| Drag. |
| | A NATION OF THIEVES at world's end
( Oceano Zar, Orgoglio ) pov - Vassandra
Vassandra aveva sempre saputo di essere potente. Era stata addestrata a lungo nella magia druidica. La comunione spirituale che la legava alla natura era infinitamente superiore rispetto a ciò che un normale essere umano avrebbe potuto provare, persino in momenti di particolare trascendenza. La Trama magica si sviluppava attorno alle dita come un pregiatissimo tessuto di seta, accarezzandole i polpastrelli con la delicatezza di un caldo respiro. Il lungo bastone nodoso era un eccellente catalizzatore; i tatuaggi blu che impreziosivano la sua pelle erano pregni di saggezza runica; la mente stessa della ragazza era stata fortificata durante interminabili meditazioni nei territori più impervi di Nuronat, l'isola ai confini del mondo. Nonostante tutto questo, però, gli sforzi di una vita intera non erano che granelli di sabbia rispetto al deserto costituito dalla travolgente potenza di Laurens de Graaf.
Percepì la realtà stessa distorcersi, come risucchiata verso l'alto dalla gigantesca massa generata dalla meteora sopra le loro teste; era un'attrazione fatale e irresistibile, impossibile da sfuggirvi - come la luce che cerca invano di sfuggire dalle tenebre della notte, quando cala il sole. Il calore la raggiunse. Buona parte del legno di cui era costruita la caracca si asciugò all'istante, come se non avesse mai attraversato alcuna tempesta: sbuffi di bianco vapore si sollevarono con la stessa rapidità dei venti che turbinavano alle loro spalle. Le navi, legate assieme dalle funi e dai rampini, gemettero assieme - e questo lamento fu l'unica parola che udirono. Paralizzati, i marinai a bordo delle imbarcazioni attesero l'ineluttabile fine osservando il macigno infuocato che lentamente riempiva il cielo. Solo Urrka tenne lo sguardo basso - concentrato sulle spalle della sua figlia adottiva.
« Darian! Diogelu ni! »
Vassandra tese il bastone verso l'alto, gettando tutta se stessa in una ragnatela d'energia verde che s'infranse contro la mortale sfera bruciante; ogni fibra del suo corpo, ogni pensiero positivo, ogni particella che la circondava venne convogliata nella spirale lignea che costituiva la cuspide minuta dell'asta. La magia prorruppe con violenza, attorcigliando la pelle delle sue braccia - unite in una presa ferrea per tenere saldo il bastone preda di tensioni umanamente insopportabili.
« ...os gwelwch yn dda... »
La lotta durò diversi secondi; Vassandra non si accorse delle lacrime che scorrevano lungo le sue guance, scossa dal dolore che quell'incantesimo stava provocando su tutto il suo corpo. Kanca - un mago esperto e competente - aveva perso il braccio, pagando a carissimo prezzo la magia di protezione che aveva costruito attorno al capitano Urrka. Ciò che la giovane druida stava tentando era qualcosa di molto simile (per quanto nella teoria le loro Trame magiche attingessero a reami completamente differenti), ma su scala enormemente più grande: una formica può, sollevando le zampe, fermare il tallone di un crudele essere umano? Pregò; non smise mai di pregare. Voljund non le avrebbe affidato quel messaggio se avesse previsto una loro immediata disfatta, una volta raggiunta l'isola alla fine del mondo. Doveva avere fiducia. Chiuse gli occhi, gridando la propria frustrazione mentre le energie le venivano meno. I barbigli verdi della ragnatela si infilarono nelle crepe della meteora, resistendo alle fiamme e alla gravità; Vassandra, nello stesso istante, prese a sanguinare dagli occhi, dalla bocca, dalle orecchie. Doveva avere fiducia - doveva credere.
Il bastone si frantumò nelle sue mani, scagliandola violentemente all'indietro. L'onda d'urto scosse completamente la Orgoglio, facendola rollare e urtare lo scafo esterno della Garmurath. La ragnatela ebbe un sussulto, come se avesse improvvisamente preso vita; in un istante, l'energia color smeraldo stritolò la meteora con un bagliore accecante, annichilendo così entrambi gli incantesimi.
( Oceano Zar, Pirate's Bay ) pov - Ged, Vaalirunah
« Il sartiame dell'albero di mezzana è bruciato, ma... » Cleomenes scosse il capo, lasciando che le restanti parole gli morissero in gola. La spiaggia era gremita di marinai; mezza dozzina di pirati stavano trascinando le lance lungo la sabbia, strappandole alla corrente marina che mugghiava attorno all'isola. La maggior parte di loro, tuttavia, sedeva attonita a terra osservando sconsolati il relitto ancora fumante della Garmurath, duecento piedi dalla riva. La Orgoglio si era salvata dall'apocalisse che il Kraken aveva scatenato, nonostante avesse subìto ampi danni sul ponte superiore. L'equipaggio sbarcato si esprimeva con grida secche e solitarie, simili a latrati di un cane ferito e poco battagliero; avevano attraversato prove indicibili da quando quella sciagurata spedizione era iniziata, e più di un terzo di loro non era più lì per raccontarlo. Cleomenes spostò lo sguardo verso la caracca, ancorata là dove il fondale era sufficientemente profondo da garantire spazio di manovra quando sarebbero risalpati (il che sarebbe accaduto molto tempo dopo); "almeno non abbiamo fatto la fine della ciurma di Urrka", sembrava dire la sua espressione afflitta. In effetti, i nani avevano ricevuto la sorte peggiore di tutte: già decimati dalla battaglia, molti di loro non erano riusciti a balzare sulla Orgoglio quando i frammenti della meteora - stritolata dall'incantesimo di Vassandra - avevano tempestato entrambe le imbarcazioni. La Garmurath era già in condizioni pessime quando era stata abbordata: le rocce incandescenti che erano piovute all'ordine di Laurens de Graaf avevano sferrato il colpo di grazia alla fregata del famoso, vecchio corsaro. La Garmurath bruciava ancora, laggiù in mezzo al nulla, rapita dalle alte onde della tempesta alle sue spalle. Erano molto distanti dal relitto, ma per molti pirati lo spettacolo era tristemente vicino: pareva quasi di vedere le salme di molti nani - rivali e nemici, ma pur sempre uomini di mare - e dello sfortunato Kanca bruciare silenziosamente, divorate dalle fiamme. Oltre di essa, un muro invalicabile di nubi e venti tempestosi parevano precludere ogni dubbio: erano lontani centinaia di miglia da ogni forma di civiltà, accerchiati dalla desolazione distruttiva della natura nella sua forma più primigena.
Quella era la fine del mondo.
« Avrei dovuto ascoltare quel rettile e ucciderti a Nuronat, Xari. » Floki si fiondò sull'esotico avventuriero come una belva braccata, afferrando rudemente il bordo della sua strana armatura colorata. « La tua ambizione ha quasi ammazzato tutti noi. Se non fosse stato per lei, », disse, indicando la pallida Vassandra, sdraiata priva di sensi sotto una lunga palma inclinata. « ora in questa baia ci sarebbero due navi a bruciare. » La druida non si era ripresa affatto dalla poderosa magia che aveva scatenato per resistere alla meteora di de Graaf, e inizialmente tutti avevano creduto che ciò le fosse costato la vita. Olivia, tuttavia, aveva sentito il suo respiro farsi debolmente largo tra le labbra dischiuse e ora, pur senza sapere come accudirla, la ladra di Dorhamat stava seduta accanto a lei bagnandole la fronte con della stoffa umida; che lo facesse per espiare alle proprie colpe o per stare il più lontano possibile da Urrka (legato insieme a molti altri nani nella stiva della Orgoglio) forse solo il mezz'orco lo sapeva. Xari, dal canto suo, rispose alle accuse del sicario con sguardo egualmente duro. « Se non fosse stato per me, lei non sarebbe neppure qui. Stava inseguendo me, come tutti voi. Avete fatto una scelta. » L'assassino parve sul punto di sfoderare il pugnale che portava alla cintola, ma poi fece un passo indietro sputando nella sabbia il suo disprezzo. « Le tue promesse non valgono niente, pirata. » « Tutto questo è opera tua, Drenthe; », intervenne Belu-Maz, allontanandosi dalla guardia perenne al fianco della figliastra di Urrka. « ma non sarò così ipocrita da dire che l'ipotesi di trovare il tesoro del Kraken non mi interessi. » « Eppure, il Kraken vive ancora. Sono certo che sarà più che felice di lasciarci rubare il suo brigantino volante... », commentò Floki, evidentemente sarcastico. « Sempre ammesso che la Neptune sia qui... », intervenne Olivia, ascoltandoli dall'ombra della palma a qualche passo da loro. La ladra sembrava aver perduto buona parte della sua bellezza, come se la battaglia e la disperazione l'avessero privata di una luce interiore che ora soltanto Belu-Maz pareva in grado di scorgere: i capelli, un tempo rossi e vivaci, ora erano scuri e sporchi. Polvere e fumo le sporcavano il volto donandole un'espressione torva e introversa, decisamente ostile. Era una donna spezzata quasi quanto il suo padre adottivo, e non aveva più nulla in cui credere. « Se quest'isola fosse vuota, Laurens non sarebbe qui. », rispose semplicemente Xari, allargando le braccia. Il Kraken era apparso volando sopra le loro teste scandendo chiaramente il proprio disappunto nel trovarli alle porte di casa sua, ma dopo aver sferrato quel gigantesco attacco era sparito. Non avevano alcuna idea di dove potesse trovarsi al momento. « Nè Vassandra avrebbe avuto quelle visioni se qui non ci fosse qualcosa che i suoi spiriti non desiderano riscoprire. » Il tono di Drenthe era chiaramente scettico, come se non credesse nelle manie profetiche della sua sorellastra. I legami tra loro erano ancora molto oscuri, ma Xari non sembrava darle molto credito. Quel che era certo era che l'avventuriero pareva aver perduto il suo unico alleato in quella vicenda - Floki Noctis. « Nessuno di voi ha il diritto di decidere le sorti del mio equipaggio, », esclamò Cleomenes, rompendo violentemente il silenzio con questa risoluta dichiarazione. « o di scegliere quali mosse compiere d'ora in avanti. » Il cinquantenne nocchiero pareva dimentico delle ferite che aveva patito per mano del mezz'orco sulla spiaggia di Nuronat: si ergeva fiero e determinato, fronteggiando tutti loro con occhi convinti. « La Orgoglio ha ancora un valido capitano e dei consiglieri leali che hanno sconfitto da soli Urrka e Kanca. »
Si voltò, indicando con il pomo della daga Lirin, Ged e Vaalirunah.
« Quindi tacete e lasciate che parlino. »
QM POINT :: Benvenuti all'ultimo, breve capitolo della trilogia iniziale di ANoT! La quest riprende un paio d'ore dopo il cliffangher finale di ANoT - the high seas; Vassandra protegge buona parte di voi dalla meteora del Kraken, ma sviene - subendo anche gravi danni. La Garmurath viene evacuata alla bell'e meglio, venendo rapidamente avviluppata dalle fiamme, mentre la Orgoglio riesce a sganciarsi e avvicinarsi alla spiaggia di Pirate's Bay. Mentre quel che resta della ciurma di Urrka viene riposto sotto chiave nella stiva della caracca, molti membri dell'equipaggio (tra cui voi e i png più importanti) sbarcano sull'isola. Recuperate entrambi il 50% delle energie; potete rispondere direttamente qui o in Confronto qualora vogliate imbastire una conversazione. Se decidete di postare direttamente, avete tempo sino al 15/05 compreso (o 5 giorni dallo STOP in Confronto). A voi, e buon divertimento!
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