Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

l'urlo, contest maggio 2015 - Tempesta

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Möbius
view post Posted on 21/5/2015, 22:32




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CITAZIONE
note: il futurismo non è morto!
sotto spoiler, se volete rovinare l'opera, la spiegazione:
Partiamo dall'aspetto. Tempesta si vuole avvicinare quanto più possibile al fulmine reale che spacca il cielo e stupisce, illumina e acceca. Così la parola "tempesta", seguendo il corso di un fulmine, spacca la pagina in due, spacca la pioggia quasi invisibile di idee e parole. Perchè invisibili, quasi dissolte? Le parole qui sono da sfondo, come le idee. Non sono necessarie. Una tempesta non ha regole, così come questo testo/immagine/immagine-testo.
La tempesta richiama fortemente a questo, e a molto altro. Richiama al fantasy e ai nostri costrutti mentali su di esso che si ripetono sempre uguali, monotoni. E il loro paradosso, i draghi che si possono esprimere solo attraverso ciò verso qui essi sono antitesi PURA, la tecnologia moderna, la scrittura digitale, dove essi sono vivi e morti allo stesso tempo. Ho voluto scrivere del mio periodo, della crisi di un uomo nella società opprimente, di leggi, regole, anche quelle di un forum, di un contest dove tutti si aspettano un testo normale, docile, innocuo, ammansito con del "romanticismo stampato nell'acciaio". No, io ho voluto liberare le parole dai sentimenti, dal senso e dall'assenza di esso. Ho voluto scrivere perchè ho DESIDERATO farlo. Perchè mi sono urlato dentro e l'abisso, l'eco, ha risposto ruggente e implacabile. Così in questa riflessione/istinto avviene l'urlo, silenzioso, che stupra solo le parole. Le parole di un uomo soffocato dal tempo, nel tempo, attraverso il tempo. Attraverso il TRAMTRAM dell'incubo della routine. Della ricerca del proprio posto. Di un senso ad ogni cosa. Di mille risposte non date. Di infinite domande gettate nell'aria, nell'energia, nella materia, nell'anima e fuori da essa. Così il risultato è stato questo. Che non piacerà. E a me non importa. Io non ho scritto, ho solo riportato ciò che l'anima ha urlato, nonostante il suo linguaggio incomprensibile. Ho voluto scrivere di qualcosa alla portata di tutti eppure così complicato, così sfuggevole. Forse ripetuto già molte volte dai futuristi a cui mi sono ispirato. E ci sarebbe ancora altro e sono disposto a parlarne, ma non qui, non adesso. Questo è il mio lavoro, nel bene. E nel male.
 
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