentre io lo incalzavo battendo il piede avvolto da pregiate pantofole di seta sulla sabbia dorata del deserto. Sentii il tipico fruscio schioccante della pergamena che si arrotolava su se stessa e osservai il guardiano alzare lo sguardo - «Vogliamo muoverci come ti ho già detto il mio cu… » – la frase rimase sospesa a mezz’aria. La bocca mi si riempì di una sostanza granulosa, che scricchiolava sotto i denti e che contemporaneamente mi costrinse a chiudere gli occhi.
Da qualche parte, qualcuno urlò - «AL RIPARO, AL RIPARO! TEMPESTA DI SABBIA! AL RIPARO!».
«Troppo tardi. » – pensai mentre il vento spingeva la sabbia in ogni orifizio del mio corpo e mi costringeva a tossire e lacrimare senza sosta. Nel ruggito di quella tipica manifestazione metereologica del deserto un qualche suono alieno mi fece drizzare i capelli. Era un alternarsi di sibili e schiocchi o meglio di schiocchi e sibili … Mi ci volle qualche istante per capire, una manciata di secondi che sarebbero stati troppi se il Deserto non ci avesse flagellati con il suo respiro e le sue sabbie salvandoci il proverbiale deretano.
«CI SPARANO ADDOSSO! STATE GIU’! » – sbraitai ottenendo come unico risultato quello di mangiare un’ulteriore boccata di ottima, finissima rena.
Rapida com’era arrivata, la tempesta passò. Intorno a noi un vero e proprio arsenale di frecce, quadrelli e persino due coltelli. Mi voltai verso il gigantesco mercenario nero - «Ci avrebbero ammazzati, questi figli di puttana! Ci avrebbero uccisi tutti se non fosse stato per la bufera» – gli urlai contro, come se servisse a cambiare le cose. Ero furente, me l’ero fatta fare sotto il naso senza accorgermi di nulla. In qualche modo avevano mangiato la foglia, ci avevano scoperto e avevano avuto persino il tempo di riorganizzarsi. Dinnanzi a me il cancello dell’accampamento era sbarrato. Qualunque possibilità di infiltrarci senza spargere sangue si era dileguata. O forse no …
«Voi! Li dentro! Si dico proprio a voi figli di puttana! Avete attaccato l’uomo sbagliato, avete osato alzare le armi contro un Dreandoaspis, avrò la vostra lurida pellaccia per questo! »
Volpe Bianca si avvicinò a me e afferrandomi la spalla mi sussurrò - « E’ finita amico mio, ci hanno scoperto … Non ha più senso …»
«Toglimi-quelle-mani-di-dosso! » –sbraitai nella perfetta imitazione di un accesso di nervi- «Niente è finito fin quando non lo decido io! Io sono la Voce di Lhissra'had Essien e avrò le loro teste! CHIARO?!»
Volpe Bianca dovette intendere qualcosa perché un attimo dopo iniziò ad urlare anche lui -« A me non me ne fotte un accidenti delle loro stramaledettissime teste… IO VOGLIO LE MIE SPEZIE! LE MIE FOTTUTISSIME SPEZIE!»
«E ALLORA PORTATI UNA SCORTA PIU’ GROSSA LA PROSSIMA VOLTA! » – gli urlai di rimando - «Conosci un modo per entrare qui dentro i con quattro gatti che ti porti dappresso?! No? E allora torniamo indietro e pagane il doppio per seguirti! IDIOTA!» – mi voltai facendo svolazzare la lunga tunica - «Si torna a casa!» – ordinai.
Mentre ci incamminavamo verso la carrozza Volpe Bianca mi lanciò uno sguardo sospettoso.
«Il significato di questa pagliacciata? Molto semplice, fargli credere che noi siamo solo un gruppo di idioti. Idioti talmente grossi da continuare a fingere anche quando il nostro piano è palesemente saltato. Tutto ciò allo scopo di ingannarli e fingere una ritirata.»
-«Fingere una ritirata? Non c’è modo di entrare li dentro senza combattere e noi non siamo pronti ad un combattimento. Non voglio diventare una specie di puntaspilli, no mio Lord, non voglio proprio.»
Sollevai la maschera e lui poté vedere quel mio sorriso -« Ma io non ho intenzione di combattere …» – afferrai la pietra che mi pendeva dal collo e la osservai mentre beveva la luce del sole - «Il deserto è pieno di miraggi, alcuni dei quali estremamente subdoli… Io ho intenzione di servirne uno ai nostri amici asserragliati lì dentro…» – conclusi salendo nella carrozza. Al suo interno nessuno mi avrebbe visto lanciare una delle mie famose illusioni. _______________________________________________________________________________________

Il piano B era semplice: scagliare sui nemici un’illusione e sfruttarla per arraffare quante più spezie possibile. Ai loro occhi l’accampamento e la zona ad esso immediatamente circostante sarebbe apparso deserto e tranquillo come se nessuno si fosse mai avvicinato. Avremmo potuto passargli sotto il naso e, salvo imprevisti, non si sarebbero accorti di nulla. Tutto ciò che le loro orecchie, i loro nasi e loro occhi avrebbero percepito era quello che la mia magia decideva di far loro annusare, vedere ed udire.
Era un rituale antico quello che stavo per effettuare, un’arte appresa nel mio breve ma intenso apprendistato presso i Mercanti di Sabbia delle Dodicimila Dune, accoliti del Bugiardo, servitori di Loec.
Un miraggio, lo chiamavano, in grado di ingannare tutti e cinque i sensi.
«Una volta scagliata l’illusione avremo tutto il tempo di trovare il modo di entrare, individuare il posto in cui sono custodite le spezie e trafugarle in sicurezza. Come stanno gli altri?»
Lo sguardo della Volpe Bianca sfavillò di eccitazione - «Ammaccati e disidratati ma si riprenderanno non appena comunicherò a tutti la tua idea milord!» – si affacciò oltre la tenda - «Tra quanto inizia lo spettacolo?»
«E già iniziato!»

_______________________________________________________________________________________

Ci volle qualche minuto per organizzarli e convincerli ad avvicinarsi ai cancelli senza timore ma alla fine ci riuscii. Eravamo tutti lì e per il momento nessuno di noi era stato bersagliato da frecce, quadrelli o pugnali.
«Piano B, signori miei. Grazie alle mie notevoli conoscenze ho creato un miraggio per i nostri nemici. Un’illusione, una perfetta, indistinguibile copia del loro accampamento. Peccato che quell’accampamento esiste solo nelle loro teste.. » – spiegai - « Qualunque cosa accada, qualsiasi cosa decidiate di fare loro non ci vedranno, non ci sentiranno, non ci fiuteranno. Tutti e cinque i loro sensi percepiranno nient’altro che l’illusione che io ho confezionato per loro. Ora il nostro nuovo compito è quello di introdurci nella guarnigione e cercare in ogni singolo, fetente, buco di questa porcilaia per trovare il bottino!» – indicai la carrozza che avevamo prudentemente avvicinato alle protezioni dell’accampamento - «Una volta trovata l’ilaç la lanceremo oltre la barricata. Vi ho fornito delle comode borse di cuoio in cui riporla, non possiamo portarci dietro le casse. Ditadorate e Raggiodiluna rimarranno qui ad occuparsi del trasporto. » – indicai i cammelli che ci osservavano con i loro ridicoli musi ruminanti. Gli animali erano rapidi, conoscevano la via per il nostro campo-base e non erano per niente interessata a farsi una fumata con le nostra spezia.
«Se è tutto chiaro, possiamo andare. Su, su in fretta! Quella barricata non si scavalcherà da sola!»- concluse Volpe Bianca. Dall’espressione sulla sua faccia il piano B gli piaceva assai più del precedente.

Una copia miserabile, una patetica imitazione dei vini metallici dei Lancaster.
Feci oscillare la fiaschetta dinnanzi i miei occhi e il composto venato di sfumature rossastre emise un suono liquido. Stappai la fiala con i denti sputando il tappo di sughero nella sabbia. Ingurgitai il farmaco, aveva un sapore disgustoso. L’effetto fu immediato: le estremità presero a formicolarmi leggermente mentre sentivo le mie pupille dilatarsi. Improvvisamente l’interno della mia testa fu come percorso da una sorta di brezza.
Iniziai a notare particolari prima di allora invisibili. La staccionata, ad esempio, era di legno vecchio, secco, scheggiato. Arrampicarsi a mani nude era un rischio: la corteccia poteva cedere, le mani si sarebbero di certo riempite di schegge. Nei larghi tronchi utilizzati erano però presenti delle screpolature, fessure abbastanza larghe per essere utilizzate come incavi in cui inserire i quadrelli – più larghi e resistenti delle comuni frecce – e tentare l’arrampicata. Lo feci notare ai miei alleati. Fortunatamente la cosa non mi riguardava direttamente … Io so volare. Mi sollevai dal suolo, abbastanza in alto da poter vedere l’accampamento da una prospettiva differente. Il farmaco di mia creazione acuiva le mie capacità intellettive rendendomi possibile creare una sorta di mappa mentale del luogo. Mi presi un minuto per analizzare il campo di battaglia e capire il posto in cui erano occultate le spezie. Quell’accozzaglia di poche miserabili baracche era una preda tutto sommato semplice da aggredire. Cercai di ricordare le poche informazioni fornite dal Lancaster che mi aveva fatto visita pochi giorni prima.
«Quel posto è un dannato magazzino a cielo aperto!» aveva detto e difatti qualche cassa di qualcosa era stata abbandonata qui e lì nel bel mezzo della guarnigione. No, non potevano essere quelle le casse con le spezie. Da buon conoscitore delle proprietà dei vegetali – quale mi ritengo- sapevo che lasciare al sole cocente qualsivoglia sostanza derivata da piante o arbusti avrebbe comportato la perdita di gran parte delle qualità. Se la famosa spezia dei Lancaster fosse stata conservata essiccata, infatti, il calore eccessivo l’avrebbe privata di quel poco di umidità che la rendeva utilizzabile. Se invece andava utilizzata fresca, il calore del giorno l’avrebbe resa arida nel giro di qualche ora. No, la spezia doveva trovarsi in un luogo riparato e preferibilmente dotato di un certo grado di umidità. C’erano pochi luoghi degni di assicurare quelle condizioni: le casupole che sorgevano vicino la roccia. La pietra riscaldandosi di giorno e raffreddandosi durante la notte produceva condensa, condensa che consentiva di mantenere l’umidità necessaria. Le pareti di roccia che circondavano il «magazzino», inoltre, proiettavano la loro ombra proteggendo, così, le baracche dal maglio del sole incandescente. Notai un ulteriore possibile indizio: alcune delle pareti rocciose erano state scavate a formare delle piccole guardiole in cui, supponendo di avere uomini a sufficienza, si potevano collocare sentinelle. In definitiva le casupole che sorgevano attaccate alle muraglie di pietra, gentilmente offerte da madre natura, erano la locazione più adatta e meglio difesa. Potevo sbagliarmi, certo, ma avevo ottime possibilità di aver azzeccato un paio di ottimi luoghi in cui nascondere la pregiata mercanzia. Avevo informazioni sufficienti ad agire, iniziai a planare verso il basso. Lanciai uno sguardo ai miei alleati. Erano appena giunti in cima alla barricata non gli rimaneva che scendere, fu sufficiente saltare, l’altezza era poca e la sabbia avrebbe comunque attutito l’urto risparmiando loro i danni. Se tutto fosse andato secondo i piani, i nostri nemici non si sarebbero mai accorti di nulla e in meno di mezz’ora la nostra missione sarebbe giunta a compimento.

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CS: 4 Intelligenza
Critico 40| Alto 20 | Medio 10 | Basso 5



Stato Fisico: 75%
Stato Psicologico: 70%(75%-5%)
Energia: 80% (110%-20-10% = 80%) .
Passive in Uso:

Affascinare ~ Si dice che gli Accoliti della Magia delle Ombre sappiano trascinare le folle, obbligare Re e Lord a seguirli e lasciarsi da loro consigliare. Quasi mai un Accolito delle Ombre è solo, c'è sempre qualcuno al suo fianco, pronto a scendere in battaglia e a combattere fino all'ultimo respiro per lui. Molti credono che sia vile magia oscura che spezza l'altrui volontà. Le realtà è ben diversa: tutti soccombiamo al fascino della Magia delle Ombre e una volta visti i miracoli che è in grado di produrre chiunque combatterebbe per proteggere chi ne conosce gli arcani [Amuleto Elfico ~ 5/6 usi]
«Sollevami oltre le nubi. Dammi ali con cui planare sul fango di questo mondo. »

Il segno più chiaro dell'approvazione divina è sempre stato uno ed uno solo: la capacità di volare. Gli esseri dotati di ali sono sempre in qualche modo collegati alla sfera divina, come tutto ciò che svetta verso l'alto. Anche il Creatore dona questa facoltà ai più cari tra i suoi seguaci, permettendo loro di volare, liberandosi delle catene che opprimono i comuni mortali.
[Volo, Eremita 5/6]

Riassunto Post: Erein e il suo alleato si difendono dagli attacchi fisici tramite l’uso del gettone bonus. Narrativamente parlando una tempesta di sabbia giunge provvidenzialmente, rendendo praticamente impossibile mirare o colpire la compagnia. Una volta che gli “assediati” si sono ritirati nell’accampamento, Erein ritorna alla carrozza e da li lancia sul campo base avversario la tecnica Illusione amplificata estesa a consumo alto. L’effetto dell’illusione è quello di modificare il campo di battaglia, replicandolo. La particolarità dell’illusione è quella di mostrare il normale scorrere di una giornata nell’ accampamento in situazione di normalità (ovviamente nel “evento” riprodotto non è prevista l’intrusione dei nemici). Fatto ciò Erein beve una copia ( una brutta copia) dei vini metallici acquisendo 4 CS in intelligenza e plana (tramite la passiva “volo”) sull’accampamento nemico. Erein sfrutta le aumentate capacità mentali per abbozzare un piano efficace, concludo con la discesa del mio pg e del suo alleato e la caccia alle spezie.
Note: 1) Ho usato come ispirazione per il gettone la pergamena del ladro (ex pergamena) Sfocatura. La descrizione dell’abilità consentiva con un medio di divenire immuni dagli attacchi fisici per due turni, io ho preferito concentrare in un unico turno l’effetto ma estenderlo ai miei alleati.
2) L’unico alleato in grado di partecipare al duello è Volpe Bianca, la restante parte della compagnia è presente a scopo puramente narrativo. L’intrusione, la ricerca e il tentativo di rubare le spezie sono, dunque, azioni intraprese solo da Erein (con 4 CS) e Volpe Bianca (0 CS)
Attive:

CITAZIONE
Twyll o Loec ~ Inganno di Loec


Loec è il signore della menzogna, degli inganni e dei miraggi. I Mercanti di Sabbia delle Dodicimila Dune sono uno dei culti al Baugiardo legati. Più che una casta sacerdotale i Mercanti di Sabbia sono una gilda di uomini d'affari senza scrupoli. Il loro obiettivo è accumulare profitto e potere, come non conta. I rituali che essi compiono in onore del loro patrono sono una sorta di gioco in cui il Daimon e i suoi accoliti si fronteggiano in giochi d'inganni e menzogne.
Il Labirinto dei Miraggi è uno dei rituali più amati dai Mercanti di Sabbia e uno dei più pericolosi. I partecipanti vengono costretti in un miraggio creato dal Daimon da cui dovranno evadere per conquistarsi l'agoniato tesoro e i favori del dio.
Nulla di tragico se la particolarità di questo gioco è che si svolge in pieno deserto, nelle ore più calde del giorno.
I Mercanti di Sabbia sono esperti nelle arti dell'illusione e dell'inganno. I Bazar di Sabbia in cui si riuniscono e onorano il loro patrono sono trabordanti di pergamene e tomi che insegnano come riprodurre i tranelli del Dio. Tutti possono consultare, pagando e ovviamente riuscendo a discernere quali informazioni siano vere e quali no.
[Pergamena Illusione Amplificata Estesa, Mentalista]
Tempesta di sabbia ~ Gettone Bonus

La tecnica ha natura magica. La tempesta di sabbia rende difficile al nemico colpire normalmente: tale effetto può essere interpretato come l’incapacità dell’attaccante di vedere chiaramente a causa del pulviscolo o dell’impossibilità di colpire il bersaglio a causa del forte vento che devia la traiettoria dei proiettili. È una tecnica di difesa, che impedisce al nemico di colpire caster e alleati con qualsiasi tipo di attacco fisico - siano essi i fendenti di una spada o le frecce di un arco. . La tecnica dura per un unico turno e conta come una difesa ad area.
Consumo di energia: Medio.


Inventario:
Spezia Rossa ~ Una variante di quella stessa spezia con cui i Lancaster sono soliti insaporire i loro vini. A dispetto dell'originale non provoca effetti collaterali degni di nota ma non è nemmeno lontanamente potente come la sua misteriosa cugina. [Corallo, 4 CS in Intelligenza]

Documenti falsi
Coltello ricurvo d'oro, Balestra (Sospiro di Vedova), Carrozza, Camelli.
Volpe Bianca ~ Alleato




 
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Il Senzanome
view post Posted on 3/5/2015, 22:28




Dal diario di Jason Bourict
4a luna, ultimo quarto
Mi sono accorto di avere un difetto di percezione: poiché ho una scarsa opinione personale delle droghe ricreative in generale, istintivamente considero queste droghe aventi un valore inferiore a quanto normale. Una volta invece scoperto come l'iliaç possa essere distillato in un qualcosa di più, esso ai miei occhi è divenuto concretamente prezioso. Non devo dimenticarmi il rischio nell'acquisire il mio materiale da ricerca.

Per fortuna le paure di Gareth sulla pericolosità dell'operazione sono infondate...
Gareth {
« All'interno!! » urlò a squarciagola Gareth, abbrancando alla meno peggio la faretra. « Tutti all'interno!!! »

La cinghia della faretra schioccò spinta dal vento, per poco non colpendolo in un occhio. Barcollando praticamente alla cieca la guardia trovò la botola che conduceva all'interno della torretta, vi buttò arco e faretra e scese frettolosamente la scala a pioli. Pochi secondi dopo un affannatissimo Cashir capitombolò di sotto, per fortuna non facendosi (troppo) male. Il ragazzo si accasciò a terra in modo scomposto, ansimando come il mantice di una forgia. Non che Gareth potesse dargli torto, povero ragazzo. « Dov'è Paul?! » gli gridò, cercando di sovrastare il frastuono della tempesta.
« N-non lo so! » balbettò il ragazzo. « E-era die... dietro di me, ma... »

Una mano si posò all'improvviso sulle sue spalle, facendolo saltare in aria come un gatto. La sua mano andò istintivamente al fodero della spada, pronto a sguainare l'arma, quando Gareth si rese conto che ad averlo spaventato era soltanto il vecchio Paul. ...con un secondo di ritardo il suo cervello si rese anche conto che il vecchio Paul aveva la pipa in bocca.

« Ma... ma... ma tu sei pazzo! » gridò. « Come diavolo fai a fumare in questo casino?! »
Il vecchio Paul inarcò un sopraciglio, parve pensarci un po'... e fece spallucce.
« .... »
Senza più parole, Gareth si allungò sulla scala a pioli e chiuse la botola.

Il rumore della tempesta divenne più sopportabile... sia pure di poco. La guardia mercantile si passò una mano sul viso, pulendosi grossolanamente dal quintale di sabbia che pareva appiccicatoglisi addosso, poi prese un bel respiro. Non era di una goccia più calmo dopo la sua respirazione, ma doveva pur mantenere le apparenze.

« Bene, uno di loro è un mago. » sentenziò, abbastanza ovviamente. Difficile credere che l'enorme, gigantesca tempesta di sabbia che aveva salvatofosse semplicemente un colpo di sfiga. « Immagino che siamo fottu- »

Qualcosa accadde.

~

« ....e questo cos'è? »

Né Cashir né il veccho Paul risposero, rendendo l'improvviso e repentino silenzio ancora più inquietante. Le orecchie di Gareth non avevano ancora smesso di ronzare. Con la sensazione che le cose avessero preso una piega per il peggio, incredibile o meno che fosse, l'uomo si avvicinò ad una delle fessure nel legno e guardò all'esterno.
Non l'avesse mai fatto.

« Va beeeeeene... » L'uomo inspirò a fondo. « Che ci crediate o no, la tempest
a è svanita nel nulla.
»
« Svanita? » « Svanita, scomparsa, evaporata. Puf! » Separò di botto le mani, sottolineando il concetto. « I tizi invece se ne stanno andando, pare. »

Cashr non rispose. Paul, come al solito, era loquace come un morto.
E Gareth ne aveva abbastanza.

Avanzando a passi decisi, l'uomo strappò la pipa di mano a Paul, si assicurò che le braci fossero accese, ficcò il beccuccio in bocca e diede una grande, profonda aspirata.
« Scusa » farfugliò a bocca piena « ma dopo tutto il 'niente' che succede da queste parti, anche io ho bisogno di un po' di fumo. »

~

Jason {
Uno degli occhi marroni di Joseph fece capolino dall'intreccio di braccia con cui l'uomo aveva nascosto la testa. « ...è passata? » domandò.
« Così pare. » Jason Bourict si rialzò lentamente, grondando sabbia ad ogni movimento. « Diamine, non sapevo che il See avesse tempeste così. »
« Ma non è così! » squittì una delle guardie. L'uomo si fece immediatamente piccolo piccolo quando sia Jason che Joseph lo guardarono con curiosità. « Si, insomma, non è così che funziona il deserto. O non c'è nulla o c'è lo Shar-Allàh, e quello dura per giorni. Settimane, persino! »

Jason e Joseph si scambiarono un'occhiata, poi...

«Ci avrebbero ammazzati, questi figli di puttana! Ci avrebbero uccisi tutti se non fosse stato per la bufera» sbraitò Maschera d'Oro, facendoli sobbalzare tutti.

I due si accostarono nuovamente allo spioncino, sbirciando all'esterno con armi spianate e assistendo al dialogo fra il Dreandoaspis e il mercante senza mai replicare. I quattro rimasero tesi e immobili, aspettandosi di essere attaccati da un momento all'altro. Solo quando la carovana avversaria... forse... se ne fu andata, solo allora si rilassarono.
Più o meno.

« Tu ci credi a quello che hanno detto? » sussurrò Joseph.
« Cioé cosa? Che verranno a prendersi le nostre teste? »
« Siamo morti. » commentò apaticamente la solita guardia, il cui nome assolutamente sfuggiva a Jason. « Abbiamo tirato agli emissari di Lhissra'had Essien. »
« Non sono emissari di Lhissra. » ribatté con forza Jason guardandolo negli occhi. « Credi che quella tempesta fosse naturale, o non hai sentito le storie sui Dreandoaspis? Credi veramente che saremmo vivi a questo punto se avessimo fatto infuriare un vero Dreandoaspis? O che uno degli emissari di Lhissra'had Essien vorrebbe tornare indietro senza niente da dimostrare per il proprio fallimento, come quello? » Sbuffò, infondendo tutta la derisione possibile in quel verso. « Ti prego. »
Senza aggiungere altro Jason voltò lo sguardo verso le torri di guardia, dando le spalle alla guardia: come se ritenesse stupido il proseguire oltre. Ma mentre gesticolava verso le torrette segnalando la fine dell'emergenza, l'amico incrociò lo sguardo con lui - e Jason capì.

Neppure Joseph era assolutamente certo di quello che aveva detto.

« D'accordo » commentò, serrando lo spioncino. Joseph lo guardò cupamente. Un muto messaggio passò fra i loro occhi: non potevano permettersi di mostrare esitazione. « D'accordo, non sono gli emissari di Lhissra'had Essien. Ma allora che diavolo stanno facendo? »
« No. » disse Jason, ed esitò.

Non sapeva come faceva a dirlo. Non era la sensazione dell'Altro che bisbigliava nelle sue orecchie, più come una sensazione di... dejà-vù. Jason Bourict si è già trovato in situazioni simili, diceva, senza tuttavia specificare nulla più. Dannatamente irritante, se non fosse per il fatto che era la prima "sensazione" concreta da quando quel casino era iniziato.
Cazzo, si era abituato ad avere qualcuno che gli diceva cosa stesse succedendo.

« No, non credo che questa sia l'ultima volta che li vedremo. » ripeté, questa volta con più sicurezza. « Il mercante era troppo determinato ad avere quelle spezie. Ritorneranno, ma non dalla strada principa- »

Non fece in tempo a finire la frase tuttavia che la terra tremò sotto i suoi piedi, scaraventandolo a terra. Jason fece appena in tempo a coprirsi goffamente la testa prima di sbattere violentemente contro il suolo, evitando per un pelo di rompersi il naso. Un profondo rombo riempì le sue orecchie, dissimile dal frastuono incessante della tempesta. Jason batté le palpebre, cercando di ignorare la botta presa, e si guardò attorno. Joseph era a pochi metri da lui, gattoni come un cane e con gli occhi fuori dalle orbite.

« È uno scherzo?! » esclamò Joseph cercando (inutilmente) di levarsi in piedi. « Adesso anche il fottuto terremoto ci si mette? Cos'è, il Dreidocoso ha deciso che tirarci contro una fottuta tempesta di sabbia non era abbastanza e ora vuole tirare giù la montagna?! »
« Veramente questo è normale! » Questa volta la guardia ribatté alle occhiate incredule dei due con uno sbuffo derisorio. « Come credi che si sia fatta la crepa in cui siamo, bacetti ai pupi? »
« Qualunque cosa succeda » disse Jason piantando la spada in terra « io incolpo te e Gareth. »
Joseph sgranò gli occhi. « E perché, scusa? È il Dendrocoso lo stregone, mica io! »
« Perché voi due avete gufato, ecco perché! » Sfruttando la spada come appoggio, Jason si alzò lentamente sulle sue gambe. « Il primo giorno, ricordi? 'Come minimo ci sarà un terremoto', hai detto, ed eccoci qua. » Con una smorfia tese la mano verso Joseph e lo tirò in piedi a forza, cercando di evitare di cadere nuovamente sul sedere.
« No ma che davvero? » esclamò la guardia dietro di lui, che nel frattempo s'era rimessa da sola sulle sue gambe. « Che figlio di una donnina allegra! »
Joseph gli sferrò la peggiore occhiata assassina che fosse in grado di ricordare. « Mica ho detto che il cielo ci sarebbe crollato addosso. »

In quel momento un macigno largo come il torso di un uomo cadde una decina di metri più in là, facendoli sobbalzare tutti quanti.

« Zitto, idiota! » strillò la guardia. « Cazzo, ma questo è uno iettatore coi fiocchi! »
Joseph aprì la bocca per replicare, i capelli ritti come un porcospino. « Possiamo discuterne dopo. » tagliò corto Jason. « Al magazzino. Forza! »
« Gareth!! » gridò Joseph a squarciagola. « Noi - difendiamo - magazzino - tu - palizzata!! »

Jason lo ignorò.
Lui corse.

Corse barcollando come il peggiore degli ubriachi, ma corse come un dannato. Il magazzino dove erano tenute le spezie era una baracca incastonata nella parete di roccia, all'ombra in fondo del canalone e in piena vista dalle postazioni di guardia nella roccia sopra di loro. Quasi sbatté di faccia sulla porta, poi l'aprì. All'interno le casse erano smosse, alcune messe a gambe all'aria dall'azione del terremoto, ma nulla che sembrasse fuori posto. Il terremoto era naturale o un diversivo?
Jason non sapeva più cosa pensare.

Gli altri arrivarono alla porta ed entrarono, reggendosi alle pareti per evitare di cadere. Lui si buttò contro la porta, chiudendola col peso del suo corpo, poi raccolse la sbarra da terra e la mise sui supporti al lato del battente.

« Una entrata sola, eh? » ansimò Joseph, intuendo la sua idea.
Jason annuì, senza fiato.

Una sola entrata. Un sol modo per arrivare a quelle casse. Attraverso di loro.
colore invisibile: BCB4A5
la compagnia mercenaria di
_______Yusuf Holbert _______
e la sua nuova recluta,
Jason Bourict
Status fisico
Lividi e lievi contusioni, nulla più
tot.: 95/100

Energia
45/100
Status emotivo
Molto poco calmo. Non avere più l'aiuto dell'Altro lo ha scosso parecchio.
???

Cs
0xmira, 2xriflessi, 0xdeterminazione
Status mentale
Nervoso. Parecchio nervoso.
tot.: 85/100

Consumi 3xnullo; 1xbasso; 1xmedio, -40%
Passive Φ
    Arti del Cacciatore
    Rego III Regola: L'attacco Φ tech fisiche proprie x2, tech mentali nemiche x2, 0/4
    Terremoto Φ le casse sono difese da attacchi fisici, 1/2
    Regole della Gilda dei Ladri
    Rego III ~ Muoversi Φ Cadere senza danni x6; Scalare pareti e soffitti x6; contorsionismo avanzato x6
    Rego IV ~ Manualità Φ destrezza, acrobatismo e possibilità di colpire il nemico da punti inusuali x5
    I Signori dei Ladri Φ capacità di gestione del terreno avanzate; vince gli scontri fisici a parità di cs, x3
    Il Senzanome Φ difesa istintiva da attacchi inaspettati o in sovranumero, x6
    Rego Gli standard Φ capacità di usare alleati in combattimento, x4; gli alleati usano tecniche e oggetti del pg, x6; +1cs in determinazione ad alleati quando si lancia un power-up attivo, x5
    //
Φ Armi
Alla cintola Φ Spada
17/20 | Nascosti sotto le vesti Φ Pugnali da lancio
10/15 | Nascosto sotto la giacca Φ Balestrino a ripetizione
14/15 | In spalla Φ Arco
1/1 | (biglia accecante) Appeso alla cintola Φ Polveri demoniache
Altri membri della compagnia
« Joseph Stone, l'allegro ragazzo »
Spada lunga, coltello, cotta d'armi
Corpo: 100/100, Mente: 100/100, scosso, Cs: 1xdeterminazione Stato di evocazione disponibile ancora per: 0 turni

« Cashir il fesso - la guest star »
Spada, armatura e scudo Corpo: 90/100, Mente: 100/100, assai scosso, Cs: 0
« Yusuf Holbert, il Mercante »
Presente solo in spirito. E denaro, ovviamente.
Casse di spezie: 100/100
Stato di evocazione disponibile ancora per: 0 turni


« Bjarni Herjólfsson, detto Thor - sempre alle spalle »
I cui terremoti rimbrotti sempre saranno ricordati.
« Gerarth L., l'uomo dal passato misterioso »
Coppia di spade corte e lancia, cotta d'armi
Corpo: 100/100, Mente: 100/100, scosso, Cs: 0
Stato di evocazione disponibile ancora per: 0 turni


« il vecchio Paul - l'altra guest star »
Spada, armatura e scudo
Corpo: 100/100, Mente: 100/100, imperturbabile, Cs: 0
Φ Riassunto
    Gareth, Cashir e Paul, essendo abbastanza distanti dal centro dell'azione e non potendo vedere le azioni o le parole degli avversari, trovano la combo tempesta-barra-fine-tempesta abbastanza sconcertante.
    Joseph, Jason e le due guardie invece sentono, e iniziano a dubitare. Siccome però dire che forse hanno davvero sparato a degli emissari di Cuorenero non sarebbe gradito ai locali, Joseph e Jason fanno finta di niente e usano i timori sugli Occhi di Serpente per cercare di rassicurare le due guardie.
    Poi arriva il Terremoto.
    Uso le passive Manualità e Signori dei Ladri per avanzare più o meno senza problemi fino al magazzino (correttamente identificato da Erin) durante al terremoto. Una volta che gli altri tre sono arrivati, Jason serra la stanza col chiavistello.
    La palizzata non è difesa dal gruppo di Jason, dunque la Volpe può superare quell'ostacolo senza problemi.
    //
    Importante. Primo: come un cretino mi sono convinto che lo slot speciale fosse 'gratuito', ossia non avesse consumo - ho avvisato il mio avversario e rettificato in questo turno aggiungendo un danno medio alla mente. Secondo: nel primo turno ho acquisito quattro cs e speso due; logica volesse che nel secondo turno io avessi due cs, invece il contatore del secondo turno segnava zero - i due cs mancanti sono stati rimessi al loro posto in questo specchietto.
Note Φ
    Non avendo descrizioni delle tempistiche su cui Erin e Volpe arrivano nei pressi del magazzino, non mi azzardo a dire se i due sono o meno dentro quando Jason serra l'edificio.

    Per quanto riguarda la ragione per cui in questo turno non ho usato il secondo slot tecnica: molto semplicemente, non ho trovato nessuna ragione coerente perché Jason volesse usare una seconda tecnica. Si, il mio pg sospetta che il nemico attaccherà il magazzino (e si è preparato per questo), ma non ho auspex, non ho sesto senso, non ho modo per sapere che il nemico è già qui e cerca di rubare le spezie, né che c'è un'illusione in campo. Ha capacità tattiche avanzate relative alla gestione del campo di battaglia, ma non sa né può sapere che Erin sa volare e può rendere fattualmente invisibile lui e il resto del suo gruppo.
    L'unica cosa che potrebbe fare sarebbe usare un power-up. Dei tre power-up disponibili al mio pg, tuttavia, uno è monouso e già usato (il Corallo), l'altro è stato acquistato dopo il primo turno attivo del mio avversario e dunque non è utilizzabile in questa scena (Incapacitare, alias pergamena del guerriero Fortificazione Incisiva Minore) e il terzo è una tecnica personale che ha come malus quello di spingere il mio pg ad attaccare ogni essere vivente nelle vicinanze, amico o nemico non importa (Il gelo, ispirata alla vecchia Berserker del guerriero).
    Se il mio pg sospettasse dell'illusione allora avrei una carta da giocare: lanciare nella stanza una illusione di un turno con la tecnica personale Ingannare, interpretato come un fumogeno, allo scopo di privare della vista Erin e la Volpe nel loro turno e proattivamente rendere loro più difficile rubare le casse o attaccare il mio pg e i suoi alleati. Senza questo fattore? Non c'è proprio nulla che posso fare.
    Tra parentesi c'é mancato poco, perché se Mal avesse esplicitamente scritto di aver aperto le casse... //
Tecniche utilizzate
Terremoto
    Forse potrà sembrare strano, ma una fessura nella roccia profonda trenta metri è un'area sismica, il che significa che ogni tanto bisogna abituarsi a degli scossoni ogni tanto. La particolare zona dell'avamposto non è a rischio frane, ma è altamente sconsigliato muoversi frettolosamente o compiere gesti agitati durante le scosse. Inutile dirlo, trascinare pesanti casse cariche di merci durante un terremoto è impossibile tramite mere azioni fisiche...
    » Danno basso fisico e basso mentale: difesa a bersaglio singolo dagli attacchi fisici (bersaglio: le casse) per due turni ≈ Secondo slot speciale «
    » liberamente ispirata ad una pergamena della fu classe druido che permetteva di bloccare cariche di potenza media «
} Basso ~ 5% { } Medio ~ 10% { } Alto ~ 20% { } Critico ~ 40% {
 
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view post Posted on 5/5/2015, 18:49

Competitore
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[Dopo aver disseppellito un cadavere]

Frederick: Che lavoro schifoso!
Igor: Potrebbe esser peggio.
Frederick: E come?!
Igor: Potrebbe piovere!

[si scatena un temporale]

Frankenstein Junior, M. Brooks.







Eravamo dentro. Volpe Bianca atterrò flettendo le ginocchia ed attutendo così l’impatto con il terreno. Gli planai accanto poggiando lentamente i piedi a terra. A giudicare dai risultati, il mio piano aveva avuto successo. Non si erano accorti di essere circondati da un miraggio e se anche ne avessero avuto coscienza non possedevano le conoscenze necessarie per districarsi dalla trama di illusioni che avevo gettato loro addosso.
Si muovevano con una certa frenesia, dibattendosi nella mia rete come una trota appena pescata. Era uno spettacolo che stuzzicava il mio ego, ma il tempo per l’autocompiacimento sarebbe giunto solo dopo aver consegnato le spezie in mano ai Lancaster. Quello che avevo organizzato era un bello spettacolo ma a giudicare il successo doveva essere il pubblico pagante, vale a dire i committenti. Senza spezie tutti quegli sforzi non sarebbero serviti a niente. Senza perdere ulteriore tempo comunicai al mio alleato la strategia.
«Le casupole vicino alla roccia.» – spiegai - «Partiamo da li … Dividiamoci ed esploriamole tutte.» La faccia di Volpe Bianca era quella di chi sta per dire qualcosa di indisponente, di certo voleva mettere in chiaro chi tra i due era l’esperto in fatto di furti ma la sfortuna non gliene diede il tempo. Qualcosa iniziò a farci tremare fin dentro le ossa: un terremoto…
La scossa giunse così improvvisa da non permetterci di rimanere in piedi. Entrambi crollammo a terra mentre una sottile nube di polvere si sollevava intorno. Le bestemmie che proruppero dalla bocca del furfante gentiluomo si persero nel ruggito della terra che tremava.
«Lurida, laida, geniale puttana! » – mi trovai a pensare. -«Avevi pensato a tutto non è così? Del resto non si arriva tanto in alto senza conoscere certi infami trucchetti…»
Fu come essere folgorati, in un istante il quadro generale delle cose mi apparve nitido come un cielo di mezz’ estate. Lhissra'had Essien aveva trovato il forziere ideale per i suoi tesori, il deserto, dotandolo della sentinella più letale, implacabile ed efficiente di tutte: la natura. Il magazzino della famigerata droga dei Lancaster sorgeva in uno dei luoghi più impervi dell’intero continente. Un cumulo di fatiscenti baracche con a guardia un pugno di disgraziati corrosi dall’abuso di droghe non erano un problema per nessuno. Il vero pericolo era tutt’intorno… Leghe di sabbia riarsa, sole cocente, notti gelide, tempeste di sabbia, serpi delle sabbie, sciacalli, scorpioni e … terremoti. Il problema non era tanto entrare in quel dannato deserto era sopravvivere. -«Ma io, cara la mia Cuorenero, nell’arte della sopravvivenza sono un Maestro. »
Il terremoto non mi avrebbe mai permesso di reggermi in piedi senza crollare ad ogni minimo sussulto; muoversi in quelle condizione avrebbe richiesto tempo, tempo che non avevamo. Portare le spezie in quelle condizioni poi, sarebbe stato semplicemente impossibile. Ma che necessità c’è di camminare quando puoi volare? Volpe Bianca sarebbe rimasto indietro o avrebbe arrancato fino a raggiungermi, non c’era altra soluzione. Non potevamo rischiare di ritrovarci in due contro un intero accampamento e io non sapevo quanto ancora sarebbe durata la mia illusione. Levitai, non troppo in altro e mi presi qualche istante per decidere da dove iniziare. Da solo non potevo esplorare con la stessa rapidità tutte le casupole, un’ulteriore perdita di tempo che aggiungeva punti al nemico.
Poi lo vidi. Un uomo correva verso una delle baracche circondate dalla parete di roccia. Un comportamento decisamente inusuale durante un terremoto, una scelta al limite dell’autolesionismo. Non c’è niente di più fragile e mortale di una costruzione arrangiata durante un terremoto. Il legno delle impalcature si spezza, il soffitto crolla e in men che non si dica ci si ritrova sommersi dalle macerie con la testa spaccata da qualche calcinaccio o con un lungo spuntone di trave a spezzarti la spina dorsale. Quegli uomini potevano essere anche dei balordi, ma di certo non erano idioti e solo un idiota sarebbe corso in una trappola potenzialmente mortale. A meno che …
«Quello è il magazzino. Striscia, gattona, trova tu il modo, ma raggiungimi … »
ordinai al mio sottoposto mentre tentava di rialzarsi - «…e fai in fretta!»
Dovevamo riuscire ad entrare, non potevamo permetterci di rimanere fuori. Si, perché se quegli uomini si stavano dirigendo nel magazzino non avrebbero lasciato la porta aperta e in quelle condizioni scassinare anche un rudere come quello rappresentava uno sforzo proibitivo…
L’uomo era dentro e gli altri che gli arrancavano dietro stavano per raggiungerlo. Sarebbe bastato un nonnulla per entrare ma quando mi voltai a guardare vidi Volpe Bianca assai più indietro.
«Muoviti, dannazione, avanti!» - ma il ladro era provato dall’insolazione presa poco prima, dalla tempesta di sabbia, dalla scalata e dal terremoto. Il suo colorito virò al viola acceso ma non si arrese. Potevo entrare anche senza di lui ma mi sarei dovuto arrendere allo svantaggio numerico.
Se le cose fossero andate male mi sarebbe toccato combattere da solo contro molti e la prospettiva di soccombere per fare un piacere a quel tronfio Aedh Lancaster non mi stuzzicava affatto …
Nel frattempo, dimostrando una forza di volontà innegabile, Volpe Bianca avanzava. Digrignava i denti, affondava le unghia nel terreno pur di guadagnare qualche centimetro tra una caduta e un’altra.
Le pelle sudata gli faceva appiccicare i vestiti addosso, le numerose cadute gli avevano sbucciato le ginocchia ma non si arrendeva. Un suono sordo. E tutte le speranze di intrufolarci all’interno del magazzino si dissolsero come neve al sole. Il sapore della sconfitta si venò di una nota ancor più amara, visto e considerato che nell’esatto istante in cui gli avversari ci sbarrarono la porta in faccia il ladro gentiluomo era riuscito ad arrivare a destinazione.
«PORCA PUTTANA!» - sacramentò crollando sulla porta e riempiendola con una gragnola di pugni. In un gesto disperato si accasciò poggiando le spalle contro il legno inaridito e screpolato.
«Ho perso il tocco Mylord! Prima le mie carezze avevano fama di schiudere ogni genere di porta …» – scherzò in quel suo modo un po’ allusivo ma mai davvero volgare. Ma quell’ironia era una maschera per la frustrazione. Stanco, oltraggiato dalla malasorte e piegato in due dallo sforzo …mi mosse a compassione. Non si era risparmiato, non meritava il mio biasimo. La compassione, però, degradò rapidamente in rabbia. Non avevo percorso leghe e leghe di deserto, affrontato l’impervia natura bastarda dell’estremo sud del Dortan per poi arrendermi dinnanzi una porta sbarrata.
Il mio alleato sollevò lo sguardo - «Bè potrebbe andare peggio!»
Quella frase cancellò ogni traccia di buoni sentimenti. Va bene fallire ma prendermi in giro … Quello era troppo. «E COME RAZZA DI INUTILE IDIOTA?!»
Volpe Bianca allargò il suo ghigno irriverente sollevò gli occhi al cielo indicandolo con un gesto stanco della mano – «Potrebbe piovere!»
Quella era una cosa che dovevo imparare a controllare. Anni ed anni di studio per imparare a manipolare gli eventi atmosferici non avevano ancora cancellato la pessima tendenza a far sì che il mio umore si sincronizzasse inconsciamente con la magia che mi scorreva in corpo influenzando così il clima. Era un tratto distintivo, ogni volta che il mio umore si faceva nero anche il cielo iniziava ad oscurarsi. Quanto più tempestosi erano i miei sentimenti tanto più il tempo peggiorava. Quella volta, una volta tanto, un difetto che mi aveva fatto guadagnare la disapprovazione dei miei maestri mi tornò utile: mi fornì un’idea.
«Conosci la storia dei tre porcellini?»
Volpe Bianca mi guardò come se fossi impazzito. Sollevai le braccia e un lieve scirocco prese a soffiare.
«Suvvia è una favoletta nota… Tre piccoli porcellini scappano dal lupo e si rifugiano in una casetta di legno …» - il vento prese a crescere di intensità. Volpe Bianca dovette intendere qualcosa perché un - «Che diav..» - gli sfuggì dalle labbra.
«Si credevano al sicuro, con la loro bella porticina sbarrata. Ma il lupo prese a soffiare…» - quella che in principio era poco più di una brezza aveva già raggiunto forza sufficiente a far volare bordate di sabbia. « …e a soffiare … » - il vento era ormai bufera. Passando tra le ferite nella roccia la tempesta ululò e guaì proprio come un lupo. Ovunque l’aria era pervasa dal ruggito del vento e dallo strepitio delle assi che scricchiolavano e gemevano.
«Questo è il momento in cui ti conviene levarti di li … » - l’obbiettivo era incanalare abbastanza potere da scardinare la porta … o sventrare quella dannata baracca! Volpe Bianca ubbidì strisciando al mio fianco. Mentre il terremoto percuoteva la terra e il vento flagellava ogni cosa io mantenevo lo sguardo fisso sulla porta e mi preparavo alla seconda parte del mio piano: acciuffare almeno una di quelle dannate casse! Una volta aperto un passaggio sarebbe bastato concentrare un ondata attrattiva di energia telecinetica per far volare le preziose spezie tra le mie braccia.
«In quella storia il lupo non finisce male?» - mi punzecchiò il furfante.
Senza distogliere lo sguardo dall’obiettivo risposi - – «Si, ma questa volta non ci sarò nessun lieto fine per i porcellini! Avrò quelle spezie anche a costo di radere al suolo questa lurida porcilaia!»









____________________________________________________________________________________________________

CS:
Critico 40| Alto 20 | Medio 10 | Basso 5



Stato Fisico: 75%
Stato Psicologico: 70%(75%-5%)
Energia: 50% (80%-20-10% = 80%) .

Passive in Uso:
La Magia Sopravvive ~
Bisogna smentire la ridicola credenza secondo cui la magia può essere distrutta.
La magia non muore, non si distrugge, non può essere eliminata mai ! La magia sopravvive, si trasforma, si adatta e attende il momento giusto per manifestarsi in forme diverse. Non è un paradosso inspiegabile ma semplice e basilare sfruttamento dei residui di precedenti incantesimi e sortilegi ormai estinti o consumati. Il mago lascia che i residui dei suoi incantesimi sopravvivano, perdurino come un aura passiva che potenzia gli incantesimi che solitamente necessiterebbero di uno sforzo non proporzionato al risultato.
Incantesimi, maledizioni, sortilegi che coinvolgono ampie aree d’azione o numerosi soggetti possono risultare, infatti molto meno potenti della loro variante “ limitata”. Per ovviare a questo inconveniente lo stregone può colmare la differenza tra sforzo e risultato aggiungendo la magia residua che lo circonda a quest’ultimo, compensando in questo modo il difetto per così dire congenito di queste tipologie di incantesimi.
[ Passiva personale che parifica consumi e danni per le tecniche offensive ad area (4/6 usi) 2/25]
Affascinare ~ Si dice che gli Accoliti della Magia delle Ombre sappiano trascinare le folle, obbligare Re e Lord a seguirli e lasciarsi da loro consigliare. Quasi mai un Accolito delle Ombre è solo, c'è sempre qualcuno al suo fianco, pronto a scendere in battaglia e a combattere fino all'ultimo respiro per lui. Molti credono che sia vile magia oscura che spezza l'altrui volontà. Le realtà è ben diversa: tutti soccombiamo al fascino della Magia delle Ombre e una volta visti i miracoli che è in grado di produrre chiunque combatterebbe per proteggere chi ne conosce gli arcani [Amuleto Elfico ~ 4/6 usi]
«Sollevami oltre le nubi. Dammi ali con cui planare sul fango di questo mondo. »

Il segno più chiaro dell'approvazione divina è sempre stato uno ed uno solo: la capacità di volare. Gli esseri dotati di ali sono sempre in qualche modo collegati alla sfera divina, come tutto ciò che svetta verso l'alto. Anche il Creatore dona questa facoltà ai più cari tra i suoi seguaci, permettendo loro di volare, liberandosi delle catene che opprimono i comuni mortali.
[Volo, Eremita 4/6]

Riassunto Post: Cercherò di essere conciso e chiaro. Il post riprende da dove mi ero fermato, vale a dire dal tentativo di Erein e del suo alleato di intrufolarsi nell’accampamento. La catena di eventi generata dal terremoto mi impedisce di sfruttare gli attacchi fisici per completare l’azione iniziata, quindi cambio strategia. Erein e Volpe Bianca sono fuori ( ho deciso di interpretare la difesa del mio avversario come un’incapacità di raggiungere l’obiettivo) decide così di passare ad un approccio meno sofisticato. Evoca una tempesta ( Variabile di controllo del clima ad area + apposita passiva che parifica consumi e danni ) con lo scopo di scardinare la porta o comunque di aprire una via d’ingresso “alternativa” ( scoperchiando il tetto, ad esempio) per poi utilizzare un’ondata attrattiva di energia telecinetica ( personale media, a bersaglio) per muovere verso di se le casse di ilac. Non potendo prevedere il successo della prima tecnica ( la manipolazione del clima) ho voluto descrivere l’uso della seconda come accumulo di energia/concentrazione necessaria a castarla; ho comunque segnato i consumi di entrambe.
Attive:

CITAZIONE
Twyll o Loec ~ Inganno di Loec


Loec è il signore della menzogna, degli inganni e dei miraggi. I Mercanti di Sabbia delle Dodicimila Dune sono uno dei culti al Baugiardo legati. Più che una casta sacerdotale i Mercanti di Sabbia sono una gilda di uomini d'affari senza scrupoli. Il loro obiettivo è accumulare profitto e potere, come non conta. I rituali che essi compiono in onore del loro patrono sono una sorta di gioco in cui il Daimon e i suoi accoliti si fronteggiano in giochi d'inganni e menzogne.
Il Labirinto dei Miraggi è uno dei rituali più amati dai Mercanti di Sabbia e uno dei più pericolosi. I partecipanti vengono costretti in un miraggio creato dal Daimon da cui dovranno evadere per conquistarsi l'agoniato tesoro e i favori del dio.
Nulla di tragico se la particolarità di questo gioco è che si svolge in pieno deserto, nelle ore più calde del giorno.
I Mercanti di Sabbia sono esperti nelle arti dell'illusione e dell'inganno. I Bazar di Sabbia in cui si riuniscono e onorano il loro patrono sono trabordanti di pergamene e tomi che insegnano come riprodurre i tranelli del Dio. Tutti possono consultare, pagando e ovviamente riuscendo a discernere quali informazioni siano vere e quali no.
[Pergamena Illusione Amplificata Estesa, Mentalista ( ancora attiva) ]


Meistr o y nef ~ Dominatore dei Cieli


T’al è il Signore del tempo atmosferico e di tutti i cataclismi a questo legati. I suoi sacerdoti lo invocano dunque per tutto ciò che in questa sfera rientra. Narrano le leggende che un tempo vi era un ordine tra i Primogeniti che si occupava della cura dei campi. Erravano per tutta Theras invocando la pioggia quando la terra era arida per la siccità, scacciandola quando l’acqua sovrabbondante faceva marcire i semi e mitigando il caldo estivo o i rigori invernali.
Venne un giorno che un folle Lord volle che questi pii servitori del Creatore lavorassero solo per lui. Nella sua arrogante pazzia decise che solo i suoi raccolti fossero degni d’essere raccolti. Imprigionò i sacerdoti e impose loro che fustigare i campi vicini con ogni sorta di flagello proveniente dal cielo, di modo che potesse dominare il mercato dei frutti della terra e mettere in ginocchio alleati, avversari e vicini. I pii sacerdoti si rifiutarono affermando che le grazie del Creatore non appartengono ad un solo mortale ma a tutti i suoi figli e che la mano dei suoi cataclismi si muove solo sull’onda della sua giusta collera e non per soddisfare le brame di potere di un uomo.
Quello per ripicca iniziò ad ucciderli uno per uno, notte dopo notte finchè non ne rimasero che due. Sdegnati per il massacro dei confratelli invocarono a gran voce l’ira del loro Patrono che rapido li accontentò scatenando sul folle Lord tutta una serie di cataclismi.
Per ogni sacerdote ucciso venne una disgrazia dal cielo: prima il caldo bruciò la terra, poi venne il gelo che la flagellò con grandini e nevicate, giunse la pioggia e la furia dei fulmini ed infine a mietere le ultime vittime arrivò il vento. Quando la furia dei cieli cessò del Lord e del suo potentato nulla era rimasto, se non il monito.
Da quel giorno l’ordine dei pii sacerdoti scomparve, essi si diedero il nome di Dominatori dei Cieli perché tale fu’ il nuovo compito dal Creatore assegnatoli: mostrare che alla pietà oltraggiata segue la collera.

[21/25Dominio dei Cieli: La tecnica ha natura magica. Il caster, dopo aver compiuto un qualche gesto evocativo, potrà variare il clima a proprio piacimento. Sarà possibile trasformare una giornata serena in un diluvio, una bufera, una rigida gelata o anche il contrario. Mai però potrà cambiare la notte in giorno e viceversa. Se utilizzata in un duello, egli potrà anche causare un violento temporale e generare fulmini e lampi tanto violenti da causare un danno a tutti gli avversari inferiore di un livello al consumo speso. Effetti scenici che non causano danno alcuno, invece, saranno ottenibili con un semplice dispendio di energie pari a Nullo. La tecnica dura il singolo turno di attivazione e può essere utilizzata solo ad area. Danneggia il fisico. Consumo utilizzato: Alto ad area]
Mens agitat molem

Un vecchio adagio afferma che la mente è in grado di smuovere le montagne. Mai affermazione si rivela più vera in relazione ad un esperto di Magia delle Ombre. Un adepto di questi misteri usa la forza della sua volontà per muovere ciò che lo circonda, usandolo di volta in volta per offendere o difendersi. Esseri viventi e cose inanimate soccombono alla volontà dello Stregone subendo la forza repulsiva o attrattiva sprigionata dalla sua mente.

[Personale 1/25 Il mago lancia una scarica di potere telecinetico che ha come bersaglio un nemico o un oggetto, con lo scopo di infliggere danni o difendersi. La tecnica ha natura Magica e provoca danni al fisico. Il mago scaglia una scarica telecinetica verso un oggetto o verso il proprio avversario, allo scopo di scagliarli o di attirarli verso di sé. La tecnica infligge danni da impatto o da contatto con l'oggetto scagliato. A seconda delle situazione è possibile utilizzare questa tecnica anche con una valenza offensiva o difensiva. Consumo di energia: Medio. Danneggia il fisico.]

Inventario:
Spezia Rossa ~ Una variante di quella stessa spezia con cui i Lancaster sono soliti insaporire i loro vini. A dispetto dell'originale non provoca effetti collaterali degni di nota ma non è nemmeno lontanamente potente come la sua misteriosa cugina. [Corallo, 4 CS in Intelligenza]

Documenti falsi
Coltello ricurvo d'oro, Balestra (Sospiro di Vedova), Carrozza, Camelli.
Volpe Bianca ~ Alleato




 
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Il Senzanome
view post Posted on 10/5/2015, 20:13





Dal diario di Jason Bourict
4a luna, ultimo quarto

Ho paura che la mia ricerca subirà un ritardo. Anche se ritengo di aver individuato correttamente il principio attivo dell'iliaç, ci sono alcuni 'dettagli' del funzionamento dei vini di ferro che non possono essere spiegati con un semplice cocktail di neurotrasmettitori. Non è improbabile che vi sia una componente alchemica o magica ai famigerati intrugli dei Lancaster, ma non credo che la cosa si rivelerà essere un grande ostacolo: Raymond Lancaster dopotutto non era né un mago né un alchimista, eppure è riuscito a rifornire le proprie scorte di vini senza alcun problema. È assai probabile che la ricetta sia molto più semplice di quanto ci si possa aspettare, e che un ingrediente raro come l'iliaç sia in effetti la loro unica particolarità.

L'unico problerma è la scarsità di maghi fra queste dune di sabbia...


Cashir {


Cashir era terrorizzato.
Prima gli stranieri ordinavano di aprire il fuoco sul Dreandoaspis e la sua scorta. Cashir stava già raccomandando la sua anima alla carità di Rhelia, quando la tempesta di sabbia li aveva colpiti. Erano corsi al riparo, scapicollandosi sulle scale, e la tempesta era scomparsa veloce com'era arrivata. Cashir era sicuro che quella fosse la vendetta del Dreandoaspis, che la loro fine fosse vicina... e poi se ne era andato.
In compenso era arrivato il terremoto.
Erano usciti allo scoperto. Ogni tanto capitava una scossa, lì ogni edificio poteva resistere ai terremoti... ma nessuno se la sentiva di rischiare che fosse qualcosa di più di uno dei soliti tremori. Rimanere su due gambe era un problema, ma almeno sembrava che nulla dovesse cadere sulle loro teste.
E poi venne il tornado.

Cashir non aveva mai visto un tornado. Ne aveva sentito parlare, però. Racconti di immense trombe d'aria che sollevano case e le lanciano in cielo come il più forte dei giganti, di città segate in due dal solco profondo di una potenza della natura, di sentieri fatti di macerie e campi crivellati di travi e altri detriti. Visto da vicino un tornado sembrava più una tempesta schiacciata al suolo, con raffiche di vento che colpivano come colpi di frusta e facevano saltare in aria cose invece di trascinarle via con sé.
O che strappavano via cose e le sbattevano contro di loro.

« A terra! » gridò lo straniero, lanciandosi di lato quando vide una grossa porzione del muro frontale del magazzino staccarsi dal resto e venire contro di loro ad allarmante velocità. Cashir urlò come un ossesso e lo imitò a gambe levate, schivando l'enorme proiettile. Quello che non schivò fu la sua scia, che lo prese e lo sbatté contro la palizzata con tanta forza da fargli scricchiolare le costole. Gridò, di dolore questa volta, e gridò ancora quando una pioggia di schegge di legno si conficcò nelle sue braccia.
E ancora, quando un paio di mani lo afferrò, tirandolo in piedi per poi...

« Smettila di agitarti, ragazzo! » gridò Gareth. « Sono io. »
« Aaaaaaaaaaaaaaa- eh? »
« Non so voi » disse il vecchio Paul, pipa miracolosamente ancora in mano « ma questo vecchio ha avuto abbastanza divertimento per oggi. Se la finissimo qui? »
« Sarei lieto di farlo, se sapessi come. » replicò Gareth caustico. « Perché sai, io non vedo un nemico da abbattere. Suggerimenti? »

Il vecchio Paul sbuffò sarcastico e puntò il dito in lontananza.
Gareth si girò a guardare.

« Ma cosa... » Gareth batté e palpebre, poi i suoi occhi si allargarono alle dimensioni di due piatti da portata. « Quello è Jason? E vola?! »
Ed effettivamente lì, nel mezzo della tempesta, volando dentro e fuori da una densa nube di fumo nero che continuava a crescere e infuriare, c'era proprio il provetto lanciatore di coltelli.
« Ecco il tuo indizio. » commentò il vecchio Paul, amabile come sempre.
Cashir si girò e tirò un pugno contro la spalla di Gareth.

« Voi siete pazzi! » esclamò. « Completamente pazzi! »

~

Jason {


L'improvviso, repentino scricchiolare delle travi fu il primo segno che c'era qualcosa che non andava.
Il fatto che un istante dopo mezzo muro venne giù fu il secondo.
La folata di vento in puro stile tornado che spazzò via tutti e quattro sbattendoli al muro come stracci gli suggerì invece che c'era parecchio che non andava.

Sbatté contro la parete opposta e scivolò al suolo, boccheggiando per il dolore. Joseph invece imprecò con profusione. Jason lo cercò con gli occhi, cercando di muoversi meno possibile, e lo vide accucciato fra due casse mentre gattonava al riparo. « Ma che succede?! » gridò.
« Dannato iettatore! » ululò la guardia, nascosta alla sua vista. « Cos'è, hai invocato anche una tromba d'aria?! »
« Smettila di dare la colpa a me! » replicò Joseph, imbufalito.
Dannazione, smettetela entrambi! pensò Jason, ancora senza fiato. Deglutì, ficcò un po' d'aria nei polmoni, provò a parlare... e rinunciò immediatamente ad abbaiare contro quei due: troppo doloroso. Meglio passare al prossimo punto della lista:
capire cosa diamine stava succedendo.

La sua schiena era a pezzi e sicuramente il giorno dopo Jason avrebbe potuto esibire una spettacolare collezione di verdi, marroni e viola a colorare la sua pelle. L'impatto lo aveva stordito, ma non aveva battuto la testa e in pochi secondi avrebbe potuto rimettersi in piedi - rimanerci, purtroppo, era un'altra faccenda. Il muro era andato. Un grosso buco ovoidale dai bordi laceri aveva sostituito quella che un tempo era la parete esterna del magazzino, una parete esterna discretamente solida prima di quel momento. Fuori quella che prima era una tranquilla giornata di sole si era trasformata in una specie di tifone tropicale, con pesanti nubi ad offuscare la luce del sole e un vortice di detriti che spazzava ogni cosa in cortile.
E le casse di spezie stavano... volando via?

Jason Bourict sgranò gli occhi. Magia! Aveva visto giusto nel supporre che il Dreandoaspis non si sarebbe arreso così facilmente, ma non gli era venuto in mente che
Non hai la chiave per la porta? Butta giù il muro.
E tutti quelli che ci sono dentro.

« È lui! » gridò. O meglio, provò a gridare; sfortunatamente era un po' a corto di fiato. Jason tentò di nuovo. « È lui! » gridò di nuovo, mettendosi gattoni, e questa volta lo sentirono.
« Lui chi? » domandò Joseph.
« Maschera d'Oro! » gridò in risposta Jason.

Si rialzò in piedi, tuffandosi su una delle casse - una cassa che, presa dalla invisibile mano magica del Dreandoaspis, stava per sollevarsi in volo e uscire dal buco nel muro. La cassa sbatté sulle altre sotto il suo peso, ma dopo un istante si rialzò di nuovo e cercò di scrollarsi di dosso Jason, che conficcò due coltelli nel legno del coperchio e si aggrappò forte. La cassa imperturbata iniziò a trascinarlo via, dritto verso il buco nella parete, poi si fermò ancora quando qualcosa si aggrappò alle sue caviglie con forza disperata.
Jason sorrise.

« Tu - sei - pazzo! » gridò Joseph dietro di lui.
« E - tu - mi - segui - a - ruota! » gli urlò Jason di rimando.

La cassa si stufò. Con un secco strattone li trascinò via con sé all'esterno, facendoli strisciare sulla sabbia per una decina di metri prima che Jason riuscisse a strisciare sopra al contenitore volante - non più penzolante per due incerti appigli ù, ma anche aderendo col petto al legno. La cassa si scrollò e beccheggiò violentemente sotto il vento furioso della tempesta, ma continuò imperterrita a volare.
Continuò a volare nella stessa, precisa, apparentemente vuota direzione.

« Ti piace giocare duro, cosiddetta 'Voce di Lhissra'had Essien'? » Lasciando momentaneamente uno dei suoi appigli improvvisati, Jason ficcò la mano nell'interno della sua giacca e ne estrasse un cilindro, che aprì coi denti e lanciò in aria. « Beh, anche a me! »

Il cilindro lasciò la sua mano e fu preso all'istante dai venti della tempesta, vomitando un lungo pennacchio di fumo nero. « Tieni - le - mani - sulla - cassa - imbecille! » Jason rise e accese un altro fumogeno, e poi un altro, e poi un altro ancora, senza mai mollare la presa.

Jason Bourict non sapeva come aveva fatto il Dreandoaspis ad entrare nell'avamposto senza che se ne accorgessero. Jason Bourict non sapeva perché non riusciva a vederlo anche se quella tempesta non impediva eccessivamente la visione. Quello che Jason Bourict sapeva, invece, era che il falso Dreandoaspis voleva portare a casa le casse di spezie... e per trasportare dozzine di casse era necessario, come minimo, riuscire a vedere al di là del suo naso.
Cosa che Jason aveva ora intenzione di impedirgli.

« E ora come le porti via le altre casse

'Voce di Lhissra'had Essien'?! »

colore invisibile: BCB4A5

la compagnia mercenaria di
_______Yusuf Holbert _______
e la sua nuova recluta,


Jason Bourict
Status fisico
Lividi, traumi alla schiena
tot.: 75/100

Energia
35/100
Status emotivo
In sintesi? Pazzo.
???

Cs
0xmira, 2xriflessi, 0xdeterminazione
Status mentale
Nervoso. Parecchio nervoso.
tot.: 85/100

Consumi
3xnullo; 3xbasso; 1xmedio, -40%


Passive Φ
    Arti del Cacciatore
    Rego III Regola: L'attacco Φ tech fisiche proprie x2, tech mentali nemiche x2, 0/4
    Terremoto Φ le casse sono difese da attacchi fisici, 1/2
    Regole della Gilda dei Ladri
    Rego III ~ Muoversi Φ Cadere senza danni x6; Scalare pareti e soffitti x6; contorsionismo avanzato x5
    Rego IV ~ Manualità Φ destrezza, acrobatismo e possibilità di colpire il nemico da punti inusuali x4
    I Signori dei Ladri Φ capacità di gestione del terreno avanzate; vince gli scontri fisici a parità di cs, x2
    Il Senzanome Φ difesa istintiva da attacchi inaspettati o in sovranumero, x6
    Rego Gli standard Φ capacità di usare alleati in combattimento, x4; gli alleati usano tecniche e oggetti del pg, x6; +1cs in determinazione ad alleati quando si lancia un power-up attivo, x5
    //
Φ Armi
Alla cintola Φ Spada
17/20 | Nascosti sotto le vesti Φ Pugnali da lancio
10/15 | Nascosto sotto la giacca Φ Balestrino a ripetizione
14/15 | In spalla Φ Arco
1/1 | (biglia accecante) Appeso alla cintola Φ Polveri demoniache



Altri membri della compagnia

« Joseph Stone, l'allegro ragazzo »
Spada lunga, coltello, cotta d'armi
Corpo: 80/100, Mente: 100/100, scosso, Cs: 0
Stato di evocazione disponibile ancora per: 0 turni


« Cashir il fesso - la guest star »
Spada, armatura e scudo
Corpo: 80/100, Mente: 100/100, assai scosso, Cs: 0


« Yusuf Holbert, il Mercante »
Presente solo in spirito. E denaro, ovviamente.
Casse di spezie: 90/100
Stato di evocazione disponibile ancora per: 0 turni


« Bjarni Herjólfsson, detto Thor - sempre alle spalle »
I cui terremoti rimbrotti sempre saranno ricordati.


« Gerarth L., l'uomo dal passato misterioso »
Coppia di spade corte e lancia, cotta d'armi
Corpo: 80/100, Mente: 100/100, scosso, Cs: 0
Stato di evocazione disponibile ancora per: 0 turni


« il vecchio Paul - l'altra guest star »
Spada, armatura e scudo
Corpo: 80/100, Mente: 100/100, imperturbabile, Cs: 0


Φ Riassunto
    Jason e il suo gruppo sono ignari della presenza di un nemico, della sua posizione e delle sue capacità, nonché psicologicamente vessati dalla bellezza di tre catastrofi naturali succedutesi in pochi minuti: ovviamente il primo attacco ad area colpisce in pieno tutti, scatenando danni alti ai quattro. Le medesime ragioni permettono ad Erin di completare con successo il suo attacco telecinetico alla mia scorta di spezie.
    Una combinazione di un cs in riflessi, passive I Signori dei Ladri, IV ~ Manualità e III ~Muoversi e attiva Quarta Regola ~ La corsa permettono a Jason di aggrapparsi ad una delle casse in volo ed essere trascinato via con essa verso il (presumibile) luogo dove si trova Erin. Cosa ancora più importante, nel tragitto Jason lancia in aria diversi fumogeni (tecnica Ingannare) allo scopo di impedire o comunque ostacolare futuri furti.

Note Φ
    Anche se tecnicamente la tecnica di Erin non assume la forma di un tornado, nessuno dei miei è nello stato d'animo necessario a specificare simili sciocchezzuole.
    Nel Riassunto ho detto che Jason vuole "impedire o comunque ostacolare futuri furti": so benissimo che questo è l'ultimo turno attivo... ma Jason non lo sa.
    Tra parentesi, notavo come in questo duello siamo riusciti ad inserire almeno una catastrofe ambientale a turno di potenza crescente: prima un'insolazione ad area, poi una tempesta di sabbia, successivamente il terremoto e infine la tempesta!

    //

Tecniche utilizzate



Quarta Regola ~ La corsa
    Corri!
    Hai colpito la preda, ma il branco fugge! Devi inseguirlo, colpire rapidamente e inseguire ancora, così da portare a casa il massimo numero di prede. Piede veloce, piede veloce!
    Corri!
    Il Senzanome è in grado di prodursi in uno o più scatti dai due ai dieci metri dalla durata quasi istantanea, per avvicinarsi rapidamente al nemico o evitare colpi poco potenti. È possibile concatenare gli scatti per spostarsi, attaccare da una posizione imprevista e spostarsi ancora, ma si rimane vulnerabili nell'istante che si impiega per riacquistare l'equilibrio al termine di ogni spostamento.
    » Consumo basso, fisica: scatto rapido, come carica o schivata ≈ Personale 3 «

Ingannare
    Perchè giocare onesti quando si può giocare sporco?
    Molti ladri fanno uso di trucchetti: giochi di prestigio, illusioni ottiche, polverine dagli effetti più strani, oppure pura e semplice destrezza con le mani. Tutto ciò che può essere utile a lasciare che il fesso *coff* la preda di turno veda ciò che si vuole che veda, senta ciò che si vuole che senta, capisca ciò che si vuole che capisca. Di solito c'è molta poca sostanza dietro a questo genere di cose - ma se il tuo avversario ci casca...
    » Consumo basso, fisica: illusione ≈ Personale 8 «


} Basso ~ 5% { } Medio ~ 10% { } Alto ~ 20% { } Critico ~ 40% {
 
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view post Posted on 11/5/2015, 18:22

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Il magazzino dell’ilaç si sgretolava flagellato dal vento, i muri rinsecchiti dal troppo calore, screpolati, deboli, fragili si sbriciolavano. Le assi di legno cedevano schiantandosi in un’esplosione di schegge.
Gli uomini strillavano, proprio come i maialini della storia e Volpe Bianca guardava ammutolito e rannicchiato in un angolo il tremendo sortilegio scatenato dal suo signore. Erein di Deyrnas aveva mostrato un volto che fin’ora aveva tenuto nascosto: il volte dello stregone, un volto che sorrideva di autocompiacimento mentre la cassa della famigerata droga Lancaster sfrecciava controvento tra le braccia del suo nuovo proprietario. Il sorriso si smorzò in un attimo divenendo un ghigno infastidito quando vide ciò che la cassa di portava dietro …
«Questi straccioni non si arrendono mai ?!» – sibilò sbuffando. Mentre le nubi si diradavano, il vento calava e la sabbia tornava a posarsi sul terreno qualcos’altro sorgeva … Un fumo denso, nero che si levava dalla mano di una delle sentinelle senza nome aggrappate alla cassa.
«Fumo…»- affermò Erein mentre il suo sguardo si offuscava e la voce diveniva più roca a causa dell’irritante sostanza sparsa per aria - «…davvero non hanno niente di meglio? »
A Volpe Bianca quel fumo sembrava persino troppo. Lui era abituato a sgusciare dentro e fuori le private dimore dei suoi bersagli come pelle nuda su lenzuola di seta, lui non aveva bisogno di orientarsi nelle sale buie, nei magazzini oscuri e nelle cantine umide perché già conosceva il posto del delitto come se vi fosse cresciuto, lui non aveva bisogno di combattere. Quel giorno, in un'unica maledetta volta aveva dovuto, invece, affrontare nell’ordine: un’insolazione, una gragnola di frecce e coltelli, una tempesta di sabbia, una scalata su una palizzata piena di schegge, un terremoto, una seconda tempesta e poi … fumo!
Gli occhi gli lacrimavano, la gola gli pungeva ed era stanco ma la fine della giornata era ancora un momento lontano … Volpe Bianca sapeva per certo che da li a poco gli sarebbe toccato persino combattere e senza visibilità per giunta!
«Non lo sanno, questi, bifolchi… »- continuava il Lord - «…che nel Deserto il Sole è un monarca assoluto? E come si conviene ad un sovrano Egli non tollera di venir oscurato? »
Volpe Bianca non capiva un’accidenti delle farneticazioni dello stregone. Sole? Monarchi? Che il calore del giorno gli avesse cotto il cervello? Che razza di stupidaggini andava dicendo? E lui, che diavolo di bisogno aveva di imbarcarsi in quella folle missione? Non era meglio vagare nei boschi con la pancia vuota e lo spirito pieno della bellezza offerta dalla Natura? Cosa ci aveva guadagnato fino ad ora da quella pazza corse tra le dune? Mentre quelle domande gli si affastellavano nella testa infilandosi una dietro l’altra come grani in una collana da preghiera le parole del Re Stregone gli si fecero chiare.
Troppo forte, troppo intensamente splendeva il sole del deserto per lasciarsi oscurare. Come aveva potuto non capirlo prima? Persino le tempeste di sabbia sfolgoravano d’oro quando i raggi dell’astro mattutino colpivano i corpuscoli che svolazzavano sollevati dalla furia del vento. Trovarsi in una di quelle manifestazioni metereologiche peculiari era una pena tanto per la pelle quanto per gli occhi. La sabbia graffiava l’epidermide, si infilava negli occhi mentre barbagli di luce si aggrappavano ad ogni singolo granello abbacinando la vista. Se il sole era in grado di oltrepassare una cortina di sabbia era anche capace di annichilire una coltre di fumo.
La densa nube oscurante durò un attimo prima di dissolversi sotto i colpi di maglio dell’astro diurno. La cassa era frattanto giunta ai piedi del Lord che osservava i due uomini ad essa aggrappati come se fossero scarafaggi nel piatto da cui stava mangiando. Una mano era corsa tra le pieghe del mantello riponendo la maschera d’oro nuovamente sul volto. Evidentemente Erein di Deyrnas non aveva intenzione di farsi riconoscere. Si voltò verso di lui e con voce distorta dal metallo lucente gli ordinò -«Stacca questi due dalla mia merce … »- Volpe Bianca lo osservò per un lungo momento - «Senza offesa milord, avete le mani per farlo da voi.» – il terremoto non smetteva di scuotere la terra e alzarsi in piedi per poi ricadere era uno sforzo a cui il furfante non voleva sottoporsi; senza considerare che probabilmente i due guardiani avrebbero opposto resistenza.
«Io sono impegnato ! »- rimbrottò il lord- «…devo recuperare un’altra dozzina di casse prima che la giornata sia finita e premurarmi che questa feccia non mi infastidisca oltre! »
«E come pensate di farcela di grazia?» – chiese - « Con questo terremoto non possiamo trasportarle a mano e anche se volessimo farlo ci sarebbero comunque i guardiani ad ostacolarci il lavoro… »
Erein schioccò le dita e quello che Volpe Bianca vide per poco non lo uccise di spavento. Erano circondati.
Un manipolo di ombre armate di tutto punto. Grigie come il detto voleva gatti e puttane di notte. Iridescenti e pallidi soldati che facevano tremare le vene nei polsi. Quei volti inespressivi, quei corpi immateriali gli fecero sudare freddo. Il terremoto non sembrava avere effetto su di loro, semplicemente la loro immagine si distorceva un poco ad ogni scossa come la fiamma di una candela mossa da un vento troppo leggero per spegnerla.
«Che diavolo di stregoneria è questa!» – piagnucolò terrorizzato strisciando sul deretano e cercando di frapporre quanta più distanza possibile tra se e gli uomini-ombra.
«Anche tu con questa storia della stregoneria?» – sbuffò il signore di Deyrnas con un tono vagamente divertito - «Questa calunnia inizia a stancarmi! Non è stregoneria, piccola volpe ignorante! E’ magia delle ombre, loro sono il mio esercito!» – si schiarì la gola - «Su miei prodi! Facciamo vedere a questi calunniatori miscredenti di cosa siamo capaci!.» – gli uomini ombra risposero battendo le lance sul terreno - « Li dentro ci sono delle casse, da solo non posso prendere. Quindi toccherà a voi farlo per me … » – Erein di Deyrnas posò di nuovo lo sguardo su i due - « E se qualcuno di questi scarafaggi dovesse disturbarvi … Non esitate a schiacciarli!»










____________________________________________________________________________________________________

CS:
Critico 40| Alto 20 | Medio 10 | Basso 5



Stato Fisico: 75%
Stato Psicologico: 70%(75%-10%)
Energia: 20% (50%-20-10% = 20%) .

Passive in Uso:
La Magia Sopravvive ~
Bisogna smentire la ridicola credenza secondo cui la magia può essere distrutta.
La magia non muore, non si distrugge, non può essere eliminata mai ! La magia sopravvive, si trasforma, si adatta e attende il momento giusto per manifestarsi in forme diverse. Non è un paradosso inspiegabile ma semplice e basilare sfruttamento dei residui di precedenti incantesimi e sortilegi ormai estinti o consumati. Il mago lascia che i residui dei suoi incantesimi sopravvivano, perdurino come un aura passiva che potenzia gli incantesimi che solitamente necessiterebbero di uno sforzo non proporzionato al risultato.
Incantesimi, maledizioni, sortilegi che coinvolgono ampie aree d’azione o numerosi soggetti possono risultare, infatti molto meno potenti della loro variante “ limitata”. Per ovviare a questo inconveniente lo stregone può colmare la differenza tra sforzo e risultato aggiungendo la magia residua che lo circonda a quest’ultimo, compensando in questo modo il difetto per così dire congenito di queste tipologie di incantesimi.
[ Passiva personale che parifica consumi e danni per le tecniche offensive ad area (3/6 usi) 2/25]
Affascinare ~ Si dice che gli Accoliti della Magia delle Ombre sappiano trascinare le folle, obbligare Re e Lord a seguirli e lasciarsi da loro consigliare. Quasi mai un Accolito delle Ombre è solo, c'è sempre qualcuno al suo fianco, pronto a scendere in battaglia e a combattere fino all'ultimo respiro per lui. Molti credono che sia vile magia oscura che spezza l'altrui volontà. Le realtà è ben diversa: tutti soccombiamo al fascino della Magia delle Ombre e una volta visti i miracoli che è in grado di produrre chiunque combatterebbe per proteggere chi ne conosce gli arcani [Amuleto Elfico ~ 3/6 usi]
«Sollevami oltre le nubi. Dammi ali con cui planare sul fango di questo mondo. »

Il segno più chiaro dell'approvazione divina è sempre stato uno ed uno solo: la capacità di volare. Gli esseri dotati di ali sono sempre in qualche modo collegati alla sfera divina, come tutto ciò che svetta verso l'alto. Anche il Creatore dona questa facoltà ai più cari tra i suoi seguaci, permettendo loro di volare, liberandosi delle catene che opprimono i comuni mortali.
[Volo, Eremita 3/6]

Riassunto Post: Siamo alla fine, quindi sarò ancor più sintetico. Erein è fortunato, il sole del deserto agisce difatti come una tecnica di rivelazione annichilendo l’illusione di Jason (bella mossa btw, se non avessi avuto lo slot bonus ancora attivo mi avresti messo in seria difficoltà). Fatto ciò con tutta la spocchia di cui è capace, incurante della pietosa condizione in cui Volpe Bianca è precipitato a seguito del duello, usa il suo asso nella manica: il suo esercito ombra. Ordina dunque agli uomini-ombra di “attaccare” le casse e tutti coloro che tenteranno di ostacolarli. Tecnicamente è una abilità ad area di natura magica potenziata dalla ormai nota passiva apposita.
Note: 1) A questo punto l’illusione scagliata da Erein si dovrebbe essere dissolta, il pericolo di venir attaccati dai difensori è concreto per questa ragione ho deciso di schierare l’asso nella manica del mio PG.
L’esercito d’ombra ha de facto il solo compito di trasportare le casse ( tecnicamente un attacco ad area che ha come principale obiettivo le scorte di ilaç) ma che è altresì funzionale a contrastare eventuali ( e narrativamente parlando assai probabili) contromisure dei difensori.
2) Vorrei ringraziare il mio avversario e gli organizzatori del duello per avermi concesso quest’opportunità di valutare l’efficienza sul campo del mio parco tecniche. Di sicuro ci sono dei vuoti che vanno colmati e alcuni aspetti tecnici da limare, ne saprò di più a correzione avvenuta.
Non ho altro da aggiungere se non augurare nuova mente un “in bocca al lupo” al mio avversario.
Spero che nel complesso la mia prestazione non sia stata deludende.
P.s : Non sarò ipocrita. Non ci sono andato affatto leggero in questo duello e la motivazione è tanto semplice quanto banale: voglio vincere e per ragioni di BG abbastanza chiare; per Erein recuperare la spezia vuol dire acquisire influenza agli occhi dei Lancaster che nel contesto di Arcana rappresentano la famiglia più influente del Consiglio e che sono contestualmente i familiari della donna con cui il mio pg intrattiene una relazione romantica. Avere successo nella sua missione è per Erein una priorità coerentemente alla natura e alle necessità del mio pg non ho lesinato in quanto a potenza di fuoco e “sotterfugi” per raggiungere il mio obiettivo. Tutta questa pappardella per dire al mio che non era mia intenzione accanirmi contro di lui ma semplice e sano(?) spirito competitivo sommato a necessità di bg.
Attive:

CITAZIONE
Monarca del Desrto ~ Slot Bonus 2/2
Semplicemente una tecnica di rivelazione con consumo coerente ed un effetto specularmente opposto all’illusione usata da Jason.
[consumo: medio]


Esercito d’ombra

Di uomini leali al proprio Re questo mondo ne conosce pochi, in questi tempi a muovere gli eserciti più che l'onore è il denaro; e quando un contingente danza al suono delle monete è facile che segua il signore con la borsa più grossa. Nella mia brevissima esperienza di regnante di questo mondo mi sono fidato poche volte di uomini in carne ed ossa ed è stata una fiducia malriposta. Non ripeterò più lo stesso errore.
Ecco perchè ho studiato come convertire le ombre di coloro che hanno usufruito dei miei servigi in un esercito sempre leale, che non discute mai i miei ordini, che non soffre fame, sete o stanchezza, che non pretende di razziare villaggi e vendicarsi di vecchie ferite; in breve: l'esercito perfetto. Dovreste vedere la maestà terrificante di quella schiera di ombre mentre marcia composta e silenziosa come il giungere dell'inverno.
Non ho mai visto nessuno rimanere impassibile alla vista di una così eccelsa e devota guardia d'onore, nessuno. I Quattro Regni tremavano al solo udire la marcia roboante degli eserciti di Basiledra, il mio non fa rumore, non solleva nubi di polvere che adombrano il sole, ma sua vista sa congelare il sangue nelle vene.
Ho visto veterani di molte guerre pisciarsi addosso al comparire della mia armata, generali ordinare la ritirata e interi contingenti capitolare senza nemmeno azzardarsi ad alzare la spada. Qualcuno dice che la vittoria più dolce è quella ottenuta senza combattere, concordo, ma se è proprio necessario imbrattarsi di sangue e visceri io faccio in modo che i miei nemici non dimentichino e che l'incubo di ciò che hanno visto li tormenti in eterno.
[Variabile magica ad area, il caster evoca una o più ombre che infliggono un danno coerente al consumo speso. Soffre, come da regolamento, di tutte le limitazioni del caso. Le ombre dopo aver attaccato rimangono sul campo impossibilitate a far nuovi danni, come mera presenza scenica salvo l'uso di un nuovo consumo. Danneggia il fisico. 4/25]


Inventario:
Spezia Rossa ~ Una variante di quella stessa spezia con cui i Lancaster sono soliti insaporire i loro vini. A dispetto dell'originale non provoca effetti collaterali degni di nota ma non è nemmeno lontanamente potente come la sua misteriosa cugina. [Corallo, 4 CS in Intelligenza]

Documenti falsi
Coltello ricurvo d'oro, Balestra (Sospiro di Vedova), Carrozza, Camelli.
Volpe Bianca ~ Alleato




 
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view post Posted on 14/5/2015, 06:59
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Jason Bourict VS Erein Dewin
il peccato originale

— ilaç —

Il Senzanome~
Scrittura; voto: 7.00


   Una sorpresa sotto molti aspetti. Lo scritto è di sicura capacità e, per come è formato, si presenta in gran parte piacevole alla lettura e scorrevole, benché non esente da alcuni errori. Il personaggio principale sembra abbastanza caratterizzato, anche se talvolta sembra scadere nel classico cliché dell’assassino con la vocina interna. Niente di che, ma l’aria da duro in questo stile è alquanto vista e talvolta si deteriora in quanto a originalità. Eppure, nel complesso abbiamo uno stile conciso e piacevole alla lettura; a questo si aggiunga una caratterizzazione degli alleati molto godibile, con scene di intermezzo che operano come un piacevole stacco tra uno scontro e l’altro. Fai interagire tra loro i vari png nel campo e anche la scena del lancio dei coltelli è emblematica di come si dovrebbe rendere l'ambientazione attorno ai propri Pg, anche per dare uno stacco piacevole al lettore.
   In quanto a errori propriamente detti, a qualche errore di battitura e un blocco di dialogo poco realistico nel post iniziale, sono afferenti ad alcune frasi e al layout. Presterei attenzione all’uso di qualche termine fuori ambientazione come “perdona il mio francesce” (non esiste il francese a Theras), “la visione senza massime zen” (non esiste nemmeno la religione zen, che io sappia) o "seduta dallo psicanalista" (ci sono psicanalisti su Theras? Esiste la psicoanalisi?). Peccato, perché stonano molto col senso generale dello scritto. Sgranano, altresì, nella visione complessiva le due immagini saltate (e mai corrette), nonché qualche errore di layout. In generale, usi un layout molto complesso che talvolta ostacola la lettura, piuttosto che favorirla: userei meno parole colorate, meno variazioni di schema. Si aggiunga, infine, qualche ripetizione minima.
   Ma stiamo parlando di poca cosa; nel complesso, infatti, lo scritto è molto buono. E per questo, lo staff si complimenta.

Strategia; voto: 5.25

   Strategia viziata da una materiale impossibilità di rispondere spesso alle armi dell’avversario.
   Invero, il primo turno attivo ti avrebbe dovuto permettere di erigere difese sufficienti a contrastare l’arrivo dell’avversario, ma tu metti da parte solo un buon uso del corallo (pompandoti cs), limitandoti per il resto all’uso di passive poco utili in questo contesto (raddopiare tecniche fisiche, senza che vengano lanciate tecniche fisiche) o abilità attive contro avversari che ancora non vedi. Senza contare l'uso della passiva degli alleati, in un turno in cui gli alleati non fanno materialmente nulla (spostarsi in posizioni strategicamente migliori è interpretazione, non azione in senso tecnico). Sarebbe stato meglio erigere un muro o difenderti con altri mezzi, magari “pompandoti” ulteriormente di CS. Al secondo e terzo turno, poi, rimani di fatto in balia dell’avversario. Non riesci a rispondere in nessun modo all'illusione ambientale (nemmeno usando gli slot speciali) e la cosa ti limita eccessivamente, costringendoti di fatto a subire “l’ingresso” dell’avversario sul campo senza far molto. Nel complesso, sei costretto a stentare alquanto, inanellando una mera tecnica di difesa dai fisici e uno slot inutilizzato (addirittura) nel terzo post attivo. Molto, molto poco; anche troppo poco, dacché la differenza tecnica non può giustificare una simile "impotenza".
   Infine, molto apprezzabile la strategia di attaccarti alla cassa per raggiungere il tuo avversario usando pure i fumogeni, peccato il duello sia ormai finito. Perché non usare i due CS rimasti alla fine? In generale, avresti potuto sfruttare meglio le tue risorse, gli slot speciali e gli alleati in tuo possesso (avevi ancora 4 usi al termine del duello).
   In definitiva, la mancanza di mezzi per contrastare l'avversario e la perdita delle casse (che era l'obbiettivo iniziale) ti comporta la sconfitta sul punto. Comunque, puoi far tesoro dell'esperienza per le prossime volte.

Sportività; voto: 4.50

   Peccato, peccato davvero. Sotto certi aspetti questo tuo duello rappresenta "un'occasione mancata", in quanto il buon stile di scrittura non riesce a compensare le incertezze strategiche e, sopratutto, gli errori in sportività. Perché hai fatto molti, troppi errori. Il primo è quando non usi consumo per il primo slot bonus; in tal caso, però, ti avvedi successivamente dell’errore e lo correggi, cosa che ti comporta una minima penalità.
   Non altrettanto può dirsi per gli altri. Errore più grave è quando al primo post attivo usi l'abilità che raddoppia le fisiche lanciate e le psioniche subite; al di là della valutazione strategica fatta poco sopra, all'inizio del tuo secondo turno attivo disattivi la tecnica, per non subirne i malus (malzhar lancia due psioniche nel suo turno). Questo è un grave errore in sportività. Quel tipo di tecnica estende i suoi effetti nel turno di attacco del pg e nel turno di attacco del pg avversario, dovendo venir considerata anche nel successivo turno di difesa. In buona sostanza avresti dovuto incassare (perché non ti sei difeso) l'80% di danno all'energia. Disattivandola, invece, hai pensato di scampartela: sbagliate le intenzioni e sbagliata la realizzazione, purtroppo.
   Poi, altra nota è la “rivelazione” dell’inganno nel secondo post attivo. Dici che malzhar non ha utilizzato tecniche specifiche per renderla credibile, circostanza non vera. Oltre a pacifismo (cui tu dai importanza marginale) usa anche due tecniche attive al fine di “demotivare” il tuo gruppo. Tutte queste cose insieme, più i vari elementi narrativi, avrebbero giustificato da parte tua una tecnica cui basare il “sospetto” o la “certezza” dell’inganno, circostanza che non è avvenuta. Di fatto riveli il suo inganno basandoti su mere deduzioni e interpretazioni, circostanza che sfiora a suo modo il metagame. Vero è che il duello doveva iniziare in qualche modo, ma potevi interpretare meglio.
   Ancora. Come detto, usi la passiva degli alleati nel primo turno, senza che gli alleati agiscano attivamente. Consumi, inoltre, un solo uso della passiva nel secondo turno, ma fai agire due dei tuoi alleati. L'orientamento dello staff è il seguente: se l'alleato è un corpo unico (un'unica "forza", benché composta da più individui, con una sola risorsa, una sola statistica ecc) allora basta un singolo uso per farla agire. Ma se, come in questo caso, abbiamo più alleati distinti, con statistiche distinte, avresti dovuto consumare un uso della passiva per ciascuno di loro. Circostanza che non fai nel secondo turno attivo, dove ne consumi uno solo. Questa circostanza, inoltre, ti ha consesso di fare molti attacchi fisici nel secondo turno, alcuni dei quali realizzati con un alleato che non avevi "ragione" di usare. Altro errore, putroppo.
   Proseguendo, usi la passiva "Vigore condiviso" del guerriero impropriamente. Il "corallo" infatti non è una tecnica attiva (bensì un oggetto) e, pertanto, la suddetta passiva non si applica a esso (ma solo in caso di tecniche attive di PU). Ulteriore errore.
   Inoltre, lo staff non ha apprezzato questa frase "La passiva I Signori dei Ladri "potenzia" l'attacco, dunque servono almeno tre cs per vincere il confronto matematico". Spetta al giudice fare i giudizi, non agli utenti, quindi non è opportuno metterci in guardia in questo modo. Inoltre, pur rendendoci conto di quanto fossi in buona fede, non tutti i giocatori avrebbero preso bene questa frase. E può comunque essere facilmente fraintesa. Per sicurezza, evita le prossime volte.
   In ultimo, ti viene sottratto un punto intero di penalità per il complesso di ritardi fatti.

Media complessiva: 5.583






Malzhar Rahl
Scrittura; voto: 7.25


   Non si negano i grandi passi avanti fatti da te negli ultimi anni, che si sono profusi in uno stile ormai sopra la media, consolidato e maturo. Invero, il tuo scritto si presenta quasi totalmente privo di errori se non per alcuni di battitura e layout, oltre che sporadiche sviste di punteggiatura. Il vero dato, però, è la solidità del background. Il tuo personaggio sembra bene inserito nella sua dimensione e portatore di un bagaglio di ambientazione notevole. Non posso dirti sia ancora raggiunta l’eccellenza, però: non è raro vederlo trasformarsi in una caricatura del re tirannico, un cliché spesso abusato (sopratutto nel Dortan). Nonostante ciò, lo scritto è buono e godibile alla lettura. Occhio alle incertezze di alcuni vocaboli che spesso, insieme ai già detti errori di punteggiatura, stonano col contesto (es. "a cacciargli fuori i pensieri, iniziandosi ad incamminarsi"). Ora che hai consolidato un tuo stile, è il momento di iniziare a valutare il linguaggio; questo deve mantenere sempre lo stesso tono e non lasciarsi andare a sbavature fuori contesto o fuori ambientazione, onde non far storcere il naso al lettore.
   Unica vera perplessità è l’interpretazione del secondo post attivo, dove “cambia” la strategia del gruppo. A livello interpretativo è poco credibile leggere di come gli alleati di volpe bianca (che sono con Erein per mero affare) seguano pedissequamente gli ordini di quest’ultimo, non subendo nemmeno lontanamente l’effetto “sorpresa” derivato dalla scoperta del loro inganno. E’ un mero appunto narrativo, ma che si evince dal contesto in generale.
   Per il resto, una prova molto buona.

Strategia; voto: 7.50

   Strategicamente giocato molto bene, ma avvantaggiato dal fatto che il tuo avversario non avesse reali modi per fermarti. La strategia iniziale, benché non vincente, è sulla carta molto buona in quanto comunque spiazza l’avversario e lo costringe a riorganizzare le sue (in verità esigue) difese.
   Ottima la decisione di usare l’illusione, che si rivela una scelta vincente e risolutiva. Anche in questo caso, però, è avvantaggiata dalla mancanza di tecniche di rivelazione del tuo avversario (che non sfrutta a tal fine nemmeno gli slot bonus). Una scelta che ti apre la strada verso una vittoria strategica sul punto, che anche giustifica il ritrovamento delle casse. Alla fine, l'unica nota stonata (o meglio, l'unico elemento passato "in sordina") è lo sfruttamento dello sgherro Volpe Bianca. Introdotto con un background di tutto rispetto, il suo apporto è marginale sotto certi aspetti. Il grosso, com'è giusto che sia d'altronde, lo fa comunque il tuo pg.
   La differenza strategica, alla fine, ti consente di giostrarti come vuoi le tue abilità, svolazzando sul campo e raggiungendo le casse senza troppi problemi. Insomma, bravo e fortunato.

Sportività; voto: 6.75

   Un combattimento corretto da parte tua, solo con qualche perplessità. Prima di tutto, nel secondo post attivo, quando vieni attaccato col fisico da tre cs, rispondi con la tecnica ad area. Piccolo errore di timing, però: il tuo pg avrebbe dovuto subire l’effetto sorpresa ed è irreale che la tempesta di sabbia ti faccia evitare anche una pugnalata ravvicinata. Se non altro perché la stessa non si solleva istantaneamente. Sarebbe stato più logico, e più interessante, vedere agire Volpe Bianca o sfruttare uno degli slot speciali a disposizione, piuttosto che rispondere con una difesa tecnicamente adatta, ma razionalmente poco concorde coi tempi di gioco effettivi.
   Seconda perplessità: il magazzino delle casse era, in teoria, nascosto nell’accampamento. Il regolamento prevedeva, sul punto, che l'allocazione delle casse e il loro ritrovamento fosse da imputarsi totalmente al difensore, allo stesso modo di come l'entità di una ferita sia da imputare a chi la subisce. Il tuo pg trova le casse del tutto autonomamente, realizzando una piccola "autoconclusività". Sarebbe stato meglio lasciare comunque la cosa al tuo difensore, mantenendoti sul vago circa tale elemento. Siamo d'accordo, però, nel ritenere questo elemento del regolamento straordinario e fraintendibile sotto diversi aspetti (gli stessi giudici si sono interrogati a riguardo). Pertanto, la penalità assegnata è minore.
   Per il resto, reagisci sportivamente alle numerose antisportività del tuo avversario. E questo elemento, oltre che essere a tuo favore, ti consacra definitivamente vincitore.

Media complessiva: 7.166






5.583 - 7.166
vince Erein Dewin

— Il Senzanome viene ricompensato con 446G. Malzhar Rahl viene ricompensato con 1073G e 215 punti per la fazione dei Pari (per riscattare questi ultimi è comunque necessario compilare l'appropriato modulo nel bando di Arcana Imperii, in virtù dei potenziali achievments). Inoltre, l'utente Malzhar Rahl riceve un punto promozione per la fascia Verde. Il vincitore ha diritto a un post autoconclusivo di vittoria. —



Edited by janz - 14/5/2015, 09:41
 
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