Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Nefas; lupi di mare

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 28/4/2015, 15:14
Avatar

storyteller
······

Group:
Member
Posts:
4,680
Location:
mnemonia

Status:



Nefas; lupi di mare


pirates are all we can be

we are wolves of the sea


Untitled-3_1


- il mercante d'oriente -


« Che notizie mi porti? » domandò lo Spettro, senza sollevare lo sguardo dalle carte che stava esaminando.
Suzaku rimaneva in piedi davanti allo scrittoio, le mani dietro la schiena e un'espressione enigmatica sul volto. Si limitò a scuotere il capo, rovesciando ovunque le ciocche rosse dei suoi capelli.
« Ha rifiutato. » disse infine, stringendo le spalle. Ben consapevole che non fosse costume dell'uomo che aveva davanti prendersela con gli ambasciatori di cattive notizie, manteneva il suo aspetto compassato e la flemma per cui era famoso in tutto il vecchio Regno d'Oriente.
Lo Spettro gli scoccò allora un'occhiata in tralice a cui Suzaku rispose con un lieve movimento del capo, un gesto grazioso che dimostrava come non avesse detto ancora tutto.
« C'è dell'altro che non vuoi dirmi. Avanti, cosa può aver detto di tanto male da farti pesare così tanto il ripeterlo? »
Il mercante d'oriente annuì, abbassando il capo ad osservare la filatura d'argento che copriva di arzigogolati disegni la sua giubba; improvvisamente lo scapolare gli parve troppo stretto sulla sua gola e benché il suo pallore fosse leggendario, sentì un fuoco alle gote che era un cattivo preludio. Non lo spaventava affatto la reazione dello Spettro, quanto piuttosto il sapere che con le sue parole gli avrebbe dato un dolore -uno di più, fra i tanti.
« Ha detto... » si risolse, sollevando uno sguardo scevro di compassione sul suo interlocutore. « Ha detto che il tuo tempo è finito, che tu sei finito. »
Lo spettro rimase in silenzio per qualche istante, tornando ad esaminare le carte. Sembrava che quelle parole non avessero nemmeno scalfito la dura corazza dell'altro. Suzaku, immobile, si chiedeva se quello fosse un congedo.
Improvvisamente l'ombra si sollevò in piedi -e l'azione parve costargli parecchia fatica- lasciando cadere a terra alcuni fogli. Si avvicinò a un armadio che era in quella stanza da quando erano giunti a Sicak-ev senza che nessuno fosse mai riuscito ad aprirlo o indovinare cosa potesse contenere. Ora, davanti agli occhi stupiti del mercante, lo spettro l'aprì e ne tirò fuori un vecchio cappello nero a tesa larga con un ricco piumaggio che doveva aver visto anni migliori. Se lo calcò sul capo mentre passava accanto a Suzaku per uscire dalla stanza. Si fermò solo un istante, incastrando i suoi occhi azzurri in quelli rossastri dell'altro.
« Trovami una nave. » sussurrò, con quel suo tono a metà fra la richiesta e il comando.
Il mercante annuì e lo osservò uscire mormorando.
« Quel tanghero avrà pure ragione e il mio tempo è andato, ma se crede che i miei giorni per mare siano finiti si sbaglia di grosso. »

[...]

Suzaku si guardò intorno, la biblioteca di Sicak-ev non gli era sembrata così grande e ben fornita la prima volta che l'aveva vista. Al contrario, gli era apparsa come una misera imitazione della più grande e famosa biblioteca di Qashra. Sembrava che a rimpolpare gli scaffali di quella casa di erudizione fosse stato lo stesso Spettro, deciso a trovarsi una base stabile nei pressi del canale dopo anni di peregrinazioni. Così, in cambio del tacito consenso di occupare l'ormai dimesso e inutilizzato piccolo forte -che tutti si gloriavano di definire 'castello'- di Casacalda, egli aveva consentito a donare i suoi libri alla biblioteca. E quei libri dovevano essere davvero parecchi, risultato di oltre vent'anni di furti e requisizioni. Frugando fra tutto il materiale, il mercante d'Oriente riuscì a trovare infine ciò che cercava; sotto lo sguardo intento dei suoi compagni, tirò fuori dallo scaffale un tomo di dimensioni discrete, dalla rilegatura in pelle brunita con il titolo marchiato a fuoco e ritoccato con uno smalto dorato di pessimo gusto. L'uomo dai capelli rossi batté tranquillamente la mano sulla copertina del libro, quindi andò a raggiungere gli altri al tavolo attorno al quale erano seduti.
Caposorcio, ben noto per la sua capacità di trovarsi a suo agio in qualsivoglia situazione, abituato a conversare con il più pericoloso bandito della Corte come con il più erudito dei draghi, allungò le gambe sul tavolo e sbuffò in aria, gettando un'occhiata al libro di cui ancora non riusciva a scorgere il titolo. Suzaku, vedendolo agire così, gli tirò una cattiva occhiata ma non fece parola. Gli altri presenti, Corvobianco e Imrahil, si scambiarono uno sguardo rapidissimo, entrambi poco convinti, poi il ragazzo dai capelli d'argento tornò a piegarsi sul libro che aveva preso per sé, un vecchio trattato di demonologia che si applicava nella spiegazione -più o meno precisa- dei dialetti che avevano sostituito, in alcune zone di Theras, la lingua dei demoni nel periodo di transizione fra antica e moderna.
Abbracciandoli tutti con un colpo d'occhio consentitogli dalla posizione che si era scelto -accuratamente e per quella ragione- Suzaku trasse un sospiro: non era molto convinto che con quell'accozzaglia di caratteracci sarebbero riusciti ad andare da qualche parte. L'unica cosa che li teneva uniti, almeno fino a quel punto, era la parola dello Spettro e il timore che tutti avevano del Senzavolto. D'altra parte non poteva esimersi dal fare ciò che gli era stato chiesto, dunque mise da parte ogni indugio e proruppe: « Immagino sappiate tutti perché siamo qui. » affermò e fece per proseguire, quando la voce di Caposorcio -che lo osservava di sbieco- lo interruppe.
« Beh, dove sono gli altri? » chiese il giovane dai capelli rossicci.
« Il Boia? Lorelei? Il nostro beneamato principino? Dove sono tutti? »
Corvobianco, senza nemmeno sollevare lo sguardo dal libro, gli rispose:
« Stanno svolgendo un altro compito, fratellino. »
Suzaku ne approfittò per riprendere il suo discorso.
« Molto giusto. Quanto a noi, prima di procedere, vorrei sapere che ve ne pare dell'idea dello Spettro. »
I tre lo guardarono tutti con il medesimo sguardo interrogativo. Suzaku si strinse nelle spalle e spiegò meglio il suo pensiero.
« Tornare per mare e avere anche noi nell'equipaggio. Finché si trattava di muoverci per Theras, molto bene. Raggiungere il Canale, benissimo. Ma ora ci vogliono imbarcati. Che ne pensate? »
Sfortunatamente, le sue parole -studiate ad arte per incoraggiare una qualsiasi defezione- caddero nel vuoto. Imrahil si limitò a guardarlo male, ma questo era previsto -per la giovane, ogni decisione dello Spettro era ben fatta. Corvobianco, di nuovo senza sollevare il viso dal suo libro, sentenziò pigramente che « Un abisso vale l'altro. »
Buon ultimo, Caposorcio concluse che « A terra c'è più bottino ma per mare meno possibilità di essere presi », dunque un ladro restava un ladro all'asciutto come a mollo e per lui la questione poteva dirsi chiusa. Rinfrancato dalla decisione mostrata dal terzetto ma non per questo più tranquillo sulla loro sorte, Suzaku sospirò ancora e sedette. Quando a lui, era sempre stato d'accordo con lo Spettro e il Senzavolto sulla necessità di ridimensionare certe voci e certe leggende -o di amplificarle, se necessario, per ottenerne maggiori benefici.
Disegnò con le dita sottili i bordi del libro che aveva davanti sotto gli occhi degli altri -perfino Corvobianco, stavolta, si degnò di sollevare lo sguardo e abbandonare la sua lettura. Il titolo dell'opera era eloquente di per sé: Leggende marinare e Mostri degli abissi.
Il mercante d'oriente sorrise, di quel suo sorriso triste, privo di gioia e tuttavia capace di promettere molto.
« Allora possiamo andare avanti » concluse.
« Siamo tutti lupi di mare, ormai. »

 
Top
0 replies since 28/4/2015, 15:14   81 views
  Share