Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Il peccato originale ~ deniz

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view post Posted on 13/4/2015, 15:17
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Averno
e lo sgarbo

— deniz —

5DKh8IK

« Che smisurato mar, dove non hanno | Freno gì'irati venti, e dove l'onda
Turgida spuma, ed implacabil s'erge! »

Averno
tramonto; al largo delle coste dell'Akeran


   L'odore sporco e metallico dell'aria salmastra imputridì le narici di Averno persino al di sotto della maschera, facendogli arricciare il naso. Odiava quella sensazione, esattamente come odiava il rollio della barca, il sale che gli si cacciava nella barba e nei capelli, il sapore sterile del naan e quello pungente del tè. Incrociò le braccia sotto l'ampia veste da Corvo, ritraendole immediatamente al contatto con la pelle umida, grugnendo disgustato; si sedette, ma rischiò di cadere non appena la nave virò di qualche grado; si rialzò, e il vento rischiò di strappargli la maschera di porcellana dal viso. La goccia che fece traboccare il vaso fu la risata sguaiata del capitano nano, che nel vederlo non seppe trattenere la propria goliardia, reclinando il viso all'indietro e berciando come una iena.
   « Si diverte, Ridwan? » sibilò con astio, stringendo con forza le mani rugose.
   « Capitano Ridwan. » lo corresse l'altro, lisciandosi la lunga barba bianca con le dita ingioiellate, senza che gli anelli vi si impigliassero. « E sì, direi di sì. Abbastanza. Pensa che un altro bicchiere di grog la aiuterebbe a sopportare la traversata, messer Corvo? »
   Il tono di Averno si invelenì ancora di più. « No, grazie. Non ho dimenticato il simpaticissimo scherzo dei suoi sottoposti, qualche giorno fa. » e schioccò le labbra al ricordo della bevanda "simpaticamente" corretta che gli era stata servita. Era assurdo pensare che dei marinai avessero trovato della pipì di gatto nel mezzo dell'oceano, e ancor più assurdo pensare che l'avessero conservata in vista di quell'occasione. « E se crede che sia disposto a ignorarlo, sbaglia di grosso. Ho pagato diversi pezzi d'oro per questa traversata e intendo essere servito come mi si conviene. »
   Ridwan scoppiò a ridere fragorosamente. « Si rilassi, maestro Corvo! » disse stappando una borraccia e prendendone un lungo sorso. « Gli uomini erano solo preoccupati che potesse scolarsi tutti i barili da solo! » e rimise le mani sul timone con aria compiaciuta. « Poi ciò che le è successo è un po' come una sorta di battesimo. Non si può certo aspettare di salire su una nave di contrabbandieri senza che le venga fatto alcuno scherzo, insomma. »
   « Voi nani siete dei barbari, » replicò l'altro, senza negare il proprio gusto per il grog. « ma gli Arconti sapranno rendere conto anche a voi della vostra sfrontatezza, quando non dovranno più preoccuparsi delle sorti politiche di Dortan. »
   « Parole, parole, parole. » rispose il capitano senza nemmeno guardarlo. « Io i Corvi Neri nemmeno sapevo che cosa fossero, fino a una settimana fa; di certo il suo ordine non è così importante come vorrebbe farmi credere. E poi... » e si grattò il naso, confuso. « Se è stato costretto a chiedere un passaggio ai Flagelli Neri, non è stato proprio a causa dei suoi disaccordi con i suoi superiori? »
   « Non proprio, ma non ho motivo di nascondere le mie ragioni: forse mi aiuteranno a impartirvi un po' di rispetto. » gli rispose l'altro, infastidito da quella generalizzazione. « Se sono qui è perché Caino, la nostra guida, si sta rammollendo: per nessuna ragione noi, che siamo dispensatori di giustizia divina, dovremmo scendere a patti con un Serpente » Ridwan sgranò gli occhi, mentre Averno continuava a sproloquiare. « e io non sono disposto a tollerare le minacce di una merciaia. »
   « Frena tutto! » lo interruppe il capitano. « È di Lhissra'had che stiamo parlando?! L'occhio sinistro del serpente? È per questo che è in fuga? Perché ve la siete inimicata? » Ridwan si passò una mano sulla fronte pelata, visibilmente sudato. Quella notizia l'aveva scosso molto più di qualsiasi precedente minaccia, spingendolo ad allontanarsi dal timone e a scendere verso Averno, sul ponte. Si avvicinl di corsa al Corvo e lo afferrò per il bavero, avvicinandolo a sé e sputacchiandogli in faccia mentre parlava. « Qualsiasi cosa succeda dopo questo viaggio, scordatevi di stringere un qualsiasi accordo con i Flagelli Neri, e dimenticatevi del mio nome! Non ho nessuna intenzione di intrattenere altri rapporti con un gruppo di pazzi suicidi! »
   « Rilassati, capitano. » lo schernì Averno, staccandosi da lui e barcollando per il movimento della nave. « Non Noi, ma Io: gli arconti non hanno interesse in un'alleanza con dei pirati e io avevo solo bisogno di un passaggio... se il mio piano dovesse andare a buon fine, Lhissra'had non costituirà più una minaccia per nessuno. » si riassettò le vesti e gli diede le spalle, muovendosi verso il parapetto della nave. « Gli assassini dovrebbero averla già raggiunta, ormai, e noi siamo ben lontani da Taanach. »

   « Siamo al sicuro, qui. »



CITAZIONE
deniz = mare

Benvenuti al quarto round del peccato originale. La scena vi si presenta come sopra descritta e qui sotto vi farò un elenco il più sintetico possibile sui vostri obiettivi.
• L'obiettivo dell'utente contro gli arconti è quello di affondare la nave dove si trova Averno. Può compiere questa azione come preferisce (con le proprie tecniche o azioni fisiche - ricordiamo che il nuovo regolamento delle armi gli permette di portarsi nella scena tutto l'euipaggiamento appropriato per compiere il suo obiettivo) ma non deve essere autoconclusivo nei suoi tentativi di "arrembaggio". Il suo obiettivo si sintetizza nel "affondare la nave". In GdR-On ciò avviene poiché Lhissra'had è sopravvissuta al tentativo di assassinio da parte di Averno e ha assoldato (pagando profumatamente) un gruppo di uomini perché la vendichino (mentendogli o dicendogli la verità, non ha importanza). Quando inizia il duello, il giocatore, insieme con un ridotto equipaggio, si trova su una piccola e rapida nave a qualche centinaio di metri dal vascello di Ridwan.
• L'obiettivo speculare dell'utente a favore degli arconti è quello di "difendere la nave". Il suddetto utente dovrà gestire il vascello come se fosse una risorsa aggiuntiva alle tre a disposizione del personaggio (che inizia al 100%) e sarà lui a determinare - sportivamente parlando - i danni provocati dall'utente contro gli arconti, esattamente come determinerebbe i danni provocati da degli attacchi fisici o da delle tecniche sul suo corpo. GdR-On il personaggio è stato semplicemente ingaggiato da Averno come guardia del corpo, in virtù dei valori della fazione degli arconti.
• Siccome il vostro obiettivo è quello di "affondare la nave" o di "proteggerla", il vostro voto in strategia dipenderà in buona parte anche dal successo finale ottenuto in queste azioni, oltre alla normale valutazione.
• Entrambi avrete a disposizione due slot speciali valenti per la giocata. Lo slot speciale ha un consumo Medio (di una risorsa scelta al momento del cast), consuma uno slot tecnica e genera un effetto di potenza Media giustificato da un intervento esterno: ad esempio per il giocatore in attacco potrebbe essere costituito dall'utilizzo di un piccolo cannone, mentre per il giocatore in difesa potrebbe essere l'intervento di Averno stesso.
• Se l'utente a favore degli arconti non utilizza appropriate tecniche per nascondersi (insieme alla nave), allora il giocatore in difesa può individuarlo automaticamente dopo il primo post attivo.
• Per il resto, la giocata segue le normali regole di un duello ufficiale:


Funes Ireney VS Samath Eden
Verde VS Verde
D VS C


Primo post: Fune Ireney
Durata: un post di presentazione a testa e quattro post di combattimento
Tempi di risposta: a cinque giorni dalla risposta del proprio avversario verrà applicata una penalità di 0.25 punti alla sportività del giocatore. Tale penalità è cumulativa per ogni ulteriore giorno di ritardo.
Regole:Il duello non deve interrompersi per alcun chiarimento - usate vie private, nel caso. Non si possono modificare i propri post dopo le risposte dell'avversario. Si seguono le normali regole di un duello ufficiale.


Edited by Ray~ - 13/4/2015, 17:31
 
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Palantír
view post Posted on 15/4/2015, 15:33




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Cielo e mare. Il panorama più monotono e insieme terrificante che avesse mai visto in vita sua.
Funes si passò il dorso della mano sulla fronte per asciugarne il sudore: era uno di quei giorni in cui l’orizzonte spariva dietro una confusa fascia grigia e la casacca di lino chiaro che lo proteggeva dalle insolazioni pareva incollarsi alla pelle, malgrado il conforto offerto dal vento che sospingeva il caicco. Uno di quei giorni in cui puoi solo sperare che il sole si ricordi di tramontare, prima o poi. Sospirò, poggiando i gomiti sul parapetto della nave, scrutando l’orizzonte in cerca del suo obiettivo.

« Oh, andiamo, mastro Nuts: non ditemi che il passo della Culona vi fa ancora ancora vomitare l’anima! »

Si voltò a guardare il nano alle sue spalle, che sembrava non aver alcuna intenzione di togliersi dalla faccia un sorriso sdentato e canzonatorio. Nonostante le circostanze fossero di estrema tensione, Funes aveva trovato nell’equipaggio dell’imbarcazione una compagnia divertente, per non dire pittoresca. Si concesse un mezzo sorriso: per quanto l’avesse sentito varie volte, non riusciva a non trovare divertente il nuovo nome che i nani avevano trovato alla nave. Da piccolo aveva conosciuto sia messer Tairom che la sua giunonica moglie Laurisa, commercianti di seta caduti in rovina esattamente come i suoi genitori con cui erano in affari. Dopo il fallimento dei Tairom i loro beni furono spartiti fra i loro creditori, e a quanto pareva la loro imbarcazione personale era caduta in mano a pirati mercenari. Nel salire aveva notato l’alone di vernice cancellata che recitava “Laurisa” sotto il nuovo nome, che probabilmente faceva più riferimento alla procacità della matrona che non all’agilità del caicco.

« Miglioro di giorno in giorno, Shafèr. Di qui a una settimana potrei perfino chiedere di entrare a far parte della ciurma, chissà… »

La risata del nano fu sguaiata e sincera. Entrambi sapevano che non era vero, e la cosa più divertente doveva sicuramente essere il tono nauseato - che voleva suonare scanzonato e allegro - con cui Funes gli aveva risposto. Il tozzo marinaio fece un passo verso il ragazzo e gli diede una pacca sul braccio.

« Coraggio, secondo le nostre informazioni dovremmo incrociare il brigantino del Corvo oggi stesso. Coliamo a picco la nave, mandiamo il prete maledetto a far compagnia ai pesci e via, andiamo a sfondarci di birra alla salute dell’Occhio sinistro. Non manca molto. »

Funes rabbrividì. Se il destino fosse stato un commediante, gli sarebbe piaciuto almeno tirargli un pomodoro.
Sicuramente Shafèr cercava di tirarlo su, ma il solo sentir nominare uno dei titoli di Lhissa’rad Essien destò nel ragazzo la paura. Aveva cercato di mettere più miglia possibili tra sé e quella donna con tutti i suoi spietati leccapiedi, e ora si ritrovava a lavorare per lei sotto falso nome. Non poteva fare niente per sottrarsi da quel compito, non poteva insospettire nessuno. Non ci sarebbe voluto molto fra una sua possibile defezione e il momento in cui qualcuno ai piani alti della cupola economica di Taanach avrebbe scoperto che Nuts il guastatore e il fuggitivo Funes erano la stessa persona. No, l’unica sua possibilità era raggiungere l’obiettivo assegnatogli, intascare la ricompensa e far sparire anche le tracce di Nuts. Per questo, fra ogni possibile risposta scelse la più cauta, un debole cenno affermativo del capo. Fece per dire qualcosa, un tentativo forse troppo chiaro di cambiare argomento, ma fortunatamente non ve ne fu bisogno.

« Nave a dritta! Sembra corrispondere alla descrizione! »

Arrampicato come una scimmia sul sartiame dell’albero di prua, il nano di vedetta Kuzdhar si sbracciava in direzione dei marinai sul ponte. Al suo grido Shafèr e gli altri tre marinai sembrarono riscuotersi dal sonno e iniziarono ad affaticarsi su vele e timone per cercare di avvicinarsi il più possibile. Funes era affascinato dalla loro perizia, anche se non capiva assolutamente nulla di navigazione. Del resto non era stato preso come marinaio, il suo ruolo nella vicenda sarebbe stato ben altro.
Assicurata una cima al parapetto, il ragazzo si calò sulla fiancata di sinistra. Il rollio della Culona di Zar aumentò mentre l’altra nave era sempre più vicina sulla destra del caicco. Una lacera bandiera bianca fu issata sull’albero maestro, richiesta d’aiuto che nessuno avrebbe potuto ignorare per il codice non scritto della gente di mare: i nani dovevano apparire come inermi viaggiatori e chiedere soccorso al brigantino su cui Averno il Corvo stava viaggiando, mentre Funes, non visto, avrebbe agito.
Ripassò mentalmente gli oggetti che gli sarebbero serviti per il suo intervento, assicurandosi di aver preso tutto: un trapano a succhiello, il coltello a serramanico, le dosi di oblio, velocità e respiro che aveva conservato per le emergenze. C’era tutto. Almeno così gli sembrava.
Un’onda un po’ più forte schiaffeggiò la fiancata e gli spruzzò schiuma gelida addosso. Respirò a fondo trattenendo un conato e chiuse gli occhi, i nani cominciarono a gridare al soccorso.


Grazie di avermi dato la possibilità di partecipare a quest’evento!
Alcuni punti del racconto sono volutamente oscuri, cercherò di chiarirli nel corso del duello. Per questo primo post Funes e un equipaggio di cinque nani dell’Akeran si avvicina alla nave di Averno e Samath su di un caicco (piccola imbarcazione da viaggio in uso presso gli Arabi). Sia l’equipaggio che l’imbarcazione sembrano abbastanza malridotti e invocano aiuto, mentre Funes è nascosto sul fianco della nave opposto a quello offerto all’altra, aggrappato a una corda. Per dialoghi e interazioni sono disponibilissimo a concordare con Lindow via mp. Chiedo solo la cortesia di postare da domenica in poi, dato che questo fine settimana non sarò a casa.
In bocca al lupo e buon divertimento! *high five*

EDIT: Ho sostituito la parola "detergere", a rileggerla mi dava di mastrolindo. :gk?:


Edited by Palantír - 16/4/2015, 12:12
 
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Lindow
view post Posted on 19/4/2015, 22:25




« deniz »
first phase

Guardava verso l'orizzonte; le dita strette attorno al parapetto, i muscoli irrigiditi e l'espressione meditabonda. Per quanto tale occupazione fosse simbolo di fiducia riposta nei suoi confronti, Samath riteneva che un compito simile sarebbe stato più adatto a uno degli sgherri che ogni giorno il Dicasterio aggiungeva alle proprie fila. Assassini per natura e non necessità, criminali che avevano perso il pelo, ma non il vizio; persone che si sarebbero di certo sentite più a suo agio di lui in mezzo a quella feccia. Disprezzava la facilità con cui costoro si lasciassero andare ai crimini più efferati senza questionare la propria moralità, dacché erano privi del benché minimo giudizio: bestie. Sospirò, concedendosi qualche minuto per osservare quel panorama tanto semplice quanto nuovo ai suoi occhi. Una sterminata distesa d'acqua della quale conosceva l'inizio, ma non la fine; inoltre la profondità dell'oceano era qualcosa che temevano persino gli uomini di mare, così timorosi di ciò che potesse celarsi al di sotto. Erano così stolti da rifuggire le aberrazioni residenti nell'ignoto senza sapere che l'uomo era, tra tutte, quella più pericolosa. Allargò le braccia e respirò a pieno polmoni quell'aria dal sapore tanto diverso nel tentativo di esorcizzare tutto quel patetismo che lo circondava. Le mosche, però, tornarono a ronzare.
« ... quell'Averno è totalmente pazzo! Forse dovremo fare qualcosa » il miscredente
« Potresti avere ragione, ma si dice che il suo non sia più un problema » il dubbioso.

Due inetti che vomitavano sentenze su argomenti dei quali non sapevano che informazioni frammentate, ma avevano per forza bisogno di puntare il dito su qualcosa o qualcuno per un lurido senso di compiacimento. Si inumidì le labbra e procedette verso quei tozzi marinai non dissimili dalle pettegole di un borgo qualunque. « Buongiorno anche a voi! » esordì con un tono di voce talmente allegro da risultare palesemente sarcastico. I due, che con tutta probabilità non si erano accorti della sua presenza, si voltarono sorpresi dall'affermazione dell'albino. « Con le cornacchie come te non ho nulla a che spartire. Sparisci » e in un istante assunse la classica faccia da duro, ridicolo. « Calmo, calmo. La mia unica intenzione è quella di chiederti di non spargere cattive voci nei confronti miei o dell'Arconte Averno. Al termine del viaggio non ci vedrete più, ma desidero condurlo come si confà a un membro del mio ordine. Non più scherzi da guitti, non più istigazioni contro di noi; semplice, no? » proseguì senza alterare il proprio tono di voce a metà tra il fanciullesco e l'ironico. Era la voce di qualcuno che cercava di educare dei cani con le buone, spiegandogli pazientemente come guadagnarsi l'osso. Non voleva usare il bastone, non gli andava di sporcarsi le mani per qualcosa che poteva essere ottenuta con la forza delle parole. Eppure l'individuo che aveva di fronte non parve accogliere di buon cuore la richiesta di Samath; il suo volto si distorse per la rabbia e i suoi piedi si mossero. « Chi ti credi di essere, bastardo?! » fu in quel momento che l'altro contrabbandiere, fin'ora in silenzio, appoggiò la mano sulla spalla di quello furibondo, gesto che parve raffreddare in un istante i suoi bollenti spiriti. « Non voglio contraddirti, ma ci assicuri che non ci saranno rappresaglie? » a quell'espressione Samath allargò la bocca nel sorriso di chi si sforza di mostrare un minimo di cordialità. Stavano mettendo in dubbio continuamente le capacità degli Arconti e credevano persino di essere nel giusto, totalmente inconsapevoli di quanto la loro ostinazione li rendesse bassi ai suoi occhi.

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« Trovo insopportabile la vostra mancanza di fede »

Il più arrogante dei due sputò davanti a Samath, tuttavia nessuno parlò più; probabilmente quelli sapevano meglio di lui che una rissa non avrebbe portato nient'altro che guai. L'albino tornò a contemplare l'infinito azzurro, per qualche strana ragione il paesaggio marittimo riusciva a rilassare i suoi nervi. Ancora un po' di tempo e di quella traversata non sarebbe rimasto che un ricordo sbiadito, ma di sicuro il mare l'avrebbe rivisto. Il suo pensiero andò ad Averno; non si erano parlati molto, ma fare favori a uomini del suo calibro era il modo migliore per contribuire alla propria arrampicata sociale. Quelli come l'Arconte necessitavano della sua forza, e quelli che la possedevano abbisognavano di un potere diverso da quello fisico. Tutto procedeva per il verso giusto.

« Degli uomini sono in pericolo! » gridò qualcuno, al che Samath si voltò dall'altra parte e vide una nave non molto lontana che recava una bandiera bianca. Non conosceva i codici - qualora ci fossero stati - degli uomini di mare, ma le circostanze non presagivano nulla di buono per coloro che viaggiavano sull'altra imbarcazione. Iniziò a scatenarsi un trambusto di uomini che salivano e scendevano, armeggiando con corde e vele per raggiungere quegli sventurati col proprio veliero. Ridwan uscì dalla cabina a grosse falciate, il suo volto era una maschera di malcelata gioia. « Qualcuno non se la sta passando molto bene » esordì il capitano di fronte all'equipaggio in cerca di aiuto. « Salute a voi, viaggiatori. È il cielo che vi manda: siamo stati depredati dai pirati una settimana fa e ci hanno portato via perfino la bussola e le scorte di cibo. Vi prego, salvateci e faremo qualunque cosa per dimostrarvi la nostra gratitudine! »
replicò il nano; dovevano essere disperati per unirsi a dei contrabbandieri, o forse non sapevano nemmeno che lo fossero. Udendo quella risposta, Ridwan annuì assumendo un'espressione comprensiva « I mari sono pieni di demoni dalle sembianze umane, provo rammarico per la vostra sorte. La nostra nave, come potete vedere, è molto grande e accogliente; in cambio della promessa di lavorare per noi, vi concederemo letti comodi e pasti degni di tal nome. Se acconsentite, l'Orca Nera vi dà il benvenuto! » dalla prigionia della fame a quella della servitù, perlomeno la seconda non li avrebbe uccisi; tutto sommato era un affare. Samath sorrise con finta innocenza: tutti prima o poi diventavano schiavi di qualcosa. Seguivano passioni, ideali o il semplice istinto di conservazione, ma abnegandosi per adempire a una presunta necessita smettevano di vedere il resto delle cose nella propria interezza. Inneggiavano il libero arbitrio ma forgiavano inconsapevolmente le proprie catene; infine morivano, soli. Qual era l'origine di quei malsani pensieri? Forse la visione di uomini che non avevano più nulla da perdere, individui che gli ricordavano se stesso.

Dialoghi concordati tra le due parti.
Lo specchietto effettivo verrà inserito dal prossimo post, unica nota è il mio equipaggiamento composto dai seguenti pezzi: armatura completa (eccezion fatta per l'elmo) in ferro e una spada d'acciaio.
edit: corretta una ripetizione.


Edited by Lindow - 20/4/2015, 14:35
 
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Palantír
view post Posted on 22/4/2015, 17:03




Ladeca, due settimane prima



Il nano si ripulì i baffi dalla schiuma di birra, e per farlo usò un tovagliolo, non la mano. Funes non mancò di notarlo, e pensò che doveva davvero essere importante come voleva dare a vedere con quegli anelli d’oro intrecciati nella barba. Non gli era neanche sfuggita la vaga smorfia di disgusto che ne aveva increspato le labbra al primo sorso o lo sguardo sospettoso che aveva rivolto al consunto pezzo di stoffa che l’oste gli aveva servito solo per sua esplicita richiesta. Nella penombra fumosa dell’osteria, il ragazzo inarcò le sopracciglia e guardò fisso il mercante, aspettando una risposta.

« Si vede che hai bisogno disperato di un lavoro, ragazzino - non mancò di enfatizzare viscidamente il termine - ma cosa pensi che ti renda migliore delle decine di scassinatori e tagliagole che ho conosciuto qui? »

Come i peggiori truffatori, il nano stava giocando a sminuirlo, cercava di farsi pregare per poter abbassare la sua offerta. Funes conosceva quel gioco, l’aveva visto praticare mille altre volte e non ne era per niente intimorito. Anzi, assunse un sorrisetto strafottente e andò all’indietro fino ad addossarsi allo schienale della lurida sedia di legno, poi incrociò le mani dietro alla nuca.

« So che potrà sembrarvi marginale, eccellenza, ma posso dirvi che sono migliore perché osservo. »

L’altro fece per ribattere, ma Funes proseguì.

« Ad esempio, da quando ho messo piede qui avrei potuto uccidervi in almeno quattro modi diversi.
Ho notato che forse non siete abituato a luoghi di ritrovo come questi, altrimenti il vostro sguardo non saltellerebbe da una parte all’altra, combattuto fra la paura di sporcarvi il vestito su una chiazza di vomito e il timore di essere coinvolto in una rissa o di urtare qualche cliente poco raccomandabile. Sarebbe stato uno scherzo attirare il vostro sguardo altrove con uno schiamazzo e versare del veleno nella vostra birra, oppure quando siete entrato farvi inciampare e cadere accidentalmente di faccia sui cocci di un boccale.
»

Il mercante strinse il bordo del tavolo e fece per alzarsi.

« Non oserai…! »

« Calma, calma. Ho detto che potrei uccidervi e far sembrare il tutto un incidente. Non che lo farei o che avrei un utile o una motivazione per farlo. Quindi la vostra guardia del corpo che sta tutta sola nell’angolo sudest e si sta avvicinando cercando di non dare nell’occhio può tornare al suo posto, perché non aveve niente da temere. Ora, vogliamo parlare degli altri modi in cui avrei potuto uccidervi... o di affari? »

La rabbia del nano fu trattenuta; bastò un cenno della mano perché il corpulento avventore incappucciato poco distante tornasse a sedersi al suo tavolo. Il mercante rimase lì a guardare indispettito l’ex studioso finché nei suoi occhi l’espressione di dispetto non si trasformò in una di curiosità.

« Devo ammettere che sei notevole, Nuts. Sempre che questo sia il tuo vero nome. E dunque in che modo la tua capacità di osservazione può esserci utile nell’affondare la nave di un Arconte? »

Stavolta Funes si sporse in avanti e fece cenno al mercante di avvicinarsi per sussurrargli il suo piano nell’orecchio. Ne aveva vinto il rispetto. Gli venne in mente che in quella posizione avrebbe potuto benissimo piantargli il coltello nella pancia sotto il tavolo e fingere che si fosse ubriacato mentre si accasciava esanime sul legno. Ma ritenne che farlo notare sarebbe stato poco appropriato.

__________________________________

Oceano di Zar, presente


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Le onde si fecero più alte contro la fiancata della Culona di Zar, sferzando quasi con rabbia il ragazzo appeso a una cima: segno che l’imbarcazione stava cambiando velocità. Funes sentì il vento sulle sue guance diminuire di intensità; anche se era completamente ignaro di navigazione capì subito che la nava si stava fermando. Guardò in alto, come se il sole potesse svelargli cosa stesse succedendo dall’altra parte della nave. Come se il vento potesse rassicurarlo che sarebbe andato tutto bene. Invece no, doveva solo aspettare la voce del capitano e uno schiamazzo degli altri nani, e poi agire.
Ricordava lo sguardo eloquentemente scettico che il capitano Húziar, la barba striata di grigio, la testa pelata lucida sotto il sole, gli aveva lanciato quando il ragazzo aveva incespicato sulla passerella per salire a bordo del caicco. Ricordava le poche parole burbere che gli erano state rivolte durante tutto il viaggio da quel nano più anziano degli altri, più segnato dalle vicende della vita. Che non si fidasse di lui era palese, forse pensava anche che fosse di cattivo auspicio portare uno di quelli alti in viaggio con loro. Ma Funes era stato chiaro in quella taverna di Ladeca, dove aveva accettato la missione di un misterioso mercante senza sapere che dietro di lui vi era ben altra organizzazione: i nani sono a proprio agio su un ponte di nave o in un palazzo di pietra, nessuna mezza misura era contemplata. E affondare una nave con un gruppo così esiguo non era certo un lavoro che potesse essere svolto a cannonate e arrembaggi.
Osservare è la chiave. Per affondare una nave bisognava farle imbarcare più acqua di quanto lo scafo non riuscisse a portare. E per farlo senza essere notati prima che fosse troppo tardi per il Corvo nero, c’era bisogno di individuare il punto debole dello scafo.

« Salute a voi, viaggiatori. È il cielo che vi manda… »

Il vecchio Húziar stava recitando proprio bene la propria parte, pensò Funes. Sicuramente si stava sentendo stupido nell’eseguire gli ordini di un ragazzino, ma del resto era stato ingaggiato anche lui come tutti gli altri, e avrebbe intascato la ricompensa solo a patto di portare la Culona a fianco dell’Orca Nera e di seguire il piano del guastatore.
L’offerta del capitano del brigantino non tardò ad arrivare, prevedibile come un rutto dopo una pinta di birra delle Hooglans. Gli schiavi erano merce preziosa nell’Akeran e sulle isole, e in generale dovunque non ci fosse una legge che ne vietava la tratta e ne rendeva difficile il commercio: era naturale che i contrabbandieri vedessero nei finti naufraghi una ghiotta occasione per far soldi oltre a quelli promessi loro dall’Arconte. Certo che accettiamo, ripetè Funes mentalmente, come se farlo potesse aiutare i nani a ricordare ciò che dovevano dire. E le stesse parole arrivarono dal ponte, seguite dalle risate dell’equipaggio e dai ringraziamenti a gran voce verso il “magnanimo” capitano dell’Orca.

Era il momento.

Trasse di tasca una fiala e ne trangugiò il contenuto. Respiro, così chiamavano quella roba. Sentì un bruciore in gola come se avesse ingoiato un boccone troppo piccante, ma durò solo un attimo. Lasciò andare la cima e fu avvolto dalle onde. Sperò che il chiasso dei nani di sopra sarebbe stato abbastanza rumoroso da coprire il rumore del tuffo, ma non aveva tempo di pensarci troppo.
Ispirò a pieni polmoni, godendo degli effetti della droga: per un periodo limitato avrebbe potuto usufruire dell’acqua come dell’aria, riuscendo a stare immerso in acqua per il tempo necessario alla missione.
Si diede una spinta con le gambe come fossero la coda di un pesce e scoprì che nuotare non era poi così difficile, se si applicava un minimo di logica alle conoscenze anatomiche. Nel silenzio delle acque oceaniche passò sotto lo scafo della Culona e si diresse verso quello dell’Orca. Vi si aggrappò con le mani, saggiando lo stato della coltre di bitume che rendeva impermeabile il brigantino, cercando un punto più sottile o rovinato. Avrebbe agito lì.
Finalmente trovò un punto consumato del rivestimento, ne sentiva la ruvida differenza sotto i polpastrelli. Era una zona dai profili irregolari dalla quale sembrava che si fossero staccate delle schegge di bitume: più che un difetto di fabbricazione sembrava il danno di una manovra maldestra vicino a uno scoglio non visto. Funes scostò un ciuffo d’alga dal viso e accostò alla nave il trapano a succhiello che aveva portato con sé. Una volta creato un piccolo foro, allargarlo sarebbe stato più semplice.
Non avrebbe mai saputo come quella missione potesse essere compiuta con la sola foza bruta. Per il quasi studioso Funes Ireney era l’osservazione la chiave di tutto.


Corpo: 100% - 5% = 95%
Mente: 100%
Energia: 100% - 5% - 5% = 90%

CS: 0

Coltello: Riposto.

Abilità passive:
Diffidenza: razziale umana. 6 utilizzi rimasti
Conoscenza: talento Informatore livello I. 6 utilizzi rimasti
Smascherare: talento Informatore livello I. 6 utilizzi rimasti
Investigare: talento Informatore livello II. 5 utilizzi rimasti
Silenzio: pergamena Mago Studio Ingegnoso. 6 utilizzi rimasti

Tecniche attive:
возможность - opportunità. Abilità personale fisica: illusione sonora; potenza Bassa (energia)
небо - cielo. Abilità personale fisica: volo per due turni e aggiunta di due unità CS in Intelligenza alla riserva; potenza Media (Basso energia, Basso fisico)

Note:
Ecco la prima parte del piano. Funes ha istruito i nani a creare un diversivo (a cui aggiungo la tecnica di illusione sonora) per coprire i suoi movimenti, in special modo il rumore di lui che si getta in acqua. Dopo aver assunto una Gemma di apnea, i cui effetti sono validi per due turni, attivo la tecnica di volo per nuotare con la massima agevolezza e oltrepassare da sotto la nave fino ad arrivare allo scafo dell’Orca Nera. Qui utilizzo la passiva di investigazione per trovare un punto adatto per praticare un foro nello scafo e utilizzo allo scopo il trapano a succhiello descritto nel primo post.

EDIT: sistemata la grafica.


Edited by Palantír - 22/4/2015, 18:20
 
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Lindow
view post Posted on 27/4/2015, 16:04




« deniz »
second phase

il contrabbandiere
pov: Kugnar

« Bok! » imprecò alzando in aria entrambe le braccia; tra tutte le rogne che potessero capitargli, questa era di certo una delle peggiori. « Proprio una situazione di merda. »
E mentre inveiva contro la madre e le sorelle di quel farabutto, le sue gambe si muovevano rapidamente sulla pavimentazione dell'Orca Nera e i suoi occhi speravano di incrociare il più presto possibile quelli del resto della ciurma. « Fanculo », borbottava nervosamente « vuoi scolarti un po' di birra in santa pace e inizia il finimondo. » si lamentò ancora mentre con un colpo secco aprì la porta in legno che lo separava dal ponte. Lo avrebbero sentito, eccome se lo avrebbero sentito! Non era di certo il suo compito quello della vedetta, e che il mare se lo fosse portato via se quello che aveva visto non era il frutto di una sua allucinazione. « No » sussurrò appena; era tutto vero: qualcuno voleva farli fuori. Giunto sul posto, il nano notò diversi volti nuovi e la sua mente non impiegò molto a fare due più due. Ma prima ancora di iniziare a fare domande, trovò opportuno dover avvisare tutti nel modo più semplice e immediato possibile:

« QUALCUNO STA CERCANDO DI AFFONDARE LA NAVE! »

In una manciata di secondi aveva attirato su di sé l'attenzione dell'intero equipaggio, perlomeno si era evitato di dover convincere tutti del non aver raccontato una balla. Il primo a muoversi fu il giovane mercenario ingaggiato da Averno che, nel giro di un paio di secondi, aveva tirato fuori la propria spada insieme a uno sguardo che non prometteva nulla di buono. « Uno stronzo sta facendo un buco nella stiva! » proseguì imperterrito puntando l'indice verso il basso. « Abbiamo capito. Ora lasciate fare a noi. » replicò con la spocchiosa altezzosità che contraddistingueva tutti i viscidi damerini di Dortan. Sperava solo che fossero buoni con i fatti almeno la metà di quanto lo fossero con la lingua. L'Arconte giunse le proprie mani come in preghiera, e Kugnar non si capacitava di come potessero ogni volta effettuare rituali del genere. « ἀσπίς » recitò con un filo di voce mentre un fumo appena visibile scendeva dalle dita del Corvo per insinuarsi in ogni punto della nave con una velocità disarmante. La magia attraversò il legno e impregnò le vele, ma soprattutto parve divertire lo sgherro di Averno.
Ora ne aveva quasi la certezza: quei figli di puttana avevano commesso il più grande sbaglio della loro vita.

il corvo nero
pov: Samath Eden

« È triste dover assumere che avete a che fare con questo spiacevole inconveniente. » ammise il capitano piegando leggermente il collo verso destra. « Volevo dimostrarvi la nostra ospitalità, ma voi l'avete presa e gettata nel mare e un vostro compagno sembra volerci fare la stessa fine. » proseguì guardando i naufraghi uno alla volta. « Sono deluso, amareggiato e piuttosto arrabbiato. »
Ad un tratto, come se fosse stata pronunciata una sentenza di morte, tutti i contrabbandieri dell'Orca Nera sfoderarono le proprie armi; pugnali, sciabole e moschetti che si sarebbero potuti abbattere contro il nemico in una tempesta di acciaio e polvere da sparo. Di fronte a questa manifestazione di forza, Samath non poté che sorridere di gusto. Erano sciacalli che si approfittavano della bontà altrui; i traditori erano coloro che facevano del male nel peggiore dei modi. Non si sarebbe trattenuto né avrebbe ritratto la lama guardando i loro corpi martoriati e ascoltando i loro pianti d'agonia. Uomini come loro non meritavano di essere salvati. Uomini come loro meritavano solo la morte.
Era disgustato dall'aver provato pietà per loro anche se per poco.
Ma ancor di più, era desideroso di vederli rantolare al suolo.

RC22u65

« Arrendetevi, e forse il capitano avrà misericordia di voi. » asserì sprezzante nella direzione dei finti disperati.
No, quando avrebbero scovato il codardo che stava causando tutti quei problemi lo avrebbero ucciso insieme a tutti gli altri, era la punizione che si più si confaceva al crimine da loro commesso. Indegni del suo perdono sarebbero capitolati e magari, negli ultimi atti della loro sporca esistenza, avrebbero compreso l'empietà delle loro azioni. « Aye, adesso ci racconterete come vi è venuta questa idea e poi non vi farete più vedere. Ma, provate anche solo a fare una cazzata e ve ne pentirete; non vi permetterò di abusare della nostra pazienza. » il capitano mise in chiaro le posizioni, d'altronde quel gruppo sparuto non aveva possibilità contro di loro e rimarcare un vantaggio non era mai una cattiva idea. La forza della paura, da sola, era in grado di annientare risolutezza e determinazione. « E tu, che sembri amare il nascondino, faresti meglio a venire fuori subito se non vuoi che capitino delle ripercussioni! » sentenziò Ridwan con la durezza di chi non ammette ulteriori intransigenze. Già, la paura era il miglior deterrente per sottomettere la malvagità sul nascere e dimostrare la propria supremazia. Per portare la luce era impossibile evitare l'utilizzo di ciò che il buon senso dichiarava sbagliato. Il bene doveva essere nel suo perseguimento tanto implacabile quanto lo era il male.

Samath Eden
the chosen one

JWV8Gz0


B: 5% - M: 10% - A: 20% - C: 40%


Stato
Energetico: 75%
Fisico: 65% (75-10)
Mentale: 140% (150-10)
Nave: 90% (100-10)
Equipaggiamento
Spada in ferro.
Armatura in ferro priva di elmo.
Passive utilizzate
Messenger of Himself: Samath può far sì che un gesto, un avvenimento o un essere vivente si tramutino in un pericolo per il proprio interlocutore. (Utilizzi: 5/6)
Attive utilizzate
Slot Speciale I: Tecnica difensiva di natura magica. Consumo: medio energetico; potenza: media. La tecnica causa una difesa da tutti gli attacchi non tecnica per due turni.

Slot Speciale II: Tecnica offensiva di natura psionica. Consumo: medio psionico; potenza: media. Danno: medio psionico. La tecnica causa un danno psionico nella forma della paura nei confronti nel caster.
Note
Bok: merda.
ἀσπίς: scudo.

Per cominciare voglio complimentarmi con te per l'offensiva ideata, mi hai fatto pensare a lungo a come rispondere e questo è un bene, visto che si crea un po' di sana competizione. Esattamente come traspare dal post, il mio personaggio è una figura passiva dal punto di vista tecnico, infatti il contrattacco viene imbastito dalle azioni di Averno e Ridwan. Il primo si preoccupa di irrobustire magicamente la nave, rendendola di fatto inattaccabile con l'ausilio di soli attacchi fisici per due turni. Il capitano, dal canto suo, utilizza una psionica media per indurti, tramite la paura, a desistere dal continuare a danneggiare la nave. Infine, la passiva di Samath non fa che accentuare le parole del capitano; di fatto faccio sì che Ridwan sia temuto ancora di più.

edit: aggiunti i consumi al seguito di una delucidazione.


Edited by Lindow - 28/4/2015, 06:59
 
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Palantír
view post Posted on 30/4/2015, 16:19




Il pauroso

Quante volte sui libri di storia e leggende si narra di eroi “senza paura”? Di guerrieri dalla volontà indomita che prendevano sulle loro spalle le sorti del mondo intero e le cambiavano senza alcun timore che forze avverse potessero rivoltarsi loro contro e soverchiarli? Molti avranno di certo sentito parlare del Re che non perde mai e delle sue crociate compiute per il solo gusto di dimostrare di essere il più forte; dei sette Guitti del Dortan e di quanto fieramente impugnassero le loro armi per i soldi del miglior offerente o semplicemente per il gusto di lasciar trionfare le forze del caos; di Shakan il fantasma, colui che non esitò a sacrificarsi per lasciar risorgere la sua città di Lithien, a lungo prostrata da una maledizione antica.
Anche Funes ricordava ogni nome di impavido, e quando l’ondata mentale lo travolse mille storie di coraggio gli si dipanarono in un istante nella mente, come ad accusarlo o a prendersi gioco di lui. Non era un eroe, era un vagabondo scappato prima alla famiglia e poi alla sua città natale per sopravvivere.
E aveva paura.
Un brivido gli insegnò dolorosamente quanto l’acqua dell’oceano fosse fredda anche nel più torrido giorno d’estate, e lo spinse a guardare verso l’aureola distorta di luce azzurra in alto. Qualcuno lo stava chiamando: non ne sentiva le parole ma quel senso di urgenza che improvvisamente aveva addosso lo strattonava come un guinzaglio. Doveva assolutamente mostrarsi, ne era sicuro, altrimenti la ciurma dei nani sarebbe stata spacciata e lui con essa. E il pensiero della solitudine su un relitto in mare, di un’agonia da naufrago in preda alla colpa di esser stato la causa della morte del resto dell’equipaggio fu quasi più terribile di quello di essere passato a fil di spada.
La mente era offuscata dalla paura e dal principio di uno dei soliti attacchi di emicrania, ma il corpo reagiva ancora agli effetti della droga. Scalciò l’acqua proiettandosi verso l’alto, quasi volando nel vento freddo che gli incollò addosso i vestiti gelati, fino ad atterrare sul ponte del brigantino. Cercò di rimanere saldo sui propri piedi, ma lo sforzo appena compiuto lo fece quasi cadere in ginocchio.

« Fermi. Sono… sono io quello che cercate. »

La sua voce fu insospettabilmente calma, per uno che stava sull’orlo del baratro. Cercò di mettere a fuoco i volti che gli si rivolsero contro: il Corvo che doveva eliminare, l’albino che sembrava una sua guardia del corpo, il terribile capitano calamitarono la sua attenzione rispetto al resto di briganti che gli puntavano contro le loro armi.
Tremante, alzò le mani in segno di resa.
Adesso poteva solo sperare.
___________________________________

Il veterano

sJWXWGs


« Aye, adesso ci racconterete come vi è venuta questa idea e poi non vi farete più vedere. Ma, provate anche solo a fare una cazzata e ve ne pentirete; non vi permetterò di abusare della nostra pazienza. »

Húziar fece un passo avanti e sputò in mare. Ignorò le parole di tutti se non del capitano, l’unico che per le leggi del mare poteva considerare suo pari in mezzo a tutto il resto della feccia. Soprattutto il mingherlino che era stato convinto a portarsi appresso, e che sperava che l’oceano si volesse portar via una buona volta. Era stato lui a creare quel piano senza capo nè coda, a farsi amici quei buoni a nulla della ciurma e a gettarli in pasto al Corvo e a chi lo stava trasportando. Sul Flagello dei Kraken una follia del genere non sarebbe successa. Quelli alti portavano malasorte a bordo, e tutti gli umani catturati durante una sortita erano o uccisi o rivenduti come schiavi appena possibile.
E a proposito del Flagello dei Kraken…

« Per la barba dell’Ammiraglio, kardeş, già ti sei dimenticato? »

Squadrò il capitano. Quelle cicatrici sulla fronte e fra le ciocche arse della barba avrebbe potuto riconoscerle dappertutto. Se quel ratto di sentina non sapeva riconoscere un ex compagno solo perché i decenni trascorsi erano stati poco clementi con i suoi capelli, Huziar il Narvalo aveva buona memoria. Gli sembrava che fosse passato solo qualche giorno da quando lui e l’altro nano lavavano il ponte del Flagello. Gran galea, quella. I mercantili cambiavano rotta al solo vederla da lontano, le altre navi pirata si univano alla sua flotta o venivano affondate. Il solo nome dei “pirati squalo” era motivo di terrore negli isolani. Perfino essere il più umile mozzo della nave ammiraglia era un punto d’orgoglio per un uomo di mare, e così era per Húziar e Ridwan. Giovani marinai con le tasche vuote e la testa piena di sogni che volevano un giorno diventare capitani e che, dopo che gli altri Squali si furono divorati l’un l’altro per spartirsi l’ennesimo bottino, avevano deciso di andarsene ognuno per la propria strada di mercenario e contrabbandiere.
Forse se le cose fossero andate diversamente in quel momento sarebbe stato seduto con lui al tavolo di un’osteria, a farsi una scorpacciata di calamari fritti affogandosi di birra mentre rievocavano i ricordi di gioventù. Ma il mare era stronzo, e ciò che creava lo reclamava sempre indietro. Anche le amicizie. Ora Ridwan era solo un ostacolo davanti al suo obiettivo, e non avrebbe avuto pietà né di lui né di chiunque non si fosse arreso, Húziar ne era convinto.

« Fermi. Sono… sono io quello che cercate. »

La voce del pivello raggiunse il gruppo da oltre la nave. Non avrebbe davvero voluto arrendersi? Il capitano lo guardò alzare le mani, segno di resa in tutte le lingue, e si passò una mano sulla fronte. Com’era possibile trovare tanta idiozia raccolta in un’unica persona?
Poi vide la biglia che fuoriusciva dalla manica del ragazzo e la nube che si sprigionò una volta che si infranse per terra, e capì.

« Ai posti di combattimento, cani! Tingiamo l’acqua di rosso! »

Da giovane, Húziar si era guadagnato il soprannome di Narvalo quando affondò una goletta nemica tuffandosi e spaccandone la chiglia con un potente colpo di arpione. Un’impresa così folle da essere cantata per anni nelle taverne della costa, però, purtroppo può riuscire solo una volta nella vita, e già in quel caso ci si deve ritenere fortunati. Ma il nano si era affezionato al titolo che gli avevano affibbiato: così, quando diventò capitano della sua prima nave pirata, studiò un meccanismo che potesse almeno fargli vivere un ricordo della vecchia gloria, e continuò ad pplicarlo ad ogni nave che conquistava finché anche il nome del Narvalo non fu sinonimo di morte per gli uomini di mare. Vi era un alloggio segreto nella fiancata della Culona sotto il pelo dell’acqua, un congegno a molla che poteva sparare un pesante arpione di quercia e acciaio nel ventre della nave avversaria, collegato a una leva vicino al timone. Approfittando del diversivo di Nuts, corse al timone e azionò il meccanismo. Si volse verso quello che un tempo era suo amico e gli lanciò un grido.

« Questo è in ricordo dei vecchi tempi, kardeş! »

Poco gli importava che lo smilzo se ne fosse scappato arrampicandosi sul sartiame come una scimmia. Se fosse schiattato in mare la ricompensa sarebbe stata divisa in meno parti, quindi tanto di guadagnato. Certo, gli anni d’oro della sua carriera da pirata erano finiti, ma il capitano Húziar sapeva ancora divertirsi quando ce n’era occasione.



Corpo: 95%
Mente: 100% - 10% - 10% = 80%
Energia: 90% - 5% = 85%

CS: 0

Coltello: Riposto.

Abilità passive:
Diffidenza: razziale umana. 3 utilizzi rimasti
Conoscenza: talento Informatore livello I. 6 utilizzi rimasti
Smascherare: talento Informatore livello I. 6 utilizzi rimasti
Investigare: talento Informatore livello II. 5 utilizzi rimasti
Silenzio: pergamena Mago Studio Ingegnoso. 3 utilizzi rimasti

Tecniche attive:
возможность - opportunità. Abilità personale fisica: illusione sonora; potenza Bassa (energia)
Narvalo. Slot speciale: Funes fa capire al capitano di agire, e questi scaglia un arpione subacqueo contro la nave avversaria; potenza Media (mente, per lo sforzo che fa Funes nel far capire il segnale a Húziar)

небо - cielo. Abilità personale fisica: volo per due turni e aggiunta di due unità CS in Intelligenza alla riserva; potenza Media (Secondo turno)

Note:
Complimenti a te per la risposta! Non è stato facile pensare a una nuova strategia. E inoltre grazie di avermi permesso di scrivere del background comune dei due capitani.
Credo di dovere un chiarimento circa il post precedente. La possibilità di nuotare agevolmente viene data dall’aver speso i due punti CS in Intelligenza guadagnati grazie alla tecnica “cielo” per razionalizzare la tecnica del nuoto rispetto all’anatomia (come credo di aver fatto capire nel post), infatti ho segnato zero CS nello specchietto. La possibilità di volare semplicemente agevolava il movimento in acqua senza farlo dipendere totalmente dai muscoli, ma era un “di più”.

Nel turno corrente, invece, Funes subisce la tecnica di paura e comincia a preoccuparsi più del necessario e a subire mal di testa, per cui si sente costretto a palesarsi per timore di ritorsioni. Dopo aver messo a fuoco i presenti usando le passive di Diffidenza e Studio accurato per Averno, Ridwan e Samath (tre usi ciascuna) alza le mani e chiama gli avversari (illusione sonora), lasciando scivolare una Biglia stordente dalla manica verso il gruppo avversario per poi arrampicarsi velocemente (utilizzo ancora la capacità di volo) sull’alberatura.
Approfittando del diversivo, nel secondo paragrafo il capitano Húziar aziona l’arma segreta della Culona di zar: un arpione subacqueo di potenza Media sparato verso l’Orca nera.

Per chi se lo stesse chiedendo, kardeş significa "fratello" in turco, a cui ho assimilato la lingua del mare.
 
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Lindow
view post Posted on 5/5/2015, 15:47




« deniz »
third phase

Tap tap tap. L'accolito batteva nervosamente le dita contro il gambale metallico; contava i secondi che passavano e teneva il suo corpo occupato, inoltre il suono che ne scaturiva era anche gradevole. In quello scontro continuo tra carne e ferro c'era ben più di ciò che appariva come un semplice gesticolare privo di senso. E pensava a come si sarebbe potuta concludere quella vicenda, il sangue era il fattore comune e l'interrogativo trovava la risposta nella brutale semplicità della natura stessa: il più adatto avrebbe vinto. E lui doveva vincere per evitare che altri avessero perso, per distruggere ogni concetto riguardante un modo di vivere che si confaceva a delle bestie piuttosto che a degli uomini. Avrebbe calpestato ogni sogno egoistico e proseguito il suo cammino sulla strada dei cadaveri che continuavano ad ammassarsi ai suoi piedi. Nessuno poteva opporsi alla sua opera salvifica, soprattutto quando ad essergli avversi erano degli assassini vili e bugiardi. Li avrebbe spazzati via e si sarebbe nutrito di ogni urlo d'agonia proveniente dalle loro sporche bocche, perché morire nella propria miseria era l'unico epilogo che i suoi antagonisti meritavano. Tap tap tap.

Infine, l'individuo che aveva provocato il buco nello scafo decise di mostrarsi. Era giovane come lui, e allo stesso modo di Samath combatteva una guerra in nome di qualcosa, forse quello del denaro o della fama come molti altri, frivoli, uomini. Era giovane, ma la sua resa gli fece comprendere che non peccava affatto di saggezza. La conferma arrivò quando un oggetto fatto cadere dal sabotatore si infranse a contatto con il legno della nave, rilasciando una foschia violacea. Per un paio di secondi tutto il mondo gli sembrò contorcersi su se stesso, era come se qualcosa lo avesse colpito con forza alla testa, una sensazione fin troppo soffocante. Combattere o morire con le armi in pugno; avevano scelto di percorrere questo sentiero pur sapendo a cosa sarebbero potuti andare incontro.
Le trattative erano concluse, ora non restava che suggellare la promessa che era stata loro fatta con il sangue.

« Hùziar? Sei davvero tu, kard -- » la voce del capitano che era amarezza e sorpresa al tempo stesso venne troncata da un boato unito a un forte tremore. « Cazzo, la nave! » imprecò quel nano durante l'impatto, cadendo in avanti e aggrappandosi al parapetto. Non andava per nulla bene, ma di certo questo era il momento meno adatto per piangersi addosso; la nave si poteva riparare, ma le vite non andavano gettate in pasto al terrore. « Tra tutti, dovevi essere proprio tu?! » esclamò il capitano paonazzo, ma in quegli occhi lucidi vedeva anche l'eccitazione che può scaturire solo in chi vive una vita simile. Avrebbe voluto abbracciarlo e accoltellarlo, Samath ne aveva la certezza. Che orribile modo per dirsi addio.
« Uomini, con me! Ancora una volta come ai vecchi tempi kardeş »

Era triste, ma dietro quelle urla dovevano celarsi momenti di fratellanza che appartenevano solo a chi riusciva a costruire dei legami con altri al di fuori di loro stessi. Samath, che era nato come uno sbaglio e cresciuto in virtù dell'unico scopo che potesse assolvere - ovvero uccidere - riusciva a comprendere più di tutti l'infelicità di quella battaglia. Era il paradosso di chi non possedeva nulla, tuttavia bramava così tanto qualcosa a tal punto dal galvanizzarne l'esistenza. Per un mendicante un tozzo di pane rancido sarebbe stato tutto men che disgustoso, come invece avrebbero asserito i nobili al sol vederlo. Oltretutto, chi non aveva nulla avrebbe lottato per i diritti di coloro che versavano nelle sue stesse condizioni, perché sapeva quanto facesse male quella privazione. Analogamente Samath, che nonostante tutto disprezzava entrambi i capitani, non poteva che essere dispiaciuto da un simile risvolto. Malgrado ciò, avrebbe fatto il suo dovere, epurando il mondo dai nemici del Dicastèrio. Per i suoi, presto sarebbe venuto il tempo. « Preparati a capitolare. » dichiarò voltandosi verso il rosso che, sfruttando la confusione, era riuscito a scappare fin sopra l'albero. Che inguaribile codardo, chissà cosa avrebbe fatto di fronte a una morte incombente? L'albino, ansioso di scoprirlo, indietreggiò di un passo e inarcò schiena e braccio nei limiti concessi dall'armatura. Uno scatto, un rapidissimo movimento dell'avambraccio che avrebbe dovuto far presagire il lancio della spada nella direzione dell'avversario: una finta. Quello era il frangente migliore per attaccare e schiacciare quell'insetto che nel tentativo di trovare una via di fuga si era buttato nella più mortale delle trappole.

fH65MII

« Cadi. » sussurrò, imperioso. Avrebbe riversato tutto il suo potere con la forza di un fiume in piena, cosicché egli potesse divenire lo spettatore della manifestazione divina che Samath rappresentava, o meglio, sarebbe stato indotto ad assistere ad essa. Una morte psicologica poteva essere molto più travagliata e oscura di un decesso corporale; il puro sorrise al pensiero. Tuttavia voleva avere la certezza di ucciderlo sul posto, per questo concentrò una seconda malia e la scagliò subito dopo la prima, cercando di maledire l'anima e la mente della sua vittima. Avrebbe aggiunto che ora quel miserabile era suo, ma trovava una simile affermazione ridondante e intrisa di boria. Troppo, persino per lui.

Samath Eden
the chosen one

JWV8Gz0


B: 5% - M: 10% - A: 20% - C: 40%


Stato
Energetico: 75%
Fisico: 65%
Mentale: 120% (140-10-10)
Nave: 80% (90-10)
Equipaggiamento
Spada in ferro.
Armatura in ferro priva di elmo.
Passive utilizzate
Messenger of Himself: Samath può far sì che un gesto, un avvenimento o un essere vivente si tramutino in un pericolo per il proprio interlocutore. (Utilizzi: 4/6)

Willpower: Le tecniche di natura psionica inflitte da Samath andranno considerate di un livello superiore. Le tecniche di natura fisica inflitte a Samath andranno considerate di un livello superiore. (Utilizzi 5/6)
Attive utilizzate
Messiah Complex: Tecnica offensiva di natura psionica. Consumo: variabile psionico; potenza: variabile. Danno: variabile psionico. La tecnica causa un danno psionico che fa credere alla vittima di essere una creatura sovrannaturale, provocando sconforto.

Everybody's Misery: Tecnica offensiva di natura psionica. Consumo: medio psionico; potenza: media. Danno: basso psionico. Riduce la riserva dell'avversario di 2 CS. La tecnica causa un danno psionico che si manifesta come un dolore molto forte.
Note
Il mio personaggio finge di lanciare la propria spada contro Funes, e sfrutta il momento successivo per utilizzare Messiah Complex e Everybody's Misery, la prima viene scagliata con un consumo medio. Tuttavia, a causa della seconda passiva, entrambe le tecniche aumentano di un livello, quindi un danno alto e uno medio psionico. L'altra passiva, invece, serve per far sì che Funes veda Samath come un pericolo.

A te la tastiera! :v:

edit: corretti alcuni errori.


Edited by Lindow - 5/5/2015, 19:57
 
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Palantír
view post Posted on 6/5/2015, 23:42





Lo schianto dello scafo che veniva sventrato dall’arpione fece ondeggiare pericolosamente l’alberatura dell’Orca, tanto che Funes dovette aggrapparsi braccia e gambe ad albero e sartiame per non venirne sbalzato fuori. Aveva sentito i capitani berciare in un idioma bastardo a metà fra il Comune e il gergo rauco della gente di mare; gli sembrò di capire che i due si conoscessero da lungo tempo, che si chiamassero “fratello” l’un altro. Ma in fondo la cosa era abbastanza marginale per lui in quel momento. Fratelli o no, doveva sbarazzarsi di quel maledetto corvo una volta per tutte e tornare a intascare la sua ricompensa.
Fu allora che si rese conto di aver sottovalutato la persona più pericolosa di quella nave.

« Cadi. »



Bastò quel sussurro a farlo girare verso l’albino, che fino ad allora era rimasto in silenzio e senza sfoderare le armi.

No…

Come se la sua presenza fosse ingigantita rispetto a tutto il resto, la figura ammantata di nerooccupò tutto il campo visivo di Funes, che ne notò in un attimo ogni dettaglio con raccapriccio mentre un nodo gli stringeva lo stomaco.

Quegli occhi!

Neri nel bianco livido del viso, lo fissavano. Pozzi infiniti di nulla nei quali ogni speranza poteva essere risucchiata via. Cadi, dicevano. Ma come poteva obbedire a quel terribile invito, se scendere equivaleva buttarsi in pasto a un simile mostro? No, non poteva, non poteva!
Il dolore al capo lo abbagliò, il mare esplose di luce. Sentì un calore improvviso fra le gambe, ma non si rese nemmeno conto di essersela fatta sotto. L’unica cosa che poteva fare era stringere il legno con tutto se stesso per non cadere, per non morire!

« Lascia stare mio fratello, pislik! »

Una voce da lontano lo riscosse. Non sapeva quanto tempo fosse passato, se minuti, giorni o anni. Si accorse di avere gli occhi chiusi, e realizzò che poteva aprirli senza che l’albino lo fulminasse all’istante. E vide le due navi sotto di sé, e la battaglia ferma: il Corvo, proprio l’uomo per il quale tutti in quel tratto sperduto di mare stavano rischiando la vita, era in piedi accanto al parapetto, una lama alla gola.

« Un altro trucchetto e vedrai che invocare Caino non basterà a salvare il suo leccapiedi! »

Shafér era un maestro negli attacchi a sorpresa. Funes doveva certo aspettarselo, dato il tempismo delle sue battute a effetto spuntando dal nulla. Il suo solo intervento poteva mettere in scacco l’intera nave, bastava un passo falso e qualcuno avrebbe perso la vita. Il rosso di Taanach poteva solo sperare che a farlo fosse la persona giusta.
Il coraggio del compagno in qualche modo attenuò il terrore: subito Funes lasciò una mano dall’albero cui si stringeva e cercò febbrilmente nella tasca fino a trovare una fiala. La trasse fuori, la stappò con uno scatto del pollice e ne bevve il contenuto.
Oblio. Così nauseabondo il sapore, così gradito l’effetto. Sentì le pulsazioni dolorose alla testa diminuire di intensità, il pensiero tornare più coerente. Tornò a guardare la guardia del corpo del Corvo, cercando di non incrociarne gli occhi. Era sempre temibile, troppo per essere lasciato in vita. E in quel momento l’unica cosa che poteva fare era approfittare della distrazione creata da Shafér.

Si slanciò verso l’albino, flettendo i muscoli per attutire l’impatto con il ponte. Per non farsi male dovette rotolare una, due volte. Impugnò il coltello, la cui lama scivolò fuori silenziosamente. L’acciaio saettò tre volte, verso il viso, l’arma e l’armatura. Quasi si soffermò a chiedersi se anche il sangue di un albino fosse colorato di rosa tenue, ma la paura lo portò a indietreggiare di corsa.
Mise un piede in fallo, per poco non cadde. Si girò, dietro di lui una scala nel buio. Sottocoperta. Non indugiò oltre, e scese immergendosi nell’acqua salmastra fino alle caviglie per completare l’opera che aveva iniziato.



Corpo: 95% - 10% =85%
Mente: 80% - 20% - 10% = 50%
Energia: 85% - 20% = 85%

CS: +4 -1 -3 = 0 (intelligenza)

Coltello: Impugnato.

Abilità passive:
Diffidenza: razziale umana. 3 utilizzi rimasti
Conoscenza: talento Informatore livello I. 6 utilizzi rimasti
Smascherare: talento Informatore livello I. 6 utilizzi rimasti
Investigare: talento Informatore livello II. 5 utilizzi rimasti
Poliglotta: talento Informatore livello II. 5 utilizzi rimasti
Silenzio: pergamena Mago Studio Ingegnoso. 3 utilizzi rimasti

Tecniche attive:
возможность - opportunità. Abilità personale fisica: Danno basso a due oggetti di equipaggiamento più danno Medio fisico; potenza Alta (energia)
Ostaggio. Slot speciale: Shafér immobilizza un avversario per due turni; potenza complessiva Media, Bassa per turno (corpo)

Note:
Non avendo difese psioniche non posso fare altro che incassare gli attacchi (le CS restano a zero); interpreto il senso di pericolo che viene da Samath come qualcosa che contraddice il “cadi” che questi sussurra a Funes; Shafér vede il compagno in pericolo e cerca quindi di prendere in ostaggio Averno. Approfittando della distrazione Funes prende un corallo e porta a 4 la riserva di CS in Intelligenza; riesce a razionalizzare la paura pur continuando a subirla e quindi si lancia verso Samath spendendo un punto CS per non farsi male atterrando con i muscoli flessi e rotolando. Poi usa sull’albino una tecnica offensiva fisica che attacca corpo, armatura e spada (non sono sicuro se per la tua passiva la tech salga di livello, lascio a te deciderlo). Infine si dirige verso la stiva e usa gli ultimi tre punti CS per trovare il foro aperto con il trapano e allargarlo per far imbarcare più acqua alla nave. Non ho aggiunto questo dettaglio al post per non appesantire la narrazione. Preferisco un post più corto ad uno con un finale "appeso" in cui la tensione si stempera :/
A te!

P. S. L'utilizzo della passiva "poliglotta" serve per capire le parole straniere pronunciate dai nani.
P. S. "pislik" significa "stronzo" :asd:
 
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Lindow
view post Posted on 10/5/2015, 15:28




« deniz »
fourth phase

Era un mosaico perfetto. Il rumore di uno sparo, quello di un corpo che cadeva in mare, il lamento di chi era stato colpito. Suoni e azioni si mescolavano tra loro per dar vita a quella battaglia che non sarebbe mai stata ricordata né compianta, perché in fondo a essere degna di memoria era la vittoria del re e non il sacrificio del pedone. Difatti questo non era che il risultato di un modo di vivere che comportava la costante abnegazione per il compiacimento degli altri, e in ciò l'autodistruzione rappresentava un passaggio fondamentale. Ma lui era diverso, non reggeva la fede come uno scudo dietro il quale nascondersi - e morire -, al contrario la brandiva come una spada da riporre qualora non fosse più necessaria. E in questo momento, la lama del giudizio era diretta verso l'ennesimo nemico di ciò che essa costituiva: l'ordine. Il ragazzino stava partecipando consapevolmente a quell'atto di pirateria, e il terrore che gli aveva indotto a provare non sarebbe stato che l'inizio del suo calvario. La lex talionis si rivelava quasi sempre la risposta più adeguata per far fronte alle ingiustizie, la sua elementarità si poteva riassumere in: "non fare del male se non ne vuoi ricevere altrettanto".
Si apprestò a concludere l'opera rimasta a metà, ma proprio in quel momento una voce diversa da tutte quelle che conosceva lo riportò alla realtà. Una realtà dove l'onore non aveva modo di esistere e ogni mezzo veniva utilizzato per far soccombere il proprio nemico. Averno era stato catturato; un nano aveva la sua vita nelle sue mani, letteralmente. Uno scenario triste, senza alcuna ombra di dubbio; qualsiasi mossa falsa sarebbe equivalsa a condannare l'Arconte, ma allo stesso tempo assecondare l'aguzzino sottintendeva la disfatta dell'intera nave.

« Come vuoi. » asserì, indifferente. Alzò lo sguardo e non trovò il rosso dov'era prima, prevedibile considerata la sua perseveranza nel dargli fastidio come un piccolo e inafferrabile insetto. « Anche se devo ammettere che sei un pessimo negoziatore; la diplomazia si è conclusa nel momento in cui avete arbitrariamente deciso di eliminarci. Ora potete solo morire. » proseguì, guardando anche Averno. « N-no! » riuscì a replicare l'Arconte, spaventato dalla morte incombente. Rivide nei suoi occhi terrorizzati quelli della prostituta a Basiledra un istante prima che il mercenario le strappasse la vita con le sue lame d'aria. Per volare più alto, la mongolfiera doveva gettare via le zavorre che si portava dietro; la metafora calzava a pennello. E Samath fece la sua scelta. E nel medesimo istante il rosso si avventò verso di lui. E Averno scomparve dalla sfera dei suoi pensieri, divenendo un pezzo nero in quel mosaico. Nero come la notte e le tenebre che nascevano alla sua venuta, come lo scudo che prontamente si frapponeva tra lui e il suo avversario. Il coltello si scontrò più volte con il prodotto di materia oscura producendo uno stridio metallico. La terza coltellata lo frantumò, ma il vigliacco stava già correndo dietro di lui, verso la stiva. Prima di seguire il rosso, degnò di un ultimo sguardo l'Arconte, cercando di infondergli un po' di conforto prima della morte.
Farlo morire senza patire eccessive pene, questo era il massimo che poteva fare per lui.

nxy35ul


Il vento soffiava, gli uomini gridavano. Le onde battevano, gli uomini morivano. Tutto si muoveva; tutto, presto, sarebbe finito.
Samath non correva, camminava rapidamente, e mentre il suo corpo si occupava del moto, la sua mente viaggiava verso la battaglia navale che si era lasciato alle spalle. Avevano più uomini e una nave migliore: non potevano essere sconfitti. L'altro umano però costituiva una minaccia di cui presto non ci si sarebbe dovuti preoccupare. E Averno, emblema del sacrificio necessario, se ne sarebbe andato insieme al giovane per il quale aveva perso la vita. Al termine di diverse decine di passi lo raggiunse, e lo vide intento a portare a termine l'obbiettivo che tanto teneva a cuore. « Non ti sei ancora arreso? » chiese, stringendo l'elsa della spada. Forse, sapendo di essere spacciato stava tentando di fare più danni possibili, sperando di portarsi dietro l'Orca Nera e il suo equipaggio. Quanto poteva essere stato avvelenato dalle sue stesse illusioni? « Non importa, mi sbarazzerò di te qui e ora. » aggiunse, puntando l'arma bianca di fronte a sé. Nello stesso momento, Samath rilasciò il proprio potere mentale, cercando di insinuarsi nuovamente tra le certezze del rosso, cercando di distruggerle e sparpagliarle nell'entropia che era l'insieme dei pensieri umani. Stava cercando di schiacciarlo sotto il peso della sua debolezza, creando allo stesso tempo una breccia nei suoi riflessi per permettere all'albino di finirlo.
Scattò impugnando la spada a due mani, un singolo affondo diretto al cuore per porre fine a questo scontro.

Samath Eden
the chosen one

JWV8Gz0


B: 5% - M: 10% - A: 20% - C: 40%


Stato
Energetico: 75%
Fisico: 65%
Mentale: 80% (120-20-20)
Nave: 60% (80-10-10)
Equipaggiamento
Spada in ferro.
Armatura in ferro priva di elmo.
Passive utilizzate
Messenger of Himself2: Samath è in grado di suscitare in chi lo circonda una sensazione di benessere spirituale. (Utilizzi: 5/6)
Attive utilizzate
Willpower2: Difensiva di natura psionica. Consumo: variabile psionico; potenza: variabile. Difesa: variabile fisica.

Messiah Complex: Tecnica offensiva di natura psionica. Consumo: variabile psionico; potenza: variabile. Danno: variabile psionico. La tecnica causa un danno psionico che fa credere alla vittima di essere una creatura sovrannaturale, provocando sconforto.
Note
Eh sì, il mio personaggio non si fa troppi scrupoli a lasciare Averno in balia di Shafér dato che sa bene che i suoi nemici non si fermeranno. Il mio pg si difende dall'attacco di Funes utilizzando un'abilità psionica per difendere il corpo inclusa in Willpower, dopodiché procede con l'inseguimento del rosso. Raggiunto l'avversario, utilizza Messiah Complex a consumo alto per stordirlo il tempo necessario per colpirlo al cuore con la sua spada, un attacco fisico a 0 CS. I danni non subiscono alterazioni dato che la passiva di raddoppio non è attiva in questo turno.

L'altra passiva del talento ammaliatore citata in Messenger of Himself non ha utilità ai fini del duello, serve solo a rendere un po' meno teso Averno, anche se non ha chissà quali effetti. Però il mio pg è "buono", quindi doveva farlo comunque.
 
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Palantír
view post Posted on 12/5/2015, 16:03






Odore di legno e di salsedine.
Rumore di acqua che sgorga.
Ogni passo nella penombra ovattata della stiva è un allontanarsi dalla battaglia, dal dolore, dal mostro. Quasi prova piacere a procedere a tentoni, a incespicare fra le casse fradice sballottate qua e là dalle onde. È un valzer lento in un salone buio quello che nasconde i rumori di una battaglia che Funes non vuole gli appartenga: egli vuole solo danzare.
Muove un passo: sente la spuma accarezzargli le caviglie senza farsi vedere.
Un altro: un abbraccio freddo gli stringe i polpacci.
Un oggetto portato dall’acqua gli colpisce leggermente la gamba, lui non si volta nemmeno a vedere cosa sia. Tuffa una mano sotto la superficie, ne passa le dita fra i vortici che non vede e rimane alcuni istanti ad assaporarne le sensazioni, dimentico di tutto. Quasi gli verrebbe da ridere se solo si ricordasse come si ride. Incespica, cade in avanti: l’urto alle ginocchia sboccia come un fiore di dolore sul suo corpo, ma anch’esso è gradito se distrae dai demoni che ti stanno facendo a pezzi il cervello con i loro coltellini sottili.
Anche il dolore è sinonimo di protezione, come l’acqua, come la penombra. È bello, e tanto gli basta. Cosa mai può esserci là fuori? Luce e paura, e il mostro. Funes sente che deve sopravvivere, non sa bene perché ma sente di doverlo fare, e sa che non ci riuscirà se il mostro lo dovesse trovare.
Un raggio colpisce il viso. No! La luce era nemica, lui doveva rimanere nascosto. Nell’acqua. Nel buio. Avanza sempre in ginocchio verso l’ombra. Non si rialza; al contrario, si accoccola sul pavimento, le gambe raccolte al torace, dondolandosi nella risacca, facendo del rollio della nave il suo unico mondo.

Un getto freddo. Più freddo dell’acqua, più forte delle onde. Si volta, sorpreso e infastidito. Ed è lì, a poche spanne dalla sua spalla, un foro dalla forma familiare. L’acqua del mare ne filtra in uno zampillo, e il ragazzo ricorda qualcosa di vago. Allargare la falla, affondare la nave. Parole indistinte che per lui non significano niente. Eppure, quasi senza pensarci si ritrova con il coltello in mano, che sbecca i bordi di legno del foro per far entrare più acqua, per nascondersi meglio. Sommerso dall’acqua e dall’ombra, farà perdere le sue tracce al mostro che non cadeva nemmeno sotto i colpi più potenti…

« Non ti sei ancora arreso? »

Quel suono, quelle parole. Quel fremito incontrollabile che lo riprende. Sussulta, e acqua salmastra gli riempie i polmoni, bruciando come fuoco. Una parte di lui si sente irrimediabilmente stupida perché non riesce a far altro che pensare che anche l’acqua è cattiva ora.
Si rialza tossendo e sputando, guarda verso la luce. E lo vede.
La gola gli vibra di un urlo di terrore. Acqua, rumore e luce si confondono; niente ha più senso.
Scappare, vivere. Lontano. Solo a questo riesce a pensare mentre la paura gli mette le ali ai piedi e lo fa muovere più veloce della spada.

« Va’ via, va’ via! »

Caracolla lontano, di nuovo nella luce e nel rumore. Cos’è buono? Cos’è cattivo? Non lo sa più.
Vede uomini che non conosce, nani che combattono altri nani, un uomo alto vestito di nero.
Nero… alto…

« Averno è magro e alto di statura, più di tanti altri Corvi. Per questo è facile da riconoscere. Come tutti quelli del suo ordine si veste sempre di scuro, e il suo naso a becco è così grosso che si potrebbe pensare che si debba girare a ogni soffio di vento come una banderuola! »

Gli tornano alla mente parole lontane, parole che sanno di birra di cattiva qualità in una locanda. Di un accordo che non ricorda.

« Imbarcati con la ciurma che troverai al porto di Foce Verde: loro sanno che rotta prendere per intercettare l’Orca Nera di ritorno dall’Akeran. Una volta trovata, affondala. Metti a tacere il Corvaccio nero una volta per tutte. »

Alto, magro. Nero. Quell’uomo è il Corvo! È colpa sua se ora lui è lì in balia del mostro! Colpa sua se i demoni gli mangiano la testa! Colpa sua, colpa sua!
L’urlo di terrore diventa urlo di rabbia. Barcolla in mezzo ai nani senza volto. Si avventa sul dannato pennuto. Il becco di fronte a lui si dimena, è orribile.

« Colpa tua! » gli urla negli occhi senza vederli, e la lama saetta una volta verso di loro.
« Colpa tua! » ripete, e la lama vibra di nuovo nella luce cattiva, verso la gola.

Non può più scappare dal mostro, non può più sperare. Può solo strappare le penne del Corvo una per una, perché è solo colpa sua. Solo sua! Non sente altro, non vede altro. Non bada che i nani - quegli stessi nani che aveva chiamato amici e che ora non riconosce più - si sono schierati di fronte a lui. Non capisce che qualcuno di loro lo sta tirando via, che gli sta urlando “vieni via, mastro Nuts! La nave è spacciata ormai!”. Sente uno strattone sotto le ascelle, un altro. Il mostro è arrivato a prenderlo.
Singhiozza, si lascia tirare e guarda un’ultima volta il cielo.


Corpo: 85%
Mente: 50% - 20% - 5% = 25%
Energia: 85% - 5% - 10% = 65%

CS: +4 -1 -3 = 0 (intelligenza)

Coltello: Impugnato.

Abilità passive:
Diffidenza: razziale umana. 3 utilizzi rimasti
Conoscenza: talento Informatore livello I. 6 utilizzi rimasti
Smascherare: talento Informatore livello I. 6 utilizzi rimasti
Investigare: talento Informatore livello II. 5 utilizzi rimasti
Poliglotta: talento Informatore livello II. 5 utilizzi rimasti
Silenzio: pergamena Mago Studio Ingegnoso. 3 utilizzi rimasti

Tecniche attive:
действие - azione. Abilità personale fisica: schivata di livello Basso e aumento delle CS di due unità all’Intelligenza; potenza Media (Basso energia, Basso mente)
Abilità personale fisica: aggiunta di due unità CS in Intelligenza alla riserva; tutte le CS di Funes dopo il power up saranno ripartite equamente tra Forza e Velocità per tornare alla ripartizione originaria al termine del turno successivo al lancio dell’abilità; potenza Media (energia)

Note:
Il post comincia con la descrizione dell’attacco alla nave nella stiva compiuto nel turno precedente. Il Ho voluto ricollegarmici per riuscire a rendere lo sprofondamento di Funes nella follia con il nuovo danno alla mente che lo porta a meno del trenta per cento. Come nel turno precedente, la mancanza totale di difese psioniche in scheda mi impedisce di difendermi dalla nuova bordata mentale di Samath, che adesso è visto come un male ineluttabile, come i mostri sotto il letto per i bambini.
Il colpo di spada viene evitato con una tech che oltre a una schivata di livello Basso aumenta le CS di 2; la successiva tecnica aumenta di altri 2 le CS e le trasforma in 2 alla forza e 2 alla velocità, a simboleggiare la razionalità di Funes che svanisce.
Usa una CS in Forza e una in velocità per attaccare Averno in punti vitali, ancora preda della costrizione dal turno precedente. Questo perché da stralci di ricordi identifica lui con il motivo per cui si trova in mare e il “mostro” lo sta uccidendo.
I nani della ciurma, dal canto loro, si frappongono fra lui e Samath mentre Shafér lo tira via per tornare sulla loro imbarcazione.
Comunque vada sono stato contento di questo duello atipico che mi ha fatto prendere confidenza col nuovo pg e mi ha fatto divertire molto nel’linterpretarlo. Vinca il migliore! *high five*
 
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Lindow
view post Posted on 17/5/2015, 14:58





tnub5HL


Già le vedeva.
Le cerimonie avvolte in quel velo di solenne afflizione, le preghiere e i commiati; l'uomo prostrato innanzi alla caduta di un altro e quell'organo che produce una melodia così triste. Lo omaggiano con canti e citazioni auliche, e visto da questa prospettiva il pensiero della morte non è più simile a una lama che pende sopra il collo del mortale. È tutto bellissimo, un dipinto che immortala l'ultima concessione dei vivi al loro fratello scomparso. Il funerale, filo conduttore tra morte e vita: un magnifico ricordo.
« Averno, oh Averno perché hai abbandonato questa terra troppo presto? »
E le voci così spezzate.
« E possa la sua anima trovare requie ai piedi del Sovrano. »
E le lacrime così amare.
« Ma dimmi Samath, come sarebbe morto Averno? »
« Come un eroe. »
E le menzogne così spontanee.

« in my name »
just another phase

Poi, il suono di un tessuto lacerato. Qualcosa passò da parte a parte il quadro, e spaccature si aprirono intorno a quella che appariva come la punta di un coltello. Già, la battaglia non era ancora finita e il coniglio aveva compreso che per sopravvivere doveva combattere come se fosse un leone. Ma ormai era troppo tardi; nessuna clemenza sarebbe stata concessa, nessuna seconda possibilità data. A coloro che utilizzavano le proprie mani per distruggere l'ordine andava riservato lo stesso, crudele, trattamento. Era pronto a finirlo, a trafiggere il suo cuore putrido e guardare la vita abbandonare il corpo in una pozza d'acqua salmastra e sangue. La lama saettò, tuttavia il rosso si mosse altrettanto rapidamente. Non aveva evitato solo l'acciaio; stava fuggendo, ancora. « Vile verme. » imprecò innervosito da quell'ulteriore dimostrazione di codardia. Corse dietro di lui, ma l'acqua e l'armatura lo appesantivano, rendendo necessario uno sforzo maggiore per ogni singolo movimento. Però non poteva assolutamente fermarsi; non l'avrebbe lasciato andare così. I passi pesanti, il respiro affannato e la pelle ricoperta di sudore, quello scontro lo stava logorando lentamente e pertanto andava concluso nell'immediato. Giunse sul ponte e trovò il caos. E li vide tutti consumarsi vicendevolmente in un furore animalesco. Era una macabra danza di corpi mutilati, ma in quell'inferno Samath prestò attenzione per solo due dannati: Averno e il suo nemico. L'Arconte era ancora vivo, stupida mossa il non averlo ucciso quando ne avevano avuto la possibilità. Il rosso si scagliò contro Averno in preda a un impeto furibondo, il pover'uomo socchiuse gli occhi perché sapeva di essere in procinto di morire. E il tempo in quelle minuscole frazioni di secondo parve congelarsi.

Con un singolo gesto, Samath avrebbe potuto scrivere una tragedia o dare a quella storia un epilogo trionfale. Aveva il destino nelle proprie mani e poteva scegliere se assistere allo svilupparsi degli eventi come un uomo o cambiarne la direzione come un Dio. E trovò talmente bello quell'atto, che non si sarebbe mai stancato di ricercare un simile piacere nel distruggere e rimettere insieme i pezzi. Lui era colui che avrebbe costruito il futuro e loro non erano che i mattoni di un palazzo da abbattere e sostituire. Arconti, contrabbandieri e mercenari; ciò che differenziava gli uni dagli altri era l'ordine in cui sarebbero periti in nome di un mondo in poteva esistere solo la luce dei giusti. Sì, Averno poteva ancora dargli qualcosa. No, per quel ragazzino che non accettava la sconfitta e batteva i piedi facendo solo rumore non ci sarebbe stato che dolore.
Era ora di tessere il fato.

Upna160

Il pugno che si schiude. Il ferro che si avvicina alla carne.
L'oscurità che rinnegando la propria natura si sublima nell'azione del salvare la vita altrui.
Uno scudo nero sul quale il coltello cozza due volte, un'egida eretta per impedire che l'alfiere venga divorato dal cavallo avversario.
Quel quadro che non ha più come protagonista il martirio di Averno,
ma l'eroismo di Samath.

« Non puoi sfuggirmi. » disse, rivolgendosi al sabotatore mentre gli altri nani gli sbarravano il cammino. Maledetti. Non riusciva a concentrarsi alla perfezione in quel pandemonio, tuttavia non era intenzionato a lasciarlo andare come se nulla fosse. Doveva ricordarsi di lui, di Samath e di come l'aveva portato sul ciglio del precipizio a un passo dalla caduta fatale. Avrebbe imparato a temere lui e coloro che seguiva, perché le bestie che si rifiutavano di ubbidire potevano essere educate solo in un modo. Raccolse le sue energie e le rese affilate come lame, mirando ai punti nevralgici della ragione per recidere i fili che, ora come ora, dovevano legare debolmente i suoi pensieri. Prima di infierire ulteriormente sulla sua psiche, Samath si chiese quanto profonde potessero essere le cicatrici dell'anima. Per un mondo migliore, questo e altro.

Samath Eden
the chosen one

JWV8Gz0


B: 5% - M: 10% - A: 20% - C: 40%


Stato
Energetico: 75%
Fisico: 65%
Mentale: 50% (80-10-20)
Nave: 40% (60-10-10)
Equipaggiamento
Spada in ferro.
Armatura in ferro priva di elmo.
Passive utilizzate
Messenger of Himself2: Samath è in grado di suscitare in chi lo circonda una sensazione di benessere spirituale. (Utilizzi: 5/6)
Attive utilizzate
Willpower2: Difensiva di natura psionica. Consumo: variabile psionico; potenza: variabile. Difesa: variabile fisica.

Messiah Complex: Tecnica offensiva di natura psionica. Consumo: variabile psionico; potenza: variabile. Danno: variabile psionico. La tecnica causa un danno psionico che fa credere alla vittima di essere una creatura sovrannaturale, provocando sconforto.
Note
L'ultimo post. ç_ç La dicitura "in my name" al posto di "deniz" sta a sottolineare che questa avventura stessa non è che parte di ciò che Samath a fatto e farà.

Premesso che mi sono divertito tantissimo nel giocare questo duello e il mio unico rimpianto è stato quello di non avere una buona pool di attacchi per diversificare i miei assalti. Seconda premessa: i danni alla nave di questo turno (e parte di quelli del precedente) sono attribuiti alla costante entrata d'acqua all'interno dell'imbarcazione che hanno comunque il loro impatto. La prima parte del post è relativa al fatto che Samath dava Averno per morto, essendo sceso ad affrontare nuovamente Funes mentre Shafér teneva fermo l'Arconte con un coltello alla gola. Deliri di onnipotenza a parte, il mio pg difende Averno con Willpower a consumo medio e contrattacca con Messiah Complex castata come un alto. On-gdr ho giustificato il fatto che la tecnica non è utilizzata a potenza critica in quanto Samath non è riuscito a concentrarsi appieno e il bersaglio era piuttosto distante.

Beh che dire, sei stato stato un ottimo avversario, spero di avere l'occasione di rivederti in altre scene - oltre Il passo del Peccatore :mke:
E ovviamente ringrazio lo staff per averci permesso di duellare in questo contesto fuori dall'ordinario. :sisi:
 
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view post Posted on 20/5/2015, 09:58
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Esperto
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Funes Ireney VS Samath Eden
il peccato originale

— deniz —

Palantir
Scrittura; voto: 6.75


   Una grammatica sostanzialmente corretta e una serie di idee interpretativamente interessanti ti garantiscono senza dubbio la sufficienza in questo campo. Il presonaggio di Funes emerge abbastanza bene attraverso alcune scene come il reclutamento da parte del mercante, e più o meno in ogni post mantieni uno stile abbastanza controverso: se da una parte questi si fanno leggere agilmente -anche grazie all'esigua mole di parole-, dall'altra molte cose sono confuse.
   Il primo punto debole della narrazione sono senza dubbio i Png: per nulla caratterizzati tranne parzialmente nel primo post, risultano essere solo dei nomi confusi in uno sfondo indistinto. Non abbiamo memoria di chi siano i membri della ciurma, e il loro inserimento lascia un attimo interdetto il lettore che non può non chiedersi chi siano tali Nuts e Huziar senza averne risposta. Questo però non è che una nota aggiuntiva della grande confusione all'interno di alcuni singoli paragrafi in cui viene descritta caoticamente la battaglia per nave, senza difatto chiarire chi è dove, e cosa sta facendo.
   Secondo punto debole è senza dubbio la brevità dei post che talvolta estranea completamente il lettore dal contesto: vengono saltati vere e proprie parti di alcuni processi mentali: quando ad esempio nel terzo post attivo in seguito alle psioniche Funes non si rende conto del tempo trascorso, questa sensazione di straneamento pesante -non sa neppure se sono passati anni- al lettore non arriva. Di contro tale linee descrittive vacillanti e confusionarie sono invece perfette nell'ultimo post, quando il pg letteralmente impazzisce e quindi tale stile valorizza ulteriormente la situazione.
   Alcune scelte descrittive sono senza dubbio molto buone - come il contestualizzare in maniera realistica la capacità di volo- mentre altre fanno storcere il naso -viene reclutato da un mercante che minaccia di morte? xD - Anche l’idea del background comune dei capitani era buona, ma praticamente non viene affatto sviluppata: sarebbe stato molto più efficace in tal senso inserire dei riferimenti maggiori durante il primo post invece di palesarla quasi per caso.
   In sintesi quindi la prova mostrata è senza dubbio sufficiente, ma si può fare meglio in molti punti. Il problema principale è la confusione generale dei post, lavora su quello: leggi con calma ogni frasi, "inquadra" come la telecamera del poV si muove durante l'azione, e fa si che sia tutto più chiaro di come è stato in questo duello!


Strategia; voto: 4.50

   Prestazione estremamente difficile da valutare. Ci sono delle buone, ottime idee narrative in tale campo, ma che quasi mai trovano un riscontro pratico a livello di efficacia regolamentare.
   Nel primo turno attivo hai un'idea a dir poco splendida e l'utilizzo così efficace di un oggetto dell'erboristeria mi ha quasi fatto applaudire al post... e poi? Un'illusione sonora? una tecnica di volo in cui usi le CS per nuotare meglio? Non bastava saper respirare sott'acqua? Entrambi gli slot del primo turno sembrano effettivamente sprecati.
   Nel secondo turno utilizzi uno slot speciale eccezionale: l'arpione subacqueo è già difficile da parare e avendo il tuo avversario utilizzato entrambi gli slot speciali era praticamente un colpo sicuro. E poi? Un altro slot per l'illusione sonora a che pro? Qual'era la differenza con il parlare normalmente? Con le giuste contestualizzazioni -parlare a voce alta o attirare l’attenzione usando meri mezzi descrittivi non avrebbero comunque potuto non notarti- Terzo slot sprecato.
   Dopo un terzo turno senza infamia né lode, dove è stata comunque una buona idea usare una tecnica fisica a fronte della passiva utilizzata dal tuo avversario, concludi il duello senza mai risultare un pericolo per il tuo avversario, per Averno, e non affondando nemmeno la nave - seppur danneggiandola. Senza contare che utilizzi due slot per avere un power up di 4 CS per usarne soltanto due.
   Mi dispiace dirlo, ma mi aspettavo di meglio. Prestazione niente affatto sufficiente che non ha un voto ulteriormente negativo solo grazie alle idee carine sviluppate nei primi due turni.


Sportività; voto: 6.50

   Un duello tendenzialmente corretto se non fosse per due sbavature abbastanza fastidiose.
   In primo luogo non posso non bacchettarti per l'estrema cripticità del tuo specchietto riassuntivo: non dici praticamente nulla delle tecniche e delle passive che usi! Se da una parte è vero che le passive dei talenti e delle pergamene sono liberamente consultabili, scrivendo cose come “Poliglotta: talento Informatore livello II. 5 utilizzi rimasti" o "Silenzio: pergamena Mago Studio Ingegnoso. 3 utilizzi rimasti" senza neppure accennare al loro effetto costringi avversario e correttori ad aprire mille schede collaterali per controllare di volta in volta il giusto utilizzo delle passive. No, decisamente non va bene fare specchietti chilometrici, ma è senza dubbio buona norma citare interamente le tecniche almeno la prima volta.
   Altro piccolo appunto è il grande spreco di CS utilizzate per poter fare alcune azioni: le 2 CS per nuotare e la CS per non subire danni da caduta sono il classico esempio di "eccesso di sportività" a nostro parere da penalizzare lievemente. inoltre non si capisce dove finiscano le 2 CS finali visto che usi un power up di 4, ne sprechi 2 e ne segni 0.


Media complessiva: 5.916






Lindow
Scrittura; voto: 6.25


   Anche la tua prestazione è caratterizzata da una grammatica corretta che garantisce la sufficienza nel campo, ma questa è accompagnata da una narrazione estremamente pesante che non rende fruibili i post al lettore: utilizzi un linguaggio molto pomposo che si adatta ad un pg Arconte, ma non riesci a gestirlo troppo bene. le frasi altisonanti rispecchiano assolutamente la psicologia del personaggio, ma vi si immergono troppo e alla fine ogni paragrafo risulta parecchio contorto da mandar giù. Oltre alla grande presenza di subordinate, talvolta sbagli la punteggiatura e le frasi del narrato non acquistano l'enfasi che dovrebbero avere e che magari risaltavano bene nella tua testa al momento della scrittura; consiglio sempre al riguardo una o più letture a voce alta, in modo da capire bene dove mettere una pausa più o meno breve, o accentuare più o meno il tono di alcuni tratti.
   Le scelte interpretative del tuo Pg sono comunque interessanti: bella l'idea di rimanere defilato inizialmente, così come abbiamo apprezzato molto il flash finale sulla presunta morte di Averno - buona anche la scelta narrativa di abbandonarlo a se stesso. Altre volte però il controsenso è palese: durante il tuo secondo post attivo il tuo pg vuole dare al tuo avversario una morte psicologica per farlo soffrire maggiormente e se ne compiace, mentre il turno successivo il pensiero sembra svanito.
   Sia chiaro, è comunque una prestazione sufficiente, ma devi lavorare mooolto di più sulla chiarezza del narrato, magari concentrandoti maggiormente su quello che succede effettivamente attorno a Samath perchè, tanto per dirne una, ad oggi non c'è traccia nel testo di come effettivamente la tecnica "willpower" difenda Averno sul finale.


Strategia; voto: 7.00

   Ci vuole poco a notare l'andamento estremamente a senso unico del duello. Complice la mancanza di difese psioniche da parte del tuo avversario, giochi con lui letteralmente come un gatto col topo e ne fai ciò che vuoi. E la nave, seppur ben danneggiata, alla fine non affonda. Tuttavia si notano parecchie ingenuità nel corso del duello, e solo grazie al beneficio del dubbio confidiamo sulla tua scelta consapevole e vincente di alcuni punti.
   Durante il tuo primo post attivo infatti, se da una parte è molto buono l'uso dello Slot Speciale di Averno - che difatto detta il futuro andamento dello scontro -, dall'altro il secondo Slot Speciale poteva essere assolutamente risparmiato! non solo tu stesso in scheda hai delle abilità in grado di fare più o meno lo stesso effetto, ma senza dubbio "bruciarsi" in un solo turno la possibilità di qualsiasi intervento esterno non è per nulla lungimirante, e infatti proprio per questo non potevi fare nulla per bloccare l'arpione della nave nemica.
   Nel turno successivo invece -complice la libertà lasciata dal tuo avversario- ti sei gettato in attacco sprecando però "mezza" tecnica per privare il tuo avversario di CS quando aveva la riserva vuota. naturalmente il danno è minimo, avendo tu ulteriormente potenziato le tue offese psioniche, ma uno spreco di risorse seppur piccolo c'è stato.
   La scelta di lasciar Averno al suo destino invece è estremamente interessante: il tuo avversario infatti aveva utilizzato solo una tecnica di costrizione nei suoi confronti, quindi a livello puramente tecnico essendo sceso sotto coperta e avendo esaurito gli slot speciali non avrebbe potuto danneggiarlo in alcun modo! Il NON sprecare energie per salvarlo quindi si rivela paradossalmente essere un bonus anche in questo campo!
   Una prova molto buona quindi, forse - e consentimi un minimo di malizia - anche aiutato un pelo dalla fortuna in alcune situazioni. Ma senza dubbio questo incontro è tuo.


Sportività; voto: 6.25

   Nonostante un comportamento tendenzialmente corretto per buona parte del duello, specie dal punto di vista off-gdr, non posso non notare una sbavatura e un errore abbastanza grave all'interno dello stesso.
   Come il tuo avversario, anche se in maniera meno grave, il tuo specchietto riassuntivo dice molto poco dell'andamento tecnico del post: è vero che descrivi in breve l'effetto delle tecniche, ma sarebbe meglio citarle almeno una volta interamente poichè non si capisce per nulla -per dirne una- come effettivamente agisca willpower! Anche la descrizione di Messiah Complex è dubbia, e infatti se non fosse per alcuni brevi indizi all'interno del post sembrerebbe quasi che sia il tuo avversario a dover apparire come una creatura sovrannaturale!
   L'appunto di cui sopra però è solo una sbavatura da correggere di fronte al tuo più grave errore del duello: utilizzi una passiva che potenzia anche le tecniche fisiche subite di un livello, e la ignori completamente. Le passive di questo genere infatti potenziano le tue tecniche nel turno di utilizzo, e quelle avversarie in quello immediatamente successivo: la tecnica a potenza Alta di palantir del terzo turno attivo andava infatti considerata di potenza critica, mentre tu ti difendi solamenente con un Alto. Grave errore!
   In ogni caso è una prova sufficiente, e vogliamo sperare sia stata una semplice svista dettata dal nuovo sistema delle passive ad utilizzi. Non infierisci troppo con la mole di danni psionici diretti verso il tuo avversario privo di difese.
   Sbagli infine a calcolare i danni alla nave nell'ultimo turno, che subisce in 20% gratis per motivi solo a te noti: se consideri l'aumento del danno una conseguenza dell'acqua imbarcata allora sbagli, perché allo stesso modo dovresti aumentare continuamente il danno fisico di una ferita a causa del sanguinamento, e su Asgradel sebbene sia narrativamente corretto, il regolamento tecnico non prevede nulla di simile.


Media complessiva: 6.500






5.916 - 6.500
vince Samath Eden

— Palantir viene ricompensato con 872G. Lindow viene ricompensato con 520G e 204 punti per la fazione degli Arconti (per riscattare questi ultimi è comunque necessario compilare l'appropriato modulo nel bando di Arcana Imperii, in virtù dei potenziali achievments). Il vincitore ha diritto a un post autoconclusivo di vittoria. —

 
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11 replies since 13/4/2015, 15:17   473 views
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